Emozioni di un momento, [privata]

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view post Posted on 25/6/2013, 21:12
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Ad Hogwarts le vacanze estive si facevano sempre più vicine e ciò lo si notava dai minor doveri che i professori affidavano ai giovani studenti.
Contento come una pasqua, Daddy Toobl, dopo aver scoperto di avere ben tre ore libere prima della lezione di Pozioni,si avviò verso il bagno dei prefetti per un solo motivo:vederlo.
Era una situazione strana, lui non aveva mai visto quel famigerato bagno seppur fosse oramai prefetto da diversi mesi.
Il perché non avesse mai messo piede in quel l’area nemmeno lo sapeva,forse era in preda al panico per colpa dello studio e degli impegni extrascolastici o ,forse, non era mai stato interessato più di tanto di vedere cosa celasse quel locale.
Camminando a passo lento lungo il corridoio del quinto anno,Daddy, cercò di scorgere la statua di Boris il Basito, essere a lui sconosciuto e noto solo per il fatto che dietro di se nascondesse una delle camere meno visitate del castello.
Non appena si trovò vicino alla statua dell’essere,che si presentava come un ebete con lo sguardo perso nel vuoto che aveva sbagliato ad infilarsi i guanti,strinse con forza le mani a pugno e socchiudendo gli occhi disse:

-Frescospino!-

La statua, fissandolo torvo ,al pronunciar di quella parola gli diede la possibilità di accedere nella camera che aveva sbalordito oramai generazioni di eccellenti studenti.
Non appena entrò nella stanza,il Corvo,notò subito come la sala era ben sviluppata e addobbata e con un bellissimo marmo bianco che ricopriva in lungo e largo la sala ad eccezione di una gigantesca vasca con centinaia di rubinetti d’oro ciascuno dei quali aveva incastonato al suo interno una pietra preziosa diversa.
Meravigliato da quella situazione,lo studente, proseguì a camminare nell'immenso ambiente accarezzando le tende di lino le quali trasmettevano un innato senso di freschezza e pulizia.
Dopo aver visitato in lungo e largo la stanza, si fermò ad osservare da una finestra prima la magica Hogwarts e il suo splendido giardino color smeraldo e poi l'unico quadro presente in quel posto che ritraeva una bellissima sirena dai capelli biondi la quale era addormentata su una roccia e vi russava sopra beata.
In quel momento niente poteva guastare quella sensazione di relax e nulla poteva distruggere la pace di quel luogo particolare.



Edited by Daddy E. Toobl - 1/7/2013, 22:15
 
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view post Posted on 26/6/2013, 14:48
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~ Bagno dei Prefetti.
Non era la prima volta che entrava lì dentro, ma l'effetto che ebbe su di lei fu lo stesso; doveva ancora raccapezzarsi dei diversi agi che comportava quel cambiamento, tuttavia pareva impiegarci più del previsto, e alla fine era giunta alla conclusione che tutto quello non facesse per lei.
Era semplicemente
troppo per una come la Tassina abituata sempre ad avere il minimo indispensabile, vuoi per necessità o vuoi per scelta, poco importava; eppure l'impulso era stato troppo forte, una volta sola, si era detta, non avrebbe fatto male a nessuno, sarebbe stata l'unica, una soltanto, nessuno poteva negargliela, tanto meno lei stessa.
Alla fine si era lasciata convincere dalle proprie argomentazioni, talvolta discutere tra sé e sé poteva essere tremendamente stancante, ma in qualunque maniera ne sarebbe uscita vittoriosa e benché il ragionamento fosse del tutto privo di senso, la sua coscienza sarebbe stata accontentata.
Sì, un bel giro di tribolazioni inutili e confusionarie.
*Capirai la novità.* Ciò nonostante, infine si era immersa e perdio, il relax che ne derivò avrebbe compensato egregiamente qualunque rigirio mentale.

~ Dormitorio.
I capelli ancora leggermente umidi le solleticavano il viso mentre prona sul letto leggiucchiava con interesse un libro di Incantesimi, di lì a poco avrebbe dovuto dare l'esame - finalmente, tra l'altro, ma questo è un discorso differente - e decisamente aveva ancora qualche nozione teorica da imparare in modo più approfondito; fu sfogliando una pagina dopo l'altra che, un'oretta dopo - sveglia, la tipa, eh? - si accorse che il solito braccialetto in cuoio che usualmente ornava il polso sottile era sparito, puff, andato.
Non era da lei perdere gli oggetti, non era forse la ragazza più ordinata del mondo ma sapeva ritrovare tutto nel suo disordine e dunque ribaltò l'intera camera da cima a fondo, incurante dello sguardo allibito delle due compagne che in quel momento erano presenti: d'altra parte, di stranezze ne avevano viste tutte, e le due Tassine sarebbero state certamente avvezze ormai alle sue.
Arrivò persino a minacciare Lou, quel maledetto, non era da escludere infatti che trovandolo in giro il gattaccio ci avesse fatto un pensierino e successivamente masticato ben benino prima di lasciarlo ormai inutilizzabile in un angolo; purtroppo i suoi sforzi non servirono a nulla e il bracciale non si trovò da nessuna parte, fu solo più tardi, di ritorno dalla lezione di Storia che si ricordò di averlo appoggiato su un ripiano nel bagno, per paura di rovinarlo con l'acqua. Con tutta probabilità doveva essere ancora lì.

~ Bagno dei Prefetti.
« Frescospino. » Entrò svelta e a passo silenzioso per poter meglio udire eventuali rumori interni, di certo irrompere così nel caso qualcuno avesse avuto la medesima idea non sarebbe certo stato.. cortese; nessun suono particolare le arrivò alle orecchie, tuttavia di sfuggita le parve di notare un guizzo d'ombra.
Disturbare non era nel suo interesse, per questo rapidamente decise che avrebbe raggiunto il ripiano proprio vicino all'entrata e poi sarebbe sgattaiolata via senza destare alcun sospetto in chiunque fosse lì dentro - ammesso che davvero ci fosse.
La striscia di cuoio intrecciata era ancora lì fortunatamente, ma il sollievo fu tale da rendere i suoi movimenti perfino più impacciati del solito e prendendo male le misure, urtò con le dita sulla superficie facendo cadere a terra il monile.
« Te pareva andasse storto qualcosa. » Neanche si accorse di aver verbalizzato i suoi pensieri, troppo presa ad accucciarsi imprecando contro se stessa nella propria mente, le dita che con rapidità finalmente si degnavano di raccogliere ciò che da tempo cercava.

 
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view post Posted on 1/7/2013, 22:12
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Oramai era da diversi minuti che stava fissando Hogwarts meravigliato. Concentrato a notare ogni minimo particolare del giardino del castello,nemmeno si accorse che qualcheduno era entrato di soppiatto nella stanza per prendere qualcosa.
Ma che diamine di prefetto era??Come poteva non accorgersi della presenza di qualche estraneo in quel luogo?
Sonnecchiando beatamente,il giovane ragazzo, rimase a fissare il lago nero e le sua piccole barchette mentre con una mano accarezzava la tenda di lino lì vicino.
Proprio quando sembrava aver raggiunto l’apice del relax totale un rumore sopraggiunse alle sue orecchie e in un impeto di goffaggine Daddy Style, si arrotolò all’interno della tenda per poi cascare come una pera sul pavimento con la tenda a fargli da mantello.
Ecco fatto,la figuraccia era imminente.
Stava per arrendersi all’effettuare quella cattiva impressione agli occhi dell’ignoto,quando una voce ben conosciuta arrivò alle sue orecchie facendolo balzare in aria come un grillo e sistemare quella tenda attorno al corpo a mo di toga.
Non poteva essere che LEI si trovasse in quel luogo, non poteva essere che in quel posto ci fosse la persona di cui aveva più timore nel castello.
Timidamente,cercando di non destare sospetti, il giovane studente si avviò verso la fonte della voce e potè appurare che il suo udito funzionava abbastanza bene.
Niahndra Alistine,cacciatrice Tassorosso, si trovava poco distante da lui,indaffarata a fare qualcosa che forse non avrebbe mai scoperto o voluto scoprire.
Non appena notò il suo volto,al giovane ragazzo,iniziò a battere il cuore all’impazzata mentre il cervello si propinava la solita domanda:ci parlo o no?
In quei istanti,il dubbio su come agire si faceva sempre più grande e ogni secondo che passava la difficoltà di effettuare anche un piccolo saluto o sorriso era paragonabile alle gesta eroiche di Davide con Golia.
Sentiva le sue membra scuotersi per via di quella ragazza,al pensiero che da quella giovane era stato rifiutato e allontanato come fosse un poco di buono,una pezza da piedi.
I dubbi ,che pensava di aver abbandonato da molto tempo,alla vista della giovane donna, riapparvero per accalappiarlo nuovamente in quel circolo vizioso fatto di paure e insicurezze;gli piaceva quella ragazza e non poteva negarlo.
Proprio mentre stava per rinunciare al salutare la sua compagna e andarsi a nascondere,il giovane, ritornando sui suoi passi, disse

-Beh tranquilla a me è andata peggio.-

Indicando la toga con fare rassegnato,sorrise cercando di far passare quell’intoppo come una cosa da niente.
Era mai possibile che in quei momenti lui fosse cosi…Impacciato?
Arrossendo leggermente ,sentì immediatamente il suo corpo soddisfatto di aver rivolto parola alla ragazza;forse,non era neanche troppo scontento di aver ritrovato davanti a se l'unica ragazza in grado di renderlo insicuro.

 
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view post Posted on 7/7/2013, 12:06
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Accovacciata, Nia tentava ancora di allacciarsi il braccialetto di cuoio al polso, ma di certo quel giorno le dita non le rendevano il compito più semplice; la testa chinata ed il volto sepolto dalla matassa di capelli umidicci e qualche leggera - signorile - imprecazione che non riuscì a sfuggire alla presa delle labbra.
I muscoli delle gambe avevano ormai preso a bruciarle quando infine era riuscita nel proprio intento, era stata così assorta da non aver neanche udito il tonfo del ragazzo, attutito anche dalla stoffa che lo aveva avvolto e perciò aveva continuato indisturbata, dimenticandosi per quanto fosse possibile di dove si trovava; tuttavia il silenzio che si era andato a creare aveva una parvenza di innaturale, era il silenzio tipico di chi solleva la cornetta del telefono senza dire niente, in un modo o nell'altro era un silenzio rumoroso. Fu per quello che drizzò le orecchie, senza avere ancora l'ardire di sollevare la testa per guardarsi intorno, i muscoli tesi e impazienti che sussultarono spasmodicamente quando una voce giunse inaspettata; Nia trattenne il fiato, la mano che correva velocemente alla bacchetta mentre con uno scatto si alzava in piedi, la strinse con forza nel momento esatto in cui lo sguardo si posò sulla figura ammantata che aveva di fronte.
Sgranò gli occhi impiegando qualche istante per riconoscerla, la mano che allentava la presa sulla sua arma ancora infoderata e la mente lucida le suggeriva che là avevano teoricamente accesso solo i Prefetti; quando infine sotto il pesante drappeggio della tenda individuò una persona conosciuta, il sollievo fu tale che scoppiò a ridere, complice anche la scena alquanto esilarante.
Riprese fiato qualche istante dopo, il corpo ancora scosso dai singulti della risata e infine si degnò di riappropriarsi di una parvenza di dignità, giusto per non infierire ulteriormente.
« Pfff scusa... » Era più difficile del previsto.
« Sì, credo di sì. » Ma poi si ricordò degli ultimi passati avvenimenti e darsi un contegno non fu più impossibile; era strano trovarsi a ridere di gusto nonostante fosse conscia del disagio che le occasioni passate le avessero procurato. Forse era quello il motivo per cui inconsciamente tentava di non porre fine alle risa, consapevole di quella sgradevole sensazione ch'era in agguato; non poteva esserne certa e comunque beh, poteva sempre andare diversamente, ma meglio prevenire che curare, no?
« Uhm... Ave? » Se l'era immaginata quella nota ascendente in fondo alla frase, o pareva proprio una domanda?

Pardon, i prossimi saranno migliori, parola di Tassina.

 
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view post Posted on 15/7/2013, 22:16
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Successe tutto in un attimo.
Notò la giovane avvicinare la mano alla bacchetta,stringerla e poi lasciarla andare dopo aver notato il suo travestimento da emirato arabo.
Leggermente sollevato per la fattura in petto evitata,Daddy, ora fissava la ragazza davanti a se in silenzio,senza spiccicare alcuna parola.
Prima di parlare con lei doveva promettere a se stesso che quella volta non sarebbe successo come in passato. Avrebbe controllato il suo corpo,le sue emozioni;avrebbe accantonato ogni tipo di pensiero su loro due,per provare a conoscerla meglio.

-Ah grazie,gli amici servono anche a questo.
Ave.-


Sentenziò stizzito ,facendo il finto offeso,mentre la ragazza si beffeggiava di lui.
Erano amici ora? Da quando in qua lei era un amica?
Sentiva il suo io dimenarsi per quelle idiozie che stava dicendo,nettamente in contrasto con il suo modo di fare irrazionale e spensierato. Mai gli era capitato di reprimere i suoi sentimenti ,di legarli ad una sedia e imbavagliarli come fanno i criminali con gli ostaggi nei sequestri,ma lo stava facendo in modo da far capire a se stesso se quello che provava era vero o solamente il frutto di una forte attrazione fisica nei confronti della Tassina.
Fremeva dalla voglia di prendere e insultarla,perché era questo quello che voleva il suo orgoglio ferito ad Halloween,il giorno del suo compleanno, ma non lo fece.

-Ma da quando in qua sei prefetta?Se non mi sbaglio non lo eri al club del Tè no? -

*Idiota *

Si morse un labbro leggermente in imbarazzo,mentre continuava il suo cervello a elaborare pensieri contrastanti sul come agire.
Non doveva dire che l’aveva notata in quel club creato da Niko,doveva essere superiore,doveva far pensare alla ragazza che quello che faceva lei non gli importava,che lui neanche la notava,che quello che era successo tra loro due era stato cancellato dalla sua mente.Puff.Sparito per sempre.OBLIVION.
Aspettando una risposta dalla giovane,incominciò a piegare con minuzia la tenda che aveva poco prima sganciato, per poi sistemarla in una sedia poco distante da loro.
Non voleva far notare il suo interesse nei suoi confronti e nei confronti di quello che avrebbe risposto;non voleva far scorgere che in fondo,seppur fosse stato ferito nel profondo dal rifiuto di quella donna, che lui sperava ancora di poterla conoscere più a fondo e di diventare un qualcosa di serio e inscindibile con lei.
I suoi occhi verde chiaro,fissavano gli occhi azzurri della giovane con attenzione,come se fosse una droga, sperando che il silenzio non ridiventasse il protagonista indiscusso dei loro incontri.
Ora più che mai sperava che Nia iniziasse a comunicare con lui,voleva evitare di lasciar spazio a quel suo avvicinarsi fisicamente a lei che lo rendeva incapace di abbattere le diffidenze che probabilmente lei riponeva nei suoi confronti.

 
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view post Posted on 26/7/2013, 16:01
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Ridere le era venuto spontaneo, facile, naturale e non aveva pensato ad altro, ma adesso che lentamente la risata si affievoliva e le moriva in gola, ecco che i dubbi tornavano ad assalirla; forse aveva osato un po' troppo, dati gli ultimi avvenimenti e gli incontri non proprio socievoli. A distanza di mesi, adesso, Nia non avrebbe saputo catalogare con certezza quel che si era svolto con una velocità inusuale, era solo un'accozzaglia indistinta di flash d'immagini e sensazioni, probabilmente era stato tutto così rapido da bruciare ancora prima di appiccare il fuoco, o prima di disporre la legna; una vampata improvvisa che lei non si era aspettata e da cui si era ritratta impaurita.
Paura.
Era l'unico sentimento che ancora impregnava quei ricordi confusi, l'unico motivo che riusciva a trovare scavando a fondo per dare un senso a tutto; aveva avuto dannatamente paura.
E la paura, sapeva, non aveva bisogno di spiegazioni.
Le labbra si piegarono in un sorriso quando udì Daddy fingere di essersi offeso, non avrebbe saputo dire perché fosse così sicura che fingesse, non lo conosceva così bene ma ciò non le impediva di esserne convinta; era strano rendersi conto che era esattamente lo stesso ragazzo con cui la prima volta aveva chiacchierato più o meno tranquillamente, divertendosi persino, e per un bel pezzo si era chiesta se sarebbe successo ancora, sembrava davvero difficile dopo quel che era successo.
*Successo cosa, poi?* Non lo sapeva, però ricordava benissimo il miscuglio di emozioni che aveva oscurato gli occhi del Corvonero quella sera al Paiolo Magico, nonostante il trucco, nonostante il travestimento, gli occhi difficilmente mentivano, vero? Lo aveva ferito, ciò nonostante non riusciva a darsene colpa, né se ne pentiva.
« Ma da quando in qua sei prefetta?Se non mi sbaglio non lo eri al club del Tè no? »
Studiò a fondo il tono di voce, stupendosi di non avvertire la benché minima traccia di rancore, certo in precedenza ne era stata sicura, ma accertarsene seriamente era se possibile ancora più strano; aveva ottenuto quel che voleva, si disse, aveva desiderato poter parlare con Daddy amichevolmente senza essere obbligata a ritrarsi e attaccare, senza dover camminare su tizzoni ardenti, e allora perché qualcosa gorgogliò nel fondo dello stomaco? Perché quella leggerezza feriva più della delusione che le aveva indirizzato?
Corrugò leggermente la fronte sforzandosi di tornare con la mente a quel giorno di parecchio tempo addietro, ricordava di aver pensato di voler distrarsi un poco, però non si sarebbe mai aspettata di trovarlo là; non era stata un'occhiata cordiale quella che le aveva rivolto e lei si vergognò un poco nel ricordare come aveva deliberatamente fantasticato di gettare giù dalla torre quell'
adorabile fanciulletta che gli era accanto. *Jade.. Jade Wil-qualcosa.*
Aveva importanza?
Picchiettò sovrappensiero sulla spilla da prefetto, erano cambiate tante cose da quando si erano visti l'ultima volta, segno evidente anche la - forzata? - allegria con cui la stava trattando.
*Tu non sei cambiata. Sempre la solita ragazzetta.*
Cos'era, disgusto?
« Non ti sbagli. » Tornò a guardarlo, costretta ad inclinare un poco la testa per guardarlo in volto; aveva già detto negli ultimi dieci minuti quanto odiasse il suo metro e mezzo scarso?
« Non è da molto in effetti. Da dopo...l'attacco. » Subito dopo. Proprio quando invece aveva maggiore bisogno di sicurezza, ecco che le venivano affibbiate nuove responsabilità.
« Porterò allo sfacelo Tassorosso e la Pride mi scuoierà viva. » Pff, te la immagini?
*Sì.*
Ah. Ahi.
« Sembri parecchio sorpreso, comunque. » Inarcò un sopracciglio, incapace di provare anche un vaghissimo risentimento per quello stupore. « Manon ti biasimo, anche io devo farci ancora i conti . »

 
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view post Posted on 29/7/2013, 14:21
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“Sembri sorpreso”.Quelle parole penetrarono il suo corpo come una freccia.
Non doveva sembrare sorpreso,non doveva sembrare niente se non una statua priva di emozioni.
Sentiva il cuore ribellarsi a quella sua presa di posizione cinica e razionale. Come diamine poteva rimanere calmo e tranquillo con la ragazza che lo aveva ferito davanti agli occhi?

*Dannazione,dannazione,dannazione…*

Dannazione!
Continuava a ripetere a se stesso ,mentre sentiva quelle parole di Nia.Di cosa stavano parlando? Cosa di stavano dicendo? Quello che si stavano dicendo erano solo e soltanto frutto di un colloquio che ,alla fine, neanche poi tanto gli interessava.
Voleva conoscerla meglio,voleva avvicinarsi a lei , ma c’era come un muro invisibile di diffidenza che non gli permetteva assolutamente di far legare le loro anime assieme.
Fissando la ragazza con lo sguardo abbastanza sorpreso,sentì le sue emozioni spaccare pian pianino la barriera che aveva creato per conoscerla meglio.

Crack.
Era ritornato lui,era ritornato Daddy, e ora più che mai sentiva che quelle emozioni che provava davanti a lei erano troppo grandi da essere contenute dal suo essere razionale e pacato.
Non era mai stato capace di mentire,di mentire a se stesso e nascondere tutte le emozioni sotto ad un cuscino e quella ne fu l’ennesima prova di come una barriera ben creata cadeva in mille pezzi con solo due parole.
“Sembri sorpreso”: parole tranquille,parole abbastanza gestibili da una persona normale ma non da Daddy,non da un ragazzo irrazionale come lui.
Dopo quelle parole sentì diverse sensazioni avvolgersi attorno al suo corpo ,un po’ come quando sentiva che stava per effettuare un incantesimo con la bacchetta. Sentiva che non poteva star zitto,essere indifferente ad una discussione che non gli interessava. Doveva in qualche modo parlare con lei e farle sputare quello che pensava..Doveva arrivare al dunque.

-Scusami. E’ vero, sono sorpreso. Sono sorpreso di saperti prefetto e sono ancor più sorpreso di vederti qui davanti a me.-

Disse stizzito abbassando il capo verso di lei.
Le guance arrossate e il caldo attorno a lui era sintomo che ben presto qualcosa dentro di lui sarebbe esploso. Quello che doveva dire nella sua vita lo aveva sempre detto senza troppi problemi e ora,davanti a lei, non vi riusciva. Sentiva che quello che doveva dirle era qualcosa di tremendamente importante per lui da sapere,ma che non poteva dirlo,non poteva farlo ora.
Era un ragazzo sicuro assalito da dubbi, dalla vera e propria paura di perdere quella speranza di parlare,quel barlume di luce che in fondo esisteva per star vicino a lei e condividere qualcosa di più di una futile chiacchierata sul più e il meno.

-…E non posso negare che quel giorno al Club del Tè avrei voluto provarti a parlare…-

Alzando lo sguardo e cercando di inquadrare gli occhi azzurri della giovane rimase in silenzio senza aggiungere altro.
Non poteva osare di più,non ora,ma non poteva nemmeno ridere su frasi sulla Pride che non gli interessavano nemmeno.

*Maledetta Pride sempre in mezzo e mette sempre e solo A. Che ci faccio con ‘ste A?*

Ora più che mai sperava di arrivare a conoscere meglio quella ragazza evitando di passare dal via. Voleva puntare con le sue parole dritto alla sua anima,dritto al carpire quelle emozioni che quel metro e cinquanta provava e non trasmetteva a nessuno.
I suoi occhi verdi ora più che mai erano pronti a scorgere un movimento,un impercettibile movimento, sul corpo di Nia che potessero dargli qualche risposta, qualche soluzione alle mille domande/enigmi che si era posto.
Sentiva la sua voce svanire nell’aria,il rischio di un nuovo silenzio salire in quella sala, ma preferiva di gran lunga rischiare di essere ferito piuttosto che rimanere li con la ragazza a parlare del più del meno come se nulla tra di loro fosse successo,come se tutto quel dolore e quel male fosse sparito non appena era uscito dal Paiolo magico.
Era lunatico e se ne rendeva conto,ma non era colpa sua dopotutto :se voleva trovare risposte in qualche modo doveva pur agire.

 
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view post Posted on 22/8/2013, 16:41
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Sembri sorpreso.
Un istante per comprendere che dopotutto, tra i due, forse la più sorpresa era lei; imbarazzo, insicurezza, si fondevano l'un l'altra in un mix che poteva rivelarsi fatale, soprattutto a causa di quel candore sulle guance che troppo spesso tendeva ad imporporarsi a tradimento. E ancora più sotto uno stupore troppo titubante per potersi anche solo trasformare in sollievo, timoroso che fosse soltanto la calma prima della tempesta; era stata certa di poterla gestire, una volta lontana da quel trambusto tuttavia, sapeva, molto sarebbe dipeso da Daddy e doveva dirle, beh, che quella naturalezza se anche avesse dovuto in qualche modo tranquillizzarla, sortiva l'effetto contrario. Si sarebbe aspettata una freddezza glaciale, visto che l'ultima volta era stata debitamente ignorata, una qualunque forma di vendetta per una colpa che non sentiva sua, qualunque cosa eccetto appunto quella disinvoltura, una genuinità che le lasciava una punta amara in bocca all'idea di quel che avrebbe potuto essere se non si fosse intestardito a voler scavare a tutti i costi.
Trattenne il fiato alla risposta stizzita del ragazzo, la mente che andava urlando qualcosa come "Te l'avevo detto!" preparandosi ad assorbire uno ad uno tutti gli insulti che sapeva sarebbero sfuggiti alle labbra del Corvonero; probabilmente per una volta tanto sarebbe rimasta lì ferma, rassegnata ad incassarli uno ad uno, senza avere lo stimolo di reagire. Se lo meritava, si diceva, convincendosi poco a poco che no, non era fatta per avere qualcuno attorno, e che sì, alla fin fine finiva per ferire tutti, ecco perché non era degna che dell'esilio.
*Oh..* Provò ad immaginare cosa avrebbe tanto desiderato dirle il ragazzo da rimpiangere ancora di non averlo fatto, Nia d'altra parte era stata grata di ciò, timorosa ancora del confronto.
Immobile, teneva il capo leggermente chino prima di decidersi ad alzarlo ed affrontare gli specchi smeraldini di Daddy.
*Non ho colpe, non ho colpe.*
« Davvero? In effetti sembravi sul punto di esplodere. »
Si odiò.
Detestò quel suo dannatissimo meccanismo di difesa che la costringeva ad ostentare maggiore sicurezza di quanta invece non ne provasse al momento, maledisse quella freddezza di cui si serviva sempre quando era incapace di gestire la situazione - cosa che, tra parentesi, si stava verificando un po' troppo spesso; ma anche riflettendoci, cos'altro avrebbe dovuto dire? Pensava di essere stata esplicita in precedenza, ma a quanto pareva, certa gente non sapeva cosa significasse desistere e in un certo senso ciò la innervosiva più del lecito.
Odiava anche quella situazione di stallo, odiava la calma piatta, odiava le promesse venture insite in quell'apparente tranquillità; voleva il confronto, dunque?
*Oggi, allora. E poi discorso chiuso.*
Modulò il tono affinché risultasse maggiormente morbido.
« Pensavo di aver già detto tutto, ma se devi dire qualcosa, ti prego, fallo adesso e poi basta. »
Sentiva che se l'avessero menata ancora per le lunghe, quel briciolo di coraggio sarebbe venuto nuovamente a mancarle e lei non era nessuno per farsi del male così; uno strappo veloce e ci si toglie il pensiero.

 
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view post Posted on 30/8/2013, 17:42
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Al sentir le parole della giovane Tassorosso,il cuore di Daddy si strinse in una morsa.
Mai e poi mai si sarebbe aspettato quel giorno di arrivare alla “resa dei conti “con Nia e ,soprattutto,mai si sarebbe aspettato che la Tassorosso rispondesse alle sue affermazioni con cosi tanta decisione.
Finalmente Nia non era più la “donna silenziosa” di un tempo e forse ora era in grado di colloquiare con lui.

*Meno male* Pensò Daddy tra se e se sorridendo in direzione della ragazza.

Il giovane,seppur fosse impaurito dalla situazione che si era venuta a creare, era finalmente pieno di una strana forza che gli avrebbe permesso di dire a Nia tutto quello che pensava nei suoi riguardi.
Allungando le mani verso la ragazza ,come a prendere le distanze, iniziò a parlare freddamente dell’argomento tirato in ballo dalla prefetta:Halloween.

–Ehi,un momento. Quando mai tu mi hai detto come stavano chiaramente le cose? Ti sei sempre limitata ad allontanarmi da te o a chiuderti in te stessa,nulla di più.-

Il tono di voce dello studente era leggermente rancoroso verso quella ragazza, che non sapeva bene se non lo accettava perché erano incompatibili caratterialmente o semplicemente perché aveva paura.
Leggermente in difficoltà proseguì a parlare:

-…Non so se ti è chiaro,che non mi hai mai detto che non ti piaccio… Ma il motivo per cui volevo parlarti non era questo, ma un altro..-

Sorrise,ma non come tutte le altre volte.
Il sorriso di Daddy in quel momento era un sorriso triste,un sorriso che nulla aveva a vedere con quelli che faceva quando era felice e sfoggiava tutti e trentadue i denti.
Abbassando leggermente il capo per non permettere alla giovane di vedere il suo sguardo cupo, disse un qualcosa che voleva dire da tempo a Nia:

-Il problema principale tra me e te è che non parliamo o meglio che non riusciamo a parlarci.
Tu sai come sono fatto,sai che amo il quidditch e che ho problemi con i miei. Sai perfino che mi piaci e ho capito ….Che so veramente poco di te..So solo che odi le cose “nere” e questo non mi basta...-


Il giovane studente alzò lo sguardo in direzione della giovane sperando che si ricordasse ancora del loro primo incontro,di come parlavano del cielo e di chi era degno di solcarlo.
Sapendo in cuor suo che continuando a parlare avrebbe potuto comunque ferirla, disse:

-..Amici?-

Sentiva il cuore battere a mille,stava per dare l’addio alla cosa più cara a lui negli ultimi anni di Hogwarts.
Tirando la mano sinistra all’indietro e lasciando solo la desta a penzolare nell’aria notò il suo stesso corpo ribellarsi a quelle sue parole,ma in cuor suo sapeva di aver fatto la cosa più giusta ;non poteva continuare a illudersi che Nia sarebbe stata insieme a lui senza che prima non si fossero conosciuti meglio.




 
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view post Posted on 3/10/2013, 22:22
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Alla fine il mondo non è che un curioso ammasso di infiniti punti di vista, tutti diversi, tanti quante le coppie di occhi che pretendevano di vedere la realtà; ma ancora una volta, dove stava questa fantomatica verità? Nelle sue iridi cerulee oppure in quelle smeraldine del ragazzo davanti a lei? Soprattutto, si concentravano entrambi sulla medesima cosa o erano curiosità diverse da soddisfare quelle che li animavano?
A quel punto, la giovane Tassina non avrebbe saputo dirlo; assolutamente certa fino a pochi attimi prima delle sue convinzioni, della propria versione, d'improvviso iniziava a notare piccole pecche qua e là; era sempre partita dal presupposto inconscio che gli altri fossero, pensassero come lei, si era sempre posta al centro di tutto, illudendosi che si affacciassero sul mondo le stesse sue pupille.
Eppure no. Eppure ad altri era tutt'ora oscuro ciò che lei osservava con limpidezza quasi allarmante, com'era possibile? Davvero la sua incapacità di esprimersi era andata peggiorando in questo modo, che fosse lei quindi l'origine di quell'enorme equivoco?
*Frena bimba.*
Alla fine, non c'erano solo le parole di cui servirsi per esprimere un concetto, qualunque cosa; se trovi un muro cambi strada, lo aggiri, non ci vai a sbattere e sbattere ancora la testa solo perché quelle stupide mattonelle non si decidono a gridare al vento "ehi, vicolo cieco", no?
Insomma, non era stata così diretta come era abituata a comportarsi, tuttavia i suoi modi di fare non le parevano essere stati così criptici da non venir intesi, dopotutto "non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire"; le sopracciglia si inarcarono in un'espressione confusa, i movimenti involontari del corpo che tradivano come si sentisse sotto attacco in quell'esatto momento, le braccia basse ma leggermente piegate, i palmi esposti non troppo più in alto dei fianchi.
« Guarda... » Purtroppo o per fortuna non riuscì ad inserirsi nel discorso, non sapeva bene perché avvertisse l'urgenza di spiegarsi, proprio quel giorno dopo mesi e mesi e mesi di ostinato mutismo; era quel che Daddy definiva una situazione poco chiara? Faticava a reggere il passo. « ..veramen- » Come?
Che importava se gli piacesse o meno quando semplicemente non gradiva la sua invadenza? Cosa significava poi? Non era vero che Daddy non le piaceva, e questo tuttavia non significava il contrario; come spiegarlo quindi ad un ragazzo che ti ha appena detto di non riuscire a comprendere il tuo comportamento? Non era già quello un motivo valido per rallentare, evitare di agitarsi e catapultarsi come un treno in corsa, preda di sentimenti facilmente confondibili?
Ovvio che fosse stata l'avventatezza a terrorizzarla, ora lo ammetteva a se stessa, ovvio che si fosse sentita raggirata quando - subito dopo aver definito col Corvonero di non condividere le stesse teorie in proposito - aveva realizzato di trovarsi proprio in una di quelle situazioni precedentemente dichiarate off-limits; che poi l'avesse ingigantita.... beh, who cares.
Si rassegnò a lasciar parlare Toobl fino in fondo, mantenendo - o almeno tentando - la medesima determinazione e la medesima predisposizione che si era imposta pochi minuti addietro; conoscere il punto di vista del compagno male non le avrebbe fatto di certo.
Rilassò le braccia che caddero lungo i fianchi, sbatté un paio di volte gli occhi impedendosi di abbassare lo sguardo stupendosi ancora una volta di quanto fosse cambiato negli ultimi tempi il suo interlocutore; ma quel nuovo modo di fare era dovuto ad un recente mutamento oppure aveva sempre fatto parte di lui e nemmeno lei poteva dire di conoscerlo?
Si chiese se anche lei fosse cambiata in quel periodo e sebbene intuisse che la risposta dovesse essere positiva, qualcosa la trattenne dal formulare un'ipotesi maggiormente dettagliata; che quel distacco che aveva creato fosse servito solamente a farla maturare? Difficilmente, credeva, la Niahndra di anche solo dodici mesi addietro sarebbe riuscita a sostenere una discussione del genere, altrettanto difficilmente le sarebbe risultato comprendere non solo sé ma anche chi le stava difronte.
*Un annetto produttivo, mi dicono.*
Ma alla fine, apprezzava quel che Daddy stava tentando di dirle, o perlomeno quello che lei era riuscita ad intendere dall'intero monologo; sembrava essere una buona soluzione, la stessa che aveva ambito per la maggior parte del tempo, ciò nonostante la colse così di stucco che per qualche secondo rimase a fissarlo incapace di articolare pensiero.
« Così...semplice? » Non le interessò di aver parlato ad alta voce, probabilmente neanche se ne era accorta, semplicemente non aveva creduto possibile poter udire quelle stesse parole pronunciate proprio dal bronzo-blu; ci credeva veramente o si trattava solamente di "un ultimo disperato tentativo"? Importava?
« Uhm..sì? » Corrugò la fronte leggermente frastornata, inclinando di poco la testa di lato e interrompendo per pochissimi istanti il contatto visivo; perché all'improvviso sembrava difficile quando fino a poco prima fare finta di nulla le era venuto quasi naturale. Forse perché non si tratta più di fare finta di nulla, forse perché adesso era impossibile rifiutarsi di vedere ciò che era venuto a galla, un vago dispiacere misto a sollievo.
« Cioè, sì. » Annuì. « Sì. » Convinta.
« E poi oltre ad odiare le cose nere - Indicò il polso ornato dal bracciale in cuoio intrecciato. - adesso sai che perdo oggetti un giorno sì e l'altro pure. » E lo sfidò a sostenere il contrario.

Una schifa, perdonami. Pure per il post, perché i pensieri erano tutti ingarbugliati @.@

 
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view post Posted on 26/1/2014, 22:23
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O.t Scusami per il ritardo (mi pare il minimo).Per quanto riguarda il font lo modifico che con questo nuovo look il testo mi stra sborda XD



Rimase a fissare gli occhi dell’interlocutore nel vano tentativo di capire cosa stesse pensando.

-Semplice come bere un bicchiere di succo di zucca. Non ti romperò più,lo giuro.-

Disse deciso.
Seppur soffrisse quella decisione,era deciso a lasciarla stare. Non era andata e lo doveva accettare.
Purtroppo per lui,Niahndra era una ragazza chiusa che difficilmente riusciva a capire.
Forse era per quello che lo aveva incuriosito in passato e spinto a credere che fosse una ragazza -anzi,LA ragazza- giusta da conoscere.
Amava scalare le montagne Daddy e ciò non lo poteva negare.
Amava le sfide impossibili,il banco di prova,ma era giunto il momento di capire meglio cosa lo circondava.
Non sapeva se fosse uno schiribizzo del momento quello o la semplice voglia di andare avanti,sapeva solo che doveva iniziare a crearsi nel castello dei rapporti stabili.
In fin dei conti quanto conosceva quella ragazza? Poco e niente.Sapeva solo che Niahndra gli piaceva ,nulla di più.

*Sono un idiota*

Pensò mentre continuavano a parlare di quella situazione con molto disagio. Era giunto il momento di crescere e forse quella conversazione lo avrebbe aiutato.
Rimase per alcuni secondi in attesa della risposta della ragazza quindi, sorridendo alla sua battuta, le disse per raffreddare la situazione:

-Beh allora speriamo che alla prossima partita contro di noi ti metti a perdere un po’ di Pluffe. Mi faresti un gran piacere sai?-

Sorrise mentre evitò opportunamente di toccarla.
Indirettamente sapeva che il contatto fisico alla ragazza non piaceva,la metteva a disagio,quindi perché imporlo?
Senza lasciare il discorso sospeso in aria-anche per rendere quella situazione il meno imbarazzante possibile- disse:

-Sai quale è un’altra cosa che ho notato al club del Thè? Che sei amica di Leah!
Io non sapevo proprio che la conoscessi..E’ una amica,una grande amica!-


Sorrise ripensando alla piccola moretta dagli occhi color cioccolato.
Secondo il pensiero del giovane ragazzo,se sia lui che Nia andavano d’accordo con Leah sicuramente c’era una qualche possibile correlazione positiva tra i loro due caratteri.

*Sei pazzo. Assolutamente da buttare.*

Disse la sua vocina interiore che se avesse avuto capacità fisiche probabilmente lo avrebbe preso a pizze.
Ma di cosa diamine stava parlando?
Rimase lì, fermo imbalsamato, in attesa di una risposta. Un discorso doveva pur incominciare da un input qualsiasi no?

 
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view post Posted on 19/3/2014, 18:33
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Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

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Come bere succo di zucca, diceva.
Strano come una semplice e diretta constatazione, quel paragone immediato e di facile comprensione la ammaliasse e respingesse al tempo stesso; era tentata di credergli, certa della sua buonafede, eppure quella manciata di parole possedevano i contorni amari della menzogna.
E lei ne diffidava non per sospetto nei confronti di Daddy che nonostante il generale imbarazzo stava imparando ad apprezzare, quanto più per oggettiva difficoltà: cosa significava che fosse semplice? Cosa significava "amici"? Che avrebbe dovuto far finta di nulla? Dimenticare quel che di controverso c'era stato e ripartire da capo?
Quello non era di certo facile. E non era nemmeno sicura di volerlo fare.
Perché nonostante tutto l'aveva aiutata in qualche modo; in fondo il ragazzo rappresentava uno scorcio di ciò che si stagliava al di là della sua piccola e sicura barriera, una visione sfuggente della realtà che la circondava. Una realtà che aveva rifiutato a causa dell'irruenza, dell'ondata di quelle emozioni che lei non aveva mai imparato a gestire ma che grazie al Corvonero aveva se non altro conosciuto... abbastanza da incuriosirla.
Erano stati momenti importanti per lei, se ne rendeva conto ed era esattamente il motivo per il quale non avrebbe potuto cancellarne i ricordi; proprio come non si sentiva in grado di escludere del tutto Toobl dalla sua vita, ormai ne faceva parte. Stava a loro adesso trovare il giusto equilibrio.
Evitò accuratamente di aprire bocca, certa che se avesse lasciato alle parole via libera queste si sarebbero riversate dalle sue labbra caotiche ed incomprensibili oltre che totalmente vane.
Però sorrise ed il sorriso si allargò a quel commento sul Quidditch: ecco perché le piaceva parlare con Daddy, era sempre un "botta e risposta".
Quel che la disorientò maggiormente fu il repentino cambiamento di tono ed argomento.
Allora diceva sul serio; era veramente intenzionato a comportarsi come se nulla fosse successo, come fossero due persone qualunque a far conversazione tipica da the delle cinque?
*In bagno.*
Cercò di adattarsi velocemente, come faceva di solito chiedendosi se le conversazioni "usuali" tra persone "normali" fossero tutte così; non era una cima in materia dato che raramente si perdeva in chiacchiere futili - proprio non avrebbe saputo cosa dire.
« E' stata la prima conoscenza ad Hogwarts, dopo il Capitano. E sarebbe stato un po' difficile non conoscere un Prefetto della mia casata. » Visto anche che condividevano la camera, ma questo Daddy di certo non poteva saperlo.
« E' riuscita ad essere carina con me anche dopo che le avevo quasi ringhiato contro. Mi piace. » Ridacchiò al ricordo del loro primo incontro, ignorando la vocina nella testa che le faceva notare quanto fosse strano parlare di Leah in un contesto del genere.

Eeevabbbè >///> Sorry.

 
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view post Posted on 1/5/2014, 21:15
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Beh,il discorso non faceva una piega. Leah era un prefetto e come tale doveva essere conosciuto dalla maggioranza dei suoi studenti,normale.
Solo che lui quell’intro l’aveva fatta per fare in modo di allontanarsi da quella sorta di discorso similserio che aveva fatto e che lo aveva messo a disagio non poco.
Ma come si comportano le persone normali in quelle situazioni?
Daddy non sapeva darsi una risposta. Alla fine era un tenero e innocente ragazzo che pur di chiudere quella faccenda una volta per tutte si era messo a parlare sinceramente di come la pensava e poi –per togliersi da quella situazione di disagio- aveva messo in ballo Leah,discorso molto lontano da quello sconveniente di prima.
In quei momenti era come se avesse fatto un crimine per poi darsi alla fuga. Era un fuggitivo.
Senza stare troppo a soppesare le sue parole, dato che sapeva che in quel momento tutto quello che diceva era detto solo per dire qualcosa e non rimanere imbalsamato nel pieno del discorso, come uno dei prosciutti che si trova nelle cucine del castello,il ragazzo disse


-Ah, è vero. Sinceramente non ci avevo pensato al fatto che fosse un Prefetto e che potessi conoscerla per tale motivo-

*Ecco,bravo tonto. Dillo pure ad alta voce*

Alla fine era vero, lui non pensava a Leah come la prefetta della casata Tassorosso,ma pensava a lei come la ragazza solare che aveva conosciuto i primi anni di Hogwarts e che gli aveva salvato le penne da quei golem che circa un anno prima avevano cercato di spezzare il collo ad un migliaio di studenti.
Poggiandosi la mano dietro la nuca, come solamente ad incentivare con i gesti il fatto che fosse uno sbandato di sana pianta, disse alla ragazza


-Comunque ora che ci penso hai ringhiato anche a me la prima volta che ti ho visto..-

*No peggio ti voleva uccidere credo..*

-…Mi sa che sia abbastanza facile farti irritare-

Sorrise divertito. Alla fine –in quei attimi di corsa lontano dall’imbarazzo- Daddy si sentiva ancor più a disagio come se stesse provando ad arrampicarsi sugli specchi.
Perché si sentiva cosi? Cosa diamine c’era in lui che non andava?



 
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