Persa., Per Tessa e chi vuole aggiungersi

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view post Posted on 17/7/2013, 17:13
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Quella mattina Luka non aveva lezione. Il bello dei Week-end era proprio la totale essenza di lezioni. Peccato per i compiti da svolgere! Era al primo anno e ai primi mesi di lezione, era strano essere già sommersi dai compiti.
*Non credevo sarebbe stato tanto faticoso!* Pensai mentre chiudevo il libro di Trasfigurazione, che andai a riporre nel baule gattonando sul letto. La sala comune era piena di persone, per cui mi ero messa a studiare sul letto. Era fin troppo grande per me, per cui avevo molto spazio anche per mettervi i libri e studiarvi. Persino Morfeo aveva il suo posto tra un libro e l'altro.
Allungò la mano per accarezzare il gatto che, come sempre, dormiva beato, affondando nel cuscino soffice. Lui ad Hogwarts si trovava molto bene, la sua padrona, invece, faticava ancora ad ambientarsi. Non aveva neanche fatto ancora amicizia con le sue compagne di camera!

*E non ho ancora neanche visto tutta la scuola!* Pensò scivolando dal letto e uscendo dai dormitori. Aveva deciso che avrebbe passato la mattinata a vagare per il castello.
Si allontanò quindi da quadro che indicava l'ingresso alla torre di Grifondoro e si allontanò nella direzione opposta. Trovò terribilmente divertente il fatto che le scale decidessero da sole da dove partire e dove arrivare, cambiando costantemente posizione. Poi prese a muoversi per i corridoi. I quadri erano molto chiacchieroni e fermavano chiunque passasse loro di fronte per raccontare le loro storie. Luka li ascoltava volentieri e poi, alla prima pausa, cambiava quadro. Andò avanti a lungo, per poi ritrovarsi in corridoio piuttosto movimentato, ma che non le era familiare.

*Mi sono persa?* Pensò tra il confusa e il divertito, ma non sapeva comunque come risolvere la situazione e tornare alla torre senza complicare ulteriormente la situazione.
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 17/7/2013, 17:40




L'attesissimo weekend era giunto. Ci voleva pace e tranquillità. I compiti potevano aspettare. Dopo una doccia, indossò una tuta a caso, gialla canarino, che rispecchiava il suo umore, quel giorno, e cominciò a sistemarsi i capelli, ovviamente ottenendo scarsi risultati. L'unica cosa che fu' in grado di fare, oltre spazzolarseli, fu' quello di appuntare il suo fermaglio preferito, con un enorme giglio finto appuntato, sul lato dei capelli. Più grande era il fermaglio, meno si sarebbero visti i capelli perennemente in disordine.
Con una smorfia allo specchio uscì dal bagno, e Kiki, accorgendosi che stava per uscire dalla stanza, scese dal letto, e cominciò a girarle attorno.
Un po' di aria diversa le avrebbe fatto bene anche a lei!
Superò la sala comune, uscendo poi, consecutivamente, dai freddi sotterranei, laddove l'aria era più calda e mite.
Inspirò profondamente, con un sorriso stampato sul volto, e si diresse in sala grande, dove pensò ad un'abbondante colazione, che l'avrebbe fatta sentire sazia fino al pranzo.
E così fu'. Dopo aver mangiato, più o meno, tutto ciò che le capitava a tiro, uscì dalla sala grande.
Ora doveva pensare dove trascorrere la mattinata. Quasi tutti si sarebbero diretti in giardino, o in sala comune a studiare.

*Pff, fissati per lo studio.*
Era alquanto soddisfatta dei suoi voti, quindi non aveva ragione di perdersi quella così bella mattinata.
Con Kiki che trotterellava dietro di lei, cercando di acchiappare i fantasmi che passavano di li', e costringendola di conseguenza a fermarsi e scusarsi con loro, guardando storto la gattina, e infine prendendola in braccio, prese la via delle scale, per visitare altri piani e farsi un tranquillo giretto in compagnia della sua feroce (?) gattina.
Si fermò a parlare con alcuni quadri, nel mentre che saliva le scale, facendo inchini e complimentandosi con la scelta d'abito, che si adeguava perfettamente al loro sfondo.
Salì l'ultima rampa di scale e si trovò in un corridoio. Si girò indietro e vide che le scale avevano cambiato direzione, e quindi era impossibile tornare indietro, a meno che, presa da una folle ispirazione, contemplasse di gettarsi giù, per provare, almeno un pò, l'emozione del volo, senza un manico di scopa.
Scosse la testa. Di certo non era l'idea migliore.
Rimise giù Kiki e continuò il suo cammino mettendo le mani dietro la schiena e ammirando il soffitto in pietra, immaginando che fossero nuvole, e di conseguenza forme strambe, in un'idea tutta sua.
Notò poi che Kiki cominciò ad agitarsi, e mentre camminava girava attorno a se stessa, cercando di prendersi la coda. Si era chiesta spesso se qualcosa di normale, a volte, frullava nella mente di quella tempesta che si ritrovava come animaletto domestico.
I suoi pensieri furono interrotti da una figura, ferma in corridoio, che si guardava intorno.
Si avvicinò lentamente, e superò l'ultimo mezzo metro con un salto, proprio dietro la ragazza.

-Persa, per caso?!-
Le chiese, sperando di non averla spaventata.
 
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view post Posted on 17/7/2013, 19:43
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Non sapendo cosa fare, Luka cercava un'indizio che poteva mostrarle la strada per tornare in camera sua. Inutile dire che non vi erano indicazioni e neanche piantine, come capitava nei luoghi pubblici babbani. Ma Hogwarts non era un luogo babbano, ma una scuola magica. Ma questo non vietava comunque l'introduzione di un sistema di cartine e indicazioni per orientarsi.
Da nessuna parte c'erano indizi. Il numero del piano, l'ala della scuola, il nome delle aule. Nulla!
In quel momento maledisse dentro se il fatto di non aver portato Morfeo con se. Nonostante il gatto passasse la maggior parte del tempo a dormire, aveva un ottimo senso dell'orientamento. Era infatti molto fedele alla sua cuccetta ed era capace di tornarvi per il sonnellino in ogni momento. Che fosse in grado di sentirne l'odore anche a distanza? In ogni caso quando era sveglio era davvero un gatto eccezionale e molto intelligente.
Avanzò di qualche passo e poi tornò al punto di partenza. Forse era meglio chiedere informazioni! Fece per avvicinarsi a un ragazzo con la divisa di Corvonero molto alto, probabilmente uno dell'ultimo anno, ma una voce la prese alle spalle facendola urlare.
Saltò in avanti e poi si voltò per vedere chi l'avesse spaventata. Il tutto ovviamente urlando. Il ragazzo alto di Corvonero la guardò male e prese a correre nella direzione opposta, credendola probabilmente posseduta.
Di fronte a lei stava una ragazza in tuta gialla con un enorme fiore tra i capelli bruni. Smise quindi di urlare e prese a fissarla con curiosità. Sembrava strana, ma il suo modo di vestire era piuttosto allegro. Decise che poteva parlarle.

- Scusa per l'urlo. Mi hai spaventata.- Mormorò calmandosi lentamente.
-Certo che modi. Piombare così alle spalle!- Aggiunse punzecchiandola e incrociando le braccia al petto. Una parte di lei era certa che non se la sarebbe presa. Ma poteva sempre sbagliarsi!
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 17/7/2013, 20:16




L'urlo della giovane fece arretrare Tessa di qualche centimetro, con aria sbigottita. Possibile che l'avesse spaventata così tanto?
Mise le mani dietro la schiena, sorridendo alla giovane assumendo un aria desolata, e quella dopo averla in un certo senso sgridata, incrociando le braccia al petto, assunse un aria imbronciata.

-Scusami, non volevo.. chiedevo solamente, dato che ti ho vista ferma, pienamente al centro del corridoio...-
Accennò con noncuranza. Diede un occhiata veloce al corridoio, adesso erano sole. Il corvonero era scappato dopo l'urlo acuto della ragazza.
Lei, ovviamente, si rese subito conto dove si trovasse, adesso.

-mmh.. bhe.. visto che ho sospettato male, comincio a dileguarmi...magari mi faccio un giretto...-
Cominciò, con un ghigno divertito sulla faccia, notando la spilla che indicava che apparteneva a grifondoro.
-Verso la torre di astronomia...-
Concluse sorridendole, e aggirandola. Nel frattempo Kiki cominciò a morderle il lembo dei pantaloni, e lei si limitò a scrollare senza togliere lo sguardo dalla grifa.
La gatta insisteva, tirandole sempre di più i pantaloni, ma non accennava a mollare la presa, nonostante Tessa cercava di levarsela.

-Oh, dai Kiki, non ora... mollami...-
Diede uno sguardo a entrambi i lati del corridoio. Ovviamente nessuno poteva distrarre la gatta, da quel che faceva, abituata a rincorrere ogni cosa pareva avesse vita. Una scena più buffa di così non poteva esistere. La grifa l'avrebbe presa per imbranata, sicuramente, cosa che era già abbastanza.
Sbuffò impazientemente.

-Bhè.. emh.. pare che.. emh.. rimanderò la mia passeggiata in un tempo.. emh.. indefinito...-
Disse,poi, dando strattoni più forti alla gatta, la quale aveva, oltre i denti, appuntato le unghie, aggiungendo altri graffi a quelli già collezionati precedentemente. Se lo trovava divertente, aggrapparsi al suo pantalone? Oh certo, ci si poteva aspettare di tutto... da quella irrefrenabile tempesta.
-Bhè.. abbiamo iniziato col ... emh.. piede sbagliato...- disse guardando torva Kiki. -Piacere, io sono Tessa Van Vliet, Tassorosso... E tu?!- Concluse poi, porgendo la mano destra alla grifa.
 
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view post Posted on 17/7/2013, 21:22
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La ragazza sembrava dispiaciuta. La bionda non si scompose. Voleva continuare con la sua aria sostenuta fino alla fine. O per lo meno ancora per un po'. Era divertente dopotutto!
Dopo un attimo di silenzio sul viso della mora comparve un ghigno soddisfatto e divertito. Non lo notò, presa com'era dalla sua espressione dura, che si sforzava a trattenere sul suo giovane viso. Ma cadde presto appena udì le parole della ragazza in giallo. Dichiarò di volersene andare, lasciandola li, sola e senza indicazioni per la torre.

*Un momento!* La ragazza aveva detto di voler andare a passeggiare nei pressi della torre di Astronomia. Ma l'ingresso alla Sala Comune non era proprio nei pressi di quella torre? Se non ricordava male il prefetto che aveva accompagnato lei e gli altri primini nella Sala Comune l'aveva nominata proprio passandovi accanto. Ora era certa di essere in grado di potervi arrivare, se solo fosse giunta almeno nei pressi della torre di Astronomia.
Luka iniziò quindi a pensare a un modo per farsi accompagnare li. Le scelte erano due. La prima era rinunciare all'aria sostenuta. La seconda era pedinarla.

*Ma certo! Potrei farcela!* Pensò con aria soddisfatta.
Un miagolio confuso e una leggera lamentela attirò lo sguardo della biondina sul pavimento del corridoio. Inizialmente non aveva notato il gatto che si aggirava ai piedi della mora, ma ora che non faceva che graffiare e mordere i pantaloni della tuta gialla lo avevo notato. Era una bestiolina buffa. Almeno quanto la padrona che si dimenava nel tentativo di liberarsi dell'animale. Kiki, come lo stava chiamando più volte.
Dal momento che Dominique era riuscita a inculcare un minimo di educazione nei suoi pargoli, Luka sapeva che non doveva ridere della ragazza in difficoltà. Ma dopo un momento di indecisione, inframmezzato da continue smorfie, che non nascondevano i tentativi di trattenere le risate, scoppiò. Iniziò a ridere, fermandosi solo dopo parecchi minuti, quando la mora, rassegnata, decise di lasciare la bestiola a se stessa, preferendo presentarsi.

-Molto piacere. Io sono Luka Alice Stone. Grifondoro, ma si capisce.- Disse, concludendo la frase indicando la divisa che indossava, quella di Grifondoro appunto. Strinse quindi la mano della ragazza.
-Comunque, invece di agitare la gamba, prova ad accarezzarlo e poi a sollevarlo dalla collottola. Sembra piccolo e sta mettendo su le unghie. Con i gatti è normale.- Aggiunse indicando la gamba.
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 18/7/2013, 09:58




La grifa si presentò come Luka. Tessa le sorrise, prima che quella cominciasse a dirle come calmare Kiki. Arricciò il naso, trattenendo lo sguardo sulla grifa.
-Si.. bhe.. è un terremoto a forma di gatto, questa qui... fa così per attirare l'attenzione..-
Disse.
Il divertimento, per la gatta, era durato abbastanza. Di certo l'idea di un pantalone sbrindellato e graffiato non le andava a genio. Quindi si abbassò, accarezzando Kiki, che si staccò dalla stoffa, finendo a pancia in aria sul pavimento, alla vista della sua mano, e cominciò a uscire le unghie per infilarle nelle dita di Tessa.

-Oh.. ma insomma!-
Sbuffò. La prese, come aveva detto la grifa, dalla collottola, alzandosi nuovamente in piedi, e trattenendola così. La gatta cominciò a soffiare verso le due, uscendo le unghie e sventolando le zampette in aria. Tessa sorrise e se la porto tra le braccia, cosa che calmò Kiki, per fortuna.
-Come hai notato, non si potrebbe definire "normale", lei..-
Disse sghignazzando.
Ora che era giunta la pace, doveva trovare qualcosa da fare. Ma cosa?!

-Allora! Cosa ci facevi qui su, al quarto piano? -
Chiese a Luka. Diede uno sguardo ancora ai corridoio, e nessuno passava. Sicuramente tutti avrebbero passato il weekend in giardino, in sala comune, e quelli più grandi ad Hogsmeade... quanto voleva andarci anche lei!
Era sicura che i suoi genitori le avrebbero dato il permesso, ma non era tanto l'idea di poter uscire fuori dalle mura del castello che l'eccitava, ma quello di visitare Mielandia. L'idea dei dolci le metteva euforia, e non vedeva l'ora di alleggerire il suo portamonete, appesantendo le buste con su scritto MIELANDIA.
 
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view post Posted on 18/7/2013, 11:52
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La ragazza seguì il suo consiglio. La gatta si staccò ma cadde di schiena, graffiando le dita della sua padrona. In effetti era davvero un peperino quell'animale, ma anche la sua padrona era piuttosto inesperta. Evidentemente era la sua prima esperienza con un gatto. Luka sapeva molto bene che i gatti erano creature piuttosto strane e contorte. Ma soprattutto erano le più difficili con cui relazionarsi. Neanche la Grifondoro, a dirla tutta, aveva una grandissima esperienza, ma sua madre si e, appena era tornata a casa con Morfeo tra le braccia, le aveva insegnato ad accudirlo. Non era stato facile. Anche lei aveva ricevuto la sua dose di graffi, seppur molto minore di quella che probabilmente aveva ricevuto Tessa. Ma solo perchè Morfeo era troppo pigro anche solo per sollevare la zampina e graffiare qualcuno.
Iniziò quindi a ridere quando quella bestiola, una volta sollevata e inerme, iniziò a fendere l'aria con gli artigli, senza riuscire a colpire nulla. La cosa più carina dei gatti "esagitati", come li chiamava lei, era che non si davano mai per vinti e alla fine, una volta sconfitti, si rivelavano buffissimi. Luka non avrebbe mai avuto scene del genere con Morfeo, perchè troppo impegnato a dormire. Il massimo era che cadeva dal letto, miagolando in maniera confusa e spaventata, oppure si addormentava con il musetto nero nella ciotola con il cibo.
Il momento in cui Tessa lo strinse tra le braccia, fu per Luka terrificante. Aveva il timore che potesse colpire il petto o il collo, che erano punti delicati, per non parlare del viso. Ma, contrariamente alle sue aspettative, e per fortuna bisognava aggiungere, il gatto si accoccolò tra le sue braccia, calmandosi definitivamente. Sarà stata una bestia dura da domare, ma il legame con la sua padrona era davvero forte e lo si vedeva chiaramente.

-Facevo un giro per il castello.- Spiegò la ragazza continuando a guardare Kiki accoccolata tra le braccia della padrona. -Credo di essermi divertita troppo con le scale e i quadri. Non avevo mai visto scale che cambiavano a loro piacimento. E i quadri di questa scuola raccontano storie affascinanti e divertenti. A casa mia i quadri dei miei parenti raccontano solo vecchie storie, ormai noiose a furia di sentirle così spesso, e criticano me e i miei fratelli per il modo di comportarci e di vestire. Bastano i miei genitori per le prediche!- Concluse.
-Tu invece?-
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 18/7/2013, 19:09




Luka spiegò cosa ci faceva lì. Comprensibile, il weekend era fatto per rilassarsi, per lo studio c'erano gli altri giorni. Tessa non vedeva l'ora di tornare a casa per le vacanze, però. Le mancava dipingere, quando ci perdeva delle ore, solo in compagnia del pennello e delle tempere. Ogni nuova tela era una nuova storia. Quando dipingeva era persa in un mondo tutto suo. Si', le mancava tutto questo. Anche Hogwarts, se per questo, era un po' come casa sua, anche se c'era tanta gente con cui condividere il castello, non voleva dire che un po' di tempo, lontano da tutti, non lo aveva.
-Bhè, anchio, girovagavo un po', giusto per sgranchirmi le gambe...-
Disse sorridendo alla grifa. Nel frattempo accarezzava Kiki, che sembrava, almeno all'apparenza, addormentata. Ovviamente, alla prima occasione, sarebbe saltata giù dalle sue braccia, per inseguire qualcosa, o attaccare un altro animale. Tipico di lei.
-Sei al primo anno, vero?-
Domanda sciocca, che non fece a tempo a fermare. Era ovvio, che fosse al primo anno. Dall'aspetto di Luka si vedeva chiaramente che era ancora una bambina, come lei.
Non sapeva pero', se poteva già definirsi matura, per la sua età. Ma forse no, era la tipica bambina che amava saltellare tutto il giorno, giocare con il suo gattino, colorare e mangiare dolci.
Purtroppo però, che l'allontanamento di suo cugino le aveva fatto perdere fiducia nelle altre persone, ma non per questo non manteneva più il suo tono vivace.
Ormai Kingdon doveva aver ricevuto la sua lettera, ma perchè ancora non le rispondeva?
Non voleva risponderle, o non poteva? Era quello il dubbio che l'assillava da molti giorni.
Sospirò sonoramente. Non era il caso di pensarci in quel momento... magari gli avrebbe scritto ancora, appena sarebbe ritornata in camera sua, o forse.. durante le vacanze estive.
 
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view post Posted on 19/7/2013, 16:17
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Allen Walker


"Se si vive una volta sola vivo col cuore in gola".

Ciò che consideriamo su un piano superiore della realtà, morale, etico o anche spirituale, altro non è che un livello generato dalle norme che noi stessi ci siamo dati.
La realtà non cambia a seconda di come lo decide ogni individuo, la società è su un altro piano. Non siamo certo noi a stabilirne le regole perché essa è stata generata dalle credenze, dai costumi, in altre parole dalla cultura, dal bagaglio a priori stabilito che ci portiamo dietro in qualsiasi circostanza.
Pensare di essere, sommando i nostri modi di essere, la società che componiamo fisicamente è una mera ed insensata forma di arroganza.
Una parte per il tutto non funziona realmente su quel piano della realtà, perché ci ingannerebbe in un modo subdolo e irriconoscente.
Hogwarts era così. Una piccola comunità che tramandava una propria cultura, un modo di essere nei costumi e nel pensiero, che ormai era divenuto un ideale etico e non più semplicemente una scuola ed una somma di alunni traghettati dai professori.
Un'entità del genere, che aveva creato un proprio modo di esistere, era una fantastica realtà regolata dalle norme che limitavano l'agire umano, incanalandolo in un mondo che altri non potevano capire.
Superiore? Chi poteva permettersi di affermare ciò probabilmente sarebbe stato ritenuto dall'antropologia moderna un fanfarone ed un incompetente. Un etnocentrico che giudicava dal suo comodo trono d'avorio in una città incantata.
Quella magica, era al pari delle altre, una cultura complessa che trattava modi di esistenza differenti ma pur sempre umani e quindi concernenti i loro errori più atroci.
La storia ce lo aveva insegnato tanto in Europa quanto nel mondo magico, lo sconvolgimento della guerra non cambia la cultura ma l'abitudine degli uomini che l'anno vissuta. Ordunque chi viene dopo si scontra inevitabilmente con l'altro che ritiene inferiore.
*Prima o poi potrebbe accadere*
Di pensare forse ad una guerra con i popoli babbani? C'è chi sosterrebbe, come sembra più logico, che i maghi del mondo incantato avrebbero potuto dominare l'umanità. In realtà questi paladini del bene comune ed universale non sarebbero riusciti ad eliminare gli errori della storia e, con essa, tutto ciò che ne sarebbe derivato.
*Questi pensieri prima di pranzo non sono proprio un bene*
In quella mattinata fresca il piccolo Allen Walker non aveva assai da fare. Il primo week-end della sua esperienza ad Hogwarts gli aveva lasciato soltanto qualche lezione di Transfigurazione e Storia della Magia e tanti, tantissimo, compiti da svolgere per il lunedì successivo.
Il "Monday lavorativo" che l'attendeva dopo sarebbe stato praticamente un altro devastante giorno di lezioni, nozioni e quant'altro.
Da quando il cappello parlante si era appoggiato sulla sua testa e, con una filastrocca simpatica, smistato nella gloriosa casata dei Serpeverde la sua ambizione era cresciuta quasi in maniera spropositata.
Già, in cuor suo lo sperava. Le serpi erano la storia di quell'istituto, tutt'altro rispetto agli anonimi tassorosso e corvonero, aveva ereditato la casata della madre ed ora girava con la divisa ricoperta di stemmi e color verde.
In così poco tempo non aveva né visto la scuola né approfondito nuove amicizie. In tanti erano giunti a salutarlo dal momento in cui era entrato a far parte dei Verde-Argento ma quei saluti cerimoniali di rispetto sembravano più una sottomissione forzata ad un sovrano che non esisteva, o che non si faceva vedere da tempo, tanto che era stato dimenticato.
*Non mi servono delle preghiere*.
Eppure non era rabbia quella che sentiva dentro ripensando a quella freddezza strana che gli avevano palesato, piuttosto era un senso di negazione di quel modo di essere.
*Non voglio certo finire in questo modo - aveva pensato in quell'occasione il piccolo Allen -. Non perderò me stesso per un bene superiore, non sacrificherò la mia personalità*.
D'altronde la prima settimana era stata dura, anzi spregevole.
La lontananza dalla sua casa si faceva sentire, la mancanza della mamma e del papà, e degli amici con cui da piccoli giocava. Non faceva differenza che fossero babbani o meno, che le loro culture fossero, meglio, differenti. Appartenevano alla stessa razza, quella umana s'intende.
Diede una carezza al Solemboom, il suo piccolo gattino nero che aveva acquistato al negozio di animali.
Lui era l'unico amico che aveva, ma certo non poteva portarlo con sé in ogni anfratto della scuola. Quel piccolo scricciolo nero di appena 4 mesi camminava a stento, o meglio riusciva a stento a stare al suo passo, e portarlo in braccio tutto il dì era pesante.
Spesso lo lasciava nella sua stanza in libertà, ma la maggior parte del tempo restava sdraiato sul suo letto. Quel gatto era una creatura molto pigra cui il piacere sembrava perseguitarlo come un chiodo fisso. D'altronde era tipico, questo si, della sua razza.
E' troppo una bella giornata per restare chiusi qui a studiare no?
Chiese al gattino prendendolo tra le braccia, nemmeno stavolta gli avrebbe consentito di camminare da solo perché l'avrebbe rallentato, ed Allen era tutt'altro che paziente in quel momento, anche se non si sarebbe mai potuto innervosire con Solemboom.

Il giovane Allen Walker imboccò la strada che conduceva fuori dal dormitorio e fece per entrare nella sala delle scale magiche.
La sua intenzione era quella di arrivare al primo piano e godersi il fresco del terrazzo che affacciava la sotto.
Iniziò a percorrere la scala, ma a metà del suo percorso una specie di piccolo terremoto scosse la scala ed il cuore gli saltò in gola.
La rampa si spostò come se fosse comandata da una forza invisibile e salì portandolo in alto. Lo spaesato Allen non contò quanti piani avesse saltato ma quando la scala si fermò sul pianerottolo non ci pensò due volte a saltare giù scendendo a quel piano.
*Maledette scale, mi ero completamente dimenticato che si spostano da sole*.
Si sorprese nel notare che anche i quadri in quelle stanze avevano qualcosa da dire. Qualche spirito lo chiamò ma lui non ci fece caso, lo annoiavano le storie dei nonni figurarsi quelle dei morti, per non contare che il primo giorno il quadro dei Serpeverde gli aveva fatto perdere un mucchio di tempo con inutili ciance riguardo un tale di nome Salazar.
*Sarà una città importante*
Pensava erroneamente il piccolo Allen che di tutto ciò aveva ascoltato e capito ben poco. Se fosse rimasto concentrato sempre al massimo, d'altronde, come sarebbe poi riuscito a rimanere lucido a lezione?
Dopo un po' che camminava per il corridoio sentì un urlo, uno squillo acuto che catturò la sua attenzione. Non sembrava quello di uno spirito, così imboccò un'altra strada e seguì quell'acuto. Dopo qualche secondo di camminata lasciò andare Solemboom che lo seguì poco più dietro.
Svoltando l'angolo trovò, inaspettatamente, due piccoline della sua età, circa, che parlottavano tra loro.
Una di loro era biondina, l'altra coi capelli scuri, e sembravano l'una l'opposto dell'altra.
*Blea, femmine..*
Solemboom, il gattino, notò invece che la ragazzina dai capelli neri aveva con sé una gatta e le si avvicinò di corsa lanciandosi in mezzo alle due ragazzine. Probabilmente spaventandole, ed avvicinandosi alla sua simile.
*Stupido gatto!*
Pensò pentendosi subito dopo di aver sgridato, anche se mentalmente, il suo amichetto peloso.
Ehm... Ciao.
Disse avvicinandosi alle due bambine.
Pare che il mio amico sia contento di fare amicizia.
Disse indicando i due gatti, ma Solemboom sembrava più piccolo della gatta.
Ah, visto che ci siamo sapete come si esce di qua? Io sono Allen Walker.
Disse aprendo la mano in segno di saluto alle due fanciulline.
 
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view post Posted on 19/7/2013, 16:42
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Luka Alice Stone

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Il fatto che anche Tessa girovagasse per il castello, come lei, non la sorprese più di tanto. Non tutti i bambini erano ricchi e vivevano in grandiose ville. Non tutti i bambini erano abituati ai grandi corridoi pieni di quadri parlanti. In casa di Luka ce ne erano alcuni, come in casa dei nonni, ma non era la regola. Erano più frequenti quelli che non ne avevano neanche uno!
E poi vivere in un castello così grande, con le scale che sembravano avere vita propria, dato che cambiavano la loro posizione senza controllo, con addirittura fantasmi, creature magiche che popolavano la foresta e il cortile. Per non parlare della Piovra gigante che lei non aveva mai visto, ma le era stato detto che popolava il Lago Nero. Sicuramente Luka desiderava vedere le sirene. Non ne aveva mai vista una. Ovviamente non aveva idea di come fossero fatte. Era convinta che fossero simili a quelle che una volta aveva visto su un libro a casa di una sua vicina di casa di origine babbana.
Alla domanda annuì, ma non si preoccupò di chiedere di che anno fosse la ragazza. In realtà non ne ebbe il tempo. Mentre cercava di aprir bocca un gatto le si avvicinò, superandola. Era nero e aveva affascinanti occhi ambra. Se non fosse stato per gli occhi avrebbe sicuramente pensato che si trattasse del suo Morfeo, che però aveva occhi verdi e sicuramente stava ancora sonnecchiando in camera.

-Ma ciao bel gattino.- disse la bimba chinandosi per accarezzarlo, ma poi non lo fece, preferendo lasciarlo giocare col gatto di Tess. Subito dopo fece la sua comparsa il padrone del gatto. Un bambino che sembrava avere più o meno la sua età. Salutò con timidezza entrambe le ragazze e chiese come uscire.
Luka non capì cosa il ragazzo volesse dir loro, ma era certa di una cosa: anche lui si era perso!

-Ciao! Io sono Luka Alice Stone e lei è Tessa Van Vliet. Ti sei perso anche tu?- Chiese la bimba che, contrariamente a quello che aveva fatto notare prima, era piuttosto socievole.
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 19/7/2013, 17:27




Ovviamente la domanda della tassa, come si aspettò, ebbe una risposta positiva. Questo le fece notare l'imbranataggine che si portava dietro, dalla nascita.
Il motivo, dunque, era uno, ovvero che aveva voglia di parlare, sempre, con chiunque le capitasse a tiro, ma i suoi tentativi per iniziare un discorso che rompesse il ghiaccio erano alquanto goffi.

*C'est la vie, ma chére* Come avrebbe detto sua madre. Sapeva che aveva proprio preso da lei il carisma e la voglia di parlare, che non le dava di certo tregua, ma la differenza era che sua madre iniziava discorsi intelligenti, mantenendo un aria perfettamente superiore all'interlocutore, lei, invece, con i suoi tentativi affrettati di iniziare un discorso, che formulato all'inizio nella sua mente sembra interessantissimo, risultava agli altri un'imbranata, o quasi.
Sospirò. Lo era eccome.
Pensando a cosa poter dire, per spezzare il silenzio, non si accorse di mollare sempre di più la stretta che teneva salda Kiki, e infatti, con un miagolio strascicato, balzò giù, sul pavimento, facendo arretrare un po' Tessa dallo spavento.

-Per l'amor del cielo Ki...- Le parole le si smorzarono in gola. Un altro gattino, molto più piccolo della sua, si era avvicinato correndo, in tutta velocità verso Kiki, e lei di certo non poteva rifiutare la vivacità che in quel momento il gattino sconosciuto trasmetteva.
*Oh, bene...tanto per cambiare*
Sbuffò, scocciata. La sua gattina riusciva a socializzare meglio di lei. Che tristezza.
Una voce dietro Luka le catturò l'attenzione, facendole alzare la testa.
Un ragazzino, probabilmente della loro età si era avvicinato, salutando le due e chiedendo informazioni sull'uscita... di quel posto?!
Forse anche lui, come Luka, e di conseguenza Tessa, era stato vittima delle scale traditrici. Solo che la differenza era che Tessa conosceva perfettamente dove si trovavano, in quel momento, loro due no.
Prima che potesse presentarsi, Luka lo fece al suo posto. Arricciò il naso, alzando una mano in segno di saluto.
Non le piaceva che qualcuno la presentasse ad altri, al posto suo. Scrollò le spalle. Sicuramente non l'aveva fatto a posta, la grifa.

-Bhè.. pare che oggi parecchi studenti si perdano in questo corridoio...-
Disse, con un certo sorriso malizioso, allargando le braccia, e indicando le vaste mura di pietra del corridoio.
-Siamo al quarto piano, e l'uscita è da li...-
Indico con il pollice la via dietro di lei, per poi incrociare le braccia dietro la schiena, dondolandosi sui talloni.
Il suo sguardo fu' catturato alla vista dei due gattini, che ormai, giocavano come se si conoscessero da anni, o fossero addirittura fratello e sorella.
Strane creature, i gatti. Agli umani ci voleva più tempo per fidarsi l'uno con l'altro. Agli animali pochi minuti.
 
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view post Posted on 20/7/2013, 00:30
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Ci sono pugnali nei sorrisi degli uomini.

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Allen Walker


"Negli anni zero, questo vostro cavaliere non mi sembra un condottiero: ruba,fotte e da la colpa ai comunisti. I ministri vanno a troie, le troie fanno i ministri".

Le aspettative non erano state deluse. Forse avrebbe trovato proprio qui le sue nuove amicizie senza nemmeno rendersene conto.
Il piccole Allen rimase sorpreso dalla loquacità della prima ragazzetta che gli parlò.
Si chiamava Luka ed aveva anche un secondo nome.
*Sembra roba da nobili*.
Pensò riguardo le origini della ragazza. Preferiva molto di più Alice a Luka, che gli sembrava un po' da maschio, ma forse era il modo in cui veniva scritto a renderlo un nome femminile.
Ricambiò il suo sguardo gentile, aveva due bellissimi occhi color acqua di fiume: limpidi e azzurri, ma non quell'azzurro del mare macchiato di scuro.
Erano azzurri come il cielo e luminosi.
Di rimando presentò anche l'altra, una certa Tessa. Sembrava la classica streghetta dei film babbani: bella da morire, acida con i capelli corvini ed occhi verdi scuri penetranti e simbolici.
Già, io e Solemboom ci siamo persi, le scale giocano brutti scherzi da queste parti.
Aggiunse sorridendo e grattandosi leggermente la nuca, quando era un po' in imbarazzo gli capitava spesso di compiere quel gesto quasi rituale.
Nel frattempo Tessa aveva indicato loro l'uscita.
Non serve che indichi l'uscita, so da dove sono venuto. Disse semplicemente Allen guardandola con serenità. Il problema sono le scale.
Poi osservò ai piedi della ragazza, la sua gatta giocava col piccolo micio.
Inoltre pare che i nostri gattini non siano d'accordo ad una separazione istantanea!
Solemboom era una creatura straordinaria, si avvicinava a qualsiasi suo simile e cercava un modo di interagire. Non importava se lo conoscesse o meno, senza alcuna remore cercava semplicemente di fare amicizia nella maniera più veloce possibile ed in breve finiva per giocare con chiunque.
D'altronde Allen non credeva, come molta gente, che gli umani dovessero imparare dagli animali. Sarebbe folle pensare che dopo anni di evoluzione ci sia qualcosa da imparare da un'altra razza.

Voi a che casata appartenete? Siete Grifondoro?
La domanda sorse spontanea, dal momento che la ragazzina di nome Tessa indossava soltanto un completo giallo, che non riconosceva a nessuna di quelle case.
Il suo sguardo si posò su Luka che delle due sembrava la più socievole. In effetti non Allen non conosceva i colori delle casate di Corvonero e Tassorosso, non sapeva fosse il giallo il colore tipico della casata dei tassi. Erano costruzioni culturali che non gli appartenevano ancora, certo prima o poi sarebbero entrare nel suo repertorio ma non nella prima settimana.
Non sapeva perché ma si sarebbe aspettato una frecciatina da quella Tessa. Sembrava un po' innervosita dalla situazione, quasi la sua frase fosse rivolta alla facilità con cui si erano persi lui e Luka.
Forse lei non era al primo anno ma più grande, anche se, in effetti, sembravano alti uguale. In ogni caso avesse sbagliato la previsione, cosa che sicuramente sarebbe avvenuta, si sarebbe beccato una bella strigliata da quella ragazzina tutta imbronciata.
Ah, le donne.



Edited by Hatrax - 20/7/2013, 10:29
 
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view post Posted on 20/7/2013, 10:47
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Dopo la presentazione di Luka, Tessa sembrava un po' infastidita. Che se la fosse presa per qualcosa che la ragazzina avesse detto o fatto? Non le risultava di aver detto nulla di male, per cui minimizzò la cosa, prendendola per una mera impressione. La ragazza indicò loro la via di uscita dal corridoio.
*Fantastico!* Pensò allegra la Grifondoro. Non le sarebbe toccato pedinare nessuno per giungere alla Sala Comune. O per lo meno fino alla fine del corridoio. Erano dopotutto passi avanti. Ma in ogni caso non si mosse, pur appuntando mentalmente l'informazione. Aveva appena conosciuto due nuovi ragazzini, per cui voleva fare amicizia! E poi in camera ad aspettarla c'erano solo un gatto dormiente e tanti, tantissimi, forse troppi, libri e compiti.
*Così imparo a rimanere sempre indietro con lo studio.* I compiti erano il suo punto debole da quando era arrivata a scuola. Nonostante studiasse in continuazione, sembrava non essere mai abbastanza. E appena riusciva a finire un compito, subito ne arrivavano altri due più difficili del precedente. Un incubo!
Mentre Allen ribadiva qualcosa contro le scale, Luka si perse a guardare i due gattini che giocavano. In quel momento rimpianse, per l'ennesima volta, di non aver con se Morfeo. Anche a lui avrebbe fatto bene giocare con altri due gatti. Quello di Allen sembrava avere la stessa età di quello di Luka, mentre Kiki era più grande. Se ne rendeva conto solo ora, guardando la differenza di grandezza rispetto a Solemboom.

-Meglio lasciarli giocare. Sembrano divertirsi tantissimo. Peccato non aver portato anche Morfeo. Magari era la volta buona che faceva un po' di amicizia, invece di dormire tutto il giorno come sempre.- Disse la bimba bionda alzando solo in quel momento lo sguardo dai gattini.
-Comunque no. Solo io sono Grifondoro.- Aggiunse la biondina indicando la sua divisa con lo stemma della sua casata e la cravatta nei toni del rosso e dell'oro.
-Tessa invece è di Tassorosso.- Disse indicando gli indumenti della ragazza, ma a mezz'aria si bloccò. Solo in quel momento si rese conto che quello che avrebbe voluto mostrare, ovvero la divisa con lo stemma di Tassorosso, non era indosso alla ragazzina, che, invece della divisa, portava una tuta gialla molto sgargiante.
-Tu sei Serpeverde, giusto?- Aggiunse ricordando solo in quel momento di averlo visto di sfuggita durante la lezione di Incantesimi del giorno precedente, che era appunto per i ragazzi di Grifondoro e Serpeverde. Ma, presa com'era dall'incantesimo da provare, non si era guardata in giro, non memorizzando così nessun volto, ne tanto meno familiarizzando con altri studenti. In effetti, se aveva indovinato la casata, l'aveva fatto ad esclusione. Sicuramente non era un Grifondoro. Lo avrebbe visto almeno una volta al proprio tavolo o per lo meno si sarebbe imbattuta in Solemboom per la sala Comune.
 
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TessaVanVliet
view post Posted on 20/7/2013, 11:13




Da come Allen si rivolse a lei, era chiaro, chiarissimo a quale casata appartenesse. Infatti, guardò lo stemma appuntato sulla divisa e ne ebbe la piena conferma. Sorrise compiaciuta. I serpeverde non le piacevano troppo, con quell'aria da superiori, atteggiandosi a quel modo per tutto il giorno, tutti i giorni.
Sbuffò. Era chiaro che voleva solo aiutarli, e non era necessario rivolgersi a malo modo verso di lei.
Poi chiese a che casata appartenessero le due. Tessa si guardò gli abiti. E prima di aprir bocca Luka parlo per lei. Fece un sospiro alquanto rumoroso e sorrise alla ragazza che indicò la sua tuta gialla, sprovvista di stemma. Durante i weekend, o i giorni festivi, o comunque dopo le lezioni, adorava vestirsi in colori sgargianti. Il suo baule era strapieno di tute e abiti in colori che risaltavano agli occhi. E quello era uno di quei giorni.

-Bhè si, tassorosso.-
Disse solo, infine. La mania di rispondere per gli altri di Luka, si era già prolungata abbastanza. Non riusciva a credere di aver trovato qualcuno più chiacchierona di lei.
Scrollò le spalle. Ognuno aveva un suo modo di fare.

-Allora...io potrei anche dileguarmi visto che adesso sapete la strada...-
Disse cominciando a chinarsi per prendere Kiki. -Ah, e per le scale bisogna solo aspettare...- Di nuovo quel ghigno malizioso comparve sulla sua faccia. Portato via dalle quasi lacrime che le riempirono gli occhi, dato il dolore al dito.
Kiki aveva capito le sue intenzioni e le morse il dito facendole quasi comparire i segni.

-Stupida gatta!-
Disse alzandosi e massaggiandosi il dito. E in quel momento Kiki, capendo cosa aveva fatto, si avvicino alla sua gamba facendo le fusa a più non posso.
-No adesso non ti voglio, sei cattiva!-
Disse, in un tono bambinesco. Ovviamente non poté resistere agli occhioni dolci e alle fusa continue che le rivolgeva quel diavoletto.
La prese in braccio, e quella, le si aggrappò dolcemente sull'avambraccio.
Ora sapeva che l'unico modo per tranquillizzarla era essere arrabbiata con lei. O almeno, quella volta ebbe funzionato. Sospirò e ritornò a guardare i due. Sembrava che facesse parte di un teatrino comico, e i due erano li' a fissare il suo spettacolo.
 
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view post Posted on 20/7/2013, 17:22
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Allen Walker


"Non si uccide per la libertà ma chi lo fa non sbaglia"

Il Piccolo Allen si sorprese molto nel sentire, e dunque capire, che anche la piccola Luka avesse un gatto di nome Morfeo. Si sorprese del fatto che tre studenti, seppur appartenenti a casate diverse, perché come gli avevano appena rivelato Tessa apparteneva a Tassorosso, avessero tanto in comune.
D'altronde era un bambino ed ogni cosa che gli sembrava comune quasi lo catturava come segno di uguaglianza e quindi di appartenenza.
Forse in quel momento ne aveva semplicemente bisogno.
Wow fantastico! Dovreì portare Solemboom a conoscere il tuo Morfeo.
Le disse con un ampio sorriso fanciullesco.
E' fantastico che abbiate anche voi due dei gattini, potremmo portarli a giocare insieme qualche volta. In ogni caso non temere, anche il mio è un pigrone. Solemboom si fa portare in braccio quando usciamo, difatti finora è stato così, è sceso giusto qualche secondo prima che vi incontrassimo.
Poi lei gli chiese se fosse un serpeverde e quello rispose quasi immediatamente.
Si esatto, il cappello parlante mi ha smistato li. E' la mia prima settimana ad Hogwarts.
Tessa non sembrava interessata a restare ma la sua gatta, tale Kiki, si era molto affezionata a Solemboom e non voleva certo farsi prendere per la coda e farsi trascinare via dall'indolente padrona.
*che peperino* la gatta...
Allen iniziò a ridere di gusto godendosi quella specie di teatrino tra le e la sua gatta. Dovette ricredersi, quella Tessa, anche se era una femmina, era davvero divertente!
Dai resta qui con noi Tessa!
Le disse, Potremmo andare in giro per il castello insieme! Io mi annoio ad ascoltare questi vecchi quadri parlare, raccontano un sacco di storie non vere e di stupidaggini ma con voi due mi diverto!
Prese tra le braccia Solemboom che era rimasto a fissare tutto il tempo la sua indisponente compagna di giochi e miagolò pigramente prima di arruffarsi tra le braccia di Allen. Non aveva certo uno spirito molto combattivo quel gatto, c'era da sottolinearlo.
Allora cosa ne dite di uscire insieme in cortile a giocare? A me sembra una bella giornata! C'è il sole! Dai Tessa... non fare l'antipatica!
Disse facendole la linguaccia. I bambini facevano amicizia in fretta.

 
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