Raggiunsi il Caposcuola, affiancandolo definitivamente. Ascoltai silenziosamente ogni parola che aveva da dire, quasi affascinata dai suoi pensieri. Era davvero brillante, l'avevo sempre pensato, ma ora ne avevo la conferma. Ed aveva chiaramente ragione, a mio parere. Di certo non sono il Wingardium Leviosa o il Flipendo che rendono un mago potente, sta agli studenti decidere se e in che modo approfondire le basi gettate dalla preparazione scolastica. E poi, senza la volontà di imparare e l'impegno, le lezioni risultavano noiose, oltre che inutili. Annuii dimostrando il mio accordo, mentre si girava verso di me, rallentando il passo. "Quello che conta davvero è cosa siamo in grado di fare con quello di cui disponiamo."
Verissimo... Ancora di più conta come scegliamo di adoperare le nostre conoscenze. Sia nel senso dello sviluppo personale che nella scelta di vita. Si può essere potentissimi maghi, conoscere migliaia di incantesimi e sfruttarli a favore del bene, del male, o tenerli per sé per pigrizia o paura.
Mi rendevo conto che la mia risposta non aveva molto a che fare con quello che aveva detto lui, ma avevo seguito un filo nella mia testa che mi aveva condotto a ciò che avevo miseramente cercato di spiegare. Un grande mago non è necessariamente un mago potente, viceversa un mago potente non è necessariamente grande. Ma l'oggetto del discorso era l'Orbus, non volevo sviare troppo. Anche se, dovendo rispondere in tutta sincerità alla domanda di Sirius, si ricollegava al solito argomento che aggiravamo sin dall'inizio.
Potrei dirti che è semplice cultura personale, che avevo bisogno di fare qualcosa, ma sarebbe una palese bugia, ahimè.
Feci una pausa, incapace di trovare le parole adatte per descrivere i veri motivi. Eppure lui sapeva già, non era stupido, aveva già capito tutto. Per quello, forse mi aveva posto quella domanda. Ebbene, non l'avrei deluso.
La verità è che mi sembra sempre che nessuno sia al sicuro. Nemmeno qui, nemmeno adesso. Ho la sensazione che possano spuntare mostri dietro l'angolo da un momento all'altro, e non voglio che mi trovino impreparata. Non possono averla vinta, Sirius... Non lo permetterò.
Troppi undicenni erano morti, quell'anno. Gli altri erano cresciuti troppo in fretta. Io stessa avevo assistito alla morte di un Auror, forse il migliore della sua squadra, che niente aveva potuto contro la brutalità di quegli esseri. E quel giorno sì che ero impreparata. Da quel giorno avevo una nuova determinazione, quasi un odio che non avevo mai provato. Non l'odio di una bambina che si arrabbia perché l'insegnante ha dato la parola a qualcun altro, o perchè la squadra di Quidditch ha perso una partita. Era un sentimento diverso, più profondo, radicale. Non sarebbe passato nel giro di pochi minuti, se non avessi fatto qualcosa. E l'unica cosa che potevo fare al momento era accrescere le mie conoscenze, la mia consapevolezza e la mia forza, in vista di un futuro scontro che, nonostante tutto, temevo sarebbe arrivato.