Sgranò gli occhi, all'affermazione del ragazzo. Aveva il volto di una persona completamente spaesata, come se fosse stata sorpresa con le mani nel sacco.
Eppure non aveva capito. Certo, non avrebbe potuto farlo.
Era difficile mettere alla prova e superare la psiche contorta della giovane Scozzese. E, fino a quel momento, esclusa la coercizione fisica, in pochi ci erano riusciti.
Tornò alla sua normale espressione, senza riuscire a non cedere alla tentazione di sorridere.
Quell'uomo non aveva preso in considerazione, da principio, che tutto quello potesse essere finalizzato a scoprire qualcosa su di lui.
*ti eri ripromessa di lasciar perdere.Si ricordò mentalmente, acquistando consapevolezza sul fatto che non l'avrebbe mai fatto. Non ci sarebbe mai riuscita. Da quando il ragazzo aveva varcato la soglia del Locale. Da quando era sfuggita una ciocca rossa dal cappuccio. Da quando aveva preso posto al bancone e, ancora, da quando aveva incrociato il suo sguardo, tutto era iniziato nella sua testa. E, per quanto non potesse essere importante, in linea di massima, per lei lo era. E questo bastava, tanto da spendere energia ed attenzione nei suoi confronti.
Voleva solo capire quanto le sarebbe piaciuto andare avanti con quel teatrino. Detestava passare per stupida. Ma detestava anche farsi sfuggire di mano il massimo del divertimento. Il che si traduceva con un complicato ed interessante dilemma.
Avrebbe tergiversato ancora un po', giusto il tempo di sorridere ancora un paio di volte, poi avrebbe tagliato quella spiacevole quanto intrigante situazione.
Del resto, tutta quella ironica confidenza iniziava ad irritarla. Per non parlare poi del suo tono falsamente cortese, incline unicamente a prendersi gioco di lei.
*soffri anche di manie di persecuzione ora?Sorrise, tra se e se, alzando istintivamente il sopracciglio sinistro. Era un gesto spontaneo che, il più delle volte, non riusciva a controllare. Una sorta di tic, insomma.
-Troverà il modo di perdonarmi, Signore. E se questo non avverrà, oltre che dispiacermene, non potrà fare null'altro.
Era seria? Oppure, senza farsi troppi problemi, lo stava tranquillamente prendendo in giro? Difficile dirlo, dato che aveva parlato con tanta bontà, che era difficile scorgere o comunque pensare, che dietro le sue parole si potesse celare un totale disinteresse.
Sorrise ancora, benevola, osservandolo appena, da dietro il bancone.
Finalmente qualcuno che non era troppo ubriaco per tenere testa ad una conversazione, pur essendo essa effimera. Finalmente qualcuno con un quoziente intellettivo superiore a quello di un Troll.
Tuttavia, non riteneva necessario che egli fosse interloquitore ed al contempo il centro delle sue attenzioni; o per lo meno, non era necessario darlo a vedere.
Del resto è così comune scambiare quattro parole all'interno di un Pub, senza creare, almeno apparentemente, nessun legame affettivo tra le parti.
Scoccò una breve occhiata al ragazzo. Sentiva che i pensieri, le domande e le supposizioni, iniziavano ad aggrovigliolarsi dentro la sua scatola cranica, come una matassa di fili di colori diversi. Disordinati e caotici, aprivano davanti ai suoi occhi una possibilità infinita di risposte.
Chiuse l'acqua, mise i boccali a testa in giù, in modo che potessero scolare l'acqua e si asciugò le mani con un canovaccio.
Percorse con lo sguardo il profilo del Pub, vedendone ogni sfaccettatura e poi posò gli occhi scuri sull'uomo che aveva di fronte.
Sembrava quasi che, solo in quel preciso istante, ne riconoscesse la presenza fisica. Come se solo a partire da quel momento si fosse resa conto di lui e, le parole uscite dalle sue labbra, fossero approdate nella sua mente e avessero preso una forma ed un significato.
-Non ne vedo il motivo. Stupirsi o meravigliarsi, per una cosa così effimera
Esordì. Aveva lasciato da parte la cortesia, non ce n'era più bisogno ormai. Il tono, pacato, non ammetteva tuttavia repliche. Non era una frase detta a caso ma, ad ogni modo, non lasciava trapelare nient'altro che, una donna qualunque della sua età, potesse pensare.
Mosse qualche passo verso destra, avvicinandosi lentamente alla finestrella consunta e buttò lo sguardo fuori, al lontano e monotono orrizzonte. La pioggia tamburellava con ritmica cadenza sulle tegole, creando un piacevole sottofondo, mentre l'oscurità scendeva per abbracciare gli edifici. Lontano, nel cielo, piccoli puntini luminosi, trapuntavano quell'immensa distesa ormai scura.
-Non saprei dirle molto del mio predecessore, sinceramente. Ma posso dirle che sono qui da abbastanza tempo, per sapere come vanno le cose da queste parti.
Allungò la mano verso il bicchiere quadrato e lo afferrò. Con inspiegabile eleganza, come se fosse seduta ad un nobile tavolo piuttosto che in un lurido Pub, lo portò alle labbra rosse, lo inclinò e assaporò un altro delicato sorso dell'alcolico ambrato. Fece schioccare silenziosamente la lingua, posò nuovamente il bicchiere e rivolse lo sguardo alla sua sinistra. Si ritrovò ad osservare due grandi occhi gialli, spaccati in due da una mezzaluna nera. Sorrise, inspiegabilmente al vuoto e si diede un leggero colpetto sulla coscia.
Un attimo dopo, Runya, la sua bellissima gatta, aveva preso comodamente posto sulla sua spalla. Le accarezzò dolcemente la testolina, un attimo di prima di rivolgersi nuovamente al ragazzo.
-Lei invece? Cosa la spinge in posti poco raccomandabili come questo?
Non si aspettava che le rispondesse e, scavando nel profondo dei suoi sentimenti, probabilmente nemmeno le importava. Tuttavia, almeno a livello cosciente, era così attratta da quello strano personaggio che sperava in una risposta, per quanto fosse convinta che sarebbe coincisa con una bugia.
OT: scusami per l'infinito ritardo.