Gran Ballo di Fine Anno

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Persefone D. Bennet
view post Posted on 20/12/2013, 21:06




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La Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del Mondo Magico era intatta, viva, vigorosa come il cuore pulsante di un eroe mitologico senza tempo e ricolmo di ardore.
A nulla era valso l'attacco Nemico; nulla poteva l'Oscuro Signore dinanzi al coraggio ed alla solidarietà della grande "Famiglia" del Castello...
...Poichè questo era Hogwarts: una Famiglia.
Figli di ogni età, amici inseparabili, compagni di una comune visione di fantasia e serenità, svago...Libertà.
Hogwarts era un luogo dove quasi tutto era possibile.
Hogwarts era la casa delle opportunità.
E, nonostante screzi, discussioni, litigi moderati o accesi dibattiti, il Castello restava la Comune Visione di qualcosa di eccezionale: un Sorriso.
E finchè il sorriso avesse invaso i volti dei suoi abitanti, mai Hogwarts avrebbe visto il tramonto.

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Un nuovo Ballo di Fine Anno alle porte. Un nuovo inizio pronto a prendere il posto del vecchio susseguirsi dei giorni ormai trascorsi.
Cosa restava del passato? Il ricordo.
Il Freddo abbracciava caloroso ogni collina circostante il castello. Il Grande Lago Nero appariva quasi coperto da candide lenzuola di diamanti: la brina lo raggiungeva e lo avvolgeva in un abbraccio gelido a tal punto da dare l'idea della calorosa unione della Natura con sè stessa.
Il Castello, "brulicava" di rumori sonoramente taciturni.
Studenti, Docenti, Personale scolastico ed ospiti di Hogwarts si preparavano a trascorrere insieme una serata al fine di porgere il saluto all'Anno appena finito e di dare il Benvenuto all'Anno nascituro.
Il Calore dell'entusiasmo e dell'affetto del Castello contrastavano l'immagine e lo scenario creati "magicamente" per i graditi "familiari" ed ospiti.
Ghiaccio.
Il candido splendore del bianco era padrone incontrastato. Pareti, mura, soffitto erano coperti da un vellutato strato di ghiaccio, tanto luminoso e levigato da apparir cristallo, tanto affascinante da non richiedere altro se non sè stesso: ghiaccio...Solo ghiaccio.
Dal soffitto e dalle pareti laterali e dal suolo si liberavano stalattiti e stalagmiti di dimensioni variabili, apparentemente disposte in maniera casuale ma di fatto appositamente create ad arte per "dettare" una direzione, per indicare una strada da percorrere al fine di raggiungere un'immensa Sala dal pavimento lucido e brillante, al centro della quale, una sorta di ara o grotta si ergeva, come a non volersi palesare apertamente agli ospiti ma desiderando tuttavia gli occhi di quest'ultimi solo su di lei...
Le tavole imbandite, disposte lungo l'intero percorso "innevato", godevano della presenza di ogni tipo di prelibatezza, inclusa una calda e colorata Zuppa di "Rabarbaro" assai gradita alla Preside ed al Ministro della Magia!
Non vi era bisogno di alcun addobbo a supporto di tale splendore. Solo ghiaccio. Nessuna magia ad impedire di scivolare...
Solo Natura e Bellezza...

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view post Posted on 21/12/2013, 15:50
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Emily ~ Abito ~ Accessori


Le lezioni erano state sospese, la fine dell’anno scolastico era ormai giunta il che comportava l’imminente Ballo Scolastico. Solitamente Emily era contraria alle attività mondane ma unicamente per la noia che queste comportavano, essendo abituata ad eventi simili alla propria Dimora ove Jacob Rose era solito convincerla a vestirsi come una piccola Dama ed esibirla in giro come la più bella bambola di porcellana, unico pezzo della sua collezione.
Anche quella volta l’ “amorevole” Padre non aveva rinunciato ad inviarle un abito nonostante Emily avesse accuratamente evitato d’inviare lettere al genitore ed informarlo su quanto accadesse ad Hogwarts. Effettivamente era parecchio tempo che non gli scriveva e le ragioni erano molteplici.
Quando Emily, il giorno prima del ballo, ricevette un pacco in Sala Grande, durante il pranzo, le bastò considerarne le dimensioni e leggere l’indirizzo per capire. Si risparmiò di aprirlo davanti a tutti e senza nemmeno finire il suo pasto, s’avviò verso la Sala Comune con un’espressione di disappunto sul viso pallido.
In quanto Caposcuola, non avrebbe di certo evitato di partecipare al Ballo ed in quanto amante delle cose belle, sperava che ne valesse la pena. Non aveva quindi risparmiato galeoni nella scelta dell’abito ed accessori vari ma si ritrovò a mettere da parte il tutto perché, seppur facesse fatica ad ammetterlo, il vestito scelto dal Signor Rose era di gran lunga migliore e più elegante: turchese, morbido, con un lungo strascico che poteva essere opportunamente ripiegato sul dietro e con eleganti rifiniture in diamanti all’altezza del petto.
Ma Emily non aveva badato a spese solo per la propria partecipazione all’evento: c’era un’altra persona che meritava un regalo e che meritava le sue scuse. Per quanto non fosse abile con le parole di redenzione, la Caposcuola sapeva bene che Arya Von Eis, nel vedere quel prezioso abito, avrebbe certamente capito.
Tra le due concasate e compagne di stanza, non scorreva buon sangue nell’ultimo periodo e per quanto non fosse nella natura di Emily optare per un gesto simile, sperò tuttavia di poter finalmente stendere un velo di convivenza pacifica.
Quella sera stessa lasciò, dunque, un pacco di dimensioni maggiori a quello ricevuto sul letto del Prefetto per poi raggiungere il proprio, alla sua destra ed immergersi in un’altra notte insonne.
Le sarebbe piaciuto, ne era convinta.

~ Giorno del Ballo.

Emily si era svegliata tardi quel giorno, dopo aver costretto sé stessa a riposare quando ormai era l’alba: presentarsi all’evento con un volto stanco e l’espressione più mogia del solito non era di certo la cosa opportuna da fare. Aveva deciso di saltare il pranzo e dopo aver indossato comodi abiti, si diresse, dalla sua stanza, alla Sala Comune: vi erano ancora un paio di cose a cui pensare prima di prepararsi per il Ballo.
Kommurg Fenix era diventato da poco il nuovo Prefetto della sua Casata ed Emily non aveva ancora avuto modo per congratularsi a dovere con lui. Ma le felicitazioni sarebbero state soltanto una scusa: conoscendo non bene ma abbastanza il Concasata, sapeva che lui avrebbe fatto fatica a decidersi se partecipare o meno alla serata.


Non devi mancare. Sei un Prefetto e mi assicurerò che entrambi i Prefetti della mia Casata partecipino. Ci vediamo qui, mezz’ora prima dell’inizio delle danze. Pronti.

Con poche parole si era congedata dai due. Arya era seduta in lontananza, su di una poltroncina accanto al fuoco, ma Emily sapeva bene che l’aveva ascoltata. La Caposcuola indirizzò lo sguardo verso di Lei solo per un breve attimo: che fossero finalmente riuscite a mettere da parte i disguidi per quella sera? Almeno la rossa, per la prima volta, si ritrovò a sperarvi. Non era in cerca di amicizie o legami profondi ma sentiva di aver bisogno di appianare la situazione con la compagna e non solo perché entrambe erano due dei membri di riferimento dei Serpeverde ma anche per quanto accaduto nei giorni precedenti. Alcuni avvenimenti potevano legarle più di quanto avessero, entrambe, voluto.

~ Sera del Ballo

Emily osservò il proprio riflesso allo specchio.
* Troppo magra. Troppo pallida.* pensò, ritrovandosi ad odiare la sua stessa figura. L’abito era fatto su misura per lei: turchese, con i ricami di diamante, lasciava risaltare la sua carnagione ed il colore dei suoi occhi. I capelli rosso acceso non erano sciolti ma tenuti in un elegante chignon e i gioielli indossati avevano la comune decorazione richiamante il periodo invernale: fiocchi di neve. La cosa che si ritrovò ad amare, stranamente per lei che non si lasciava adulare da simili sciocchezze, erano le scarpe: vetro? Ad ogni modo erano trasparenti e sembravano esser costituite da ghiaccio modellato: una volta scesa in sala comune avrebbe chiesto, insieme ad Arya, di effettuare un incantesimo antiscivolo, giusto per essere sicure.
Sospirò appena e con un ultimo sguardo alla sua immagine riflessa, s’incamminò verso la Sala Comune, certa di trovarvi i due Concasati. E così fu.


Allora, andiamo?

Chiese semplicemente mentre le iridi argentee si soffermavano sugli abiti da loro indossati.

 
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view post Posted on 21/12/2013, 18:47
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Narrazione
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«Dialoghi»


Nella vita di ogni uomo arriva un giorno speciale. Per alcuni tale giorno si ripeteva ogni giorno durante le ore di pranzo; per altri questo giorno arrivava al primo bacio, o qualche cosa poco seria di quel genere... Bhe, Raven non amava ne abbuffarsi di cibo, ne limonare. Certo, aveva un debole per l'alcool (specie nei giorni di plenilunio), ma non lo considerava essere speciale abbastanza da dedicargli un intero giorno di commemorazione. Quel giorno, invece, si era promesso di inscriverlo nella sua agenda; l'agenda dei cambiamenti radicali. Questo, perché era il primo giorno in cui aveva indossato un abito da ceremonia... babbano.
In effetti, guardandosi allo specchio, un po' babbano lo era. E anche se gli dispiaceva la cosa, sapeva di non poter far nulla per impedirlo: la moda magica aveva preso la sua piega. I vecchi mantelli cerimoniali erano perduti, caduti nel dimenticatoio, coperti da anni di cambiamenti inutili. Ora il giapponese si osservava dinnanzi allo specchio, con la triste consapevolezza di essere andato a Londra 2-3 settimane prima con lo scopo di acquistare un abito babbano cerimoniale. L'abito l'aveva ovviamente "acquistato", seppur con qualche, innocua, minaccia di morte al negoziante (diamine: perché fare dei soldi cartacei?, poi si lamentavano della stupidità babbana...), ma sicuro fosse quello giusto? Ne scelse uno dei tanti, senza farsi troppi problemi in merito. Tanto sarebbero tutti morti un giorno, per la felicità sua. Difatti, per quanto si sforzasse di non pensarne, non riusciva a capire il motivo per cui degli umani (femmine, sopratutto) si sforzassero tanto nel scegliere un pezzo di stoffa. Tanto, la stoffa si sarebbe stracciata, bucata, piegata, morta.
"Chissà se ad Aryadne piacerà." - Pensò fra sé e sé poi, interrompendo il corso dei suoi pensieri, e tornando al suo abito.
Uhm. Non la vedeva da un po'... Entrambi erano finiti nel vorticoso vorticare del vortice della Vita. Entrambi si erano perduti, chi nelle ombre, e chi nella luce. Entrambi avevano cercato di consumare il loro pasto fino alla fine, entrambi avevano percorso la strada.
In ogni caso, il giapponese si aggiustò quel strano aggeggio lungo che gli stringeva il collo ricadendogli sul petto, e – stranamente – nascose la bacchetta nel comodino vicino al letto. Sperava, - com'era strano quel tipo! - , che quel giorno non avrebbe avuto bisogno di quel suo inseparabile aggeggio magico. Del resto, lui e Arya... da soli... Lezioni finite, sospese. Lui a breve si sarebbe liberato da quella scuola ripiena di babbani, mezzi-babbani e fantasmi. Lui, che a breve avrebbe conquistato il mondo, avrebbe sterminato l'umanità – com'è giusto che fosse -, e i loro cuori spiccioli li avrebbe donati tutti in pasto a qualche cane di passaggio..., o magari li avrebbe decorati, e se ne sarebbe fatto una collezione.
Adorava collezionare!
Sopratutto se gli oggetti di collezione erano parti del corpo di qualche umano finito nel posto sbagliato al momento sbagliato. "Bhe, cavoli suoi." - Del resto.

Prese la giacca di quel vestito che indossava (aveva quasi staccato un braccio al babbano per averla), e cominciò a scendere le scale in giù. Per strada, trovò tanti sguardi perplessi e sorpresi nel vederlo vestito di babbano, ma egli non reagì a quei sguardi. Anche con un'imperfezione babbana, lui era perfetto. Loro dovevano soltanto chinarsi ad ammirarlo, perché stavano osservando la Perfezione.
Ghignò per un attimo, cercando di tornare per terra. Già. Il suo corpo era quasi perfetto, la sua mente pure. Ma tutto ciò non bastava... tutto ciò lo teneva lontano dalle sue aspirazioni, che non lasciavano mai la sua testa e i suoi labirinti.
Perché lo guardavano ancora? Sorrise di nuovo. Quel suo nuovo abito, per quanto sempliciotto, richiamava le attenzioni delle piccoli ragazzine e dei piccoli furfantelli che abitavano la scuola.
Ah, quanto piacere gli dava tutto ciò! Il solo fatto che gli altri lo guardassero, lo ammirassero... Erano suoi schiavi. Erano suoi servi. Un giorno lo sarebbero diventati, perché lui era ciò che tutti volevano diventare.
La perfezione.
Dunque, la nostra "Perfezione" scese le scale senza guardare in faccia a nessuno, e si posizionò dinnanzi al portone d'ingresso nella Sala da Ballo. Lì, tra la folla che entrava e quella che usciva, pensò che forse era stato un errore quello di aver lasciato la bacchetta nella Sala Comune. Un solo movimento di legno, ed ecco che tutta quella folla sarebbe diventata polvere, e la Perfezione maschile avrebbe avuto riscontro nella propria Perfezione femminile.
A proposito di essa... non trovandola, Raven iniziò a preoccuparsi leggermente, seppur il suo sguardo freddo e glaciale non lasciava trasparire emozione alcuna.

Sapeva: non era stato un errore, quello di aver inviato una lettera d'invito alla rossa vipera dei serpeverde. Però, tanto tempo era passato. Cosa, se non avesse accettato? Cosa, se non avesse potuto venire?
"Solitudine, maledetto lupo di foresta."
Cercò di rallegrarsi, sorridendo a denti stretti a qualche studentello inutile, come a volergli dire qualcosa del tipo... "sparisci", e si appoggiò al portone in legno massiccio, incrociando le braccia.
Le iridi fisse, puntate sull'uscità dai sotterranei.
Sarebbe arrivata.
Lui lo sapeva.
Lui la sentiva.




Edited by leopolis - 21/12/2013, 20:47
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 21/12/2013, 20:17




Sera prima del ballo

Argomento principale di quei giorni era indubbiamente il ballo di fine anno, non si sentiva parlare d’altro, vestiti, gioielli, accompagnatori, era forse uno degli avvenimenti più attesi, già, anche se non tutti erano dello stesso avviso, non mancavano infatti studenti riluttanti all’idea di unirsi a quel rituale mondano ed Arya apparteneva a quest’ultimo gruppo, l’anno precedente ne era uscita indenne, evitandolo ed era nelle sue intenzione fare lo stesso anche questa volta, se ne sarebbe rimasta nel suo dormitorio e se proprio fosse stata costretta avrebbe preferito rompersi qualcosa e passare la notte col “simpatico” infermiere piuttosto che presenziare al ballo.
Solo per un attimo durante la cena il pensiero di parteciparvi le balenò per la mente, non perchè ci tenesse, non aveva mai preso parte a cose del genere e non rientravano nel suo stile, ma la spilla da prefetto appuntata sul petto la costringeva a volte a doveri da compiere anche contro la sua volontà, il ballo poteva essere uno di quelli, doveva pur dare l’esempio no? Che figura ci avrebbe fatto la nobile casa di Salazar se i suoi maggiori rappresentanti non si fossero presentati? Si stava così quasi convincendo, ma poi scosse la testa, sicuramente la sua Caposcuola li avrebbe rappresentati più che egregiamente e magari il neo-prefetto si sarebbe unito a lei, quindi se accidentalmente Arya si fosse data malata non sarebbe stato poi così grave.
Finì la cena e si diresse in biblioteca a finire un tema che in realtà ancora non aveva cominciato, l’idea era quella di rientrare in dormitorio il più tardi possibile e l’indomani avrebbe dichiarato di sentirsi poco bene, il piano era semplice, al ballo non sarebbe andata.
Passarono un paio d’ore, si stava facendo tardi, così chiuse i libri e si incamminò verso la sua stanza, per i corridoi ormai non c’era anima viva, ecco cos’amava dell’essere prefetto, poteva godersi il silenzio della scuola nelle ore serali.
Quando giunse in sala comune si meravigliò nel trovarla quasi deserta, probabilmente tutte le fanciulle erano già indaffarate nei preparativi, così si limitò a salutare con un cenno del capo i pochi presenti e silenziosamente entrò nella sua stanza, svegliare le sue compagne era l’ultima cosa che desiderava.
Avvicinandosi al letto, però, notò che c’era qualcosa fuori posto, un pacco, ben incartato e decisamente ingombrante occupava lo spazio a lei destinato per il ristoro
*E questo?* non c’era nessun biglietto, nessuna scritta, nulla che lasciasse intuire chi l’avesse messo lì, ne per quale motivo, ma la curiosità non si fece attendere e senza pensarci troppo su lo aprì.
*Oh perfetto...e questo cosa vorrebbe dire? Dovrei partecipare solo perchè qualcuno ha avuto la brillante idea di regalarmi un vestito?* Dire che fosse al quanto contrariata era poco, qualcuno pareva essere fermamente convinto che la sua presenza al ballo fosse d’obbligo, ma per quanto la cosa non la rendesse felice non poté fare a meno di prendere tra le mani l’abito e notare il suo splendore, decisamente la persona che lo aveva scelto non aveva badato a spese ed sicuramente aveva molto più stile di lei, sorrise, era il primo regalo che riceveva da quando si trovava lì ed indubbiamente era stupendo.
Sollevandolo notò che oltre al vestito vi erano corredati anche tutti gli accessori del caso
*E va bene...va bene...parteciperò* ripose tutto ordinatamente nella scatola posandola sul suo baule, i suoi piani erano stati smontati da quell’inaspettata sorpresa e probabilmente sapeva anche chi era il responsabile, non erano poi molte le persone con le quali poteva dire di aver legato, anzi forse in realtà poteva dire di non aver legato con nessuno, ma ce n’era una con la quale aveva instaurato un legame abbastanza particolare, per quanto nessuna delle due avrebbe mai ammesso di tenere all’altra, anzi il più delle volte si erano trovate a scontrarsi.
Per la seconda volta si ritrovò a rompere il tacito accordo di silenzio, si avvicinò al letto della caposcuola chinandosi leggermente su di lei, probabilmente ancora non dormiva, quindi l’avrebbe sentita benissimo
-Sappi che ti odierò per avermi costretta a partecipare...ma...Grazie...è bellissimo- al contrario di ciò che lasciavano intendere le sue parole il tono era dolce e il regalo gradito, non aggiunse altro ed andò a stendersi *Domani sarà una giornata lunga*

Giorno del ballo

Si era alzata presto quella mattina, lasciando le compagne a crogiolarsi ancora tra le braccia di Morfeo, aveva un tema da finire dato che i suoi piani per la serata erano stati stravolti, la biblioteca era vuota, così poté concentrarsi senza troppe distrazioni e per l’ora di pranzo era ben che in pari con i compiti, avrebbe mangiato qualcosa in velocità e poi...e poi si sarebbe preparata psicologicamente alla serata.
Il pomeriggio prima del ballo, la sala comune era in fermento, ma vedere con quanta enfasi le giovani serpeverde si preparavano alla serata era uno spettacolo più che divertente, si accomodò su una delle poltroncine accanto al fuoco prestando attenzione ad ogni suono, ma restando concentrata sulle fiamme...il fuoco aveva sempre un potere ipnotico sulla ragazzina.
“Non devi mancare. Sei un Prefetto e mi assicurerò che entrambi i Prefetti della mia Casata partecipino. Ci vediamo qui, mezz’ora prima dell’inizio delle danze. Pronti.”
A quella parole sorrise e spostò lo sguardo nella direzione dalla quale provenivano, Emily si stava rivolgendo al neo-prefetto ed in quel momento Arya pensò che ancora non aveva avuto modo di conoscerlo, ma non se ne preoccupò, la Caposcuola sembrava avere le idee abbastanza chiare e quindi quella sera avrebbe avuto tutto il tempo per farne la conoscenza.
A quelle parole che quasi suonavano come una minaccia, un ghigno divertito le si stampò in volto per concedere poi un sorriso alla ragazza che la stava osservando come per sincerarsi che il messaggio fosse stato ricevuto da entrambi, annuì col capo, senza dire nulla, le aveva già confermato la sua presenza.
A che gioco le due stessero giocando non era forse chiaro nemmeno a loro, ma una cosa era certa, i loro destini si erano già incrociati più di una volta e probabilmente avrebbero continuato a farlo, forse era il caso di cercare un qualche punto d’incontro e magari quel ballo poteva essere un punto di partenza.
Era forse giunta l’ora di iniziare seriamente a prepararsi, così, dopo che la compagna si fu allontanata, si alzò e si avvicinò solo per qualche istante al nuovo collega posandogli una mano sulla spalla
-Mi sa che ci vedremo questa sera- poi si avviò verso il dormitorio.

Sera del ballo

*Una bambola da esposizione* ecco cos’aveva pensato al termine dei preparativi, a momenti non si riconosceva nemmeno lei, vestito, gioielli, tacchi, addirittura aveva scelto per una sera di lasciare che i boccoli naturali, che solitamente si premurava di far scomparire, la accompagnassero in quell’avventura, era pronta, sì beh...pronta...diciamo che era tutto in ordine per il ballo, che poi fosse realmente pronta a prendervi parte era tutto da vedere.
Quando Emily si unì a lei e al compagno in sala comune il quadretto era al completo, Salazar sarebbe stato orgoglioso dei suoi rappresentanti, eleganti e raffinati.


-Devo dire che è incantevole, la divisa non le rende onore-

Per una sera avrebbero messo da parte ogni divergenza o per lo meno quella sembrava essere l’intenzione di tutti, se ci fossero poi riusciti o meno lo avrebbero constatato solo strada facendo.

-Miss Rose...attendevamo solo lei-

*Che lo show abbia inizio, si alzi il sipario*
 
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view post Posted on 21/12/2013, 22:49
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Chi mai si sarebbe immaginato la presenza di Vagnard ad un appuntamento del genere? Probabilmente neanche lui.
Eppure, pur di rompere quella monotonia che era venuta a crearsi in quei giorni al Castello, decise di radunarsi in Sala Grande con la plebaglia e partecipare ad una tale misera manifestazione. Per qualche arcano motivo, era assolutamente convinto che quella serata prometteva magnificamente. E per l'occasione, decise di agghindarsi in maniera totalmente particolare. Un vestito...come dire...normale. Non proprio da ballo, ma certamente elegante. Niente bombetta, niente bastone, capelli stranamente eleganti. Probabilmente non molti lo avrebbero riconosciuto, ed anzi, qualcuno avrebbe fors'anche pensato che si trattava di qualcuno travestito da Vagnard, come caricatura.
E invece no, era lui, in carne ed ossa.
Si avvicinò alla Sala Grande, pensando a come poter movimentare la serata. Realizzò che per pensare avrebbe avuto diverso tempo. Tra cibo, abbeveraggio, proclamazioni e chi più ne ha, più ne metta, sarebbe passato diverso tempo prima di poter entrare in scena. Aveva però qualche mezza idea, e si sarebbe divertito, eccome se si sarebbe divertito. E con lui, anche molti altri.
Pur in abiti civili, rimaneva sempre il bastardo con il bastone.
Ghignò.
Una volta giunto di fronte al portone d'ingresso della Sala Grande, in perfetto orario, come si confà ad un tedesco purosangue, si bloccò.
Gli occhi e il cervello però, rimasero in continuo movimento.
Cercavano qualcuno.
Una preda.
E ce n'erano, eccome se ce n'erano, roba da leccarsi i baffi.
Fece qualche passo verso l'interno della Sala, passando la punta delle dita della mano sinistra sulle prime file dei tavoli liberi mentre camminava. Inspirava profondamente perchè gli odori del cibo lo inebriassero, mentre i suoi occhi vagavano per la stanza.
Si sentiva a casa.
Quel gelo e ghiaccio di cui la stanza era adornata gli ricordava la sua Terra.
Sì, la serata non poteva che cominciare nella più giusta maniera.

Più avanti, notò che erano già arrivati i graduati Serpeverde, e non poteva che essere così. Dovevano essere i primi, per ben figurare ed adempiere ai loro doveri.
Sembravano stessero confabulando qualcosa. Perchè non andare lì a disturbale per fornire nuovi argomenti di conversazione? D'altronde nessuno amava i silenzi imbarazzanti.
Un saluto, in quanto ex Prefetto, era d'obbligo. Una bella riunione Serpeverde era proprio quel che ci voleva.
Un cenno del capo a Fenix, poi un inchino al Prefetto von Eis. Concluse quindi con un baciamano per la bella neo Caposcuola Rose.
Diavolo se aveva fatto strada quella ragazza, e non poteva che essere così. L'aveva predetto nel loro primo incontro, e fu felice di constatare che nuovamente, non si era sbagliato.
Con lei, Serpeverde era in buone mani.


- Un onore, incontrarVi qui. -

disse, mantenendo gli occhi fissi verso quelli di Emily, con la mano ancora nella sua.

 
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Kommurg Fenix
view post Posted on 22/12/2013, 00:33




Sera Prima Del Ballo
Maledetta spilla.
Kommurg sedeva sul letto del proprio dormitorio, insultando quell'aggegio che lo rendeva, in un certo senso, importante.
Che lo rendeva responsabile e bla bla bla.
Ma dopotutto, perchè insultare metaforicamente la carica i prefetto? Sei considerato, rispettato e creduto di un certo valore.
In quel momento quella spilla lo aveva obbligato ad andare al noiosissimo ed inutile ballo di fine anno.
Oddio, il ballo di fine anno. Kommurg odiava i balli. Più di ogni altra cosa. Non li concepiva, li riteneva assolutamente fuori luogo.
Ma ancora di più odiava i vestiti che si dovevano mettere ai balli. Quella roba elegante, barocca e simbolo di spreco.
E per un vestito la gente è capace di tutto. Roba da farsi venire i brividi.
Fatto sta che tu al ballo, se non volevi essere squadrato da 352553634 persone contemporaneamente,il vestito da figlio di papà lo DOVEVI mettere.
Dovevi.
E Kommurg non ne aveva.
Era stato costretto a farsi prestare un paio di pantaloni neri di velluto, molto pesanti ed esageratemente eleganti, ed una camicia bianca, pallida, le cui maniche furono arrotolate con cura.
Abbigliamento semplice. Fin troppo?
Sticavoli, pensava il ragazzino.
Già era tanto se altri lo avessero visto, se gli avessero fatto puntualizzazioni anche sull'abbigliamento avrebbe fatto dietrofont e si sarebbe diretto in sala comune senza troppi ripensamenti.
Era la sera prima del ballo.
Era tardi. Immensamente tardi.
Kommurg si stava provando il vestito per vedere se gli stava, in caso contrario avrebbe dovuto restituire tutto quell'ambaradam al proprietario.

Non devi mancare. Sei un Prefetto e mi assicurerò che entrambi i Prefetti della mia Casata partecipino. Ci vediamo qui, mezz’ora prima dell’inizio delle danze. Pronti.
*Pronti un...*
Pensò irritato il giovane prefetto.
Per fortuna l'abito entrava alla perfezione. Si svestì di quello scomodo affare, e si preparò per la notte.
Morfeo lo aspettava

Sera Del Ballo
Si specchiò nuovamente.
Osservò la sua maledetta spilla con un'espressione schifata. Non gli "perdonava" il fatto che lo aveva obbligato a fare ciò che mai avrebbe fatto.
Ci sarebbero state chiccherie, vestiti lunghi, costosi, tacchi a spillo da 15 centimetri, gioielli e boiate varie.
Roba che non faceva per lui.
Non voleva andare. Non lo avrebbe mai fatto. Ma era costretto.
Raggiunse in poco tempo i propri compagni graduati di casata. Bisbigliò un buonasera e accennò un saluto con la mano.
Poi silenzio.

*Finiamola il prima possibile con questa pagliacciata*

 
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»Nigel Pace Audley
view post Posted on 22/12/2013, 13:02




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Sera prima del ballo; ufficio di Nigel; ore 18:30.

«Oh, ma per favore.»
L'uomo era seduto dietro la scrivania e teneva tra le mani una busta elegantemente ornata, impreziosita - per così dire - dallo scintillio dei fiocchi di neve che la ricoprivano. Cos'era esattamente? Un invito. Un invito davvero poco gradito. Recentemente, Nigel era diventato il nuovo Capocasata dei Serpeverde e come tale (nonché come docente di Storia della Magia) era stato scelto come ospite al Gran Ballo di fine anno scolastico. Lusingato, certamente, ma da sempre aveva avuto un qualche tipo di avversione verso queste celebrazioni. Non si poteva definire un "animale da festa", ecco. Nonostante tutto, però, sentiva l'ineffabile bisogno di aprire la busta e leggerne il contenuto. E così fece: aprì delicatamente l'involucro e raccolse il foglio di pergamena ivi contenuto. Riconobbe la calligrafia, che doveva essere sicuramente quella dell'amabilissima Preside.

CITAZIONE
Al Signor Audley.
Questo è un invito ufficiale al Gran Ballo.
Gradiremmo la Sua presenza domani sera, nella Sala da Ballo, qualora
decidesse di accettare codesto invito.
Distinti saluti.

Poche, semplici parole: chiaro e conciso il messaggio. Ma che intenzioni aveva il nostro uomo? Perplesso ed indeciso sul da farsi, ripose la lettera in un cassetto; ci avrebbe pensato domani.


Giorno del ballo; Sala Grande; ore 12:43.

Quasi infastidito, Nigel poté constatare che adesso (oltre all'eccitazione per la fine delle lezioni e l'avvento del Natale) gli studenti erano in crisi mistica su "cosa indossare per la serata del ballo". La Sala era gremita di ragazzini che pranzavano e discutevano; il professore, invece, teneva un calice di vino in una mano e le gambe accavallate. Imperscrutabile, impassibile... la giornata passò in fretta, tra scartoffie e pratiche.

Sera del ballo; ufficio di Nigel/Sala da Ballo; ore 20:00.

Ma quanto avrebbe resistito ancora? Sebbene una parte di lui fosse del tutto contraria ad indossare un abito e partecipare al ballo, l'altra voleva assolutamente ed imprescindibilmente sbattere la porta dell'ufficio e correre verso i festeggiamenti. Con la testa tra le mani, seduto su di una poltrona, Nigel osservava il pavimento. Ad un tratto, con uno scatto fulmineo, si alzò e corse verso l'armadio; lo aprì, prese uno smoking ed in un attimo era pronto. Cosa avesse fatto cambiare idea al professore, non ci è dato saperlo, ma sappiamo per certo che scese rapidamente le scale e che si avviò con tutta tranquillità verso la Sala da Ballo. Quest'ultima, appariva assolutamente meravigliosa: agghindata con stalattiti e stalagmiti, ogni tipo di leccornia ed eleganti decorazioni in stile natalizio. Dopo essere entrato, Nigel prese un bicchiere di champagne da uno dei tavoli stracolmi di cibo; si bagnò leggermente le labbra ed attese... nel frattempo, un gruppo di giovani studenti cominciava a fare il suo ingresso nella stessa sala.
 
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view post Posted on 22/12/2013, 13:43
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Contenta di constatare quanto il regalo e la minaccia velata avesse portato i due Prefetti a presenziare al Ballo, Emily non indugiò oltremodo sulla soglia della Sala Comune e si avviò con i due concasati verso la Sala da Ballo tra la folla di studenti gongolanti che si preparavano a fare lo stesso.
Effettivamente non amava molto quell’aria d’eccitazione che brulicava tra le mura del Castello ma si trattava comunque di un evento a cui non le era concesso mancare e al massimo avrebbe sperato passasse in fretta, qualora fosse stato davvero noioso.


Sapevo ti avrebbe donato il colore.

Asserì semplicemente al fianco di Arya, in risposta al complimento ricevuto in precedenza ma anche a ciò che le aveva sussurrato la notte prima.
Ad ogni modo, giunsero presto all’entrata della Sala, facendosi spazio tra i vari studentelli che forse attendevano con ansia le loro dame e cavalieri. Già dal di fuori si poteva notare quanto fosse meraviglioso l’habitat nel quale sarebbero stati catapultati da lì a poco.
Con uno sguardo incuriosito rivolto ad uno studente più grande, poggiato al portone di legno e che scrutava insistentemente l’entrata dei sotterranei, la Caposcuola mosse i primi passi nel regno del ghiaccio. Sapeva che il tema sarebbe stato prettamente invernale ma sicuramente Hogwarts si era superata quella sera.
Si sentiva stranamente a suo agio ed ispirando profondamente, si disse che quella serata poteva anche riservare loro sorprese piacevoli.


Eccoci qui. Ballate, bevete con moderazione possibilmente ed intrattenetevi con qualche ospite degno di nota.

Semplici consigli che la giovane Rose sembrò rivolgere agli altri come a sé stessa.
Mentre le iridi argentee vagavano oltre le coltri di ghiaccio, una voce alle sue spalle la spinse a voltarsi.

Un onore, incontrarVi qui

Incrociò presto la figura di uno dei concasati più rispettati e, per molti, temuti.
La scena in cui il giovane le scagliava un bicchiere a pochi millimetri dalla guancia, si ripresentò con forza nella sua mente. Tuttavia non riuscì ad associare quell’avvenimento a colui che le si parava innanzi: Vagnard Von Kraus era incredibilmente elegante.
Emily accennò un lieve inchino, reduce dalle mille lezioni di buone maniere a cui era stata costretta a partecipare in tenera età, e lasciò che il Serpeverde le sfiorasse il dorso della mano con le proprie labbra. Un gesto estremamente cortese e galante che, forse, non si sarebbe aspettato dal ragazzo dopo il loro primo ed ultimo, vero, incontro.
Sostenne con forza il suo sguardo senza lasciar intendere emozione alcuna: Von Kraus era un piacevole mistero delle volte.


Onorata d’incontrarLa qui, Von Kraus.

Rispose semplicemente. Per un attimo spostò lo sguardo oltre la figura del giovane, constatando l’arrivo del neo Capocasata. Le buone maniere, miste ad una buona dose di curiosità, la spinsero a dover abbandonare il quartetto per pochi minuti.

Vogliate scusarmi un istante, devo congratularmi a dovere con il professor Audley.

Osservò singolarmente Arya e Kommurg, per poi tornare ad incrociare lo sguardo di Vagnard e ritrarre con dolcezza la mano che andò a posarsi sul vestito per alzarlo di poco dal pavimento ed incamminarsi verso l’insegnante.
Fu facile ritrovarlo: la sala da Ballo non era ancora stracolma come lo sarebbe stata da lì a poco. Si avvicinò quindi lentamente e si presentò.


Salve Professore, Emily Rose. Non ho ancora avuto modo di felicitarmi per la sua nomina.

Asserì semplicemente la Caposcuola. Gli avrebbe rubato pochissimi istanti, probabilmente “anche” lui stava attendendo qualcuno.

 
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Da quanto tempo non partecipava al ballo di Natale?
Probabilmente da quando aveva accettato di lavorare al Ministero, nonostante fosse rimasta ad Hogwarts come docente di Pozioni si sentiva sempre più fuori posto e fuori luogo. Ma aveva il bisogno viscerale di rituffarsi in quel passato di cui, ormai, non rimanevano che vividi ricordi. Volti nuovi, facce nuove ma anche vecchi retaggi, era una vita che non vedeva Caroline e le era giunta voce che l'amica avesse scelto proprio quell'evento per tornare "sul luogo del misfatto", teatro degli aspetti più rilevanti della sua vita. E poi c'era Vincent e le avrebbe fatto piacere discorrere anche con Hope, dal loro incontro a Grimmauld non aveva avuto più occasione di parlarle. Non che fosse un male, se l'Ordine non si riuniva significava che le cose stavano volgendo per il meglio.
Riteneva necessaria una presenza ministeriale, anche se nessuno aveva più attentato alla scuola sapeva che qualcuno li stava osservando dall'alto del suo potente trono, dovevano mostrare una parvenza di unità.
E così, fasciata nel suo leggero abito color azzuro pallido, con i lunghi capelli corvini a lambirle le spalle nude, varcò la soglia della Sala da Ballo. La stagione invernale era stata ben rappresentata, ogni angolo mostrava un tripudio di ghiaccio finemente decorato in una tonalità così simile al vestito che indossava da farla quasi scomparire. Poco male.
Si guardò intorno, l'aria che si respirava lì dentro era ... come dire ... rigenerante. Hogwarts aveva bisogno di vivacità e speranza e la Bennet aveva saputo ricostruire la fiducia collettiva riportando la scuola agli antichi fasti. Anche se nessuno avrebbe mai potuto dimenticare. Vagò con lo sguardo, l'ampia Sala non era ancora gremitissima e gruppetti di eleganti studenti che confabulavano scambiandosi occhiate complici donavano un tono di colore. Nessuna coppia tarantolata aveva ancora ceduto alle danze e la visuale le permise di inquadrare, in lontananza, il Docente di Storia della Magia, nonchè fresco Capocasata Serpeverde, alle prese con una giovane ragazza dai capelli ramati. Indugiando in prossimità dell'entrata, agguantò al volo un flute pieno di nonsapevacosa e bevve un sorso prima di immergersi nel paesaggio ghiacciato e polare del salone.
 
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Giorno del ballo
Finalmente il grande giorno era arrivato...mille ricordi invadono Cedric che un paio di anni fa era andato lontano da quelle terre, per svolgere lavori per il Ministero, che sembrava averlo abbandonato..non riceveva più notizie dai suoi vecchi amici, dalla sua famiglia e dai suoi contatti ormai da molto tempo..quella che doveva essere una missione poco duratura, in realtà è durato molto..troppo tempo...e le esperienze vissute avevano cambiato in parte Cedric. Viaggia per le strade di Londra, appena arrivato, si ferma subito in pub come suo solito, amava frequentare i pub inglesi. Si siede per bere qualcosa e pensa..*incredibile..di nuovo qui..* sorseggia lentamente la sua bevanda..e si guarda intorno..nota una coppia di maghi li presente, che scambia opinioni sul grande ballo che si sarebbe tenuto quella sera stessa ad Hogwarts..il ballo di fine anno. Sgrana gli occhi e rimane sorpreso, la lontanza gli aveva giocato qualche brutto scherzo, Cedric sembra aver dimenticato, le usanze e le festività del mondo magico..e soprattutto Hogwarts, aveva dei ricordi bellissimi, sia come studente, ma anche docente, per un periodo aveva insegnato li nel ruolo di Docente di Volo. Si gratta il mento e inizia nuovamente a pensare..*vado o non vado?..mi riconosceranno?*..nutre dei dubbi, non sa come l'avrebbero presa chi lo conosceva, era praticamente scomparso senza avvisare nessuno...anche Camille, che era la donna con la quale aveva legato..un rapporto che andava oltre la semplice amicizia. Si alza di scatto, prende il suo baule ed esce dal bar..continua a camminare per le strade di Londra non sa da dove iniziare, le cose da fare erano tante..ma ormai la notizia di quel ballo, sembra aver preso la priorità su tutto. Non aveva molti vestiti con sè a parte qualche vecchia tunica che usava, ma non sembrava essere adatta per un ballo..*posso mai andare cosi conciato?...dai Cedric avevi raccimolato una gran bella reputazione qui..non vorrai perderla tutto d'un tratto?* si chiedeva tra sè e sè..ma la tentazione di varcare di nuovo quella soglia..di quel posto che lui amava era troppa..e come spesso accade, decide di andare cosi come era conciato..non aveva nulla da perdere. *tanto si saranno anche dimenticati di me...certo che però cosi, attirerò l'attenzione...ma chi se ne frega..ci vado basta, ho deciso!* S'incammina ancora per Londra per ultimare qualche acquisto utile per lui...e si prepara per andare al grande ballo.



Sera del ballo
Visibilmente nervoso, le mani gli diventano fredde e tremanti...neanche la vista di un mangiamorte gli fa questo effetto e lui stesso non riesce a spiegarselo. *ahhhh, ma come è possibile devo restare calmo...non posso apparire visibilmente nervoso.* Ormai arrivato alla soglia del castello..si ferma e lo osserva...*fantastico come sempre...* Con il cuore che gli batte a mille percorre qualche piccola rampa e si ritrova al piano terra del castello, poco distante c'èla sala da ballo, intravede molti studenti, che chiacchierano e anche qualche mago e strega..prima di entrare si dà una sistemata alla giacca, alza il cappuccio, e sistema il ciondolo che porta ormai sempre con se...*bene, ora entro...si proprio ora* ripete a se stesso come per incoraggiarsi..*..a passo lento s'incammina..e nota alcune facce che lo fissano..tutti con vestiti eleganti, collane..si sentiva a disagio...cercava di evitare quegli sguardi da sotto al cappuccio e varca la soglia della sala da ballo..*ecco..ci siamo...* la sala è ben addobbata, si respira la magia nel verso senso della parola..chiude gli occhi per un istante e si abbandona a quella splendida atmosfera...li riapre dopo qualche secondo e nota una moltitudine di facce nuove..*dio quanta gente che non conosco, sono stato lontano per cosi tanto tempo?* riesce però a scrutare qualche faccia conosciuta...e pensa *ah meno male, almeno qualcuno che conosco c'è..dev'essere cambiato tutto...*...procede a passo lento, e si fionda nel prendere qualcosa da bere, gli viene versato un vecchio whisky ringrazia e si volta verso la folla..riesce a scrutare una persona in particolare che sembra conoscere..la fissa bene..e...*oh no..è lei..Camille! e adesso cosa faccio? cosa le dico? *era in netta difficoltà e il bicchiere che aveva mano quasi cascava per terra...*bene, farò finta di non vederla cosi non verrà da me..* non che avesse paura di incontrarla, ma non sapeva cosa dirle, era scomparso senza preavviso...ed era evidentemente nel torto!..*si sistemò meglio il cappuccio per non farsi notare...ma...ha la strana impressione che quella sera non sarebbe stata la migliore per lui...*ecco iniziamo bene...non mi sento ancora pronto per affrontare il mio passato..* ma ormai è li e non poteva fare altro che rimanerci..



Edited by † Cedric Eric Black † - 23/12/2013, 01:09
 
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view post Posted on 22/12/2013, 19:47
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A_STARA_STARA_STARA_STARA_STARA_STAR

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Non riusciva ancora a credere di aver preso quella decisione. Di lì a poche ore avrebbe nuovamente varcato la soglia di Hogwarts per presenziare al Ballo di Fine Anno. Non ci andava da anni, anche quando lavorava ancora nella scuola aveva sempre ben altro da fare che partecipare al Ballo. Forse l’ultimo a cui aveva assistito risaliva a quatro/cinque anni prima, forse di più. Forse aveva consegnato una Coppa a qualcuno più di recente, ma anche da quel fatto erano di certo ormai trascorsi diversi anni. Ed ora era passato più d un anno dall’ultima volta che aveva messo piede nella scuola. Ed era proprio per quello che aveva deciso di auto-spronarsi e decidersi a partecipare a quell’evento: doveva smetterla di fuggire dalla realtà. Aveva scelto, nel momento in cui aveva accettato l’intervista di Arya di far sapere a tutti la verità ed ora era giunto il momento di affrontare le conseguenze di quella scelta. E di ricominciare a vedere il mondo tenendo la testa alta. Ci aveva messo giorni per arrivare a quella decisione, ma alla fine si era convinta. Ed era dovuta passare al punto successivo: cosa mettere. Non era mai stata particolarmente vanitosa, tranne per ciò che riguardava i suoi capelli, che curava in maniera maniacale e di cui era sempre andata molto orgogliosa, ma per quella serata voleva essere perfetta: se doveva essere esposta in quel modo al giudizio della gente, almeno sull’aspetto non avrebbero dovuto trovare nulla da ridire. Per fortuna, aveva risolto senza troppi inconvenienti anche quel problema: la bottega di Vestiti e Vestiti era sempre fornitissima e anche per quell’occasione vi aveva trovato un vestito assolutamente perfetto. Aveva dovuto adattarlo leggermente, ma poteva dire di essere a posto. Le scarpe erano state un problema maggiore: detestava i tacchi con tutta se stessa, appoggiava le scarpe alte solo se avevano un comodo plateau, ma non era riuscita a trovare nulla del genere che andasse bene… finché non si era ricordata di essere una strega. Aveva quindi acquistato un paio di decolté con un tacco vertiginosamente alto e le aveva opportunamente incantate per renderle comode. Nessuno però se ne sarebbe accorto, dato che erano opportunamente coperte dal vestito. E una volta sistemati vestito e scarpe, era giunto il momento dei capelli. Aveva pensato di tirarli su, all’inizio, ma poi aveva deciso di lasciarli sciolti, senza alcun fronzolo. A quel punto, era pronta. E senza che se ne rendesse conto era giunta l’ora di raggiungere Hogwarts e presentarsi alla festa. Trasse un profondo respiro, quindi si smaterializzò ala volta del giardino. Mosse poi rapidamente i passi che la separavano dal portone d’ingresso, ed entrò. Ricordava ancora alla perfezione l’ubicazione di ogni singola stanza e non ci mise molto a raggiungere la Sala da Ballo adiacente alla Sala Grande. Il portone spalancato mostrava un’ambientazione tipicamente invernale: ghiaccio, ghiaccio scintillante in ogni dove. Un brivido l’attraversò al pensiero: sperava non fosse freddo come appariva. Mosso il primo passo, la scarpa sembrò volerla far cedere: avrebbe dovuto stare attenta, a quanto sembrava non era stato pensato di impedire scivoloni. Mosse piccoli, cauti passi, guardandosi contemporaneamente intorno: c’erano tantissime facce nuove, gente perlopiù sconosciuta…mam c’erano anche volti noti. Sorrise individuando Arya, quella ragazzina che ultimamente sembrava essere onnipresente ovunque lei andasse. E poi c’era Camille, di certo l’amica non sarebbe potuta mancare ad un ballo ad Hogwarts. Stava per andare a salutarla, quando la parte maligna di lei, decise di cambiare direzione. Ricordava fin troppo bene ciò che era successo durante l’ultimo ballo in cui aveva avuto a che fare con una studentessa… ma con quella studentessa non c’erano pericoli, dato che già sapeva tutto. Si avvicinò quindi ad Arya, sorridendo:
-Miss Von Eis, che piacere incontrarla anche qui. Sembra proprio che ultimamente non facciamo che frequentare gli stessi posti- Nel frattempo, continuava a guardarsi intorno, curiosa di vedere chi altro sarebbe giunto e non poté fare ameno di notare Camille al tavolo delle bevande con un flute in mano. Sospirò, scuotendo la testa, quindi tornò a rivolgersi ad Arya:
-Spero che la serata sia di tuo gradimento e… i miei complimenti, sei davvero incantevole. Ora, scusami, vado a recuperare qualcuno, prima che cominci a trincare troppo- concluse on un sorriso, quindi si mosse in direzione di Camille, silenziosa come un gatto, facendo in modo di arrivarle alle spalle
-Signor Ministro, ha intenzione di saccheggiare il tavolo delle bevande e dare spettacolo? Suvvia, un po’ di contegno per Morgana!- Non poté evitare di ghignare alla sua stessa affermazione: chissà come avrebbe reagito l’amica.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 23/12/2013, 00:40




Per quale dannato assurdo ed incomprensibile motivo aveva accettato di partecipare a quell’evento? Continuava a domandarselo, ma la risposta era più che ovvia...dannata quella spilla e dannata la sua caposcuola e le sue manifestazioni di gentilezza, non c’era dubbio che in quel momento per quanto grata del regalo la stesse comunque odiando, ma...ma doveva lasciar perdere, avrebbero seppellito l’ascia di guerra no? Forse...ma almeno per una sera ci avrebbero provato.
I trascorsi tra le due non erano esattamente dei più piacevoli eppure più di qualcosa le costringeva a tentare di andare d’accordo
*E sia...*
Il collega, dal canto suo, sembrava condividere la sua stessa avversione per il ballo, almeno era in compagnia, non si sarebbe sentita l’unica a non voler trovarsi in quella sala e se proprio la serata non si fosse volta al meglio avrebbero sicuramente avuto modo di ideare qualcosa per scappare o renderla meno noiosa.
S’incamminarono tutti e tre senza proferir parola ed Arya si limitò a rispondere con un sorriso all’affermazione di Emily
*Sorridi Arya, è stata carina, gentile, non puoi strangolarla, almeno non così davanti a tutti* erano infatti giunti finalmente nella sala da ballo, il ghiaccio regnava sovrano, ed ogni partecipante sembrava essersi calato perfettamente nell’atmosfera.
“Eccoci qui. Ballate, bevete con moderazione possibilmente ed intrattenetevi con qualche ospite degno di nota.”
La osservò per un attimo indispettita
*E questo cosa sarebbe? Un consiglio, un ordine, l’augurio di una disastrosa serata?* ma non ebbe il tempo di replicare, qualcuno si era unito a loro, per fortuna o per sfortuna, dipende dai punti di vista, si trattava di Von Kraus, indubbiamente uno dei più temuti e rispettati rappresentanti di Serpeverde, nonché anche uno dei più ambigui e sotto molteplici punti di vista antipatici, ma quella sera sembrava un perfetto gentiluomo, nell’aspetto e nei modi.
Rispose con un cenno del capo all’inchino del giovane, quella situazione evidentemente imponeva a tutti un certo tipo di comportamento, ma quanto sarebbe durato? Per quanto ogni studente, docente ed ospite avrebbe mantenuto la facciata? Ecco, forse quel pensiero la sollevò, in certe occasioni le persone danno il “meglio” di se, magari qualcosa di divertente sarebbe anche potuto accadere.
Non fu necessario attendere a lungo per vedere il gruppetto serpeverde iniziare a disperdersi, a dare il via fu proprio la rossa “Vogliate scusarmi un istante, devo congratularmi a dovere con il professor Audley.” Già, il loro nuovo capocasa, in effetti non aveva nemmeno lei avuto ancora modo di fargli le congratulazioni e di dirgli quanto quella scelta la compiacesse, ma ne avrebbe avuta l’occasione, così magari lo avrebbe anche ringraziato per il piccolo favore del ministero, forse più per timore di eventuali domande che per altro non aveva più accennato all’argomento, ma quella sera non era decisamente il caso, d’ora in avanti avrebbe avuto molte più occasioni di incontrarlo.
Bene, se non voleva passar la serata a fare il lupo solitario in un angolo della sala avrebbe dovuto tirar fuori il suo spirito di adattamento, ormai era lì, tanto valeva godersela.
Iniziò a guardarsi attorno, osservando i vari studenti ed ospiti e non si accorse dell’arrivo di una sua conoscenza “Miss Von Eis, che piacere incontrarla anche qui. Sembra proprio che ultimamente non facciamo che frequentare gli stessi posti” non ebbe dubbi udendo la voce su chi fosse a proferir parola
-Miss Dalton- disse voltandosi per guardare la sua interlocutrice -Il piacere è mio...- sorrise -Già, pare che ultimamente siamo destinate ad incontrarci spesso...eppure questa volta doveva aspettarselo...non può mica venire a casa mia sperando di non incrociarmi- stava quasi per mettersi a ridere, ma cercò di trattenersi “Spero che la serata sia di tuo gradimento e… i miei complimenti, sei davvero incantevole. Ora, scusami, vado a recuperare qualcuno, prima che cominci a trincare troppo” la guardò con aria disperata, come a lasciarle chiaramente intendere che si sarebbe voluta trovare ovunque tranne che in quel luogo, ma evitò di dirlo troppo apertamente -Grazie mille Miss Dalton, devo ammettere che nemmeno lei questa sera ha nulla da invidiare a nessuno- convenevoli...convenevoli...convenevoli...quando sarebbero finiti? -Ma suvvia è una festa...non sarebbe divertente se tutti restassero sobri- lo pensava davvero? Probabilmente sì.
La osservò allontanarsi e seguendola con lo sguardo vide che si avvicinava alla professoressa Pompadur
*Se poi ad eccedere sono gli insegnanti non potrebbe che essere più divertente* .
La sala iniziava a riempirsi, studenti ed adulti varcavano il portone d’ingresso, chi già con una meta prefissata, chi invece più insicuro, ad attirare la sua attenzione fu proprio un ragazzo...quanti anni poteva avere? Sicuramente non era uno studente, eppure nel fare il suo ingresso sembrava completamente spaesato, si sarebbe aspettata un atteggiamento più convinto da parte di un adulto, ma in effetti anche il suo abbigliamento la diceva lunga, tutto avrebbe detto tranne che si stesse dirigendo ad un ballo...e loro che si facevano tanti problemi su come vestirsi.
Forse osservare le persone non era proprio la cosa più educata da fare, ma non le interessava molto e quel tipo era abbastanza bizzarro da attirare la sua attenzione, si era fatto versare qualcosa nel bicchiere ed ecco che nuovamente si comportava da ragazzino
*Cosa fai? Vai ad un ballo e ti nascondi?* stava fissando qualcosa, ma cosa? Cercò di seguire il suo sguardo e non potè non constatare che finiva esattamente nel punto dove Caroline si era avvicinata alla professoressa Pompadur.
Congedandosi dai due concasati affrettò il passo verso la direttrice della Gazzetta fermandosi proprio accanto alle due
-Miss Dalton...professoressa Pompadur- le interruppe con un sorriso -Credo che uno degli ospiti sia messo in soggezione da una di voi- e con un cenno del capo indicò lo strambo giovane.
Forse non era stata la mossa più intelligente del mondo, ma se c’era la possibilità di divertirsi perchè non farlo? Se il ragazzo aveva qualcosa da nascondere avrebbe fatto meglio a starsene a casa, presentandosi lì aveva scelto di mettersi in piazza, dunque tanto valeva far notare la sua presenza proprio a chi stava tentando di celarsi
*Arya se prendi Troll in Pozioni sai qual’è il motivo*
 
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view post Posted on 23/12/2013, 01:29
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Il nonsapevacosa appena sorseggiato era alcolico, deglutì sentendo un lieve riverbero di calore imporporarle le guance. Abbassò lo sguardo rigirandosi fra le mani il bicchiere allungato, chiedendosi se quel drink fosse prerogativa dei docenti o se anche gli studenti, quella sera, avrebbero potuto considerarsi in "libera uscita", nel qual caso qualcuno sarebbe di certo crollato nel parco, in mezzo alle ortiche. Non era la prima volta ne sarebbe stata l'ultima, il Ballo di fine anno riservava sempre qualche sorpresa inattesa, la mente vagò per qualche secondo agguantando un "simpatico" episodio accaduto qualche tempo prima, quando due Corvonero, scambiando la Sala da Ballo per una trincea, si erano scagliati addosso di tutto, rischiando di farle perdere la Coppa delle Case. Uno dei due invasati era Lucas.
Una voce riconoscibilissima la raggiunse alle spalle. Ma anche se il tono fosse stato camuffato, vi era solo una persona che avrebbe potuto rivolgersi a lei in quei termini. Si voltò trovandosi di fronte una Caroline altissima tutta sbrillucciante nel suo lungo abito verde smeraldo. O era acquamarina?


"Oh, che lieta sorpresa trovarti qui, in mezzo ai ghiacci polari"

Alzò il bicchiere in segno di saluto.

"Visto l'ambientino un bel vin brulè sarebbe stato opportuno invece di questo affare incolore dal sapore di menta. Ma la nostra illustrissima Preside vuole fare le cose per bene, salteranno fuori dei pinguini per servire il dolce?"

Ricambiò il sorrisetto ironico di Caroline, sapeva che non avrebbe apprezzato la sua "carineria" nei riguardi della Bennet. Ma i convenevoli vennero interrotti dall'arrivo di una giovane ragazza, molto elegante, che le si rivolse indicando una figura incappucciata, fra la folla. La studentessa frequentava la sua aula, l'aveva vista a lezione ma non avrebbe mai ricordato il suo nome nemmeno da miracolata. Guardò nella direzione indicata focalizzando un uomo incappucciato, aveva un bicchiere in mano e l'aria di trovarsi lì per caso, come qualcuno che sbaglia fermata. Aggrottò la fronte ma, da quella distanza, non le pareva tanto diverso da qualsiasi altro, lui stava guardando dalla loro parte.

"Sarà un vecchio studente che ha riconosciuto nella qui presente Miss Dalton la famigerata, vecchia docente di Difesa Contro le Arti Oscure. In effetti mi sentirei un tantino preoccupata anche io"

Eppure vi era qualcosa in quella figura che le suonava familiare.

 
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view post Posted on 23/12/2013, 01:43
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Cedric continua a sorseggiare il suo buon whisky ma ormai non può non aver notato tre figure che lo fissano in modo costante...come per scrutarlo. Una ragazzina, Caroline che conosce, e Camille che incuriosita più di tutte lo fissa cercando di sapere chi fosse. A questo punto sembra palese, ha attirato l'attenzione su di lui e non se la sarebbe scrollata di dosso per tutta la serata..*devo fare qualcosa, i loro sguardi sono diventati troppo costanti..*..le idee non sono molte..o si avvicina e mostra il suo volto...oppure va via dal ballo..ma la seconda scelta non era così giusta...un azione del genere avrebbe fatto incuriosire ancor di più chi lo aveva visto arrivare poco prima e in particolare Camille. Non ha altra scelta..a questo punto...*devo avvicinarmi, non ho scelta*. Poggia il bicchiere di whisky sul tavolo e s'incammina lentamente verso il gruppetto composto da Arya, Camille, e Caroline..ad ogni passo che fa il suo cuore batte a mille, e i ricordi passati con Camille riaffiorano velocemente..il cappuccio copre gran parte della fronte, e di poco gli occhi..da lontano non avrebbero mai potuto vederlo perfettamente. Un espressione seria e decisa quella che si profila ora sul volta di Cedric..non ha più voglia di nascondersi...*questa sceneggiata è durata già troppo...facciamola finita.*...ormai è a pochi passi ed ora è già facimente riconoscibilie...le mani strette a formare un pugno chiuso, gli occhi rivolti solo verso camille, le ciglia inarcate, e le labbra ferme e stabili...non vuole far trapassare più nessun segno di "debolezza"...all'improvviso si ferma..*è arrivato il momento..devo farlo..*è davvero vicino..guarda per un istante Camille negli occhi...e si toglie il cappuccio, mostrando finalmente il suo volto...

 
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Ufficio del Docente/Sera del Ballo ore 20:15

Aveva come la sensazione che stava dimenticando qualcosa,questo
fu il pensiero del docente di astronomia mentre leggeva i compiti
che gli alunni aveva consegnato prima delle vacanze.
Leggeva....leggeva...eppure c'era qualcosa che non andava,qualcosa
che avrebbe dovuto fare e non aveva fatto....ma cosa?...La cena!!
No,Spencer,l'aveva dimenticata altre volte ma mai si era preoccupato
così...Dopo qualche minuto guardando fuori dalla finestra qualche fiocco
di neve scendeva..e fu lì che il docente capì..Il Gran Ballo!!!

Non si era ancora vestito infatti lo fece di corsa,quel maledetto papillon che
non si voleva posizionare il modo ottimale,stava per far saltare i nervi ad
una persona che di pazienza ne aveva tanta.Non sapendo come aveva fatto
uscì dal suo studio vestito di tutto punto...con uno smoking davvero molto
classico..ma d'altra parte nessuno si sarebbe aspettato da lui qualcosa di
diverso....


Gran Ballo ore 21:15

Arrivato in sala da ballo iniziò a guardarsi attorno riconoscendo alcune figure
come il ministro della magia,alcuni suoi colleghi con i quali non aveva mai
parlato come il docente di storia della magia altri come la vice preside conosciuti,
Miss Dalton,ed alcuni studenti. Rimase per un'attimo in disparte,aveva bisogno di bere,
chissà se li da qualche parte ci fosse stato dell'alcool....di sicuro lo avrebbe scoperto presto.

 
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