Adempimento., Per Nathan Scott.

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†Kira.
view post Posted on 26/1/2014, 17:17




Alan ci aveva pensato bene lungo tutto il tragitto. Alla fine la decisione di quale incantesimo farsi insegnare fu obbligata. L'Everte Statim. Non era proprio il genere di incantesimi che più apprezzava, ma la sua capacità magica non gli permetteva di andare oltre.
La strada era stata lunga e faticosa fin dall'inizio. Era riuscito a uscire dal portone principale senza farsi notare e subito era dovuto scivolare verso la Foresta Proibita. Costeggiandola entro il primo filare di alberi era giunto ai confini del parco di Hogwarts e da lì era uscito. Si era calato il cappuccio in testa ed aveva iniziato la strada verso Hogsmeade lievemente zoppicante. A quel punto nessuno più lo avrebbe potuto riconoscere come studente. Era solo una figura incappucciata piuttosto bassina che camminava lievemente zoppicante. Nessuno si sarebbe avvicinato a parlare ad una figura col volto coperto in quei giorni tormentati, e questo era un bene per i viandanti che come lui preferivano mantenere al sicuro la propria identità.
La Via era lunga e sterrata, ma fortunatamente quel giorno era poco trafficata e la temperatura era gradevole. Da lontano riusciva a vedere la Stamberga Strillante e cercava di architettare un modo per entrarvi senza farsi vedere. Sapeva bene delle leggende sui fantasmi che infestavano la casa, e sapeva anche che da anni non se ne sentivano e mai era accaduto che si sentissero di giorno.
*In pratica fino al tramonto sono tranquillo, poi m'inventerò qualcosa...*
Quando si trovò a meno di dieci minuti di cammino da Hogsmeade riuscì a notare un punto in cui la staccionata era danneggiata e dal paese non si vedeva grazie ad alcuni cespugli fitti. Forse era da lì che gli studenti più arditi erano entrati prima di lui nel terreno della Stamberga. Questo lo rinfrancò. Si avvicinò di soppiatto, controllò di non essere visto e si introdusse nella proprietà. Da lì erano poche decine di metri dalla casa, ma preferì costeggiare la staccionata finché non fu arrivato al punto in cui dal villaggio non l'avrebbero potuto più vedere. In quel momento si incamminò direttamente verso la casa. Entrare non fu difficile, nonostante la neve. C'erano svariate finestre rotte al pianterreno e da una di esse il ragazzo riuscì a intrufolarsi nella costruzione. Nonostante dentro fosse illuminato dai raggi del sole, la cosa era piuttosto spettrale. Superata l'inquietudine iniziale decise di trovare un posto dove nascondersi in modo da attendere l'arrivo del ragazzo che aspettava. Non sapeva come riconoscerlo, ma supponeva che non si sarebbe addentrata molta gente lì quel giorno. I mobili erano tutti o quasi in situazioni drammatiche. Rotti o semidistrutti.
Alan estrasse la bacchetta, non sapeva quanto avrebbe dovuto attendere né se c'erano presenze pericolose nella costruzione. Aveva tutti i sensi all'erta e la pessima sensazione di essersi andato a cacciare in un brutto guaio.
Sollevò una sedia e vi si sedette poggiando le gambe sul tavolo. Dava la schiena al muro. Davanti a se aveva la finestra dalla quale era entrato, a destra la porta d'ingresso e a sinistra una porta che portava da qualche parte nella casa. Aveva tutto sotto controllo e poteva riposarsi. La gamba gli doleva parecchio, ma non poteva fare altro. Iniziava ad avere avvero fame.
Nathan Scott sarebbe arrivato?


Edited by †Kira. - 26/1/2014, 17:45
 
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view post Posted on 27/1/2014, 20:22
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Quella mattina seppur non fosse il tempo per la posta, un grosso gufo scuro consegnò direttamente vicino al ragazzo una lettera. Non aveva idea di chi potesse essere il mandante, probabilmente si trattava di un altro compito per l’Oscuro, visto che con la sua famiglia non aveva praticamente rapporto, in fondo chi altro poteva inviargli una lettera? La cosa che fece escludere la possibilità di un chiamata dai De fu il suo nome ben scritto sul retro della stessa, con annessa casata. La segretezza era la prima regola fra i membri del male, quindi non potevano essere loro i mandanti. Aprì la lettera e lesse un paio di volte il messaggio. A primo impatto gli venne da stracciarla, ma questo poteva far trapelare un senso di paura nel non presentarsi, la scelta del luogo totalmente distante da Hogwarts era un’altra cosa che lo incuriosiva. Chi era quel A. I. H.? Loro non si conoscevano, ma allora chi gli aveva parlato di lui? Se qualcosa di oscuro si celasse dietro questa storia non lui poteva tirarsi indietro, e di sicuro se a qualcuno piaceva attirarlo in trappola avrebbe fatto una brutta fine. Erano le 13.45, e al di fuori di Hogwarts la neve invadeva ogni centimetro del sentiero, ma lui a differenza dei più inesperti, grazie alla smaterializzazione sarebbe arrivato alla stamberga in un attimo. Portare del cibo? Fu l’ultima cosa che gli passo nella mente, e sinceramente perché avrebbe dovuto, non sapeva ne chi o cosa l’aspettasse, se l’affare era così urgente la fame avrebbe atteso. Con la bacchetta ben stretta nella mano, giunse all’infestato edificio, lui come creature della notte riusciva a percepire le strane presenza che aleggiavano li introno, fantasmi e spiriti che non cessavano di provar pena in quel mondo che non era più il loro. Con un colpo di bacchetta spalancò la grande porta in legno, rovinata dal tempo e dalle intemperie, chi aveva mandato quella lettera? Dov’era quel misterioso tipo? Non avrebbe esitato un secondo a farlo fuori se tutta la faccenda non lo convincesse abbastanza. Eppure ciò che apparve ai suoi occhi fu solo un ragazzino, piuttosto magro, seduto su una vecchia sedia alla parete opposto alla porta. Nathan lo fissò per qualche secondo, la sua faccia gli era totalmente nuova, era lui quindi.. Avanzò qualche passo entrando nell’edificio, e in quell'istante una forte folata di vento gelido fece chiudere la porta alle sue spalle. - Chi diavolo sei - Enunciò con tono misto fra noia e minaccia, non aveva molto tempo, e quel poco che aveva non gli piaceva certo perderlo..
 
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†Kira.
view post Posted on 28/1/2014, 22:07




Il ragazzo sobbalzò spaventato. Era stato colto alla sprovvista dall'arrivo inaspettato del suo ospite. Effettivamente pensava che sarebbe riuscito a controllare meglio la situazione, invece non era stato capace di reagire. Era lì già da un paio d'ore, stanco, affamato e infreddolito. Forse quei fattori avevano concorso a rendergli i riflessi molto più rallentati. In ogni caso superato il primo attimo di spavento aveva alzato la bacchetta contro la persona che era entrata. Cosa peraltro totalmente inutile perché non sarebbe stato minimante in grado di utilizzare nessun incantesimo in quelle condizioni.
In quel momento però si poneva il problema riguardo a che diamine fare con quella persona. Alan non aveva la minima della faccia di Nathan Scott, quindi non sapeva se aveva appena varcato quella soglia o se si trattava di qualcun altro.
*Che diavolo faccio?*
Doveva dare l'idea di essere più in forze di quello che in realtà era, altrimenti chiunque avrebbe potuto approfittare della sua debolezza, quindi, con un grande sforzo di volontà, sconfisse il torpore del suo riposo e tirò giù le gambe dal tavolo per poi alzarsi. Ovviamente senza abbassare un attimo la bacchetta. Cercava di individuare lo stemma di Grifondoro sulla divisa del ragazzo, ma tra le pieghe del mantello non si capiva. Certamente era uno studente di Hogwarts e certamente era più grande di lui. Se fosse stato un Prefetto o un Caposcuola sarebbe finito in guai ben più gravi di una semplice punizione.


Buon pomeriggio a te.

Il tono di risposta era sarcasmo allo stato puro. Non avrebbe permesso che nessuno lo trattasse come uno qualunque. Poteva anche essere sconfitto a duello, ma non si sarebbe mai piegato moralmente.
Cercava anche di prendere tempo, per non far capire la sua incertezza. Ragionava velocemente sul da farsi. Era assodato che il suo vero nome non sarebbe mai uscito dalla sua bocca. Jace Beleren andava più che bene per l'occasione.
Era spavaldo a vedersi, ma il Serpeverde aveva paura, tanta paura. Fissava gli occhi del suo interlocutore e più o guardava più capiva che ogni parola avrebbe dovuto essere pesata, sembrava qualcuno che perdeva la pazienza rapidamente.
*Vedi te se dopo tutta 'sta fatica devo pure trovare uno scorbutico...*
Continuava ad arrovellarsi su come acclarare l'identità del ragazzo e non ne veniva a capo. Doveva parlare però. Aveva atteso fin troppo.


Puoi chiamarmi A.I.H. o Jace Beleren, a tua discrezione. Il mio vero nome non credo sia rilevante al momento né sicuro da usare.
Tu, piuttosto, chi sei?


Sperava con ogni molecola del suo corpo che si trattasse di Nathan Scott. Altri problemi ora come ora avrebbero significato la probabile fine del suo "viaggio" e non di certo a suo vantaggio.
La fortuna era stata dalla sua fino a quel momento, e aveva bisogno di un altro piccolo pizzico di buona sorte. L'avrebbe avuto?
 
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view post Posted on 31/1/2014, 21:41
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Poco dopo il prepotente ingresso, i suoi iniziali presentimenti furono assodati, quel ragazzo era colui che gli aveva inviato quell’ambiguo messaggio. A prima vista non sembrava una reale minaccia, anzi, seppur lui non giudicasse mai un avversario dall’età, il suo stato fisico appariva pietoso, e probabilmente in quello stato anche la sua forza magica sfiorava il minimo. Nathan per un momento quasi ripensò di non aver portato niente da mangiare a quel poveretto, se doveva fare una missione, sarebbe stato difficile contare su di lui; beh poco male. Mantenendo lo sguardo sul ragazzo e la bacchetta puntata, si avvicinò anch’esso ad una delle vecchie sedie in legno, relegata vicino alla porta. La prese e la spostò al centro della stanza, per poi accomodarsi con lo schienale girato in avanti contro il suo petto, un insolito modo annoiato di sedersi, ripreso dalle usanze babbane. Ora fissava comodamente un probabile bersaglio della sua bacchetta, che da quel livello era praticamente rivolta all’altezza del petto di A.I.H. o Jace Beleren che dir si voglia.

- Sono Nathan Scott, quello a cui hai inviato la lettera -

Così l’aveva ricevuta, e senza indugiare si era presentato all’appuntamento, ora cosa l’attendeva veramente? Cosa voleva quello strano ragazzo da lui, nonostante la sua giovane età, non sembrava neanche uno studente della scuola.

- Allora.. Come sai il mio nome? E qual è lo scopo di questo incontro? -

C’era poco da fare e molto da dire, troppe cose dovevano essere chiarite, e se le informazioni non erano sicure da scrivere su una lettera, ora le avrebbe dovute sentire direttamente dalla fonte. Solo adesso un primo pensiero iniziò a sfiorargli la mente, che fosse un’altra recluta dell’Oscuro Signore? Stava arruolando davvero molta gente ultimamente..
 
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†Kira.
view post Posted on 31/1/2014, 23:17




*E' lui!*
La sua buona stella era ancora dalla sua parte. La cosa sembrava un po' inquietante, non immaginava cosa gli sarebbe successo se gli avesse voltato le spalle. In ogni caso ora la strada era spianata. Si sentì tornare un po' di forze e abbassò la bacchetta. Doveva solo farsi insegnare un incantesimo.
Rimase spiazzato da come Nathan Scott parlava liberamente e dava informazioni su se stesso. Forse il Serpeverde era troppo paranoico, ma continuava a pensare che meno diceva meglio era. Non avrebbe dunque rivelato il suo nome ma avrebbe fatto in modo da dire tutto il necessario e non di più al suo interocutore. Era probabilmente il compito più difficile, parlare senza dir troppo.
Sospirò pensando da dove iniziare. Doveva assolutamente dare un motivo a Nathan Scott per cui avrebbe dovuto insegnarli quell'incantesimo. Doveva essere convincente e non doveva dirgli troppo.
Si grattò la testa chiedendosi se e quando il ragazzo gli avrebbe dato delle vettovaglie. Pensò che dopotutto non gli avrebbe chiesto nulla. Se il Grifondoro gli aveva portato qualcosa l'avrebbe tirato fuori senza bisogno di esortazioni.
Decise di incominciare a parlare facendogli capire chi era e come si trovava lì. Il compito del Grifondoro sarebbe stato spiegato in seguito. Sempre ammesso che volesse ascoltarlo.


Piacere di conoscerti, Nathan Scott. Io sono morto qualche tempo fa, agli occhi di tutti, durante una sanguinosa battaglia a Hogwarts. In realtà sono stato salvato e ora sono in clandestinità. Prima di arrivare qua ho dovuto uccidere un elfo domestico a mani nude per riavere la mia bacchetta. Lo stesso elfo che precedentemente mi aveva rimesso insieme la gamba destra che pare mi fosse stata brutalmente danneggiata...

Prese fiato. Sputare fuori tutto quanto, anche se magari non c'entrava niente, era una liberazione. Non si era accorto di averne bisogno fino a quel momento. E ora non voleva doversi interrompere. Avrebbe dovuto fare attenzione a non dire troppo, ma si rivelava ancora più difficile del previsto.

Dopodiché un uomo incappucciato e mascherato m'ha detto di cercarti. E così ho fatto, senza che nessuno si accorgesse della mia presenza.

Si rese conto che il discorso non aveva senso senza l'ultimo dettaglio e perciò cambiò piano e finì il discorso tentando il tutto per tutto sperando che il Grifondoro accettasse di istruirlo.

Mi hanno chiesto di farmi insegnare un incantesimo da te. E poi non so cosa dovrò fare, sono senza nulla e senza niente su cui basarmi per il dopo-apprendimento.

Concluse tristemente il suo discorso riconoscendo la sua situazione semi-disperata.
*Che cosa succederà poi?*
 
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view post Posted on 2/2/2014, 21:57
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Il ragazzino iniziò a raccontare la sua storia, pareva piuttosto serio e convincente, il suo tono di voce posato ma a tratti titubante, come se volesse dire altro ma qualcosa lo frenasse, forse la prudenza o la paura. Di cosa poteva aver paura? Di uno studente più grande? Nah non poteva essere così, e dopo tutto perché mai doveva temere proprio lui, un Grifondoro? Forse c’era altro dietro, in realtà neanche lui sapeva bene cosa l’aspettasse dopo quell’incontro. La sua presunta morte, nella battaglia di cui Nathan aveva sentito parlare, e poi qualcuno che l’aveva salvato, ed ora costeretto ad una vita lontana da Hogwarts e dalle sue vecchie conoscenza; più ascoltava il suo discorso e più continuava a non vederci chiaro, del suo nome poco gliene fregava, ma doveva sapere contro chi si stava mettendo. Un omicidio, rivelato così apertamente, seppur non di un altro mago ma di un elfo domestico, magari proprio della sua famiglia. Il ragazzo non giudicò quella scelta, l’avrebbe fatta anche lui per riavere la bacchetta. Poi la rivelazione di un uomo mascherato, e stranamente quel frangente del discorso gli parve piuttosto veritiero, era probabile che qualcuno dell’Oscuro lo portasse da lui, e per questo ci doveva essere solo un motivo, un’ulteriore prova per un arruolamento. Nathan doveva insegnargli un incantesimo, non sarebbe stato difficile, il ragazzino era giovane la sua esperienza magica doveva essere molto limitata, un banale apprendimento non sarebbe stato nulla di preoccupante, tutto dipendeva dal lui e da quanto si sarebbe impegnato.

- A mani nude hai detto è.. -

Si alzo dalla sedia per poi spostarla violentemente a ridosso del muro. Fissava quel ragazzino con sufficienza, ma anche con una punta di speranza, se davvero avrebbe voluto entrare nel mondo oscuro, o comunque percorrere anche una personale via fra il male, a Nathan di certo non dispiaceva.

- E sentiamo, che incantesimo vorresti apprendere e perché.. -

Chiese nuovamente, ancora non aveva deciso se continuare quella conversazione o andarsene via, e di certo non insegnava incanti a chiunque e senza una scelta ben ponderata dietro, solo la fermezza e le parole del ragazzo l’avrebbero convinto.
 
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†Kira.
view post Posted on 2/2/2014, 22:32




Solo dopo che aveva smesso di parlare si era reso conto di quanto suonasse inverosimile tutto quello che aveva detto. Eppure, stranamente, il ragazzo di Grifondoro sembrava aver creduto a tutto. Evidentemente sapeva qualcosa che Alan ignorava e per cui tutta la storia poteva sembrargli in un certo qual modo verosimile. Questo il giovane Serpverde certo non lo sapeva, ma neanche lo pensava a dire il vero. Non era interessato a saperne di più su Nathan Scott né nient'altro. A lui serviva solo che gli dicessero che altro fare, che gli dessero un po' di stabilità e principalmente gli interessava di mangiare qualcosa. Purtroppo per lui, però, avrebbe dovuto ancora faticare prima di giungere a qualcosa di ciò che voleva.
Si era spaventato quando il Grifondoro si era alzato dalla sedia e l'aveva spostata con cattiveria verso il muro. Temeva che volesse fargli del male. Il giovane Serpeverde era diventato proprio una creatura debole e indifesa senza neanche accorgersene. In un tempo che sembrava la vita di un altro inanellava vittorie su vittorie al club dei duellanti e adesso temeva le ire di una persona solo perché si alzava in piedi.
Nathan Scott non gli fece domande sul suo racconto neanche per ottenere maggiori dettagli. Evidentemente non gl'interessava particolarmene la sua storia.
*Forse se m'insegna 'sto incantesimo ha un qualche vantaggio anche lui... Chi lo sa?*
Voleva solo sapere che incantesimo desiderava apprendere e la motivazione della particolare scelta. Probabilmente stavano arrivando al punto focale del loro incontro.
Alan sentì quasi la mano destra formicolargli quando il Grifondoro aveva sottolineato il suo assassinio. A distanza di alcune ore la sensazione di un fragile osso che si rompe nelle mani era quasi piacevole.
*Be', allora punto all'Everte... Alla fine è il più potente tra quelli alla mia portata... Certo che però il Confundus... E' più affascinante ma più debole. No, vada per l'Everte anche se non sopporto la misera violenza fisica.*


Avevo pensato a chiederti di insegnarmi l'Everte Statim... Se puoi e vuoi, ovviamente... Mi sembra un incantesimo alla mia portata e.. E' abbastanza forte direi.

Lentamente si stava alzando in piedi, un po' perché gli pareva scortese rimanere seduto, un po' perché iniziava a pensare che forse era arrivato il momento di passare alla pratica.

E' violento e permette di infliggere dolore agli avversari. Io ne ho patito tanto e so cosa vuol dire. Ebbene, avere il potere di guardarli dall'alto in basso e fargli segnatamente del male è una gran soddisfazione.

Sapeva che non si trattava di nulla di che come incantesimo, ma più che a quello non poteva ambire.

E' ovvio che si tratta solo di un accontentarsi. Più avanti punterò a qualcosa di meglio, ma per il momento non posso far altro che accontentarmi, purtroppo...

Sentiva di parlare troppo, e la sua voce si stava arrochendo. Avrebbe fatto meglio a tacere qualche dettaglio in più, ma in quel frangente la lingua sembrava andare quasi da sola.
 
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view post Posted on 8/2/2014, 15:55
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Ascoltava quel che il ragazzino aveva da dire, la sua intenzione, e l’incantesimo che era deciso a padroneggiare. Un semplice Everte, un incanto che il giovane Grifo apprese nei primi anni di scuola, quando ancora la sua esperienza era minima o nulla. Lui aveva detto di essere stato ucciso durante la battaglia di Hogwarts, ma in realtà poi venne salvato, ora era praticamente in incognito, per tutti era morto, per fino per i suoi amici. Non doveva essere facile rimanere soli, e forse anche per questo l’accolito poteva capire la scelta del ragazzo. Un via oscura che fondamentalmente si perseguiva da soli e in segreto, e che poteva donarti il potere. Di sicuro l’unica scelta per quel giovane. Nathan aveva tutte le informazioni che voleva, o che almeno gli bastavano, non avrebbe rifiutato la richiesta del ragazzo, in fondo sapeva che qualcosa attendeva anche lui, qualcosa per cui valeva la pena essere lì quel giorno.

- Per me risulta un incanto ridicolo, ma per la tua esperienza va più che bene, te lo insegnerò e poi sparirai -

Si avvicinò cosi al giovane, voleva che le sue ultime parole gli rimasero ben impresse nella mente, non amava ripetersi

- Non dovrai parlare con nessuno di questo incontro, né che mi conosci, dimentica il mio nome. Se scopro che non hai capito quanto di ho appena detto, ti ucciderò con le mie mani. -

Era serio come mai fin quando aveva varcato quella soglia della stamberga, dopo tutto una vittima in più alla sua lista non avrebbe fatto alcuna differenza..
 
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†Kira.
view post Posted on 1/3/2014, 10:33




Alan sapeva bene che stava richiedendo qualcosa di estremamente semplice per un mago con anche solo un pochino di esperienza in più rispetto a lui, ma non aveva scelta, era costretto ad accontentarsi di quello. Smise di pensare a quanto poteva risultare patetico e lasciò che l'arroganza del Grifondoro gli scivolasse addosso senza lasciare traccia. Non poteva permettersi di perdere altro tempo prezioso in chiacchiere. Aveva il dannato bisogno di imparare quell'incantesimo, e l'avrebbe imparato. Per riuscirci però non doveva assolutamente indispettire il Grifondoro. Aveva bisogno di lui per poco tempo, poi le loro strade si sarebbero divise. Non c'era tanto tempo da patire in linea di massima. Entro poco se ne sarebbe liberato e dimenticato.
Il Serpeverde accettava le minacce e le intimidazioni. Accettava tutto pur di imparare quel che doveva e andarsene di lì il più presto possibile con quello per cui era venuto.


Ok, ok, ho capito. Non ti preoccupare, comunque, non avevo la minima intenzione di parlare di questo incontro con anima viva già da prima che tu me lo dicessi.

Stavano però perdendo troppo tempo e quella era la discriminante principale per la buona riuscita dei suoi progetti. Aveva fretta di finire e non sapeva come farlo capire al suo ospite senza sembrare ingrato della sua disponibilità. In ogni caso stringendo la bacchetta nella mano destra e cercando di avere un tono vago seppur sbrigativo decise di rapidizzare la situazione.

Be', allora che facciamo? Cominciamo? Prima finiamo prima ci salutiamo, quindi forse è il caso...

Sperando che non fosse troppo suscettibile attese risposta.
 
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view post Posted on 8/3/2014, 22:21
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Il ragazzo sembrò aver capito a pieno le parole del Grifondoro, quell'incontro sarebbe rimasto segreto, almeno per coloro che non fossero della cerchia. Già, ma quel ragazzo sarebbe riuscito ad avvicinarsi a quel mondo oscuro? Bastava solo quell'incanto ad aprirgli la porta? Nathan ne dubitava, di sicuro attendevano ben altre prove a quel ragazzino scampato dalla battaglia.

- Bene, possiamo iniziare. Se non lo sai questo incanto scaraventa all'indietro il proprio avversario molto rapidamente, e può essere utilizzato anche contro animali o qualsiasi essere vivente e contro oggetti inanimati, sui quali avrà lo stesso effetto. -

Prese a parlare quasi fosse un docente, muovendosi avanti e indietro per la stanza, se doveva fare una cosa era il caso di farla al meglio.

- Va effettuato raccogliendo il braccio quasi intorno al collo, arrivando a poggiare la mano sulla spalla opposta; in questa posizione, con il braccio ancora fermo, si pronuncia la prima parte della formula “Everte”. In seguito il braccio va mosso rapidamente, estendendolo verso l’obiettivo pronunciando la seconda parte della formula “Statim”.
Non necessita di molta potenza, ma di molta decisione e forza di volontà -


spiegò con la maggior chiarezza possibile l'esecuzione dell'incanto, mimando anche il movimento della bacchetta, ora sarebbe toccato al ragazzo cimentarsi col primo tentativo.

- Prova a castarlo su quella sedia, ti ci vorrà un po' di pratica, e molta concentrazione -

concluse indicando l'oggetto, quel breve cammino verso l'apprendimento era iniziato..
 
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9 replies since 26/1/2014, 17:17   164 views
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