Al cospetto di sua Eminenza Illustrissima Purissima Levissima Ministro Pompadour

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Arya Von Eis
view post Posted on 14/2/2014, 14:15




14 Febbraio Dormitorio Femminile N.3 Serpeverde

Cuoricini...coppiette...fiori...cioccolatini...il castello sembrava invaso da studenti in preda al diabete...tutti indaffarati a dichiararsi amore più o meno eterno, quando poi per il resto dell’anno s’insultano, si tradiscono e a momenti si picchiano...il giorno di San Valentino sembrava una parentesi completamente fuori dal mondo *Ma per carità* così prima che le si cariassero tutti i denti, compresi quelli del giudizio che ancora non aveva si affrettò a raggiungere il suo dormitorio, al sicuro dal miele che grondava da ogni angolo delle pareti.
Lasciò cadere a terra la borsa con i libri pronta a tuffarsi nel letto, niente lezioni quel giorno, sarebbe rimasta lì a studiare...già...con tutti gli intoppi e i contrattempi che si erano verificati si era presa leggermente indietro con i compiti, forse era il caso di rimediare.
Ma come da miglior tradizione del Fato...se la scampi da qualcosa ce ne sarà sicuramente un’altra ad attenderti...ed ecco infatti che una piccola busta l’aspettava posata sul letto ancora disfatto
*E adesso? Che altro c’è?*
L’effige ministeriale troneggiava sulla carta, cosa mai poteva volere il Ministero ancora da lei?
*Santo Salazar se è ancora quella strega da strapazzo sta volta gliene dico quattro*
Aprì frettolosamente la busta ed estrasse il foglio al suo interno, poche parole che non lasciavano dubbi sul tono autoritario di quell’invito “La Signoria Vostra è convocata il giorno 15 febbraio ore 11,00 al primo livello, Ufficio del Ministro.”
Si lasciò cadere sul letto tenendo quel foglietto tra le mani
*Nell’ufficio del Ministro? Ma la professoressa Pompadour non faceva prima a convocarmi qui al castello senza farmi fare i km per raggiungere il Ministero?* scrollò il capo, ogni tanto non capiva il perchè del complicarsi la vita, era così semplice, stavano tutte e due ad Hogwarts e invece no, come se quasi fosse a conoscenza della sua poca simpatia per quel luogo e quasi a farle un dispetto, desiderava incontrarla in quel diamine di posto *E poi che ho fatto? Non mi pare di aver ucciso nessuno e se l’ho fatto giuro che non ne sono consapevole*
Si sarebbe forse dovuta preoccupare, non doveva essere poi una cosa così rassicurante essere convocati da sua Eminenza il Ministro, ma non c’era nessuna spiegazione, nessuna indicazione sul motivo di quella richiesta, che senso aveva sbatterci la testa contro? Di certo non intendeva passare quella giornata a ripercorrere ogni sua azione nel tentativo di capirci qualcosa, il giorno seguente sarebbe andata all’appuntamento e avrebbe svelato l’arcano.


15 Febbraio ore 10.30 Ministero della Magia

Si trovava nuovamente davanti all’ingresso per i visitatori, l’ultima volta che era stata lì aveva sperato di non metterci più piede, ma evidentemente qualcuno aveva deciso che non doveva propriamente andare così, questa volta si era presentata in divisa scolastica, non aveva idea dei toni di quella conversazione, non aveva idea del grado di formalità di quell’incontro, così indossando i panni della studentessa si era evitata la scelta dell’abbigliamento più consono alla situazione.
Era in orario, forse anche un po’ in anticipo, ma vista la confusione di quel luogo era meglio tenersi larghi coi tempi, raggiungere l’ufficio desiderato poteva rivelarsi impresa assai ardua.
Compose il numero, rispondendo alla vocina che le faceva le solite domande di routine, targhetta appuntata sul petto e via...pronta per gettarsi in quella corrente di maghi e streghe che frettolosamente cercavano di raggiungere un qualche luogo dell’edificio.
Se la prima volta si era trovata in difficoltà a trovare ciò che cercava, questa volta sarebbe stato molto più semplice, sapeva già come funzionava e soprattutto...l’ufficio del Ministro non era poi così complicato da trovare.
Man mano che si avvicinava al luogo dove le avevano indicato trovarsi l’ufficio, iniziò a domandarsi il motivo per il quale si trovasse lì, seriamente non riteneva di aver fatto nulla di sbagliato, come nemmeno riteneva di aver fatto qualcosa per meritarsi un qualche encomio particolare, dunque che diamine ci faceva al Ministero?
Non lo sapeva, ma lo avrebbe scoperto a breve e sicura della sua innocenza bussò alla porta annunciandosi
-Professoressa Pompadour sono Arya Von Eis, voleva vedermi?- forse avrebbe dovuto chiamarla Ministro, ma per lei era la professoressa di pozioni, anche se si trovavano fuori dalla scuola.
Attese l’invito ad entrare, la preoccupazione non sfiorò minimamente i suoi pensieri, anzi, in quel momento a prevalere era la curiosità, si mise comunque nell’ottica di trovarsi di fronte alla più alta carica del mondo magico
*Rispetto ed educazione* ma sicuro avrebbe risposto a tono, non era solita trattenersi, certo, con elegante educazione.
 
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view post Posted on 16/2/2014, 15:53
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Hogwarts

Quella mattina si era sentita in pace con il mondo.
Quella mattina avrebbe potuto sopportare il cinguettio degli uccelli ed il fastidioso tiepore del sole.
A voler esagerare anche una ciambella glassata di Rhaegar.
E per raggiungere l'apoteosi un incontro fortuito con Fuco Lindo.
Si, quella mattina poteva davvero essere una buona mattina. Si era svegliata di buon ora, le pantofole lilla le parevano stranamente più soffici del solito, i capelli corvini ricadevano ordinatamente sulle spalle di loro spontanea volontà e LEI aveva iniziato addirittura a canticchiare.
In effetti il dubbio che qualcosa potesse rovinare l'idillio le era venuto, osservando la propria immagine davanti allo specchio si domandò a voce alta:


"Beh, dove sta la fregatura?"

La fregatura stava a qualche metro da lei, bella spaparanzata sulla scrivania (o quella che poteva sembrare vista la mole di oggetti di vario genere che ne celavano le fattezze).
Il giornale del mondo magico, la "rinomata" Gazzetta del Profeta, se ne stava lì, ripiegata su se stessa, le dedicò una occhiata distratta mentre si appuntava il mantello intorno al collo, l'orario era ancora inaccessibile per pensare, anche solo per scherzo, di leggerla. La agguantò, invece, con la mano destra e colpì con forza un punto indefinito della parete spiaccicando sulla fronte di una bella donna che sorrideva in prima pagina - e che solo dopo scoprì essere Caroline - qualcosa che volava basso.



Londra - Ministero

Seduta alla mastodontica scrivania, si apprestava a godere di uno dei più agognati momenti della sua giornata lavorativa: il caffè. Per sfruttarlo al massimo aveva necessità di mantenere la mente libera, magari dedicandosi a letture frivole e di poco spessore. Ma dove aveva messo la Gazzetta del Profeta? Si guardò intorno scrutando ogni piano visibile, spostò qualche pila di fogli nelle immediate vicinanze, poi si alzò battendosi una mano sulla fronte. Aveva notato che il tavolino manifestava già da qualche giorno problemi di stabilità, il curriculum di quell'idiota di investigatore si era ormai consumato ricreando un dislivello fra le gambe che lo faceva traballare. Ecco dove aveva messo la Gazzetta, per una volta il giornale le era davvero servito per risolvere una questione di pubblica utilità! Si chinò nel tentativo di recuperarlo, se qualcuno fosse entrato in quel momento la sua immagine si sarebbe sgretolata all'istante, la visione del Ministro che gattonava come un quadrupede fra le gambe di un tavolo sarebbe apparsa alquanto sconveniente.
Prese nuovamente posto sventolando il giornale in aria qualche secondo, le estremità delle pagine si erano ripiegate verso l'esterno e l'insetto spiaccicato aveva quasi coperto il volto della donna ritratta in prima pagina ma lei la riconobbe ugualmente.
Sorseggiò il caffè aggrottando la fronte.

Qual'è il compito di un giornalista?
Oh, bella domanda. Un giornalista normale o un giornalista della Gazzetta?
Cosa mi aspetto? Che esca finalmente la verità.
Si agitò sulla sedia, inquieta.
Gli studi non li ho finiti.
Eccola là, di nuovo. Sospirò scuotendo la testa, un leggero sollievo le fece nuovamente affluire il sangue imporporando le guance. Dunque si trattava di questo, la verità riguardo la sua crescita. Scorse rapidamente la parte relativa a Zahara, che conosceva fin troppo bene poi sorseggiò il caffè dedicandosi all'ultima parte dell'intervista.
Quando alzò la testa dal giornale era furente. Ricordava esattamente ogni parola della versione ufficiale che lei e Rhaegar avevano ritenuto opportuno divulgare, anzi, a dirla tutta neanche il Capo Auror sapeva nulla di quel fantomatico avviso, la circostanza che il "Dio" avesse tentato di trattare con Caroline, allora Preside di Hogwarts, chiedendo l'evacuazione in cambio di una promessa di non belligeranza era nata e morta fra le mura del suo ufficio, si trattava di una notizia segreta, riservata, off limit. Come aveva fatto quella ... come si chiamava - seguì con il dito la parte finale della pagina fino a trovare il cognome della giornalista - Von Eis, a sapere cosa loro si erano detti in una riunione riservatissima?
Si coprì il volto con le mani pensando a tutte le famiglie che avevano perso i loro figli, nipoti, padri durante la battaglia ... come avrebbe potuto spiegare?
Il primo impulso fu quello di recarsi immediatamente a Villa Dalton, ma forse Caroline sarebbe giunta da lei una volta letto l'articolo, il dubbio che potesse essere stata davvero l'amica a raccontare la cosa alla Von Eis non la sfiorò neanche per un attimo. Il secondo impulso fu quello di rifugiarsi al Quartier Generale, ma non avrebbe retto ad un altro attacco trasversale da parte del Capo Auror. Quindi fece l'unica cosa sensata, convocò la giornalista per il giorno seguente.

Ed ora attendeva, seduta, che Arya Von Eis varcasse la soglia del suo Ufficio. Non aveva fornito spiegazioni nè aveva voluto rendere meno formale quell'ìncontro scegliendo Hogwarts. Nossignore. In quel momento la studentessa rappresentava un pericolo e come tale doveva essere trattato. Ogni tanto lanciava occhiate assassine alla porta, le tempie pulsavano e le mani giunte poggiate sul piano di legno mascheravano il desiderio di prendere la Von Eis a pallate.
Infine udì bussare, pochi tocchi seguiti da una vocina tranquilla.


"Avanti"

Rispose con altrettanta, disarmante pacatezza.
Pace e amore di facciata. Prima avrebbe sentito cosa la Von Eis avesse da dire. Poi si sarebbe dilettata nel tiro al piccione.

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 17/2/2014, 02:05




Non attese molto prima di riceve una risposta, nemmeno il tempo di formulare una prima ipotesi sul motivo di quella convocazione e la leggiadra voce del Ministro la stava invitando a varcare la soglia, tranquilla, ben educata, nessuna inflessione a denotare un qualsiasi stato d’animo alterato, ma era pur sempre al cospetto della più alta carica del mondo magico, come minimo necessitava di mantenere una certa apparenza se voleva sopravvivere in quella giungla di Ministero.
Aprì delicatamente la porta dell’ufficio, richiudendola poi alle sue spalle una volta all’interno, la figura di Camille l’attendeva comodamente seduta all’immensa scrivania
*E poi c’è chi ha il coraggio di dire che io sono disordinata* l’intero tavolo era sommerso di carte oltre che dei più svariati oggetti, in un ordine probabilmente poco chiaro alla stessa proprietaria, chissà se avrebbe trovato una piuma senza ricorrere ad un incantesimo di appello, ma probabilmente non si poneva nemmeno il problema, ne avrebbe utilizzata una nuova che poi avrebbe accantonata e dimenticata in mezzo al resto.
Si diede una rapida occhiata in giro, il resto della stanza rispecchiava lo stesso ordine sparso
*Se gestisce il mondo magico come tiene in ordine l’ufficio stiamo messi bene* ma non era lì per sindacare le abitudini della donna, a dir la verità non sapeva nemmeno perchè si trovasse lì *Beh...spero non per sistemare...*
Cercando di non palesare quelle sue perplessità avanzava verso la scrivania con passo fermo e deciso, ora che si trovava lì, finalmente, avrebbe scoperto l’arcano mistero celato dietro il misero invito, sempre che ci fosse un reale motivo e che al Ministro non si fosse completamente fuso il cervello a causa degli intrugli che si divertiva a propinare ai suoi studenti durante le lezioni *O magari è colpa dell’alcol* ricordava le parole di Caroline durante il ballo, certo che la professoressa Pompadour in preda ad una balla avrebbe voluto vederla, ci sarebbe stato da divertirsi.
Trattenne il sorrisetto che le si stava già iniziando a disegnare in viso, non voleva di certo iniziare col piede sbagliato, almeno non prima di sentire dalla soave voce del lupo travestito da agnello di quale morte doveva morire, che poi se pensava di intimorirla organizzando quel meeting al ministero si sbagliava di grosso, in una gabbia di leoni forse, ma lì al massimo al massimo poteva ottenere una critica al lavoro dei suoi dipendenti...oh sì...quella non gliel’avrebbe di certo risparmiata.
Il gelo...eppure non si stava male in quell’ufficio...di sicuro pagavano regolarmente le bollette...anche quello avrebbe domandato
*Chissà se al Ministero pagano le tasse*
Una calma apparente, il tono del biglietto era solenne, non lasciava spazio a fraintendimenti, non l’avrebbe sicuramente accolta con the e pasticcini e lei dal canto suo si era presentata lì armata di tutta la sua santa pazienza per cercare di seguire il suo discorso.
Si fermò ad un passo dalla scrivania, senza accomodarsi, le buone maniere imponevano un determinato comportamento, sedersi senza preciso invito sarebbe stato un affronto all’autorità della donna


-Ho ricevuto il suo invito, anche se lo ammetto mi ha lasciata sorpresa, non credo di poterle essere utile in alcun modo- sorrise dolcemente, pronunciando quelle parole con calma ed assoluta tranquillità, in fondo non stava dicendo nulla che non pensasse ma stava tacendo molti dei suoi pensieri -Ma se mi ha convocata immagino ci sia un preciso motivo- *Sempre che non voglia parlare del tempo*
 
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view post Posted on 22/2/2014, 00:12
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Non appena Arya Von Eis varcò la soglia dell'Ufficio si ritrovò a vivere una sorta di dejà-vu. Se il nome della giovane non le aveva detto assolutamente nulla, quel volto le ricordava certo qualcosa. Aggrottò appena la fronte cercando di riportare alla mente la circostanza in cui aveva avuto a che fare con lei, non fu poi così difficile rimembrare, il ballo di Natale rappresentava ancora un ricordo fresco e vivido, sia per tutto il movimento che ne era scaturito, sia per il dolore lancinante ai piedi causato da una indecorosa performance ballerina in coppia con Vincent. Che era il Direttore della Gazzetta, il volo pindarico chiuse il cerchio riportandola al motivo di quella convocazione.
Perfettamente immobile come una statua di cera, seguì con lo sguardo l'esile figura avvicinarsi alla sua postazione. Arya si guardò intorno mascherando abilmente la sensazione di immane disordine che tutti mostravano - più o meno palesemente - all'arrivo.
Quella ragazza conosceva Caroline.
Il pensiero di per sè non presentava alcun aspetto sconveniente ma rappresentava sicuramente una stranezza, considerato che l'amica non insegnava più ad Hogwarts. Era dunque evidente che vi fosse stato un incontro fra le due al di fuori dell'ambiente scolastico, magari proprio in occasione dell'intervista. Aveva da subito ripudiato tale eventualità affibbiando tutta la colpa alla Von Eis, convincendosi che la ragazza fosse riuscita ad ottenere quelle informazioni in altro modo, mediante altri canali e che non vi fosse stato alcun contatto fra lei e Caroline. L'aveva già giudicata e condannata senza concederle il beneficio del dubbio.


"Signorina Von Eis .."

Aprì le mani e le poggiò sul piano contemplandosi le unghie laccate. No, troppo formale.

"Arya ..."

Si affrettò ad aggiungere alzando lo sguardo sulla giovane.

"Le assicuro che non mi diletto a convocare le persone solo per guardarle in faccia. Contrariamente a quello che può pensare sono sicura che trarremo grande utilità da questo incontro. Tutte e due"

Non aveva parlato con tono rigido o alterato ma non aveva neanche mostrato complicità o finta cortesia. Non le importava che Arya si sentisse o no a suo agio, in quel momento stava sfruttando la sorta di timore reverenziale che ogni persona, soprattutto se di giovane età, provava al suo cospetto.

"Si sieda la prego"

Indicò una delle poltroncine ed attese paziente che la giovane prendesse posto.

"Arrivo subito al punto se non le dispiace. Il motivo della sua presenza qui riguarda l'intervista rilasciata dalla Dalton alla Gazzetta del Profeta. Quella che porta la sua firma per intenderci. Gradirei sapere quanto ci ha messo di suo e quanto ha estrapolato dal sacco di farina della intervistata"

Prima che la propria interlocutrice potesse aprire bocca intervenne nuovamente per specificare.

"Glielo chiedo perchè qualche passaggio non mi è chiaro"

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 3/3/2014, 00:33




Decisamente non si trovavano lì per parlare del tempo o della manicure del Ministro...per carità...nulla da dire sull’argomento...le curate manine posate sulla scrivania lasciavano ben intendere che di recente non si era dedicata all’agricoltura, ma di certo non l’aveva “invitata” nel suo ufficio per darle consigli di bellezza...il punto dunque restava sempre lo stesso...*Che diamine ci faccio qui?*
Non interruppe però la sua interlocutrice, magari se non distratta sarebbe arrivata al sodo, illuminandola d’immenso sul motivo dell’incontro, ovviamente, prima, non potevano mancare inutili convenevoli, che poi tanto inutili non erano...le formalità dovevano essere sempre rispettate.
*Utilità? Sono proprio curiosa*
Il tono che le rivolgeva non si poteva assolutamente definire cordiale, senza però cadere nello scortese, semplicemente sostenuto ma pur sempre educato, non sembrava intenzionata ne a metterla a suo agio, ne ad abbassare la conversazione ad un livello che più si addicesse ad una ragazzina, si poteva quasi dire che l’idea di metterla in difficoltà fosse stata ben preventivata.
Le sorrise, accettando la sfida ed accomodandosi sulla poltroncina indicata dalla donna, se voleva dare un certo tono e spessore a quella conversazione non sarebbe stata certamente lei a deluderla.
Forse anche quel gesto contribuiva a sottolineare la sua superiorità in quella situazione, SUO l’ufficio, SUE le regole, i ruoli erano ben chiari e definiti, ma la giovane serpeverde sembrava non curarsene troppo, ancora convinta di trovarsi lì senza apparente motivo, manteneva dunque un’apparenza di calma e tranquillità fuori dal comune, come se qualsiasi cosa la donna potesse dirle, l’avrebbe lasciata completamente indifferente.
Gambe accavallate, braccia conserte e sguardo rivolto verso l’interlocutrice, attendeva che quest’ultima finalmente si lasciasse alle spalle i convenevoli per arrivare al dunque.
Non disse nulla, per quanto cercasse di dimostrarsi rilassata, non poteva contenere troppo a lungo la sua curiosità ed iniziava a diventare impaziente, se avesse proferito parola in quel momento, probabilmente il siparietto della persona equilibrata sarebbe crollato, così attese in silenzio e, per fortuna, non dovette attendere molto.
“Arrivo subito al punto”
*Era ora* “se non le dispiace.” *No no...si figuri...non aspettavo altro* “Il motivo della sua presenza qui riguarda l'intervista rilasciata dalla Dalton alla Gazzetta del Profeta.” Osservò la donna perplessa, non riusciva ad afferrare il punto “Quella che porta la sua firma per intenderci.” *Oh sì...avevo intuito* “Gradirei sapere quanto ci ha messo di suo e quanto ha estrapolato dal sacco di farina della intervistata” *Eh? Scherza?* la guardava ora palesemente contrariata per la velata accusa di essersi inventata parte di ciò che aveva scritto, eppure lei per prima doveva essere a conoscenza dei fatti, qualcosa non le tornava.
Stava già per ribattere quando le ultime parole pronunciate dal Ministro le diedero modo di riflettere meglio sulla risposta “Glielo chiedo perchè qualche passaggio non mi è chiaro”
*Sapesse a me...Ora poi...*
Sospirò rumorosamente, giusto per accentuare quel suo disappunto, poi molto tranquillamente rilassò l’espressione del volto scostando leggermente la schiena dalla comoda poltroncina per sporgersi verso la donna.

-Temo di non comprendere a pieno la sua domanda...o forse dovrei dire...la sua insinuazione- attese qualche istante giusto per enfatizzare il concetto -Dato l’argomento...credo lei sappia bene come i fatti si siano svolti...Dunque mi dica...ho per caso scritto qualcosa di non rispondente alla realtà?-

La completa buona fede della giovane giornalista la portava a chiudersi sulla difensiva, si era in tutto e per tutto fidata di Caroline, prendendo per buone le sue verità e riportandole nero su bianco sulla Gazzetta, se qualcosa non andava bene di certo non era con lei che doveva prendersela *Ambasciator non porta pena* ma in quel momento era lei a trovarsi in quell’ufficio a dover rispondere e doveva farlo nel modo migliore possibile, per difendersi doveva capire come stessero realmente i fatti, di cosa esattamente la stesse accusando *Sono qui perchè ho scritto il falso o perchè la verità è scomoda?*
Non espresse quel pensiero, aveva già posto la sua domanda e palesare quell’ulteriore domanda avrebbe maggiormente indisposto la sua interlocutrice e, forse, in quel momento non era la cosa più saggia da fare.
 
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view post Posted on 10/3/2014, 12:52
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Aveva preventivato la reazione di contrarietà che Arya non mancò di mostrare, lo sguardo colmo di disappunto la compiacque.

*Uh, la ragazzina ha la coda di paglia*

Quel comportamento la convinse ancor di più della bontà delle sue ragioni e le successive parole buttate lì, fra loro, studiate e coronate da un grande punto interrogativo non poterono che evidenziare l'animo giornalistico e da rapace della sua interlocutrice. In altri contesti le avrebbero strappato un sogghigno, in quel momento dovette sforzarsi di non palesare l'ilarità.

"Non si risponde ad una domanda con una domanda"

Non accennò a mutare espressione, lo sguardo neutro si mantenne fisso sul volto della Von Eis. Si trovava al cospetto di una giornalista della Gazzetta, sapeva che avrebbe dovuto pesare ogni parola, ogni gesto, ogni mimica, anche il tono della voce. Riteneva improbabile che quella ragazzina non avesse compreso la gravità di quanto articolato ma riteneva altrettanto incredibile che qualcuno al vertice del giornale non si fosse posto il minimo problema nell'acconsentire alla sua pubblicazione. Cosa diavolo avevano in testa, scimmie urlatrici?

"E si dà il caso che la mia sia una domanda precisa, se non vuole rispondere lo dica apertamente. Anche se ritengo non vi sia, nei suoi contenuti, una malizia tale da giustificare una reazione così sdegnata da parte sua. Ogni libro, ogni scritto, ogni articolo rappresenta un punto di vista, quello del suo autore. Nessun giornalista potrà mai raggiungere il perfetto grado di obbiettività, tende sempre a metterci qualcosa di suo, a dare una impronta personale a ciò che racconta"

Era stata volutamente misurata, aveva ben altra opinione e non così lodevole dei giornalisti, soprattutto di quelli che lavoravano alla Gazzetta del Profeta ma non avrebbe avuto senso esporla alla Von Eis, non prima di aver esaurito il motivo di quella "piacevole chiacchierata".
Il giornalismo è la ricerca della verità, non l'arroganza di professare per vero qualcosa che non lo è. Le parole di Vincent le rimbombarono nella mente, sentì il sangue ribollirle nelle vene e avrebbe voluto andare da lui e dirgli: hai visto? Ti sei sbagliato, la verità dei fatti non assume mai un contorno oggettivo ma varia a seconda dell'interpretazione che gli si dà.
Congiunse le mani arretrando il busto fino a schiacciarsi contro lo schienale morbido della poltrona, in quel momento non vi erano posizioni comode che avrebbero potuto lenire lo stato d'animo in cui si trovava. Ma non lasciò trasparire nulla.


"Come vede la mia domanda è del tutto legittima. Se non l'ha compresa posso riformularla in modo che la capisca ... a pieno"

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 12/3/2014, 02:48




Quanto avrebbe retto la conversazione? Quanto ci avrebbe messo a cedere lasciandosi andare ad un normale comportamento da ragazzina al cospetto di un’insegnante, no, peggio, del Ministro? Sperava il tempo necessario per portare a termine quella conversazione, ma non sarebbe stato facile, la donna non sembrava intenzionata a concederle nulla, cercare di andarle incontro non era nei suoi progetti e più i toni restavano tesi più la ragazzina si sentiva sotto pressione, rischiando così di tradirsi, o meglio di tradire la tranquillità e l’indifferenza che cercava di palesare, per il resto non aveva nulla da nascondere, anche se il suo atteggiamento poteva lasciar intendere il contrario.
In un primo momento decise di non ribattere, aveva compreso perfettamente quale fosse l’accusa, o la domanda come preferiva chiamarla la donna, ma allo stesso modo doveva essere chiaro per il Ministro che, continuando su quella linea, non avrebbe ottenuto nulla.
La stava lasciando parlare, forse senza ascoltarla realmente, tutto, dai movimenti, al tono di voce, alle parole stesse, lasciavano intendere che di vero ci fosse ben poco, che il tutto fosse una semplice commediola, un teatrino montato ad arte per l’occasione, ma il motivo le era sconosciuto, non comprendeva la necessità di tutto ciò, non potevano semplicemente parlare francamente?
La donna voleva delle risposte, Arya non aveva nessun problema a dargliele, perchè allora sembrava l’esatto contrario? Dall’ottica dei suoi quattordici anni non ci vedeva un senso, che le chiedesse semplicemente ciò che voleva sapere senza girarci troppo intorno e senza far tanto la sostenuta, non c’era nessuno lì a giudicare ciò che faceva erano solo loro due
*Oh...ecco...giusto* capì forse in quel momento il problema...l’aveva convocata per domandarle quanto ciò che era scritto nell’articolo rispecchiasse ciò che effettivamente le era stato detto, dunque non doveva fidarsi particolarmente di lei.
S’incupì leggermente, sapeva benissimo che la categoria dei giornalisti, in generale, non era ben vista, ma dimenticava spesso di farne parte, dunque non pensava mai che i pregiudizi ricadessero anche su di lei.
Se così stavano le cose, se voleva realmente che quella conversazione portasse a qualcosa e a quel punto il Ministro non era l’unica a voler chiarire alcuni punti, doveva forse convincere la donna che aveva davanti una ragazzina e non un mostro a caccia di scoop.


-Professoressa Pompadour...ho compreso la domanda...non sono necessarie ulteriori delucidazioni, ma sì, non ho intenzione di risponderle, almeno finchè non deciderà che questa conversazione è a doppio senso- non voleva apparire troppo arrogante ma se si ostinava a pretendere qualcosa da lei non avrebbe ottenuto nulla -Comprendo le sue richieste, ma non può esigere nulla da me, ho svolto il mio lavoro e l’ho fatto in maniera impeccabile dunque nulla mi costringe a dare spiegazioni, tanto meno a lei, ma non fraintenda, con questo non voglio dire che non lo farò, ma semplicemente che lo farò perchè sono io a volerlo-

Stava per proseguire ma qualcosa interruppe il filo dei suoi pensieri...un fastidioso ticchettio sulla porta, come se qualcuno di molto piccolo stesse bussando, si voltò leggermente notando che proprio sul pavimento davanti alla porta dell’ufficio vi erano due copie della Gazzetta *Nemmeno a farlo apposta* ritenne non fosse il caso di alzarsi per vedere di cosa si trattasse, non voleva irritare ulteriormente la donna e dare la precedenza al giornale piuttosto che alla loro conversazione sicuramente sarebbe parsa come una mancanza di rispetto, anche se forse, conoscendo il contenuto del’articolo, sarebbe risultato utile ai fini della discussione, ma ovviamente non poteva saperlo, così tornò a posare il suo sguardo in quello del Ministro.

-Dunque mi dica, ciò che la Dalton mi ha riferito corrisponde alla verità? Prometto che poi le dirò tutto ciò che vuole sapere, ma odio essere presa in giro e se Caroline l’ha fatto vorrei saperlo-

Non chiedeva tanto, voleva solo capire, capire quale fosse la verità, capire se aveva contribuito a divulgare una falsa notizia rendendosi complice di disinformazione o se il motivo che l’aveva portata lì era diverso, che il Ministro volesse crederci o no ciò che le interessava era solo la verità, non screditare qualcuno.
Aveva iniziato a parlare con un tono sostenuto, quasi sfidando la donna che si trovava davanti, ma alla fine era mutato in quello di una bambina che cercava solo di capire, senza doppi fini, sperava che almeno questo l’avrebbe compreso.
 
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view post Posted on 18/3/2014, 23:55
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Un leggero, leggerissimo colorito alle guance, difficilmente coglibile, fu l'unico segno esteriore di quello che lei stava pensando ed elaborando di fronte al diniego della Von Eis. Non le importava nulla di come la giovane sarebbe giunta a destinazione, se costretta da lei o se volontariamente cosciente, la cosa importante era che le dicesse quello che lei voleva sapere. Che non potesse esigere nulla era tutto da vedere ma non avrebbe fatto ricorso ad altri espedienti sebbene la folle idea di rovistare nella mente della propria interlocutrice aveva preso forma più di una volta e più di una volta era stata respinta. Ma con sempre meno caparbietà.
Osservò l'espressione cupa, da dove veniva la convinzione di aver svolto un lavoro impeccabile? E perchè la Dalton era improvvisamente divenuta Caroline?
La pronuncia, così spontanea, del nome di battesimo dell'amica la spiazzò, per un secondo le sue convizioni vacillarono ed una piccola crepa rumoreggiò guastando lo spesso muro di ostinazione che si era prodigata ad erigere davanti ad Arya.
Le scocciava ammetterlo ma la giovane pareva sincera. Ed era ormai evidente che avesse incontrato Caroline, magari discutendo con lei i contenuti dell'articolo.
Sospirò tornando a protendersi in avanti, conscia che il suo "fare di tutta l'erba un fascio" la stava distogliendo dalla necessità di compiere una valutazione oggettiva della situazione.


"Vede Arya ..."

Un breve intermezzo silenzioso per scegliere nuovamente e con cura maniacale le parole con cui esternare i propri pensieri. La Bennet era un'adulta perfettamente in grado di cogliere i risvolti e le conseguenze di una data pubblicazione, quello che faceva era ponderato e non superficiale e per questo imperdonabile. Lucas era ambizioso e privo di cervello pensante, il suo comportamento aveva un senso se rapportato allo scopo per cui agiva, che era quello di screditarla sempre e comunque. Quali erano le motivazioni di Arya? Inimicarsi il Ministro non era certo una mossa intelligente, soprattutto se uno possedeva aspirazioni importanti.

" ... i rapporti fra il Ministero ed il giornale per cui scrive non sono mai stati idilliaci. Bugie sul mio conto ed in generale sull'operato dell'Istituzione che rappresento e gestisco ne sono state pubblicate a bizzeffe. Capirà quindi che non posso avere una buona opinione dei giornalisti. Anche i buoni di cuore di guance da porgere ne hanno solo due"

Figuriamoci i cattivi.

" Spesso e volentieri non replico, dovrei assumere una squadra di gente solo per quello. Ma il succo del suo articolo mi impone di non soprassedere, soprattutto se consideriamo l'evento tragico che ha colpito Hogwarts - ed il mondo magico in generale lo scorso ottobre - come una ferita ancora aperta e sgorgante sangue. Non dico di non ricordare, tutti lo facciamo ogni giorno con tristezza. Ma occorre una certa sensibilità"

Il tono di voce appariva più morbido ma impregnato di incrollabile diffidenza.

"Tutto ciò che riguarda la Dalton ... la sua crescita, l'incontro fantasioso con la nipote, i sogni ad occhi aperti io non voglio sindacarlo. Posso solo dire che la sua assunzione è stata largamente ponderata dall'allora Preside di Hogwarts. E la Dalton si è rivelata un'ottima insegnante sotto tutti i punti di vista. Il resto non corrisponde a verità"

O almeno non del tutto. Si era sempre mostrata scettica riguardo il racconto di Caroline e lo aveva apertamente manifestato. Ma il punto era un altro e doveva assolutamente appurarlo.

"Per cui, se è stata la Dalton a raccontarle quei fatti, bisogna che lei me lo dica"

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 20/3/2014, 16:13




La conversazione sembrava aver preso una piega leggermente diversa, per quanto il Ministro mantenesse ancora la sua impassibilità ed un assoluto distacco, il suo tono pareva ora meno duro e le sue parole tentavano, almeno in parte, di motivare il perchè di quel colloquio, non si limitava ad esigere una risposta e di certo non sembrava intenzionata a perdersi troppo in chiacchiere, ma almeno si spiegava il perchè delle sue domande.
Sorrise, chissà perchè le più alte cariche ed istituzioni spesso si trovano a non andare d’accordo con ciò che i giornali scrivono, la domanda a quel punto è se veramente i giornalisti si divertono a calunniare gratuitamente i pezzi grossi col solo scopo di screditarli o se le verità che scrivono sono così scomode da far sentire i pezzi grossi in difetto e dunque farli mettere sulle difensive e gridare allo scandalo.
In quell’occasione, sicuramente, l’intenzione di Arya non era assolutamente quella di screditare nessuno, per quanto, ovviamente, ogni dichiarazione porta con se delle conseguenze, l’obiettivo del suo articolo era riportare, nel modo più veritiero possibile, ciò che era emerso dall’intervista ed era esattamente quello che aveva fatto.
Le successive parole del Ministro minarono leggermente la sicurezza della ragazzina, sapeva di non essere una giornalista provetta e che di strada ancora doveva farne e ancor di più sapeva di non conoscere assolutamente tutti i giochi che stanno dietro il mondo della politica, aveva scritto quell’articolo col solo pensiero di dar voce alle parole della Dalton, non si era preoccupata di cosa quelle parole potevano scatenare, forse sì, aveva mancato di tatto, ma non era comunque convinta che la verità andasse sacrificata per evitare scontenti, molti ci avevano rimesso la vita, i sopravvissuti, i genitori, sicuramente non avevano ancora superato l’accaduto e forse mai lo avrebbero fatto, ma era un motivo sufficiente per nascondere loro cosa realmente era successo? No, sicuramente la sua risposta sarebbe stata no, anche se, dopo quelle parole si sentiva un po’ colpevole, ma solo per aver rivangato ricordi dolorosi per alcuni, non per l’aver detto la verità, quello mai.
La conclusione del discorso la lasciò un attimo perplessa, le stava dicendo che lei, che a detta di Caroline era una delle sue amiche più strette, non le credeva, non credeva al suo racconto.
A questo punto era decisamente confusa, perchè Caroline avrebbe dovuto inventarsi una storia così tanto fantasiosa e che, a dirla tutta, non è che la facesse proprio passare per l’eroina di turno? Non riusciva proprio a trovarci un senso.
A quel punto era ovvio, si trovava lì perchè il suo articolo non era piaciuto al Ministro, ma ancora non le era chiaro se per la falsità dei contenuti, cosa che sembrava asserire o se, al contrario, per la loro veridicità e dunque per ciò che quelle rivelazioni potevano comportare.
Qualcosa, però, aveva forse la priorità in quel momento, doveva togliersi di dosso l’etichetta della bugiarda che probabilmente la donna le aveva già appiccicato in fronte, poi, eventualmente, avrebbe cercato di capirci qualcosa di più.


-So che i giornalisti il più delle volte sono mal visti e che la loro reputazione non è delle migliori, immagino che un fondo di verità in tutto ciò ci sia, quindi non dubito che, in alcune occasioni, ciò che si legge sui giornali possa non corrispondere alla realtà, ma in quel caso, nulla le vieta, se vuole, di rispondere. Trovo corretto che chiunque possa aver modo di replicare ad accuse che gli vengono mosse o, in ogni caso, che chiunque sia libero di dire la sua.- stava forse girandoci un po’ troppo intorno, era meglio accorciare il discorso ed arrivare al sodo -Per quanto mi riguarda non ho nessun interesse a distorcere la verità, ci sono già abbastanza fatti strani e confusi così che trovo inutile inventarne altri, dunque, per rispondere alla sua domanda, sì, ho avuto un colloquio con miss Dalton dal quale sono emerse parecchie cose sul suo passato e su quanto accaduto ad Hogwarts, per quanto strane e, aggiungerei assurde, ho trovato il suo racconto convincente e le sue parole sincere, mi sono dunque poi limitata a riportare su carta ciò che mi era stato detto durante l’intervista, quindi di mio c’ho messo veramente poco, se non qualche commento, ma i fatti sono esattamente quelli che la Dalton mi ha illustrato.-

A questo punto, almeno per quanto la riguardava, le carte erano state scoperte, aveva deciso di non continuare a far la sostenuta dato che così facendo non sarebbero venute a capo di nulla, sperava, in quel modo, che anche il Ministro le concedesse qualcosa, qualche informazione in più per comprendere dove stesse la verità, dato che, a quel punto, non sapeva più nemmeno lei a cosa credere.
Da una parte c’era Caroline, presente ai fatti e che si era dimostrata disposta a raccontare cos’era accaduto ed apparentemente le era parsa sincera, seppur la sua storia fosse inverosimile, dall’altra il Ministro, anch’ella presente ai fatti, non sembrava intenzionata a farne menzione, ma allo stesso tempo si premurava di smentire ciò che l’amica aveva affermato.
Ora, la domanda era: se entrambe erano presenti, chi delle due non la racconta giusta? Bella domanda, Arya non era convinta che avrebbe trovato la risposta tanto facilmente, ma nulla le vietava almeno di provarci.


-Le dirò, sono abbastanza confusa sulla questione, capirà che ho scritto l’articolo in buona fede credendo alle parole di miss Dalton ed ora lei viene a dirmi che tutto ciò che mi ha raccontato è falso, può immaginare che a questo punto io non sappia a chi credere- *Non ho intenzione di farmi prendere in giro* -Non ho motivi per dubitare di nessuna delle due, eppure mi pare evidente che qualcuno stia mentendo, sempre che non stia viaggiando su due universi paralleli e allora a quel punto potrebbero esserci due verità diverse, ma la escludo come ipotesi- a quel punto il suo tono mutò completamente, rivolgendosi alla sua interlocutrice con fare molto più affabile e gentile, meno altezzoso -In ogni caso, come le ho detto, se vuole ribattere a ciò che miss Dalton ha asserito, non ho nulla in contrario, quello che m’interessa è la verità e se ci sono due versioni contrastanti è giusto far chiarezza, se vuole, sempre che non abbia qualcuno di fiducia che già se ne sta occupando, posso darle voce sulla Gazzetta, prometto di trattarla al pari della Dalton, ciò che mi dirà sarà riportato senza stravolgimenti.- fece una piccola pausa, doveva assolutamente chiarire un punto -Ma la avviso, non sarebbe una smentita da parte mia, ciò che penso io non è rilevante, semplicemente sarebbe lei a smentire ciò che è stato precedentemente detto, poi saranno i lettori a scegliere a chi credere, quindi non si aspetti che scriva cose del tipo “Mi sono sbagliata nel giudicare la Dalton, ha mentito, si è inventata tutto” no, assolutamente, quelle sono opinioni miei, ai lettori non deve interessare cosa credo io, devono aver di fronte le due verità per poter decidere.-

Non era convinta di aver chiarito bene il punto, anche se le sembrava abbastanza palese, non avrebbe deciso lei, per l’intera comunità magica, chi delle due stesse mentendo, se il Ministro voleva smentire ben venga, lo facesse pure e non si sarebbe tirata indietro, ma non era lei a dover giudicare, tra l’altro, in realtà, non sapeva nemmeno lei a cosa effettivamente credere.
 
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view post Posted on 28/3/2014, 14:19
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Non importa che se ne parli bene o male, l'importante è che se ne parli.
La frase di uno scrittore babbano che aveva letto anni prima riaffiorò improvvisamente come un gas che si condensa. Non era completamente d'accordo, riteneva normale che si scrivesse di tutto e di più sulla Istituzione Magica per eccellenza, i giornalisti andavano a caccia di scoop e se non trovavano notizie fresche farcivano quelle già apprese con nuovi particolari, partoriti dalla loro fervida fantasia. Il punto della questione adesso era un altro. Perchè le parole di Arya avevano dissipato l'atroce dubbio lasciandola del tutto incredula. Non soltanto la giovane aveva avuto un colloquio con Caroline ma Caroline si era prodigata nel narrarle vita morte e miracoli sulle sue esperienze di crescita, sull'assunzione ad Hogwarts per niente meritocratica, sui recenti sogni, sull'evacuazione, divulgando notizie che dovevano rimanere riservate.


"Non ho intenzione di replicare. Almeno non subito. Sicuramente questa intervista innescherà una reazione a catena ed avrò molto da fare nei prossimi giorni".

A distanza di un anno tutti loro avrebbero nuovamente vissuto i successivi e concitati momenti dell'attacco. La Von Eis non era stata coinvolta, il suo "rivangare il passato" poteva trovare una giustificazione nel desiderio di compiere un buon lavoro e scrivere un bell'articolo. E comunque era evidente che fosse stata Caroline a trascinarla su quella strada.

"Lo sconforto e la rabbia dei familiari delle vittime si abbatteranno sul Ministero e su Hogwarts come un fiume in piena"

Parlò a voce bassa, più a se stessa che alla giovane seduta. Ormai il danno era stato fatto e nessuna contestazione avrebbe riportato le cose sul giusto binario.

"Sinceramente non credo neanche quanto una smentita possa essere utile. Io non so se la Dalton abbia o meno vissuto il sogno che lei ha riportato ma si renderà conto che, messe così le cose, viene paventata l'idea di un'alternativa alla battaglia ... alternativa che avrebbe evitato la strage che poi si è verificata. Lei crede che se vi fosse stata una reale possibilità di salvare tutti gli studenti noi non l'avremmo percorsa?"

Era una domanda forse troppo complicata ma non aveva nulla da perdere e voleva che Arya comprendesse la gravità della questione.

"La Caroline Dalton che conosco io non avrebbe venduto la scuola per riacquistare la sua vera età con il bene placido delle alte sfere, questo glielo assicuro".

La Caroline che conosceva lei non avrebbe neanche rilasciato quella intervista, evidentemente il ringiovanimento l'aveva trasformata in un'altra persona. Una mina vagante.

"L'evacuazione della scuola è stata una precauzione dettata dalla volontà di non correre rischi inutili lasciando qualcosa di intentato, non la risposta ai moniti di un pazzo. Quello che è accaduto non era in alcun modo preventivabile, non ci sono stati avvisi o proclami. E adesso la storia è tornata a galla, distorta, e ferite profonde sono state riaperte. Là dove vi erano risposte, anche se atroci, adesso è tornato il dubbio ... la devastazione di chi ha perso un figlio o un parente necessita di certezze, solo da una notizia certa è possibile provare ad elaborare un lutto"

Scosse la testa con aria grave, era davvero amareggiata.

"Non ce n'era alcun bisogno"

Tuttavia, se prima aveva riversato la sua ira sulla Von Eis adesso si rendeva conto di essersi comportata assurdamente, era impensabile che la ragazzina potesse aver avuto modo di accedere a simili notizie. I suoi occhi erano stati foderati di prosciutto per tutto il tempo, semplicemente non voleva credere che fosse stata davvero Caroline a dire tutto e a renderlo pubblico. Quali motivi l'avevano spinta a compiere un gesto tanto insensato?

"Lei mi ha detto di aver ritenuto convincente il racconto della Dalton e le sue parole sincere ... come mai ha avuto questa impressione?"

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 1/4/2014, 16:02




Era evidente che ciò che il suo articolo avrebbe potuto innescare era fonte di preoccupazione per il Ministro...le si poteva dare torto? Assolutamente no...Arya non aveva minimamente pensato alle conseguenze mentre scriveva il suo pezzo e forse questo fu, almeno in parte, un errore, avrebbe per lo meno dovuto svolgere qualche ricerca in più, sincerarsi che ciò che le era stato detto fosse in effetti la verità, prima di lanciare la bomba e non sarebbe forse stato poi tanto male sentire il parere degli altri interessati prima di gettarli al giudizio della folla...ma...non aveva fatto nulla di tutto ciò...forse di strada per diventare una giornalista completa ne aveva ancora da fare, ma ormai il danno era stato fatto.
“Lei crede che se vi fosse stata una reale possibilità di salvare tutti gli studenti noi non l'avremmo percorsa?”

*Devo sul serio risponderle?*
La risposta a quella domanda le sembrava così ovvia, così scontata...non era sicura di dover effettivamente dire qualcosa, sembrava più una domanda retorica, una di quelle alle quali non rispondere, messe lì solo per enfatizzare l’ovvietà della risposta, ma se così non fosse stato, il silenzio poteva essere interpretato nel modo sbagliato.

-Non l’ho mai detto e non lo penso-

Se la strage si poteva evitare, non aveva dubbi che ci avrebbero provato, almeno di quello era abbastanza sicura, per lo meno lo sperava.
Le successive parole della donna erano in contrasto con ciò che Caroline le aveva raccontato, non dubitava che avessero fatto il possibile, ma mentre una asseriva di aver ricevuto un avviso dell’imminente catastrofe, l’altra lo negava e quale fosse la verità ancora restava un mistero.
Non poté però fare a meno di farsi prendere da un leggero senso di colpa, infondo il Ministro aveva ragione, che su quell’articolo ci fosse scritta una verità o una bugia, in ogni caso aveva rivangato dolorosi ricordi e lasciato campo libero a nuovi dubbi
*No...ferma...aspetta un attimo...non è colpa tua...tu hai solo fatto il tuo lavoro...okey non in modo ottimale magari, ma solo il tuo lavoro*
“Lei mi ha detto di aver ritenuto convincente il racconto della Dalton e le sue parole sincere ... come mai ha avuto questa impressione?”
*Bella domanda...”Semplice istinto” non va bene come risposta no?*
In realtà non aveva la più pallida idea di dove cominciare per spiegare le motivazioni che l’avevano spinta a credere alle parole di Caroline, cioè...non c’era qualcosa di particolare, erano più sensazioni, impressioni date gesti, toni di voce, pause nella narrazione, insomma, qualcosa di decisamente soggettivo ed in quanto tale decisamente discutibile.

-Come ha appunto sottolineato...si tratta di impressioni...nulla che con assoluta certezza possa farmi asserire che “Caroline Dalton ha, senza ombra di dubbio, detto la verità”...quando parla con qualcuno non le capita mai di chiedersi se questa persona le stia mentendo o se sia sincera? Sul momento per rispondersi può affidarsi solo all’intuito ed alle impressioni ed è quello che ho fatto io durante l’intervista.- non era convinta che la sua risposta sarebbe piaciuta al Ministro, ma al momento non ne aveva una migliore, doveva accontentarsi della verità, sospirò -Semplicemente mi sembrava parecchio partecipe al racconto che mi stava narrando, non sembrava fosse solo una storia che si limitava a raccontare, quando alzavo lo sguardo dal blocco degli appunti potevo vedere il suo viso, solitamente se qualcuno mente lascia qualche piccolo indizio ed io non l’ho captato, né nei suoi occhi, né nella sua voce...e...okey...non posso di certo ritenermi un’esperta, ma in quel momento dovevo basarmi su ciò che vedevo e ascoltavo- fece una piccola pausa -E poi...mi scusi se glielo dico...ma la storia della Dalton è così assurda, la mette così tanto in una posizione scomoda e discutibile che ho avuto i miei dubbi che potesse essersela inventata, cioè...se io dovessi inventarmi una storia cercherei almeno di passare per quella perfetta, cosa che la Dalton non ha fatto.- *E questo è quanto*
 
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view post Posted on 15/4/2014, 13:11
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Osservò Arya a lungo, in silenzio.
Ne studiò i lineamenti fanciulleschi, quanti anni poteva avere, tredici? Quattordici?
La osservò come se la vedesse per la prima volta chiedendosi se davvero avrebbe potuto aspettarsi una risposta diversa da lei.
Un giornalista esperto e navigato, probabilmente, sarebbe riuscito ad estrapolare quanto utile durante un'intervista, sistemandolo secondo suo gusto, interpretando le parole dell'interlocutore nel senso desiderato, alla eterna ricerca dello scoop della vita. La Von Eis era una giovane studentessa alle prese con uno dei suoi primi articoli, davvero era lecito ipotizzare il possesso di siffatta malizia? Ed era pensabile che Caroline potesse essersi fatta infinocchiare da una ragazzina in erba?
Ripensò ai radi incontri con l'amica, alla crescente difficoltà di comunicazione, all'incomprensione per le scelte compiute da entrambe. Possibile che Caroline avesse voluto scaricarsi la coscienza in una maniera così cruda ed egoistica?
Sospirò abbassando di poco il capo.


"Le devo delle scuse Arya"

Le iridi ametista incontrarono volutamente quelle scure della giovane.
Si, le doveva delle scuse per aver dubitato, crogiolandosi nel caldo tepore di un'amicizia ormai logora.
Le doveva delle scuse per averla accolta con prevenzione e diffidenza senza prima sforzarsi di conoscere la verità dei fatti. Aveva commesso il suo stesso errore ma mentre per Arya era obbligatoria una certa indulgenza dettata dalla inesperienza e dalla giovane età, non vi erano scusanti per il suo comportamento.


"Immagino che i rapporti e gli eventi pregressi con la Gazzetta ed i giornalisti in genere mi abbiano influenzata. Benchè sia tutt'ora convinta che il suo articolo provocherà un vespaio e che il tatto con cui debbano essere trattati certi argomenti non sia stato adeguato, mi rendo conto che le notizie apprese non avrebbero potuto essere recuperate in altro modo. Lei si è fidata di Caroline perchè il suo intuito le ha detto di farlo. Anche a me capita di dare fiducia "a pelle" e non sempre la mia prima impressione si è poi rivelata corretta"

Si strinse nelle spalle.

"Capita"

Passandosi una mano fra i capelli folti si sforzò di mascherare il profondo senso di vuoto che le pervadeva l'anima.

"Ma non creda che, solo per il fatto che una storia faccia passar male il narratore, questa storia sia vera. Certe situazioni vissute male o mai accettate consumano anche la capacità di discernimento arrivando ad alterare la realtà dei fatti. Ti convinci che le cose siano andate in un certo modo perchè la tua coscienza le ha modellate. Così fanno meno male"

In senso di insicurezza e di inadeguatezza di Caroline, caricata di responsabilità solo per aver subito una crescita anagrafica, non si era mai sopito nonostante la fiducia che lei e gli altri docenti, i membri dell'Ordine, gli studenti avevano riposto nelle mani della donna. Un enorme e capiente secchio, quando viene colmato fino all'orlo, non riesce a trattenere tutto il liquido e questo inizia ad uscire.

"Spero che penserà a quanto le ho detto durante la stesura dei suoi prossimi articoli"

Accennò un lieve movimento delle labbra, i lineamenti del volto si fecero meno gravi e più distesi. Un pallido sorriso che intendeva suffragare la nuova posizione assunta nei confronti della giovane Von Eis.
Almeno questo glielo doveva.

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 16/4/2014, 15:30




Mentre tentava di illustrare le sue motivazioni al Ministro, non si era resa conto di aver abbassato lo sguardo più volte, cercando poi di incrociare quello della donna come a voler leggervi una qualche sorta di approvazione per quell’assurda spiegazione.
In realtà si sentiva particolarmente a disagio, odiava non avere una risposta che non lasciasse motivo di replica all’interlocutore, ma in quel caso non c’era, tutto ciò che poteva dire, qualsiasi giustificazione potesse trovare era soggettiva, così soggettiva che lei per prima avrebbe potuto dubitare delle sue valutazioni se ad esporgliele fosse stato qualcun altro, ma...lei si era trovata lì in quel momento...lei aveva dovuto scegliere se Caroline stesse dicendo la verità o meno...il Ministro poteva ritenere le sue valutazioni sbagliate e lo avrebbe accettato, ma non accettava che pensasse a lei come alla classica cacciatrice di scoop a qualsiasi costo, quello no.
Era già pronta a tornare sulle difensive, in realtà non sapeva se tutto ciò che era stato detto potesse bastare alla donna per convincersi che, in ciò che Arya aveva fatto e scritto, non ci fosse nulla di inventato o gonfiato, per lo meno non da lei...
Nessuna risposta, almeno non immediata, solo il silenzio a riempire la stanza, la ragazzina stava tentando d’immagine come il Ministro avrebbe potuto ribattere quando arrivarono le prima avvisaglie di replica, la vide chinare il capo sospirando
*Tre...due...uno* "Le devo delle scuse Arya" *Eh? Cosa?* ci mise qualche istante a togliersi lo sguardo inebetito dal volto, di certo non si aspettava delle scuse, cioè...le esigeva, quello sì, per quanto potesse aver tutte le buone ragioni del caso per dubitare di lei, prima o poi si sarebbe dovuta render conto che, almeno nelle intenzioni, non c’era stato nulla di consapevolmente fatto per danneggiare qualcuno, ma...ma non si aspettava veramente che ciò accadesse, solitamente gli adulti, a maggior ragione se poi coprono cariche che li mettono in netto vantaggio, non si scusano con i ragazzini, al massimo ci girano intorno, trovano un qualche altro pretesto per non ammettere i loro errori, ma in quell’occasione la donna la stava sorprendendo.
*Allora qui al Ministero non siete tutti una banda di mentecatti* ricordava fin troppo bene la bruttissima esperienza con la tizia incontrata in archivio, su di lei non aveva dubbi, mai si sarebbe presa la briga di dire “Ho sbagliato”, ma evidentemente non tutti erano così, qualcuno si prendeva ancora la responsabilità delle proprie azioni, nel bene e nel male.

-Non...non si preoccupi...- *Era ora* non avrebbe mai ammesso con così tanta arroganza che quelle scuse le spettavano di diritto, anche perchè, forse, nemmeno lei si era proprio comportata a modo per l’occasione -anzi...credo che il mio atteggiamento di poco fa sia stato leggermente inopportuno, spero perdonerà la mia arroganza e la mia testardaggine, segno della mia ancora poca maturità nel gestire situazioni che mi mettono sotto pressione- se ne pentiva sul serio? In parte, era convinta di non averle mancato di rispetto, ma in effetti c’era modo e modo per non farlo ed il suo era stato al limite della scortesia.

Le parole successive della donna le diedero la conferma che cercava, valutava la sua scelta di fidarsi errata, riteneva che avesse riposto male la sua fiducia, ma sembrava non dubitare della sua buona fede, anche se questo non sembrava rasserenarla poi molto, quali che fossero le intenzioni, il danno era fatto.
Avevano dunque terminato? Il motivo della sua convocazione sembrava essersi esaurito, il Ministro aveva ottenuto le informazioni che cercava, voleva un qualcuno a cui addossare le colpe per il disastro che di lì a poco si sarebbe potuto scatenare e probabilmente a malincuore si era ritrovata a dover ammettere che, quella volta, screditare un giornalista non sarebbe stato sufficiente, o meglio, avrebbe potuto anche farlo, ma non sarebbe stato corretto, se quelle fossero state le sue intenzioni, non avrebbe neppure perso tempo ad indagare e soprattutto a scusarsi.
Il tono accusatorio si era perso per strada, al suo posto forse la rassegnazione, poteva intuirne il motivo forse, sapeva, dalle parole di Caroline, che lei e la professoressa Pompadour erano amiche e probabilmente la sua “confessione” le avrebbe inevitabilmente portate se non a scontrarsi, ad avere almeno un acceso diverbio, il Ministro non sembrava voler lasciar correre sulla questione, aveva convocato prima lei, nella speranza di scagionare l’amica, ma ora quella possibilità sembrava persa.
Mentre la donna continuava a parlare sembrava quasi volesse dare un consiglio alla ragazzina, non riusciva a comprendere il perchè qualcuno dovesse inventare una storia dove non passava per l’impeccabile di turno, ma le parole dell’insegnante sembravano averle chiarito il concetto ed in effetti, vista sotto quell’ottica, aveva un senso, si trattava più di autoconvinzione, di suggestione che di vera e propria menzogna.


-Non sono così presuntuosa da pensare di essere impeccabile- sorrise, aveva accantonato il tono altezzoso -Accetto qualsiasi consiglio possa aiutarmi a migliorare e del suo ne farò tesoro, di sicuro ha più esperienza di me a trattar con le persone, o non sarebbe Ministro-

Dunque...sembrava seriamente che avessero concluso...fortunatamente per lei nel migliore dei modi, sfortunatamente per la donna, ora arrivava il peggio.
Stava quasi pensando di congedarsi, quando la sua incapacità di stare zitta e di farsi gli affaracci propri prese il sopravvento, in parte anche comandata da quel leggero senso di colpa che aveva provato nel rendersi conto che malgrado le sue buone intenzioni, aveva comunque fatto danni
*E quando mai non ne fai*

-So che non è affar mio, ma in parte mi sento colpevole, l’articolo porta comunque il mio nome...come pensa di agire ora?-

*E certo te lo viene a dire a te...è stata abbastanza chiara sulla questione...non vuole avere a che fare con la Gazzatta...ma non gliel’ho chiesto in qualità di giornalista...certo...e lei ti legge nel pensiero secondo te?*

-Mi scuso, non volevo essere troppo invadente-

Non ebbe però il coraggio di ritirare la domanda ed andarsene, nutriva ancora una qualche speranza di ricevere una qualche minima risposta, in caso contrario, al massimo, la donna sarebbe stata così educata da congedarla gentilmente e lei non se lo sarebbe fatto ripetere due volte, non avrebbe approfittato della pazienza del Ministro ulteriormente.
 
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view post Posted on 29/4/2014, 16:37
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Come pensava di agire adesso?
La domanda le stava frullando in testa già da un po'. Sostenne lo sguardo indagatore di Arya, il suo era un quesito semplice, posto più per istinto che per sete di sapere. La giovane non aveva vissuto momenti piacevoli, si era trovata di fronte un'Autorità prevenuta, aveva dovuto difendersi da accuse, seppur velate e ora probabilmente si sarebbe colpevolizzata per non aver pensato ai risvolti ed alle conseguenze del caso.
Si, le era apparsa arrogante e sfrontata ma non le avrebbe rinfacciato nulla. Un comportamento tutto sommato giustificabile, dettato dalla necessità di difendere il proprio amore per la verità e l'onestà.
Arya sarebbe stata un ottimo membro ES, ne era certa.


"Cercherò di arginare l'arginabile"

Avrebbe voluto rispondere ad Arya con un bel non lo so, ci penserà mammina a risolvere tutto. In verità era un po' stanca. Non aveva scelto di fare il Ministro per crogiolarsi nel bagno di onori, la sua sola preoccupazione era stata quella di prendere in mano una situazione devastata per mantenere compatto un mondo magico ormai allo sbando. Il suo mondo ed il mondo dei suoi studenti. Ma non è possibile fare troppe cose insieme, si rischia di farle male tutte. Bisogna farne una e bene, magari delegando le altre a persone fidate. Solo che una di queste persone, forse la più vicina, aveva deciso di crollare prima del tempo svuotando il vaso di Pandora.
Chi era rimasto? Rhaegar? Lo aspettava al varco, probabilmente dopo aver letto l'articolo le avrebbe scaraventato addosso una ciambella bomba ricoperta di glassa al pistacchio. Lo aveva stramaledetto tante volte per la sua inopportuna ed indecente proposta, se ora si trovava lì in quell'Ufficio era solo colpa dell'Auror.


"E naturalmente ... parlerò con Caroline"

Un'esitazione eloquente, un verbo inadeguato buttato lì per mascherare uno scontro che avrebbe messo a dura prova l'amicizia con la donna.

"Immagino tu abbia un'amica che consideri più amica di altre"

Non aveva davvero senso continuare a mantenere toni formali, non le appartenevano e non vi erano più motivi per farlo. Non sapeva neanche perchè le avesse posto quella domanda, dopotutto il colloquio, per i motivi che lo avevano reso necessario, era giunto al termine.

"Se questa amica tradisse la tua fiducia tu come ti comporteresti? E non mi riferisco ad uno sgarro veniale ma a qualcosa di importante. Vitale"

In effetti forse una ragione c'era. Ma era ancora indefinita e priva di contorni effettivi.

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 4/5/2014, 03:27




Il motivo centrale di quel colloquio era giunto al termine, si aspettava di essere congedata, non in malo modo, assolutamente, per quanto la conversazione fosse iniziata col piede sbagliato ed entrambe, pur non facendo mai venir meno l’educazione, avessero mantenuto dei toni abbastanza ostili, alla fine la questione sembrava essersi risolta in modo pacifico, si erano andate incontro, comprendendo l’una le ragioni dell’altra, ciò permise loro si abbassare le difese e parlare più tranquillamente.
Era già pronta ad alzarsi, convinta di aver sbagliato nel porre quella domanda, quando la risposta del Ministro la sorprese, non solo non la stava congedando, ma oltre che tentare di darle una risposta, aveva tralasciato le formalità per rivolgersi a lei in tono più amichevole, ponendole anche una domanda nel tentativo, forse, di farla riflettere per comprendere meglio il suo stato d’animo del momento.
Cercò di non lasciar trasparire troppo la sorpresa e nemmeno che l’inversione di rotta che avevano preso i toni di quella conversazione le faceva più che piacere, di certo non era nelle sue intenzioni inimicarsi la più alta carica del mondo magico.
Tuttavia quella domanda la spiazzò leggermente, probabilmente non era intenzione della donna metterla in difficoltà, eppure c’era riuscita benissimo, in linea teorica non avrebbe dovuto faticare a rispondere, in pratica invece la questione era molto più complessa.
Non voleva entrare nel merito dell’operato del Ministro, in fondo non era affar suo e probabilmente nemmeno la donna aveva ben chiaro come agire, almeno per il momento, doveva essere un bel grattacapo per lei, immaginava comunque che una chiacchierata con Caroline l’avrebbe fatta e probabilmente non sarebbe stata piacevole, alla fine era per quello che si trovava lì, l’insegnante voleva capire se affrontare l’amica e con che spirito e date le conclusioni, sicuramente, non si sarebbe presentata con i cioccolatini.


-Se posso permettermi, non vorrei che mi ritenesse troppo invadente, se Caroline...cioè miss Dalton mi abbia detto la verità o meno, voi due lo sapete meglio di me, non voglio entrare nel merito della questione, ma, se questo nostro incontro può essere in qualche modo d’insegnamento, forse dovrebbe concederle il beneficio del dubbio-

Non sapeva nemmeno perchè si era presa tutta quella confidenza, perchè il Ministro avrebbe dovuto ascoltare uno stupido consiglio di una ragazzina? Tuttavia l’aveva fatto in buona fede, l’essersi messe entrambe sulla difensiva aveva impedito per la prima parte della conversazione di comprendersi ed arrivare al punto, ma probabilmente quello alla donna doveva già essere chiaro, non le serviva di certo il suo aiuto per capirlo, la sua uscita era stata del tutto inappropriata.
Doveva però ora concentrarsi su quella domanda, il punto principale era: poteva seriamente dire di avere un’amica da considerare più amica di altre? Anzi no, poteva seriamente dire di avere un’amica?
Cercò di far rapidamente mente locale, probabilmente la sua espressione lasciava trasparire quel dubbio, non era convinta di avere una risposta positiva a quelle domande e quella consapevolezza la turbava leggermente.
Prima di Hogwarts non aveva mai stretto nessun rapporto particolare e in ogni caso, se anche l’avesse fatto, con la decisione di tagliare i ponti col passato, avrebbe tagliato anche con quello e...dopo l’arrivo a scuola, beh, si era sempre impegnata per dare il massimo, sacrificando qualsiasi rapporto umano, col tempo si era abituata a quella condizione, anzi, forse era peggiorata, non solo evitava i legami, ma cercava di evitare la troppa confidenza, tenendo tutti a distanza, o quasi, in alcune occasioni in effetti si era lasciata andare, ma non poteva di certo dire di aver coltivato chissà quale rapporto.
Come al solito, quando i suoi pensieri si trovavano a percorrere quelle strade, uno solo era il nome che le veniva in mente, ma di certo non sarebbe stato il migliore esempio per rispondere a quel quesito, teneva a lei forse più di quanto fosse in grado di ammettere, ma, purtroppo, forse anche la situazione in cui si trovavano, in cui avevano scelto di trovarsi, la strada che aveva scelto di percorrere, che da una parte le aveva unite, dall’altra rendeva forse ancora più difficile dire di potersi completamente fidare l’una dell’altra.
Ecco l’ennesimo pensiero che la rattristava, in realtà già le aveva confessato che per nulla al mondo sarebbe stata in grado di farle del male e nel farlo si era esposta a più di qualche rischio, avrebbe disobbedito ad un ordine diretto se si fosse trovata costretta, consapevole, forse non del tutto, delle conseguenze.
In quell’occasione, però, la compagna, non ne aveva approfittato, non ne conosceva i motivi, ma non l’aveva tradita.
Stava comunque divagando con i pensieri ed in ogni caso non poteva essere così onesta col Ministro, di certo quello avrebbe segnato la sua condanna a morte, inspirò profondamente e tentò di abbozzare una risposta


-Credo che chiunque abbia un’amica che considera più amica di altre, io non penso di fare eccezione, per quanto non posso garantirle che la cosa valga anche per l’altra persona- *E questa è fatta* ora però non sapeva come venir fuori dalla seconda parte, si morse il labbro sospirando, cercando le parole per proseguire *Uno sgarro vitale* era proprio il nocciolo della questione -Ecco, se tradisse la mia fiducia...- *Ne morirei...anche letteralmente però* ma quello forse non era il caso di dirlo -...credo mi sentirei smarrita, non saprei cosa pensare, ne come comportarmi, probabilmente, sentendomi ferita, istintivamente, cercherei il confronto con lei- avrebbe voluto dire che si sarebbe arrabbiata, che l’avrebbe odiata, ma non riusciva nemmeno a pensarlo -ma...per capire perchè l’ha fatto e magari risolvere l’ipotetica situazione spiacevole che si è venuta a creare- *Dimentichi che potrebbe non essere risolvibile* mise a tacere quel pensiero -non credo riuscirei ad arrabbiarmi veramente con lei, resta comunque una persona speciale ai miei occhi, cioè, forse lo troverà infantile, ma cercherei di comprenderla, di comprendere perchè l’ha fatto senza colpevolizzarla, ognuno ha le sue ragioni per fare qualcosa, non spetta a me giudicare, posso spiegare le mie, posso cercare un compromesso, ma non posso colpevolizzare nessuno- non sapeva nemmeno quello che stava dicendo, né perchè lo dicesse proprio a quella donna, pensò che forse era meglio concludere prima di rischiare d’incartarsi -Se è diventata importante per me un motivo deve esserci, se dovesse tradirmi non cancellerebbe quel motivo, resterebbe importante e farei qualsiasi cosa per sistemare le cose, un errore non deve essere una condanna.-

Per la prima volta da quando aveva iniziato a parlare guardò il Ministro negli occhi, imbarazzata, forse un po’ preoccupata per la pessima figura che doveva aver fatto, si era ritrovata a parlarle a cuore aperto, probabilmente con discorsi che solo una bambina avrebbe fatto e che un adulto avrebbe trovato sicuramente privi di senso, ma non poteva farci nulla, per quanto cercasse sempre di dimostrarsi più grande della sua età, non sempre aveva la maturità per dare risposte diverse da quelle che dava.
Non sapeva nemmeno se la sua risposta soddisfacesse in qualche modo la richiesta, aveva solo pensato a rispondere, senza tener conto di quali conclusioni potesse trarne la donna.

 
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