~ When you look long into an abyss, the abyss looks into you., [Privata]

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view post Posted on 20/2/2014, 23:15
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Edited by Emily Rose. - 19/2/2015, 23:52
 
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view post Posted on 21/2/2014, 11:37
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Era notte inoltrata e Daddy stava per completare la sua ronda.
Camminando a passo svelto per il piano terra del castello,dopo esser sceso dal primo piano senza troppi preamboli, notò con la coda dell’occhio un ombra sospetta poco distante.
Senza dare ascolto agli ammonimenti del prefetto che era assieme a lui,dato che non era il tipo che rispondeva agli ordini o che gli interessava seguire le regole per portare a termine i suoi doveri, dopo avergli augurato buonanotte, si girò e si avviò in solitaria verso il luogo che aveva attratto la sua attenzione.
In quei momenti di pura tranquillità, si accorse dopo tanto tempo quanto il castello di notte lo avesse sempre affascinato.
Camminando lentamente-in modo da non far sentire i suoi passi- sul freddo marmo ,il quale aveva preso un colore leggermente argenteo per via della fioca luce che traspirava dalle grandi finestre dagli infissi di legno scuro e le tende di color porpora e dai contorni dorati, arrivò dinanzi ad un grande dipinto su cui vi era raffigurato un cavaliere a cavallo che senza scrupoli con la testa gli accennò di andare a sinistra e salire di piano.
Facendo un occhiolino d’intesa al dipinto, sfilò dalla tasca la bacchetta pronto a divertirsi.
Al contrario degli altri prefetti, rigidi sui loro modi di vedere le punizioni e ferrei sulla condotta che gli studenti dovevano mantenere nel castello,Daddy non era mai stato interessato ne a togliere punti alle casate tantomeno a portare gli studenti da quel cretino di Gazza o dalla Bennet.
Alla fine a che cosa serviva imporsi in quel modo? A niente, tutto qua,avresti ricevuto un bel grazie e perso gran parte del divertimento.
Sentendosi caricare di adrenalina ad ogni passo che effettuava lungo la rampa di scale, dopo essersi appoggiato su un freddo muro poco distante dalla Segreteria di Hogwarts, spostò leggermente il capo verso le scale del secondo piano notando poco distante una ragazza dai capelli rossi.
Alla vista di quella donna, le labbra di Daddy tesero ad alzarsi all’insù a mo di sorriso. Aveva trovato la sua preda,ma la doveva prendere alla sprovvista.
Cercando di portarsi verso le zone di ombra che la struttura del castello gli offriva, silenziosamente salì la rampa di scale sperando che la giovane non si accorgesse della sua presenza.
Facendo la dovuta attenzione per evitare di sbilanciarsi ,non appena arrivò ad una distanza ragionevole da quella ragazza dai capelli rossi e dalla pelle chiara puntò la bacchetta a volerle toccare la schiena.


-Non ti girare e non urlare.-

Disse con la sua voce che con il passare degli anni al castello era oramai divenuta roca e profonda.
In quei attimi di suspense, rimase in silenzio senza rivelare la sua identità e la sua carica.
Voleva un po’ di tensione in quella situazione, un po’ di comunicazione vera che si ha solo quando si è in stato di adrenalina puro e non vedendo l’interlocutore.
Essere prefetti in quel modo era divertente, non poteva negarlo.



O.t puoi essertene accorta o non accorta,indifferente. Ho solo pensato di agire cosi dato che guardavi il vuoto ed eri assorta nei tuoi pensieri. Non vorrei mai fare Metagame :fru:
 
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view post Posted on 21/2/2014, 13:21
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<< Sono il vuoto,
non sono diverso dal vuoto,
né il vuoto è diverso da me;
in realtà il vuoto sono io. >>



Non aveva bisogno di allontanarsi da quel luogo, immaginare una meta e decidersi a raggiungerla. Emily stava bene lì e finché il freddo non l’avrebbe spinta a bramare il calore del suo dormitorio, non se ne sarebbe certo andata.
Aveva trovato un attimo di pace e serenità. L’agitazione che imperversava nel suo animo si era calmata, messa a tacere da quel semplice sguardo nell’abisso sotto di lei. Era come sottostare ad un perenne stato d’ansia e sensazione di vuoto causato, forse, dal suo continuo pensare a come le cose erano e come, invece, voleva che fossero. Un divario continuo tra ciò che la realtà le offriva e ciò che era irreale ma desiderato.
Eppure, in fin dei conti, non sapeva nemmeno lei di cose era alla ricerca. Pensava di aver raggiunto qualcosa di importante settimane prima, per poi capire quanto, invece, questo non le bastasse. Era troppo avida, ambiziosa e questa sua personalità, orma spinta al limite dell’umano, non era un vero e proprio toccasana. Anzi, era folle. Qualsiasi cosa riusciva a stringere tra le mani, per quanto voluta in precedenza, si rivelava non essere abbastanza e portava con sé l’ennesimo desidero da soddisfare. Una lotta continua. Una lotta che dominava, da sempre, l’umano ma che la giovane Serpeverde sentiva ardere con maggiore enfasi dentro di lei.
Forse era soltanto un modo per reagire all’infelicità che colmava le sue giornate, quel continuo tendere a qualcosa che, una volta raggiunto, portava con sé altre tentazioni.
La stessa cosa era accaduta quando Emily si era vista arrivare una lettera, da parte della Preside di Hogwarts, presso la Dimora Rose. La missiva le annunciava che le era stata appena affidata la carica da Prefetto. Dopo una prima gioia iniziale, nel mentre rigirava nella destra la spilla dorata, la ragazza già pensava a come migliorarsi per giungere alla nomina di Caposcuola. Quella spilla con una nobile “P” incisa, a cui aveva tanto aspirato, era già divenuta, nel giro di pochi secondi, nulla per cui valesse gioire più di tanto: non rappresentava il massimo.
Ma ora, in quel momento, la spilla da Caposcuola luceva, di poco, alla flebile luce del Castello “disabitato”, appuntata come conveniva sul suo petto: a cos’altro poteva mirare?
Era solo al secondo anno ma Hogwarts non sembrava darle più gli stimoli di tempo prima. Forse il rendersi conto di cosa c’era fuori da quella Scuola aveva fatto la sua parte, spingendola a pensare che ciò che desiderava non era affatto sepolto tra quelle mura.
Emily sospirò, socchiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dai ricordi dei giorni antecedenti. Quel piccolo excursus nel passato più recente venne però interrotto nel giro di pochi istanti.
Psss … ; nel silenzio di quel luogo, quel flebile richiamò non poté non distrarla, mettendola all’erta. Un’elegante e giovanissima dama sembrava aver passato gran parte del tempo in cui la Serpina si era soffermata sulle rampe, a fissarla e, avendo intravisto un’ombra seguire il suo cammino, l’aveva richiamata per avvertirla di una seconda presenza umana.
Con la coda dell’occhio, Emily guardò in giù: non più verso l’abisso, ma in direzione delle scale che conducevano al piano inferiore. L’ombra si muoveva svelta, prediligendo le zone di buio, nel chiaro intento di coglierla di sorpresa.
Mostrando, al “nemico”, il fianco destro, Emily pensò che, forse, Egli non si sarebbe accorto della mano sinistra che, in un movimento fluido e nascosto, cercava e stringeva tra le esili dita il legnetto di Salice.
Poteva benissimo essere un Prefetto od un altro Caposcuola che, non avendola riconosciuta, si preparava a coglierla con le mani nel sacco. Ma agire nell’ombra, prendendola alle spalle, non era una cosa che Emily amava e se lo sconosciuto voleva sorprenderla, lei l’avrebbe ricambiato nel medesimo modo.
Le iridi argentee della Serpina tornarono a scrutare il vuoto, come se nulla fosse cambiato, ma ogni minimo muscolo del suo esile corpo era all’erta, pronto a scattare al minimo, ravvicinato rumore.
Non ti girare e non urlare.
Passando la mano sinistra al di sotto del braccio destro, la giovane Rose si ritrovò a puntare la bacchetta contro la pancia del suo “aggressore”. Dalla voce non poteva che trattarsi di un ragazzo, abbastanza maturo in effetti. Escludendo Fenix, prefetto della sua Casata, Emily iniziò a chiedersi di chi potesse trattarsi. Un membro di spicco di una delle tre casate restanti o, semplicemente, uno studente più grande che aveva scelto il modo sbagliato in cui divertirsi quella notte?
*Un po’ di punti in meno a Grifondoro o Corvonero non fanno mai male*, pensò la fanciulla, lievemente divertita, prima di avvisare lo sconosciuto, con un lieve sorriso disegnato sulle labbra rosse.

Ho la bacchetta puntata contro il retto del tuo addome. Faresti meglio ad allontanarti di qualche passo ed abbassare la tua arma.

 
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view post Posted on 25/2/2014, 22:07
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-Sennò cosa mi faresti?-

Domandò con voce seria il ragazzo,continuando a mantenere la bacchetta puntata alla schiena del suo interlocutore.
Abbassando solo per alcuni istanti lo sguardo verso la vita della ragazza -non per dare un voto alle sue curve - notò risplendere nel buio il legno della bacchetta della rossa.
Era stupefatto.
Mai si sarebbe aspettato una reazione cosi pronta da parte di quella ragazza che,data la statura e la voce, sembrava essere più piccola di lui.
Non sapeva di preciso chi fosse quella persona,pur fosse da tanto tempo che oramai viveva in quel luogo,eppure a pelle lo aveva interessato.
Già in passato aveva avuto la possibilità di conoscere dei tipi interessanti, alcuni dei quali rivelatisi poi inutili per farlo crescere un minimo di testa.
Per quanto potesse sembrare un ragazzo dai gusti semplici, il Corvo era sempre stato ambizioso nella sua vita.
Ambizioso non solo nel raggiungere le cariche,ma anche nel decidere con chi dovesse parlare.
Seppur avesse sognato diverse volte la carica da Caposcuola del suo amico e mentore ben appuntata al petto, le ambizioni di Daddy erano anche rivolte nel cercare persone in grado di motivarlo a fare meglio,come quel dannato Von Kraus che con il suo fare strafottente lo aveva reso in grado di dare il 100% sia nel Quidditch che nei duelli.
Sperando che la giovane fosse una ragazza in grado di tirare fuori qualcosa in grado di stupirlo e lasciarlo mozziafiato,cosa che oramai succedeva di rado, aprì la bocca deciso emulando quell'aria severa non proprio adatta alla sua persona.


-Penso che tu già sappia che nella posizione in cui ti trovi non hai ampie capacità di castare incantesimi. Inoltre,se provassi a pronunciare qualche incantesimo ,potrei strattonarti o disturbarti fisicamente rendendo l’esecuzione non del tutto perfetta.-

Disse con tono sapiente tipico dei bronzo-blu consapevoli dei loro studi, facendo traspirare dal suo volto un sorriso beffardo che forse non sarebbe mai giunto agli occhi della ragazza.
Continuando a scrutare serio le azioni della giovane, Daddy rimase a fissarla noncurante dei rischi che stesse correndo.
Se la giovane fosse stata più forte e sveglia di lui gli avrebbe lacerato di netto la pancia in un sol colpo,facendo riversare le sue viscere sul pavimento ben pulito da Gazza, ma per ora riusciva a convivere con il pericolo per conoscerla meglio.
Senza star ad indugiare oltre disse

-Ora potresti dirmi chi sei?-

Domandò curioso alla giovane attendendo la reazione.
Non sapeva cosa sarebbe successo di li a pochi secondi con quella tipa sconosciuta dalla pelle chiara come la luna.
Stranamente era interessato dalla conversazione,affascinato. Aveva trovato poche studentesse nel castello in grado di sbalordirlo sotto il punto di vista magico e ora voleva vedere come la situazione si sarebbe sviluppata.




O.t post di melma,mi impegnerò di più al prossimo :fru:
 
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view post Posted on 27/2/2014, 00:37
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Un piccolo sorriso delineò le labbra rosee dalla fanciulla dai capelli vermigli. Finalmente, anche quella notte, Emily aveva trovato una distrazione per sfuggire ai capricci dell’insonnia; una delle migliori, in effetti.
Tenendo le iridi argentee puntate dinanzi a lei, verso un punto non definito dell’oscurità che li avvolgeva, la giovane Caposcuola lasciò che lo sconosciuto parlasse, soppesando a dovere le parole che non poterono non incuriosirla.
Il ragazzo sapeva certamente il fatto suo ma avrebbe ben imparato a non mostrarsi così sicuro di sé in presenza della Serpina che, per dirla tutta, aveva trovato pane per i suoi denti.
Un confronto con un simile inizio, rientrava certamente nei suoi canoni di “incontro interessante” ed anche per questo la fanciulla decise di continuare per un po’ la farsa, senza rivelare né il suo nome, tanto meno la sua carica. In aiuto, la spilla appuntata sul suo petto era inevitabilmente impossibile da vedere vista la posizione in cui riversavano i due studenti.
La sinistra della ragazza si mosse di poco, infierendo contro l’addome dello sconosciuto: se non si fosse trattato di un Prefetto, la situazione si sarebbe rivoltata in un secondo ed Emily ne avrebbe preso le redini, accanendosi contro il malcapitato.
Fortuna volle, invece, che entrambi godessero di tutti i diritti necessari per potersi aggirare nel Castello, di notte e, dunque, l’incontro rappresentava una questione personale più che un mero affare di regole e trasgressioni.

Ora potresti dirmi chi sei?; un quasi impercettibile sbuffo ironico mascherò una risata che mai si riversò nel silenzio che seguì le parole del ragazzo.
Emily, prima ancora di dar voce ad i suoi pensieri, roteò di poco la sinistra in modo che il suo fedele salice insistesse contro gli indumenti del Corvonero.

Sei ancora in tempo per allontanarti. Non perderò tempo a spiegarti a parole l’incantesimo che potrebbe colpirti.
Asserì la fanciulla con un lieve tono di scherno ma che contemporaneamente e volutamente, lasciava intendere quanto poco scherzasse.
Emily voltò ed innalzò di poco il capo, verso il suo “aggressore” ed anche se non poteva vederlo, quel gesto l’avvicinò a lui, come se in qualche modo potesse percepire maggiormente la sua presenza.
Deduco che tu non sia affatto uno studente brillante. Se solo volessi, potrei procurarti anche una ferita di lieve entità e distrarti, in modo da passare all’incantesimo successivo. All’attacco vero e proprio.
La Caposcuola restava immobile; il braccio teso in una posizione scomoda non dava cenni di cedimento, in attesa che il giovane rispondesse all’intimidazione della ragazza ad allontanarsi. Contrariamente a quanto detto in precedenza, Emily aveva spiegato molto chiaramente una sua eventuale tattica come a voler far comprendere con quanta facilità avrebbe potuto porre fine a quella situazione che per quanto strana, si dimostrava essere più interessante di quanto avesse creduto fino a pochi istanti prima. La sua spiegazione aveva comunque una ragione d’essere: anche se al Corvetto piaceva minacciare, la Serpina era quasi certa che non avrebbe agito.
Ma se sei tanto convinto che ti basti strattonarmi per fermarmi, possiamo sempre provare.
A dispetto di poco prima, il tono di voce della giovane Rose risuonò più sarcastico, tendente allo scherno: in quel momento si stava divertendo.
Fino a prova contraria, sei stato tu a cogliermi di sorpresa e nemmeno in un modo tanto galante. Di conseguenza, potresti tentare di redimerti innanzitutto dicendomi con chi ho l’onore di avere a che fare.
Emily avrebbe potuto stilare una lunga lista di studenti dell’altro sesso che avevano tentato di danneggiarla in qualche modo - chi con un pugnale, chi altro strangolandola - ma quel caso sembrava essere diverso e per certi versi, particolare. Attese dunque, cullandosi nella certezza di riposare nel giusto e cercando di dare un volto allo sconosciuto errante del Castello.




O.T. A me è piaciuto :fru:
 
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view post Posted on 28/2/2014, 15:13
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Mano a mano che la chiacchierata con la ragazza dai capelli rossi andava avanti, Daddy rimaneva sempre più affascinato dai suoi atteggiamenti.
Era raro che qualcuno gli tenesse testa,ancor di più che qualcuno mettesse in dubbio il suo genio magico.
L’ultimo che lo aveva fatto-e se lo ricordava bene- era stato Swan,ma solo per gioco. Che lei dicesse seriamente?
Era divertito e attratto dalla situazione, voglioso di dominarla.


-Sai la galanteria non è il mio forte quando qualcuno,cerca di farmela sotto il naso.-

Disse deciso.
Sapeva bene che la ragazza era passata dietro le sue spalle quando era di ronda, poteva ora fargli la morale?
Forse, dato il suo essere sempre stato controcorrente, se lei gli avesse chiesto di farsi un giro per il castello lui avrebbe chiuso un occhio. Sicuramente si sarebbe divertito a canzonarla un po’,ma poi l’avrebbe lasciata andare per la sua strada.


-Comunque fossi in te eviterei di continuare a puntare quella bacchetta al mio addome.
In questo modo,mantenendo a contatto la bacchetta con i miei indumenti, hai ridotto drasticamente i tipi di incantesimo che potresti effettuare.-


Disse, senza far caso a quella strana sensazione di avere una bacchetta conficcata nella veste. Sapeva che le emozioni lo potevano ingannare e portare la donna ad effettuare mosse particolari,quindi rimase indifferente a quella situazione.

-Per quanto possa essere vero quello che dici, chi ti assicura che io dopo un tuo piccolo attacco non provi a contrattaccare? Mi sottovaluti?
Forse hai fatto male i calcoli,ma va bene cosi.
Inoltre,chi ti assicura che io non sia un’autorità del castello? Se cosi fosse,se mi attaccassi ,scateneresti il putiferio.-


Concluse abbassando la bacchetta per avvicinare la sua mano destra,quella che non deteneva la bacchetta, al braccio di lei.
Forse era meglio evitare di colloquiare in quel modo per avviare una conversazione civile.
Se si fossero conosciuti alcuni semestri prima, senza ombra di dubbio l’avrebbe attaccata al puro scopo di lanciare il messaggio “io non mi faccio prendere in giro da nessuno”ma ora,con il passare del tempo, si era stufato di porre la sua parola e le sue azioni come risposta unica e indiscutibile.
Con il passare degli anni aveva finalmente capito che ognuno aveva un suo modo di vedere le cose e doveva essere accettato.
In quel caso lui doveva incassare le provocazioni e non alimentare la sua rabbia dentro di lui come un quindicenne.
Senza star troppo a pensare alla reazione della giovane al suo abbassare la bacchetta, seppur sentisse dentro di se che non lo avrebbe attaccato , avvolse la mano che poco prima avvicinato a lei al suo braccio per farla girare.
Era curioso di vedere quale fosse il viso del suo divertimento notturno e che forse gli avrebbe garantito ulteriori gioie.
Aspettando che si voltasse, tenendo comunque la bacchetta ben stretta alla sua mano onde evitare di essere colpito da eventuali e improbabili pazzie della giovane, disse nuovamente


-Ora potresti dirmi chi sei?-

La luce lunare faceva intravedere nel chiaro scuro i suoi lineamenti del viso.
La cicatrice che pochi anni prima aveva rimediato da uno scontro, veniva vista poco nel mezzo della sua barba folta ma ben curata.
Ora era curioso di vedere lo sguardo della giovane donna davanti a lui. Dalle parole che si erano scambiati, si immaginava che il suo volto fosse deciso e che trasmettesse quell’aria da giovane in grado di non essere piegata da niente e nessuno.
Il suo cuore oramai aveva perso quell’adrenalina dovuta al cogliere in fallo la ragazza per far spazio ad un altro tipo di adrenalina, quella di conoscerla.




O.t Ohhh questo è il mio presente per te :D Auguriiiiiii!
 
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view post Posted on 4/3/2014, 00:53
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Gli angoli delle labbra vermiglie della giovane Caposcuola si piegarono in un sorriso mentre socchiudeva gli occhi lasciando che il suo volto assumesse una espressione rilassata e venata dall’ironia.
Chi era quel giovane studente che le teneva testa a quel modo?
Raramente Emily si mostrava accondiscendente nel conoscere qualcuno; il più delle volte si limitava ad analizzare le persone da lontano, non perché le interessassero davvero ma per dare adito alla sua curiosità che raramente veniva alimentata o soddisfatta da qualcuno. Ovviamente, quella sera, la Serpina si trovava in compagnia di qualcuno che poteva essere considerato tutt’altro che deludente.
Altre risposte pungenti seguirono le sue domande retoriche e la sua voglia di dominare quella situazione –una particolare sfumatura del suo eterno voler primeggiare – la esortò a celare ancora la sua identità allo sconosciuto e veder fin dove spingesse sé stesso. Inoltre, Emily avrebbe svelato la sua carica soltanto nel momento in cui avrebbe potuto incrociare lo sguardo del ragazzo, studiarne il viso e, di conseguenza, le emozioni che da questo potevano trasparire alla notizia che, dopotutto, l’ “autorità” – così aveva detto – era lei.
Comunque fossi in te eviterei di continuare a puntare quella bacchetta al mio addome.
In questo modo,mantenendo a contatto la bacchetta con i miei indumenti, hai ridotto drasticamente i tipi di incantesimo che potresti effettuare.

La giovane Caposcuola iniziò a pensare che quel giovane avesse davvero voglia d’essere colpito e se avesse insistito a quel modo, sfidandola divertito, probabilmente lo avrebbe assecondato.
Ma poco dopo la situazione mutò considerevolmente ed Emily dovette allontanare, anche per sua fortuna, l’idea di dare qualche dimostrazione pratica al Corvetto affinché chiudesse la bocca e la smettesse di credere di poter dominare la situazione.
La fanciulla avvertì un flebile movimento alle sue spalle e la presa sulla bacchetta di salice si allentò di poco mentre il braccio sinistro già ringraziava silente il ragazzo per aver deciso di “deporre le armi”, forzato com’era in una posizione alquanto scomoda. Avvertì, in seguito, il tocco delicato della mano del ragazzo sul suo braccio e seppe di non essere più sotto tiro. La mano sinistra tornò ad allinearsi lungo il corpo ma prima ancora che Emily potesse stiracchiarsi di poco la spalla, quello stesso tocco si fece più irruento, quasi costringendola a voltarsi anche se, dal canto suo, lei non avrebbe mai opposto resistenza: la curiosità di scorgere colui che stava allietando la sua notte insonne era più forte del fastidio provato nel momento in cui Lui l’aveva toccata senza consenso alcuno. La Serpina odiava i contatti fisici, soprattutto se questi avvenivano per mano di sconosciuti eppure, in quel momento, non sembrò badarci più di tanto.
Il viso del Corvonero si presentò con la medesima espressione curiosa che Emily sapeva delineasse il suo stesso volto. Le candele illuminavano flebilmente quel posto che l’oscurità tentava di divorare e la luce lunare che penetrava con forza dagli ampi ed antichi quadri contro luce, composti da frammenti che trasformavano quello stesso etereo bagliore in particelle lucenti, con giochi di suggestive trasparenze, mise in risalto gli occhi verdi e vigili del ragazzo.
La Caposcuola restò a studiare, senza preoccuparsi di risultare poco cortese, il suo volto, arrivando alla conclusione che doveva avere all’incirca uno o due anni più di lei. Ma non lo riconobbe: il suo ruolo prevedeva il conoscere almeno il nome dei colleghi ma non necessariamente i loro volti.
Ora potresti dirmi chi sei?
Emily sorrise, un sorriso che tuttavia non coinvolgeva le sue iridi argentee, indagatrici.

Hai paura che io possa essere un’autorità del Castello?
Rispose la ragazza, canzonandolo appena. C’era un solo modo per capire se lui stesse fingendo o se, davvero, fosse un prefetto. Lo sguardo indugiò sull’intera figura che aveva dinanzi fino a trovare ciò che andava cercando: la spilla sulla quale era incisa un'imponente "P".
Conosco il Prefetto Serpeverde. Tassorosso ha due fanciulle con tale carica. Quindi ora la mia domanda è: Toobl o Duchannes?



O.T. Oh che caro, grazie *-*
 
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view post Posted on 10/3/2014, 20:02
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Muovendo con delicatezza la mano in modo da far voltare la ragazza, Daddy rimase strabiliato nel vederla.
A sorprenderlo non fu tanto il vedere che la ragazza non aveva per nulla avuto paura del suo gesto, ma quanto il fatto che era difficile vedere giovani di cosi rara bellezza nel castello.
Evitando di sembrare colpito da quella visione, da quei occhi cosi penetranti e dalla pelle chiara che ben si legava a quei capelli rosso scuro, rimase in silenzio a scrutare i lineamenti del suo interlocutore assorto in mille diversi pensieri.
Era il classico tipo di donna alla quale non si sarebbe mai avvicinato, il classico tipo di bellezza che supera i normali canoni e ti fa dire “No,non ci posso provare”.
In quel momento, rimase in silenzio a notare gli atteggiamenti di lei.
Seppur fosse stato inizialmente colpito da quella bellezza tanto semplice quanto sconvolgente, ora il suo viso rimase a notare spiazzato che essa continuava a fissarlo senza avere nessun tipo di imbarazzo.
Beh lui ne aveva, era molto imbarazzato.
Di base gli dava leggermente fastidio che le persone lo fissassero, come a voler analizzare la sua persona, poi mettici il fatto che ciò viene fatto da una che su una scala da 1 a 10 è bella 11 e il gioco è fatto.. Default totale.
Cercando di sembrare tranquillo in una situazione che difficilmente gli impediva di sviare l’attenzione su di lui, rimase a fissare per alcuni istanti i capelli raccolti da un elegante chignon per poi passare alle sue labbra e per poi finire di guardare se sul petto vi era appuntata una spilla che gli garantisse che quella fosse un’autorità nel castello.
Il suo sguardo vago lentamente sul corpo della fanciulla per poi posarsi su una spilla dove vi era incisa una C, una C che delineava che quella ragazza era di un’autorità di livello superiore.
Rimase ulteriormente sbalordito. Era sicuramente più giovane di lui, molto sicura di se, e sicuramente aveva un non-so-che di geniale per aver ricevuto quella carica in età cosi prematura.


-Mi sorprendi. Mai avrei detto che potessi essere una caposcuola.-

Esordì sorridendo con fare beffardo.
Non gli interessava molto che fosse caposcuola, di certo non si sarebbe prostrato ai suoi piedi come se fosse stato un comune studente; lui che anche quando era studente normale aveva avuto il coraggio di insultare la casata Serpeverde davanti agli occhi della Cavendish.


-Non ti hanno insegnato a casa che non si risponde mai ad una domanda con un’altra domanda? È maleducazione. -

Punzecchiò deciso cosi da sottolineare che nulla sarebbe cambiato ora che aveva scoperto la sua vera identità.
Per quanto potesse essere strano, dato che era da un anno buono che faceva il prefetto, mai aveva visto quella giovane all’interno del castello e la cosa lo allietava.
Non gli balenò per la mente di chiederle di quale casata fosse. In cuor suo la risposta già la sapeva anche se a dirla tutta non lo avrebbe sorpreso vederla anche nei Tassorosso, casata dalle donne dotate di grande intelligenza.
Finalmente,dopo tanto tempo, aveva trovato pane per i suoi denti. Ora si poteva divertire.



 
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view post Posted on 11/3/2014, 11:27
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Due consegne al prezzo di una, un'offerta affatto male.
Meno fatica, meno stress, meno ricerche... Certo, sempre se i due studentelli perdigiorno che stava cercando fossero insieme!
Qualcosa - ma non sapeva dire bene cosa - lo faceva sperare per il meglio, sebbene l'ottimismo avesse rischiato di abbandonarlo dopo un incontro ravvicinato con la malefica gatta del custode...
Svoltò nell'ennesimo corridoio, planando rapido sopra le teste degli studenti che gli dedicavano solo un'occhiata distratta prima di tornare ai loro pensieri.
Rallentò il suo volo per appollaiarsi sull'elmo di un'armatura che cigolò mestamente: dardeggiò lo sguardo lungo tutto il corridoio, pronto a scattare in caso fosse riuscito a individuare i due giovani abbonati... Ed eccoli là, infatti!
Sembravano intenti a discutere, notò il gufo, ma il suo dovere doveva essere compiuto, dunque...
PONF!
Una copia della Gazzetta atterrò con un morbido tonfo ai piedi della studentessa.
PONF!
Il secondo giornale invece raggiunse la testa del ragazzo prima di cadere a sua volta sul pavimento.
Il gufo non poté evitare uno stridio divertito prima di imboccare la prima finestra aperta e allontanarsi di gran carriera verso il cielo.



Hogwarts nel nuovo Millennio




La storia di Hogwarts è conosciuta praticamente da tutti. Persino gli studenti più restii a prestare attenzione durante le lezioni del professor Audley, hanno sentito almeno una volta di come i quattro stregoni più potenti della Gran Bretagna dell’Alto Medioevo fondarono la scuola più di mille anni or sono. 

Godric Grifondoro, Salazar Serpeverde, Tosca Tassorosso e Priscilla Corvonero decisero di educare i giovani maghi dell'epoca, crescendoli in un luogo lontano dalle persecuzioni Babbane perché potessero coltivare al meglio i loro poteri e le loro doti. 

Fu Priscilla a sognare il luogo dove sarebbe sorto il castello, in un'onirica e frenetica galoppata sul dorso di un cinghiale (hog) coperto di verruche (warts). L’animale la portò, infatti, sulla scogliera ai margini della Foresta Proibita, tanto familiare a generazioni di studenti. Tosca rese l'ambiente accogliente, mentre Godric, col suo cappello incantato, si assicurò che anche dopo la loro morte, i ragazzi sarebbero stati smistati nella Casata a loro più consona. L’incantesimo fu tanto potente che il copricapo è ancora qui, a cantare le sue rime ogni inizio anno, sondando l’animo di ciascun primino che passa attraverso la Cerimonia dello Smistamento. Il temuto e amato Cappello Parlante.
Infine, Salazar inflisse la prima ferita nella lunga vita della scuola, lasciandola anzitempo a causa della ben nota divergenza su quali bambini istruire, se solo i Purosangue o anche i Nati Babbani.
Mille anni sono un periodo estremamente lungo, troppo perché tutto resti immutato, persino per un mondo, come quello magico, attaccato alle tradizioni e che si muove dieci volte più lentamente rispetto alla frenetica corsa Babbana. Eppure, come dice il proverbio latino “gutta cavat lapidem”, anche un cambiamento impercettibile porta a visibili risultati se lo si mantiene costante giorno dopo giorno, secolo dopo secolo.
Anzitutto si assiste a un lieve aumento della popolazione scolastica. È possibile che ciò sia dovuto al fatto che, a poco a poco, Hogwarts inizi ad aprire le sue porte anche ai ragazzi non nati o residenti nel Regno Unito e in Irlanda. Ovviamente questi ultimi sono pur sempre i favoriti, ma è evidente che la popolazione studentesca sta divenendo multietnica e ciò non può che essere impulso positivo per l'integrazione culturale.
Qualche esempio? L'ottima prefetta Lesnickyè statunitense. E non mancano i giovani tedeschi, francesi oppure spagnoli, solo per citarne alcuni.
Parlando delle celebri quattro Casate, quelle che ogni ragazzo impara a considerare alla stregua di una seconda famiglia per tutti i sette anni (nove mesi l’anno) che si passano tra le mura di Hogwarts, i confini tra di esse - una volta nettissimi - stanno lentamente sfumando. Se da un lato il marchio d’infamia di ospitare solo maghi oscuri e puristi sta venendo faticosamente cancellato dalla casata Serpeverde, colpevole di derivare da un fondatore separatista, dall’altro non solo i Grifondoro sono coraggiosi, non solo i Tassorosso lavorano duro e non solo i Corvonero riescono ad ottenere il massimo dei voti. Inoltre, sembra proprio che tra le Case vi sia maggiore parità rispetto al passato, con gli adepti di Tosca e di Priscilla che escono dalla zona d’ombra in cui l’eterna rivalità tra Grifoni e Serpi li aveva relegati.
Certamente Hogwarts non è popolata solo da bambini e ragazzi. Una componente basilare sono i professori, ça va san dire, indispensabili per l’educazione dei giovani maghi e delle giovani streghe. Confrontandosi col passato, emerge come i nuovi docenti siano nettamente più giovani di chi occupava un tempo le loro cattedre. L’età media si aggira ora attorno alla trentina – la soglia massima – mentre fino agli anni Novanta per insegnare a meno di quarant’anni bisognava dimostrare di possedere un’ottima preparazione. Segnale di progresso o di superficialità?
La volontà di lasciare spazio alle nuove generazioni è onorevole e finora i professori hanno tenuto le loro lezioni senza difetti, coinvolgendo la classe nelle esercitazioni pratiche e trasmettendo le informazioni in maniera precisa e diretta. Per fare un esempio, la vice preside Lancaster ha appena vent’anni, ma lungi da me giudicare il suo impeccabile operato dall’età. Pertanto sono favorevole ad appoggiare la linea di assunzione adottata.
Bisogna ammettere che negli ultimi anni il rendimento scolastico ha mostrato un calo, con gli studenti che spesso si accontentano del voto minimo per la promozione e preferiscono concentrarsi su altre attività extra-curricolari, prime fra tutte i duelli. Dopotutto la pratica ha per molti un fascino maggiore rispetto alla mera teoria. Eppure, uno studio più approfondito ai registri dei mesi appena trascorsi mostra come pian piano i ragazzi –le nuove reclute- stanno ritrovando la voglia di imparare anche tra i banchi. E ciò non può essere che un segnale positivo.
Tutto ciò, tutti i cambiamenti positivi appena elencati, non deve però far dimenticare gli avvenimenti che hanno scosso Hogwarts. Il Castello, la roccaforte sicura più di ogni altro luogo, porta ancora la ferita di essere stato violato con un attacco a sorpresa in cui molti giovani hanno purtroppo perso la vita. È una macchia che non è possibile ignorare.
Tuttavia nessuno tra studenti e professori si è arreso. Ci si è rialzati in piedi, i defunti sono stati seppelliti e commemorati e la scuola è stata ricostruita, perché, al pari della Fenice, possa diventare ancora più forte dopo la sua rinascita.
In conclusione, sebbene alcuni nostalgici storcano il naso di fronte all’Hogwarts del XXI secolo, sono convinta che essa non abbia assolutamente perso il suo smalto e che sia pronta ad affrontare il futuro senza tradire il suo passato.



Elhena Attwater
 
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view post Posted on 26/3/2014, 23:45
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Con le iridi chiare puntate sullo sguardo del ragazzo, Emily ne seguì i movimenti. I suoi capelli, i lineamenti del suo viso, il suo corpo fino ad indugiare sulla spilla lucida appuntata su dei comuni abiti. Sorrise appena nel constatare silenziosamente quanto il Prefetto fosse curioso di studiare la figura che aveva innanzi, almeno quanto lei.
Era in imbarazzo? Cosa stava pensando?
Era questo il genere di domande che si affollavano nella mente della Serpina mentre cercava di percepire la più piccola espressione facciale del giovane; non si stupì affatto quando la risposta di questi fu anticipata da un sorriso beffardo volto a porre le basi di quel che sarebbe stato il tono della sua voce.
La giovane Rose sorrise di rimando e chinò il capo, socchiudendo gli occhi: aveva intuito in quale tipo di persona era inciampata . Nulla a che fare con lei, un carattere diametralmente opposto ma che, tuttavia, poteva divertirla. Nonostante la sua prima impressione, doveva comunque rendergli nota di un particolare, di una cosa che volente o nolente, avevano in comune: amavano le sfide. Per ragioni sicuramente diverse, ovvio, ma che giungevano al medesimo risultato. Ed Emily seppe che sarebbero andati avanti all’infinito se il sole da lì a qualche ora non avesse fatto capolino oltre le torri del Castello.

Vedi, mio Padre mi ha insegnato le buone maniere ma…
Lasciando la frase in sospeso, Emily giunse le mani dietro la schiena avanzando lentamente alla sinistra del Prefetto, in modo da non riuscire più a scorgere il suo volto e, al contempo, nascondendo il proprio.
… La lezione migliore riguardava, certamente, l’essere educati e rispettosi ma soltanto con chi lo merita. E lei, mio caro *Toobl?* non sembra avere le caratteristiche adatte per essere classificato come tale.
Ripose la bacchetta: non ne aveva bisogno. Nessuno dei due avrebbe attaccato l’altro, non v’era motivo, soprattutto nel momento in cui entrambi avevano trovato un diversivo per quelle notti noiose che si susseguivano senza pausa alcuna. Avrebbero giocato allo stesso gioco, affilando le menti e non le loro armi, punzecchiandosi. Emily non era solita intrattenersi con qualcuno ma seppe di poter fare un’eccezione, incuriosita com’era da quella sconosciuta figura che a modo suo tentava indirettamente di sfidarla. Capire il tipo di persona che aveva davanti non le sarebbe bastato come al solito per andare avanti e liquidarla: quel ragazzo aveva qualcosa di diverso, qualcosa che la spingeva a restare, a “sprecare” più di un paio di minuti in sua compagnia.
O semplicemente, aveva soltanto osato puntarle una bacchetta alla schiena e lei, orgogliosa ed egocentrica, non riusciva e non voleva tirarsi indietro.
Nella sua mente si stavano già affollando un milione di conclusioni affrettate, scartandone alcune e presentandone di nuove. Avrebbe agito per gradi, partendo la domanda più essenziale di tutte: quale era il suo nome?
Nell’istante stesso in cui gli aveva rivolto nuovamente la parola, l’immagine del Prefetto vestito dai colori blu ed bronzo, le balenò con presunzione nella mente.

Gli adepti di Godric sono fin troppo cavallereschi, alcuni di loro cortesi e gentili fino alla nausea, oserei dire. E non si può dire che una simile qualità ti si confaccia. Ma non si può affermare che ti manchi il coraggio o la sfacciataggine. Eppure…

Emily rialzò lo sguardo sul ragazzo, osservando il suo profilo ed inclinando di poco il capo assumendo la più semplice ed innocua espressione di una bambina curiosa.
Ho già avuto a che fare con quelli che, presumo, siano i tuoi concasati. Ed è straordinariamente singolare il fatto che uno di loro abbia compiuto il tuo medesimo gesto: puntarmi una bacchetta alla schiena.
Sorrise nuovamente al solo ricordare l’ultimo Ballo di Fine Anno. Una serata per certi versi “interessante” e costruttiva.
Una mossa falsa.
Il suo tono assunse una tonalità meno rilassata, più decisa ed inquietantemente seria. Per un attimo Emily Rose aveva smesso di “giocare”. Ma furono soltanto pochi secondi, accompagnati da uno sguardo più duro.
Ad ogni modo, Toobl, le mie sono solo supposizioni. Magari ti piace soltanto fare lo spavaldo in giro per il Castello.
Fece spallucce, tornando a fissare il silenzioso buio che li avvolgeva in quella strana conversazione certa, dall’alto della sua sfacciataggine, di aver colto nel segno. Almeno in quel momento. Almeno col suo nome.
Un fastidioso frusciare di ali annunciò la presenza di un terzo incomodo. *Un po’ troppo tardi per le consegne* pensò la giovane Caposcuola mentre un piccolo segnale di allarme la spingeva ad alzare lo sguardo al soffitto, attraverso gli archi e le volte, alla ricerca del piccolo animale. Una lettera?
Tonf.
Qualcosa cadde ai suoi piedi e nel constatare che si trattava “soltanto” di una copia della Gazzetta del Profeta, quasi si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo.
Tonf.
Una copia esattamente identica cadde davanti ai piedi del Prefetto ma Emily non vi fece caso, intenta a leggere i Titoli in prima pagina. “Fortunatamente” non v’era nulla di apparentemente interessante o che valesse la pena di leggere in quel momento.
Toh, ci prende anche in giro.
Asserì quasi istintivamente, mentre seguiva il volo del gufo che li stava lasciando con un verso alquanto divertito.




Edited by Emily Rose. - 5/5/2014, 18:22
 
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view post Posted on 16/4/2014, 10:53
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Immobile, il ragazzo rimase ad osservare i lineamenti del soggetto dinanzi a lui fino a quando questo non si spostò sulla sua sinistra.
Era compiaciuto da quella sfida, da quell’ennesima battaglia all’ultima frecciatina che oramai era abituato a fare con molti,specialmente con i Serpeverde.
Non ne era certo, aveva già conosciuto il Caposcuola dei Serpeverde in passato e di certo non era lei, ma sembrava che quella fosse proprio la sua casata di appartenenza.
Quell’atteggiamento freddo,pungente e sincero era tipico di quella casata e gliela fece subito riaffiorare nella mente.
Rimanendo girato,osservando con la coda dell’occhio la giovane riporre la bacchetta, lui ripose il suo strumento magico nel mantello per poi rimanere fermo impalato.
Non sapeva bene il perché, ma in quell’istante voleva che la voce della ragazza arrivasse a lui senza il contatto visivo, come fosse una sorpresa, accarezzandogli la pelle e solleticandogli la mente.
Concentrato e pronto a reperire ogni frase della ragazza, non rimase sorpreso dal suo ennesimo tentativo di smontare il suo ego e obiettare a quanto aveva prima affermato.
Era senza dubbi una Serpeverde, ma non gli interessava far trasparire quella sua certezza interna in quel momento.

Continuò a rimanere fermo in quel punto,fino a quando qualcosa cascò sulla sua testa.
Senza pensarci si girò d’istinto e trovò ai suoi piedi una copia della Gazzetta del Profeta.


-Ah,ancora vendono questa feccia?-

Domandò a lei, noncurante del fatto che molti studenti di quel luogo facessero parte di quella stramba impresa come giornalisti.
Senza raccogliere il giornale,notando solo il titolo dell’articolo,lo scalciò lontano da lui.


-Inefficienti è dire poco. Ti inviano il giornale a notte fonda in pieno ritardo e non ti garantiscono le sorprese che ti avevano garantito quando avevi stipulato l’abbonamento..-

Sembrava un vecchio scorbutico di Diagon Alley,uno di quelli che si lamenta davanti le vetrine di Accessori di Prima Qualità per il Quidditch per la velocità massima a cui può arrivare la Gelbstrum.

*Giovinastri, ora vogliono correre su sti cosi come scellerati*

Scuotendo la testa,cercando di rimuovere dalla sua mente il pensiero di un vecchio che insulta Leah fuori dalle vetrine del negozio dove faceva il garzone, fissò la ragazza e questa volta si fissò la veste bronzo-blu.

-Maleducata, ma intelligente-

Disse senza remore, solo per farsi sparare una fattura in pieno petto.
Guardandosi la veste per alcuni istanti, rammaricato dal fatto di non potersi spacciare per Valery-non-so-chi, si avvicinò per parlare alla ragazza.
Più si avvicinava a lei e più si rendeva nuovamente conto che la sua bellezza era una di quelle bellezze in grado di spaventare gli uomini, rendendoli piccoli quanto i loro stivali.


*Chissà se qualcuno ha mai provato ad avvicinarsi a lei in questo modo*

Arrivando ad una distanza ragionevole dalla ragazza ,che in quel momento era riuscita a trasformare la sua faccia in una da bambina ingenua, disse

-Non mi piace fare lo spavaldo, ma lasciare un bel ricordo nelle persone che incontro, come te d’altronde.-

Sorridendo continuò

-Sicuro il mio concasato che ti ha puntato la bacchetta dietro la schiena, lo ha fatto per motivi diversi da quelli per cui l’ho fatto io. Sta certa che se non ti avessi incontrato di notte per il castello non ti avrei infilato una bacchetta dietro la schiena e avremmo avuto un altro tipo di dialogo,magari più banale e inutile. Forse avrei fatto due-tre battute per conquistarti,nulla di più.-

Senza starci troppo a pensare il giovane fissò la ragazza imitando la sua stessa faccia ingenua e disse

-Ora mia cara, mi diresti chi sei? Caposcuola di Tassorosso giusto?-

In quel momento effettuò una smorfia divertita in attesa di una risposta. Dare del Tasso a una Serpe era come confondere il Nord con il Sud.



 
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view post Posted on 5/5/2014, 22:15
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« There is a storm inside my head and it is killing all the flowers. »

Chinando il capo verso sinistra, Emily seguì con lo sguardo il calcio carico di disprezzo dato al giornale. Nelle parole che accompagnarono quel gesto, notò del disgusto, ma si limitò ad ascoltare, senza rispondere, senza affermare quanto, per lei invece, leggere la Gazzetta del Profeta risultasse necessario, nascondendo dunque, anche le motivazioni che l’avrebbero spinta a sfogliare quel mucchio di fogli sul tardi, alla ricerca di “qualcosa”.
Rimase a fissare la copia del giornale a terra; i suoi occhi erano vacui, come se stessero osservando chissà cosa, chissà dove.
Maleducata ma intelligente.
*Uh?* ; istintivamente alzò lo sguardo, scoprendo il corvetto incredibilmente vicino. Non si era minimamente accorta del modo in cui Egli aveva ridotto notevolmente le distanze; a cosa andava pensando?
Si rimproverò mentalmente per aver abbassato di colpo le proprie difese. Lasciò che le sue parole, le scivolassero addosso, dandovi la medesima importanza di quel mucchio di pergamene allontanate con ribrezzo e non perché considerasse il ragazzo una presenza poco rilevante ma perché quando iniziamo a difenderci con le unghie e con i denti, non smettiamo mai di farlo e finiamo per sbranare anche la mano che ci sta porgendo un fiore.
Fu per questo motivo che, con un movimento che riuscì a stento a celare l’ansia per quell’avvicinamento improvviso, Emily compì un passo indietro, allontanandosi, seppur di poco, dal suo compagno notturno.
Non poteva mai abbassare la guardia eppure, in fin dei conti, anche tenendo le difese alte – come in quel momento – poteva subire violenti scossoni.
Ora mia cara, mi diresti chi sei?
La giovane Caposcuola, a quelle parole, si ritrovò ad accarezzare con le iridi chiare il volto del Prefetto; il suo viso fu illuminato, per un breve istante, da una strana espressione che nulla aveva a che fare con l’ingenuità, la repulsione o l’ansia provate fino a poco tempo prima. A quella domanda, il suo sguardo sembrò nuovamente raggiungere la vacuità che la subissava, come se tutto il mondo fosse instabile e lei fosse alla ricerca di un punto fermo.
Caposcuola di Tassorosso, giusto?
**Ah*. Lasciava sempre che la mente divagasse troppo su alcune cose, che fossero ricordi, affermazioni o domande, per poi scoprire che si trattava soltanto di sciocchezze.
Le labbra di Emily si piegarono in un lento sorriso mentre socchiudeva gli occhi, lasciando che le lunghe ciglia rossastre le adombrassero il viso.
L’immagine del Caposcuola Tassorosso – precisamente il primo ricordo che aveva del suo viso – occupò il posto di quel fiume di pensieri che Toobl aveva creato con la sua precedente domanda.
Capelli rossi dai riflessi più chiari, agitati dal vento e sguardo ancora più chiaro e particolare del proprio. Uno sguardo che emanava freddezza ma anche altro, quell’“altro” che Emily avrebbe giurato Egli tentasse di celare. Come poteva, dunque, il Prefetto non conoscerlo? Era pur sempre un suo collega, a lui superiore per giunta e, inoltre, si trattava di Horus Sekhmeth, una persona che non passava certamente inosservata (che lui lo volesse o meno).
Comprese che, con ogni probabilità, Daddy si stesse prendendo soltanto gioco di lei e decise di stare al suo gioco.

Maleducato ma intelligente.
Lo canzonò.
Immagino che, a questo punto, tu conosca anche il mio nome.
Aggiunse, interessata alla risposta elaborata a breve dalla mente di lui.
Anche se avesse risposto nel più banale dei modi (con un secco “no”), Emily era curiosa di conoscere la destinazione ove quella farsa li avrebbe condotti.

 
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view post Posted on 4/6/2014, 20:00
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Rimasero nel chiarore di Luna a fissarsi senza parlare.
Non sapeva bene cosa stesse succedendo, ma probabilmente in quegli istanti la Serpe stava pensando a qualcosa di cui lui sapeva poco o niente.
La parola Tassorosso, poteva averle riportato alla mente tutto come niente.
Senza dar troppo peso a quel momento in cui sentiva solo il suo respiro, non rimase sorpreso da quanto poco dopo affermò la giovane studentessa dai capelli rossastri.
Era dall’inizio di quella strana serata che lei rispondeva a tono alle sue provocazioni. Era un pezzo di metallo che tra l’incudine e il martello comunque non riusciva a plasmare.
Adorava quella situazione. Adorava avere del filo da torcere, ma gli piaceva ancor di più capire cosa si celasse nei meandri della sua mente.
Rimase a fissarla e quando gli chiese quale fosse il suo nome sospirò.
In realtà non lo sapeva e mai lo aveva saputo. Conosceva tutti i Caposcuola e lei non era in quella lista, probabilmente era arrivata da poco a mettere le sue grinfie sulla carica.


-Non ti offendere, ma non so chi sei.-

Disse seriamente per poi tornare a fissarla.
Non voleva e sperava di non ferirla con quelle parole. Non voleva smontarle l’ego e sperava che non si smontasse con una semplice frase,avrebbe reso il gioco semplicemente più triste.


-Il Caposcuola di Grifondoro è un uomo e anche quello di Tassorosso… Solo Serpeverde da ben due generazioni ha Caposcuola donna. Immagino che le generazioni siano divenute tre.-

A quelle parole, il cervello proiettò prima l’amore infantile che aveva provato per Carmela Black i primi anni di Hogwarts e l’incontro inaspettato con questa ai Tiri Vispi Weasley e poi l’odio che aveva provato per Aryadne Cavendish e gli insulti che aveva rifilato a lei e a Serpeverde.
Era stato troppo innamorato della prima e troppo adirato con la seconda. Forse con la terza avrebbe avuto un rapporto civile.


-So che non vorresti, ma ora dovresti presentarti. Non vorrei mai incominciare a pensare che tu abbia avuto il coraggio di rubare la spilla a quella schizofrenica della “Vipera Rossa”. -

Tsk. Vipera Rossa.
Per lui la vipera rossa era una sola e non faceva parte di quel mondo, ma di quello babbano dove si mandava a quel paese un giorno si e l’altro pure con i genitori.
Senza dar fiato alla bocca ulteriormente rimase in silenzio, cullato dai ricordi. Più passava il tempo in quel luogo e più capiva quanto le cose cambiassero repentinamente.
Non poteva mai stare tranquillo. Non avrebbe mai avuto il piacere di conoscere il 100% delle persone all’interno del castello.






 
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view post Posted on 5/8/2014, 22:34
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E così alla fine il Corvetto sembrava aver ceduto. Emily si sentì quasi serena nel constatare che vi fosse ancora qualcuno, ad Hogwarts, che non conoscesse il suo nome, la sua famiglia.
Non ne risultò, dunque, offesa anche se il suo ego, doveva ammetterlo, subì un lievissimo colpo; come al solito la giovane Rose, non riusciva a godersi pienamente i lati positivi di una qualsiasi cosa, v’erano sempre pro e contro e, giusto per rendersi la vita più complicata, lei dava sempre troppo importanza agli aspetti negativi d’ogni faccenda.
Le labbra si piegarono in una breve smorfia di sospetto, come di chi non sa se credere o meno a quanto udito e, soprattutto in quella situazione, non sa precisamente in che modo reagire.
Di certo non era il caso di prendersela per l’anonimato che aleggiava sulla sua testa agli occhi del ragazzo, anzi, poteva addirittura esser divertente provare a giocare con un’identità che non le apparteneva, giusto per tirare avanti una farsa che, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, la stava divertendo e distraendo.
Ma Emily era troppo egocentrica e narcisista per spingersi fino a quel punto e mai avrebbe finto d’essere un’altra persona da un’altra personalità ed altri modi di fare. Pur volendo, non ci sarebbe riuscita, non in quel momento almeno. Per un attimo ripensò al giorno in cui si era ritrovata con Sophie al Ministero della Magia, lì dove la sorellastra si era piegata ad interpretare la parte della cerebrolesa e lei, invece, giocava il ruolo della buon’amica che si prendeva cura di quella disgraziata. Nonostante la catastrofica verità che venne fuori quel giorno e quell’idiota di dipendente ministeriale, doveva ammettere che si era alquanto divertita.
Ma in quel momento la giovane Rose sembrava interessata a ben altro e l’idea di sfruttare la possibilità che il Prefetto non conoscesse la sua vera identità, non la entusiasmava più del dovuto – considerando che l’ego richiedeva la sua dose di attenzioni.

Pare che il terzo tentativo sia sempre il migliore.
Proferì con un lieve sorriso ironico dipinto sul volto pallido. Piegò il capo verso sinistra per scorgere meglio il viso del ragazzo illuminato dai raggi lunari. Il suo sguardo sembrava duro e ben si confaceva con la portatura rigida ma stonava di gran lunga con i suoi modi di fare. Il tutto incuriosiva di molto la Caposcuola che sembrava ben intenzionata a portare avanti quella discussione.
La “Vipera Rossa”. Bel soprannome. Credo che le farà piacere sapere che tra i Corvi viene chiamata in tal modo.
Aggiunse, piegando le braccia al petto ed osservando Daddy con un sorriso ancora più evidente. Era divertita ed il motivo sarebbe stato presto conosciuto anche dal suo “aggressore” notturno.
Oppure devo dedurre che sia solo tu a riferirti a mia cugina in modo tanto dolce? In questo caso, sono davvero curiosa di conoscerne il motivo.
Continuò, tamburellando con le dita della sinistra sull’incavo del gomito destro. Ovviamente poteva arrivare alla risposta semplicemente riflettendo, per un attimo, sulla figura di Aryadne Cavendish. Emily aveva trascorso i primi giorni ad Hogwarts, seguendo e nascondendosi nella sua ombra; l’ideale di ciò che sarebbe voluta diventare un giorno per poi capire che poteva fare di più e per tale motivo aveva deciso di allontanarsi dall’unico familiare con cui avesse mai avuto rapporti. Si era detta, più volte, che quella sorta di adulazione iniziale fosse il frutto di semplice curiosità derivata, a sua volta, dal fatto che oltre a Jacob Rose, la Serpina non aveva avuto modo di passare del tempo con altri membri della sua famiglia. Col passare del tempo ed il susseguirsi di importanti avvenimenti, la fanciulla si era resa conto di quanto poco importante risultasse agli occhi di coloro che condividevano le sue medesimi origini, ragione per cui la curiosità era venuta a scemare e con essa, la voglia di condividere molto più che il semplice nome e stemma di Casata.
In attesa di una risposta o di una reazione qualsiasi, Emily alzò gli occhi verso le ampie vetrate, alla ricerca di un qualche bagliore disperso nel cielo buio.
Cercava di non avere aspettative sulle persone e la cosa non richiedeva parecchio sforzo: la maggior parte di loro non le davano nemmeno il tempo di farsi un’opinione che, un secondo dopo aver pronunciato il proprio nome, divenivano prive di interesse alcuno.
Daddy Toobl, sembrava aver sconvolto questa routine.



Edited by Emily Rose. - 6/8/2014, 00:33
 
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