| Just; |
| | *Un esercito* "...non esistono solo Auror a combattere contro il Male..." *Hook* "...qualche oganizzazione che non conosco..." L'uomo continuò a parlare, parole che Random sentì appena, il suo cervello era nuovamente alla carica. Si parlava di folli missioni, e guarda caso, ad una di esse aveva partecipato. Non poteva non ricordarlo. *Ansimava, nascosto dietro l'ultimo scaffale di legno, una mano appoggiata al muro e l'altra ben stretta attorno alla bacchetta. Un ruggito spaventosamente potente rimbombò nella salia buia, una ventina di metri alla sua destra, seguito da un urlo e uno schianto. Un incantesimo gridato, un esplosione, uno sparo, scaffali che cadevano, sferette di vetro che si infrangevano al suolo. Cosa ci faceva lì? Era uno studente, un misero studente catapultato in mezzo ad una battaglia di maghi, non era quello il posto per lui. Un fruscio nell'aria, qualcosa si mosse vicino a lui, invisibile e silenziosò. Urlò. Voleva andarsene, ma aveva promesso... e in cambio, gli era stato promesso altro. Alzò la bacchetta, si fece forza. Dovevano ucciderlo.*
Quella che sarebbe poi rimasta impressa nella sua mente come "Operazione Hook". Un uomo, uno sventurato, aveva avuto la deprecabile idea di tradire l'Oscuro e di farsi scoprire, andando a riferire tutto... a chi? Contro chi avevano combattuto, quel giorno? A chi appartenevano le ombre che aveva cercato di colpire nell'oscurità? Auror? Poteva essere... oppure, quell'uomo poteva avere ragione. Ma se anche, a chi affidarsi, come contattarli? Se l'Oscuro Signore non li aveva già sterminati era perché non sapeva chi e dove erano i membri della misteriosa organizzazione, e se non lo sapeva lui... non sarebbe stato affidandosi a quel folle, che li avrebbe trovati. Il Ministero? O addirittura, la Ministra, e sua ex professoressa di pozioni, nonché Preside? Poteva dire di averla conosciuta per la donna giusta e leale che era, ma da lì a dire che giostrava un'organizzazione extraministeriale per la guerra all'Oscuro... che motivi ne avrebbe avuto, quando aveva gli Auror sotto suo diretto controllo? O forse questa organizzazione altro non era che l'elite degli Auror? No, non si spiegava. *Devo cercare di contattare chiunque abbia combattuto in quella sala buia, quella notte, ma non sentii né vidi nessuno aldilà delle urla. Non posso nemmero rischiare troppo, perché se qualcuno scoprisse che so di Hook, basterebbe controllarmi il braccio per... No. Devo rimanere nell'anonimato, mandare avanti le mie pedine. Come con le lucertole.* In un guizzo isensato, la sua mente gli ripropose una scena di quella stessa operazione. "Il mio nome... chiamatemi Inchiostro!" Rabbrividì. Non per l'imbarazzo, giacché quello era lo stupido nome in codice che aveva scelto quella sera per essere riconosciuto (*Sempre meglio di Eva* ), ma per l'idea che andava delineandosi nella sua testa. Lo sguardo corse al suo braccio sinistro, là dove, sotto la stoffa, era nascosto il Marchio. In qualche modo, tutti i Marchi Neri erano collegati: al Signore Oscuro bastava premerne uno, e i bracci di tutti loro bruciavano come sotto una colata di metallo fuso, e sapevano di dover rispondere alla Chiamata. Inchiostro... Inspirò un po' di oscurità. *Ci sono.* Era tutto così collegato, così perfetto, come una strada di ciottoli che andava a costruirsi da sola davanti a lui, a mano a mano che andava avanti. Aveva bisogno di contattare qualcuno che avesse partecipato all'Operazione Hook, senza farsi vedere o riconoscere? Poteva. Lui... era Inchiostro. "Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me." Sentiva l'eccitazione salirgli lungo il corpo, la sottile peluria che gli copriva le braccia caricarsi di tensione, la voce vibrargli, la mente sgonfiarsi come per far posto a tutto il sangue possibile. Non sembrava dare ora peso alle parole dell'uomo, ora che vedeva il suo Percorso chiaramente, ma a lui si riferiva: aveva bisogno di aiuto. "Per te morire o vivere non fa differenza, è per questo che sei disposto a buttarti di petto tra le onde. Io non sono come te." Una punta di orgoglio si accese, una fiammella da tempo spenta, riaccesa dall'emozione. Si sarebbe abbassato, e con una mano avrebbe scoperto la manica sinistra dell'uomo, a rivelare il Marchio Nero che anche lui avrebbe dovuto portare. "Prima di tutto, non sono un assassino. Per questo, se percepisco la minima nota di tradimento nella tua voce, non ti ucciderò: mi basterà mettere un dito sul tuo avambraccio ossuto e andarmene. Sono sicuro che loro sanno bene cosa farsene, di te. Ho bisogno che tu trovi per me dei diari. Non importa di che genere, possono essere vecchi e sgualciti, o rosa con Hello Kitty sopra, non mi interessa. Ma me ne servono... diciamo, dieci. Ogni pagina deve essere vuota. E ho anche bisogno di un modo per entrare alla biblioteca magica di Londra senza essere riconosciuto. Il tutto, entro la mattina di domani." Lo sguardo risoluto, deciso. Non scherzava più. Aveva un piano. Quell'uomo, se aveva detto la verità, era stato estremamente utile, ma ora poteva solo tradirlo... aveva ucciso degli uomini. E lo avrebbe rifatto. Doveva sfruttarlo finché poteva, o liberarsene. Odiava anche il solo pensiero di essere responsabile della sofferenza di qualcuno, ma stava cercando di salvare delle persone... e Lei, soprattutto. Doveva.
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