Close the Curtains - Secondo;

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view post Posted on 6/8/2014, 15:43





Continua da: Close the Curtains - Primo;

Un'esplosione di aria, e freddo, e materia e Tutto; era questa la sensazione che puntualmente accoglieva Random ad ogni viaggio per smaterializzazione. Se la sensazione iniziale di contrazione era pessima, quella di "uscita" era terribile: come se una pallina da ping pong imbottita di esplosivo deflagrasse per occupare tutto lo spazio che le era stato tolto. E lui era quella pallina. Con uno strattone lanciò lontano il corpo inerte del Mangiamorte, e si piegò su sé stesso, ansimando nella fredda umidità notturna. Restò qualche secondo di troppo in quella posizione, anche dopo aver ripreso fiato: aveva bisogno di riflettere, schiarire le idee, e l'oscurità buia del bosco sembrava aiutare. I due uomini morti, un biglietto con un gufo dorato, il rumore del dito che si rompeva, due corpi dati alle fiamme. *Traditore*. I pensieri si mettevano in fila dentro la sua testa, come una strada fatta di puzzle. Certe cose combaciavano. Ma molte altre cose NON combaciavano, ed era quel non combaciare a far saltare fuori domande, e nuove strade, e nuove idee. Si rivolse verso l'Assassino e notò, in lontananza, le luci della baita. In un certo senso si sentiva confortato: Nocturn Alley era luogo di malviventi e di inganni, e lui non era che un ragazzino ingenuo. In mezzo alla foresta dei suoi ricordi, con quella luce rassicurante e lontana, e l'odore fresco dei pini... Sentiva in qualche modo di giocare in casa, come se fosse un passo avanti in confronto a tutti, al Fato, al suo stesso Destino. Inspirò, e trattenne il fiato, cercando di delimitare con lo sguardo i contorni dell'uomo, nel buio. Aveva domande da porre, dubbi da verificare. Per l'ennesima volta, puntò verso di lui la bacchetta, e non appena fu abbastanza abituato al buio per vedere quantomeno il viso dell'uomo, mosse la bacchetta verso le sue gambe. *Locomotor Mortis*, pensò mentre si figurava le gambe dell'uomo rigide, come paralizzate dal freddo. Aveva bisogno che parlasse, ma non voleva altri brutti scherzi. "Dammi la tua bacchetta. Voglio che tu risponda a qualche domanda. Se mi capisci e sei in grado di rispondere, fai un cenno di assenso. Non ti muovere, parla e basta." Mentre ancora parlava, cercava a tentoni la manica sinistra dell'uomo: lì avrebbe trovato, eventualmente, il Marchio Nero che lui stesso portava. Avrebbe controllato, giusto per conferma definitiva: una singola parola, come su un disco rotto, continuava a risuonargli nella testa. *Traditore...*
Era nel senso di quella singola parola che si delineava la sua strada di puzzle.




 
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view post Posted on 8/8/2014, 20:27
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Il Fato

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E più ci si allontana dal buio, e più ci si sente a casa...



L'attimo diveniva interminabile se le domande e le risposte eran sospese nel dubbio.
Troppi quesiti privi di chiara risposta; innumerevoli coincidenze sospette; numerose incongruenze.
Random, tutt'altro che ingenuo ed avventato, coglieva il pericolo del sospetto e decideva di cambiare scenario del proprio agire, affinchè atto ed azione divenissero vera attività e concreto successo.
Un uomo troppo provvidenziale aveva incrociato il suo cammino. Tutto sin troppo semplice per esser fortuna.
Chi era colui che ora si trovava insieme al ragazzo in luogo conosciuto solo alla mente che architettava il piano di vendetta?
Vi era poco tempo anche in quell'attimo. I secondi non eran concessi. Le riflessioni costavano troppo...Il tempo era avido...
Istinto ed azione...
Del resto, vi erano due uomini: il giovane Random e lo sconosciuto...Entrambi muniti di bacchetta...Entrambi potenzialmente capaci di cogliere di sorpresa l'avversario...Se di avversario si trattava.
Ma il giovane aveva un vantaggio - o così pareva - : la mente dell'uomo sconosciuto era stata facilmente dominata. Dunque poteva trattarsi di mago davvero forte? E se il tempo avesse soggiogato Random favorendo l'uomo?
Per un istante, il giovane temporeggiò al fine di orientarsi o forse colto da riflessione e pensieri. Ma, benchè vi fosse il rischio che l'uomo potesse, di rimando, attaccare Random, ciò non avvenne.
Quando il ragazzo castò con successo l'incanto Locomotor Mortis sul "compagno" di viaggio, quest'ultimo già si trovava in piedi, fermo, pronto ad accogliere qualsiasi attacco di Random, con le mani sollevate in alto e la bacchetta lasciata cadere per terra.
Sì, ti capisco.
Il capo faceva cenno di assenso, come richiesto...Ma gli occhi...Gli occhi sfidavano il ragazzo. No...La sua mente non era soggiogata...Non più...

 
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view post Posted on 9/8/2014, 17:39




Non appena giratosi verso l'uomo, il volto di Random divenne marmoreo. Si aspettava un uomo sottomesso e piegato al suo volere, inerte, e invece colui che gli stava dinanzi era in piedi, tranquillo, come conscio della situazione ma per niente spaventato. Lo immobilizzò, dettò il suo ordine e subito, obbediente, la bacchetta di lui cadde sull'erba bagnata. Random fu per andare a raccoglierla ai piedi dell'uomo, convinto che questi ormai non potesse niente su di lui, ma fu la voce di questi a fermarlo. Aveva parlato. I suoi occhi, dapprima posati sull'arma ora inerte, schizzarono in quelli dell'uomo, e ciò che vide scatenò gli scatenò un brivido lungo le braccia. A ricambiare il suo sguardo, difatti, non erano occhi passivi e velati, ma pupille sveglie, brillanti di freddo acume. Si allontanò di tre passi dal prigioniero, e alzò la bacchetta in tasso. *Accio Bacchetta*; l'incanto non pronunciato avrebbe portato a lui l'arma avversaria, senza che dovesse rischiare avvicinandosi a colui che da vittima era diventato avversario. Non poteva rischiare. Dopo aver afferrato la bacchetta, se fosse arrivata, avrebbe puntato la sua di nuovo verso l'uomo. Il cuore gli batteva forsennato nel petto, e sentiva lungo il collo dei distinti sudori freddi: quello che doveva essere un compito facilissimo, poco più che un preliminare alla sua vera missione, si stava rivelando un pericolo. "Questa è una sorpresa." Cercò di non suonare turbato, di riprendere in mano la situazione, ma di fatto, quell'uomo avrebbe potuto ucciderlo in un istante, mentre non lo guardava e lo credeva imperiato. E non lo aveva fatto. Tutte le sue appena nate teorie si frammentavano e spezzavano... Cosa stava succedendo? *Ero sicuro. Ero sicuro che fosse sotto imperio, ma non il mio. Ero sicuro che avesse ricevuto l'ordine di comportarsi come se sotto la mia influenza, per portarmi davanti al Signore Oscuro, oppure uccidermi. E non ha fatto nessuna delle due cose, e ora... ora sembra sveglio.* La situazione non era per niente rosea. Aveva così tante domande da fargli, ma aveva bisogno di risposte vere, e quell'uomo non avrebbe avuto problemi a mentire. Non aveva idea se i soggetti sottoposti all'imperio rispondessero alle domande che venivano poste loro, e cominciava a dubitare seriamente della potenza della sua maledizione. Doveva fidarsi, per quanto quel rischio fosse assurdo. Doveva fidarsi di quell'assassino. Lo guardò, come se cercasse di perforargli gli occhi ed entrargli nel cervello. "Beh, che disdetta. Avevo intenzione di mantenere la maledizione imperio e farti delle domande, ma a quanto pare davvero non so farlo, il Mangiamorte cattivo. Facciamo così:" Il giovane fece sussultare la bacchetta, ora puntata verso il petto dell'uomo, come a voler sottolineare la sua patetica parvenza di potere nei confronti del povero e disarmato prigioniero. Ma d'altronde era la verità, lui aveva una bacchetta, l'assassino no. "probabilmente non te ne frega nulla di morire, e visto che non sono granché con le maledizioni senza perdono, non posso nemmeno torturarti." Non che lo avrebbe fatto, in ogni caso. "Dunque, ti farò le domande che devo farti, se non sarò soddisfatto ti userò come cavia per migliorare la mia maledizione Imperio fino a che non sarò in grado di farti sputare ogni cosa. Non sprecare il tempo che abbiamo: se Lui ci trova, uccide me e te." Guardò l'uomo negli occhi, cercando di analizzarne la reazione, quindi abbassò la bacchetta, e camminò verso di lui fino a trovarglisi a poco più di un metro. Continuava a guardarlo fisso negli occhi. "Nel vicolo, quei due uomini ti hanno chiamato traditore. Hai tradito loro, o hai tradito... Lui? Tu, e loro, eravate o siete Mangiamorte?" Stava perdendo terreno. La maschera del duro pronto a tutto gli stava pericolosamente scivolando di dosso, rivelando le ragioni per le quali era lì, e non tra le schiere dell'Oscuro. Quell'uomo, prima di venir catturato, aveva detto di poterlo aiutare, e nonostante tutte le occasioni che aveva avuto per ucciderlo, mai lo aveva fatto. Voleva capire se ciò che aveva davanti era un alleato o un avversario.
Era come lanciare una moneta: testa o croce. Con lui o contro di lui.
Quella moneta poteva significare molto.
 
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view post Posted on 23/8/2014, 15:29
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Il Fato

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Il tassello di un mosaico non è altro che colore...Un colore che dà senso ad un'opera d'arte.

Due uomini, uno di fronte all'altro, entrambi astuti, entrambi fiduciosi di un proprio piano...Tutti e due, forse...Forse sopraffatti dalla cruda verità dell'agire libero ed incontrastato della casualità, o degli stessi progetti dell'uno e dell'altro che si intrecciavano sino a dar vita a nuova possibilità.
Tuttavia, uno dei due, volontariamente in condizione di svantaggio rispetto all'altro, si trovava ad esser privo di bacchetta e posto nella condizione di rispondere a domande che ricercavano senso e ragione di quanto avvenuto.
Gli occhi dell'uomo misterioso non abbandonavano quelli del giovane Random. Essi cercavano di capire, di carpire, o forse solo di intimidire.
Ma un piccolo sorriso faceva presagire ben altra inclinazione. Egli sembrava leggere il dubbio, la titubanza, la debolezza di un animo forse troppo gentile e retto per appartenere a quella corruzione che invece lui desiderava e viveva ogni giorno con devota fedeltà alla propria natura.
Eppure, egli aveva lasciato supporre che vi fosse ostilità nei confronti di quell'oscuro mondo. Del resto, era sempre possibile amare ed odiare le proprie scelte, fuggirle ed inseguirle, celarle e manifestarle.
Mentre il giovane parlava, l'uomo ascoltava, lasciandosi tuttavia sfuggire un ghigno ed un'espressione di incredulità dinanzi alla promessa di Random di utilizzare nuovamente l'incanto imperio. Egli aveva forse colto quella velata debolezza tipica di chi è ...Buono?
Ma dinanzi alle parole successive, finalmente il sorriso scomparve. Lui...Sentire parlare di Lui parve farlo rabbrividire...
Chi Lo tradisce credi che sopravviva?...Io sono fedele solo a me stesso...Sì, sono Mangiamorte....Sì, anche loro lo sono...Lo erano... Ma il punto è un altro...Il fatto che io sia Mangiamorte, mi rende Suo? Sì....
La sua voce da leggera e fredda diveniva cupa e rassegnata proprio nel constatare la Sua appartenenza a Lui.
Ma questo non significa che la mia volontà coincida con la Sua...E tu sai bene cosa intendo, non è vero?

 
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view post Posted on 4/9/2014, 17:12




"Chi Lo tradisce credi che sopravviva?"


Random aprì la bocca, come per dire qualcosa, come per ribattere alla domanda. Con una domanda più arguta, con un'intimazione, oppure - scelta coraggiosa - con un bel pugno che dimostrasse a quell'uomo che non si trovava davanti a un bambino spaurito. Non vi fu un fiato. Ciò che l'uomo diceva era vero... Random ricordava benissimo l'Operazione Hook, la sua primissima missione in quanto D.E, e il cui scopo era stato appunto quello di uccidere un traditore; lo avevano stanato in gruppo, come un branco di lupi sulle tracce del coniglio, e a nulla erano valsi gli sforzi del Ministero, o chiunque stesse proteggendo quel poveretto. Lo sconosciuto continuò a parlare. "Il fatto che io sia Mangiamorte, mi rende Suo?" - *No* - "Sì." Vi fu silenzio, per qualche attimo, quanto bastava perché Random percepisse il proprio cuore palpitare. Si era aspettato, a quel punto, qualcosa di eroico, l'ammissione di libertà dalle grinfie mentali dell'Oscuro Signore; si era aspettato un Mangiamorte reietto, che malgrado l'indole malvagia rinnegava il potere del loro Padrone, e invece si ritrovava davanti una vecchia quercia abbattuta, e coperta di edere. Chiuse la bocca, rendendosi improvvisamente conto di averla tenuta aperta per una decina di secondi buoni, mentre cercava di afferrare le parole di quell'uomo. Nessuno sopravviveva, e tutti i Mangiamorte erano suoi... "Ma questo non significa che la mia volontà coincida con la Sua...". Random si concesse qualche attimo di riflessione. Non riusciva a comprendere quell'uomo. Sembrava piegato alla Sua volontà, eppure ribelle, Mangiamorte eppure assassino dei suoi simili... Come doveva interpetarlo? Come doveva convincerlo a confessare ciò che sapeva? *So bene cosa intende.* Già. Dire che Random condivideva gli ideali dell'Oscuro era eufemismo. E di certo, non era Suo. L'unico punto che accumulava quelle due anime era l'insoddisfazione verso ciò che veniva chiesto loro di fare, per il resto le loro vite erano rette perpendicolari, dirette in posti completamente diversi. Doveva forse farsi forza di quell'unico punto di congiunzione? Esitò per troppi secondi, la mente in preda ad una feroce battaglia di idee e indecisioni, ma quando parlò lo fece con furia, foga, decisione. "Mi chiamo Random. Sono stato colto dall'Oscuro quando avevo quattordici anni, uno dei suoi emissari mi adescò, mi convinse che potevo essere più forte, e io lo seguii. Ho combattuto per conto di Voldemort, ho cercato di ferire chi mi diceva di ferire, ma mai ho ucciso. Ero in quel vicolo per trovare qualcuno da imperiare, un criminale; speravo che il mio incantesimo sarebbe bastato a controllarlo e a farmi un alleato, perché..." E l'esitazione lo colse di nuovo. Era saggio rivelare tutto in quel modo? Si stava legando a una pietra destinata a rotolare in mare? La verità era semplicemente che non aveva idea di cosa fare. Era partito convinto di avere un piano preciso, tappe da seguire, e si era ritrovato in un mare in tempesta che lo sballottolava dove voleva. Tanto valeva aggrapparsi al primo barile di passaggio,e sperare che lo conducesse a Terra. Doveva dunque dire la verità? "...perché voglio porre fine all'egemonia dell'Oscuro. Voglio provare a combatterlo, vedere se è tanto potente quanto fa credere. Libero di crederci o no. Ma ora che sono stato sincero con te voglio sapere: perché hai ucciso quegli uomini, perché mi hai cercato? Cosa... a cosa stai puntando." E chiuse gli occhi. Sapeva di aver fatto la scelta sbagliata, e che pur non essendosi compromesso del tutto stava cedendo un grande terreno a qualcuno che poteva essergli nemico. Avrebbe dovuto ucciderlo, alla fine? E se lo avesse fatto, dove sarebbe andato? Avrebbe ritentato un vicolo di Nocturn Alley? Quell'uomo poteva essere il suo asso di cuori, oppure un due di picche. Non poteva fare altro che aspettare, per il momento, la sua risposta.
 
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view post Posted on 4/9/2014, 20:36
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Il Fato

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"La Verità è figlia del Coraggio"


Immobile, come quercia dalle possenti radici, l'uomo ascoltava senza mai distogliere lo sguardo dagli occhi del ragazzo. L'esperienza, gli anni sanguinosi, gloriosi e decadenti trascorsi con l'Oscuro Signore, erano stati insegnamento alla conoscenza e comprensione della titubanza, dell'incertezza, del dubbio...Eppure, dopo tanto tempo, ancora ne restava stupito, come se tutte quelle fastidiose sensazioni potessero manifestarsi in mille modi, sempre mostrando lo stesso volto.
Il tempo trascorreva e le gambe cominciavano a far sentire nuovamente la brama del libero arbitrio.
Ma l'uomo non si mosse. Non aveva alcuna intenzione di allarmare il giovane e non voleva essere attaccato. Del resto, la sua bacchetta giaceva a terra per sua stessa volontà.
No, non avrebbe mosso un dito.
Ascoltò ogni singola parola, stupendosi della sincerità del giovane uomo - ammesso che tutto quanto affermato fosse effettivamente verità -.
Eppure il ragazzo stava osando tanto da fare supporre che egli avesse davvero intenzione di tentare ciò che non poteva essere nemmeno immaginato.
Dinanzi all'affermazione volta alla volontà di distruggere il Signore Oscuro, l'uomo non mostrò alcun segno di stupore o incredulità.
E così, intendi morire cercando di raggiungere l'impossibile...Mi sembra un ottimo modo per porre fine ad un respiro...Anche se quel respiro sarà il tuo...E il mio...
Gli occhi dell'uomo ora si accendevano di luce di speranza. Egli sembrava agognare la morte così come Random bramava la vita e la libertà.
Perchè ho ucciso quegli uomini?...Perchè sono un traditore. Ricordi? E' così che mi hanno chiamato. E, preciso questo punto: non ti ho cercato. Si cerca ciò che non si trova e tu, Random, sei sotto i riflettori dello sguardo dell'Oscuro Signore e non sei molto bravo a nasconderti. L'Oscuro Signore è il legilimens più potente. Nulla sfugge alla sua diabolica mente. Inconsapevolmente, tu devi aver dato accesso alle tue paure, ai tuoi propositi. Quando questo sia avvenuto io non posso saperlo. So solo che non ti basterà imperiare un solo uomo per fare ciò che vuoi fare.
Ma hai ragione su un dettaglio: punto a qualcosa sì...E non si tratta della tua vita. C'è altro che voglio...E Lui non lo sa. Questo è il mio vantaggio e potrebbe essere anche il tuo. Ti aiuterò se vorrai il mio aiuto. Ma dovremo pianificare insieme ogni mossa. Almeno renderemo cara la pelle!
.
Un'alleanza?

 
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view post Posted on 9/9/2014, 12:28





Random rimase in silenzio fino a che l'uomo non ebbe finito di rispondere. Mano a mano che le parole uscivano da quella bocca rattrappita, non potè che aumentare la sua convinzione che l'uomo, a suo modo, fosse un folle. Le sue parole scorrevano, un fiume confuso e senza senso, qualche frase riaffiorava, ma sconnessa, un pezzo di puzzle non appartenente al quadro che stava costruendo. La mente che gli parlava era paragonabile a una freccia appuntita, puntata direttamente verso il suo obbiettivo, ma incapace di vedere o strutturare altro: cercava qualcosa, e quel qualcosa era diventato il senso della sua vita... e a quanto pareva, della sua morte. *Io...* "...non intendo morire qui." disse improvvisamente, interrompendo per un attimo l'uomo dal suo parlare confuso. Molte delle parole dell'uomo, benché probabilmente insensate, lo avevano spaventato. Davvero il Signore Oscuro sapeva del suo intento? Non ne aveva parlato a nessuno, non aveva amici a cui confidarsi e le persone importanti della sua vita erano adesso lontane. E poi quel termine arcano... "Legilimens". Sembrava una parola latina, forse una formula magica? *Il Signore Oscuro è il Legilimens... più potente? Le mie paure...* Ispirò una boccata di aria fredda notturna, accorgendosi di aver tenuto il respiro per troppo tempo, e subito espirò, una sorta di sospiro rantoloso. Quell'uomo non lo aveva cercato perché già sapeva dove era, dunque lo cercava per conto dell'Oscuro, che in qualche modo sapeva dove Random si trovava. Ma poi aveva ucciso quei due uomini, che lo avevano chiamato "Traditore"... *Lui potrebbe aver mandato quest'uomo a trovarmi, o in un luogo dove sapeva che io sarei andato, ma poi... Non capisco se l'uomo lo abbia tradito prima, o dopo. Se quegli uomini erano Mangiamorte, ed erano a conoscenza del suo tradimento, allora perché il Signore Oscuro non ha mandato qualcuno a trovarlo così come ha trovato me? No... E' tutto troppo... confuso...* Guardò di nuovo la faccia dell'uomo. Poteva davvero fidarsi di lui? Doveva fare chiarezza, o il campo sarebbe stato immerso nella nebbia più totale, la partita persa in partenza. "Sarò sincero due volte: ho capito la metà delle cose che hai detto. Come farebbe... "Lui"... a sapere dove mi trovo, o cosa voglio fare? Cosa è un Legilimens? Parla chiaro." E l'ultima frase fu un ringhio di frustrazione. Odiava non sapere qualcosa, odiava essere sempre un passo indietro al tutto. Sembrava che il Fato si divertisse a porre sul suo sentiero ogni sorta di dubbio o scelta difficile... Eppure, aveva bisogno di aiuto. Lui aveva un esercito, mentre Random... Random era solo. "So che puoi aiutarmi, ma non so se posso fidarmi di te. Potresti accoltellarmi non appena mi giro; e non dire che se avessi voluto lo avresti già fatto, so dire quando un coltello sta per arrivarmi nello stomaco. Ma come tu puoi aiutare me, tu hai bisogno di me per prendere quella cosa a cui punti. O sbaglio? Convincimi a fidarmi di te. Fallo per entrambi." Ci volle un attimo perché il suo cervello lo rimproverasse per il sentimentalismo. Non aveva appena detto che le frasi epiche stile film d'azione non gli piacevano?







Chiedo scusa per il ritardo >_<
 
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view post Posted on 10/9/2014, 20:16
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Il Fato

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"La Verità sembra menzogna più vera del Vero"



L'uomo mai aveva mostrato la benchè minima traccia di stupore, timore, meraviglia, sorpesa, disappunto, dolore.
Egli appariva quale atono Essere privo di logica e razionale umanità. Eppure era uomo in carne ed ossa, assolutamente corruttibile e vulnerabile. Tuttavia...Poteva definirsi "vulnerabile" colui che ricerca la Fine?
Egli aveva parlato.
Riteneva che le sue parole fossero chiare. Ma il giovane Random non sembrava averle colte come il misterioso compagno di avventura credeva.
E l'ingenuità del giovane finalmente lo sconvolse.
Occhi sbarrati, divenuti paralisi della propria indifferenza, fissarono Random increduli.
E tu vorresti sconfiggere Vol...Vol...Lui?! Senza nemmeno avere la minima idea di cosa possa fare??? Non sai chi sia un Legilimens? LUI VEDE NELLA TUA MENTE...
Il tono di voce si era levato, senza rabbia o nervosismo. Vi era un sibilante terrore nel rivelare ciò che l'Oscuro Signore poteva fare. Dunque anche quell'uomo aveva paura...
I tuoi pensieri, i tuoi dubbi, tutto ciò che il tuo cervello custodisce anche nei luoghi più segreti, viene catturato dal potere dell'Oscuro...Egli ti guarda, cattura il tuo sguardo ed entra dentro la tua testa...Può farti impazzire, può farti credere ciò che Lui desidera...
Era ora facoltà dell'uomo muovere gli arti. Egli era di nuovo libero. Ma non si mosse con rapidità. Lentamente stirò i muscoli degli arti inferiori.
E non raccolse la bacchetta.
Non posso convincerti a fidarti di me...Ti fideresti di un Mangiamorte? Tu, che SEI un Mangiamorte, ti fideresti di te stesso? Posso solo dirti che i miei occhi avrebbero finalmente lacrime...Di nuovo...Se solo potessero vedere LUI MORTO.

 
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view post Posted on 11/9/2014, 03:33





Vide gli occhi dell'uomo sbarrarsi, increduli, alle sue parole. Cosa c'era di così strano o stupefacente? Aveva detto qualcosa che non avrebbe dovuto dire? Era, chiedergli una prova di fiducia, cosa così strana? "E tu vorresti sconfiggere Vol...Vol..." Fu il suo turno di spalancare gli occhi e sussultare. Aveva davvero intenzione di pronunciare quel nome? Il suo nome? Il nome che non doveva essere pronunciato? Fu un sollievo sentire il "Lui" sputato da quella bocca, la rassicurante sensazione di non ricordare, non sentire quel tabù. La memoria di tutto ciò che quel folle aveva compiuto era impressa nel suo nome, quelle nove lettere maledette che troppi ragazzini in quei giorni canzonavano. Random gli era stato vicino, aveva visto chi era, di cosa era capace. Non avrebbe pronunciato il suo nome. "Non sai chi sia un Legilimens? LUI VEDE NELLA TUA MENTE..." L'urlo esagerato dell'uomo lo costrinse ad indietreggiare, prendere un altro passo di distanza. Fu questa la causa per la quale non subito intese quanto l'uomo aveva detto. Ma quando, infine, le parole colpirono la sua coscienza, colpirono forte.

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*Cosa?*


Qualcosa non andava per il verso giusto. Qualcosa era sbagliato. O perlomeno così voleva credere. Così DOVEVA credere. Lettura della mente? Non aveva senso! Quale magia poteva renderlo possibile? Le anime, i pensieri di tutti, potevano davvero essere così vulnerabili ed esposti? Non aveva senso, non poteva essere... Era tutto una follia, inventata da quell'uomo, o un equivoco, un paragone, una metafora... Lui... Non poteva, letteralmente, "vedergli nella testa". No? Perché ciò, e lo sapeva bene, voleva dire che... "I tuoi pensieri, i tuoi dubbi, tutto ciò che il tuo cervello custodisce anche nei luoghi più segreti, viene catturato dal potere dell'Oscuro... Egli ti guarda, cattura il tuo sguardo ed entra dentro la tua testa... Può farti impazzire, può farti credere ciò che Lui desidera..." Le parole dell'uomo furono la peggior conferma alle sue paure. Voleva rinnegarlo, urlargli che sbagliava, che una cosa simile non esisteva, ma semplicemente era impietrito, come colpito da un incantesimo. Immobile. Solo la sua mente, velocissima, già convinta, ricorreva a tutti i momenti passati, ricontrollava, ispezionava ogni ricordo alla ricerca di un singolo istante nel quale aveva potuto dare all'Oscuro un segnale di-


*...*


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*...Rowena...*


Ne era certo. Era stato al ritorno di quella donna, quando Lui li aveva richiamati tutti... aveva pensato distintamente che quello non era più posto per lui, che doveva fare qualcosa per andarsene, bleffare e progettare una via di fuga. E ricordava di aver sentito il Suo sguardo, per un momento, sul suo capo chino. Era stato allora? Era stato allora che Egli aveva capito tutto? E magari, proprio in quel momento, continuava a leggere le sue memorie? Il suo passato? I suoi intenti? "Posso solo dirti che i miei occhi avrebbero finalmente lacrime...Di nuovo...Se solo potessero vedere LUI MORTO." Quel lamento insensato, così inadatto, così stupido in quel momento, lo fece semplicemente esplodere. Notò appena le gambe di lui muoversi impercettibilmente, e in un riflesso condizionato, la bacchetta si mosse. *TERRA!* Sabbia calda del deserto Egiziano, nella vacanza di due anni prima. Il terreno umido della foresta. Una foglia bagnata che cadeva sul suo leggero corpo di rettile. Rami che si spezzavano sotto i suoi piedi. Gli alberi che circondavano la zona barbecue di quell'agriturismo sperduto conoscevano i suoi ricordi. Ora avrebbero condiviso la sua rabbia. La bacchetta si mosse, un semicerchio da sinistra verso destra, verso il basso, prima che la bacchetta si alzasse imperiosa. "Verdatio" Freddo, sbrigativo. Il suolo di quel bosco doveva essere pieno di radici, dalle più spesse alle più fini. Era le prime, quelle appartenenti agli alberi secolari, che richiamava: tre, per l'appunto, che affiorassero dal terreno, agguantassero quell'uomo, due per i polsi, strette a terra, un'altra alla gola, meno serrata, e lo tenessero inchiodato, fermo, schiena sul terriccio umido. Avrebbe respirato, per calmarsi dallo sforzo e dalla rabbia. Doveva avere la mente chiara. Doveva ragionare. Ma soprattutto: doveva sapere. Se, e solo se il suo incanto fosse andato come sperava, immobilizzando l'uomo, allora gli si sarebbe avvicinato per gridargli in faccia. "Cos'altro sai di lui? Quali altri poteri ha? Può leggere nelle nostre menti anche adesso? PARLA." Il pugno destro, libero dalla bacchetta, si chiuse in una stretta, le unghie conficcate nel palmo, pronto a colpire. Aveva perso il controllo. Tutto, tutto ciò che aveva pianificato, tutto ciò che era sempre stato... poteva finire in quel momento. Il suo destino era scritto sulla lingua di quell'uomo.



L'ultimo parlato e da considerarsi solo se l'incantesimo va a segno. Non sta bene fare gli spacconi senza un effettivo vantaggio sul minacciato :fru:


 
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view post Posted on 12/9/2014, 18:41
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Il Fato

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"L'istinto rimane sempre la parte più razionale dell'uomo"

La necessità di sentirsi al sicuro, il bisogno viscerale di trovare risposta, di possedere conoscenza necessaria per sopravvivere, prese il sopravvento.
Non avrebbe potuto essere altrimenti.
Random desiderava, al contrario dell'uomo misterioso, vivere.
Non cercava vendetta arrendevole e morte certa. Egli voleva essere libero. E per esserlo, vi era la necessità di conoscere il nemico, così come chiaro e manifesto in ogni studio dell'arte della guerra.
Il giovane coraggioso era dunque più ragionevole di quel folle individuo pronto a morire ancor prima di dare un senso alla propria morte.
Benchè il Mangiamorte non avesse alcuna intenzione di utilizzare la propria bacchetta, il movimento degli arti inferiori allarmò Random, il quale, dotato di sufficiente esperienza ed abilità magica per evocare incanti di non semplice esecuzione, castò alla perfezione il Verdatio.
Catene naturali, lignee barriere avvolsero le estremità dell'uomo fino a bloccarlo così come il giovane avventuriero desiderava.
Smorfia di dolore e sorpresa sul volto del'uomo
Poi...
AHAHAHAH! Tu sei un giovane dalle mille risorse! Troppo buono nell'animo per uccidermi e...Troppo malvagio per non utilizzare la potente magia di attacco e difesa su uomo...inerme...Forse sei adatto ad esser discepolo del Signore Oscuro più di quanto tu stesso voglia accettare...Di Lui so quello che tutti i maghi assennati sanno...E tu non sei tra quelli, amico mio.
Lui conosce magia oscura che noi nemmeno possiamo immaginare...L'ho visto volare a grandi distanze...L'ho visto difendersi con scudo gigantesco venuto dal nulla...Ho visto la sua brama di uccidere per puro compiacimento. Riesce a possedere la mente di chiunque qualora lo desideri...Perchè nessuno è forte come lui, come la sua volontà. E temo che possa fare molto di più...Non sono nemmeno sicuro che egli possa morire...Non sembra che il tempo possa scalfirlo. Non ha nemmeno sembianze umane. Non dorme credo...Non penso ne abbia bisogno... Non so se trascorra il suo tempo in Villa oppure se appaia solo se interessato alle visite...Tu a fatica mi attacchi...Come credi che troverai il coraggio di attaccare lui? Con un verdatio??? Posso aiutarti...Conosco chi può aiutarti...Necessiti di un esercito. E io posso fornirtene uno.

 
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view post Posted on 14/9/2014, 10:24





"You can get more of what you want with a kind word and a gun, than you can with just a kind word."


Con un brivido di soddisfazione da parte di Random, le catene lignee sorsero dal suolo senza problema, strinsero i polsi, la gola dell'uomo, e lo legarono alla terra. La rabbia, la fretta avevano cancellato ogni parvenza di modo gentile da lui, l'idea che l'Oscuro potesse sapere in qualsiasi momento dove era, e chissà cos'altro, lo turbava, lo dilaniava, e tuttavia non potè nascondere un moto di orgoglio nel vedere gli occhi di quell'uomo spalancarsi per lo stupore nella notte. Ma sentiva le pareti del cunicolo che stava percorrendo stringersi sempre di più, e non poteva permettersi di incappare in un vicolo cieco, in una strada senza uscita. Doveva trovare un modo. In quel caso, ci azzeccò: la minaccia e la violenza sembrarono sortire molto più effetto che la cortesia. La lingua dell'uomo si sciolse, in accuse e insulti, inizialmente, poi utili informazioni. Resistette alla tentazione di gridare qualcosa in risposta alle prime: sapeva il fatto suo, e se di qualcosa era certo, questo qualcosa era che lui non era un Mangiamorte; non poteva essere definito nemmeno una persona irreprensibile, certo, era impulsivo, di facili emozioni, ma non era malvagio. E non avrebbe lasciato che il primo omicida che passava lo riprendesse per la sua poca galanteria, quelli come lui non meritavano niente. Ma non ebbe il tempo di lambiccarsi troppo su questa questione, poiché le informazioni che quell'uomo sciorinava sembravano al confine tra l'incredibile e il folle. *Volare a grandi distanze... non intende la smaterializzazione, immagino. Esiste un incantesimo per volare? Forse è un Animagus, è questo che vuole dire? Uno scudo gigantesco... Protego Totalus. Deve essere quello.* Una dopo l'altra, il suo cervello cercava nell'ordinario di spiegare quelle straordinarie cose che gli venivano raccontate, di avvicinare i poteri dell'Oscuro a incantesimi potenti, ma di certo non unici, dei quali era a conoscenza. Ma fu l'ultima delle peculiarità raccontate dall'uomo a preoccuparlo. Sentì la sua rabbia scemare di fronte alla totale incomprensione, e in pochi attimi, fu un uomo perso di fronte ad un uomo perso. *...non è umano... non c'è da stupirsi, ma... non dorme? Non...* Si riscosse all'improvviso. Non era un problema, quello, che Voldemort fosse un umano, o un semidio, o uni spirito. L'importante era che si potesse sconfiggere, colpire, e da quanto Random aveva visto in passato, poteva tranquillamente dire che l'Oscuro fosse materiale. Tanto bastava, e per il resto... "There's more than a way to skin a cat". "Tutti muoiono. Credo a quello che hai detto, anche se sei un Mangiamorte, e un omicida. Ma penso che tu abbia commesso l'errore che tutti coloro sotto di Lui commettono: hai confuso la tua mente. Il Signore Oscuro è un bugiardo, si ammanta di potere e mistero per scoraggiare ribellioni tra i suoi schiavi, ma è solo il disegno sulle ali di una farfalla che prova a fingersi pantera." Non era per niente certo che quanto avesse appena detto fosse vero, e tuttavia quando parlò la sua voce fu calma e decisa, e scomparsa la furia che lo aveva colto. Al suo posto, una fredda decisione, cupa di presagi nefasti: per quanto avesse giustificato e svalutato i poteri dell'Oscuro, restava un mago temibile, e quanto quell'uomo aveva detto sul suo non essere umano, addirittura immortale... poteva essere vero, e avrebbe dovuto tenerlo in conto. Ma al momento, c'era altro da fare, un passo più importante, alcune parole che avevano attirato particolarmente la sua attenzione, tra gli insulti e le accuse di fifoneria. Un esercito... "Cosa intendi? Ci sono altri come me, che vogliono ribellarsi a lui?" Quando si era figurato a combattere l'Oscuro, o aveva avuto incubi a riguardo, si era sempre visto solo, ammantato, cercare di nascondersi e di non farsi vedere, un sicario più che un guerriero. E non poteva fare altro: non era abile in battaglia, non era particolarmente capace negli incanti. Ma aveva la Lucertola al suo fianco, e in quella forma era invisibile a tutto... così, pensava di sconfiggerlo, con speranze azzardate e tanta fortuna. Ma marciare su Malfoy Manor con un esercito? Aveva i suoi dubbi, ma non poteva lasciare nulla di intentato.
 
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view post Posted on 17/9/2014, 16:18
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Il Fato

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"E la luce apparve nel bel mezzo della materia oscura"



Legato o meno, schiavo della volontà di Random oppure no, l'uomo misterioso continuava a collaborare. O meglio...Egli non si era mai ribellato. Tattica? Follia?
Le informazioni fornite corrispondevano a pura verità...eppure Random continuava razionalmente a non comprendere a pieno quei discorsi confusamente coerenti.
E la spiegazione che mente e raziocinio elaborarono furono certamente logici...Ma non corrispondenti alla realtà.
Nonostante il momento di reale difficoltà, dato che il movimento degli arti veniva ancora una volta castigato, il Mangiamorte offriva il proprio aiuto...Palesando addirittura l'esistenza di un "fantomatico" esercito...
Esistevano dunque nemici organizzati, pronti a perdere la vita in nome della giustizia ed a scapito dell'oscurità?
E perchè il mondo magico non sapeva?
E come faceva ad esserne a conoscenza proprio quell'uomo?
Sì...So dell'esistenza di un esercito...Non so chi sia al comando...Non so chi comandi la baracca insomma...Ma so che non esistono solo Auror a combattere contro il Male...C'è qualcosa di più...
Nel corso delle battaglie e degli scontri a sorpresa, durante le folli missioni tanto bramate dal Signore Oscuro, mi sono imbattuto in personaggi magici non propriamente auror...
E alcuni nostri infiltrati di un tempo passato, traditori del Bene, hanno parlato di qualche organizzazione che non conosco e di cui ignoro i dettagli di organizzazione...
Dobbiamo andare al Ministero e parlare con Pompadour....Non so se il Ministro sappia qualcosa...Ma so per certo che non è una fan del Nostro Padrone....Oh, no, no...Dobbiamo servirci di altre bacchette...Non fidarti di me, ma...Fidati della massima figura di irreprensibile correttezza...Posso farti arrivare a lei...

 
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view post Posted on 21/9/2014, 21:39





*Un esercito* "...non esistono solo Auror a combattere contro il Male..." *Hook* "...qualche oganizzazione che non conosco..." L'uomo continuò a parlare, parole che Random sentì appena, il suo cervello era nuovamente alla carica. Si parlava di folli missioni, e guarda caso, ad una di esse aveva partecipato. Non poteva non ricordarlo.


*Ansimava, nascosto dietro l'ultimo scaffale di legno, una mano appoggiata al muro e l'altra ben stretta attorno alla bacchetta. Un ruggito spaventosamente potente rimbombò nella salia buia, una ventina di metri alla sua destra, seguito da un urlo e uno schianto. Un incantesimo gridato, un esplosione, uno sparo, scaffali che cadevano, sferette di vetro che si infrangevano al suolo. Cosa ci faceva lì? Era uno studente, un misero studente catapultato in mezzo ad una battaglia di maghi, non era quello il posto per lui. Un fruscio nell'aria, qualcosa si mosse vicino a lui, invisibile e silenziosò. Urlò. Voleva andarsene, ma aveva promesso... e in cambio, gli era stato promesso altro. Alzò la bacchetta, si fece forza. Dovevano ucciderlo.*



Quella che sarebbe poi rimasta impressa nella sua mente come "Operazione Hook". Un uomo, uno sventurato, aveva avuto la deprecabile idea di tradire l'Oscuro e di farsi scoprire, andando a riferire tutto... a chi? Contro chi avevano combattuto, quel giorno? A chi appartenevano le ombre che aveva cercato di colpire nell'oscurità? Auror? Poteva essere... oppure, quell'uomo poteva avere ragione. Ma se anche, a chi affidarsi, come contattarli? Se l'Oscuro Signore non li aveva già sterminati era perché non sapeva chi e dove erano i membri della misteriosa organizzazione, e se non lo sapeva lui... non sarebbe stato affidandosi a quel folle, che li avrebbe trovati. Il Ministero? O addirittura, la Ministra, e sua ex professoressa di pozioni, nonché Preside? Poteva dire di averla conosciuta per la donna giusta e leale che era, ma da lì a dire che giostrava un'organizzazione extraministeriale per la guerra all'Oscuro... che motivi ne avrebbe avuto, quando aveva gli Auror sotto suo diretto controllo? O forse questa organizzazione altro non era che l'elite degli Auror? No, non si spiegava.
*Devo cercare di contattare chiunque abbia combattuto in quella sala buia, quella notte, ma non sentii né vidi nessuno aldilà delle urla. Non posso nemmero rischiare troppo, perché se qualcuno scoprisse che so di Hook, basterebbe controllarmi il braccio per... No. Devo rimanere nell'anonimato, mandare avanti le mie pedine. Come con le lucertole.* In un guizzo isensato, la sua mente gli ripropose una scena di quella stessa operazione.


"Il mio nome... chiamatemi Inchiostro!"


Rabbrividì. Non per l'imbarazzo, giacché quello era lo stupido nome in codice che aveva scelto quella sera per essere riconosciuto (*Sempre meglio di Eva*), ma per l'idea che andava delineandosi nella sua testa. Lo sguardo corse al suo braccio sinistro, là dove, sotto la stoffa, era nascosto il Marchio. In qualche modo, tutti i Marchi Neri erano collegati: al Signore Oscuro bastava premerne uno, e i bracci di tutti loro bruciavano come sotto una colata di metallo fuso, e sapevano di dover rispondere alla Chiamata. Inchiostro... Inspirò un po' di oscurità. *Ci sono.* Era tutto così collegato, così perfetto, come una strada di ciottoli che andava a costruirsi da sola davanti a lui, a mano a mano che andava avanti. Aveva bisogno di contattare qualcuno che avesse partecipato all'Operazione Hook, senza farsi vedere o riconoscere? Poteva. Lui... era Inchiostro. "Ho bisogno che tu faccia qualcosa per me." Sentiva l'eccitazione salirgli lungo il corpo, la sottile peluria che gli copriva le braccia caricarsi di tensione, la voce vibrargli, la mente sgonfiarsi come per far posto a tutto il sangue possibile. Non sembrava dare ora peso alle parole dell'uomo, ora che vedeva il suo Percorso chiaramente, ma a lui si riferiva: aveva bisogno di aiuto. "Per te morire o vivere non fa differenza, è per questo che sei disposto a buttarti di petto tra le onde. Io non sono come te." Una punta di orgoglio si accese, una fiammella da tempo spenta, riaccesa dall'emozione. Si sarebbe abbassato, e con una mano avrebbe scoperto la manica sinistra dell'uomo, a rivelare il Marchio Nero che anche lui avrebbe dovuto portare. "Prima di tutto, non sono un assassino. Per questo, se percepisco la minima nota di tradimento nella tua voce, non ti ucciderò: mi basterà mettere un dito sul tuo avambraccio ossuto e andarmene. Sono sicuro che loro sanno bene cosa farsene, di te. Ho bisogno che tu trovi per me dei diari. Non importa di che genere, possono essere vecchi e sgualciti, o rosa con Hello Kitty sopra, non mi interessa. Ma me ne servono... diciamo, dieci. Ogni pagina deve essere vuota. E ho anche bisogno di un modo per entrare alla biblioteca magica di Londra senza essere riconosciuto. Il tutto, entro la mattina di domani." Lo sguardo risoluto, deciso. Non scherzava più. Aveva un piano. Quell'uomo, se aveva detto la verità, era stato estremamente utile, ma ora poteva solo tradirlo... aveva ucciso degli uomini. E lo avrebbe rifatto. Doveva sfruttarlo finché poteva, o liberarsene. Odiava anche il solo pensiero di essere responsabile della sofferenza di qualcuno, ma stava cercando di salvare delle persone... e Lei, soprattutto. Doveva.

 
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view post Posted on 24/9/2014, 19:11
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Il Fato

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"La certezza distrugge la verità"

Parole e rivelazioni. Descrizioni, dettagli e nebulose informazioni.
Ma era tutto vero? E...Se fosse stato vero, vi era possibilità di successo?
Piani, strategie, volontà, pensieri, riflessioni. Eppure, continuava a mancare qualcosa... In che modo l'uomo misterioso aveva trovato Random? Perchè mostrava interesse nell'allearsi con lui? Cosa possedeva il giovane ribelle più di lui?
Del resto, l'uomo si era detto esser Mangiamorte...Dunque, doveva trattarsi di seguace di vecchia data, vista l'età. In effetti, osservando bene il viso del misterioso compagno di avventura, doveva trattarsi di uomo adulto, giunto alla mezza età. O forse no...Le rughe intorno agli occhi ed intorno alle labbra facevano pensare che potesse trattarsi di individuo...Stanco...Dinanzi alle difficoltà ed alle battaglie possibili da lui fronteggiate.
Ma accadde qualcosa...Una rivelazione inattesa.
Proprio nel momento in cui Random sembrava avere la risposta alle proprie esitazioni, un movimento scaltro lo conduceva ad un nuovo quesito inquietante...
Laddove il giovane mago credeva di trovare inviolabile segno del Male, il Marchio...Egli non trovava altro che pelle e duro muscolo e braccio privo di segno...Uno strano braccio...Non appartenente al corpo cui era vincolato.
Cosa?!
L'uomo misterioso non aveva forse detto di esser Mangiamorte? Ed i Mangiamorte non avevano TUTTI l'immagine dell'appartenenza all'Oscuro?
Parole vane risultavano dunque quelle del ragazzo. Minacce poco minacciose.
E lo strano uomo rise ancora...
Ahah...Ma certo...Chiamalo. Ma temo dovrai farlo con il tuo stesso braccio...Come vedi, io non posso chiamarlo...Sono libero...Privo di un arto certo, ma libero. Questo braccio è...Come dire...In prestito. Non posso smettere di appartenere a Lui...Ma posso scegliere come. Non ti aiuterò se non sarai disposto a condividere con me i tuoi piani. Non sarò il tuo schiavo. Puoi uccidermi.

 
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Just;
view post Posted on 27/9/2014, 15:19




Ci mise un attimo a capire ciò che vedeva. Ovvero: vedeva, la verità era nero su bianco (o meglio, rosa su rosa) davanti ai suoi occhi, eppure il suo cervello sembrava convinto che la verità non avesse ragione. Il braccio dell'uomo era privo del marchio deturpante che affliggeva invece il suo. Aveva mentito? La spiegazione di lui non lo convinse. Un braccio... in prestito? Quell'uomo era stato disposto a mutilarsi da solo e rubare un arto a qualcun'altro, pur di togliersi dal giogo dell'Oscuro? Ne era impressionato. E impaurito. Quell'uomo era completamente folle; se anche fossero riusciti a sconfiggere in qualche maniera l'Oscuro, cosa avrebbe poi fatto? Inizialmente aveva pensato che sarebbe stato utile avere qualcuno che gli coprisse le spalle, avesse più esperienza di lui con l'Oscuro e le sue schiere, ma quell'uomo... No. Non era la persona adatta. Forse era uno stupido, a non fidarsi, chiunque al suo posto avrebbe preso l'occasione. Ma aveva deciso. Semplicemente, avrebbe spremuto il limone fino in fondo. Lasciò andare il braccio di lui.
"E va bene. Ho intenzione di seguire il tuo piano, ovvero mettermi in contatto con questo esercito del quale mi hai parlato. Ma non penso che fare irruzione nell'ufficio della Ministra della Magia sarebbe saggio: se la metti così, abbiamo una possibilità sola di beccare qualcuno che fa effettivamente parte dell'esercito, e se sbagliamo, finiamo ad Azkaban. Dunque, faremo quello che hai detto tu, ma come lo dico io. Ovvero: dalla distanza. Non c'è bisogno di essere presenti in un posto per recapitare un messaggio... pensa al nostro marchio. Tu te ne sei liberato, ma io so esattamente ogni volta che Voldemort chiama a raccolta i suoi, eppure, non faccio nemmeno più parte della loro cerchia." Un movimento della bacchetta avrebbe comandato ai rampicanti di sciogliere la morsa dal collo dell'uomo, seppur lasciandola su entrambi i polsi. Il metodo che aveva ideato poteva funzionare, ma aveva assolutamente bisogno di ritrovare quel libro, e quel libro si trovava nel British Museum. Riusciva quasi a ricordarne le parole... *Se casti il liquefacio su due oggetti 'collegati magicamente', entrambi si trasformeranno nella medesima sostanza. Collegare gli oggetti... Funzionerà...* Guardò deciso all'uomo. Aveva bisogno di lui, ma non aveva bisogno di lui. Si trattava tutto di quanto fosse disposto a cooperare, a quel punto. "Ho intenzione di trasmettere il nostro messaggio a più persone, in maniera cifrata, stando comodamente nascosto nell'anonimato. Sarò in grado di capire chi di queste persone ha avuto effettivamente a che fare con l'esercito: a quel punto, ci concentreremo su di loro, e lasceremo perdere le altre. Non risaliranno mai a noi. Prima hai detto che è impossibile fidarsi di un Mangiamorte: dal momento che non lo sono, credo che non ti sarà difficile fidarti di me." Un altro movimento della bacchetta, e la radice che stava sul polso sinistro si sarebbe sciolta. Ma non quella sul polso destro. Attese, in silenzio, guardando dritto negli occhi il guscio di un mangiamorte che fu, un bozzolo ormai vecchio e sciupato di qualcosa non più vivo. "Procurami quei diari e un travestimento, e l'egemonia dell'Oscuro avrà i giorni contati. Posso farcela." E davvero ci credeva, stavolta. Sentì la Lucertola sibilare dentro la sua testa, agitando la coda. Mancava poco.


 
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17 replies since 6/8/2014, 15:43   246 views
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