Stare bene..., x Jessica Evans

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view post Posted on 30/8/2014, 09:52
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ravenclaw

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09:30
Possibile che facesse tutto quel caldo in un castello di chissà quanti secoli e muffa ??Chiaramente la risposta era si.
Naturalmente.
Era quella classica situazione di calcolo delle probabilità,in cui emergeva sempre quella piu' fastidiosa.
Così in una assolata mattina d'estate Niko si era ritrovato a svegliarsi nel letto dal caldo.
Si dal caldo.
Quel maledetto caldo afoso, quello che non permette grandi movimenti che sennò il Sahara a confronto sembra un piacevole villaggio turistico dove passare qualche giorno.Tanto per non farsi mancare nulla la sera prima si era dimenticato di chiudere le tende della finestra,così che la mattina era stato svegliato da un piacevolissimo raggio di sole,di quelli concentrati.
Avrebbe preferito essere svegliato da un Dissennatore,almeno quelli erano freschi.
Toglievano un po' di felicità,ma per come era messo al momento lui,al massimo avrebbero cercato i Dissenatori stessi di tirarlo su'.
Ora dove era?
A zonzo.
Quella parola che trasuda tutto il "non so dove andare e non me ne frega nemmeno più di tanto".
Voleva solo un po' di fresco.
In quei mesi di pausa scolastica,il castello rimaneva la casa per pochi, Positivo e Negativo che fosse.
Aveva quindi anche poca scelta sul chi coinvolgere nel suo dolore caldano.
Patrick era tornato a casa,Daddy uguale,dovevano ancora vedere una partita di Quidditch insieme,altre lady corvonero si erano volatilizzate.
Delle altre casate conosceva gente,ma nessun legame che avrebbe potuto convincere qualcuno a farsi un giro per il castello in sua compagnia a quell'ora del mattino.
Giù' in Sala Grande si era fatto fare una spremuta,qualche cornetto e poi era partito.Era molto "On the Road" quella mattina...come avrebbe voluto dimostrasse il suo vestiario.
Invece...era pur sempre a scuola e doveva mantenere un contegno,aveva già ricevuto qualche richiamo dai prof e costretto a rinunciare.
*Uff...diamine,sta cravatta ammazza...*
La divisa,ma chi era quel genio che l' aveva istituita ?Non negava che avesse il suo fascino,ma in certe stagioni non si richiedeva proprio.
Cercò di allentarsela così da poter anche dare respiro al suo collo.
Lo stesso respiro che si ingrandì nel momento in cui percepì una corrente d'aria.
SI,qualcuno nella scuola aveva lasciato delle finestre aperte..
- è proprio vero che Hogwarts non smette mai di sorprendere..eheh -
commentò divertito,mentre si dirigeva verso la fonte di aria.
Le scale,non dettero problemi ,sembravano assecondare la volontà di un ricercatore di refrigerio.Evidentemente avevano caldo anche loro,così come i gli abitanti dei quadri.
Erano stranamente tutti vuoti.
Non se ne curò piu' di tanto e corse...uno,due,tre,quattro scalini ed eccolo.
Il Quinto Piano si estendeva in tutta la sua bellezza d'aria.
Ci mise pochi secondi ad individuare la finestra.
Il suo Santo Graal .
Arrivato,guardò fuori e vide lo specchio d'acqua che avvolgeva la scuola,splendente sotto i raggi del sole.
Ok,forse non era poi così male col sole,bastava che ci fosse anche il vento.
Si mise così seduto a cavalcioni della bassa finestra...un piede nel vuoto e uno sul freddo suolo.
Ora si che si ragionava.


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Jessica A. Evans
view post Posted on 31/8/2014, 17:44




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Dalla Torre di Astronomia la valle del castello riluceva di mille colori. Un'alba ricca di sfumature cremisi pennellava la volta del cielo, riflettendosi sulle mura e sul parco di Hogwarts. Un brezza leggera intervallava a fatica una cappa afosa innaturale, che gravava sulla pelle e si appiccicava ai vestiti. Jessica Evans osservava il panorama, decine di chilometri sotto i suoi piedi, da una solitaria finestra della Sala Comune. Era deserta e il silenzio conferiva solennità allo spettacolo pirotecnico della natura. Le sue valigie erano appena state recapitate in camera dagli elfi domestici, e ben presto la giovane Corvonero si era resa conto che pochi suoi concasati erano rimasti tra le mura scolastiche. L'anno accademico era alle porte, ma solitamente gli studenti del castello rientravano a Hogwarts il primo settembre. Il suo anticipo non era casuale, ma volontario e non era mai accaduto durante i quattro anni in cui aveva frequentato l'accademia di magia. Aveva bisogno di tempo per riassemblare i pezzi, e un rientro in solitudine avrebbe giocato a suo vantaggio. Confondersi con i visi sorridenti del resto degli studenti l'avrebbe solamente fatta impazzire e le avrebbe fatto venire voglia di darsela a gambe, correndo più veloce che poteva. Si sentiva fuori luogo, non degna di condividere la felicità altrui e non all'altezza di affrontare un anno accademico complesso, con importanti esami alle porte. Un fallimento ambulante, un inutile scarto. E questa sensazione la perseguitava da quando aveva tirato le somme e aveva preso atto di quante cose aveva mandato all'aria. Nathan, L'Ordine della Fenice, le Amicizie... Tutto. Così come non aveva potuto fare nulla per la sua giovane sorella, se non stare accanto al suo esile ed esangue corpo, adagiato in un letto asettico di ospedale. L'unica cose che aveva potuto fare, era stata attendere. E aveva atteso, inerme ed impotente, atteso, fino a che qualcuno aveva portato buone nuove. Era stata infinita, quell'attesa, infinita e snervante, e Jessica ancora non sapeva se ne fosse davvero valso qualcosa. Sua sorella era ancora malata, e nessuno sapeva quando e se si sarebbe ripresa definitivamente. Jessica sospirò sonoramente, e diede le spalle alla finestra. I suoi occhi ci misero parecchi secondi ad adattarsi alla penombra della Sala Comune e a permettere alle sue gambe di trovare la strada per uscire dalla sala, senza urtare qualcosa. Una volta fuori, si lasciò il corvo custode alle spalle, chiedendosi se sarebbe mai più stata capace di rispondere correttamente agli indovinelli, o se l'intorpidimento psichico degli ultimi mesi, l'avrebbe vista costretta ad attendere l'arrivo di qualche compagno più in gamba di lei per andare a dormire. Prese le scale e scese di qualche piano, attendendo che le rampe a cui piace cambiare, scegliessero la strada per lei. I corridoi erano deserti e le volte gotiche erano illuminati dal chiarore mattutini, che mano a mano stava abbandonando le sfumature rossastre, lasciando il posto a colori pastello più tenui. L'afa nei corridoi era così densa da poter essere affettata con un Diffindo, e si insinuava tra i suoi capelli, appiattendoglieli sulla fronte. Si raccolse la chioma vermiglia in una coda alta, per lasciare respirare la pelle, e ringraziò i numi di aver indossato una camicia estiva e una gonna di media lunghezza, lasciando la divisa ben appallottolata nel baule. I suoi passi rimbombavano nell'aere, dandogli la convinzione che non avrebbe trovato anima viva nel raggio di chilometri, ma l'eco di una voce, non molto distante e arrivata del tutto inaspettata, la fece arrestare dallo stupore. Una brezza fresca seguì quell'inaspettato suono, tanto che Jessica pensò che la voce udita provenisse, con più probabilità, dall'esterno delle mura, ma non appena svoltò l'angolo, una folata di vento la investì in pieno e, voltandosi verso la finestra da cui essa proveniva, notò una gamba penzoloni. Sobbalzò incredula, facendo un salto all'indietro e inciampò in un risvolto del tappeto, urtando un'armatura di guardia al corridoio. Perse l'equilibrio e rovinò al suolo, trascinandosi dietro l'armatura nel tentativo di trovare un appiglio per restare in piedi, ma invano, e con un fragore metallico, che rimbombò per tutto il corridoio, atterrò sul pavimento di pietra. Si protesse il capo dai pezzi metallici che le piovvero addosso e gli occhi si sgranarono, quando la spada dell'armatura si infilzò nel tappeto tra le sue gambe, per poi afflosciarsi lentamente a terra. "Beh, non avrei potuto sperare in un'accoglienza migliore!" sbottò, afferrando l'elmo con due mani, alzandolo sopra alla testa, per lanciarlo lontano nel corridoio. Ruotò sui glutei aiutandosi con i palmi delle mani puntati a terra, e si spinse, flettendo le ginocchia, per trovarsi seduta ma con la schiena appoggiata al muro. Sospirò e chiuse gli occhi, passandosi una mano sul viso e poi, sperando che in tutto quel baccano, l'individuo appeso alla finestra non fosse volato giù, disse a mezza voce: "Mi scusi, ma la mia goffaggine è celebre e verrà tramandata ai posteri con eroici canti da menestrelli burloni...". E lì seduta, sopraffatta dagli eventi, attese di essere defenestrata oppure che le sue scuse venissero formalmente accettate.


Edited by Jessica A. Evans - 15/10/2014, 14:42
 
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view post Posted on 1/9/2014, 02:27
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ravenclaw

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Pace.
Ecco cosa riusciva a sentire in quel momento.
Solo tanta,tanta pace.
Un essere sospeso tra il "tutto" e il " niente".
Infondo quelle giornate iniziate così presto,riuscivano a distorcere la percezione di quello che si aveva intorno.
Ecco,ultimamente Niko di quello che aveva intorno,non è che riuscisse a percepire chissà quanto.A volte credeva di avere tutto sotto controllo,sapere qualsiasi cosa,cosa volesse fare,cosa volessero gli altri da lui,cosa il mondo si aspettasse da quel ragazzo dai capelli Blu/Azzurro.

Altre il buio.Non vedeva di lì a un passo.
Tutto avvolto in una fitta foschia,che permetteva solo di percepire i lineamenti delle cose,contro cui inevitabilmente finiva per scontrarsi.
Una bomba che scoppiava nella sua vita e riecheggiava al suo interno.
La scuola,aveva davvero tutta questa voglia di studiare,studiare e apprendere?
Il Quidditch,qual'era il suo ruolo nella squadra?Aveva un futuro in quello sport o forse il nuoto babbano non era poi così male.
I suoi genitori e suo Nonno,non volevano forzarlo piu' di tanto,lasciarlo fare le sue scelte,ma non era scemo.Vedeva come qualche volta sua madre dovesse mordersi la lingua per non ricordargli che non poteva rimanere in quella scuola per sempre,che il tempo passava e non aveva rispetto per niente e nessuno,e che non avrebbe certo fanno una eccezione per lui.
Ora in quella mattina cercava solo di lasciare tutto da una parte.
Il caldo prosciugava i suoi ultimi tentativi di dare una quadratura alla sua vita.
Ah che fosse quella la famosa "adolescenza" ??
Un mare di incertezze e un salvagente fatto di ansie.
Fortuna che c'era quella corrente di aria che ogni tanto respirava insieme a lui.
Si stava davvero bene dopotutto.
Notò divertito che molti dei personaggi che mancavano all' appello nei precedenti quadri,erano tutti là.
Addossati ,stretti nei pochi quadri che davano su quel corridoio e che quindi usufruivano della corrente d'aria.
Gli scappò un sorriso davvero divertito.
Poi una bomba.
Un'altra.Diversa dalle sue,con un suono piu' metallico.
Che diavolo era successo ??
*Sembra che qualcuno stia litigando con un esercito di armature..*
commentò tra se e se,mentre il silenzio calava dopo la tempesta..
solo una voce interruppe tutto questo.
"Mi scusi, ma la mia goffaggine è celebre e verrà tramandata ai posteri con eroici canti da menestrelli burloni..."
una voce di ragazza..
- Uhm ?-
fu l' unica cosa che disse,mentre si sporgeva,verso il basso curioso di vedere chi fosse quel ciclone formato ragazza.

No....non era possibile.
Era lei.
Quei capelli rossi,un rosso primordiale,che poteva scatenare qualsiasi reazione ma non poteva non piacerti o almeno rimanerti impresso nella mente.
Gli occhi,ma soprattutto il viso.
Quei lineamenti capaci di passare da un sorriso radioso,a uno sguardo capace di fulminare anche un Dissenatore,a una faccia tremendamente buffa.
Due parole.
Jessica Evans.
Gli veniva da ridere,non sapeva se per felicità o per puro divertimento.
La guardò ancora un pochino,rimanendo fermo nella sua posizione.
- Oh beh a trovarli menestrelli così tanto burloni da tramandare certe scene..-
commentò,ironicamente con un sorriso divertito che si delineava sul suo volto.
-Anche se va detto, che fortunatamente sei ricordata per ben altro.-
aggiunse,prima che lei potesse alzarsi,vederlo e controbattere.
La nebbia era stata leggermente diramata dal soffio di vento,e in quel soffio di vento era spuntata lei,come ai vecchi tempi.
Già,si stava davvero bene.
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 10/9/2014, 12:48




La reazione che susseguì l'incontro ravvicinato con l'armatura, fu estremamente insolito ed inaspettato. Dapprima un solo mormorio, a malapena distinguibile, impersonale, imputabile probabilmente al 90 per cento del genere umano frequentante il castello. Ma poi, il suo orecchio fu accarezzato da una voce limpida e altamente familiare, che raggiunse le sinapsi della giovane Corvonero piacevolmente, come una ventata di aria fresca. Jessica conosceva perfettamente quella voce, e ancor prima di voltarsi e ritrovarsi dinnanzi il proprietario, si era già delineata in mente un'immagine quasi tangibile della persona che aveva appena parlato. Due occhi accesi di entusiasmo, adornati da una chioma cerulea, spettinata dalla carezza del vento, e un sorriso amichevole, l'osservavano dall'alto del davanzale. La ragazza sorrise automaticamente di rimando, come se la spensieratezza del ragazzo fosse contagiosa, e con rinnovato vigore, balzò in piedi, rassettandosi gli abiti. "Niko...! Che sorpresa..." mormorò, prima di ridacchiare per il commento del giovane al suo precedente tentativo di scuse. "Beh, certo. Di cose stupide da raccontare sul mio conto ce ne sarebbero a iosa, pane ghiotto per chiunque volesse raccontare una storiella divertente...".
Abbassò lo sguardo al pavimento, rendendosi conto solo in quel momento dell'entità del danno appena commesso, e pregò in silenzio che nessun Prefetto o Professore fosse nei paraggi. Il che era assai improbabile, in relazione al calendario, ma assai plausibile considerando la sua immensa aura di sfortuna.
"Non mi viene in mente altro di memorabile, riguardo me stessa" sorrise, cercando nuovamente lo sguardo di Niko. "Ma bando alle ciance... Niko, che bello vederti! Sembra passato un secolo, o meglio, forse lo è... Passato delle belle vacanze?". Si rese conto che era una domanda incredibilmente stupida, considerando il tempo trascorso dal loro ultimo incontro, ma rompere il ghiaccio non era mai stato il suo forte. Sperando che il giovane concasato capisse, regalò uno dei suoi rari e sinceri sorrisi, uno di quelli che riservava a pochi eletti, un gesto che veniva dalla parte più recondita e segreta del suo animo, che pochi avevano avuto il privilegio di testare con mano.
La brezza estiva giocherellava pigra con i suoi capelli, solleticandole la pelle, e si ricredette, ripensando che dopotutto era valsa la pena ritornare a... Casa.


Edited by Jessica A. Evans - 15/10/2014, 14:41
 
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view post Posted on 9/10/2014, 02:25
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ravenclaw

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Avete mai visto una ragazza con un sorriso così contagioso e luminoso ??
Beh Niko no.
O meglio l' aveva visto eccome,ma ogni volta era una sorpresa nuova e piacevole al tempo stesso.
Spontaneo e sincero come pochi.Quando lei lo sfoderava era davvero il piu' bell' accessorio del mondo.
Il bello è che non aveva nulla di magico,era così al naturale.
Si trovava sempre in difficoltà quando Je sorrideva in quel modo.
Ne rimaneva come abbagliato o incantato,ma non si era mai voluto soffermare troppo sulla cosa,per timore del sorgere di domande scomode a se stesso,sul perchè di quelle sue reazioni.
Era impacciata,lo era sempre stato,nonostante facesse di tutto per sembrare il piu' composta possibile,che avesse tutto sotto controllo.
Non era molto brava a fingere,quella povera armatura se ne era resa conto a sue spese.
Schivò le allusioni di Niko come schivava i bolidi a suo tempo sul campo di Quidditch,dannatamente bene,con tanto di battutina finale.
* Je,non ci provare...lo sappiamo benissimo che di memorabile hai molto..*
pensò divertito,mentre la osservava rialzarsi e guardare il suo ottimo lavoro.
Nemmeno un folletto Pixie avrebbe saputo fare di meglio.
Le accennò un sorriso complice.
- Passate qui a Scuola,in Scozia non avevo nessuno da andare a trovare per quest'anno..-
disse,mentre scendeva dalla sua postazione.per avvicinarsi alla ragazza.
Qualcuno doveva rimettere a posto lì,altrimenti qualcuno avrebbe fatto domande o ancora peggio avrebbe borbottato qualcosa a riguardo del " comportamento","rispetto delle regole","ordine","compostezza"....il caldo era di per se già abbastanza.
Con calma si chinò per cercare di rimettere insieme l' armatura,rimettendola in piedi.
- Già...troppo tempo..-
aggiunse con un misto tra il serio e l' ironico.
Le era mancata,doveva ammetterlo a se stesso.
Doveva distaccarsi da quei pensieri,forse era la troppa nostalgia.
Via via via.
- Te invece ?-
le chiese,rimanendo sul vago..che bello rifugiarsi nelle banalità.
Davano sempre un senso di sicurezza.
Impenetrabili banalità dietro cui nascondersi.
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 15/10/2014, 13:25




Il caldo afoso e appiccicoso della giornata si fece intenso, più intenso, nel momento in cui le iridi smeraldo della giovane Corvonero naufragarono dolcemente nel mare cristallino degli occhi di Niko. Una sensazione di quiete e pace, la stessa che trasmettevano la risacca del mare e il colore profondo dell’oceano. Forse stava inconsciamente scappando da qualcosa che in realtà necessitava. Rifuggiva la compagnia del prossimo, nascondendosi nell’ombra come se fosse infetta, sporca, ma in realtà l’agognava come un assetato disperso nel deserto brama un piacevole miraggio. La sensazione di solitudine ed abbandono che provava da quando aveva fatto ritorno ed aveva trovato completamente rivoluzionato il sicuro mondo scolastico che aveva lasciato, sembrava incrinarsi con il solo contatto visivo con Niko. Ed ora sorridere sembrava più naturale, quasi piacevole, e il cuore pareva più leggero, come se la gravità fosse improvvisamente cambiata. Si sentì in imbarazzo quando Niko scese dal davanzale e si mise a sistemare il casino che lei stessa aveva combinato nel corridoio, qualche istante prima. “Oh aspetta, non disturbarti! E' colpa mia, lasciami sistemare... O perlomeno darti una mano!” balbettò allarmata, chinandosi ad aiutare il ragazzo. Sapeva benissimo che con un incantesimo avrebbe ricomposto l’armatura con un unico movimento, ma riordinare i vari pezzi, come un puzzle, assieme a Niko, era un modo per fare aggregazione. E distrarsi. Un incantesimo sarebbe stato fin troppo rapido e indolore, avrebbe permesso più facilmente alla sua mente di divagare per vie oscure e dimenticarsi che quell’incontro casuale le stava regalando attimi di spensieratezza. “Quindi vacanze passate a scuola, eh?” ribatté, alla risposta di Niko, e sospirò. Quell’anno, se avesse potuto scegliere, avrebbe pagato oro perché le fosse stata concessa la stessa possibilità del concasato; sarebbe ritornata indietro nel tempo e avrebbe barattato la sua cupa estate con un borioso e piatto soggiorno mensile al castello. Dovette ammettere che le sembrava impossibile, anche solo mentalmente, associare la parola ‘borioso’ a Niko. Sembrava un ragazzo così spensierato e gioviale, di una vitalità e un entusiasmo contagiosi, che in quel momento suscitava tutta la sua ammirazione. E per una parte infinitesima del suo essere, anche un po’ di invidia. Prese un braccio dell’armatura e vide il suo viso assorto riflesso sull’argento scintillante, e si chiese quando quell’aria cupa avrebbe lasciato il posto ad emozioni positive. Forse era solo un pensiero utopico e, per sua consapevolezza inconscia, triste, quasi doloroso.
La voce di Niko la riportò alla realtà, scosse il capo a cacciar via il pessimismo cosmico che la dominava e sorrise, posizionando l’arto metallico al suo assetto originario. “Già, quanto sarà passato? Un anno, dal nostro ultimo incontro? Troppo tempo, in effetti. Purtroppo mi sono dovuta assentare per un periodo relativamente lungo” mormorò storcendo le labbra. “La mia attenzione è stata richiesta nelle mura del maniero di famiglia, ed è là in cui ho passato le vacanze. Se così le vogliamo chiamare”. Deglutì a fatica, come se avesse una manciata di sabbia in bocca, e fece vagare lo sguardo verso il corridoio, assorta. Non voleva tediare il compagno con il racconto lugubre della convalescenza della sorella, e non voleva tormentare se stessa con l’ennesima dose di negatività. Le cose si stavano lentamente (forse troppo lentamente) risolvendo, e un minuscolo angolino della sua anima credeva che tutto sarebbe tornato come prima dell’incidente di Emily. Jessica doveva solo rimboccarsi le maniche e ritrovare gli stimoli per perseguire gli studi e ritornare con vigore alla quotidianità.
“Giornata particolarmente afosa, oggi, vero?” disse, d’improvviso, la voce un’ottava più alta del normale, accennando alla finestra con un movimento rapido della mano. Sorrise e rivolse nuovamente lo sguardo a Niko, sperando che il suo repentino cambiamento d’umore, al pensiero dell’estate passata a casa, non si fosse notato più di tanto. “Una bella giornata, bei colori, bel paesaggio… Ti diletti ancora con le fotografie?” chiese, curiosa, ricordando l’insolito hobby del giovane mago e riportando alla mente immagini sfocate di Niko con al collo una macchina fotografica. Aveva bisogno di una conversazione leggera, di contatto umano e tanta, immensa tranquillità.
 
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view post Posted on 5/11/2014, 15:42
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ravenclaw

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Ormai Niko era da parecchio tempo che era nel mondo magico.
Aveva visto un po' di cose,non chissà cosa,ma qualcosina comunque si.
Però ogni volta si era reso conto come la parte umana fosse un valore importantissimo nella loro vita di maghi,o meglio futuri maghi.
Un mago potente,un incanto inarrestabile,una creatura della notte,tutto poi veniva risucchiato dall' essere persona,capace di sentire emozioni,percepirle e manifestarle.
Spesso i mezzi erano i piu' disparati,mai prevedibili e quasi sempre d'impatto.
Era nata e cresciuta in lui l' idea che un mago per essere davvero potente ,doveva essere il piu' vero possibile. Aprirsi,rendersi vulnerabile magari ,ma senza mai dimenticarsi si quali fosse i suoi legami,le sue radici,le sue motivazioni.
D'altra parte quante volte si sentiva dire di maghi/maghe usciti da luoghi inimmaginabili,sopravvivere a guerre,battaglie? Molte volte.
Ti immaginavi che avessero attinto a chissà quali incanti,scaturito magie perse nella memoria ,e invece qual' era la risposta ??
Si erano aggrappati alla loro voglia di sopravvivere.
Sopravvivere,ma per chi ?? Semplicemente per chi ci aspetta a casa,a chi ci pensa,a chi ci ha conosciuto ma siamo sicuri che non c'abbia ancora conosciuto abbastanza,per quelle persone a cui teniamo.
Lui spesso evitava di usare gli incanti per cose futili,percepiva che avrebbero potuto distoglierlo dalla bellezza della cose fatte insieme.
Proprio come ora con Je,in quel quinto piano con quella armatura.
Un movimento fluido e tutto tornava come prima,ma loro cosa avrebbero condiviso ? NULLA. Il vuoto.
Invece erano lì accucciati,che sistemavano aggiornandosi sulle loro vite.
- Ah già non me ne parlare...anche se ha i suoi lati positivi..la Sala Comune e Grande sono il mio regno ormai..eheh -
commentò con ara divertita,mentre non gli sfuggiva il suo sguardo assorto,riflesso sul braccio dell' armatura.
Intanto parlava anche lei,era stata tra le sue mura familiari,custodi di cose che solo lei sapeva e aveva provato.
Ma era stanca,lo vedeva,percepiva dai suoi sguardi lanciati ogni tanto in punti indefiniti *Che hai Je ??*
gli dispiaceva cogliere quei momenti grigi sul volto che poco prima aveva accolto quel fantastico sorriso.
- Giornata particolarmente afosa,oggi,vero?-
cambio di discorso.
Ok,non era un problema.Avrebbe accolto la richiesta silenziosa della ragazza,ma ora Niko dentro di se era davvero preoccupato per lei.
- Già,terribilmente afosa...stamani avevano caldo pure le uova sode..-
disse lanciandole un sorriso scacciapensieri,ironico fino all' ultimo.
Lei,intanto rincarava la dose chiedendogli se continuava con quella sua passione per foto.
Oh,era un bel po' che non ne faceva,vuoi gli mancava l' ispirazione,vuoi che era stato ballonzolato a destra e a sinistra ultimamente.
Aveva bisogno di nuovo degli stimoli giusti.
Gli scappò un sospiro,per un momento tutta la sua parte riflessiva fuoriuscì con forza..
- Non proprio...ultimamente ne ho fatte davvero poche..-
disse,abbassando lo sguardo per qualche secondo,che pavimentata interessante c'era al quinto piano,ma aveva Je accanto,non poteva lasciarsi andare troppo.
- ma è un momento così,sono sicuro che passerà..-
sorridendole,un po' imbarazzato,dal piu' profondo del cuore,da dove forse solo lei sarebbe stata capace di arrivare.
- Però forse oggi è la giornata giusta per ricominciare..no ? -
eccolo,quel momento in cui l' essere persona umana ti portava a fare quello scatto per se e per chi ti sta accanto.
Forse era davvero il momento giusto per ricominciare.
Ricominciare per tutti e due.
Si conoscevano da una vita e forse dovevano conoscersi ancora meglio.
Avevano entrambi bisogno di un legame nuovo,evoluto,piu' forte.


 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 5/11/2014, 21:50







. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Il loro innocente lavoro da formiche operaie ricostituì l’armatura nella sua interezza; pezzo dopo pezzo la figura umanoide si ricompose, e Jessica visse quel momento come una crescita personale, come parodia calzante del dover riordinare i pezzi della propria vita, uno dopo l’altro. Non poteva essere quello il tempo zero da cui ripartire, ricominciare? Il passato era passato, avrebbe dovuto buttarsi tutto alle spalle, senza rimuginarci troppo. Resettare il sistema, ripartire. Come nelle competizione agonistiche di corsa, il direttore sportivo scandiva tre parole: ready, set, go! E altrettanto doveva fare lei: esser pronta, prepararsi e partire; era l’unico modo per cogliere ogni attimo e vivere appieno ogni istante. Non era affatto strano che quella consapevolezza le fosse sopraggiunta in compagnia di Nico; per quel che conosceva il corvonero, sembrava il tipo di persona che avesse come motto di vita il proverbio latino ‘carpe diem’.
Jessica sorrise per l’ilarità e l’ironia dei commenti di Nico. “Già, sembra di essere immersi in un bagno di vapore!” commentò di rimando, appoggiandosi al muro e volgendo lo sguardo alla finestra. La brezza era così flebile che a malapena scalfiva l’aura di afa che aleggiava per il corridoio.
Quando Jessica menzionò la fotografia, fu il turno di Nico di scurirsi e sospirare; che avesse toccato involontariamente un tasto dolente? L’osservò incuriosita inclinando leggermente il capo, nel tentativo di studiarne l’espressione. Sembrava dispiaciuto? Triste? Ricordava che la passione che legava il corvonero alla fotografia era incredibilmente forte, probabilmente l’essere stato indotto ad allontanarsene, qualunque fosse il motivo, gli creava disagi interiori. Dopotutto per l’artista essere privato della possibilità di vivere d’arte era come esser costretti a sopravvivere senza la linfa vitale. Capiva perfettamente la sensazione. Lei amava lo studio, ma non l’aveva realizzato appieno fino all’anno precedente, quando per vari motivi le era stato impedito di frequentare la scuola; come avrebbe potuto apprenderlo altrimenti, se non con la privazione? Si ama forse il proprio respirare, nonostante questo sia assolutamente necessario per vivere?
Ma Nico, al contrario suo non era certo il tipo da farsi scoraggiare; il pensiero che espresse, il ricominciare, da quell’istante, senza progetti, senza pensarci troppo, le infuse speranza nel cuore. Come se stesse camminando verso un meraviglioso arcobaleno lasciandosi alle spalle le immense oscurità della paura… “Perché no? Non è mai troppo tardi per ricominciare, qualsiasi cosa” disse con un sorriso, raggiungendo con due passi la finestra e appoggiandosi con gli avambracci al davanzale, permettendo al suo sguardo di perdersi nelle vastità dell’orizzonte. “I colori di oggi sono fantastici, scommetto che osservando il panorama l’ispirazione ti salterà addosso e abuserà di te!” scherzò, invitando il giovane ad affiancarlo davanti all’idilliaca visione. I colori del cielo si riflettevano nelle iridi vacue della corvonero, incantata dinnanzi alla bellezza della natura. La brezza le scompigliava i capelli, sospingendoli dolcemente dietro le spalle; chiuse gli occhi facendosi accarezzare dalla freschezza e dalla delicatezza di quel tocco, lasciando che spazzasse via ogni preoccupazione.
Sì, stava davvero bene.

 
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view post Posted on 13/11/2014, 13:34
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ravenclaw

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Che strano.
D'altra parte non era mai semplice sentirsi così tranquilli in compagnia di altri.
Si è sempre in qualche modo guardinghi,sulle nostre emozioni,quando si ha di fronte qualcuno.
Le parole si misurano,si limitano le espressioni che potrebbero tradire un pensiero scomodo,si sta attenti a non scoprirsi.
Celare il proprio io dalle opinioni altrui,perchè nessuno è bene che ci veda come siamo veramente e soprattutto come ci sentiamo.
Insomma lui da quanto era che si teneva dentro quella specie di rimorso sul suo non riuscire piu' a fare foto ? Non sentire piu' quella scintilla che lo aveva portato a emozionarsi per qualsiasi cosa..quanto ?
Tanto...troppo forse.
La cosa incredibile era che infondo era riuscito a gestirsela bene come cosa,si insomma era un discreto fardello da portarsi a giro per la scuola,tra lezione,compiti e allenamenti,quelli fortunatamente non c'erano al momento,ma era riuscito a conviverci senza drammi o crisi isteriche.
Poi cosa succede ??
Incontra Je,la guarda riperdendosi in quel sorriso e quelle sue espressioni,e si scioglie.
Non aveva segreti per lei.
Solo pura verità.
La stessa verità che era fuoriuscita dalla sua bocca con una naturalezza incredibile,senza alcun timore di quello che avrebbe potuto pensare la ragazza di lui e del suo momento.
Si sentiva libero con lei.Senza nessuna costrizione di circostanza.
Probabilmente era un bene,ma la cosa al tempo stesso un po' lo spaventava.
Lei intanto,divertita della sua precedente battuta,ora sembrava per un attimo essersi riaccesa.
Che le sue parole l' avessero colpita ? Forse.
Ma indubbiamente era cambiata,era piu' viva e piu' propositiva sul futuro o anche sul loro presente.
In poche parole era piu' bella.
“Perché no? Non è mai troppo tardi per ricominciare, qualsiasi cosa”
“I colori di oggi sono fantastici, scommetto che osservando il panorama l’ispirazione ti salterà addosso e abuserà di te!”
eccola tornare con l'energia che l' aveva sempre contraddistinta,quella energia contagiosa che faceva stare bene.
Riuscì a strappargli un sorriso.
Già,non era mai tardi per riniziare qualcosa,anche se era sepolta sotto polvere e altre cose.
L' importante era anche trovare qualcuno con cui farlo,andava bene anche se stesso,infondo tutti ricerchiamo noi stessi ogni tanto.
L' affiancò appoggiandosi anch'esso al davanzale della finestra
- Speriamo non ne abusi troppo...mica c'ho piu' il fisico eheh-
commentò divertito,mentre guardava i colori che si stagliavano all' orizzonte,come spatolati da un pittore impressionista.
Cavolo quanto erano belli.
Un po' come la corvonero al suo fianco, in quel momento con i suoi capelli rossi distesi dal vento.
Con gli occhi chiusi,intenta a farsi cullare dalla brezza.
Era davvero da foto,da una bella foto.
Stava davvero ritrovando l' ispirazione ?
Je probabilmente ne era la causa.


Edited by Niko Domenic - 13/11/2014, 14:44
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 15/11/2014, 19:30






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Con gli occhi ancora chiusi, percepì a malapena lo spostamento di Nico, che ora l'affiancava dinnanzi al davanzale. Quando li riaprì, non si aspettava di trovarlo così vicino e per un attimo avvampò e, sperando che le sue gote pallide non fossero diventate rosse, riportò velocemente l'attenzione al panorama. Strinse nervosamente il davanzale, cercando di allontanare il disagio che si impossessava inevitabilmente di lei al contatto ravvicinato ed inaspettato con le persone, si impose di tranquillizzarsi, e quando i suoi muscoli si distesero, scopri che averlo vicino era piacevole. Le infondeva calore buono, un torpore rassicurante, molto distinto dall'incendio che si accendeva in lei ogni volta che pensava a come vendicarsi dei torti subiti. E lentamente si rilassò, tornando a proprio agio, anzi, favorendo il contatto fisico e beandosi della sensazione di rassicurante leggerezza che ne scaturiva. I loro corpi, ora, si sfioravano e ciò non le dava assolutamente fastidio. "Dovresti approfittare del vigore della gioventù, invece" mormorò, e rise inclinando lievemente il capo all'indietro, si lasciò trasportare dalle emozioni del momento, senza opporvisi. Permise al suo animo di lasciarsi cullare dalla pace e si rese conto che l'oppressione allo stomaco che provava da più di un anno, per la prima volta, era svanita. Sorpresa, si promise di passare molto più tempo con Niko, valeva la pena incontrarlo più di una volta ogni sei mesi. "Dunque aspetterò con trepidazione di poter vedere i tuoi nuovi capolavori" aggiunse, sincera, mordendosi involontariamente un labbro. Lasciò che lo sguardo vagasse per la distesa sottostante, guardare nel vuoto le faceva vibrare lo stomaco per la sensazione di vertigine. Anche le gambe le tremarono lievemente osservando la distesa color smeraldo: lo sbilanciamento fisico necessario per guardare verso il basso, le diede l'impressione di cadere. O di volare?
Forse quel giorno pieno di piacevoli scoperte, avrebbe appreso di saper fare pure quello! Sorrise tra sé di quel pensiero sciocco ed infantile e ritornò in equilibrio sui suoi arti, rimanendo ben piantata al suolo. Non voleva certo convincere Niko che volesse suicidarsi. "Ci conto, davvero" sorrise, e nel farlo si accorse di quanto fossero vicini, non solo fisicamente. Aveva davvero fatto progressi quel giorno...


 
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view post Posted on 16/11/2014, 14:49
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ravenclaw

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Nel silenzio di quella mattina le voci di Niko e Jessica sembravano come sussurrate.
Una attenzione reciproca dei due protagonisti di quella giornata.
Sembravano non voler in alcun modo rovinare il tutto.
Il bello era che lui non sapeva come identificare quel momento,si insomma rovinare,ma cosa ??
Rovinare una mattina calda,forse non iniziata sotto i migliori presupposti,ma che ora stava andando solo migliorandosi. Era come essere in una grande bolla.
Poteva rompersi,e perché rischiare?? Lì sotto si stava così bene.
Gli veniva da ridere,ma un ridere nervoso,perché più' passava il tempo e più' si rendeva conto che c'era qualcosa in lui che sgomitava per emergere,e non era un caso che stesse cercando di farlo proprio con Je nei paraggi.
Era sempre stato di un imbranato cosmico,tocco uguale danno,e ora temeva di ripetere il suo grande "talento".
Un tocco come contatto fisico che inizialmente lo paralizzò.
La paralisi passò quasi subito,spazzata via dalla lieve brezza che entrava da quella finestra su cui si erano affacciati,loro,e qualcosa di più' del loro solo essere persone.
Non sapeva nemmeno quale parte dei suo corpo avesse sfiorato quello di lei,ma sinceramente non gli importava.
C'era qualcosa che andava oltre,qualcosa che gli trasmetteva da subito benessere,tranquillità ma anche voglia,desiderio che quel momento non passasse piu'.
Scese quelle scale sarebbero ripiombati nel vortice della quotidianità,degli impegni,dello studio,delle loro rispettive conoscenze,avrebbero rischiato di riperdersi di nuovo,chissà magari per quanto tempo ancora.
No,non voleva che succedesse di nuovo e questo un po' lo preoccupava e rincuorava al tempo stesso.
Je rise di nuovo, fu come tornare indietro.
Di nuovo fermo ad osservare la felicità che si dipingeva sul suo volto,mentre come in uno slow motion inclinava la testa all' indietro.
* Oh santo merlino,aiutami tu...*
pensò,mentre lei tornava in posizione auspicandosi di poter rivedere in futuro i suoi "capolavori ".
* certo tutti i capolavori che vuoi *pensò nuovamente,ormai era partito.
- Si -
Stava per risponderle quando colse il suo involontario mordersi il labbro e capì...
capì di essere fregato.
Le parole di prima sfuggivano da lui,lasciando lì da solo a dover gestire un vortice di pensieri che avevano tutti un riflesso rosso e luminoso di un sorriso.
- ci saranno nuovi "capolavori" da vedere...-
lo disse con un tono così calmo,intriso di un calore che lui sentiva e percepiva indistintamente al momento.
"Ci conto, davvero"
Le Sorrise.
Non poteva trattenersi dal farlo.
Un sorriso caldo e avvolgente come il sole che ora piano piano si era issato in cielo,capace di riscaldare.
- Sai,credo che se riuscissi a fotografare questo momento,sarebbe davvero un capolavoro..-
disse,mentre i loro profili erano ora entrambi rivolti all' orizzonte dopo quello scambio di sguardi mancato.
Seguirono minuti di silenzio che però parlava da solo,poi non poté piu' trattenersi,a volte era così tremendamente istintivo..
- Sai quale sarebbe un'altra foto capolavoro ?? -
disse continuando a guardare avanti a se.
Girarsi di nuovo verso Je lo avrebbe impacciato di nuovo.
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 25/11/2014, 14:18






. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

La conversazione con Niko le fece lentamente raggiungere la consapevolezza che quel senso di solitudine ed oppressione che provava era puramente soggettivo. Vivendo la quotidianità scolastica, incontrando il ragazzo quasi per caso in una boriosa e pigra mattinata di sole, le fece comprendere di avere ancora delle persone amiche tra quelle mura. No, non era sola. E probabilmente non lo sarebbe mai stata. Si trattava solo di tirar fuori la grinta, riprendere la vivacità che l'aveva sempre contraddistinta e ritornare ad essere se stessa. O meglio, risvegliare quella parte di sé che faceva le fusa in un angolino piccolo ma brillante della sua anima. E il processo stava cominciando in quel preciso istante. Meno inibita, meno glaciale, meno diffidente; più solare, con la risata facile, viva. Poteva assaporare ognuna delle facce multidimensionale del suo essere, che si susseguivano saltellanti al ritmo del suo cuore. Parlare di panorami artistici, fotografie, cose belle le dava un senso di sicurezza e speranza, la stessa che da tempo temeva di aver perso. Ma eccola lì, di nuovo, brulicante e vivida più che mai. Doveva solo aggrapparvisi e lasciarsi trascinare verso le sommità del cielo, lì dove volano le aquile, simbolo maestoso dell'illustre casata di Corvonero. Ora ne apprezzava davvero il significato simbolico. Sì voltò nuovamente verso Niko che, ostinato, scrutava il panorama. Come poteva biasimarlo? Gli artisti sono notoriamente affascinati dal bello, e lui ne faceva parte. " Ah sì? E cosa? Mmmh dubito che ci sia qualcosa più incantevole del risveglio del sole tra i monti" mormorò malinconica. Quello scorcio di natura era, effettivamente, la cosa più straordinaria a cui avesse assistito in quegli ultimi mesi. O meglio, era la prima volta che si trovava nuovamente smarrita dinnanzi alla maestosità del creato. Da quanto tempo non osservava il cielo? Provò a pensarci, ma non seppe trovare risposta. Com'era possibile che il suo animo curioso avesse così brutalmente smarrito l'interesse per l'osservazione, la scoperta e l'analisi del mondo? Troppe volte si era unicamente affidata ai suoi fidati libri, dimenticando che le scoperte più sorprendenti dell'uomo avevano come matrice comune l'empirismo. Aveva scordato di dare la giusta attenzione al primo e fondamentale processo di studio del reale. "Da troppo tempo i miei occhi non venivano avvolti e, letteralmente, rapiti da qualcosa... E' quasi doloroso distogliere l'attenzione... Sembra di recare un torto irreparabile a Natura che con tanta grazia ci ha concesso la possibilità di meravigliarci" aggiunse, atona, come in preda ad una epifania romantica. Impossibile staccare lo sguardo dai colori e dalle forme, si poteva vedere in ogni frammentazione di luce la recondita attrazione che cullava l'uomo nell'arte. Qualcosa di così intimo e potente che distoglieva l'attenzione persino dal dolore.





SCUSA l'imperdonabile ritardo!

Edited by Jessica A. Evans - 26/11/2014, 14:59
 
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view post Posted on 11/12/2014, 01:40
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ravenclaw

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Andare piano era uno di quei concetti che alla gente faceva sempre paura.
La vita che scorre,lenta,monotona,senza guizzi,emozioni.
Tutti a riempirsi la bocca di "carpediem" di vite da cogliere,viverle,spesso però tramutate in una pura foga di vita,frenetica,così veloce che si perdeva quello che era stato il punto di partenza originale.
Il vero obbiettivo.
Lui ora in quel momento,non voleva nessuna accelerata,nessuna corsa corso il tempo,voleva solo il tempo.
Il tempo di stare in compagnia di Jessica.
Quello spettacolo che stavano osservando dal quinto piano era bello come diceva lei,ma Niko sapeva in cuor suo come tutto questo assumesse un'altra prospettiva dal momento che la rossa corvonero era lì con lui.
* Oh mamma....sono davvero un incapace...*
non sapeva cosa dire,si insomma aveva un vortice di pensieri che di tanto in tanto capitolavano nella sua mente arrivando dal cuore,provocandogli una gola secchissima.
* Bene,così impari ad uscirtene con quella frase..*
pensò,mentre Je gli rispondeva su cosa ci potesse essere di piu' bello del "risveglio" del sole tra i monti.
Il problema era che lui lo sapeva.
Eccome se lo sapeva.
Continuò a guardare davanti a lui.
Si sentiva così poco magico in quel momento.
Altri avrebbero sfoggiato frasi d'altri tempi,sorrisi ricolmi di charme,battutine ad effetto
e lui invece sentiva un senso di inadeguatezza che lo avvolgeva come un Dissennatore con la fiatella.
Si passò una mano fra i capelli,segno di nervosità,stava pensando a un modo carino per risponderle.
Per dirle quello che davvero pensava.
*fuuuuuuu dai Niko ce la poi fare...*
finì di ascoltare l' ultime parole di Jessica,una specie di ovazione alla Natura,quella che non dorme mai e ci permette sempre di lanciare uno sguardo a ciò che ci circonda.
- Te...-
disse,in una specie di apnea,pronto allo sguardo interrogativo che lei gli avrebbe rivolto
dopo quella parola,il tempo di prendere la rincorsa e completare il tutto
- Te che sorridi,quella sarebbe davvero una foto capolavoro...-
frittata fatta.
Riuscì solo a sorriderle,un sorriso puro di attenzione per lei.
La Natura poteva aspettare.
 
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Jessica A. Evans
view post Posted on 15/12/2014, 14:37






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Sebbene provenisse da una famiglia altolocata che da sempre aveva cercato di trasmetterle le buone maniere e di insegnarle come affrontare differenti situazioni, tra cui le relazioni umane, Jessica, in materia, era alquanto inaridita. Non si sentiva né opportuna, né a suo agio, anzi, la maggior parte delle volte vorticava in un'aura di disagio che le rendeva impossibile relazionarsi col prossimo. Il cervello diveniva tabula rasa e diventava incapace di rispondere in qualsiasi maniera. Il romanticismo e la gentilezza in sé la disarmavano, rendendola vulnerabile ed era ciò che più temeva al mondo. Le parole di Nico la fecero avvampare, di nuovo; continuò a fissare davanti a sé senza vedere nulla, in realtà, costringendo il suo cervello ad elaborare una risposta sensata. Dopotutto il giovane si meritava più di un suo imbarazzato silenzio. Aumentò distrattamente la presa sul davanzale e rise, nervosa. "Mi lusinghi. Ma non credo di essere un buon soggetto per una bella fotografia" mormorò impacciata; azzardò un contatto visivo con il ragazzo e si imbattè in un meraviglioso sorriso, che le infuse maggiore sicurezza. Evidentemente Niko credeva in ciò che aveva appena detto, a contrario suo. "Ti ringrazio, comunque, sei molto gentile" concluse, rispondendo automaticamente al sorriso. Sperava che il tempo si potesse fermare in quell'istante, in cui era in pace e stava bene con sé stessa, perché già sapeva che non appena avesse abbandonato quel luogo ameno, sarebbe ridiventata vittima delle sue angosce. Ancora non ne aveva trovato rimedio, ma quella era la strada giusta per farlo. Un sospirò le scappo dalle labbra, mentre si voltava dando le spalle al paesaggio, appoggiando la schiena al davanzale e si mise a fissare distrattamente l'armatura, che poco prima avevano ricostruito. "Quanto vorrei che il tempo si fermasse, adesso. Rimarrei qui, così, ancora e ancora..." mormorò malinconica. Quella mattinata presto sarebbe volta al termine, lasciando spazio ad un borioso pomeriggio e ad una cupa sera, e lei non poteva far nulla per impedirlo. Non voleva andarsene da quel deserto ed accogliente quinto piano, in compagnia di una persona che tanto le riscaldava il cuore.



 
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view post Posted on 18/12/2014, 20:29
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ravenclaw

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Trovarsi così vicini.
Come non succedeva da tempo.
Niko in quel momento non sapeva nemmeno quanto fosse,ma si rendeva anche conto che forse era stato troppo.Troppo tempo senza vedersi e sentirsi.
Il sentire che va oltre l' udito,ma piu' in profondità,andando a scomodare i sentimenti.
Lo aveva detto.
*si è zittita...complimenti,gran bella mossa *
si sarebbe buttato lì dal quinto piano se avesse potuto.
Si vergognava un po' di quello che aveva appena detto.
Ora che era passato il momento "carpediem" si sentiva solo un pesce lesso e pure un po scemo per giunta.
Quante volte doveva ricordarselo di pensare e contare fino a dieci prima di dirle certe cose?? e soprattutto se doveva dirle a certe persone.
Fortunatamente Je parlò,lui era già pronto a una uscita scenica e spettacolare dalla finestra se quel silenzio fosse perdurato.
Ringraziava e ora lo guardava,con leggera titubanza,non sapeva forse cosa dire? o non sapeva come dirgli che beh,non importava dirglielo così.
Niko rispose sostituendo il sorriso precedente con un sorrisetto di assenzo.
Aveva capito di averla messa in imbarazzo.
Era proprio un "mago" con le ragazze.
- Beh chiaramente la mattina non oserei nemmeno fartene mezza di foto...eheh -
disse,cercando di metterla piu' a suo agio e infonderle un po di serenità riguardo quello che era il suo aspetto.
Nonostante Je si considerasse goffa,capace di disastri e niente di che,lui conosceva ragazzi che guardavano male lui essendo uno di quelli che piu' aveva contatto con lei.
Gelosi alla stato puro.Avrebbero affrontato orde di orchi pur di mettersi in mostra nei confronti della signorina Evans.
Lei intanto,sbuffando si voltava dando le spalle al paesaggio che fino a pochi istanti fa l' aveva catturata.
e lui ?
Semplice.
Non sapeva cosa fare.
Nulla,il vuoto piu' assoluto.
Quelle parole appena dette erano così belle.
Già pure lui sarebbe voluto rimanere lì a vita.Dopo lo aspettavano dei compiti di Dada e allenamenti di Quidditch e una ricerca sua autonoma nella Biblioteca.
Ora invece pensava solo a stare il piu' possibile con quella forza della natura.
Alla fine si era voltato pure lui,affiancandola di nuovo nel nuovo scorcio sulla vecchia armatura rimessa in piedi da loro precedentemente.
- Per assurdo anche essendo maghi il tempo è una delle poche cose su cui abbiamo pochissimo controllo...-
commentò,lasciandosi andare lui stavolta in un sospiro.
- però sono sicuro che questo non sarà tempo sprecato...-
aggiunse,accennandole un piccolo sorriso,facendosi quasi serio.
Avrebbe voluto davvero stare ancora in sua compagnia.
Ovunque.
 
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18 replies since 30/8/2014, 09:52   381 views
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