Ballo di Fine Anno

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~Hope™
view post Posted on 31/12/2014, 18:04







Un altro anno era terminato. Piume e calamai erano stati adagiati in un angolo del baule, le pergamene accantonate il più lontano possibile, i libri riposti con cura e con essi anche la divisa scolastica. Il tempo era trascorso, per alcuni lento, per altri rapidamente, forse troppo. Nuove esperienze erano state fatte, alcune belle, altre un po’ meno. Amici si erano stretti la mano, altri invece avevano intrapreso strade diverse, così come nuovi amori sbocciati e altri appassiti. Tutto risultava però così naturale come il sorriso dei primini pronti a riabbracciare le proprie famiglie, un bagaglio di esperienze unico da immagazzinare e custodire con cura per sempre. Era proprio questa la più grande e vera magia di Hogwarts. Come sempre era stato organizzato dagli insegnanti con l’aiuto degli infaticabili elfi domestici il Ballo di Fine Anno, un modo per salutare l’anno vecchio e accogliere il nuovo nel migliore dei modi. La Sala Grande era stata addobbata per l’occasione. Il soffitto maestoso, magicamente incantato permetteva a chiunque di osservare il cielo terso cosparso di luminose stelle. Di tanto in tanto i più attenti avrebbero potuto notare qualche stella cadente e perché no, magari esprimere un desiderio. Numerose candele fluttuavano magicamente tutt’intorno alla sala illuminandola e rendendola vitale, quasi pulsante di vita propria. Alle pareti erano state apposte luminose decorazioni di un rosso sgargiante che ancor più contribuiva ad illuminare a festa la sala insieme a numerosi rametti di vischio e agrifoglio. I quattro lunghi tavoli erano spariti e al loro posto era stato sistemato un lauto banchetto ad un lato della sala. I più golosi non avrebbero potuto fare altro che leccarsi i baffi per il gran assortimento di cibarie e dolci tipici. Il tipico Christmas pudding era stato adagiato al centro del tavolo circondato da tartine di tutti i tipi, brown bread con salmone e carne, mince-pies e diverse altre specialità adatte anche ai palati più difficili. Sulla destra era stato appoggiato un grosso centrotavola in argento contenente del whisky incendiario nel quale galleggiavano delle belle mele rosse, il tutto circondato da fiamme rese fredde da un semplice incantesimo. Chi avrebbe mai avuto il coraggio di prenderne una? Dalla parte opposta del tavolo, su di un grosso vassoio erano state sistemate numerose fette di cotechino avvolte da una montagna di piccole lenticchie marroni; di tanto in tanto uno strano luccichio attirava lo sguardo dei più curiosi. Che fossero realmente dei Galeoni? Chissà. Al centro della sala, li dove solitamente vi era il tavolo dei docenti, era stato sistemato un piccolo palco sul cui centro si ergeva la tanto agognata Coppa delle Case. Una soave melodia riempiva l’aria incoraggiando chiunque a prendere parte alla grande festa.





OT: Come regalo di fine Anno abbiamo deciso di attribuire 1 Galeone per ogni coppetta di lenticchie consumata in On-Gdr e 15 falci per ogni coppetta di Christmas pudding. Il vostro pg si ritroverà magicamente i galeoni e le falci in bocca. Ciò potrà essere fatto solo una volta nel corso del ballo e alla fine del post andrà specificato con un OT in rosso. Naturalmente dovrete ruolare l'assaggio con cura :fru:Le credenze popolari hanno da sempre associato monete e fortuna alle lenticchie, per via della loro forma e per le loro proprietà nutritive. Si narra che un contadino, molti secoli fa, dopo aver ottenuto dal suo raccolto solo un sacchetto di lenticchie, pregò il cielo per aiutarlo a sostenere la sua famiglia durante l’inverno. Il giorno seguente egli trovò nel sacchetto delle lenticchie un gruzzoletto di monete. Il Christmas pudding invece, tipico dolce inglese, racchiude in se tutti i desideri di coloro che scelgono di mescolare il suo impasto durante la lavorazione. Anticamente venivano messe alcune monete d’argento nell’impasto. Esso viene accolto in tavolo decorato con agrifoglio e cosparso di Brandy, flambè.
 
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view post Posted on 31/12/2014, 19:24
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Adelaide Van Strooker x

Tassorossso - I Anno

RtoQ4XJ
L'indipendenza è dono e castigo,
i segreti tuoi pregi alla meta io dirigo.
E l'orologio iniziò, inesorabilmente a ticchettare: c'era un nuovo conto alla rovescia. Tic Tac Tic Tac, qui il tempo non si vuol fermare. Il vecchio anno stava scivolando via, lento e inesorabile verso la fine delle sue ore, come una vita che si spegne dopo aver percorso le sue strade, baciato mille labbra e dormito, tra mille cuscini mentre il sole sorgeva, la luna cresceva e il vento restava in silenzio. Ma i giorni di pioggia non erano mancati nella sua vita, arie di tempeste e urla di rabbia hanno destato il sonno e la pace di quell'anno che passava.
Ora, quel anno stava lì senza il sole a fargli compagnia nel freddo gelo di Dicembre.
E come non celebrare tale evento, se non mangiando e danzando. Hogwarts in tutti quei secoli, non si era mai smentita: soffitti stellati avvolgevano i presenti in un magico abbraccio, ricordandogli con qualche stella cadente, che i sogni non hanno un limite di tempo per esaudirsi, nemmeno alla fine dell'anno.
I corridoi brulicavano di vesti e gioielli luccicanti, nel marasma generale del castello. Ed Alina, era lì.
Con un lieve sorriso sulle labbra, si dirigeva in punta di piedi verso la sala da Ballo, l'unica stanza principale che non aveva ancora visto da quando era arrivato. Il suo capodanno, l'inizio di quella magia, era iniziato circa 4 mesi fa. Su quel treno a King Cross, mentre salutava la sua mamma e il papà con la manina. Eppure, lei non aveva smesso di crederci e ancora faceva fatica a credere di essere qui: lontana dai suoi genitori, dai suoi nonni, così vicina alla magia.
Il suo passo era leggero, danzerino quasi mentre solcava a piccoli passi la soglia del grande corridoio centrale, con un abito completamente nuovo.
Un regalo di sua madre, fatto mandare dal gufo di suo padre il giorno stesso di capodanno. Ancora si chiedeva come quell'enorme pacco avesse potuto solcare i cieli in maniera così indisturbata, sotto i piccoli artigli del gufo nero di suo padre senza che gli pesasse. Eppure, ora lei lo aveva lì, sentiva l'odore di sua madre addosso e questo le tese il cuore più vicino ai suoi genitori. Il vestito era qualcosa di veramente grazioso, nella sua semplicità: un tubo che si apriva in una delicata ma scoppiettante gonna a balze di un velo più sottile, più trasparente, dal tenero colore verde acqua che si apriva e non lasciava intravedere un filo di gamba. Forse accortezza richiesta dal padre che non voleva che la sua piccina, venisse scambiata per altro. Il torace era avvolto in uno stretto ma non aderente tessuto di raso lucido dal color verde menta, chiuso in basso da una piccola fila di diamantini di poco conto ma che, esprimevano tutto il desiderio di sua madre di farla sentire una vera principessa. Ai piedi, portava delle delicate ballerine laccate di verde acqua scuro, con un piccolo fiocco sulla punta. I capelli vermigli, erano sciolti e solo una piccola parte era raccolta sulla nuca da due piccole trecce, che davano una tenera forma a rosa alla sua chioma lasciata sciolta ma boccolata, come i rovi della suddetta pianta. Il tutto era stretto in due piccoli gommini di stoffa, sempre di quel fresco e delicato color menta. Ma il pezzo forte forse, di quella delicata composizione, era il regalo del padre: un ciondolo di swarosky a mezza luna, piena e legata saldamente da una catena d'argenta, spessa quanto una penna. Sembrava in tutto e per tutto ad una rosa selvatica: delicata ma pungente all'occasione. Eppure, lei non si sentiva affatto così: lei vedeva solo il desiderio di una madre e di un padre, di rendere la loro bambina un'autentica regina.
Gli mancavano, e questo pensiero la fece pensare, la fece tribolare, le fece dubitare se fosse felice o meno di essere lì e non con loro. Si fermò, dinnanzi alla porta della sala, ammirandola in tutta la sua magnificenza:

"Eccoci qui, il mio primo capodanno senza di voi..."
E un lieve sospiro le balenò le piccole labbra rosee:
"...Forse, non dovrei pensarci."
Si disse e, facendosi coraggio spinse il grande portone ed ammirò le bellezze di una notte.
Di un conto alla rovescia che volgeva a scoccare.
Di un nuovo inizio qui,
insieme a tutto.
Di nuovo lei,
con una nuova lei.

Pwe4Ipo
-scarpe
-vestito
-ciondolo
-acconciatura
-prestavolto/trucco-colore capelli (vero)

narrato - « parlato. » - "pensato"
codice role © Akicch; NON COPIARE - WANT YOUR OWN? GET IT



Edited by Shinku Tenshi. - 15/1/2015, 01:21
 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 31/12/2014, 19:36




-Dormitorio
Lucilla si stava preparando per andare al ballo, aveva deciso di indossare il vestito regalatole dalla nonna, viola con le spalline di seta e un cinturino argentato.
Per le scarpe aveva deciso di prendere delle semplici ballerine mentre per i gioielli aveva deciso tutto in tinta; solo un filo di trucco e i capelli sciolti raccolti leggermente dietro il capo, per non lasciarli ribelli. Doveva pur fare una bella figura, ci sarebbe stata tutta la scuola e non solo, dato che arrivavano persone anche da tutto il Mondo Magico.
Ma da quando lei si preoccupava di cosa pensassero gli altri? Lei era quella che se ne fregava, che non andava mai agli eventi e che non parlava con nessuno, mentre ora aveva perfino un accompagnatore per il ballo.
Ok, dopo un filo di trucco era pronta per andare... quindi si diresse verso la Sala Comune per poi uscire.


-Sala da Ballo
Era molto preoccupata, non sapeva chi ci sarebbe stato o cosa sarebbe successo, sperava che andasse tutto alla perfezione, senza inconvenienti .
Prima di entrare nella sala prese un respiro profondo e per evitare di inciampare prese delicatamente il tessuto leggero del vestito tra le dita, e lo alzò di qualche centimetro.
Mosse un passo piuttosto instabile e fece la sua entrata in Sala, guardandosi insicura intorno, notando che c'era poca gente e che Christopher non era ancora arrivato.

*Perfetto, sono da sola, e ora che faccio?*
pensò camminando ancora con il vestito, troppo lungo, alzato leggermente e le punte argentate delle ballerine che si intravedevano appena.
La sala era stata modificata leggermente, i quattro tavoli erano stati tolti per lasciare posto a un unico grande tavolo dove erano posizionate diverse pietanze e al posto del tavolo dei professori era stata messa la Coppa delle Case, che era stata vinta dai Tassorosso molto probabilmente.
Quella sera ognuno avrebbe dovuto rompere qualcosa che stava a significare che ognuno abbandonava il vecchio sé così come abbandonava il vecchio anno, un bellissimo pensiero.
Lei si era portata un piccolo specchio che per lei significava che distruggeva la sua vecchia immagine per diventare una persona diversa, migliore.
Se ne stava in mezzo alla stanza a guardare le stelle, quella sera scoperte dalle nuvole, quando vide qualcosa muoversi in cielo, una piccola lucina diversa dalle altre, una stella cadente. Doveva esprimere un desiderio.

*Vorrei che tutto si risistemasse nella mia famiglia e diventasse una vera famiglia.*
 
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Crudelia DeMon
view post Posted on 31/12/2014, 22:56







Nel villaggio dove risiedeva la villa di Crudelia DeMon, si vociferava che per la Vigilia di Natale, fossero andati a far visita alla padrona di casa gli Spiriti del Passato, Presente e Futuro. Nessuno seppe mai perchè, ma Crudelia DeMon andò alla festa di Capodanno ad Hogwarts. Per andare naturalmente usò la sua macchina maculata,
debitamente modificata, che raggiungeva i 500 km orari, che permisero a Crudelia di arrivare in un quarto d'ora ed in perfetto orario al castello, senza spettinarsi o rovinare il vestito. Si fermò proprio davanti al portone di Quercia, tolse la chiave dalla macchina ed uscì. Portava uno splendido vestito rosso lungo con vari inserti arancioni. Guardò il castello dove si era formata e la sua faccia tranquilla si trasformò in un'espressione carica di disgusto. Le vennero in mente tutte quelle professoresse capre e maleducate, e tutte le sue compagne maleducate... Che poi l'hanno pagata cara... molto cara... Entrò nella Sala Grande: era stata addobbata in maniera esemplare col colore rosso che andava benissimo col vestito di Crudelia che era più chiaro rispetto a quello delle decorazioni, facendolo risplendere. La donna notò che era tra le prime ad arrivare e assieme a lei c'era solo qualche mocciosetta che probabilmente frequentava ancora la scuola. Crudelia col suo fare maestoso si diresse a mangiare al banchetto, stando attenta a non ingozzarsi e a non sporcarsi...Intanto nella borsa riposava un suo vecchio pupazzo di dalmata...Crudelia, anche se non lo voleva dare a vedere, aveva una fame non da poco perciò si accinse subito a mangiare qualche Christmas Pudding: fin da piccola le erano sempre piaciti perchè non sapeva mai di cosa sapevano e sempre erano sapori buoni. Prese il primo e con l'apposito cucchiaio cominciò a mangiare: sentì pollo arrosto, riusciva a sentirne la polpa e la pelle esteriore che era quella che Crudelia amava di più... Dopo il primo, la seconda e la terza cucchiaiata volarono e prima che se ne accorgesse il Pudding era già finito, ma all'ultimo morso qualcosa rimase in bocca a Crudelia.... qualcosa che non si masticava, era troppo duro. Un pò imbarazzata, la donna prese un tovagliolo, è controllato che nessuno la guardasse sputò nel tovagliolo, guardò e mancò poco che tirasse un urlo: aveva appena sputato 15 Falci!! Subito pensò alla stupidità degli Elfi Domestici che avevano lasciato che nell'impasto del dolce cadesse qualcosa di così prezioso. Ridacchiò sotto i baffi e mise i denari in borsa. Dopo il Pollo-Pudding si spostò verso le lenticchie, prese una coppetta e cominciò a mangiare quei golosi chicchi marroni, erano più buoni di quello che ricordava... Li finì in un battibaleno e mancò poco che si ruppe un dente nel Galeone, come subito dopo scoprì Crudelia. Adesso cominciava a formarsi uno strano pensiero nella testa maculata della donna: e se tutti i cibi contenessero soldi? Così mangiò alte due coppette: non riusciva a sentire il sapore da quanto le buttava giù in fretta, nonostante cercasse di darsi il maggior contegno possibile: guadagnò altri 2 Galeoni. Poi passò ad altri dolci che trangugiò anche perchè molto più piccoli dei precedenti ma nulla, non trovò neanche uno Zellino. Sconsolata tornò al cibo preferito: il Pudding di Natale. Lo mangiò per la seconda volta, e fu avvolta dal sapore di un ottimo tartufo al cioccolato, fuori fondente e all'interno cremoso e al latte, veramente molto buono... CRAC! Adesso Crudelia sputò subito col timore di aver sputato un dente ma fortunatamente sputò altri 15 Falci. "Che fortuna" pensò tra sè "Meglio non continuare, non vorrei ingrassare per quattro spiccioli" Così si mise a sedere alla prima sedia libera cominciando a fumare il suo bocchino...


Edited by Crudelia DeMon - 1/1/2015, 00:34
 
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Christopher Fowler
view post Posted on 1/1/2015, 16:28




Nel dormitorio uno smilzo tassorosso semi vestito stava litigando con la sua cravatta. Christopher aveva deciso di vestirsi in maniera decente, trovando una giacca e un paio di pantaloni neri insieme a una cravatta, sempre nera, che ora penzolava sul suo collo con un nodo un po' raffazzonato. Il ragazzino rinunciò al tentativo di legarla in maniera migliore e imboccò l'uscita. I capelli erano sistemati nel solito modo, con un ciuffo cadente sulla fronte.
Lungo la strada incontrò diversi studenti, alcuni accompagnati, altri no, ma tutti sembravano emozionati dalla festa.
Aveva visto la Sala Grande parecchie volte prima di allora, ma non mancava di stupirsi ogni volta che vi entrava. La luce proveniva da candele che aleggiavano lungo i muri e, se si volgeva la testa al soffitto, si poteva ammirare un meraviglioso cielo stellato.
Christopher rimase in contemplazione di esso per abbastanza tempo da accorgersi in ritardo della presenza di Lucilla. Le rivolse un sorriso e un saluto gentile prima di avvicinarsi alla bambina.
 
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view post Posted on 2/1/2015, 00:21
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Aquileia non poteva mancare al Gran ballo di fine anno. Era una tradizione, per lei, forse quella a cui teneva di più, e non era mai stata l'unica in famiglia a onorarla doverosamente. Suo padre, quando lei frequentava ancora Hogwarts, le diceva sempre che la sera del Gran Ballo era speciale, perché era il momento in cui ci si fermava, si rifletteva sui cambiamenti avvenuti nell'ultimo anno, e si accoglieva a cuore aperto tutti quelli che sarebbero arrivati nell'anno a venire. Era il momento in cui ci si preparava per un'altra crescita.
La ragazza sorrise, mentre entrava nella Sala Grande di Hogwarts, splendidamente addobbata e decorata per l'occasione. Il soffitto magico riempiva gli occhi della ragazza con le sue innumerevoli stelle, affascinandola come la prima volta che l'aveva visto. Splendide decorazioni rosse, ornate con rami di agrifoglio e bacche di vischio, allietavano ogni angolo della sala, in cui da un lato si estendeva un ricco banchetto. Aquileia si guardò intorno estasiata: tornare lì dentro, ogni volta, era un'emozione nuova, che la catapultava indietro a quando era una piccola e spericolata Corvonero, appassionata di storie d'avventura e con il pallino per gli Ippogrifi, la divisa sempre sbottonata e con le maniche tirate su, i capelli da leoncina e quegli strani occhi che inquietavano praticamente tutti gli altri studenti. Ora, entrare lì da adulta, nel suo vestito preferito (quello rosso), le sembrava quasi impossibile, e strano. Ma era felice.



Guardandosi intorno, si accorse di essere tra le prime persone arrivate. Da lontano, scorse una studentessa molto carina, vestita in un bell'abito verde acqua, una strega adulta in un sontuoso (e a dire la verità, un po' improbabile) vestito arancione, un giovane studente in un bizzarro abito nero, un altro ragazzino vestito invece molto elegante. E poi, guardando meglio, vide una giovane ragazzina dall'aria familiare, vestita in un delizioso abito viola, con i bei capelli castani arricciati e raccolti in una morbida mezzacoda. *Lucilla!*. Si mosse con passo elegante e armonioso verso la ragazzina, per rivolgerle un saluto, felice di incontrarla al ballo.
 
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view post Posted on 2/1/2015, 01:18
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Il ballo di fine anno, una cerimonia che il giovane William aveva atteso con grande curiosità. Questa sanciva la fine dell'anno scolastico e si portava con se tutte le esperienze accumulate. Al primino gli parse che quell'anno fosse volato via così in fretta. Aveva appreso molto, si, non poteva negarlo, eppure non bastava, voleva di più. Aveva sentito i suoi compagni di casata parlare in Sala Comune, tutti chi più chi meno non vedevano l'ora di trascorrere le loro vacanze lontano da Hogwarts, riabbracciare le loro famiglia e mettere in pratica ciò che avevano imparato nei più svariati modi. Eppure, per William, la vacanza era stata proprio quell'anno cullato dalla conoscenza. Tornato a casa sarebbe tornato sui suoi libri, avrebbe continuato a studiare senza però preservare il piacere di partecipare alle lezioni, schiantare alunni al club dei duellanti, sfrecciare sulla sua scopa sui giardini della scuola. Niente più esami da sostenere, niente più docenti a cui rivolgere sinistre frecciatine. Avrebbe dovuto attendere il nuovo anno per i suoi giochi di sguardi, i suoi finti sorrisi, la sua maschera di umiltà e sfacciataggine.
Si ritrovò di fronte la grossa porta di legno massiccio che lo divideva dalla Sala da Ballo, prese un respiro, socchiuse gli occhi e vi appoggiò le mani, spingendo fino ad entrare. Quella sarebbe stata l'ultima sera del suo primo anno, doveva godersela al meglio.
Ad accoglierlo vi furono luci e addobbi. Hogwarts faceva sempre tutto in grande stile. Candele in ogni angolo, luci sgargianti, addobbi festosi. Persino il soffitto era stato incantato del solito incantesimo che lo rendeva simile ad un cielo stellato. Uno spettacolo per gli occhi, senza dubbio, gli parse addirittura più stupefacente di quel primo giorno, quando aveva messo piede nella scuola per la prima volta.
La tavola era imbandita con ogni prelibatezza, portate di ogni genere con i piatti tipici come protagonisti. Si rese conto solo in quel momento di non aver mai messo piede in quella sala, era molto grande e questo evidenziava la scarsa affluenza che vi era al suo interno fino a quel momento. William doveva essere in anticipo, non aveva passato come gli altri ore a prepararsi, questo gli diede la possibilità di scrutare le poche figure arrivate. Riconobbe tre studenti e due alti, tutti vestiti con abiti messi a punto per l'occasione. Ormai era chiaro che le mode erano cambiate molto rispetto a quelle di diversi anni orsono. Tutti vestivano di abiti molto eleganti, in perfetto stile babbano. Ormai i vestiti cerimoniali avevano ceduto il passo all'eleganza di cui i babbani sembravano essere padroni indiscussi. Solo una delle due donne esibiva un'abito che il piccolo Black ritenne consono all'occasione, la stessa con quell'acconciatura discutibile ma d'effetto, con il suo contrasto nero-bianco.
William, sempre riluttante nei confronti della moda, aveva indossato un abito cerimoniale, di quelli che si usava esibire in certe occasioni solo parecchi anni addietro. Era composto da uno spallaccio in a due punte di un argento opaco da cui fuoriusciva un lungo mantello nero dalle punte frastagliate. Una toga - anch'essa nera, scivolava sul suo corpo stretta alla vita da una cintura di catene che compiva due giri attorno alla cintola, lasciandosi cadere poi sul fianco destro. Il petto della toga era adornato da un disegno raffigurante un'antico glifo il cui significato era riconducibile e due differenti parole del gergo comune "epilogo" e "prologo". Quello, in effetti, era un'abito cerimoniale disegnato proprio per simili occasioni, William lo trovò particolarmente adatto anche per questo anche se il vero motivo era che adorava tremendamente sfidare i costumi moderni al e apparire antiquato e inadatto. Adorava la sensazione che provava nel sentirsi gli occhi di tutti puntati a dosso con quell'aria di arroganza che lo giudicava per la sua innata propensione a voler rispettare usanze ormai dimenticate. Il rumore dei suoi stivali in pelle echeggiava soave nel trambusto della sala, egli stesso lo udiva appena mentre avanzava verso uno dei bordi, portandosi verso il tavolo, curioso di vedere cosa vi fosse sopra. Le braccia, invece, erano completamente nude, coperte solo dal mantello. Il braccio sinistro era adornato da una catena, simile a quella della cintura, che lo avvolgeva a spirale, colmando in un anello posto al dito medio. Al braccio destro invece un anello d'argento divideva spalla e bicipite mentre una coppia di anelli di simili dimensioni fungevano da bracciale. I suoi capelli per quell'occasione non erano stati legati come di consueto, ma erano stati lasciati sciolti. Ciuffi mossi e corvini cadevano dolcemente sugli spallacci dell'abito cerimoniale mentre gli occhi color smeraldo del ragazzo si muovevano curiosi in ogni direzione.
Con il braccio sollevò appena il mantello scrutando all'altezza del fianco. Era stato chiesto a tutti di portare con sé un oggetto di valore da sacrificare per celebrare la chiusura e l'inizio di un anno. William aveva portato con se il pugnale dei Black, era riuscito a prelevarlo alla madre con l'aiuto dell'elfo domestico. Se la madre lo avesse scoperto lo avrebbe certamente punito ma in quel momento il ragazzo si limitò a sorridere meschinamente al pensiero e ne osservò la magnificenza. Era un pugnale cerimoniale dalla forma bizzarra, eccessivamente adornato e dai tratti ridondanti. Il manico era intarsiato d'oro e di pietre preziose mentre la lama, anch'essa in oro, presentava a metà strada un cerchio del medesimo materiale. Un pugnale strano di cui il piccolo Black conosceva bene il ruolo. Lo aveva sempre trovato affascinante ma mai indispensabile, era la cosa più adatta da distruggere in quella giornata.



 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 3/1/2015, 16:51




Lucilla, ormai risvegliata dai suoi pensieri, notò il saluto di Christopher e gli rispose con un sorriso.
-Ciao! Come va?- gli disse quando ormai il ragazzo le era vicino.
Notò che indossava un completo elegante nero con cravatta abbinata, era molto diverso dall'ultima volta che l'aveva visto.
Nel frattempo si stava avvicinando una donna dai capelli biondi, elegantemente raccolti, e un vestito rosso che stava a meraviglia sul corpo magro della giovane, la Serpeverde la guardò meglio e la riconobbe subito, era Leia.
L'aveva conosciuta al Paiolo Magico, grazie al suo micio, Coffee, che le era piombato addosso; avrebbe dovuto ringraziarlo però, perché aveva potuto parlare con lei come se fosse una sorella maggiore, confidandosi e parlando tranquillamente, conoscendosi e ridacchiando.

-Leia!- disse entusiasta e sorridendole, contenta che ci fosse anche lei, una volta che la donna era vicina ai due primini, Lucilla decise di presentarli.
-Leia, lui è Christopher Fowler, Tassorosso- disse indicando cortese Chris - Chris, lei è Aquileia Goodheart, ex-Corvonero- stavolta indicò la giovane ragazza bionda.
 
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~Hope™
view post Posted on 4/1/2015, 11:02







Sbuffò quasi infastidita osservando all’orizzonte il sole tramontare dietro le cime delle alte montagne. Nessun gufo ovviamente all’orizzonte, nessuna lettera, nessun invito. Sbuffò ancora una volta voltandosi di spalle ed adagiando la schiena alla vetrata. Cosa aveva fatto di male proprio non riusciva a capirlo, eppure Rhaegar, a parte qualche sporadico messaggio via gufo, pareva esser scomparso, evidentemente troppo preso dal lavoro per calcolarla. Si morse rabbiosamente il labbro inferiore fino a avvertire il retrogusto ferroso del sangue. Doveva smettere di pensarci, dove smettere di pensare a lui, tornare a governare le sue emozioni e ignorarlo, così come lui stava facendo con lei. Si mosse a passo svelto verso lo specchio, osservando ancora una volta la sua immagine riflessa. Non aveva mai indossato un vestito di un colore così intento. Il rosso risaltava ancor di più se paragonato alla pelle diafana e delicata del suo corpo, mentre la stoffa pregiata avvolgeva, aderendo, il corpo esile e fanciullesco per certi versi. Per l’occasione aveva indossato un paio di decolté argentate, non troppo alte, che la facevano apparire un po’ più alta del solito. I lunghi capelli biondi erano stati lasciati sciolti, fatta eccezione per alcune ciocche laterali, raccolte dietro la nuca; i morbidi boccoli ricadevano lungo la schiena lasciata scoperta ed ondeggiavano ad ogni singolo passo. Era pronta, benché la voglia di partecipare al ballo era ai limiti storici. Si mosse in direzione della porta sollevando appena l’orlo del vestito per evitare di esibirsi in qualche strana e inadatta capriola. Il tragitto si rivelò ben più arduo del previsto, non aveva fatto i conti con la nuova collocazione del suo ufficio e a metà della prima scalinata aveva scelto di sfilarsi le scomode scarpe proseguendo la discese a piedi scalzi. Solo in prossimità del primo piano, per evitare di essere vista, si era rintanata dietro un angolo infilandosi nuovamente le scomodissime calzature prima di riprendere la strada verso la Sala Grande. Si fermò qualche istante di troppo dinnanzi al maestoso portone d’ingresso. Era passato così tanto tempo eppure quei ricordi erano ancora nitidi nella sua mente. *Sei una sciocca, quella volta lui doveva parlarti di lavoro, altrimenti non sarebbe mai e poi mai venuto a farti da cavaliere a uno stupidissimo ballo!* quelle fastidiosissime parole continuavano a ronzarle nella mente e la costrinsero a distogliere lo sguardo e a concentrarsi sulla grande sala, dalla quale proveniva una soave melodia, segno che il ballo era ormai iniziato. Cercò di abbozzare un sorriso e facendosi forza si mosse verso l’interno della sala. La prima sensazione fu quella di inadeguatezza; gli elfi si erano dati davvero da fare con le decorazioni ma ciò che maggiormente colpì la giovane donna fu l’immenso squarcio di cielo che pareva aver sostituito l’antico soffitto della sala. Rimase in quella posizione diversi istanti, osservando meravigliata, quasi estasiata il cielo blu notte cosparso di luminose stelle. I pensieri parevano esser spariti, insieme al desiderio di far ritorno al più presto nel suo ufficio. Aveva deciso, si sarebbe goduta quella serata senza pensare a nulla, senza pensare a lui e alla sua assenza. Tornò a muoversi, avvicinandosi al tavolo delle vivande ed afferrò un bicchiere di succo di zucca e se lo portò alla bocca sorseggiandolo lentamente. Poi restò in attesa, vi erano ancora pochi presenti, a parte alcuni studenti i suoi colleghi parevano essere in ritardo. *Meglio* pensò. Poi le iridi smeraldine si soffermarono sulla figura di una donna. Non le era del tutto sconosciuta, aveva già notato il suo volto ma non riusciva a ricordare dove e in quale occasione. Si soffermò ancora di lei intenta a parlare con un piccolo gruppo di studenti.




 
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view post Posted on 4/1/2015, 14:02
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Recinto degli Ippogrifi, Durmstrang

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"Ciao Lucilla!". Aquileia salutò affettuosamente la ragazzina, con un largo sorriso, poggiandole delicatamente una mano sulla spalla. "Che bello vederti qui! Sei proprio bella, sai?" disse, sincera, osservando il delicato vestito viola con il cinturino d'argento che la avvolgeva, molto raffinato, che faceva risaltare i suoi begli occhi azzurrissimi. Si ricordava quando l'aveva conosciuta, poco tempo prima, al Paiolo Magico. "Stavolta Coffee non rischia di saltare addosso a nessuno" scherzò, facendole l'occhiolino con il suo occhio azzurro. Ad un tratto si accorse che la giovane studentessa non era sola: di fianco a lei stava un bel ragazzino dai capelli neri e gli occhi azzurri, quello che aveva notato poco prima, vestito elegantemente. Aquileia posò lo sguardo su di lui, mentre Lucilla li presentava molto cortesemente. "Piacere di conoscerti, Christopher" gli disse gioviale, sorridendogli e porgendogli la mano. "Chiamami pure Leia, lo fanno tutti ed è più semplice" aggiunse, affabile, per stemperare un po' la naturale formalità dell'occasione. Guardò per un momento i due ragazzini, uno vicino all'altra. Era contenta che Lucilla non fosse da sola, e Christopher sembrava proprio un bel cavaliere, non solo per l'eleganza ma anche per lo sguardo. Mentre discorreva con i due giovani studenti, notò di sfuggita una donna, accanto al ricco tavolo imbandito, che la stava guardando. Portava un vestito rosso come il suo, adatto all'occasione, i morbidi capelli biondi appena raccolti. Il volto le sembrava familiare, ma da lontano non era sicura di averla riconosciuta. Quando finì di parlare con i due ragazzini, lasciandoli tranquilli alla loro serata, guardò nuovamente verso la donna, questa volta ricambiando il suo sguardo e osservandola meglio. Era molto bella, i capelli biondi appena raccolti in una morbida acconciatura, e un vestito rosso come il suo, elegante e adatto per l'occasione. Decise di cogliere l'occasione per conoscerla, perciò si mosse verso il tavolo, nella sua direzione, sorridendole. Aveva già preso da bere, segno che probabilmente non aspettava nessuno. *Almeno, mamma aspettava sempre papà prima di prendere i drink, al ballo*. Aquileia giunse al tavolo, guardandosi brevemente intorno, indecisa su cosa prendere. Optò alla fine per il succo di zucca, e si portò accanto alla giovane donna in rosso. "E' splendida la sala grande, così addobbata, non trova? E queste stelle fanno sognare" le disse, per rompere il ghiaccio.
 
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view post Posted on 4/1/2015, 14:04
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Era passato un anno dal suo ultimo ballo ad Hogwarts, eppure gli sembrava solo ieri quando approdò nella scuola più ambita del mondo magico destando scalpore tra i presenti, col suo vestito poco adatto e con i suoi modi poco affabili.
Questa volta doveva rifarsi, doveva dare un impressione diversa di sè stesso, iniziò col scegliere l'abito per il ballo. Decise di vestire in modo molto elegante, niente a che vedere con lo stile utilizzato nell'ultimo ballo. Sfoderò per quella occasione un abito che utilizzava solo per le occasioni speciali, a dire il vero fino a quel momento non lo aveva mai utilizzato, era la prima volta che lo indossava. Un abito che gli era costato molti galeoni, ma di sicuro ne era valsa la pena.
Si posizionò di fronte allo specchio posto nella sua stanza, e iniziò a vestirsi molto lentamente, cercando di individuare eventuali difetti. Ma quell'abito non faceva una piega, era perfetto..gli calzava a pennello, aveva ritrovato una forma fisica quasi perfetta e un aspetto decente. Sorrise, quasi come se volesse elogiare se stesso, stava davvero molto bene. L'abito che aveva indossato era costituito da una giacca in pelle, un panciotto nero, un pantalone molto classico ma elegante, una camicia bianca e infine una cravatta, che provvide a sistemare con cura posizionandola appena al di fuori del panciotto.
Diede un rapido sguardo all'ora e si accorse di essere in ritardo, doveva sbrigarsi se voleva arrivare puntuale al ballo. Ma prima di andar via, diede una sistemata ai suoi capelli tirando fuori dal cilindro un'acconciatura davvero molto bella. Chiuse la porta della stanza e si avviò verso il piano terra dove si sarebbe tenuto il ballo di fine anno. Scese le scale molto lentamente, osservando i ritardatari come lui correre per raggiungere la sala da ballo il prima possibile. Sorrise nel vedere quelle scene, a lui importava poco...adorava arrivare nel culmine della festa, voleva attirare occhi su di lui. Quella sera il suo obbiettivo era quello di dare un impressione diversa da quella precedente data..e di sicuro ci sarebbe riuscito!
Arrivò dopo qualche minuto alla sala da ballo, varcò la soglia e notò subito un mucchio di persone che discutevano fra di loro e sorseggiavano qualche buon drink.
Sorrise a chi conosceva, salutando tutti con un cenno del capo e allungando le due dita della mano destra in direzione della persona che intendeva salutare. Entrò nella sala da ballo, senza nemmeno un attimo di esitazione e subito scorse una figura a lui molto familiare. Lunghi capelli biondi, vestito rosso, una bellezza innata, osservò meglio con le sue iridi color ghiaccio che sembravano fare "pendant" con l'ambiente circostante. Si accorse rapidamente che quella bellissima figura era Hope, l'ispettrice auror, che pochi giorni prima aveva affidato a Cedric la cattedra di Cura delle Creature Magiche. Non doveva dimenticare che ora era un docente, e che quindi ricopriva un ruolo importante all'interno della scuola.
Decise di non prestare molte attenzioni ad Hope, la osservava in modo molto discreto cercando di non farsi notare, mentre con rapidi sguardi cercava di individuare possibili colleghi o altre facce conosciute, ma sembrava non esserci ancora nessuno di sua conoscenza. Gli studenti invece affollavano la sala, riunendosi in piccoli gruppi e osservandosi fra di loro, giudicandosi a vicenda e lanciandosi sguardi non molto indiscreti. Sorrise, mentre teneva un occhio di riguardo verso Hope. Voleva cambiare atteggiamento nei suoi confronti, si era mostrato troppo debole agli occhi della donna, ma soprattutto aveva tentato di approcciare nel modo sbagliato. Chissà magari quella sera, sarebbe stata la donna ad avvicinarsi a lui, d'altronde stava fingendo benissimo di non averla ancora vista..avrebbe atteso questo era sicuro, ma di sicuro quella non se la sarebbe fatta sfuggire..aveva in mente una tattica vincente. Sorrise solo al pensiero, era sicuro di se e dei suoi mezzi. Si posizionò in punto della sala, dove poteva essere facilmente individuato, il suo scopo era quello di farsi notare e con quel vestito e quel look molto affascinanti, avrebbe di sicuro attirato su di se gli occhi di tutti...

 
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view post Posted on 4/1/2015, 14:58
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Stava ancora girando attorno alla tavola imbandita quando il giovane si rese conto di avere la gola secca. Di certo, iniziare a mangiare ora lenticchie non avrebbe giovato alla situazione e si sarebbe sentito a disagio ad iniziare prima degli altri. Non conosceva bene le tradizioni del Gran Ballo ad Hogwarts ma si aspettava un discorso dalla preside o qualcosa che lasciasse intendere che la festa vera e propria avesse inizio. Notò dunque dei grossi contenitori contenenti del liquido, bevande! Si avvicinò prima al succo di zucca, più appropriato ad un ragazzino della sua età ma il suo interesse venne rapido dall'ardente fiamma che sovrastava il whisky incendiario. Gli si avvicinò con cautela, aveva letto molto sugli alcolici ma non aveva avuto modo di assaggiarne molti per via della sua giovane età. Delle mele galleggiavano sulla superficie, e le fiamme parevano formare una gabbia atta ad impedire a chiunque di riempire il proprio bicchiere. Non ne era certo, ma probabilmente si trattava di una fiamma magica e puramente scenica visto che le mele non sembravano bruciare, così come tutto il resto. La cosa lo affascinò a tal punto che trovò irresistibile il pensiero di afferrare un bicchiere vuoto e riempirlo di quel whisky, affrontando la fiamma. Sollevò il braccio destro lasciando scivolare il mantello dietro la schiena, incurvò le sopracciglia ed afferrò un bicchiere. Rimase immobile qualche istante prima di decidersi ad avanzare. Scese lungo la fiamma lentamente, irrazionalmente spaventato all'idea che quella fiamma potesse ustionarlo da un momento all'altro. Non bruciava, era fredda, regalava una sensazione piacevole alle braccia nude del ragazzo i cui occhi si illuminarono per lo stupore. Era pronto a riempire il suo calice ma dovette demordere, una figura era appena arrivata di soprassalto fiondandosi sul succo di zucca. Si voltò con fare colpevole indagando su chi fosse la scocciatrice. La riconobbe subito, la professore di Difesa, intenta a dissetarsi. Sembrava pensierosa, al punto di non essersi accorta della presenza del ragazzo, o così pareva. Decise che non era comunque il caso di affondare il bicchiere nel whisky, non in sua presenza, non voleva passare guai di alcun tipo. Probabilmente sarebbe riuscito a bere quell'alcolico senza che la donna se ne accorgesse, distratta come sembrava, ma preferì evitare il rischio e scelse di affiancare la donna, prendendo del succo di zucca anch'egli. Fece con fare silenzioso, non aveva ancora deciso se aveva o meno voglia di scambiare due chiacchiere con l'insegnante, del resto avevano già avuto modo di scambiarsi frecciatine a sufficienza durante il suo esame orale. Portò dunque il bicchiere alle labbra e sorseggiò la bevanda rinfrescandosi e attenuando la secchezza che la sua gola sembrava volergli ricordare ad ogni istante. Dissetato si sentì meglio e si voltò nuovamente in direzione della pista da ballo; solo in quel momento si accorse che un'altra figura li stava raggiungendo: un'altra donna, bionda anche questa e vestita in perfetto stile babbano, proprio come la docente. Non la riconobbe, per quanto ne sapeva non era un'insegnante della scuola, magari era solo la madre o la sorella di qualche studente.
William si spostò di lato, tornando concentrato sulla tavola imbandita mentre la seconda ragazza prendeva del succo. A quanto pare era bastata la presenza di Hope al tavolo per far prendere di coraggio tutti gli altri, avrebbe dovuto attendere che la donna si servisse anche da mangiare per poter affondare le mani sui prodotti decorati della tavola?
A rompere quel silenzio tremendamente piacevole fu proprio la sconosciuta. Sembrò rivolgersi alla professoressa, complimentandosi per la bellezza delle stelle che apparivano al soffitto della sala. In quella situazione William non riuscì a tenere a freno la sua saccenza, e la sua lingua si mosse prima dei suoi pensieri.
« E' difficile credere che sia solo il frutto di un incantesimo. » Disse pacato, rendendosi conto solo pochi istanti dopo di essersi intromesso. Come se non bastasse, ora che aveva aperto bocca la sua presenza non sarebbe più passata inosservata. Beh, c'era poco di cui rammaricarsi, ormai era entrato a teatro, tanto valeva recitare la parte per bene. « Professoressa Lancaster, che piacere. » Continuò abbassando leggermente il capo in segno di saluto. « Siete incantevole. » Sorrise, fingendo che gliene importasse qualcosa. Del resto quella farsa aveva ben poco senso, probabilmente la professoressa lo aveva già inquadrato per la serpe che era. Si voltò dunque verso la sconosciuta e accennò ad un leggero inchino anche con lei, sempre educato. « William Black, perdoni la maleducazione. » Si riferiva al fatto di essersi intromesso ma non ritenne necessario sottolinearlo. Esibì un sorriso anche per la ragazza. Del resto, una volta indossata quella maschera era difficile a togliersi.

 
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~Hope™
view post Posted on 5/1/2015, 20:04







Continuò ad osservare la sconosciuta sorseggiando il succo di zucca. Il ballo era chiaramente aperto a tutti e quindi poteva risultare normale che vi fossero anche maghi e streghe, rappresentanti del mondo magico oltre ai docenti. Eppure il volto della sconosciuta richiamava nella sua mente ricordi abbastanza recenti ma comunque ancora indefiniti. Chi era? Dove l’aveva vista? Perché si, era perfettamente consapevole di averla già incontrata da qualche parte. Si girò appena in direzione del tavolo, li dove erano stati riposti i bicchieri già usati e adagiò il suo ormai vuoto. Fu in quel momento che si accorse di un repentino cambio di rotta. La donna aveva smesso di chiacchierare con il nutrito gruppo di studenti e si era avvicinata al tavolo delle vivande; era talmente vicina che Hope fu sul punto di sfiorarla mentre tornava ad assumere la posizione precedentemente occupata. Poi si fermò e lasciò che le iridi smeraldine scrutassero quelle male assortite di lei. Rimase interdetta, quasi meraviglia nell’osservare le iridi eterocrome della ragazza, una marrone e l’altra azzurra così particolari e inusuali. Distolse poi lo sguardo tornando a fissare i giovani studenti per evitare di apparire invadente; non era certo sua abitudine quella di scrutare in maniera insistente dei perfetti sconosciuti ma quelle iridi erano riuscite a catturare la sua attenzione in toto. Una voce ruppe l’imbarazzante silenzio che si era inevitabilmente venuto a creare “E' splendida la sala grande, così addobbata, non trova? E queste stelle fanno sognare” si girò verso la ragazza scrutandone il viso con attenzione. Era bella, di una bellezza delicata e candida, poteva avere forse qualche anno in più rispetto a lei. -Ha perfettamente ragione. Gli elfi domestici hanno fatto un ottimo lavoro. Per quanto riguarda le stelle è lecito sognare una volta ogni tanto e perché non farlo ad occhi aperti almeno in certe occasioni?- -Sollevò il braccio allungando la mano destra verso la donna. -Sono Hope Lancaster, Vice-Preside di Hogwarts. Con chi ho il piacere di parlare?- In quel momento notò, poco distante da lei una figura tutt’altro che sconosciuta. Il giovane Black sembrava prediligere la conversazione con le due donne, alle chiacchiere degli studenti, che riteneva, forse più banali. Scrutò con attenzione il suo abbigliamento decisamente bizzarro ma per nulla fuori luogo. Un’eleganza antica ma decisa, non adatta a tutti, forse solo ai più audaci. Probabilmente in pochi avrebbero optato per un abbigliamento così sopra le righe ma forse era quello il punto di forza di William, quel suo voler essere sopra le righe a tutti i costi e in qualsiasi situazione. Osservò il giovane probabilmente con un occhio di riguardo del resto era solita apprezzare le persone così decise e sicure di se. Sollevò le iridi smeraldine verso l’alto, giusto in tempo per riuscire a notare la scia luminosa di una stella cadente. -Per quanto questo cielo sia solo opera di un incanto bel riuscito, non ha nulla da invidiare a quello reale.- Abbassò nuovamente il viso e sorrise al giovane. -Signor Black. Vi ringrazio. Voi invece siete … particolare, i miei complimenti.- Osservò con attenzione il suo volto che come solito, non lasciava trasparire alcun tipo di emozione. Eppure quella sera non aveva voglia di giocare, non era in vena. Attese quindi che la giovane sconosciuta si presentasse, era curiosa e previdente, del resto la sicurezza degli studenti era nelle sue mani, almeno in quel momento. Con la coda dell’occhio notò l’arrivo di Cedric, ma fu un attimo, prima di tornare a concentrarsi sulla ragazza.




 
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Christopher Fowler
view post Posted on 5/1/2015, 23:00




La presenza dell'amica lo rendeva più tranquillo e la calma gli consentiva di ammirare più approfonditamente la sala che si stava pian piano riempiendo.
Notò la lunga tavolata accostata al muro. Era imbandita come un buffet e ricoperta di leccornie.

*Gli elfi domestici devono aver lavorato parecchio questa sera* Si ritrovò a pensare il giovane mentre rispondeva al sorriso di Lucilla.
Le accarezzò la spalla per salutarla.

"Tutto bene, tranne il litigio con il nodo della cravatta... Tu?" disse ridacchiando leggermente alla parte del nodo.
Lucilla si voltò d'un tratto per richiamare una persona, una signora sui 25 anni che si presentò davanti ai due ragazzi nel giro di pochi secondi.
Christopher ascoltò pazientemente lo scambio di battute, si sentiva un po' il terzo incomodo e non sapeva bene come comportarsi, finchè la signora non si rivolse di nuovo a lui porgendogli la mano.

"Piacere mio signora Good... ehm Leia, io sono Christopher Benton Fowler, Tassorosso." Elencò velocemente le sue generalità, come se fosse davanti a una professoressa. Cercò di essere cortese, ma non sapevo dove quello scambio sarebbe finito.
Perciò quando si allontanò tirò un sospiro di sollievo.

"Sei molto... elegante e carina stasera, Lucilla." Disse alla ragazzina riferendosi al vestito. La maggior parte degli uomini erano vestiti in maniera più o meno simile a lui, mentre le ragazze si erano potute sbizzarrire con vesti di tutti i colori e fogge.
Lanciò un'altra occhiata al tavolo da buffet, aveva adocchiato il pudding, mentre non voleva rischiare di assaggiare le lenticchie, che non aveva mai potuto soffrire. Cominciava a sentire un certo languorino allo stomaco.

"Ti va un po' di pudding? Vado a prenderci un piatto se vuoi?" Chiese alla bambina, sperando in una risposta affermativa, dato che una negazione avrebbe portato a un allungamento del digiuno.
 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 5/1/2015, 23:24




Rabbrividì quando Chris le toccò la spalla, il brivido le percosse tutta la schiena ma poi passò.
-Grazie Leia- disse per il complimento, poi la guardò allontanarsi dopo essersi presentata a Christopher, sorrise.
Si era diretta verso la loro vice-preside, che aveva il suo stesso cognome, coincidenze.
-Dai, il risultato è ottimo, tra te e la cravatta a quanto vedo hai vinto tu- disse con una risata cristallina.
-Sei molto... elegante e carina stasera, Lucilla- a quel complimento la Serpeverde divenne subito rossa, ma girò la testa anche lei verso il tavolo del buffet per nascondere il rossore. Si mise i lunghissimi capelli ricci su una spalla e si girò di nuovo verso il Tassorosso, sperando che il rossore le fosse passato.
-Oh, grazie, anche tu stai molto bene, sei molto elegante stasera- disse con un un sorriso dolce e allegro.
-Ti va un po' di pudding? Vado a prenderci un piatto se vuoi- in effetti era davvero invitante il pudding.
-Certo che mi va, mi sembra davvero invitante, ti accompagno dai- disse dando ancora una rapida occhiata al tavolo, notando che c'era anche un altro ragazzino.
 
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57 replies since 31/12/2014, 18:04   1486 views
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