Sigle Potteriane, Una volta era un Blog

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view post Posted on 13/2/2015, 17:42     +1   -1
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«Inserisci frase poetica qui.»

Così, di punto in bianco, mi sono deciso ad aprire anch'io un mini-blog.
Probabilmente l'ultimo risale a 10 anni fa, quando ancora potevi farti un blog con MSN (roba di epoche disperse). Diciamo quindi che ci ho perso un po' la mano, non mi ricordo neanche che cosa si fa in un blog.
Nel dubbio, oggi vi parlerò di una piccola parte del mio carattere - immagino non ve ne importi nulla ma, OH, siamo qui per fare condivisione - quindi toh, iniziamo!

Essere un perfetto deficiente mi è sempre riuscito benissimo, probabilmente perché in primis mi diverte come altre poche cose al mondo. Diciamoci la verità, a fare le persone serie sono bravi tutti ma l'imbecille, per essere apprezzato, lo devi fare bene, altrimenti si rischia di scadere nel ridicolo. Ma io non lo faccio neanche per gli altri, non lo faccio per far ridere nessuno (bhe, poi è ovvio che quando la gente ride sono contento ma non è questo il punto!), lo faccio principalmente per me stesso, perché ho bisogno di riempire le mie giornate di risate.
Quanto è bello ridere, gente!
Molti se lo sono dimenticato.
Io le risate poi le amo in tutte le sue forme, mi piace la comicità classica, il non-sense, mi piacciono quelli che fanno i cretini, chi elabora monologhi complessi, chi si lancia in turpiloqui gratuiti, quelli che credono di essere divertenti e non lo sono, quelli che pensano di essere seri e invece fanno ridere, tutti, TUTTI!

Poi bisogna anche sapersi approcciare alla risata se si vuole riempire la propria giornata di sorrisi.
Tipo, ho beccato questo video che mi ha lasciato un po interdetto. Io non ho la più pallida idea del come, dove, quando ma soprattutto perché sia stato concepito. Eppure - magicamente(?) - dopo 20-30-40 secondi di pura confusione e sguardo spento a fissare il monitor, ho iniziato a ridere come una scimmia.
Lo ripeto, tutto ciò non ha il minimo senso, ma voglio lasciarlo a voi.
Se poi sapete dirmi anche cosa rappresenta, sarei curioso di saperlo.



La cosa più inquietante è che - dopo averlo visto ventordici volte - è diventato anche orecchiabile.
:look:

 
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Lucilla Degona Lancaster
view post Posted on 14/2/2015, 15:55     +1   -1




Ridere é fantastico, Hope in suo post aveva anche spiegato quanto bene faccia ridere e finché si è giovani si deve farlo il più possibile perché è provato che da adulti le risate diminuiscono, però ammettiamolo questo video più che ridere mi ha fatto venire il terrore dei clown...

 
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view post Posted on 19/2/2015, 00:31     +4   +1   -1
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Cass era la più giovane e la più bella di 5 sorelle. Cass era la più bella ragazza di tutta la città. Mezzindiana, aveva un corpo stranamente flessuoso, focoso era e come di serpente, con due occhi che proprio ci dicevano. Cass era fuoco fluido in movimento. Era come uno spirito incastrato in una forma che però non riusciva a contenerlo. I capelli castani e lunghi, i capelli di seta, si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Non c'era via di mezzo per Cass. C'era anche chi diceva che era pazza. Gli imbecilli lo dicevano. Gli scemi non potevano capirla.
[...]
Cass ne aveva da vendere, di cervello e di spirito. Dipingeva, danzava, cantava, modellava la creta, e quando qualcuno era ferito, mortificato, nel corpo e nell'anima, Cass provava compassione per costui. Il suo cervello era, ecco, differente; la sua mentalità non era pratica, ecco quanto. Le sorelle eran gelose perché essa attraeva i loro uomini; ce l'avevano su con Cass perché, secondo loro, sciupava un sacco d'occasioni.
Di solito Cass era gentile con quelli più brutti; i cosiddetti fusti non le dicevano niente. Le facevano schifo. "Senza nerbo," diceva, "senza grinta. Arrivano, alti in sella, con quei nasi ben fatti, quelle orecchie ben disegnate… Tutta esteriorità e niente dentro."

 
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view post Posted on 20/2/2015, 23:46     +5   +1   -1
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C’era
Una pecora nera
Nei boschi in Gallura
Viveva in un gregge
Depressa e insicura
Perché ogni altra pecora
Bianca e superba
Le rubava l’erba
La chiamava impura
Di giorno e di sera
Crudele iattura
La prendeva in giro
Che vita dura
Che cosa mai vista
Un gregge leghista

“Uh guarda che nera
La pecora nera
Fa proprio paura
Le uscirà dalle tette
Inchiostro e non latte
E quando vien sera
Nemmeno la vedi
Nel buio si azzera
La pecora nera!”
Così, in una notte
Delle altre più scura
Sparirono tutte
Oh quale sventura
La pecora nera
Da sola rimase
Nei boschi in Gallura

Passarono gli anni
E il gregge lanoso
Arrivò dentro un bosco
Oscuro e pauroso
Nel cuor della notte
Dormivano strette
Tremavano tutte
Aspettando il giorno
Fantasmi e mostri
Vedevano intorno

Ed ecco nel buio
Due occhi di fuoco
Una sagoma scura
“chi sei tu creatura?”
Ma su vecchie amiche
Non mi riconoscete?
Eppure eravamo
Unite davvero
Nel gregge anche io c’ero
Son quella che è rara
L’amica più impura
La pecora nera

Dal buio balzò
Gli artigli mostrò
Non pecora era
Ma nera pantera
E tutte sbranò
Morale, agnellini
Non siate cretini
Come un tale Salvini
Mai prendere in giro
Le pecore nere
Maligna natura
Vendette prepara

Stefano Benni
 
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view post Posted on 6/3/2015, 01:01     +5   +1   -1
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Visto che di 'ste cose ne farò si e no una all'anno, non ha senso aprire una galley... Insomma posto qui.

Emily%20e%20Will_zpsl8l6rwxf

Abbiate pietà di questo povero ragazzo, non mi mettevo a disegnare da 9 anni e questa è anche la prima volta in assoluto che mi decido a portare un disegno fatto a mano per colorarlo al pc. Quindi, andateci pesante con gli insulti, ma non troppo :fru:
Will e Emily che fanno "mmboh" in un "mmboh" luogo imprecisato. Nebulosa 74(?).
Primissima esperienza con i Chibi, primissima esperienza con le colorazioni via pc, disegno fatto in un foglio a quadretti per pigrizia (e si vede). Lo stile di colori privo di ombre invece è voluto, visto il gioco di luci che ho usato con PS ho preferito tenere questo effetto pastello che mi garba parecchio. I residui del mio foglio a quadretti inizialmente volevo toglierli ma poi, nel complesso, mi è piaciuto l'effetto sporco che danno all'immagine. Leggasi non c'avevo voglia.
Spero vi piaccia (magari un minimo, dai ç_ç) anche perché tutto era partito dal classico "facciamo uno scarabocchio" evolutosi poi nel perdiamo qualcosa come mezzo pomeriggio e una serata intera, smadonnando ogni tre per due ed evocando tutorial su youtube manco fossi Yuna, per fare 'sta cagata.

 
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view post Posted on 6/3/2015, 01:08     +2   +1   -1
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"Cucciolo! Piango per l'Amore!" (Cit.)
Che son carini.
'Azie ♡


P.S. Anche questa cosa è tutta MIA? :*-*:
 
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view post Posted on 6/3/2015, 01:13     +1   -1
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CITAZIONE (Emily Rose. @ 6/3/2015, 01:08) 
"Cucciolo! Piango per l'Amore!" (Cit.)
Che son carini.
'Azie ♡


P.S. Anche questa cosa è tutta MIA? :*-*:



E no eh. Questa è mia... tutt'al più nostra ù.u
 
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view post Posted on 10/3/2015, 23:59     +3   +1   -1
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I have a problem that I cannot explain,
I have no reason why it should have been so plain,
Have no questions but I sure have excuse,
I lack the reason why I should be so confused

 
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view post Posted on 18/3/2015, 01:31     +1   +1   -1
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E poi boh, trovi questo e ti manca il respiro.

 
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view post Posted on 24/3/2015, 02:08     +1   -1
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On a morning from a Bogart movie
In a country where they turn back time
You go strolling through the crowd like Peter Lorre
Contemplating a crime
She comes out of the sun in a silk dress running
Like a watercolour in the rain
Don't bother asking for explanations
She'll just tell you that she came
In the year of the cat.

She doesn't give you time for questions
As she locks up your arm in hers
And you follow 'till your sense of which direction
Completely disappears
By the blue tiled walls near the market stalls
There's a hidden door she leads you to
These days, she says, I feel my life
Just like a river running through
The year of the cat

She looks at you so cooly
And her eyes shine like the moon in the sea
She comes in incense and patchouli
So you take her, to find what's waiting inside
The year of the cat.

Well morning comes and you're still with her
And the bus and the tourists are gone
And you've thrown away the choice and lost your ticket
So you have to stay on
But the drum-beat strains of the night remain
In the rhythm of the new-born day
You know sometime you're bound to leave her
But for now you're going to stay
In the year of the cat.

 
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Yoruichi
view post Posted on 24/3/2015, 09:52     +1   -1




No ma... Quella di Salvini era vera? No, non può essere che sia così idiota.

I pupazzetti sono stupendi! Dovresti perdere più spesso tempo così :happy:
 
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view post Posted on 24/3/2015, 16:27     +1   -1
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Ma no Yotu, ovviamente il post non è davvero di Salvini
Esiste una pagina di FB che si chiama "generatore di meme di Salvini" in cui lo prendono ripetutamente per il culo in tutte le salse. Ce n'è una addirittura in cui in tema Dragonball in cui se la prende con Bulma per aver ospitato tutti i Namecciani sulla terra, dando quindi ospitalità in suolo terreste a degli "immigrati" che consumeranno le nostre risorse e ruberanno il nostro lavoro. E' uno spasso, ce ne sono in tema LotR, Star Wars, Hp, Dragonball, di tutto.

Per i chibi ti ringrazio. Sfortunatamente la mia pigrizia vince sempre.
 
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view post Posted on 1/6/2015, 13:05     +1   -1
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Soffiava, soffiava come sempre il vento e - pacato - si muoveva verso una nuova meta, sempre lontana dalla precedente, inconsapevole di quale fosse la direzione, dubbioso su cosa avrebbe trovato. Poteva il vento essere stanco? Non era altro che una massa d'aria atmosferica che si muoveva ad alta o bassa pressione, poteva davvero stancarsi? Eppur si sentiva fiacco, sperduto, in perenne movimento, senza possibilità di riposo. Tante volte aveva deciso di fermarsi in un luogo ad osservare cosa vi fosse di nuovo, cosa avrebbe potuto trovare, se qualcosa - prima o poi - lo avrebbe spinto a restare. Da quanto tempo viaggiava? Non riusciva neanche a ricordarlo, aveva iniziato da che ne aveva memoria, da quando tutto era iniziato.
Avvolto da un velo di tristezza, il suo sguardo lucido ricadde sulla punta di una maestosa montagna. Il suo apice innevato sembrava il culmine della sua grandezza. Dall'alto, quel monte appariva così forte, vigoroso, indistruttibile, inamovibile. Durante i suoi viaggi, il Vento ne aveva visti centinaia, forse migliaia di monti, ma come quello nessuno, no, quello era diverso o forse era solo la sua speranza a spingerlo verso certi pensieri. Curioso, decise di avvicinarsi, fermandosi proprio sulla punta, lì dove un albero estendeva i suoi rami spogli, nel tentativo di abbracciare il cielo. Al suo passaggio, i rami del povero albero tentennarono ma rimasero saldi nella loro posizione mentre il Vento, distratto, si guardava intorno, cercando qualcosa che potesse attirare la sua attenzione, qualcosa che potesse incuriosirlo a tal punto da convincerlo a fermarsi, questa volta per sempre. Eppur non vi era nessuno, non vi era vita sulla punta di quel monte, solo sassi, neve e quel singolo albero coi rami protesi verso l'alto. Sbuffò, seccato all'idea di aver perso tempo ancora una volta, fermatosi lì dove non avrebbe trovato nulla.
«Che cosa ti turba, mio passeggero amico?»
Il Vento si voltò di scatto, notando solo in quel momento un volto sbucar fuori dalla corteccia dell'albero. I suoi rami si mossero, tendendosi verso di lui, come in una cordiale stretta di mano. Il vento soffiò aria calda per ricambiare - a suo modo - il caloroso benvenuto del suo nuovo amico; ma l'aver trovato qualcuno con cui parlare non era bastato a tirargli su il morale.
«Albero, perdona il disturbo, non credevo vi fosse nessuno qui.»
«Oh, nessun disturbo. E' sempre piacevole trovare qualcuno di nuovo con cui conversare. Ma ti prego, dimmi, cosa ti abbatte?»
I pensieri cominciarono a muoversi frenetici e frenetico divenne il Vento che, senza rendersene conto, era mutato in tempesta. Quei dubbi e preoccupazioni lo assalivano da tempo, tempo immemore. Era restio a parlarne con qualcuno ma trovò rassicurante la pacatezza di quell'albero.
«Soffio, soffio sempre. Da che ne ho memoria continuo a spostarmi, ho visto centinaia, migliaia di luoghi. Ho ammirato il gelo delle terre del Nord, goduto del calore del Sud, condiviso l'ardore dell'Ovest e appreso dall'orgoglio dell'Est. Eppure, mio amico Albero, non ho ancora trovato un luogo in cui fermarmi.»
Esitò il Vento in quell'istante. Stava forse parlando troppo? Era giusto aprirsi a quel modo con uno sconosciuto? In fondo cosa aveva da perdere? L'albero, dal canto suo, era rimasto in silenzio, consapevole - dall'alto della sua saggezza - che la storia non era ancora giunta a conclusione.
«Sento un vuoto dentro di me Albero, qualcosa mi manca e non riesco a trovarla. Non so cosa sia ma so che esiste, senza mi sento incompleto, diviso in due...»
Ancora una volta il Vento tornò ad agitarsi, non riusciva in alcun modo a controllarsi, sentiva un moto percuoterlo, costringerlo a dimenarsi, coinvolgendo chiunque attorno a lui. Ma l'albero rimase impassibile, ancora una volta la storia non era finita.
«E sono stanco, stanco di viaggiare e non trovare nulla, stanco di muoversi continuamente senza aver modo di fermarmi, senza aver trovato... qualcuno per cui valga la pena restare.»
«Oh, dunque è questo. Allora osservami, guarda le mie radici e poi guarda tutt'attorno.»
Sorrise l'Albero, mentre osservava lo sguardo del Vento seguire le sue indicazioni. Non fu difficile comprendere cosa volesse dire, l'Albero era costretto a rimanere lì, incapace di spostare, impossibilitato ad andare altrove. Attorno a lui non vi era niente, esattamente come aveva potuto notare all'inizio. Chi dei due, in fondo, stava peggio?
«Mi dispiace, sono stato indelicato.»
«E perché dovresti esser dispiaciuto? Io qui ho tutto quello di cui ho bisogno. La terra nutre il mio corpo, il cielo culla mio spirito. Ho quattro amici che mi vengono a trovare e mi fanno ciclicamente compagnia per quattro mesi, le stagioni.»
Rimase in silenzio per un'istante, osservando l'espressione del
Vento, sorridendo.
«Non importa quanto viaggi, non riuscirai a trovare ciò che cerchi finché finché non sarai davvero disposto a cambiare.»
«Ma io sono disposto a cambiare!» Tuonò il vento, interrompendolo. «Posso essere Scirocco, Ostro, Tramontana... Posso essere un vento caldo e gentile o freddo e pungente!»
Si fece quieto subito dopo, aveva capito di esser stato troppo irruento, lentamente il vento aveva iniziato a curvare i rami dell'albero con la sua forza ma l'albero non sembrava né spaventato né preoccupato.
«Non è in questo modo che troverai ciò che cerchi. Prima di poter trovare qualcuno che ti accompagni nei tuoi viaggi devi comprendere di essere completo già da solo. Tu Vento, sei già tutto ciò che devi essere, non ti serve nient'altro se non te stesso.»
L'albero non disse altro, ritenne che non ve ne fosse bisogno, il Vento doveva capire da solo. Rimase in silenzio, perplesso rispetto a quanto aveva sentito. L'albero sembrava così sicuro di quanto aveva detto che quasi lo convinse, sebbene le sue parole andassero completamente contro ciò che aveva sempre pensato.

Se il Vento si sentiva incompleto poiché nessuno era accanto a lui, come poteva risolvere il problema accontentandosi della solitudine? L'albero voleva forse impartirgli un'amara lezione, spiegargli quanto dura e crudele fosse la vita? No, non era così, ci volle del tempo prima che il Vento imparasse a capire. Solo accettando sé stesso e amandosi per ciò che era avrebbe potuto trovare qualcuno che lo amasse, qualcuno da amare.
Accettare se stesso era l'unico modo che aveva per imparare ad accettare anche gli altri.

 
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view post Posted on 13/6/2015, 17:14     +1   +1   -1
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Potrei ma non voglio fidarmi di te
Io non ti conosco e in fondo non c'è
In quello che dici
Qualcosa che pensi
Sei solo la copia di mille riassunti.
Leggera, leggera,
Si bagna la fiamma,
Rimane la cera
e non ci sei più.

Giudizi Universali ~ Samuele Bersani

 
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view post Posted on 26/7/2015, 17:58     +2   +1   -1
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Nel buio dell'Abisso
cullato dall'ombra
carezzato dal vuoto
con gli occhi dischiusi
spenti
aspetto la mia
Luce.

 
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