Quella mattina s’era svegliata con un buon proposito, okey, buono per lei, forse meno buono per altri, ma quelli erano solo futili dettagli, la cosa importante era aver finalmente deciso.
Si sentiva anche un po’ idiota, forse esagerata, decisamente protettiva, ma anche quelli erano solo dettagli, Scott non l’aveva convinta al loro primo incontro e la convinceva ancora meno ora che bazzicava intorno a Zoey, non che avesse qualche motivo preciso a giustificarla, ma le cose stavano così.
Si era ripromessa di tenerlo d’occhio, di tenerli d’occhio, ma presto si era ritrovata di fronte ad un piccolo problema, la Sala Comune Grifondoro le era off limits, necessitava di una soluzione a quell’impedimento e, finalmente, sembrava averla trovata.
Si era dunque alzata come tutte le mattine, come tutte le mattine era scesa a fare colazione e, come tutte le mattine, aveva presenziato alle lezioni previste, tutt’altra storia fu il pomeriggio, l’attendeva erbologia e già dal pranzo le venne l’orticaria al solo pensiero di passare due ore nella serra, ma andava fatto, già s’era presa in ritardo con i compiti, mancava solo che saltasse pure le lezioni.
Ovviamente, furono le due ore più lunghe dell’intera giornata, a metà lezione aveva anche pensato di provocarsi seriamente l’orticaria, ma non era sicura di quali piante fossero più innocue, quindi lascò perdere, attendendo con pazienza la fine che, malgrado i dubbi, arrivò a salvarla.
Erbologia era l’ultimo ostacolo che la separava dal suo intento, non che avesse ideato chissà quale piano geniale, ma si era studiata per bene gli orari e quelli che sarebbero stati gli spostamenti del suo obiettivo, se non si dava una mossa rischiava di dover ricominciare tutto da capo.
Mantenendo un certo contegno, era pur sempre una giornata come tutte le altre, si diresse a passo spedito oltre il portone del castello, fin su a raggiungere il quinto piano, poi rallentò, ormai era arrivata a destinazione, non le restava che attendere, si appoggiò con la schiena al muro accanto all’accesso del bagno dei prefetti e paziente, attenta a cogliere l’esatto momento, attese.
Passarono i primi cinque minuti, niente, pensò che poteva anche prendersela con comodo se avesse saputo che la ragazzina non era proprio miss puntualità, ma in quel momento sentì alcuni passi poco distante, era lei, doveva essere lei, aveva avuto modo di “conoscerla” in quel assurdo viaggio e il piccolo vantaggio datole dai suoi sensi poteva darle la certezza di non sbagliare bersaglio.
Non appena la vide sorpassarla di un passo, si sporse leggermente afferrandola alle spalle e tappandole la bocca con la mano destra, non fu difficile bloccarla, era ancora una bambina, non aveva la forza necessaria per liberarsi, così, abbastanza comodamente, riuscì ad aprire la porta, ad entrare tirandosi dietro la fanciulla e a richiuderla alle sue spalle.
Okey, forse aveva esagerato, forse poteva usare modi più gentili, ma voleva evitare lunghe chiacchiere solo per convincerla a seguirla e, soprattutto, non avrebbe accettato un no come risposta, in quel modo magari sarebbe stato abbastanza chiaro il concetto, senza contare che era anche molto più rapido.
Una volta dentro, allentò leggermente la presa, quel tanto che bastava per permettere alla ragazzina di voltarsi, così da guardarla negli occhi mentre le parlava, ma senza ancora togliere la mano dalla bocca, ci mancava solo che si mettesse ad urlare.
-Salve fanciulla, è un piacere rivederla-
Tentò di essere gentile, per quanto la situazione lo permettesse, la teneva ancora ferma per un braccio, facendola indietreggiare leggermente fino a metterla con le spalle al muro, a quel punto lasciò la presa, pur restandole preclusa ogni possibilità di ribattere data la mano sulle sue labbra, se avesse tentato di muoversi, in ogni caso, non ci avrebbe messo molto a bloccarla nuovamente.
-Ora, attenta a come rispondi, possiamo proseguire con le cattive oppure, mi prometti di non fare nulla di avventato e ti lascio libera- fino a quel momento aveva mantenuto un tono gentile, non era mai stata sua intenzione farle male, si avvicinò leggermente al suo orecchio per darle giusto le ultime indicazioni -Attenta a cosa scegli, annuisci se hai capito tutto e posso fidarmi a togliere la mano- quest’ultima frase la pronunciò quasi in modo minaccioso, ma senza esagerare.
Tornò a fissare la fanciulla, in attesa della sua risposta, in caso fosse stata alle sue regole, l’avrebbe lasciata andare, permettendole finalmente di parlare, se invece avesse provato a ribellarsi l’avrebbe nuovamente bloccata.
OT: ho già preso accordi con la mia collega per il fatto di aver mosso il suo pg