L'incanto castato dal giovanissimo ministeriale trasformò lo spesso legno della porta in un velo inconsistente, attraverso il quale egli scivolò senza alcun problema. Il passaggio gli diede la sensazione che la porta da attraversare fosse infinita, poichè i suoi occhi non riuscivano a vedere nulla.
In verità era la stanza a riversare semplicemente nel buio più totale, quindi risultava difficoltoso per il ragazzo vedere con chiarezza. Sul fondo si scorgeva però un chiarore rossastro e tremolante, che aumentava e diminuiva di intensità con lentezza. Era il chiarore prodotto da una lampada ad olio lasciata a rischiarare debolmente la penombra, disegnando i contorni di quello che sembrava un pianale di lavoro sul quale era poggiata. La tenue fiamma bagnava la superficie di alcuni fogli di carta lasciati nei dintorni, ma si poteva veder davvero poco della stanza in quel frangente. Passare dall'ambiente ampiamente illuminato del corridoio a quell'ufficio completamente buio destabilizzava la vista, portando ad una quasi totale cecità. Ma sarebbe durato brevemente, l'occhio del giovane uomo si sarebbe abituato nel giro di un minuto, potendo finalmente osservare l'ambiente.
In alternativa la stanza era fornita, oltre che dalla lampada ad olio, di alcune lampade magiche alle pareti. Se il ragazzo avesse scelto come far fronte a quel piccolo impedimento visivo, si sarebbe scoperto all'interno di un piccolo ufficio dall'arredamento molto minimale e moderno, piuttosto ordinato. Sull'angolo a nord-est c'era una semplice scrivania angolare, alle cui spalle faceva la sua figura un alto armadio a ripiani, chiuso da ante vetrate (al cui interno si scorgevano faldoni e fascicoli di vario colore e spessore). Sulla scrivania vi erano diversi fogli lasciati leggermente sparpagliati nei pressi della lampada. Sulla parte superiore della carta si poteva scorgere la dicitura "Curriculum Vitae". Ce ne erano diversi e riportavano le schede anagrafiche e lavorative di diversi giovani maghi.
Sul lato del tavolo che dava verso la porta vi era un ripiano leggermente rialzato, dietro il quale si trovava una tazza vuota dei Montrose Magpies e una cornice portafoto, che il ragazzo non poteva scorgere poichè rivolta verso la seduta.
Il resto dell'ufficio era impegnato da due poltrone, un basso tavolo sgombro e null'altro. Nessun quadro alle pareti e nessuna finestra.
Solamente una seconda porta sulla parete di sinistra, immessa nella struttura quasi come una continuità del muro, se solo non fosse stata di una tonalità più scura sarebbe quasi stato difficile distinguerla da questo.
Tutto stava al giovane ora, non sembrava esserci molto su cui investigare, ma il fato intravedeva benissimo la determinazione che spingeva il giovane. La verità cui anelava, il discioglimento del mistero dietro quella figura, causa dei suoi dubbi perpetui e mai risolti.
CITAZIONE
Mappa ufficio