Game of Fandom, - Hogwarts Awards 2015 -

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view post Posted on 20/5/2015, 00:11
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D0OrIBA

Era una notte buia e Tempestosa volava in alto nel cielo, con Hastrid in sella.[Da questo momento in poi chiunque non capirà le cit. espresse ne vari post sarà invitato ad abbandonare la sala. "Scusa nonnetto, hai rotto il ritmo."]
Dicevamo era una notte, almeno on Gdr, ma ad Hogwarts tutti facevano come preferivano quindi Mya non ne era più molto sicura. Risentiva ancora del jet-lag Roma-Hogwarts improvviso, non ci si abituava mai. Una sera eri lì a farti i fatti tuoi, con una coca cola in una mano e la voglia di vivere nell'altra e boom! Ti contatta Peverell---ah no questa è un'altra storia.
Comunque era notte, o almeno il cielo della sala era buio e costellato di pan di stelle su tutta la volta.
C'era una volta di pan di stelle, sarebbe stato l'Incipit perfetto per un bel romanzo fantasy demenziale, con Sir tortellino che galoppava nella notte buia.
Comunque il cielo era quello, economico, rattoppato e allestito in fretta e furia per l'occasione, con cartapesta, colla e vinavil, sputo e spille da balia (quelle servono sempre). Che poi, occasione pfff. Un raduno tra psicolabili e criminali latenti avrebbe generato meno scalpore, e meno preoccupazione nelle autorità competenti. Ognuno avrebbe manipolato quell'ambiente alla prima occasione e ogni sua scelta architettonica sarebbe stata stravolta, ignorando quanto tempo (10 minuti circa) aveva impiegato a preparare il tutto.
Perchè Procastinare è bello.
Infatti per l'occasione la sala era rimasta piuttosto sgombra, così che sarebbero stati gli ospiti a trasformarla in ciò che più avrebbero preferito immaginare. Mya si era riservata di sistemare solamente alcune piccole attrezzature, che aveva reperito nel mercatino dell'Usato di un Monastero francese qualche giorno prima. Un Monastero a caso. Robetta in disuso alla quale lei avrebbe dato nuova vita. O sangue. O qualcosa.
Come una madre fiera ne sfiorava le superfici, mentre una lacrima di commozione le scendeva sul viso. Tirò su un lenzuolo e le coprì del tutto. Avrebbe rivelato la sorpresa solamente quando tutti i condannat-----i partecipanti fossero giunti alla festa del Trono.
Mica pizza e fichi. (Ma una bianca salsicce e patate al tavolo 4 non la disdegnerei.)

GuKFBZQ
[spacer random tanto per creare enfasi.
*spruzzi di glade microspray a caso*
]

Il Trono di bacchette si ergeva sul fondo della sala e Mya vi era seduta sopra, muovendosi ogni due per tre a causa della scomodità della sedia. Aveva studiato architettura e arredamento, ma quella sedia era stata una vera cazzata progettuale. (Poteva vedere in lontananza il suo professore provare a togliersi la vita con un portamine e della gommapane.)
Milioni di bacchette incollate insieme con vinavil e carta igienica, formavano schienale, seduta e braccioli, ma non erano tutte bacchette. Mya, per quanto se ne vantasse, non era riuscita a far fuori abbastanza maghi da potersi permettere il Trono perfetto. Così aveva ripiegato su oggetti di uso quotidiano ed economico. Penne, mestoli, manici delle scope, chiavi inglesi, mazze da golf, spade laser made in taiwan, qualche fuoco d'artificio per rallegrare la serata, una decina di femori e ossa varie, cose così. E Mikado. Tanti Mikado in quantità industriale che si era riservata per gli spuntini tra uno spettacolo e l'altro.
Non aveva ancora deciso bene come vestirsi, quindi per il momento il suo corpo era avvolto da una nuvola di pixel indefiniti, e sarebbe rimasto tale finchè non avesse deciso come mutare. Era Mya H'ghar in fondo, cambiare per lei non era di certo un problema. Allungò la mano per accarezzare il grosso lupo bianco che era sdraiato a terra, quando questo con uno sbadiglio in pieno viso non le fece cambiare colore di capelli.

4dQOCYf
Il biondo la faceva sembrare più giovane, quindi decise di tenerlo, così da poterlo sfruttare per un'eventuale uscita alla Tina Cipollari.


La sala sgombra lasciava intravedere l'immensa mappa disegnata a terra coi gessetti Giotto; le varie terre si distinguevano fra loro per la presenza di fiori (finti), per i cumuli di neve(finta), pesci che puzzavano(veramente), un folletto che compilava registri contabili in un angolo, bambini carbonizzati e poche joreh a est, e barili di vinoooooh (vero) al centro. In alto aggrappato ad un lampadario (attaccato anch'esso ad un pan di stelle) un drago nero si dondolava esibendosi in un sentito medley tra "wrecking ball" e "chandelier", che all'orecchio arrivava come un "rawr rrrr rawwrr ruuu gruaahh rrr". Con sputazzi di fuoco sporadici che illuminavano il cielo notturno, che trasformavano qualche sfortunato pandistelle in pantostato.
Il resto dell'arredamento si trovava sul fondo, posizionato ai lati del trono di bacchette. Sulla destra un oggetto alto e voluminoso, era coperto da un telo bianco. Mentre a sinistra vi erano tre campane scure alte almeno due metri, che poggiavano direttamente a terra. In un angolo si poteva osservare un recinto fatto in legno di sorbo, dove tempo qualche minuto avrebbe dato il via al combattimento fra cani, lupi e Balto che nel dubbio era stato invitato. In un altro angolo c'era invece l'area ricreativa/ludica che aveva promesso a zia Cami, con un bel tavolo in legno massello sul quale erano posizionati a caso i pezzi di un puzzle interattivo della RAVENnsburger.
"Costruisci pezzo per pezzo il fastidioso mangiamorte e poi inventa modi creativi per vederlo passare a miglior vita (o forum), cercando di stupire lo stesso Martin."

C'era tutto per dare inizio alla festa, meno che gli invitati. E la sua bellissima compagna. Che fosse ancora in giro per le ultime commissioni?
Sperava non si perdesse l'inizio di quel bordello.

Valar Delhirio.

Che i giochi abbiano inizio.
Possa la follia essere sempre a vostro sfavore.

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CITAZIONE
Regole degli award:
• Prendete il regolamento... e mettetelo da parte
• prendete le regole di scrittura tipica...e mettetele da parte
• prendete il buon senso... e mettetelo da parte
• prendete invece un vostro amico e venite a divertirvi, nella realtà che non ha limite e confine.

Ricordate di mantenere comunque un comportamento consono all'ambiente in cui ci troviamo e alle persone che lo popolano. Atti osceni in luogo pubblico saranno puniti PERSONALISSIMAMENTE dal mio Master, noto Ramsay Bolton.

La direzione, nota con l'acronimo di M(ya)ORTE(mily) non si assume la responsabilità della presenza di eventuali spoiler, e conseguente shock anafilattico/infarto. Possiamo altresì fornirvi pezzette fresche, qualche santo da scomodare nominato per l'occasione, (tipo Saint Pervert), e dell'acqua ossigenata da buttarvi sugli occhi mentre vi maledite di aver iniziato a leggere.
Leggete dunque a vostro rischio e pericolo, potrebbero essere uccelli vostri.
*Varys ride in the sfondo* (?)

P.s. Nessun Raven è stato maltrattato durante l'evento, ma essendo in corsa per diverse categorie questo è lo scotto :fru:



Edited by ~mya~ - 20/5/2015, 08:31
 
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view post Posted on 20/5/2015, 11:29
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Le statue a guardia della porta sembrarono parlare quando le porte della sala da ballo si spalancarono per il primo arrivato.
Fabio avanzò a passi lenti per quella sala in cui non era mai stato e che voleva osservare in ogni suoi minimo particolare. Si trovava in quella sala perchè, così gli avevano detto i grifoni più anziani, c'era una festa a tema fandom.
Così Fabio avanzo dritto petto in fuori mostrando l'elegante monile dorato che portava al collo. Al centro della collana svettava un fulmine rosso.


Ma a parte quella decorazione gli abiti di Fabio erano tutto fuorchè mylittleponiani. la vecchia cappa di hogwarts con tanto di logo di grifondoro era stata allargata e vi era stato aggiunto un cappuccio per assomigliare alla tunica Jedi, ma nera. Al fianco del giovane pendeva da un lato la spada laser, spenta e dall'altro la bacchetta entrambe pronte a essere estratte stile western.
Fabio si mosse subito in direzione del trono di spade bacchette e disse a colei che vi era seduta sopra:

Princess Celestia, scenda da quello sgabello che non le appartiene. E' elementare e lo sa anche il mio amico Watson Indica il drago lei non è la vera regina. Ora però mi scusi, vado a dire a quel drago di ballarmi un "Castle of Glass"
Skulblaka gánga framvír edtha
Disse e il drago obbedì scendendo lungo le pareti alla Spiderman per giungere di fronte a lui. Non prima di aver rovesciato il tavolo con il puzzle.
 
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view post Posted on 20/5/2015, 16:24
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Game of Fandom - Una nuova festa -

Ore 8.00
Dormitorio Femminile



Era da poco finita una festa, una festa meravigliosa nel quale Violet si era divertita davvero e, anche se c’era la supervisione della nonna, aveva capito come ci si comporta con gli amici, cosa vuol dire essere libera. Era da poco finita la festa di primavera che già un’altra sarebbe iniziata. Quel giorno, infatti, sarebbe iniziato un altro evento e, ovviamente, lei non vedeva di parteciparvi. Voleva un costume unico, qualcosa che avrebbe letteralmente fatto rizzare i capelli in testa a tutti ed era bastato un gufo alla nonna per poter ottenere quello che voleva. L’anziana signora sarebbe arrivata fra non molto quindi doveva muoversi a prepararsi. Saltò giù dal letto guardando le sue compagne che, ancora, dormivano profondamente…come facevano a non essere esaltate come lei? Insomma….ci sarebbe stata una festa. Saltò giù dal letto piena di energie saltando poi su quello di Sophia, cercando di scuoterla e di tirarle via le coperte e il cuscino.

«Sophì dai alzati….forza muoviti che c’è una festa e sarà super divertente…dobbiamo muoverci….»



Al contrario di lei la sua compagna sembrava decisamente più interessata a rimanere abbracciata al suo cuscino che a partecipare ad un evento dove ci sarebbero state molte persone. Mugugnò qualche minaccia, ricordandole che se avesse provato nuovamente a districarla da quel morbido materasso l’avrebbe fatta a pezzi.

”Peggio per lei.”


Pensò Violet, arrendendosi e tornando a pensare a sé stessa e a cosa avrebbe dovuto indossare. Una maglia viole, calzamaglie di lanetta grigio topo, un paio di shorts leggermente più scure e tendendo al nero, una maglia color melanzana, una sciarpetta di un viola un po’ più chiaro e un paio di stivaletti grigi anch’essi. Si arricciò un pochino i capelli con la piastra e, alla fine, si guardò allo specchio piuttosto soddisfatta cercando di assumere un’espressione piuttosto seria. Si, poteva andare, poteva sembrare una domatrice di lupi.

«Io vado! Per chi mi vuole mi trova alla festa.»


Urlò con l’intento di svegliarle tutte. Alla fine se ne andò per andare verso l’entrata dove, sua nonna, sarebbe arrivata per aiutarla con l’incantesimo che avrebbe sbalordito tutti. Passò così la giornata a girovagare per il castello immaginando quanto sarebbe stato meraviglioso e continuando a torturare la sua povera micia.

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Ore 23.30
Entrata principale.


Mentre correva come un’indemoniata lungo i corridoi della scuola per raggiungere l’entrata principale, trovò proprio la sua gatta, a metà strada, che, dopo essere fuggita al suo ennesimo scherzo, stava attendendo che una scala girasse per farla uscire al posto giusto.

«Coraline la nonna è già arrivata?»


Chiese con un leggero moto di apprensione. L’animale annuì appena, continuano la discesa insieme a lei. Correvano entrambe e, quando arrivarono all’entrata principale, erano senza fiato. Helena li guardò storcendo il naso e cercando di drizzare la schiena con aria regale.

«Violet Wilson. Contegno. Devo forse ricordarti che le signorine a modo non corrono? Devo forse ricordarti che anche se hai il cognome di tuo padre sei comunque una Blacklight e come tale ti dovresti comportare?»


Bla bla bla. Quelle dell’anziana signora erano tutte parole che aveva già sentito, risentito e strasentito fino alla nausea. Ad ogni modo cercò di stare al suo gioco perché sapeva bene che se avrebbe provato a dire qualcosa per contraddirla lei non le avrebbe più dato l’aiuto che desiderava.

«Scusa nonna, hai perfettamente ragione. Farò più attenzione alla prossima occasione. Però dimmi, il mio lupo ce l’hai?»


Chiese alla fine tutta allegra e saltellante. Helen sospirò, ormai doveva farci l’abitudine, e mostrò un peluche a forma di lupo, grigio. Fece roteare la bacchetta un paio di volte e pronunciò delle parole prima di farlo crescere e dargli il dono di camminare. Sembrava un lupo vero ma qualcosa mancava, il suo ventre non si abbassava né si alzava, il respiro era praticamente assente e i suoi occhi erano fermi, imbambolati. La ragazzina lo guardò per un attimo con aria perplessa.

«Questo è il mio lupo?»


Chiese alla fine con aria quasi schifata. La nonna si irrigidì ancora di più al modo di fare della più piccola e annuì.

«Violet, trovo già oltremodo disdicevole che tu voglia entrare ad una festa in groppa ad un lupo e secondo te avrei fatto comparire un animale vero? Uno di pezza che sa solo camminare direi che è più che sufficiente. O questo o niente.»


Davanti a quell’ultimatum non poteva fare molto, inoltre probabilmente gli insegnanti avrebbero sicuramente avuto da ridire se si fosse presentata con un lupo vero.

«Inoltre l’incantesimo durerà finchè non varcherai la soglia della sala da ballo, una volta uscita da lì tornerà ad essere un normale peluche. Mi sono spiegata? Ora scusa cara ma devo andare, verrò a trovarti al più presto. Buona giornata Violet.»


Non era una donna molto incline alle effusioni, non diede un abbraccio né un bacio sulla guancia alla ragazzina, le appoggiò semplicemente la mano destra sulla spalla per poi sospirare, voltarsi e andarsene.

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Ore 00.00
Sala da ballo.



Era finalmente giunto il momento, salì in groppa al suo lupo di peluche troppo cresciuto e varcò la soglia della porta. L’allestimento era unico nel suo genere ma quello che a lei importava davvero era il cibo. Buonissimo, delizioso…era quello che lei adorava nelle feste. Fece scivolare i suoi occhi verdi sulla stanza soffermandosi per un attimo sulla ragazza seduta al trono e sul giovane che stava cercando di ballare con un…drago? Magari sarà stato di peluche anche quello. Aguzzò meglio la vista e, alla fine, si accorse che quel giovane era proprio Fabio, lo stesso che aveva incontrato qualche giorno prima in giardino con Alice e tutti gli altri.

«Bene…ehm….Snow, perché non andiamo ad interagire con il giovane “balla con i draghi”?»


Disse alla fine, assumendo un’aria regale e portandolo all’estremo, proprio come in una caricatura. Il lupo non disse nulla, in fondo era solo un peluche, però si avvicinò al giovane Fabio così che la ragazzina potesse parlargli.

«Hey ciao Fabio…guarda cosa sto cavalcando? Ti piace il mio lupo? Bello vero? L’ha fatto mia nonna.»


Annuì tutta contenta, uscendo completamente dalla parte. Lanciò anche qualche occhiata alla giovane su trono ma, un po’ troppo timida per avvicinarsi a qualcuno che non conosceva, si limitò ad alzare la mano e salutarla, con le guance tutte rosse e lo sguardo un po’ basso.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

Perchè se proprio dobbiamo farlo facciamolo bene XD ahahahah allora l'enorme luo è solo un peluche grosso che ha come facoltà solo camminare e l'incanto svanirà appena uscirà dalle pareti ella sala da ballo. XD non fa danni e non fa nemmeno i bisognini però se sono andata contro qualche regolamento fatemi sapere che modifico in caso ^^

-GdrOn-


Edited by Misato Kojima - 20/5/2015, 23:50
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 20/5/2015, 23:41




In un giorno indefinito di un tempo non troppo lontano, si ritrovò a vagar per l’amministrazione, sperduta, senza meta, fino a quando, in un angolino non troppo remoto, ecco qualcosa attirar la sua attenzione, che un altro anno fosse già passato?
Rabbrividì al ricordo del passato maledicendo quelli che sarebbero stati i ricordi del futuro tra un po’ passati ma per il momento ancora futuri, preoccupata di ciò che il prossimo futuro, tra non molto presente, avrebbe loro riservato, un altro anno era sul serio passato e quel dannato demone chiamato “Awards” era nuovamente alle porte, anzi, con tanto di ariete tentava di sfondarle.
In fretta e furia chiuse la pagina, per sicurezza scollegò internet e giusto per scrupolo spense proprio il pc, non poteva farsi incastrare nuovamente
*Va bene fessa na volta e mezza, ma due mi pare troppo* e così, fingendo di non aver visto niente, tornò alla normale routine di tutti i giorni, pregando la madonna dei sassetti che qualche altro sventurato venisse assoldato *Poraccio*
Fu poi un gran sollievo tornare a bazzicare sul Monte Olimpo e constatare che le sue preghiere erano state esaudite, un folle, due folli, insomma, na serie di folletti s’era offerta volontaria, chi per questo, chi per quello, in ogni caso tutto sembrava organizzato, na botta di fortuna insomma.
Libera come un uccel di bosco aveva decretato che “col cassius che sto anno mi vedono” ma come sempre tutto va come non deve andare, le due scellerate a condurre i giochi sarebbero stare niente popò di meno che Emily e Mya, poteva a quel punto non fare almeno una comparsata? Certo che poteva.
*Davvero? Posso? No, certo che non puoi, ci vai e senza nemmeno replicare*
Dunque la decisione era presa, come al solito s’era fatta incastrare, dannate quelle due, non poteva di certo perdersi il loro spettacolino, si aspettava grandi cose, terribili, ma grandi.
Dopo un blando tentativo di disertare, della serie “ma quasi quasi non vengo” e la successiva minaccia “se non vieni ti ci porto a forza” optò per il non discutere, meglio tenersele buone che averle come nemiche, se già i pg eran pericolosi, figuriamoci quelle due amabili fanciulle dietro il pc, no no, meglio non rischiare e assecondale.
I giorni passarono, le settimane anche, i mesi pure e degli Awards nessuna traccia, che un buco nero li avesse inghiottiti?
*Ma magari* e invece no, tra capo e collo, come un fulmine a ciel sereno eccoli spuntare, più agguerriti che mai, pronti a mieter le loro vittime *Ma ci devo proprio andare? Senti, taci e preparati, tanto tutte le volte è sempre la stessa storia e alla fine decidiamo che c’andiamo, evitiamo di perder tempo e tagliamo la discussione sui pro e sui contro, tanto i contro son sempre di più ma i pro vincono comunque...ma...e non t’inventare la caccia ai draghi, sto giro ti va male, i draghi li han radunati lì quindi fine, stop*
Con molta calma, ma molta molta calma, aprì il topic incriminato, temendo ciò che c’avrebbe trovato, in realtà la parte più tragica fu capire cosa ci avesse trovato, era sicura di aver messo gli occhiali eppure decifrare l’indecifrabile era qualcosa che ancora non le riusciva, giunse alla fine, con non poca fatica e solo dopo aver prenotato una nuova visita oculistica a spese di Lady Mya.
*Domani rispondo* e avrebbe continuato a dire domani ogni domani che avesse visto il sorgere del sole o della luna, dipende dai punti di vista, in ogni caso avrebbe rimandato il rimandabile finché non fosse più stato possibile rimandare, era stata chiara, niente promesse, niente presenza assidua, na comparsata ogni tanto giusto per non perdersi i vari bagni di sangue.
Fu dal post della seconda delle due menti malate che capì che i piani per lei erano ben altri, oddio, forse pure dal post della prima mente malata, ma la seconda era stata più chiara, scontri clandestini tra cani, lupi, Balto e chi più ne ha più ne metta, eppure non ricordava di aver aderito in nessun modo a quell’iniziativa, non le avevano fatto firmare nessun modulo di iscrizione, insomma, sarebbe stato carino essere avvisata, cioè, aveva preparato i pop corn per lo spettacolo, non credeva di doverne fare parte, ma avrebbe detto la sua, certo che avrebbe detto la sua, era un lycan libero lei.
In ogni caso era giunto il momento di andare e siccome la voglia di prepararsi era poca e la voglia di interagire col mondo ancora meno decise di optare per il presentarsi in una forma più minacciosa del solito, al diavolo i regolamenti, la luna e tutto il resto, per na volta poteva trasformarsi come diceva lei, quando lo diceva lei e se le girava poteva pure parlare, tiè.
Ovviando dunque al problema preparazione, trucco e parrucco, prese semplicemente le sembianze da lupacchiotto, aggirandosi furtivamente per il castello fino a raggiungere la Sala Grande, era ancora tutto fin troppo tranquillo, che le due scellerate fossero state sostituite da due cloni carini e coccolosi? No no, figuriamoci, chissà che stavano architettando.
Senza badare troppo a ciò che accadeva, pur notando draghi, pan di stelle
*ma draghi di pan di stelle no?* si diresse verso le due menti diaboliche, accucciandosi accanto a loro, dopo tutto, restava ancora ferma sulla sua idea di godersi lo spettacolo passivamente.

 
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view post Posted on 23/5/2015, 19:43
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Una tenue e soffusa luce illuminava un luogo buio e angusto dei sotterranei della scuola di magia e fandoneria di Hogwarts. Si trattava del dormitorio in cui il giovane prefetto della casata Serpeverde, William Black, riposava disteso il suo letto di spine al fine di mantenersi sufficientemente irritabile per il resto del secolo. Era sul forum da cinque mesi ma in quel dormitorio da tre anni e in ogni caso non aveva mai avuto un compagno di stanze, tanto che si vociferava gli puzzassero tremendamente i piedi - cosa che, dopo il tuffo carpiato con triplo avvitamento sul letamaio all'evento di Peverell, non era poi così inverosimile. Mancava poco, ne aveva sentito parlare fin da quando aveva messo piede (o mouse che dir si voglia) in quella landa di psicolabili e malati di biscotti: la festa degli Awards nella sala da ballo stava per avere inizio anzi, con ogni probabilità era già cominciata. William sapeva di dovervi partecipare sebbene sapesse anche che se ne sarebbe pentito. Come monito di avviso vi erano state solo duecentoquarantasette persone pronte a dissuaderlo dall'idea di partecipare, descrivendo la ritualità come un incessante vortice di mero nonsense seguito da una tormenta di stronz--- colossali. Sì, durante i preparativi aveva visto i corridoi che portavano alla sala da ballo pieni di cartelli come "Non entrare", "Davvero non ne vale la pena", "Fuggite sciocchi" ma niente era bastato, il giovane dal lungo manto corvino era ancora lì, deciso a partecipare, in attesa solo di esser carico a sufficienza per il grande evento. E così, disteso sul letto, a braccia conserte dietro la nuca e cuffiette babbane alle orecchie, il Prefetto Serpeverde sceglieva con cura la canzone adatta ad accompagnarlo nel suo "risveglio", così da essere preparato alla battaglia, perché di guerra di parlava (essere idioti in fondo non era mai stato un gioco). Fonte di dibattito di molti studenti era stato il gusto musicale del giovane; nessuno era mai riuscito a capire che genere ascoltasse ma, dal suo aspetto, era possibile lavorare di fantasia. Un tipo austero ed elegante come lui sembrava proprio il tipo da musica classica, qualcosa alla Beethoven e Bach. Altri pensavano invece fosse più sul genere EMO, con un genere musicale che oscillasse dall'Epic Metal al Dark Rock, magari con qualche sviolinata degli Evanescence. Nessuno ci aveva preso perché impossibile era scoprire cosa William stesse ascoltando in quel momento, semplicemente basandosi sul suo aspetto. Già, per darsi alla carica, per arrivare agli Awards con il giusto sprint, William ascoltava Piotta...
Non ti vedo,
Sto troppo avanti.
Non ti sento,
Sto troppo avanti.
Non mi fermo,
Sto troppo avanti.
Ma dove sono tutti quanti gli altri?
Alle volte il ragazzo aveva l'impressione che il suo roler lo prendesse per il culo circa il suo complesso del dio. Impossibile negare quanto il testo di quella canzone si adattasse alla sua presunzione ma... *Io - Piotta? - Davvero?* Infine si spalmò una mano sulla faccia e si rassegnò all'idea di essere circondato da idioti, tanto che anche chi manovrava i suoi fili doveva esserlo, probabilmente anche più degli altri. Con le note di quella canzone a martellargli il cervello, si decise ad abbandonare il suo dormitorio di fretta e furia sperando che, nella confusione generale, avesse finito per dimenticarsi di Piotta e dei suoi deliri musicali per dedicarsi a qualcosa di meno imbecille. Povero illuso.
Che alle scale piacesse cambiare ormai era risaputo, praticamente ogni nuovo utente registrato almeno una volta in uno dei suoi post l'aveva scritto, con uno sprizzo di originalità pari alla presenza di una briciola di pane in un formicaio. Certo, che di tanto in tanto amassero cambiare a tal punto da colorarsi di rosa e riempirsi di strass questo non lo sapeva.
*Deve essere un segno, farei meglio a rimanere a letto.* Fingendo di non aver visto nulla fece retromarcia affrettando il passo ad un ritmo tale che non era più chiaro se stesse camminando o decollando. Solo che le regole del gioco parlavano chiaro, a comandare non era certo il poveretto che - con una scelta assai saggia - aveva aperto la porta della Sala Comune Serpeverde nella speranza di ritornarsene sotto il piumone verde-argento, così da poter entrare in letargo fino alla fine di quell'obbrobrio. Ma la magia e magia e la fantasia di un roler perfido è anche più magica. Aperta la porta e fatto il suo ingresso eccolo sprofondare nella follia più totale: la Sala da Ballo, il Game of Fandom.
Inutile dire che al confronto Paura e Delirio a Las Vegas parlava di una coppia di amici che una volta all'anno si fumava uno spinello. Draghi canterini, bionde, puzzle di Raven, altre bionde, pesci putrefatti, sempre più bionde, un trono di bacchette e - cosa ben più sconvolgente di tutte le altre messe assieme - rosse che erano diventate bionde. Rimase impietrito di fronte quella scena, il terrore lo attanagliò costringendolo a reggersi la fronte con la destra consapevole che neanche cinquanta Diligentia Caput Praeve perfettamente castati da Medimago Esperto livello 100 sarebbesto bastati ad abbattere la sua emicrania lancinante. Cercò nella sua labirintica memoria qualche incantesimo che potesse aiutarlo a sparire all'istante, anche dalla faccia della pianeta se fosse stato necessario, ma le uniche parole in latino a cui riusciva a pensare erano Caput Mundi, Tabula Rasa e BOOOM! (era latino?). Non si accorse neanche di essersi spostato diversi passi sulla destra che, aprendo gli occhi, si ritrovò dinnanzi un mini teatrino imbastito, con tanto di sipario ben chiuso e una corda incantata che sussurrava con voce maschia "Tirami, tirami, tirami".
*[color=brownTi scongiuro non farmelo fare.[/color]* Fu dunque con molto entusiasmo che William si decise a tirare la corda che avrebbe dato il via allo spettacolo di presentazione di Hogwarts, qualcosa che veramente non poteva essere perso, ma veramente veramente, eh.

«Ora sei ad Hogwarts la perfetta scuola.
qualche regola c'è, certo servirà.
Stare in tanga, stare in toga,
qui va tutto di moda,
Hogwarts è il paaraadisooo.
Ehi, amico tu e il mulo
su pulitevi il... viso.
Hogwarts è, Hogwarts è,
Hogwarts è il paaaaaraaaaadisoooooo!
(Semi-Cit.)
»

Santo cielo. Non se ne era neanche accorto che un mulo dall'aria poco sveglia era comparso affianco a lui guardandolo neanche fosse una carota. Ecco di cosa parlava la canzone, anche se ancora nutriva qualche dubbio su una delle strofe finali e della rima mancata tra "mulo" e "viso" ma, beh, postille avrebbe detto qualcun altro. E mentre la canzone di Piotta sembrava essere diventata una vero e proprio raggio di sole se comparata all'inferno in cui era sprofondato, il Prefetto - coscio che il suo roler non lo avrebbe mai graziato concedendogli di tornare al dormitorio - continuò il suo viaggio esplorativo nei meandri della follia ignorando sia Rose che Mya (che in teoria non avrebbe neanche dovuto conoscere) e al contempo maledicendole per essersi fatte bionde. Von Eis, con cui andava abbastanza d'accordo, venne brutalmente ignorata anche lei perché in OFf tnato si ammazzavano come i cani, o come i lupi che dir si voglia. Dunque, indeciso se iniziare a zompettare a piedi scalzi come Heidi nelle colline in fiore tra lo sterco di pecora e il cadavere di Petar per mimetizzarsi nella follia generale, William si soffermò ad osservare uno strano dipinto appeso con una cordicella ad uno dei pan di stelle del soffitto, così a caso nella stanza. Rappresentava un uomo particolarmente brutto e dall'aria assai irritabile che - chissà per quale allineamento planetare - portò William a pensare fosse assolutamente l'uomo ideale per la docente di Pozioni. Il quadro era firmato "Fuco" ma il giovane, nel sentire quel nome, semplicemente scrollò le spalle e tirò dritto.
Era inutile, l'aveva capito fin dall'inizio, William Black era un pesce fuor d'acqua in un luogo come quello. A dargli manforte tornò il mulo di prima che, con aria di chi la sa lunga, gli porse un secchio di legno colmo di vinoh.
«Vuoi forse suggerirmi che ubriacarmi sia l'unico modo per uscire mentalmente sano da questo posto? Non hai tutti i torti, temo.» Dopo aver mandato giù il primo secchio di vinoh in un sol sorso, William si convinse che forse - in quel mulo -aveva tovato un nuovo "amico" con cui condividere mille avventure ed esperienze o - più probabilmente - era stato il suo roler a spingerlo a pensare una cahata del genere.
Pessimo, no, brutale inizio e - appunto - era solo l'inizio.
Se tu balli insieme a me,
sai che un motivo c'è,
non chiedermi perché
sono sempre avanti a te.
 
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view post Posted on 26/5/2015, 23:49
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Aveva un post da preparare ed erano due giorni ormai che tergiversava. O procrastinava. O tergiverstinava. O si grattava la panza allegramente, fissando i nodi del tetto di legno, con una mano nel sacchetto delle m&m's.
Maledicendosi per quell'apatia provò a buttare un occhio oltre lo schermo del pc, sul forum, per vedere in che condizioni era la sua pupottola. Mya era ancora seduta sul trono, ricoperta completamente di ragnatele (che andavano a coprire elegantemente la nudità pixellata) e con un'espressione indescrivibilmente incazzosa in viso. Se non avesse avuto una temperatura corporea glaciale, probabilmente il trono si sarebbe fuso da ore sotto la sua furente pressione, diventando una pozzanghera di ferro, alluminio, legno e cioccolato,
Quindi per cercare di non complicare ulteriormente i rapporti fra player e pg (Mya era famosa per sfuggirle dalle mani in maniera incredibile, tanto che spesso in sogno s'era ritrovata a litigarci pesantemente, per via di alcune scelte che aveva fatto la tassorosso senza il suo consenso (????). Tipo innamorarsi perdutamente. Quella cosa non era mai stata nei piani diaminaccia. Innamorarsi tsk, una vita tra cuori, sbaciucchiamenti e fitte al cuore. Lei era la vergine di ferro del forum, che cacchiarola si era messa in testa così di sua iniziativa? La Giovanna d'Arco di Hogwarts che si sfagiolava perdutamente per un lupo fulvo egocentrico. Oh si, il lupo la sfagiolava eccome. )Un rapporto player/pg assai insidioso ripeto.
Comunque, per non rovinare ulteriormente la situazione, e per evitare che Mya iniziasse a fare seriamente di testa sua (avrebbe persino potuto iniziare ad amare le pozioni, che cosa orribile, non avrebbe potuto gestirla come cosa, lo sapeva) decise di postare infine al gioco del fandom.
Ma per quanto si fosse ingegnata sul creare un incipit divertente erano minuti che continuava a ripensare alle CUFFIE BANANE indossate da Black, annullando qualsiasi sua altra fantasiosa inventiva.
Probabilmente era la stanchezza, ma quella svista di lettura continuava a farla ridere come pochi, immaginando l'impettito prefetto indossare quelle sobrie cuffiette audio, che gli passavano da parte a parte come un cerchietto.

Nel frattempo che la player cercava su ebay un paio di polmoni nuovi per sostituire quelli forati dalle risa (e un cervello all'asta possibilmente), Mya si alzò dal trono indispettita da tutta quella calma nella sala. Un idiota aveva ben pensato di addomesticare Drogon Cyrus, ma Mya schioccò le dita e il drago scodò violentemente lanciando il ragazzino dentro ad una vasca di miele, poi attraverso una nuvola di piume e infine appiccandolo ad un albero come una pignatta per il divertimento del popolo.
- che seccatura questi villici - si ritrovò a brontolare, massaggiandosi le tempie esaurita. Alla festa era infine giunta la sua bella, la sua meta, la seconda stella a destra del suo cuore, la sua salsa western vicino alla tagliata di entrecote, la panna sulla torta. Ma la sua fragolosissima metà sembrava turbata, nervosa, lanciandole occhiatine che dovevano forse FORSE rimembrarle cose.
E Mya ci provò, seriamente ci provò.
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Uno strano ticchettio nell'aria la fece guardare intorno circospetta, non capendo l'origine di quel fastidioso e ripetuto suono. In fondo alle scale c'era un coccodrillo che muoveva ritmicamente la coda, accompagnando il ticchettio di quello che era ora più chiaramente un orologio. Aveva un nome il coccodrillo? Lewis. Ne era certa. Sicurissima. Lewis. E suonava la tromba sui battelli a vapore. Ma perchè ticchettava?
*Forse è una bomba di zia Cami. Ma no zia ci avrebbe allegato perlomeno un bigliettino sarcastico. E un fiocco, perchè lei è comunque una donna di classe, anche negli stermini*
Il coccodrillo si facepalmò da solo, sollevandosi sulle zampe posteriori e mostrando la pancia orologio, rammentando alla giovane quanto fosse tardi. -È tardi! È tardi! - Mya schioccò nuovamente le dita e sulla testa del coccodrillo comparve un bel cappello e un paio di baffi appena sotto le radici. - La ringrazio ser Biancodrillo -
DUNQUE - disse alzandosi in piedi sul trono, perchè era bassa - sono un tiranno di larghe vedute, ma ho una fame che non ci vedo. E se devo prendere la mira questo è un problema....dunque chiamerei per primo al banco degli imputati mister William Depp o Derp. -
Come per magia (woooow such prestidigitazione ) comparve un parapetto a mezzocerchio alla base delle scale, proprio di fronte al trono.
- Sei accusato di efferata antipatia verso il prossimo, con mancanze di delicatezza indecenti che fanno concorrenza all'altissima acidissima agrumissima regina dell'insofferenza cronica, causandole un calo d'immagine e portando terzi a chiamarla "zuccherino". Come hai intenzione di difenderti davanti a questa corte me medesima singolissima? Ti ascolto. - in realtà aveva un paio di cuffie della Bose calate sulle orecchie, con I wish I had an angel sparata a volume 85.
Ma il prefetto poteva tentare.


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Edited by ~mya~ - 28/5/2015, 02:01
 
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view post Posted on 27/5/2015, 09:51
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Era una serata strana.
Destinata a rimanere tale ancora a lungo.
Il dubbio amletico l'aveva assalito, ed assillato a lungo.
Era una decisione sofferta, combattuta, come molte altre.
Cosa ne sarebbe mai potuto emergere? Il senso di tutto quello?
Era un dettaglio, l'ennesima postilla, una pinzillacchera, eppure...
Diesel o benzina?
Una bella macchina, magari con qualche annetto, certo, attendeva paziente, come se avesse avuto alternative, nel mezzo del corridoio, davanti alla porta del solito Ufficio. Per una volta non c'era la fila, o per meglio dire, la fila non era di visitatori in entrata, ma di ospiti in uscita. Il Vecchio, incrollabile nella sua Fede, cercava tra pile di carte prive di un qualche senso, e mari sterminati di libri, l'assicurazione del mezzo, per venire a capo, o almeno provarci, del dilemma. E se fosse stato in fondo un altro Trilemma? Dopo Mundell, Fleming, Schoenmaker, Pisani-Ferry, e Rodrik, era infine giunto il momento del Trilemma del Poverell? Avrebbe avuto il suo perchè. Si sarebbe imposto sulla scena, nel dibattito accademico, sfondando il fronte, ed uscendone vittorioso, alabarda in pugno. O in realtà era solo un altro spolverino?


Veramente, è inaccettabile.
Sono certo fosse qui sino al '36, qualcuno deve averlo spostato.
Sicuramente un sabotaggio, qualche pericoloso sovversivo!
E voi non siete sicuramente d'aiuto, come al solito.


Un gatto, un cane, una scimmia, una zuccheriera, ed un dizionario battibeccavano nell'attesa, in fila innanzi alla porta. Indifferenti al cruccio trilemmatico, che sembrava bloccare il prosieguo del resto. Cosa avessero in comune, e cosa avessero da discutere era ancora più misterioso del soggetto topico alla base del trilemma. Ne sarebbero poi usciti? Sarebbe davvero successo? O era tutto un altro bluff, e nessuno aveva consapevolmente intenzione di andare da nessuna parte? Era una posizione rispettabile anche quella. Una cosa tira l'altra, figurarsi imbarcarsi in altro. Ed invece, sembrava il contrario. Risolto l'integrale, ricavata la probabilità, vinta l'asimmetria informativa che paralizzava il mercato, la chiave di volta sembrava esser tornata a solcare quella Terra. Il fatto che fosse un Trilemma, doveva obbligatoriamente implicare una terza via, meno angusta, un'ottima soluzione per evitare ancora una volta di decidere. Gli idrocarburi erano passati di moda, bisognava guardare al futuro. Avrebbe funzionato, non c'era dubbio.

Zuccheriera a rapporto!
Abbiamo una missione.


Il combinato disposto di zucchero e Brunello avrebbe cavato il ragno dal buco.
Visibilmente soddisfatto di aver brillamentemente risolto il problema, senza nemmeno averlo fatto, tutto era pronto. Con un balzo felino, degno di un aitante ottantenne, si lanciò a bordo della vettura giallo canarino, rombando per il corridoio, inseguito dalla truppa, dimenticata sulla soglia. Continuava a restare dubbio ed incerto il cosa ci facessero lì, ma tant'era. Chi vi avrebbe badato, dopo tutto? La Scimmia (Izma) se l'era fatta prestare da Tarquinio, tardivo tentativo di ripristinare gli antichi Mores? La zuccheriera aveva contribuito alla riuscita del progetto. Il gatto era ormai stufo del gomitolo, e si giostrava alla meglio ed al contrario la Mappa, improvvisandosi navigatore di fortuna. Il Dizionario dopo le traversie di un pomeriggio di traduzioni matte e disperatissime, aveva deciso che fosse irrinunciabile il suo aiuto al resto della giornata. Era o non era un viaggio altamente istruito? Ed il Cane si era imbucato. Inseguivano d'appresso, virando a tribordo, e babordo la solita Guida, ci si sarebbe quindi potuti legittimamente domandare che servisse un navigatore, ma era tutta un'altra Storia.


Ecco Amalia, spero almeno abbia preso i biglietti.
Qui hanno tutti un compito assai preciso, non pettiniamo code!


Tra la discesa di una rampa e l'altra, lo sferragliare assordante di metallo, lamiera, e gomma, della vettura che planava con la delicatezza di un pachiderma, scagliato alla massima velocità. Non si parlava forse di restauro, ristrutturazione, pareti da togliere, pareti da alzare, tinteggiare, cancellare, scolorire, e rifare? Quale occasione migliore? Ah già. Beni Culturali? Autorizzazioni? Certificazioni? Bolle? Balle? Bla bla bla. Ah sì!

Izma alza le braccia, dai!
Pararappumpite! Pararappumpitù!


Senza apparente senso, o controllo, la vettura proseguiva scorrazzando a destra e manca, diretta verso il Salone d'Ingresso, ed il parco. Dopo un'epica peregrinazione, senza incidenti o sinistri degni di particolare menzionem ad esclusione di quel piccolo contrattempo su alla Torre, ma non avrebbe sicuramente potuto vederli, quell'altro all'angolo, ma gli avevano tagliato la strada, o forse ancora un altro, sulla scalinata del III, quella era mancata precedenza, bella e buona. Insomma, una tragedia dopo l'altra. Ma non aveva colpe. In fondo, per quanto di tanto in tanto guardasse davanti, e girasse il volante, per il resto salutava e benediceva la folla acclamante, o forse urlante?, con grande trasporto. Tale da rendergli impossibile, ed improbabile, condurre anche la vettura, che però dando prova di maturità, ed affidabilità, si autogestiva sicura, e fiera. Ottima Scuola! Ah sì, dicevamo, dopo quella stessa epica peregrinazione di cui sopra, giunti al Salone, sparirono nel sole del tardo pomeriggio, per quanto fosse sera, maledicendo il Meteo, ed invocando la pioggia, alla volta di Londra. Perchè a Londra? Era un'altra bella domanda, senza apparente risposta. Il copione parlava chiaro, che il copista si fosse distratto? Un altro novello Omero? Dalla moglie bisbetica, non ancora domata? Omeeeeeeeero! Il pollo! Omeeeeero! In tavola! Omeeeero! Ti muovi? Finisci dopo! Su, è in tavola! OMEEEEEEERO! Ecco, Londra era finita nel copione, e pax nobiscum.
O vobiscum?


Al termine di una nuova peregrinazione lunga qualche ora, giorno, settimana, mese, o anno, avendo investito ingentissimi cespiti catastali, e non solo, in più d'un senso, ecco la prode comitiva tornare a veleggiare per la Scozia. Tutto era pronto. Non si erano persi nulla, ed era stata una lunga, lunghissima, spossante Storia. Del resto, benedire e salutare folle era un lavoro, ma per quanto nobile, terribilmente stancante, e le folle erano destinate ad estinguersi. Per quanto il volgo non fosse celebre per brillare di buon senso, Fama l'aveva gabbato ancora una volta. Al termine di un Tour epico, o un Trionfo morigerato, tornava alla magione, per la disbriga dei rimanenti affari. Non c'era forse un testamento da stendere? Un TESTAMENTO? Beh sì, un sacco d'affari in sospeso, contratti da stilare, clausole lucifere da evocare, serafini da querelare, ed un ristorante da inaugurare. Almeno un contrattino. Con un po' di fortuna i reduci delle mille traversie avrebbero approfittato dell'occasione, per fare testamento? Giunto infine innanzi al portone, tornati al punto di partenza, lanciava la sua sfida, ancora a bordo del bolide giallo canarino. Che c'azzeccasse Pilade, era un'altra Storia, o un'altra distrazione, tutta omerica.



 
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view post Posted on 27/5/2015, 13:30
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Game of ........What now?

( premi PLAY consapevolmente, dura 11 minuti... ho risparmiato la versione da 24 )WWD6bJ5


Era come sempre irrimediabilmente in ritardo, ma.. non sarebbe importato a nessuno, quindi ipod in tasca, ultimo episodio di GOT in mente, si incamminò verso la stanza del processo .. il baccanale dei folli? la CORTE DEI MIRACOLI!
Capello rigorosamente bianco intrecciato a dovere, le cose o si fanno per bene o non si fanno no?
Tuta livello pro con portantina per gatto, sia mai che Eveline si sentisse esclusa dalla festa.. quella gatta meditava di ucciderla nel sonno ormai ne era certa...

Con le movenze di chi ha il rasfarianestrimo.. rastafismo.. ? rastarismo? Rastafarianesimo ? nel sangue , la tassa entrò in stanza canticchiando non curante di chi vi fosse prima di lei.


Eh eh eh ..
I'm a Rastafarian Targaryen
I got some dragons and they're very scary and
Been here and there and then I
Been everywhere again
Rastafarian Targar... Call me
Daenerys Targaryen when you wanna reach me
And if you feel the love then you can call me Khaleesi
I've got so many names, I'm queen of the Andals
Queen of the Mereen, yeah, you can kiss me sandals



Si rese conto un pò troppo tardi di essere nel mezzo di un processo che nemmeno Rita dalla Chiesa ( di cui abbiamo una diapositiva nel suo periodo peggiore : CLICCAMI )
In mezzo a gente di cui non aveva Alba ( di cui abbiamo una diapositiva : CLICCAMI ), indiviuò un individuo tristemente conosciuto, staccò la sua meravigliosa canzone, e ascoltò cosa ci fosse in ballo..

Sei accusato di efferata antipatia verso il prossimo, con mancanze di delicatezza indecenti che fanno concorrenza all'altissima acidissima agrumissima regina dell'insofferenza cronica, causandole un calo d'immagine e portando terzi a chiamarla "zuccherino". Come hai intenzione di difenderti davanti a questa corte me medesima singolissima? Ti ascolto.

La tassina non trattenne la risata, oh ne avrebbe viste delle belle! Nel frattempo la micina fino ad ora scarrozzata, sorpresa a temere le bestie che ormai giravano libere per la sala, fuggì pusillanimamente ( e si scrive così lo dico io u.u ) verso il dormitorio, lasciando la tassa come madre canguro senza figli.

Beh poco male, avrebbe recuperato un po di CIBOOOH in giro ! Sia mai che passasse un' Ophelia selvatica! Bisognava essere pronte a tutto u.u


 
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view post Posted on 27/5/2015, 21:57
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Asante Sana, cuffie banana (???)

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E mentre William si succhiava il pollice con o sguardo perso nel vuoto e con fare sexy, delle cuffie a forma di banana comparivano magicamente sulla sua testa, quasi qualcuno le avesse evocate. Che il pessimo individuo dietro lo schermo del computer si divertisse a prendere per i fondelli il frutto della sua mente malata, ormai era assodato; meno scontato fu invece l'inizio dei giochi, qualcosa di cui Black non sapeva nulla poiché dato che il burattinaio aveva preferito tenerlo allo scuro: il momento di beccarsi le targhette fiQe. Con suo sommo stupore, da che era completamente perso nel suo mondo di sangue/cioccolata/Voldy, il giovane Prefetto Serpeverde si ritrovò al centro dell'attenzione. Non vi era nessun riflettore puntato su di lui ma il ragazzo si sentì spogliato della sua tranquillità mentre - giustissimamente - veniva accusato di antipatia. «Tsk.» Senza farsi attendere troppo (un po' primadonna lo era in fondo ma solo un pochino), partì subito verso il banco degli imputati afferrando il microfono attaccato al bancone il quale avrebbe trasmesso la sua voce direttamente nelle cuffie di Mya, perforandole probabilmente i timpani. «Obbiezione, quella foto mi invecchia.» Disse indicando baffi e pizzo della foto di Speck Farro apparsa nel teleschermo. «Ad ogni modo non intendo difendermi. La gente tende a denigrare chi non comprendere, e chiaramente qui dentro nessuno capisce niente. Sono semplicemente troppo sveglio e troppo in gamba per voi, la vostra è tutta invidia che credò raccoglierò in un grosso sacco e ci scriverò sopra "poracci".» William Black sapeva come accaparrarsi le simpatie della massa, chiaramente il suo discorso lo avrebbe reso irrimediabilmente più simpatico a tutti, chi non lo avrebbe amato adesso? «Oh, grazie ancora per aver ingozzato il mio ego. Ma vi capisco, per voi 'sto troppo avan---» Maledetto Piotta, alla fine gliel'aveva fatta.
Deciso, salì in groppa al suo nuovo amico mulo, e si allontanò dal banco degli imputati fregandosene altamente di chiunque altro. Notò Amber ridersela di gusto e sperò con tutto il cuore di vederla inciampare a caso, ripetutamente, per tutto il resto della giocata, magari braccata da qualcuno pronto a lanciarle un "Varmillius" ad ogni caduta. Oh sì, questo decisamente l'avrebbe messo di buon umore.
 
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view post Posted on 27/5/2015, 22:55
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«And the only solution was to stand and fight» Merlino ballerino!

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Il bianco della pagina le inondava tanto intensamente gli occhi che manco una bomba Dixan-Ace Gentile preparata dall'Omino Bianco in persona avrebbe saputo fare altrettanto, mentre la povera tapina cercava le parole da usare per, finalmente, decidersi di postare all'Evento. Andare o non andare, era indecisa peggio di quando doveva scegliere il colore degli occhi per quella poveraccia della sua piggì, ma alla fine si risolse a sollevarla dall'incarico o dimissionarla almeno per un giorno e portarla alla festa, cercando di rinunciare al sadico piacere di riempirle la vita con un'altra ventina di mangiamorte (di cui almeno la metà all'interno della sua famiglia).

[Ma in fondo è una persona carina e coccolosa, sappiatelo.]

In sottofondo, il Greatest Hits targato Zecchino D'Oro (con tra l'altro una bonus track: il Tu scendi dalle stelle registrato in diretta a Betlemme nell'anno 0, quando già lo Zecchino era al culmine della sua carriera) proponeva la pelosissima canzone dei 44 gatti in fila per 6 (o per 3?) col resto di 2, e lei chissà per quale arcana ragione pensava a felini che inseguivano papere su settecenteschi tetti, accompagnati da strane cavallette nere giganti che però solo lei poteva vedere. Poffarbacco, che viaggio; sarà stata colpa delle stupefacenti tagliaTHElle di nonno Albus? Mistero. Fatto sta che, a quelle note, la sua piggì tartassata dai magna magna cedette completamente e iniziò a prodigarsi in un sing-along accorato e pieno di sentimento con tanto di armonizzazioni e vocalizzi, mentre afferrava una cassa da sei bottiglie di buon barbera e si lanciava verso la porta aperta della Sala Grande, Del resto, non poteva certo smentire la sua reputazione di auror avvinazzata. E poi insomma, era palese che i raptus di isteria non avessero risparmiato proprio nessuno, intorno a lei c'erano lupi di pelouche giganti, draghi e pan di stelle, cartelli che promettevano di giocare a rubamazzetto con le ossa dei fortunati di turno, insomma una cosina tranquilla, cosa mai poteva essere una soave canzoncina che parlava di papere gatti e tetti? "Vino???" fu la sua prima parola in quella tranquilla serata, mentre un figone coi fiocchi uno si avvicinava agli occhi della Giustizia Fandomica. A quella vista subito la sua mente brilla di musica si orientò, sempre per strane e arcane ragioni, verso rombanti ritmi portoricani/spagnoli, cantati allegramente da giovini e bionde donzelle, chissà perché i tipi così le facevano sempre quell'effetto. Forse era il vino? La sua roler intanto, come da sette mesi a quella parte, si dilettava in un campionato mondiale solista di facepalm alla Capitano Picard nel leggere i post dei suoi compagni di forum, chiedendosi per la milletrecentoventisettesima volta se mai ci sarebbe stato un fondo a tutto quel delirio. La risposta giunse subitanea e rassicurante come un incontro con il braccio destro del diavolo, di notte, sul lago nero: ovviamente no, non c'era fondo.
Ma del resto, il bello era proprio quello!

 
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~Assassinatrice di biscotti~
view post Posted on 28/5/2015, 15:12




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-Etciù-


Era così che iniziava l’ennesima giornata in quella scuola di roler fighi pazzi scatenati. Con uno starnuto alla topini di Cenerentola. Era un’altra giornata da raffreddata, solita storia da sfigatella con l’immunità bassa. Infatti, anche se la piccola Serpeverde aveva un PV da far entrare in coma tutta la fauna maschile, a Hogwarts non la cagava nessuno. Così è la vita.
Si alzò a fatica dal letto a causa della stanchezza prodotta dal giorno precedente, quella festa era stata tutto tranne che rilassante e piacevole. Le sue compagne fantasma come al solito dormivano, così diceva ogni volta, la verità era che nemmeno loro non la cagavano, sparendo per mesi dal Forum.
Si avvolse dentro la coperta e si diresse verso il bagno per lavarsi il viso. Aprì il rubinetto e si sciacquò il viso per poi asciugarselo con l’asciugamanino appoggiato sul bordo. Alzò il viso sullo specchio e ciò che vide le fece cacciare un urlo che sicuramente aveva svegliato tutta la scuola. I suoi capelli erano azzurri, non azzurro intenso, ma azzurrino chiaro, quasi bianco.
Si toccò i suoi cappelli ricciolini ormai non più castani, si girò da una parte all’altra per vedere se aveva addosso altre sorprese, e ne aveva. Le orecchie a punta, le iridi bianche e dieci centimetri in più, tutto a causa del raffreddore magico. Era spaventos--- SPAVENTOSAMENTE FAIGA.
Quello era anche il giorno degli Awards, forse poteva usare il tutto a suo vantaggio. Cercò dentro il disastro dentro il suo baule e ci trovò quel che cercava, tanto si sapeva che Lucilla aveva un intero centro commerciale dentro quel baule di un metro quadrato al massimo.
Era un vestito lungo, azzurrino, di un tessuto quasi impalpabile, e per non perdersi in descrizioni, era quello di Galadriel, con tanto di coroncina e arco in PANDAn.
Si mise il tutto addosso e si diresse verso la Sala Grande dove rimase sconcertata, poche persone ma il caos regnava già sovrano, c’era Black con delle banane in testa, un lupetto peluche e qualche bionda di troppo, non mi perdo nemmeno in descrizioni, finirei con qualche porcone.
Lucilla vide il cielo cosparso di pan di stelle, prese il suo arco e ne infilzò uno, mentre la freccia le ritornò ai piedi, aspettando che la ruolatrice facesse mangiare a quella panzuta della sua piggia il dolcetto, cosa fatta.
Leia, intanto se ne stava rintronata ad ascoltare i bimbi immortali dello Zecchino, cantare canzoni “mai sentite” mentre la sua amatissima figliozza si leccava le dita dal cioccolato, camminando verso la biondina sul trono di polli intenta a giustiziare il bananiere. Fece un inchino molto ironico, mentre le sue orecchie a punta ascoltavano quella “soave” melodia gattesca e gli occhi bianchi guardavano scappare via Black sul suo gemello mulo.



Edited by ~Assassinatrice di biscotti~ - 28/5/2015, 17:30
 
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view post Posted on 28/5/2015, 16:02
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I am the mon[Ƨ]ter you created.

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Com'è che si ruola? Ah sì.


PlE6hkc
I tempi stavano cambiando. Qualcosa di stranamente caldo c'era nell'aria, e nel cielo si poteva intravedere una cosa tonda e colorata di giallo-arancio, per qualche secondo prima che le retine ti facessero cià ciàh. Era chiamato SOLE, ma lei da Grande Inverno non l'aveva mai sentito nominare, giustamente. La donna che non sapeva nulla, Ophelia Snò, era pronta per giungere alla riunione con i suoi colleghi studenti. Riunì il suo vestiario composto da 489320942134 mantelli, solo per fare un po' di sauna e bruciare tutte le calorie che si era presa alla festa di Primavera, e poi il suo natuaralissimo piumaggio nero sotto il collo che si confondeva con i suoi capelli corvini. Degna erede di una ship poco notata, quella della Renato Zero x Severus Piton. So lovely. Very poraccia. Prima di salire gli scalini, si guardò allo specchio, perplessa.
** ...Maronn'. **
Affranta dalla monotonia della sua espressione (che aveva solo quel giorno), salì i scalini con tanto di stivali che facevano TOK TOK. Così tanto che Gazza glieli spizzava e li bramava con la forza di mille soli. La Loveleisss Snò rifletteva ai suoi doveri da adempiere, i suoi amici guardiani della notte e pensò al suo luogo d'origine e come sarebbe stato lasciarlo per nuove necessità.

Ebbene, l'ansia era la sua migliore amica, con la sua collega Gioia, che differenza della sua compagna, era andata via in luoghi lontani, dicendo che avrebbe raggiunto due amici che non vedeva da molto tempo, si chiamavano Jorah e Sansa. Ma a veder dai risultati il viaggio che deve fare è ancora parecchio lungo. Come il muso che portava la tassina. A grandi passi raggiunse il portone e superandolo, davanti a lei uno spettacolo bizzarro e maestoso si mostrava dinanzi. Draghi, gatti, cani, scimpanzé e mammut. Nella vecchia fattoria iaiao. Persone vaganti, con vecchi outfit medievali (...parla lei). . Strani tavoli, ma non vedeva ancora quello che si aspettava di vedere, così si rivolse alle prime persone che incrociavano la sua lunga strada piena di difficoltà e di disagio. Due biondone lannister dadaumpà che al loro sguardo partiva in sottofondo *HEY SEXY LADIES*. Ammiccavano e lei inizialmente sorrideva beata di quella figagg- nonono. LEi era snow, il disagio era sempre lì in quei enormi occhi (grigi invece di neri ma VBB), allora si avvicinò a entrambe con aria terrorizzata e occhi sgranati, scuotendo il capo sconvolta disse con tono solenne -
<< La fame sta arrivando. >>
Dando veloci occhiate a entrambe in attesa che dalla loro schiena uscisse fuori una torta paradiso, ma pure un pacchetto di Fonzies andava bene.
 
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view post Posted on 29/5/2015, 14:43
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Alice Lastrange



« Nel Mezzo del Cammin della serata
Mi ritrovai a vagar in una stanza oscura
"Ma la bacchetta mia? Dio, dove l'avrò smarrita?

Cerca di qua, cerca di la
Dove caspita sarà?
"Oh, mia Bacchetta dove sei?"
dissi mentre il mignolin contro l'angolo sbattei

Le urla di dolor nessuno senti
"Oh, cielo! Cielo che dolor "


(Bugia, non ho detto proprio questo,
ma per la sicurezza mentale di grandi e piccini
ho preferito evitare)


Dicevam.....
In effetti un dolore immane provai al piede
Ma dentro me dissi "Come mai nessuno mi deride?"

Poi un lampo di genio
mi venne scoppiettante
"Sono gli Awards"
Piena di gente allettante divertente»



Alice camminava avanti e dietro per la Sala Comune Corvonero, aveva perso la bacchetta magica *ma dico si può perdere la bacchetta magica?* pensò la giovane smemorata. Quando capì che cercare a vanvera era inutile inziò a pensare cosa aveva fatto durante tutta la sua giornata per ricordare l'ultima volta che l'aveva usata. Quando finalmente, tornando a ritroso nei suoi ricordi, capì dove sarebbe potuta essere, salì su nel dormitorio poichè sicuramente l'aveva lasciata li, e mentre cercava di superare il suo letto uno dei suoi maldestri piedi finì contro lo spigolo dello stesso. Come ho citato nella cavolata che ho scritto sopra, ciò che disse è meglio non ripeterlo, o potrei farlo ma ne ricaverei solo una frase piena di asterischi. Detto ciò, con la magra soddisfazione di aver trovato la sua bacchetta e di avere un piede ancora sano, guardandosi attorno vide il dormitorio vuoto. « Ma dove sono tutti?» si chiese finalmente la corvonero. Che siano andati tutti a ballare la macarena? Improbabile.
Poi le venne in mente:
« Cavolo, ci sono gli Awards questa sera »
Un evento mondano (?) del genere non se lo sarebbe persa per nessuna ragione al mondo, così si vesti e corse in sala da Ballo.








Prese le prime robbette che trovò nel baule, come se non avesse mai pensato a questo mesi e mesi prima, e come si può notare dalla foto si vestì da modesta e comune ragazza. Come una fiera e certa Corvonero comminava a passo spedito per i dannati mattoni che facevano incastrare i suoi favolosi tacchi facendola inciampare due volte in un passo solo (Magia eh?). Con fare altezzoso aprì le porte della sala da ballo, camminando come una modella che sta camminando su un tappeto di uova, fiera e noncurante del pensiero altrui.
Fino a quando un adorabile statua di Gargoyle si interpose tra lei e il suo cammino altezzoso.
« Cavolo mi sono solo girata per guardare tutta la gran figaggin.... ehm.... tutta la bella gente che c'è stasera» disse tra se e se la ormai abbagliata Corvonero.

Fighi di qua, fighi di la, questa non è la sala da ballo... Questo è il PARADISO!!!



C'è la farà Alice ad alzarsi? Quanto ci vorrà perchè inciampi di nuovo? Ma soprattutto ... troverà i biscotti a quella festa? Ma questa è una altra storia [Cit.]



To Be Continued...



 
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Irritata. Indispettita. Inviperita. Intollerante (al lattosio). Indisposta. Incredibilmente mordace.
Per quella sera avrebbero potuto chiamarla I.I.I.I.I.I o I6

La regina del nord-sud-ovest-est se ne stava sbracata sul trono, picchiettando nervosamente sui braccioli di legno, acciaio e cioccolata. Tutto il suo impegno nel cercare di creare la base dell'evento no sense più grande di tutta Hogwarts e forumcommunity stava venendo vanificato da quella....quella...quella....
...normalità.
Erano diventati tutti irrimediabilmente normali. Banali. Noiosi per dirla in maniera gentile.
Dove era finita la follia di un tempo? I draghi e i post in prosa e rima, le cascate di ego e insensatezza e le vasche di punch in cui affogavano persone come mosche, prefetti in mutande e palloncini, pirati e transatlantici che entravano dalle finestre, e udite udite...persino nuvole volanti. Geniale non è vero?
Dove erano finiti gli utenti fuori di melone che c'erano un tempo? In risposta a codesto pensiero spuntò sul bracciolo destro un grillo (in realtà non sapeva che forma avesse un grillo, probabilmente era uno dei tanti insetti che nella sua vita aveva acciaccato con una pantofola.) ma questo aveva il panciotto e il bastone, lo ricordava come il rompipalle della sua infanzia. Sir grillo della coscienza [che a dirla tutta era peggio di una fusione tra Madre, Padre, Ned Flanders, Mister tockins e puffo Quattrocchi] le spiegò dell'esistenza di un luogo mistico di perdizione, dove chi entrava siglava un contratto di appartenenza di anima e corpo, firmando col sangue e l'anima di qualche parente ormai trapassato da secoli. Un luogo dove si sapeva quando si entrava e non si sapeva quando si usciva (se si riusciva ad uscire). Un labirinto infernale nel quale perdersi, un labirinto la cui unica uscita era sorvegliata da una decina di mostri sacri, decrepiti e incartapecoriti. I più li chiamava i cavalieri dell'apocalisse, altri più comunemente "commissione d'esame".
Al sol sentir parlare di questo luogo orribile, Mya H'gar si rallegrò di quanto Westeros stesse andando a p****ne (letteralmente). Forse la barriera al grande Nord non serviva a fermare gli estranei, ma un'orda di professori pronti ad invadere la loro terra per istituire una nuova città chiamata Università, e iniziare a torturare gli abitanti sotto il vessillo dei libri e le fruste.
Si accorse di aver fatto divagare troppo la mente quando le dita della mano sinistra si erano ormai fuse con parte del trono, là dove c'erano dei mikado, ormai ridotti a poltiglia appiccicosa. Mya si leccò le dita (sennò godi solo a metà) e riportò lo sguardo annoiato alla sala. La piccola pulcina nera, che per l'occasione aveva rinominato Calimera, si era avvicinata biascicando un messaggio tetro e preoccupante. Una profezia che aveva del vero, considerato il brontolio che produsse il suo stomaco. Ma da MAGNAnima regina (Buitoni) doveva provvedere allo stomaco della sua Protetta, così prese l'arco dall'ipotetico nulla e sfilò una freccia adeguata dal trono di baguette, incoccandola.

- Tieni mia piccola, sfamati -
E scoccò la baguette, continuando poi a guardarsi attorno.
Derp si era allontanato con la targhetta che lei stessa gli aveva lanciato poco prima a mò di shuriken, piantandogliela in fronte come un diadema delle guerriere sailor. In compenso la sua collega sembrava essersi addormentata in piedi come la bella addormentata di Shrek.
Ordunque toccava a lei mandare avanti la baracca.
Si sollevò dal trono battendo energicamente le mani, la sala tremò e dal pavimento spaccato al centro comparve un'enorme cornucopia (più bella di quella cosa orribile che avevano creato agli Hunger games, tanto stile tanto stile, e poi avevano dato vita a quella tenda da campeggio in acciaio. OVVIBILE. Cinna piangeva ancora lacrime di coccodrillo. E poi ci faceva mocassini).
- Udite udite. All'interno della struttura che vedete davanti ai vostri occhi è stata lasciata una meravigliosa targhetta placcata in oro, oro Zecchino (che canta anche) dal valore inestimabile. È la targhetta per il miglior prefetto, che è tra voi questa sera. Dovrà egli stesso dimostrare di esserne degno, combattendo contro chiunque di voi vorrà tentare l'assalto alla cornucopia. Se non siete William Black portatemi quella targhetta e avrete il mio Favore. I servigi di un H'gar possono tornare molto utili, pensateci. Che gli Angry games abbiano inizio. -


xOZDMqt
CITAZIONE
La targhetta è questa, fate come ve pare.
Il premio è ambito. Il servigio è reale. Conquista la targhetta chi conquista il mio cuore ♥ massacratevi creativamente~


E se non vi presentate agli awards le targhette ve le scordate ♥
 
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view post Posted on 13/6/2015, 18:12
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Edited by Ârwen - 24/4/2018, 16:25
 
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