Colloquio con Ekaterina Obraztsova

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view post Posted on 29/5/2015, 21:49
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Quella notte non aveva dormito.
Lei era abituata ai ritmi che teneva nel '65 in cui si svegliava alle 4 per badare ai propri impegni per poi recarsi al suo ufficio per le 5 e iniziare a ricevere per le 5.30. Ricordava quel lasso del ministro che iniziava i colloqui dalle 8 e scherzosamente, ma nemmeno troppo, ella lo riprendeva dicendo che durante una guerra dormire era un lusso.
Dopo la consueta toeletta del mattino fatta di creme e trucchi, balsami e tonici, pozioni e intrugli, si era recata stancamente verso la cabina-armadio dove il domestico riponeva tutti i suoi abiti. Chiese a Rufus, questo il nome dell'elfo, quale fosse la temperatura esterna e, di conseguenza, decise per una veste da mezza stagione. Nera, solenne e rigida: come piacevano a lei.
Guardò con diffidenza la collezione di bastoni da passeggio regalatale dai figli e decise che avrebbe fatto a meno di quegli arnesi malgrado il dolore alla schiena che la stava torturando fin da quando si era alzata: farsi vedere dal Ministro con il bastone le avrebbe fatto perdere il posto sicuramente. E poi non era certo una debole mezzosangue o una babbana pezzente, lei.
Lei era una Obraztsova, e gli Obraztsov non si arrendono alle vigliaccherie del tempo.
Dopo essersi fatta vestire dall'elfo ed aver indossato, sopra la veste nera con il colletto alto dietro la nuca e con le maniche lunghe, un' ampia mantella di lana leggera, di color nero ed argento, con le maniche ad angelo e lo strascico lungo ed un cappello a punta con tre piume messe di sbieco, si incamminò lentamente. Arrivò all'ampio camino di casa sua, nel salone grande del pian terreno, prese da un sacchettino una manciata di metropolvere e con una voce più ferma di quanto ci si aspettasse a vedere l'esile figura, pronunciò il luogo in cui voleva recarsi: il ministero della magia di Londra.
Arrivò con appena tre ore di anticipo rispetto all'appuntamento quindi trovò un posto a sedere nell'atrio, estrasse dalla borsa la Gazzetta del Profeta che quella mattina Rufus le aveva portato ed un paio di occhiali pince nez che si adagiò in bilico sul naso e cominciò a leggere. Dopo due ore e mezza decise di dirigersi verso l'ufficio del Ministro.
Aveva fatto ricerche sulla donna e le era stata descritta severa, purosangue e d'onore: tre cosesu cui si trovava perfettamente concorde. Oltretutto la donna insegnava pozioni, materia che Ekaterina amava moltissimo e che sua zia, la Professoressa D'Andrecy aveva insegnato a Durmstrang con tanta competenza. Mentre camminava si soffermò a pensare quale fosse stata l'ultima pozione da lei preparata... Non lo ricordava. Ma lei era molto brava a fare pozioni, molto brava davvero, un tempo.
Ad un certo punto vide passare un gruppo di donne prive di grazia vestite con abiti tremendamente babbani. Dovevano essere segretarie visto che puzzavano di mezzosangue e nate babbane lontano un miglio. Ai suoi tempi non si vedeva feccia di quel genere pascolare felicemente nei corridoi di tali istituzioni.
*Ma è evidente* si disse amareggiata * che i tempi cambiano.Così come donne di una certa levatura come me diventano cariatidi o fossili, persone come loro prolificano paurosamente e si infiltrano dovunque. Che vergogna! *
Era finalmente giunta davanti alla porta dell'ufficio. Estrasse un piccolo orologio dalla tasca della veste, era un minuto in anticipo. Attese che la lancetta scendesse fino alle 9.30 precise e poi bussò.
Tre colpi lenti a breve distanza l'uno dall'altro.
Ricordava le lezioni di suo padre: "Devi sempre bussare lentamente: Tre colpi bastano e avanzano per annunciarti - le diceva - nel caso ne facessi di più o più di fretta ti mostreresti maleducata, nervosa. Tanto fosse urgente sarebbe inutile bussare. "
A quel punto attese.
 
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view post Posted on 30/5/2015, 16:20
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Rilesse ancora una volta i fogli che giacevano sparpagliati sulla scrivania, poi li racimolò impilandoli uno sull'altro.
Era perplessa.
Ekaterina Elena Obraztsova Von Kraus aveva avuto una vita travagliata. Ora, alla veneranda età di 81 anni, si presentava al suo cospetto per ottenere un posto di lavoro al Ministero inglese.
Il cognome Von Kraus le solleticava sensazioni poco piacevoli ma le esperienze politiche della donna non potevano essere ignorate. Dopo la misteriosa dipartita di Roxane erano davvero poche le persone appartenenti al suo entourage che potevano vantare una certa esperienza, il doppio lavoro di Ministro e Docente, oltre alle segrete attività dell'Ordine, l'avevano affaticata parecchio e il desiderio di poter delegare a qualcuno di adeguato era rimasto, a lungo, insoddisfatto.
Ma esisteva un problema di difficile soluzione, legato al passato della Obraztsova.


*Questa tizia ha un nome più lungo del suo codice fiscale*

Ripose i fogli all'interno del fascicolo e lo chiuse.
La carriera politica della donna era naufragata per colpa del marito. O almeno così era scritto. All'epoca i tempi erano maturi per una sua elezione a Ministro, Ekatarina aveva lavorato nell'ombra tessendo e tenendo le fila in vista di raggiungere il posto più alto del vertice. Dubitava che fosse davvero implicata negli affari loschi e oscuri del marito ma qualcosa nella gestione delle alleanze non aveva funzionato ed era stata tradita nel momento topico.
Terminò il suo caffè chiedendosi cosa avrebbe potuto offrirle una vecchia Signora di 81 anni. La sua esperienza come docente l'aveva portata a prediligere le giovani menti scaltre e creative, ripudiava le vecchie regole, mal sopportava le rigide formalità e l'aver assunto, anche temporaneamente, studenti era stata una mossa che aveva dato i suoi frutti portando ventate di aria fresca fra i corridoi stantii del Ministero.
Tre colpi alla porta annunciarono l'arrivo della Signora Von Kraus.
Osservò la pendola, erano le 9,30 in punto. Lentamente aprì uno dei cassetti riponendovi il fascicolo, poi si alzò abbottonandosi la leggera giacca blu notte e percorse la breve distanza che la separava dalla porta.
Si voltò dando una lunga occhiata all'Ufficio. Era in totale disordine, come sempre.
Sorrise lievemente prima di poggiare la mano sulla maniglia, quindi operò una leggera pressione tirando verso di sè. La porta si aprì senza cigolare.


"Miss Von Kraus, la stavo aspettando"

Le iridi ametista incontrarono quelle chiare della donna. Al dì la di un'occhiata penetrante la vecchia Signora non potè rilevare nient'altro.

 
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view post Posted on 30/5/2015, 18:52
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*Dio ci protegga e liberi!*
Pensò Ekaterina intravedendo il disordine dell'ufficio mantenendo l'espressione neutra ma severa che la caratterizzava.
*Se questo è il livello di ordine che hanno in questo Ministero non necessitano di me ma di uno stuolo di governanti che nemmeno i Romanoff nei tempi migliori si potevano permettere!*
Il Ministro venne personalmente ad aprirle la porta e fu un gesto che Ekaterina giudicò immediatamente come molto friendly, forse anche troppo.

Buongiorno, Ministro.

Disse con tono ossequioso.

Chiederei, fosse possibile, di usare il mio cognome da nubile. Il cognome di mio marito l'ho dismesso da quando son vedova e lo uso di rado. In effetti non lo uso anche per tutti i danni che all'epoca mi ha causato... Immagino sappia bene di che cosa sto parlando

asserì con tono da chi sa bene come vanno le cose e poi in effetti il cognome Von Kraus lo usava solo in ambienti più di parte e nei carteggi che teneva con i vecchi amici di Faustus.

Infondo, io stessa prima di accettare un colloquio sguinzagliavo i miei assistenti per rovistare nel passato del candidato e trovarne tutti gli scheletri nell'armadio

fece una breve pausa, come per valutare attentamente chi si trovasse davanti a lei

sono ragionevolmente sicura che sul mio conto lei non troverà nulla di compromettente per la sua carriera, il suo governo e la sua politica. Perché in effetti se avessi qualcosa da nascondere e lei mi assumesse, chiaramente, la prima che ne trarrebbe danno sarebbe lei, io ormai sono anziana, non ho motivo di temere una seconda caduta. Ma lei è giovane e non desidero arrecarle le sofferenze che io in primis ho patito.

Un sorriso amichevole si plasmò sul suo viso alla fine della frase.
La donna che le stava davanti aveva tutte le fortune: Bella, giovane, Ministro. Tutto ciò che lei avrebbe voluto e che quei vigliacchi le avevano strappato dalle mani.
Ah lei si era vendicata:
Karloff, il delatore, aveva incidentalmente perso moglie e figli.
Spiess, il giudice, era stato screditato tramite uno scandalo da lei montato ad arte e così aveva perso lavoro, influenza e potere.
Strauss, il neo-ministro che aveva cavalcato l'onda - forse più appropriato sarebbe definirlo tsunami - causata dalla sua caduta, si era trovato tra le mani un paese ingovernabile, la crisi l'aveva investito e gli scandali l'avevano costretto al suicidio.
Stolz, colui che l'aveva rimpiazzata era durato al massimo un anno contro i suoi venti poi, durante una missione, venne catturato e lei personalmente si occupò della sua tortura che lo condusse prima alla pazzia e poi al suicidio; infine Von Kraus, suo marito, era morto in un letto di ospedale dopo un falso attentato alla vita di Ekaterina che peraltro le era costato una seria ferita alla gamba e un lancinante dolore alla schiena che sarebbe stato onnipresente per il resto della sua vita.
Tutto questo però era rimasto sepolto sotto i cumuli di menzogne di Ekaterina. Lei non ne sapeva nulla, era ignara -parola che non si confaceva al suo vocabolario - di quello che era successo al delatore, al giudice, al neo ministro, al suo successore e a suo marito. Il popolo le aveva creduto. Una fortuita serie di sfortunati eventi, la definì. Di tragici e sfortunati eventi.
Ed ora era lì. Tanti anni dopo questa sua... morte... giungeva ad una possibile rinascita.
La vedeva, ne sentiva il profumo inebriante.
*Vorrà farmi fare il colloquio in piedi?*
Si chiese
Immaginava la donna avesse delle perplessità sul sul cognome. Gli echi di quegli eventi lontani erano arrivati fin al ministero della "perfida Albione" , eppure non se ne preoccupava sapeva che la sua "sincerità", la sua abilità e la sua esperienza avrebbero convinto la donna.

Edited by Katherine Lee-Carter - 30/5/2015, 20:08
 
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Osservò la donna, la sua rigida compostezza, le sue vesti nere, la sua mantella striata d'argento, i capelli candidi come la neve della sua Bretagna. E pensò che la differenza fra lei e una mummia era davvero sottile.
Per un attimo gli occhi chiari vagarono oltre la sua spalla, l'espressione non mutò, tuttavia ebbe la sensazione che non approvasse la caotica vitalità del suo Ufficio.
Dunque la cara Ekaterina preferiva utilizzare il suo cognome da nubile, in effetti quello del marito era diventato un fardello un po' pesotto da portare dignitosamente sulle esili spalle, lo aveva sfoggiato finchè le era stato utile. Funzionava così, le cose troppo usate, alla lunga, si logoravano.


"Chi cerca trova sempre qualcosa Miss Obraztsova, soprattutto se sa dove cercare. E se ha amici influenti"

Giurò che le si fosse intrecciata la lingua, di certo Von Kraus era molto più facile da pronunciare.

"Si accomodi"

Si spostò di lato e con un cenno del braccio la invitò ad entrare. Non si premurò di indicarle dove sedere, c'erano due poltrone di fronte alla grande scrivania e una di queste era stracolma di fogli impilati uno su l'altro, in perenne bilico. Per una frazione di secondo fu tentata di porgere il braccio alla vecchia donna, poi decise di non farlo. Camminò di fianco a lei per qualche attimo, quindi deviò aggirando la scrivania e si sedette.
Solo allora rispose al sorriso che Ekaterina le aveva elargito poco prima.


"Trovo piuttosto singolare quello che ha detto. Il passato può nuocere solo a chi lo ha vissuto in prima persona, dubito che i suoi scheletri nell'armadio possano provocarmi chissà quale stravolgimento ma apprezzo la sua ... uhm ... premura"

Era abbastanza convinta che quella donna, di cose da nascondere, ne avesse parecchie e tutt'altro che lecite. Intorno a lei si erano verificate un po' troppe fortunate coincidenze per credere che fosse stato il Fato a operare. Ad ogni modo le persone intelligenti facevano sempre tesoro dei propri errori e Ekaterina non era affatto stupida.

"Posso offrirle qualcosa?"

In tali circostanze non offriva mai niente a nessuno, non sapeva neanche se avesse qualcosa da offrire, sperava solo che quella donna non bevesse thè.

 
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view post Posted on 2/6/2015, 01:44
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Die Kunst ist lang, und kurz ist unser Leben

Questa frase le uscì quasi controvoglia. L'impeccabile pronuncia tedesca mostrava, nel caso ci fosse ancora da mostrare, la sua cultura. la sua erudizione, il suo fiero essere lei.
Aveva fatto fatica a non concludere con un sentenzioso "mia cara". * Quella ragazza poteva tranquillamente essere sua nipote... in effetti il figlio di... suo figlio ... Thestral... Vagnard, no Vagnard è il figlio dell'altro, Tiberius. Nemmeno. Ma perché diavolo quella scriteriata di sua nuora non l'aveva chiamato con un nome semplice da ricordare... Tristan! Ecco Tristan aveva 25 anni, ha 25 anni. giusto un paio d'anni in meno di quanti ne abbia il Ministro. Da quello che le era stato riferito*. Così giovane e così tanto da imparare, ancora.
Non immaginava che genere di amici influenti potesse avere. O meglio, non immaginava come i suoi amici influenti potessero aver trovato, trent'anni dopo gli eventi compromettenti, prove che i contemporanei non avevano trovato.

Molto obbligata, Ministro

disse con la solita vecchia aria da gatto imbalsamato che teneva da quando era entrata in politica. La odiavano per il suo essere serafica, infondo, però, era il suo mestiere: che spia sarebbe stata se tutti avessero potuto leggerle in fronte cosa stesse pensando?
Con passo fiero e schiena dritta si avvicinò alla sedia, Unica libera tra due presenti, attese che il Ministro si fosse seduta e poi si accomodò, rigidamente. Gli occhi della donna la scrutavano, erano di un colore profondamente interessante, si disse, anticonvenzionali. Infondo, però, cosa c'era di convenzionale in quella donna? Poco, supponeva Ekaterina.

Ha perfettamente ragione, Ministro, eppure io ho perso ogni possibilità politica per le colpe di mio marito. Dunque le colpe di chi assumiamo ci condannano in primis, mi creda. E comunque nel mio armadio, salvo qualche vestito demodé di cui ancora oggi mi chiedo la provenienza, non tengo cadaveri né scheletri. Suppongo, infatti, che i primi puzzino ed i secondi sporchino e sono due cose che detesterei in un armadio. E poi, parliamo apertamente, dubito che i vostri servizi segreti siano così sciocchi da non scovare, qualora ce ne fossero, i quattro poveri segretucci di un'anziana vedova.

Non era mai successo e mai sarebbe successo di vedere Ekaterina sincera. La sincerità non è che di per sè una bugia che usiamo per convincere, nel migliore dei casi, gli altri della nostra buona fede, nel peggiore, noi stessi delle nostre bugie. Mentire era il suo mestiere ed era la migliore a farlo. E' la migliore. Le venne offerto qualcosa da bere. Mai accettare qualcosa da bere: lei tendeva a metterci veritaserum in abbondanza.

La ringrazio moltissimo, Ministro, ma ho già fatto colazione e, ahimé, devo seguire rigide regole di alimentazione... sa alla mia età...


Altra bugia. Mangiava, e anche tanto. Ma rispondere: No, non mi fido. Sarebbe stato scortese soprattutto in un momento così topico di sincerità, raccoglimento e di apertura.

Ricordo che quando facevo dei colloqui la mattina, il che significa tra le 5 e le 6 a.m., per capire di chi potevo fidarmi offrivo, ai colleghi e ai candidati, un bicchiere di Cognac. Quelli che accettavano si erano già giocati il posto: in certi ambienti bisogna essere sobri. E mi creda quando le dico che c'erano quelli che accettavano.

Sorrise, di nuovo. Quelli che l'avevano incontrata sapevano riconoscere i segnali che di solito seguivano un sorriso come quello o l'accompagnavano: Girarsi la vera al dito, tamburellare con le nocche sul tavolo e poi, la terza e più terribile: la Frase: quando qualcuno le faceva una qualsiasi domanda che esulasse dal clima lei rispondeva con un "Certo potrebbe pensare questo, ma non posso, non posso proprio, confermarlo"

Edited by Katherine Lee-Carter - 2/6/2015, 11:36
 
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view post Posted on 14/6/2015, 13:51
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Dubitava fortemente che la vita politica di quella donna potesse riassumersi in "quattro piccoli segretucci di un'anziana vedova" e il fatto che Ekaterina si stesse dando parecchio da fare per puntualizzare un aspetto che lei non si era preoccupata di tirare fuori la diceva lunga sul "tipo" di segretuccio che avrebbe potuto trovare se avesse voluto scavare a fondo.
Fortunatamente per la Von Kraus preferiva sempre crearsi un'opinione diretta delle persone. Il passato non era da ignorare ma neanche da stigmatizzare e lei sapeva bene come funzionavano certe cose.


"Se dietro ad ogni grande uomo c'è sempre una grande donna, purtroppo non si può dire lo stesso del contrario Madame. Le donne sono abituate a autogestirsi"

Rimase un po' delusa dalle parole della vecchia, buttare tutte le colpe sulle spalle del marito era un modo poco dignitoso di assumersi le responsabilità, anche solo su un piano prettamente basico. Dopo tutto se lo era scelto lei. E, per certi versi, l'immagine della povera donna ignara delle nefandezze del marito cozzava con l'intelligenza che di certo possedeva la propria interlocutrice.
Tirò un silenzioso sospiro di sollievo quando Ekaterina declinò la sua offerta, non sarebbe riuscita a soddisfarla con le poche cose che aveva in dispensa e avrebbe dovuto ricorrere a un aiuto esterno. In effetti, eccetto qualche biscotto rinsecchito, era sicura di non avere proprio nulla di commestibile tranne, ovviamente, liquidi. Quelli non mancavano mai.
Certo che un colloquio di lavoro alle cinque del mattino avrebbe richiesto altro che cognac.


"Beh, immagino che ognuno ricorra ai propri, personali stratagemmi per capire chi si trova di fronte"

Lei, di solito, non offriva nulla. Anche se non era propriamente una donna "formale" certe situazioni richiedevano comunque un minimo di rigore.

*Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei*

Scacciò pensieri troppo complessi e scrutò l'anziana donna.

"Miss Obraztsova, lasciamo per un attimo da parte armadi e muffa e veniamo al dunque. Suppongo che sia sua volontà rimettersi in gioco e lavorare per il Ministero della Magia inglese. Perchè?"

 
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view post Posted on 14/6/2015, 20:12
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Aveva forse perso la sua abilità?
Un orrido dubbio la prese in corpo. Dopo tante azioni orrende si era forse indebolita, avvizzita, spenta la fiamma che la spingeva a fare di più? L'abilità l'aveva forse lasciata? Non vedeva né conquisa né venerante la donna innanzi a lei.
Un sibilo, tempo addietro, bastava e avanzava. Era forse davvero riuscita a scoprire di Faustus e degli altri? O forse lei Sapeva?
Il terrore l'attanagliava.
Feroce, famelico, ferino terrore. Magari aveva scoperto degli altri.
* Scappa*
si disse senza pensarci una volta calato il silenzio cercando di mascherarlo in un attimo di riflessione.
La decisione era fatta, alea iacta est.
Lasciò cadere due frasi che la donna le disse. Frasi che immagazzinò quasi non considerandole e rispondendo con un sorriso mentre la paura saliva in lei come in alto l'edera arranca per più luce carpire, o coprire più cose con la sua ombra.
Giunse la stoccata.
*perché?*
Aveva invano cercato mille e mille risposte verosimili che non contenessero la frase voglio il tuo posto, ragazzina, e lo voglio ora.
Sguainò ancora il suo sorriso tagliente e mellifluo, a tratti.

Ammetto, Ministro, che la prima risposta che mi venne in mente quando mio figlio mi pose la medesima domanda, aggiungendo un offensivo "alla vostra età" che, in modo molto gentile , lei ha omesso, la mia risposta fu semplice davvero:
Perché ritengo di avere la possibilità, in questo nuovo mondo, di riscattare la mia famiglia e me mettendo al suo servizio i miei numerosi anni di esperienza.
Ritengo di poter ancora servire a qualcosa, anche ora che l'inverno del nostro scontento si è mutato in gloriosa estate sotto i ministeri illuminati suoi e dei suoi predecessori.


Parata.
Riccardo terzo. Un genio a cui doveva molto la sua prosa. Lui e Beatrix Potter. La seconda la conobbe negli ultimi anni durante quello che odia, ma deve, definire il suo esilio babbano.

Potrei certamente fare discorsi magniloquenti cercando di sgranare, come perle di una collana, le mie virtù, il mio valore, la mia bravura et similia. Rischierei, però, di essere vanesia e ingiusta.
Ho i miei errori e, mi creda, non li dimentico.
Come diceva mio padre:
se ci dimenticassimo i nostri errori, non sapremmo più il nostro scopo.
Io, alla fine, sono fiera di ciò che ho fatto, e certo non sono una di quelle persone debole che venderebbero l'anima per tornare indietro.
Quel che è fatto è fatto. Questa è la mia filosofia. L'unico modo per addolcire il bagaglio di errori e mettersi al servizio di qualcuno ed evitare di incorrere nei medesimi errori, affrontare le avversità a testa alta e con onore. Credo.


Rimase seduta, rigida, con un braccio posato sul bracciolo della sedia e l'altro poggiato sul grembo.
 
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view post Posted on 8/7/2015, 12:34
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Chiedo venia per il forte ritardo


Molto interessante.
In realtà non si aspettava niente di diverso.
La "gloriosa estate" del mondo magico quale positiva conseguenza di una gestione abile e efficace le fece inarcare appena un sopracciglio.
Poteva dirlo forte la cara Ekaterina, se si fosse alzata, avesse aperto la finestra e urlato quella frase al vento non si sarebbe mossa di un millimetro. Si era fatta un mazzo così per coprire, risolvere, eliminare, estirpare, cancellare tutti i problemi creati dal suo viscido predecessore, schiavo di Voldemort e perla luminescente della cricca oscura.
I rami marci erano stati recisi di netto e anche se qualcuno o qualcosa ancora si nascondeva fra gli uffici e le scartoffie - e di questo lei era certa - la luce aveva trovato un buon varco.


"Ognuno fa quel che può Miss Obraztsova"

Non era poi così difficile pronunciare quel cognome.

"Non credo che il problema sia l'età. I miei funzionari più fidati non sono certo dei ragazzini. Ho bisogno di persone che sappiano, che ricordino, gente con esperienza. Come ho bisogno di nuove leve, giovani volenterosi che hanno fame di imparare. Il Ministero è dentro gli uffici ma anche fuori, il lavoro deve essere dinamico, Madame"

Si appoggiò contro lo schienale della poltrona accavallando le gambe.
La donna che le stava di fronte possedeva un'arte oratoria non indifferente. Atteggiamento fintamente umile e frasi adulatorie piazzate qui e lì, a suo diretto appannaggio.
Non dubitava che Ekaterina ricordasse vividamente i propri errori. Come non dubitava che possedesse ancora la medesima ambizione di un tempo, il trascorrere degli anni non cambia le persone, tutt' al più le rende accorte.


"Lei è una donna che ha raggiunto il vertice della piramide Madame, è davvero sicura di riuscire a lavorare prendendo ordini da qualcuno?"

Per giunta più giovane di lei? Ma decise di non pronunciare l'ultima frase.
Il decadimento, l'ingiusta caduta nel baratro dell'indifferenza per chi ha vissuto anni in cima alla vetta genera rancore e desiderio di vendetta. Quale era il vero scopo di quella donna? Ne aveva uno? O forse,semplicemente, voleva solo rendersi nuovamente utile dopo anni di inattività?
Il tarlo del dubbio non accennava a mollare la presa.
Ma la Obraztsova poteva davvero renderle grandi servigi.

 
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view post Posted on 8/7/2015, 21:37
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Ormai stava diventando una sfida dialettica tra lei e il ministro. E sapeva che, ora come ora la stava perdendo. Quindi, si disse, persa per persa andava persa con stile.

Proprio perché ognuno fa quello che può spero che lei non ritenga mio impiego correre a destra e sinistra. Ritengo che ciò che ho da offrire sia ben più sottile del mero sforzo di braccia.

Non era per vantarsi ma l'esperienza che aveva lei non l'avrebbe trovata da nessuno che fosse ancora in libertà. Nessuna aveva un'esperienza come la sua. Era stata forgiata nei complotti politici, negli scandali, nelle situazioni in cui esperienza, memoria, prontezza e sangue freddo servivano sopra ogni teoria magica.
La legge lei non la conosceva, lei sapeva cosa andava fatto e faceva in modo che chiunque rispettasse la regola in questione. Come fosse un enorme orologio. Lei era quella che oliava i meccanismi per far si che tutto andasse come doveva andare.


Ho sempre pensato che muoversi troppo, fare troppo, comportasse il rischio di esser visti...troppo. Sono sempre stata della scuola che insegna a muoversi con tranquillità e solo quando c'è veramente bisogno. Ma io sono fuori dai giochi da troppo tempo, le cose saranno cambiate in trent'anni!


Quella ragazzina non sapeva di cosa stava parlando. Quando lei era stata capodipartimento insegnava che muoversi ti facilita solo ad andare più facilmente incontro alla morte. Spostarsi è morte. Non bisogna muoversi, bisogna pensare. Lasciar che gli altri si becchino gli anatemi! Avrebbe tollerato che qualcuno le desse ordini? Avrebbe pazientemente sopportato
.

Ministro, disse in tono pratico m io ho sempre insegnato ai sottoposti che pensare sia sbagliato. Bisogna eseguire quanto detto. Io posso, grazie alla mia non trascurabile esperienza, permettermi di consigliare ma mai disubbidirò ad un ordine di un superiore. Disubbidire, ai miei tempi, era tradimento, ed il tradimento era punibile con la pena capitale.

Lei non era arrivata all'apice della piramide, era arrivata ad un soffio da essa. Non riusciva a pensare di esser stata vicina un tiro di schioppo da essa e, Maledetto sia Merlino, di averla mancata. Aveva mancato il bersaglio. Persa tutta la guerra miseramente, esiliata.


Avrei voluto, all'epoca essere al vertice, Ministro. Ora ammetto che mi manca la forza per ingaggiare nuovamente una lotta simile. Come detto io voglio alleggerire il carico dei miei errori servendo, per una volta, giusti e lungimiranti riformatori come, dal canto mio, ritengo sia lei. Valuti se posso servirle, se i miei errori e i miei sbagli possono essere suggerimenti a lei, ai suoi consiglieri come sono stati per me insegnamenti, col senno di poi e se la mia memoria e la mia energia possono essere impiegate in questi tempi di crisi e di lotta come sempre sono i tempi di ... rinnovamento.

L'ultima parola fu una di quelle che viene detta per intendere altro, per far in modo che si giustifichi termini come lotta e crisi. Una parola in vece di milioni di altre ben peggiori.
 
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view post Posted on 14/7/2015, 15:27
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"Non se ne abbia a male ma non ho pensato neanche per un attimo di indirizzarla verso incarichi di quel genere"

Il suo compito era anche quello di smistare le richieste tenendo in considerazione le inclinazioni e l'esperienza di ogni aspirante funzionario ministeriale e questo, spesso e volentieri, prescindeva dai desideri che le venivano manifestati.
Era quantomeno palese che una vecchia e distinta signora non potesse correre sulle grondaie, piroettare intorno ai comignoli e tuffarsi nel vuoto con un doppio avvitamento carpiato.
Anche se al peggio non c'era mai fine.
Una impalpabile smorfia le incrinò l'espressione, la lasciò lì, sospesa per un attimo. Non era del tutto d'accordo con la Obraztsova e ritenne opportuno palesare il proprio silenzioso disappunto. Un comportamento, quello "dell'armiamoci e partite" che trovava molto simile al modus operandi del Signore Oscuro, spesso e volentieri se ne stava nella sua buca a lisciarsi l'ego mentre spediva i suoi scagnozzi incontro alla morte. Servi inutili e dunque sacrificabili. Ce la vedeva la Obraztsova a tenere le fila di decine di burattini seduta sullo scranno a bere vodka.


"Qualcosa è cambiato Madame, se non altro ho la compiacenza di mettermi davanti a tutti per dare il buon esempio"

Era così in effetti. Non aveva mai fatto segreto delle sue idee nè di quali fossero i suoi nemici. Ma l'Ordine, quello no. Lavorava nell'ombra, come la Obratrzova e nessuno conosceva il luogo dove i membri si riunivano. Nessuno sapeva chi vi facesse parte, tranne i membri stessi.

"Venendo al nocciolo della questione ..."

Poteva stare a disquisire con quella donna per ore ma nessuna delle due avrebbe fatto progressi. Lei era il Ministro e la sua opinione contava più di qualunque cosa ma la propria interlocutrice aveva idee ormai radicate da secoli, la considerava una novellina, un essere inferiore maledettamente fortunato.

" .... la sua offerta mi interessa. Ma vorrei vederla all'opera prima di dare il responso definitivo, del resto - e lo ha detto anche lei - ha trascorso molto tempo fuori dal ... uhm ... turbine gestionale e le cose, oggi, sono diverse. Anche il luogo è diverso. E le persone con cui avrà a che fare sono diverse"

Si sporse in avanti poggiando entrambe le braccia sul tavolo.

"Le concedo un mese per ambientarsi Madame. E vorrei che si occupasse di intrattenere rapporti con la compagine politica internazionale. Ho bisogno di qualcuno di spessore, soprattutto in questo periodo di ... rinnovamento e sono certa che molti esponenti della confederazione la ricorderanno con affetto"

Forse.

 
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view post Posted on 15/7/2015, 01:54
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*Vorrei ben dire!*
Pensò con un impeto interiore. Nella sua vita aveva corso molto, all'inizio, poi si era stancata. Trovò una posizione comoda da cui osservare la scacchiera e muovere i pezzi. Amava giocare a scacchi. Gli esseri umani sapevano essere scacchi molto pestiferi che dovevano essere messi in riga, come un gregge, col colpetto sapiente del pastore. La manipolazione dei singoli era per lei uno di quei giochi che non finivano mai. Una continua sfida contro la volontà del prossimo. Mai spezzare ma indirizzare, piegare tramite il flusso delle cose. Quello era il modo migliore per condurre una battaglia: Vedere le esplosioni da lontano. Amava sentire l'odore della lotta, quel vibrare come dell'aria ebbra e molle che precede il temporale, carica di mille tensioni, spugnosa e pregna di gocce e fulmini, tuoni e lampi. Amava veder piovere, amava veder le tempeste di fulmini. Si emozionava, si eccitava nel momento in cui sentiva, anche in lontananza l'odore del sangue. Col tempo aveva imparato, come la saggia iena, a lasciare che siano i leoni ad uccidere. Sia l'ideale a sconfiggere, lei avrebbe sconfitto gli idealisti e ne avrebbe mangiato la preda. Da giovane era stata impulsiva, sguaiata, forse, sanguinaria, per giunta. Ricordava con piacere i momento in cui il primo corpo cadeva a terra morto. Non le interessava la schiera. Lei non scendeva in campo fino all'ultimo momento, fino a quando non sapeva esattamente che avrebbe vinto lei e come. Non aveva mai amato gli imprevisti.
*Gli imprevisti son dei sassolini nella scarpa posti dal destino*.
Notò, un breve rapido movimento sul volto del Ministro.
*Sembra non sia d'accordo...* si disse in testa. Infatti il disaccordo fu palesato poco dopo.
Buon esempio? Un capo deve comandare. Non essere amico delle proprie truppe. Preclari condottieri erano morti per mano delle loro stesse schiere. Pugnalati, uccisi da ammutinati. Una truppa va tenuta sotto pressione. Gli ammutinati uccisi a cannonate, i vigliacchi impalati sulla via principale, le defezioni punite affinché siano da esempio per gli altri furbi codardi. L'esempio si da con le punizioni. Era solita punire severamente i traditori, i vigliacchi, gli ammutinati. Non c'era nell'inferno punizione che essi non provassero da vivi sotto il suo comando. Non per niente uno dei suoi svariati, celebri, soprannomi era "La Vergine di Norimberga".
Durante questo lungo colloquio non aveva mai cambiato posizione. Non accavallato le gambe, non mosso le braccia, non le labbra se non per parlare o sorridere. Come nei numerosi interrogatori subiti era rimasta impassibile, serafica. Il braccio destro poggiato su un bracciolo della sedia sgombra, l'altro in grembo. Ora cominciò a giocherellare con la fede. Segno incomprensibile per chiunque. Non era agitazione, noia, distrazione. Era un gesto, un simbolo.


E sicuramente, Ministro, è una figura di spicco e gode di un rispetto consolidato nel continente proprio per questo suo coraggio. Al contrario di altri.

Un sorriso, incoraggiante, nacque sul volto della donna. Tanti ne aveva mossi di quelli e precedevano sempre la bastonata feroce.


Mi confesso, Ministro, molto felice di questa possibilità. Avrò molto da imparare e spero molto da condividere. Sarò felice di fare quanto più possibile per ambientarmi e eseguire le sue richieste. Avevo parecchi...amici... nella compagine britannica e spero che riconoscano, in questo tempo di rinnovamento, che anche Ekaterina Obraztsova può rinnovarsi. Confido di non deluderla Ministro.

Attendeva di essere congedata per alzarsi, attendeva la sua "benedizione" per presentarsi e riprendere a tessere le trame e gli orditi per cui anche la dama di Shalott sarebbe stata invidiosa di lei.

"Lo specchio s'incrinò da parte a parte
- Il fato ha già deciso la mia sorte -
Di Shalott la signora singhiozzò."

 
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view post Posted on 16/7/2015, 23:54
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Anche se si fosse trattenuta o meno, anche se avesse fatto buon viso a cattivo gioco, la Von Kraus le parve seriamente volenterosa di rientrare in gioco.
Ovviamente il suo invito non era del tipo "vai e prolifica", il passato di quella donna e la ragnatela che ancora poteva legarla a certi ambienti e a certe autorità non potevano essere ignorati e lei non era così sciocca da prendere la circostanza sotto gamba.
L'aveva detto la Obraztsova stessa che non amava muoversi troppo. La discesa dalle stelle alle stalle non le aveva probabilmente impedito di mantenersi in contatto con "i suoi collaboratori di un tempo". Le aveva dato l'idea di una donna inflessibile, autoritaria, temuta.


"Sono lieta di questo suo ..."

*inaspettato*

"... entusiasmo. Avremo sicuramente modo di condividere svariate cose io e lei "


Si alzò dalla sedia.

"Venga, voglio presentarle i Capo Ufficio della Sezione, le verrà assegnato un Ufficio personale che potrà arredare a suo gusto"

Attese qualche istante di troppo, per essere sicura che la donna riuscisse ancora a muovere le sue articolazioni. Per quasi tutta la durata del colloquio non si era mossa di un millimetro, neanche per allungare un braccio o grattarsi l'orecchio. Una mummia fatta e finita.

"Vedrà, Madame, che gli Uffici ministeriali non sono organizzati a compartimenti stagni. Io prediligo il gioco di squadra e la iterazione fra le sezioni, potrà quindi trovarsi a dover collaborare con altri funzionari o a svolgere delle mansioni non propriamente relative alla cooperazione internazionale".

Si era trovata nei casini parecchie volte, soprattutto all'inizio della sua gestione. Casini dovuti a certi suoi collaboratori e agli enormi paraocchi che si erano portati appresso.
Tutta gente inutile, pedine inconsistenti piazzate in posti strategici dal suo predecessore.

Si voltò per sincerarsi della presenza della Obraztsova dietro di lei a aprì la porta, impaziente di lasciarla nelle mani dei suoi nuovi compagni di lavoro. Naturalmente avrebbe controllato da lontano e con discrezione la capacità di rinnovamento che la donna aveva promesso di sviluppare.



Abbiamo terminato. Ora puoi aprire un tuo Ufficio nel 5° Livello.
 
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