Missiva per il Caposcuola di Tassorosso

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~Bathory
view post Posted on 14/6/2015, 22:53




Una civetta bianca dagli occhi glaciali ed azzurri
entra svolazzando dalla finestra,
atterrando sulla scrivania
e lasciando una busta bianca,
con sopra un'elegante calligrafia.

Horus Ra Sekhmeth,
Caposcuola di Tassorosso


CITAZIONE
Gentile Sir Sekhmeth,
le scrivo per porle una questione a riguardo ho numerosi dubbi,
e nessuno ancora e' riuscito a darmi un responso.
E' possibile per uno studente del primo anno,
avere piu' di un animale da compagnia?
Il mio gufo, quello che ha appena recapitato questa missiva,
se ne sta tutto il giorno per i fatti suoi,
ed avevo pensato di acquistare un gattino.

Mi scuso per il disturbo,
grazie in anticipo.

Chris Alide Lo
Chrisalide Lovecraft
 
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view post Posted on 25/6/2015, 17:05
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Hybis aspettava appollaiata sul davanzale della finestra dell'Ufficio dei Caposcuola, al quarto piano.
Horus le aveva appena dato l'ultimo dei suoi biscottini gufici e la civetta l'aveva beccato con ingordigia, ghiotta com'era di quegli speciali dolciumi per pennuti. In un primo momento, il Tassino l'aveva osservata mangiare divertito, trovandola estremamente buffa nonostante lei si atteggiasse sempre a gran diva; la cosa, però, non doveva esser piaciuta alla vanitosa civetta e lei, con un frullio d'ali, aveva fatto schioccare il becco indispettita: ca' ti ridi, sembrava voler dire con i suoi limpidi occhi azzurrini.

« Scusa! Mangia pure, la smetto di osservarti. » Aveva detto lui, dandole un buffetto sulla testa piumata e riportando l'attenzione sulla pergamena ancora linda poggiata davanti a sé. Da un cumulo di libri, afferrò il biglietto che gli era stato recapitato quella mattina e gli diede un'altra letta, passandosi distrattamente la mano fra i capelli. Quando si era ritrovato quel biglietto, Horus si era chiesto se Chrisalide non avesse sbagliato Caposcuola. Quel tipo di domande avrebbe potuto farle benissimo anche a Rose, visto che era lei la responsabile Serpeverde; in più, condividendo la stessa Sala Comune e lo stesso tavolo in Sala Grande, certamente sarebbe stato più veloce, per la Serpina, comunicare con lei. Alla fine, il suo nome a chiare lettere nella missiva della fanciulla era bastato per togliergli ogni dubbio, sebbene aleggiasse ancora, in Horus, la domanda fondamentale: perché lui? Probabilmente, si era infine risposto con una scrollata di spalle, Chrisalide aveva preferito tener nascosto il suo desiderio, qualora si fosse rivelato proibito, proprio alla sua Caposcuola, nel timore di una punizione. Timorosa com'era —nonché notevolmente problematica— di indole, era una spiegazione plausibile per quel comportamento atipico. Senza volerlo, Horus provò per lei un moto di tenerezza, al pensiero di come aveva reagito Chrisalide quando lui aveva scoperto la sua identità. Quella fanciulla era così timida e allo stesso tempo così pressata da oneri familiari che non si poteva non giustificare la sua eccessiva prudenza data da una probabile fragilità psicologica. Così, dunque, Horus allungò la mano verso la sua piuma blu notte e, dopo averla intinta nel calamaio, buttò giù due righe di riposta. Dopodiché, arrotolò con cura il messaggio e, assicurandosi che Hybis avesse finito la sua merenda, si avvicinò alla finestra.
« Ecco qui, piccina. Consegnala a Chrisalide Lovecraft, credo sia in giardino per l'ora di pausa, con questo bel tempo. La riconoscerai: i suoi capelli sono candidi come le tue piume » Disse, rivolto alla civetta e sistemandole il biglietto arrotolato alla zampa. La bestiola lanciò un acuto richiamo, tirando su la testolina tutta impettita e, dopo aver beccato affettuosamente le dita del Tassino, volò via alla ricerca del suo obiettivo. L'avrebbe certamente trovata.


 
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