Paint your life!, Riservata per Sophia Daver

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view post Posted on 24/6/2015, 17:35
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Oliver Brior

Paint your life with powerful colours!


Era pomeriggio inoltrato, più o meno le quattro e mezza, quando Oliver Brior aveva finalmente terminato di leggere il romanzo "Il Signore degli Anelli" che Peter, uno dei suoi compagni di stanza, gli aveva regalato in occasione del suo dodicesimo compleanno. Oliver aveva amato quella storia popolata da creature magiche, da stregoni, anelli incantati e luoghi fuori dall'ordinario, anzi si era pure meravigliato al pensiero che l'autore, un certo Tolkien, fosse di origini Babbane sebbene avesse una conoscenza così dettagliata della magia. Fantasia? Mha, non ci credeva più di tanto: forse il signore in questione non era altri che uno scrittore-mago che aveva scelto di fare successo in un mondo privo di Incanti e di bellezze. Il libro era stato affascinante e il Grifondoro, al termine della lettura dell'ultima pagina, aveva sentito un impellente bisogno di parlarne con qualcuno: purtroppo né Fred né altri amici erano in stanza quel pomeriggio, quindi niente da fare, non aveva potuto realizzare il suo semplice desiderio. Era stato steso sul letto per qualche minuto quando ad un tratto un'idea gli era balzata in mente: dipingere! Da quando non prendeva in mano i pennelli? Si era talmente concentrato sulla musica e sullo studio, da dimenticare un'altra sua grande passione. Oliver non era bravissimo nell'arte del disegno, anzi nelle varie feste di paese a Cork, la sua terra natia, amava sempre osservare i ritrattisti e i pittori sulle rive del fiume Lee, in procinto di trasporre la Natura su quadri che aveva di fronte. Non si cimentava in capolavori chissà quanto classici e straordinari, per lui la pittura era uno svago, un altro mondo di sfogo e di fantasia di cui soltanto lui riusciva a trovare la chiave. Con questi pensieri per la testa, aveva messo a soqquadro il suo baule e aveva scovato solo tre pennelli di setole diverse, posti in un sacchetto contenente qualche tempera dai colori principali, come rosso, blu, verde, giallo e nero. Recuperando un album da disegno e la sua chitarra classica che si era appoggiato sulle spalle come uno zaino, era finalmente uscito dalla Sala Comune. La sera prima aveva consultato la Mappa del Passaggio per perdere un po' di tempo e lì aveva scovato un'aula al quinto piano, dove solitamente non entrava nessuno: forse in passato era stata usata per le lezioni, chissà. Si diresse in quel punto e lo trovò facilmente. Con aria furtiva, quindi, il ragazzo entrò nella stanza e socchiuse la porta. Estrasse la chitarra, la poggiò sul muro e ricordò il modo per incantarla che il suo datore di lavoro, il proprietario di Evviva Lo Zufolo, negozio di musica, gli aveva insegnato. Un attimo dopo il luogo illuminato da un unica grande finestra che affacciava sul giardino di Hogwarts fu pervaso dalle note di una dolce sinfonia, un motivetto abbastanza allegro che fece sorridere il musicista. Il Grifondoro sistemò una sedia di legno accanto ad un tavolo diroccato e, preparando pennelli e tempere che spalmò sul sacchetto che aveva portato, si sedette e iniziò a tracciare alcune linee colorate sul foglio dell'album da disegno. Con la musica di sottofondo, Oliver si ritrovò a canticchiare inconsapevolmente, senza accorgersi che sulla carta bianca stesse prendendo vita un'immagine che ricordava un po' Fred con gli occhiali da Sole. Il cervello dell'uomo ritratto era un'esplosione di linee colorate e Oliver non sapeva se perfezionarlo o meno. Decise di continuare a giocare con quei colori, incurante delle mani già sporche di verde e blu.

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no'one
view post Posted on 29/6/2015, 21:31




*Che noia...* pensò per la milionesima volta quel giorno. Aveva esaurito le idee su come passare il tempo qualche ora fa e ora ciondolava per i corridoi aspettando il momento della cena; davvero triste e se si considerava che poi a quell'ora mancavano più o meno 3 ore, era anche peggio.
Si trovava in uno di quei momenti in cui aveva voglia di fare tutto e niente, quando il tempo ti sembra passare velocemente e invece poi ti accorgi che sono passati solo cinque minuti. Aveva pensato d'andare in biblioteca per fare qualche compito e ci aveva pure provato ma non era resistita molto, appena un'ora: quando ti accorgi di aver letto le stesse righe dieci volte senza capirci nulla c'è poco da fare.
Così era andata a posare i libri e aveva pensato che una bella passeggiata nel parco l'avrebbe aiutata a smaltire le energie e a rilassarsi ma il tempo non sembrava voler collaborare quindi se ne era tornata in sala comune. Anche qua non era passato molto prima che sbuffando seccata, abbandonasse la comoda poltroncina. Ed ora eccola qua, a girare per i corridoi della scuola come un'anima in pena. Lei che di solito preferiva la calma e magari anche un po' di solitudine, insomma starsene per i fatti suoi, adesso era pronta ad attaccare bottone con chiunque avesse una faccia conosciuta. Era proprio a bolla.
Fu una melodia molto lieve ad attirare la sua attenzione, se nel corridoio ci fossero stati altri rumori in sottofondo non l'avrebbe neppure notata. Nonostante il suono fosse attutito si capiva che veniva da una delle stanze vicino a dove si trovava lei.
Messa cosi, dietro ad ogni porta, con il sedere all'infuori e l'orecchio appoggiato alla porta sembrava la pettegola di turno, una spiona o peggio una maniaca se si considerava che i bagni dei prefetti erano da quelle parti. Ed effettivamente, per una volta aveva deciso di non farsi i fatti suoi ma anzi di curiosare in giro...era un'alternativa sempre sempre migliore del vagabondare in giro.
Al terzo tentativo, dietro ad una porta di legno massiccio socchiusa, sentì la musica chiaramente; non conosceva la melodia ma era piacevole ed orecchiabile. Senza alcuna esitazione infilò la testa nella stanza per dare un'occhiata: un ragazzino se ne stava chino su un grosso tavolo e canticchiava. Accostata alla parete una chitarra
*ecco spiegata la musica..*.
Abbandonato ogni indugio aprì completamente la porta ed entrò, attenta a non far rumore; voleva vedere cosa poteva tenere cosi impegnata una persona da non accorgersi della presenza di un'altra nella stanza.
Stava dipingendo.
Su un foglio prendevano vita un sacco di colori belli e accesi, mischiati l'uno all'altro senza tuttavia perdere intensità e armonia ma anzi acquistandone di nuova. Il che la portò ad una nuova conclusione: doveva trovare un hobby
.
"Ehi è molto bello sai?" le sfuggì prima che potesse ricordarsi della sua non presenza. Sperava che il tipo non si facesse venire un colpo per lo spavento.

 
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view post Posted on 30/6/2015, 13:30
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"'Cause that's the sound of silence, the sound of angel"
La chitarra classica aveva fatto partire il sottofondo musicale del brano The Sound of Silence del CD omonimo di Glenda Chittock, la presentatrice di Radio Strega Network, che Oliver adorava alla follia e che aveva avuto modo di ascoltare al negozio Evviva lo Zufolo, dove lavorava, proprio il giorno d'uscita. Il pezzo musicale era talmente bello da lasciarlo spesso senza parole: cantarlo, poi, era qualcosa di altrettanto straordinario. Tra l'altro, il suo strumento sembrava fungere quasi da memoria vivente di tutti i singoli preferiti dal suo suonatore: forse l'incanto di Velve, la sua concasata più grande di lui che aveva stregato la chitarra tempo prima per lasciarla suonare da sola, funzionava ancora a meraviglia. Canticchiando ancora quel motivetto, Oliver ripeté il ritornello con aria distratta, mentre faceva ondeggiare il pennello stretto nella mano destra sul foglio di carta che aveva posato sul tavolo. Aveva elaborato gli occhiali con una tempera scura, un nero che richiamava il buio, in contrasto con l'esplosione di colori attorno. Tutto sommato, gli piaceva un sacco. Intinse le setole nel verde e poi le posò sulla carta, continuando a dipingere. Era a buon punto quando una voce lo raggiunse. Scosso perché sovrappensiero, Oliver tracciò una striscia verde troppo evidente, come se fosse un filo che partisse dal cervello dell'uomo raffigurato nel dipinto. Sollevò lo sguardo sulla persona appena entrata - senza che lui se ne accorgesse, tra l'altro - e si ricordò di averla già vista in più di un'occasione. "Ehilà..." iniziò, pentendosi subito quando ricordò le regole del bon ton: "ehilà" non era di certo previsto dal galateo, anzi era un modo scortese per salutare qualcuno, secondo quel canone.
"Non ti ho sentita entrare, sei da tanto qui?" le chiese, più incuriosito che preoccupato di essere stato scoperto o spiato fin da quando avesse messo piede in quell'aula vuota.
"Ehi è molto bello sai?" le aveva detto la ragazza. Oliver si sentì riscaldato da una sensazione piacevole, ma sorrise per ringraziarla del complimento, senza aggiungere altro. Anzi, si ritrovò stranamente a pensare che la stessa fanciulla avesse utilizzato un "ehi" come inizio frase: chissà, magari non era tanto poco ortodosso come aveva sempre creduto, o meglio come gli avevano sempre fatto credere.
"Ma sbaglio o ti chiami Sophia?" aggiunse un istante dopo, mentre l'immagine della Corvonero indicatagli da Violet, una sua cara amica, comparve nella sua mente.
 
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no'one
view post Posted on 10/8/2015, 21:30




Il ragazzo non sembrò molto sorpreso della sua intromissione, si era aspettata un sussulto o quanto meno un urletto e invece l'unica reazione che aveva ottenuto era una semplice linea verde tracciata a caso sul foglio. Che poi volendo, con tutto quel colore la si poteva pure spacciare per fatta apposta.
"Sono entrata 2 minuti fa, ho sentito la musica..." rispose distratta continuando a fissare il dipinto. Quasi quasi le dispiaceva non essersi fatta sentire mentre entrava nella stanza.... *naaaa nevvero*. Ora che non rischiava più di disturbare nessuno si prese la libertà di curiosare in giro, avvicinandosi alla chitarra che continuava a trasmettere musica ininterrottamente quasi come fosse una radio. Inginocchiandosi, le diede qualche colpetto con il dito anche se non accadde niente, la musica continuava ad uscire indisturbata... strano trucchetto. Attenta a non farla cadere la prese in mano e dopo essersi comodamente seduta, iniziò a strimpellare qualche nota a caso; lei non sapeva suonare nessun strumento e mai si era interessata alla musica, era entrata nel coro solo per poter avere qualcosa da fare, con la speranza di trovare un passatempo piacevole. Chissà magari in futuro le cose sarebbero cambiate.

"Ma sbaglio o ti chiami Sophia?"

Alzò gli occhi dallo strumento per fissarli sul viso del ragazzo. A pensarci bene, ora che lo guardava, si ricordava di averlo visto da qualche parte ma dove? Ah si! Il coro e Violet. Era uno dei suoi amici secchioni, con cui le piaceva tanto chiudersi in biblioteca *il piccolo lord delle buone maniere* a parte poche occasioni, non ci aveva mai scambiato più di tre parole, il suo modo di fare che non la convinceva del tutto. Troppo gentile.
"Non ti sbagli. E tu sei... Oliviero no?" ok sapeva il suo nome vero, lo aveva chiamato così apposta.

 
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view post Posted on 11/8/2015, 16:27
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NON.TOCCARE.LA.MIA.CHITARRA.
La mente di Oliver divenne un Inferno in un battibaleno. Le mani presero a tremare, mentre le dita che impugnavano il pennello tracciò così tante linee sul foglio da sembrare un'esplosione di verdi dalle varie tonalità. Cercò di deglutire per evitare di far sprizzare fuoco dal cervello, osservando con occhi leggermente socchiusi la sua chitarra classica che veniva toccata, poi presa e poi addirittura suonata dalla ragazza. Come osava? Fece appello al suo contegno, per fortuna il galateo prevedeva anche situazioni difficili dove tener fronte a vari problemi era davvero complicato.
"Ti dispiacerebbe posarla? E' stregata in modo da suonare da sola, ma non ho castato io l'Incanto, quindi se si interrompe, ecco, sarò senza musica" disse, forse troppo velocemente per poter sembrare una richiesta gentile. Ma al diavolo la formalità, al momento tentava solo di non spezzare il pennello che stringeva ancora. Lo posò sul dipinto proprio per evitare di commettere un gesto simile, quindi si sfregò le mani e osservò la ragazza con un sorriso stentato.
"Oliviero"
No, ma faceva sul serio?
"Oliver, non quello che hai detto tu" corresse, il tono di voce quanto più cordiale possibile.
"Tu sei la ragazza che mi ha chiamato Piccolo Lord, vero? Al giardino, ricordi?"
Non poté fare a meno di lasciarsi scappare una risata, forse più per smorzare la sua stessa tensione che per la frase in sé: del resto, Sophia non era certamente la prima a chiamarlo in quei termini; la gentilezza non aveva dimora ad Hogwarts, a quanto pareva. Eppure, la Corvonero gli sembrò simpatica a primo impatto: del resto, non aveva usato quegli appellativi in senso negativo né con l'intento di offendere. Almeno Oliver lo sperava. La sua ironia la rendeva, come dire, affascinante. E poi era una bella ragazza, ovvio. Sarebbe stata ancora più adorabile se avesse posato la sua chitarra classica.
 
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no'one
view post Posted on 12/8/2015, 21:37




Due occhi che fissavano prima lei e poi lo strumento che aveva tra le mani.
Mani che si muovevano sul ritratto in modo forsennato, agitato.
Nocche bianche nello sforzo di stringere un povero pennello che rischiava di spezzarsi da un momento all'altro.
Sembrava che il giovane Oliver stesse per avere un collasso da un momento all'altro e la cosa la divertiva enormemente. Vedere come si agitava per la sua chitarra quasi quasi la commuoveva ma più che smetterla, questo la invogliava anche a continuare con quel giochino
- Sai essere davvero dispettosa a volte! - una vocina che conosceva molto bene risuonò nella sua mente ma lei noncurante la scacciò.

"Ti dispiacerebbe posarla? E' stregata in modo da suonare da sola, ma non ho castato io l'Incanto, quindi se si interrompe, ecco, sarò senza musica"

L'irritazione che accompagnava quel vomito di parole era mal mascherata anche se doveva ammettere che lo sforzo per mantenere le buone maniere di cui andava tanto fiero era lodevole. Lei piuttosto avrebbe tolto di mano l'oggetto senza nascondere poi così tanto ciò che provava. Ciò la spinse ad ignorare completamente la richiesta, andando a stringere l'oggetto ancora più forte al petto. Ad essere totalmente sinceri pizzicò a caso una delle corde per semplice spirito di contraddizione.
"Si ricordo benissimo, ricordo anche perchè ti chiamai così" rispose guardandolo dritto negli occhi mentre faceva passare la mano sull'intero bordo della chitarra "è stato un'incontro piuttosto strano. Ma so altro di te grazie a Violet... a quanto pare le stai simpatico" con una mossa fluida si alzò, le gambe iniziavano a formicolarle "sei un ragazzo dalle così buona maniere, bravo in molte cose..." continuò "Ci tieni molto all'etichetta, al galateo..." poi perse la presa sullo strumento. Un sorrisetto sardonico le sfuggì dalle labbra mentre guardava il viso del ragazzo; poco prima che la chitarra toccasse il suolo riuscì ad afferrarla per una delle estremità evitando così uno spiacevole incidente.
*Per fortuna non si è fatto male nessuno* lo scherzetto era stato del tutto improvvisato, dettato più dalla voglia di scatenare una qualche reazione che fosse diversa da quel fastidioso sorriso bonario che faceva sempre bella mostra sul viso del ragazzo. Sapeva perfettamente di essere stata un''incosciente, non poteva sapere se sarebbe riuscita a prendere l'oggetto prima che sfiorasse il pavimento ma a quanto pareva la fortuna era stata dalla sua parte. Minimo se ci avesse riprovato avrebbe fatto un macello e ad Oliver sarebbe venuto un infarto sul posto.

 
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view post Posted on 13/8/2015, 12:11
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"Mi sento male" ripeté mentalmente Oliver, senza riuscire a nascondere più il tremolio delle mani. Nel momento stesso in cui vide la sua chitarra quasi cadere al suolo, il pennello nelle sue dita si spezzò con un sonoro CRACK. Il Grifone lo lasciò andare sul dipinto, totalmente dimentico adesso della sua intenzione di riportare alla luce la passione per la pittura e il disegno; non contava nulla, in quella stanza, se non il fatto che il suo strumento fedele musicale stesse in pericolo. Stava cadendo... insomma, se Sophia non l'avesse afferrata al volo - afferrata poi per il manico, come se fosse una coda da tirare! - a quell'ora avrebbe detto addio non solo alla musica quando ad una parte della sua vita. Oliver estrasse la bacchetta magica come una furia, la puntò contro la chitarra, fece scattare il polso verso destra, tracciando nell'aria di fronte a sé una sorta di cerchio dal basso verso l'alto. Sferzò il vuoto verso lo strumento mentre pronunciava correttamente la formula magica.
"Wingàrdium Leviòsa" disse, attento ai due accenti tonici delle sillabe Gàr e Viò. Un istante dopo la chitarra classica, la sua amata chitarra classica, sfrecciò verso l'alto e Oliver la fece giungere fino a sé. Concluso l'Incanto di Librazione, osservò lo strumento e sembrò accarezzarlo, mentre lo poggiava sul bancone, spostando dipinto, pennelli e tempere varie. La musica stregata era scomparsa, ma non importava. Stizzito, alzò lo sguardo sulla Corvonero.
"Adesso va molto meglio"
Una parte di sé era ancora nervosa, a tal punto da voler scatenare un uragano, ma l'etichetta non avrebbe previsto un simile comportamento. Scrollò il capo per riacquistare il proprio autocontrollo, infine simulò una sorta di sorriso.
"Sì, Violet è davvero una brava persona, ha parlato bene anche di te e ha detto che tu sia molto, ecco, divertente"
 
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no'one
view post Posted on 25/9/2015, 12:30




Esecuzione impeccabile non c'era che dire, lei non avrebbe reagito allo stesso modo ma cosa si aspettava? Non conosceva Oliver molto bene, anzi meglio dire quasi per niente ma quelle poche volte le erano bastate per capire almeno un po' com'era fatto. Un reazione rabbiosa? Non sarebbe stata da lui.
Inoltre doveva ammettere di essere stata alquanto dispettosa nei suoi confronti e QUESTO non era da lei. Solitamente con chi non conosceva, preferiva starsene sulle sue e vedere come andavano le cose, un atteggiamento distaccato che, secondo lei, le permetteva di essere imparziale. Con quel ragazzo? Tutto inutile. Le sue buone maniere invece di farlo apparire "carino" le passavano tutt'altra impressione
*Faaaaalso * pensò senza volerlo. Una delle prime cose che i genitori le avevano inculcato nella testa era il controllo delle emozioni: mai sbilanciarsi troppo, mai essere avventati. Oliver? Già al secondo incontro, a pelle, dopo averci scambiato si e no due parole, le aveva fatto salire dei brividi sulla schiena e non di quelli positivi.
Quello che realmente la metteva a disagio era il non sapere il fine di tutta quella ossequiosità. Lo faceva apposta? E poi perchè doveva essere così gentile? Era per essere accettato o perchè davvero gli veniva spontaneo?
E lei perchè diavolo si stava rompendo l'anima su questa cosa? Davvero...


"..... ha parlato bene anche di te e ha detto che tu sia molto, ecco, divertente"

Ritornando alla realtà si accorse che il ragazzo le stava parlando "Eh? Ah.. si.. divertente, si.. lo sono...?" di cosa cavolo stavano parlando? Schiarendosi la voce, per accantonare quel momento di incertezza, si avvicinò al tavolo e ci si sedette sopra "Allora Oliver, che disegni?" gli chiese mentre allungava il collo per vedere di nuovo l'opera del compagno di scuola.

 
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view post Posted on 16/11/2015, 12:14
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Per la prima volta da troppo tempo, Oliver non era in grado di comprendere il tono del suo interlocutore. Lo stava prendendo in giro con quei complimenti forse per niente considerati tali dalla ragazza di fronte a sé. Come aveva detto prima? "Sei un ragazzo dalle così buona maniere, bravo in molte cose": quindi era o meno un apprezzamento? Poi aveva continuato, aggiungendo una frase come: "Ci tieni molto all'etichetta, al galateo". Be', quello non era di certo un mistero, bastava scorgere i suoi comportamenti, il modo in cui muoveva il capo quando doveva salutare qualcuno più grande di lui e non solo, quando doveva scegliere una forchetta al tavolo Grifondoro in Sala Grande prima di dare il via alle danze con il cibo oppure, per presentare un esempio di quella stessa circostanza, quando impugnava un pennello: anche un gesto così semplice assumeva un tocco di classe fuori dal comune, poiché Oliver non avvolgeva tutte le dita della mano destra intorno lo strumento da pittura, al contrario lo abbracciava delicatamente, tenendolo stretto tra indice e pollice mentre tracciava lunghe sfumature di colore sul foglio di carta che aveva portato in quell'ufficio vuoto per dare libertà di espressione alla sua passione.
"Credo di sì, sei divertente e anche impertinente, sai" rispose, mettendo leggermente da parte il suo bon ton per chiarire le sue intenzioni poco amichevoli, al momento, dato il colpo al cuore che la Corvonero gli aveva fatto provare con la sua chitarra. Fortunatamente l'Incanto di Librazione aveva sortito l'effetto sperato, pertanto adesso lo strumento musicale era riposto al sicuro accanto a sé, appoggiato ad una sedia di legno dove un attimo prima l'Irlandese si era seduto. Scelse un pennello dalla punta acuminata, le setole quasi come spine di un fiore, quindi lo intinse nella tavolozza di colori, puntando al blu. Con riacquistata gentilezza, fece un segno alla ragazza nella stanza, invitandola ad avvicinarsi maggiormente per osservare il disegno che già stava guardando dall'alto della sua spalla. Si scostò per mostrare quel dipinto strano, quasi senza logica.
"L'uomo dei colori, lo chiamerò così. Non ricorda una sorta di metafora della vita? Tanti colori che formano un corpo, ma non è delineato né preciso, come la vita che è sempre un'eterna sorpresa" disse, illustrando la semantica che aveva associato a quel quadro. Troppe parole, uno stile di sicuro artificioso, ma Oliver era fatto così e in quel momento non era molto propenso a sciogliersi in presenza di una studentessa che aveva attentato alla cosa a lui più cara. Non toccate la mia chitarra: già, forse scriverlo su una maglietta non sarebbe stato male, magari avrebbe dovuto fare un salto da Madama Malkin a Diagon Alley per chiederle se fosse fattibile una t-shirt del genere. Qualche nota di contorno, stilizzata e di un bel blu sgargiante, sarebbe stato l'ideale. Ritornò con i piedi per terra, allontanando quei pensieri del tutto assurdi, quindi tracciò un'altra pennellata di blu scuro sul dipinto, creando una sorta di aureola sul volto del tizio che aveva disegnato pochi istanti prima.

Eh già, dire "ritardo" è dire poco: bando alle ciance, ti ho scritto privatamente circa questa role. Un cuore per te e la tua pazienza, Simpatia ♥

 
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no'one
view post Posted on 7/3/2016, 21:07




“Credo di si, sei divertente e anche impertinente, sai”

Non fu difficile riconoscere un pizzico di acredine nella voce del ragazzo mentre pronunciava le ultime parole di quel commento nato con un complimento. Impertinente... doveva iniziare a contare le volte in cui le veniva detto sulle dita di due mani ormai “auch il mio cuoricino è stato duramente colpito!” mimando un colpo al petto si piegò in due sogghignando subito dopo mentre si rimetteva comoda “credo che lo prenderò come un complimento” sapeva suonare, se la cavava con la pittura, possedeva maniere eccelse e si destreggiava bene con gli incantesimi: cos'altro nascondeva quel ragazzo? Troppo virtuoso per essere vero....?
Forse il suo piccolo scherzo lo aveva scosso più di quel che credeva, se avesse avuto dei super poteri avrebbe potuto toccare con mano l'evidente muro che aveva messo tra loro e fu per questo che nel tempo che seguì lo lasciò dipingere e spiegare poi il significato dietro a tutte quelle pennellate. Il risultato del suo lavoro altro non era che una persona composta solo da colori, cangianti o meno che bene si adattavano alla visione della vita e forse delle persone che Oliver aveva appena cercato di descriverle a parole, una visione piuttosto positiva e affascinante.
Delicatamente gli prese il pennello dalla mano e scendendo dal tavolo, con un movimento dei fianchi, lo fece spostare per avere più spazio. Riflettendo intinse il pennello nella tavolozza, mischiando vari colori a caso per creare un colore di una tonalità scura non ben identificata; concentrandosi disegnò sopra all'aureola una nuvola un po' più grande
"sembri un ragazzo buono anzi sono quasi sicura tu lo sia senza ombra di dubbio ma stai attento perché dietro a questa" indicò il cerchio di un bel blu "ci possono essere queste" e disegno delle piccole corna "come dietro a tutti questi colori ce ne possono essere di meno brillanti" appoggiò il pennello accanto alla tela, osservando il suo lavoro. Davvero pessimo, il disegno non era proprio il suo forte, la nuvola sembrava un palloncino scoppiato e rattrappito mentre le due corna più che altro assomigliavano a due apostrofi posizionati senza un senso. Ok non voleva essere cosi catastrofica ed era abbastanza sicura fosse arrivato il momento per lei di levare la tenda.
"Bene! direi che è meglio se me ne torno in sala comune, tra poco si cena, io ho una fame da lupi e credo di aver combinato abbastanza guai per oggi.. è stato interessante conoscerti!" disse tutto d'un tratto dirigendosi verso la porta "ci si vede in giro... Oliviero!" rivolgendo un sorrisetto di scherno e salutando con la mano abbandonò la stanza incamminandosi lungo il corridoio. Quel pomeriggio che era partito nel peggiore dei modi alla fine si era rivelato particolarmente piacevole.

"come la vita che è sempre un'eterna sorpresa"

 
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