Somebody that I used to know, Privata per Chrisalide

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view post Posted on 17/7/2015, 13:45
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Tassorosso
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vnd8oTX

Quella sera si sarebbe svolta la festa (o pigiama party, comunque la si volesse chiamare) organizzata in onore degli Ateniesi. Un modo per legare, per creare tra gli eterogenei membri una sorta di solidarietà, o magari solo per ripagarli della fatica compiuta per consegnare quattro parole, in apparenza insignificanti. Dal canto suo, Elhena dubitava assai che una missione e una festa successiva fossero sufficienti a farle superare la linea di demarcazione tra cortese conoscenza e amicizia con la maggior parte degli altri Ateniesi. Non si poteva dire che non si fosse avvicinata, almeno un pizzico, a persone di cui già si fidava, come Niahndra o Zoey o Eloise, ma nei confronti di altre, miss Rose e miss Von Eys in primis, la diffidenza era rimasta. Certo, non si immaginava affatto di invitarle a prendere un tè con i pasticcini.
Comunque, la festa era stata organizzata, si sarebbe svolta quella sera e chissà che non fosse l’occasione per muovere un passo ulteriore fuori dal guscio protettivo in cui la Tassa si sarebbe volentieri rintanata vita natural durante, se solo avesse permesso al suo Id di comandare. Non amava le feste, di qualunque genere fossero, persino al mini party organizzato da Leah qualche mese prima il disagio non l’aveva abbandonata. Alle feste si sentiva di troppo, faticava a gestire più di una persona alla volta, puntualmente si ritrovava a piluccare stuzzichini o a confondersi con la tappezzeria. Il fatto che non riuscisse mai a trovare un accompagnatore (o accompagnatrice) non faceva che peggiorare la situazione. Due fattori le impedivano di fare il primo passo, di prendere l’iniziativa e di essere lei stessa ad invitare qualcuno: la timidezza e l’educazione ricevuta.
La prima era una causa più che sufficiente. Se poi a questo si aggiungeva quanto le aveva inculcato nonna Patricia, nonostante le continue e accese proteste di Lysa, cioè che una ragazza di buona famiglia non andava in giro ad elemosinare un invito al ballo, il quadro poteva dirsi completo. Gli Attwater non erano nobili, abbastanza ricchi, collocati nell’alta borghesia magica, questo sì, ma non nobili. Tuttavia i Fitzwarren lo erano, al punto da sposarsi tra cugini per mantenere la purezza di sangue, con risultati talvolta disastrosi, e gli insegnamenti impartiti erano severi. Le donne potevano essere fiere, indipendenti, spesso più potenti dei loro fratelli o padri o cugini, ma esistevano linee da non superare. Fare il primo passo nell’invitare qualcuno, era fra queste.
Elhena, suo malgrado, aveva finito col fare sua tale convinzione. Del resto, a ben pensarci, si adattava a lei, da quando, bambina, aspettava con trepidazione che fossero gli altri a cominciare la conversazione.
Dunque, la sera ci sarebbe stata la festa e ancora non aveva deciso cosa indossare. Ottimo, scelta da ultimo minuto. Presentarsi in pigiama era fuori discussione. Probabilmente si sarebbe fatta un giretto a Diagon Alley nel pomeriggio e sarebbe passata da Vestiti e Vestiti. O, comunque fosse, qualcosa si sarebbe inventata. Ora, invece, qualcos’altro richiedeva la sua attenzione: Chris. Quel ragazzino, che tanto l’aveva incuriosita anni prima, era stato alquanto criptico nella sua missiva, ponendo l’accento su una parola “cambiamenti”.
La Tassa si strofinò gli occhi – dopo una settimana intensa, la sveglia aveva dovuto trillare per dieci minuti buoni prima che la ragazza si decidesse a scollare le palpebre e ancora il sonno si ostinava a farle la corte – andando a sistemare il cerchietto. Caso raro, i capelli cadevano liberi sulle spalle, freschi di shampoo. Nell’attesa aveva un libro aperto sulle ginocchia, quel “Apologia di un’ingiustizia” che Peverell le aveva regalato.

 
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~Bathory
view post Posted on 18/7/2015, 02:25





Chrisalide E. Lovecraft

☩ Lingue ardenti di fiamma invisibile
imprimono il marchio dell'inferno sulla mia anima esausta. ☩

image Sedendo sul bordo del proprio letto, la piccola Serpeverde stringeva tra le mani il biglietto che Elhena le aveva inviato poco tempo prima. Leggeva e rileggeva quelle parole che le davano appuntamento... sapeva che era ora di andare, di affrontare il proprio destino, ma aveva talmente tanta paura di perdere l'amicizia di Elhena che non riusciva a darsi una mossa. Dopo dieci minuti, conscia di essere gia' in immenso ritardo, decise finalmente di agire. Scese dal letto, cambiandosi d'abito ed indossando un completo nero. Maglia a maniche lunghe nera e pantaloni neri che creavano un contrasto con la sua pelle nivea che a lei piaceva molto. Le scarpe erano dei semplici stivaletti neri di pelle, indossate nonostante il caldo dell'estate.
Era una ragazzina freddolosa in fondo, ed anche con temperature elevate aveva difficolta' a mantenere una temperatura corporea decente. Osservando il contenuto del proprio baule, decise di coprirsi ulteriormente con un mantello nero dal cappuccio largo che poteva coprirle il volto completamente. Non voleva Elhena pensasse avesse sbagliato stanza. Una volta pronta, dunque, recupero' la propria bacchetta magica e la pochette e saluto' Ade. 《Rimani qui e riposa, non so a che ora tornero'...》 Diede un bacio sul capo del micetto e si reco' all'esterno del dormitorio.

Avvolta nel mantello attraverso' la sala comune, scansando ragazzini in festa e iperattivi, raggiungendo finalmente l'uscita. Il tragitto che la separava dai Sotterranei al quarto piano fu un vero e proprio viaggio. Le scale non si decidevano a collaborare e per altri dieci minuti buoni perse la testa per trovare la scalinata adatta che l'avrebbe portata dove doveva andare. La prima che imbocco' la condusse ad un vicolo cieco del primo piano. Cambio' dunque rampa e ne prese un'altra, arrivo' al terzo piano, e costretta ad un altro vicolo cieco, dovette fare il giro largo e prendere un'altra scalinata che la riporto' al piano terra. Frustrata e stanca, si accodo' ad un paio di docenti che vide salire e finalmente fu capace di raggiungere il fatidico quarto piano.
Con il fiatone, trovo' dopo un paio di secondi la porta dell'ufficio vuoto, che spinse con lentezza dopo aver chiesto a suo nonno aiuto dall'alto. Sospiro', dunque ando' ad aprire completamente la porta, prestando attenzione al cappuccio che la coprisse completamente in volto per non mostrarsi da subito alla Tassorosso. Chrisalide fece un piccolo colpo di tosse nel vedere all'interno dell'aula il profilo della ragazza. Era cambiata, nel volto e nello sguardo, sembrava...cresciuta.
Lei invece era come andata a ritroso. Chris era quello impavido, coraggioso, strafottente e provocatorio. Lei era come un frammento di cristallo, ricoperto di piume. Da quando era "rinata" era come se fosse tornata bambina e tutto era nuovo e da imparare. La sua timidezza non aveva nulla a che fare con l'atteggiamento del suo alter ego. Fece un passo all'interno, chiudendosi la porta alle spalle lentamente. Un altro colpo di tosse, e poi parlo' cercando di imitare la voce di Chris. 《Dobbiamo seriamente parlare...》
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view post Posted on 19/7/2015, 12:49
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vnd8oTX

Chiuse il libro all’udire la voce di Chrisalide, che per lei ancora aveva le fattezze di Chris, premunendosi prima di controllare il numero della pagina cui era arrivata. La voce non era come se la ricordava, ma in principio non se ne crucciò. Non solo erano passati anni dall’ultima volta in cui l’aveva sentita, ma non era mai stata molto brava a rammentare i suoni. Aveva un’ottima memoria per i visi, questo sì, abilità che spesso le era tornata utile nel suo lavoro da barista, quando a volte riusciva ad anticipare i desideri dei clienti abituali; i suoni, tuttavia, erano tutto un altro discorso. Comunque posò il tomo sul banco e si voltò.
“Oh!”
Giusto un’esclamazione, con le labbra arricciate e la bocca che si chiudeva a mimare il suono. Un “oh” di sorpresa totalmente giustificato. Perché la ragazzina davanti a lei non era Chris. Se non le avesse parlato poco prima, se non avesse avuto almeno la voce che la ricollegasse, in qualche modo, al bambino che le aveva regalato il nastrino, ormai malconcio, che ancora faceva bella mostra attorno al polso, la Tassa l’avrebbe invitata con gentilezza ad andarsene, affermando di stare aspettando qualcuno. Solo che quel qualcuno era davanti a lei.
“Cambiamenti, eh?”
La pallida ragazzina che aveva da poco chiuso la porta dell’ex ufficio alle sue spalle non le era del tutto sconosciuta. No, l’aveva già vista qualche mese prima, da Florian, in compagnia di Zoey. Già allora una campanella aveva squillato in sordina nella mente della Tassorosso, forse troppo debole (o troppo fugace) perché la giovane potesse davvero prestarvi attenzione. Un insieme di flash, di immagini sbiadite, che sfrecciavano per la memoria e, come una moltitudine di farfalle, rifiutavano di essere catturate e confrontate. Restavano solo il Chris dei suoi ricordi e la bambina dai capelli di neve.
Chris era un maschio. Di fronte a lei stava una creatura che, fino a prova contraria apparteneva al genere femminile.
Chris aveva la chioma castana. Quella della bambina era così candida da far pensare che qualcuno avesse confuso lo shampoo con la candeggina.
Chris aveva la pelle appena olivastra. Quella della bambina era diafana, quasi trasparente.
Chris era stato una finzione. La ragazzina, la piccola e fragile bambola di porcellana, era la verità. Elhena inspirò con naso, per riordinare i propri pensieri. Si sentiva come se, di colpo, qualcuno le avesse rivelato che, fino a quel momento, aveva sempre visto il mondo attraverso una lente in grado di distorcere le forme e non si fosse ancora abituata alla visione normale. Normale per gli altri, assurda per lei.

“Sei così pallida” si lasciò sfuggire. Come si chiamava quella malattia che cancellava ogni pigmento di colore? Ah, sì, albinismo. Una singola lacrima, l’impressione di una striscia appena più chiara sulla pelle, la colpa data alla luce. Tutto, ora, acquistava senso.
“Credo che dovremmo ricominciare da capo” affermò con decisione. Cominciare dal principio, da un semplice “come ti chiami”. Non c’erano sedie nella stanza, fatta eccezione per quella su cui era seduta, ma era una mancanza cui sarebbe stato facile sopperire. Si alzò.
“Siediti” invitò, indicando la seggiola. Quindi pescò dalla tasca della gonna una matita un poco mangiucchiata, ma ancora abbastanza lunga. La posò sul pavimento, poi fece un paio di passi indietro, e vi puntò contro la bacchetta. Infine inclinò per tre volte il polso.
“Scabellum!”
Ora, seduta con cautela su uno sgabello un poco traballante, giunse le mani in grembo.
“Qual è il tuo vero nome?”

 
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~Bathory
view post Posted on 23/7/2015, 10:15





Chrisalide E. Lovecraft

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image Sei così pallida. Fu il commento iniziale della tassina, unito ad uno sguardo talmente pesante da far sentire Chrisalide a disagio. La Serpeverde si strinse nelle spalle posando il proprio sguardo sulla ragazza davanti a se'. Quasi non sembrava piu' la dolce tassorosso con cui aveva fatto amicizia anni prima, quando ancora era nei panni di Chris.
Storse la bocca nel sentir su di se' quello sguardo talmente critico da farle pensare di starsi trovando vittima di una radiografia babbana. Di certo non era la sola ad esser cambiata! Si sentiva sotto un riflettore, o meglio, sul banco degli imputati in una stanza della corte del ministero. Deglutì, non le piaceva affatto l'aria che si era venuta a creare.
Poi, la tassorosso le disse che avrebbero ricominciato da capo, evocando uno sgabello. Perfetto, ora sì che si poteva cominciare il processo!
Chrisalide prese posto in silenzio, ricordandosi che comunque Elhena era divenuta un prefetto. E non suonava troppo emozionata alla vista della sua vera identita', dunque doveva andarci piano, stando attenta a non offenderla o farla innervosire... Non le sarebbe di certo piaciuto perdere punti. Arpionando le proprie ginocchia chino' il capo, attendendo una prima qualunque domanda.
Le chiese come si chiamava... come se fosse un serial killer al quale vengono chiesti i nomi delle proprie vittime.
《Chrisalide...Il cognome lo conosci.》 RIspose senza entusiasmo, volgendo il viso in direzione della finestra.
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view post Posted on 24/7/2015, 05:55
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Chrisalide rispose rigidamente. Elhena se ne preoccupò. Che la Serpina avesse mal interpretato il suo umore? Lo stupore era stato confuso con la rabbia; là dove avrebbe voluto essere comprensiva era riuscita a trasmettere solo indifferenza. Poggiò i gomiti sulle ginocchia e sorrise.<v>
"È davvero un bel nome" considerò con sincerità. Pensò che si addicesse alla ragazzina. * Un giorno volerà via come farfalla *
"Chrisalide, non voglio metterti sotto accusa. Sono soltanto stupita" proseguì. Dove finiva il vero e dove cominciava la menzogna. Chrisalide e Chris differivano solo nell'aspetto fisico o anche le personalità, se sovrapposte, non avrebbero combaciato perfettamente?
"Quel giorno ti ho conosciuta come Chris. Ora vorrei sapere qualcosa della vera te. Perché vorrei esserti amica"
cercò di spiegare.
* Perché sei una delle poche persone che qui ad Hogwarts posso arrischiarmi a considerare amiche *
Sollevò una mano, spinta dal desiderio di sfiorare i capelli candidi della bambina, e per timidezza la lasciò sospesa a mezz'aria. Le ricadde in grembo.

"Mi hai preso alla sprovvista"
sospirò, sperando che il tono non suonasse eccessivamente duro. Era come se avesse vissuto conservando un simulacro, un ricordo privo di sostanza. Sfiorò sovrappensiero il nastro legato al polso, ormai grigio chiaro e dalle estremità sfilacciate. "Sei stata tu a darmelo, vero? Tu come Chrisalide, intendo."


Sono dal cellulare. Perdona la risposta breve
 
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~Bathory
view post Posted on 31/7/2015, 09:22





Chrisalide E. Lovecraft

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"Quel giorno ti ho conosciuta come Chris. Ora vorrei sapere qualcosa della vera te. Perché vorrei esserti amica"
Le parole che seguirono tuttavia, la fecero tranquillizzare almeno un po'. Sospiro', osservando la tassorosso con occhi nuovi, spostandosi un po' della frangia da davanti agli occhi. Il solo venir a sapere che Elhena voleva ancora esser sua amica la fece sorridere, e ritrovare il buon umore. 《Davvero? Mia amica? Sarebbe fantastico! Ne sarei davvero felice!》 Disse in preda all'entusiasmo.
"Mi hai preso alla sprovvista. Sei stata tu a darmelo, vero? Tu come Chrisalide, intendo." Come aveva intuito quando vestiva i panni di Chris, Elhena si era rivelata sveglia ed attenta ai dettagli. Aveva capito che quel regalo veniva da lei e non dallo spocchioso sottuttoio. Si alzo' dalla sedia, guardandola con gli occhi colmi di speranza.
《Esatto, era da parte mia, soltanto da parte mia...Lui... lui non e' una buona persona... e' cattivo, e' snob... e vive per far felice mio padre...》 Disse tutto d'un fiato, le mani unite sulla gonna scura. 《Ricordi...ricordi quello che ti dissi? Essere qualcuno che non sei... era quello a cui mi riferivo... 》 Fece una pausa, sedendosi nuovamente sullo sgabello e sospirando. 《Quando mia madre e' morta... mio padre ha deciso di far di me il figlio maschio che voleva...》 Si passo' una mano dietro alla testa, facendo una piccola smorfia. 《Tutto cio' che fosse femminile che apparteneva a me venne distrutto... Mio padre decise che sarei stata educata come un ragazzo, indossato abiti maschili, giocato a giochi da maschi...》 Sbuffo' appena, un po' in difficolta'. 《E' per questo che sono stata iscritta ad Hogwarts nei panni di Chris... Quando ci conoscemmo, mi trovavo in una fase di negazione mentale... Iniziavo a star stretta nei vestiti di Chris, volevo essere me stessa...Non chi mio padre vuole che sia. Lui no sa che ho iniziato a rifiutarmi di interpretare quel perfettino di Chris...se lo sapesse... credo mi ucciderebbe...》 Torno' a fissare Elhena negli occhi sperando che non ce l'avesse con lei.
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view post Posted on 10/8/2015, 18:50
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La giovane Tassa ascoltò con calma e attenzione quello che Chris aveva da raccontare. Anzi, Chrisalide. Ancora non si era abituata al vero nome dell'amica. O del fatto che fosse una ragazza. Chrisalide, come il passaggio tra il bruco e la farfalla. Un nome alquanto azzeccato, si ritrovò a pensare. Dubitava che i genitori della bambina l'avessero battezzata con tale significato in mente, almeno secondo le parole della Serpeverde; tuttavia Elhena non la conosceva abbastanza per esprimere un giudizio. Quel poco che credeva di sapere sulla Serpina si era frantumato, andato in frantumi come un lampadario di cristallo colpito da un boeing, sarebbe stato un atto di presunzione pensare di potersi immischiare nelle sue faccende familiari. Soprattutto se erano incasinate come le stava descrivendo Chrisalide.
"Brutta storia"
, poté solo commentare. Non era abbastanza. Era banalmente disgustoso.
Dopo un momento di riflessione, abbastanza per ringraziare di avere due genitori amorevoli, aggiunse:
"Ripeto la mia convinzione che servirebbero dei Servizi Sociali magici."
Non si pose il problema che alla Serpeverde fosse noto cosa fossero i Servizi Sociali. Né che andasse al di là dell'immagine popolare costruita a suon di telefilm, di persone senza cuore che strappavano i bambini alle famiglie, per poi sballottolarli da un affidatario all'altro, come tanti pacchi parlanti.
Invece tese la mano, quasi a sfiorare quella di Chrisalide.
"Io ho poca esperienza in queste cose, ma se posso fare qualcosa non hai che da chiedere."
Cercò di immaginarsi come potesse essere vivere fingendo ogni santo giorno di essere un altro, per di più costretti da chi avrebbe dovuto proteggerti.

"Suonerà banale, ma ne hai parlato con un docente?"

Ma, soprattutto, se non l'avesse invitata al party di Peverell, quanto tempo ancora sarebbe trascorso prima che l'amica la informasse della sua vera natura. Mesi? Anni?
A Elhena venne in mente un brano di "Out of Oz", lettura estiva di un paio di anni prima.
Tip non è Tip. E io non so più cosa pensare.



Sono dal cellulare. Perdona il post corto
 
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~Bathory
view post Posted on 16/8/2015, 07:46





Chrisalide E. Lovecraft

coderole
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"Brutta storia. Ripeto la mia convinzione che servirebbero dei Servizi Sociali magici." Fu la risposta della tassina a quanto detto poco prima. Chrisalide inclino' il capo guardandola con attenzione. Le credeva?
Si morse appena il labbro, guardandosi attorno senza sapere bene cosa dire. Sapeva cosa fossero i Servizi Sociali, e sapeva di averne gia' parlato con Elhena nel loro primo incontro, ma non era tornata molto su quei pensieri. A parte, ovviamente, l'essersi rivolta al ministero che si era rivelato un immenso buco nell'acqua. Quasi come a leggere i suoi pensieri, la tassa continuo', sfiorandole appena la mano e ridestandola dal piccolo momento di trance.
"Io ho poca esperienza in queste cose, ma se posso fare qualcosa non hai che da chiedere." Chrisalide risollevo' lo sguardo sul viso cambiato di Elhena, ma abbozzo' un sorriso subito dopo, sentendo un macigno sgretolarsi dal proprio cuore, sollevata da quelle parole tanto gentili.
《Io... non so cosa dire... ti ringrazio, innanzitutto per credermi. E' stato un anno davvero difficile per me... riuscire a combattere le imposizioni mentali che mio padre aveva inculcato nella mia testa... E' come se... come se avessi una persona che non e' me...dentro la mia testa...》 Sussurro', confidandosi. 《Ora penserai che io sia pazza...ma... non e' per niente divertente... avere una voce costante...nella propria testa... Chris non e' propriamente la persona migliore di questo mondo.》 Disse avvilita.
"Suonerà banale, ma ne hai parlato con un docente?" Domando' poi la prefetta. Chrisalide sospiro' tornando a fissarla. 《Ho parlato con un funzionario dal ministero.. ma non ho concluso nulla... senza prove valide nessuno puo' aiutarmi... Ho presto appuntamento con la Pompadour pero'... e... Horus Sekhmeth mi accompagnera'... per fare da testimone...》 Le sue guance arrossirono appena al pensiero di Ra. 《...Lui... lui ha spezzato l'incanto di disillusione.. ha scoperto chi fossi per primo... e'... e' molto gentile il Caposcuola della tua casata...》 Si lascio' sfuggire un sospiro pensando al ragazzo... Probabilmente Elhena avrebbe potuto capire i suoi sentimenti riguardo il giovane tassorosso...
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view post Posted on 17/8/2015, 20:19
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C'erano ancora numerosi punti oscuri di Chrisalide che Elhena non comprendeva, ma la giovane Serpeverde le aveva già raccontato molto, di sua spontanea volontà, e lei non se la sentiva di insistere oltre. Temeva di scadere nella superficialità di parole vuote e consolazioni affettate.
"Sekhmeth, eh? Sì, è gentile" commentò. Il Caposcuola si comportava spesso in modo freddo e distaccato, quasi incomprensibile, almeno dal suo punto di vista, ma aveva maniere impeccabili. Di certo, la faceva sentire meno a disagio di altri soggetti, come la signorina Rose.
A tal proposito, le sorse spontanea una domanda:
"E la tua Caposcuola? So che non avete più un Capocasa, ma ... miss Rose non sa nulla di questa faccenda, vero?"
Certo, il legame tra persone, la fiducia di cui esso si nutriva, poteva trascendere le fazioni, le divisioni tra Casate. Era auspicabile. Eppure, non era forse la propria Casata una seconda famiglia?

"Spero che riuscirai a sistemare questa faccenda e che Chris scompaia. O che diventi un'innocua parte della tua personalità"
si augurò. "La festa di stasera è in maschera, qualcosa a tema Medievale, ma non ho proprio idee. Tu cosa faresti?"
Desiderava distrarre Chrisalide dalle sue preoccupazioni. O, magari la Serpina si sarebbe potuta offendere. Già aveva mal interpretato le sue parole.
* Andiamo, non angosciarti *
D'un tratto fu colta da un pensiero. Qualcosa di non programmato, eppure perfettamente chiaro nella sua mente, come l'ultimo pezzo di un puzzle che finalmente si incastri nel disegno generale.
"Torno subito!"

Si alzò, fece una mezza piroetta e si diresse alla porta. Là, rassicurò di nuovo l'amica. Quindi schizzò in corridoio, giù dalle scale - che continuarono a non collaborare - infine in Sala Comune e in Dormitorio. Doveva essere sepolto sotto le calze, messo lì in attesa di ... qualcosa.

* Trovato! *
Quando fu di nuovo di fronte a Chrisalide, aveva il fiatone. Si passò il dorso della mano sulla fronte arrossata.

"Le scale hanno fatto i capricci, ma volevo darti questo. L'ho comprato un po' di tempo fa, anche se non sapevo ancora a chi darlo. Temeva che non avrei più avuto l'occasione di entrare in quel negozio."
Mentre parlava, prese la mano della bambina e le posò sul palmo uno specchio comunicante.
"Accettalo."

 
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~Bathory
view post Posted on 30/8/2015, 18:32





Chrisalide E. Lovecraft

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Chrisalide si ritrovo' ad annuire a quel che la tassina aveva appena pronunciato nei riguardi di Horus. Cerco' di nascondere il rossore, con le mani sulle guance, per poi tornare a fissare Elhena quando ella parlo' di nuovo. E la tua Caposcuola? So che non avete più un Capocasa, ma ... miss Rose non sa nulla di questa faccenda, vero?" Chrisalide scosse il capo prontamente. 《No, no, oh no... La caposcuola di Serpeverde non sa nulla... A dire il vero non che io la conosca molto... L'ho vista in sala comune un paio di volte, ma nulla di piu'... Sono troppo ... troppo timida per poter approcciare qualcuno di mia spontanea volonta'.. Su questo Chris non aveva problemi...》 Sorrisi come a volermi giustificare, passando le mani sulla stoffa della gonna. Spero che riuscirai a sistemare questa faccenda e che Chris scompaia. O che diventi un'innocua parte della tua personalità. La festa di stasera è in maschera, qualcosa a tema Medievale, ma non ho proprio idee. Tu cosa faresti? Chrisalide si sollevo' in piedi spostando quei capelli che le coprivano il viso, portandoli tutti dietro alle spalle. 《Io...Lo spero anche io, Elhena, davvero tanto... Ce la sto mettendo tutta per...per convincerlo a starsene buono.》 Sorrise timidamente, poi continuo'. 《Tema medievale dici? Oh beh... dovrebbe essere abbastanza risolutivo indossare qualche vestito elegante...se ancora tu voglia che io venga...ovviamente.》 Un altro sorriso accennato. 《Anche se devo dirti la verita', per come sei cambiata...ti vedo talmente...talmente coraggiosa... e senza timore... che saresti una perfetta Giovanna D'arco...Senza la parte macabra si intende...》 Disse con timidezza estrema. Quando poi la ragazza le disse che sarebbe tornata subito, la vide sparire senza spiegazione fuori della porta. Chrisalide rimase incupita appena. Rimase dunque da sola nella stanza e rimase in piedi nel centro esatto del pavimento. Si guardo' intorno, per poi avvicinarsi alla finestra ed osservare fuori del vetro le fronde degli alberi che si rispecchiavano nelle acque del lago. Quando Elhena torno' pochi minuti dopo, era tutta rossa in viso e respirava a fatica. Chrisalide la guardo' preoccupata, avvicinandosi a lei. 《Stai bene?》 Disse con tono gentile. Quando poi ella parlo' le consegno' uno specchietto, che Chrisalide prese a due mani, osservandolo. Sembrava si trattasse di uno specchio comunicante. Chrisalide sorrise sollevando lo sguardo sulla tassorosso. 《Per me? Davvero?》 Emozionata si rigiro' lo specchio tra le mani, come una bambina alla quale vengon date delle caramelle. 《E' bellissimo! 》 Sorrise contenta, guardando la tassorosso negli occhi con entusiasmo.
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