Colloquio di Ellinor Øakland

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Ellinor Øakland
view post Posted on 27/7/2015, 21:03




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Ellinor era tesa, più di quando aveva disinnescato il suo primo incantesimo antico in Perù, ricordava quanto quel giorno fosse stato importante per lei e il giorno che si prestava ad iniziare lo era ancora di più.
La notte prima aveva deciso di mettere sotto al suo cuscino una pietra grezza di ametista che sempre la aiutava a dormire pacificamente. Credeva nelle potenzialità delle pietre semipreziose anche se era sempre solita a partecipare a dibattici sulla loro veridicità. Quel giorno aveva deciso di indossare un anello d'oro con un piccolo Crisoprasio incastonato e dentro la borsa la sua pietra preferita: l'occhio di tigre.
Si guardò allo specchio prima di smaterializzarsi: i capelli erano mossi come se fossero onde a volte calme altre nervose. Per gli occhi aveva scelto un trucco leggero nero e aveva optato per un rossetto rosso opaco. Un look normale per lei.
Con un sonoro “tof” si smaterializzo per poi ritrovarsi in una vietta chiusa di Londra, sapeva che in quella via non passava nessuno.
Il suo portamento sicuro era completato da una camminata decisa, un atteggiamento che molti avrebbero reputato altezzoso costruendo pregiudizi su di lei. Era stata lo zimbello dei suoi compagni quando iniziò Hogwarts per via della sua inspiegabile solitudine e gentilezza, come se non bastasse era anche paffutella. Pian piano il suo carattere iniziò a temprarsi e il suo corpo a cambiare. Ma ora l'orribile passato non c'era più, ora era nel presente nel giorno in cui si sarebbe distinta per le sue potenzialità faccia a faccia con una persona di alto livello. Si diresse verso una cabina telefonica poco più a destra della stessa via. Tutto intorno a lei, molte persone rumorose e di fretta, intonavano un brusio e un fruscio di passi pesanti ed accelerati. Aveva appuntamento per un colloquio circa un'ora dopo.
Entrò in cabina e digitò i numeri 62442.
Una voce femminile tuonò leggermente, si era dimenticata quanto fosse inquietante, sembrava quasi che ci fosse un'altra persona al suo fianco.

«Si dichiari, prego»
«Ellinor Øakland, colloquio ministeriale delle ore 10.23»
«Grazie, la prego di indossare il tesserino.»

Da dove uscivano le monete cadde un tesserino di argento con il nome della ragazza e subito la cabina iniziò a scendere come se fosse un ascensore.

***


L'atrio era enorme eppure sembrava così piccolo da quanto era affollato; Streghe e Maghi andavano e venivano, di fretta e furia, dalla fiamma verde della metropolvere o si fermavano in mezzo al corridodio a sproloquiare, approfittandone dei minuti di pausa, mentre lettere con messaggi sfrecciavano come gabbiani sopra al mare.
Si avvicinò ad un bancone ed esibì la sua bacchetta magica ad un uomo bendato da un'occhio e con uno strano accento tedesco.

«Legno di Frassino, ali di fata, scheggie d'ametista, 11 pollici, molto flessibile» disse tra se e se malcurante della presenza di Ellinor.
Fermò per qualche secondo il palmo della mano sul manico.

«Ha fatto manuntezione di recente?» chiese saccente.
«Sì» annuì la ragazza.
«Per quale motivo?» chiese di nuovo con un'aria superiore e la voce leggermente nasale.
«Per motivi di lavoro l'ho danneggiata»
Le diede la bacchetta e la esortò ad andarsene perché "la sua lentezza bloccava la fila".
*che felicità* pensò sarcastica.
Tra le tante cose si stupì che l'orologio segnasse le 10.17, seguì le indicazioni dell'ufficio del Ministro, che le aveva lasciato in una lettera via gufo, fino a ritrovarsi davanti un portone in legno e bussò attendendo impaziente una risposta.

 
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view post Posted on 3/8/2015, 23:23
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Non era particolarmente felice quella mattina, faceva troppo caldo.
Mentre sorseggiava il suo caffè si chiese se non fosse il caso di prendersi una vacanza. Dopotutto le cose procedevano senza particolari intoppi, i nuovi innesti stavano lavorando sodo e anche Hogwarts pareva aver riacquistato, almeno in parte, l'aura di quel luogo ameno e sicuro che era un tempo.
Si, avrebbe potuto davvero liberarsi dagli impegni e tornare in Francia.
C'erano solo due problemi da risolvere. Il primo problema, ed anche il più esoso, contemplava la Preside Bennet. Persefone non le aveva ancora parlato dalla breve esperienza in mezzo ai vampiri ed inoltre voleva adempiere anche al piccolo impegno che sia era assunta nei riguardi di Rhaegar, accidenti a lui. Ogni tanto si sentiva la sua espressione severa addosso, tanto da girarsi infastidita per trovarsi a contemplare il muro. L'immaginazione non era un gran bene, i suoi sensi di colpa stavano lavorando contro di lei e la circostanza non le piaceva per nulla.
Udì bussare alla porta.
Quello era il suo secondo problema. Una (sperava) piacevole chiacchierata con Ellinor qualcosa.
Rapidamente aprì il fascicolo che giaceva placido sotto il suo naso. Ellinor Øakland. Tutti cognomi semplici. Sbuffò appena scorrendo con l'indice la calligrafia ordinata che le raccontava vita, morte e miracoli della sua ospite.
Naturalmente si era già letta i tratti salienti della storia, chiuse il fascicolo e lo infilò a forza dentro un cassetto strabordante di roba, che rimase aperto per metà.
Affascinante fu la parola che le sovvenne per descrivere ciò che aveva letto.


"Avanti"

Una spezza-incantesimi era proprio quello che le serviva.

 
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Ellinor Øakland
view post Posted on 4/8/2015, 10:13




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Rimase ferma qualche lungo secondo prima di sentire la parola "Avanti".
Sospirò sonoramente per far uscire tutta la tensione prima di avvicinare la mano alla maniglia.
Quando aprì la porta la visione del grande ufficio scatenò in lei la curiosità di andare oltre, di esplorarlo e di acquisirne più dettagli possibili.
La prima cosa che notò fu il delicato e confusionario disordine che ghermiva l'intera stanza, quasi a sottolineare la mente impegnata e piena di nuove idee della persona seduta dietro la scrivania. Amava il disordine, solitamente si concentrava di più immersa tra scartoffie piuttosto che su una scrivania pulita e organizzata. Già dal primo impatto iniziò a sentirsi sollevata e gran parte della tensione era ormai svanita. I mobili erano semplici di legno scuro, ricordava di aver visto raramente un ufficio con questa particolare scelta di mobili, eppure il contrasto e la semplicità erano davvero gradevoli. Forse questa semplicità la emozionava ricordava di aver visto uffici "preziosi" con mobili altrettanto sfarzosi quasi a ricordare i quadri di Klimt o ancora una stanza completamente rosa, scelta discutibile, con piatti decorati con gatti intenti a fare le loro cose da gatto.
Varcò la porta e si diresse verso la scrivania dove sedeva una giovane donna, ad occhio e croce, della sua stessa età. Teneva in mano una tazza di caffè e la sua espressione lasciava trasparire un velo di preoccupazione.

«Buongiorno» disse Ellinor con un tono pacato lasciandosi scappare un sorriso.
«Sono Ellinor Øakland»

 
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view post Posted on 7/8/2015, 13:11
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Ellinor Øakland aveva una nuvola cremisi al posto dei capelli.
Lasciò che la donna prendesse confidenza con l'Ufficio, di solito chi entrava per la prima volta faticava un po' a trovare il bandolo della matassa, Era un Ministro disordinato. Materialmente disordinato. Non si trattava neanche di una questione di tempo, la verità era che le piaceva la confusione, spostare qua e là oggetti e fogli e poi riprenderli e cambiarli nuovamente di posto era un'occupazione che pienava i piccoli e pericolosi vuoti giornalieri. Sapeva esattamente dove era cosa e questo bastava.


"Buongiorno a lei Miss ... uhm ... Øakland"

Si alzò allungando una mano in segno di benvenuto. Ricambiò quasi automaticamente il sorriso e indicò la sedia di fronte a lei.

"Si accomodi"

Non le importava poi molto di quello che poteva pensare la gente, era talmente abituata a leggere le storielle più fantasmagoriche su di lei e il Ministero che ci aveva fatto il callo. Le avevano affibbiato fratelli, un passato torbido e nulla di quello che faceva o diceva andava mai bene. Si, si meritava davvero una bella vacanza.

"Dunque, se non sbaglio lei ha fatto richiesta per il Secondo Livello. Spezza incantesimi per la precisione. Il suo cognome non è inglese quindi presumo che i suoi genitori non siano originari dell'Inghilterra ... "

Naturalmente sapeva di tutto e di più sul passato di Ellinor Øakland ma l'esitazione che concluse la frase voleva essere un invito, apprendere notizie dal diretto interessato le avrebbe permesso di farsi un'idea di massima sulla persona che le sedeva di fronte.

 
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