Il volo del calabrone, Privata - Per Kevin

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view post Posted on 6/8/2015, 22:21
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Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

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Vivere è come inciampare da fermi
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-Sento ancora la necessità di chiarire la dinamica riguardante quanto accaduto - La Voce sembrava perplessa, stupita ed incuriosita dallo svolgersi dei fatti, più che spaventata. Se fino a quel momento aveva tentato in tutti i modi di far desistere Camillo dal lanciarsi in quella follia, estremamente preoccupata per la sua salute, quando ebbe modo di constatare che effettivamente fosse riuscito a portare a termine con successo una tale pazzia, non poté nascondere un sincero interesse di natura scientifica. Cosa stava accadendo? Le leggi della fisica erano state stravolte?
*Hai presente quella roba del calabrone?* Il Tassino si stava riferendo alla famosissima citazione di Einstein. O almeno credeva fosse lui. Sì insomma, a volte le pagine Facebook sbagliavano qualche autore di qua e qualche frasetta di là, pur di pubblicare aforismi a palate per beccarsi i Big Likes. Non che si fosse mai interessato a verificare la veridicità delle suddette citazioni, più che altro con le fanciulle facevano un certo effetto, per questo alcune se l'era imparate a memoria.
- Uh? Credo di non aver capito. -
*La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta per volare, ma lui non lo sa e vola lo stesso. Credo facesse così.*
- Dove vuoi arrivare, non ti seguo? -
*Credo che il principio sia lo stesso.*
- Cioè che tu non sai cosa stai facendo e per questo motivo ti riesce? -
*Beh… non avrei usato queste parole, ma sì.*
- Balle! -
*Se sono balle allora perché ce la sto facendo? WHOOOO Camillo 1 - Voce 0*
Se avesse potuto sollevare le braccia al cielo per farle ondeggiare in segno di scherno, sicuramente il primino non avrebbe esitato un secondo, ma la situazione in quel momento gli aveva negato tale opportunità. Il mocciosetto manteneva una compostezza a dir poco straordinaria, impossibile da spezzare, con il corpo teso, bloccato in una sorta di esercizio di riscaldamento; con i polpastrelli era riuscito ad afferrarsi la punta delle scarpe, agganciandosi ad esse riuscendo finalmente a fare ciò che in tutti quegli anni di ginnastica a scuola non era mai stato in grado di fare: completare una posizione di stretching.
Beh, non ci vedo nulla di strano, direte voi… e invece no! ZAN ZAN ZAN. Qualcosa di strano in Camillo c’era sempre stato, ormai era diventato impossibile non rendersene conto, ed era proprio con i suoi gesti spericolati che questa sua stranezza si manifestava. Insomma, non la tiro per le lunghe: stava roteando.
Ebbe sì, signore e signori, non avete letto male, ho proprio scritto che stava ROTEANDO. In quella posizione vi sembrerà impossibile, ma lasciate che vi spieghi, con la giusta calma. Tutto è iniziato in un noioso giovedì mattina, quando, risvegliatosi da un bellissimo sogno, l’olandese si era ripromesso che avrebbe portato a termine l’impresa lì incominciata. Così, dopo un’abbondante colazione, Camillo si era recato in una zona remota del corridoio del primo piano, che sapeva perfettamente essere poco frequentata. Un ampio lembo di corsia tutto per lui, in cui era certo avrebbe avuto abbastanza spazio per lanciarsi in un’impresa ai limiti della breakdance, remando a tutta forza contro gli avvertimenti della Voce e di qualunque chiropratico dotato di una minima dose di buonsenso. Così si spiega anche il cappellino di lana in piena estate, per cui era anche stato prematuramente deriso da qualche stolto studentello. Se solo in quel momento fossero stati lì per vederlo si sarebbero sicuramente rimangiati quegli insulti.
In ogni caso, dopo aver sparato un immancabile Lapsus per far diventare estremamente scivoloso il pavimento, tanto per rendersi più facile il lavoro, gli bastò il giusto slancio e subito si ritrovò in quella posizione da scavezzacollo. Easy.
- Ok fenomeno, hai dato del tuo meglio. Ora non credi sia il caso di fermarti? -
*Vorrei, ma non posso.*
- COME NON PUOI? -
*Credo mi si sia bloccata la schiena.*
- In bocca al lupo! Sono sicuro che al San Mungo sapranno prendersi cura di te! -


“La struttura corporea di Camillo non è fatta per volteggiare, ma lui non lo sa e rotea lo stesso”


#InstaMillo #ForseHoEsagerato #EraMeglioSeStavoANanna #BBoy #TrottolinoAmoroso
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view post Posted on 26/3/2016, 18:52
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Il sole batteva pigramente sulle foglie degli alberi che, radi, adornavano il giardino esterno del castello. Quelle stesse foglie parevano mosse da un leggero e silenzioso venticello, ed il Lago Nero rispecchiava con qualche gioco di luce quella tranquillità che sembrava permeare l’intera atmosfera, così apparentemente calda. Era una bella giornata, dopotutto.
Si allontanò dalla finestra e, assorto, si incamminò lungo il corridoio semi-deserto. Non pensò alla destinazione, poiché la sua mente sembrava offuscata da una sorta di ricordo sbiadito. Era qualcosa di importante, riguardava sua madre, ma non riusciva a collocare il tutto. Pioveva, ma qualcosa gli suggeriva che vi fossero anche delle lacrime a rigare il volto della donna. Il tutto svaniva lentamente. La sua espressione si irrigidì, ma la sua avanzata non si interruppe. *Dove sei adesso?* Chissà se avrebbe ricevuto risposta un giorno. Forse era tutto parte di un brutto sogno, generatore di tristezza e malinconia. I mostri crescevano incontrollati nella sua mente, e lui iniziava a sentirsi così lontano, così smarrito.
Sarebbe stato bello, per quel giorno, uscire all’aria aperta e godersi il tepore del sole standosene seduti in riva del lago a non fare nulla. Ma quel giorno si sentiva così tremendamente vuoto da non sentire neppure il desiderio di varcare il portone del castello per beneficiare di quella calda atmosfera. E, senza sosta, le sue gambe continuavano quell’avanzata verso l’ignoto, come se quell’insignificante corridoio del primo piano meritasse di essere esplorato fino in fondo. Stava cercando qualcosa in particolare? Se stesso, forse, e di certo non lo avrebbe trovato alla fine di quella camminata solitaria. Socchiuse gli occhi per un istante. Riusciva sempre a rendere più tragica la situazione, quasi gli piacesse farsi auto-lesionismo. Si odiava per quello, così come per molte altre cose. Aveva iniziato ad odiare anche quelle mura di pietra, come se fossero divenute più soffocanti del solito. Eppure, paradossalmente, all’interno di quelle stesse mura si sentiva quasi protetto, inosservato. Un fantasma in un mondo di estranei, non era nient’altro.
Si convinse di invertire la rotta, ma proprio all’ultimo istante si accorse con la coda dell’occhio della presenza di una figura non troppo lontana. Arrestò la sua avanzata, e il suo sopracciglio destro si inarcò spontaneamente: quello che sembrava essere un ragazzo si era posizionato in una strana maniera, come a voler raggiungere con le mani le punte dei suoi piedi. Avvicinandosi, Kevin capì che era proprio ciò che il ragazzo, all’apparenza più giovane di lui (non riuscì ad individuare nessun altro tratto distintivo, data la posizione nella quale egli si trovava), stava cercando di fare e, anzi, era appena riuscito ad ottenere. Ma, in una frazione di secondo, la scena mutò, e ciò che si presentava agli occhi etero-cromatici del biondo fu totalmente diverso e ben più assurdo. Il ragazzino sconosciuto aveva iniziato a... come dire... Roteare. Non sapeva se credere ai suoi occhi o meno, ma quel pazzo stava davvero roteando. L’espressione di Kevin si fece piuttosto turbata, ma allo stesso tempo (e dopo eoni dall’ultima volta in cui era accaduto) divertita. Quella improvvisa comparsa era riuscita in qualche modo a capovolgere rapidamente perfino il suo stato d’animo. Si sentì per certi versi partecipe di quella stranezza messa in atto dal giovane e, dopo attimi di smarrimento, sorrise. Eppure, non capiva come dovesse davvero reagire a ciò che gli si presentava dinnanzi, tanto ne era rimasto spiazzato. La soluzione parve poi semplice: non era assolutamente necessario fare nulla, se non osservare.
Dunque, avrebbe atteso, almeno fino a quando il giovane non si fosse stancato oppure non avesse sentito il bisogno di vomitare. Avrebbe anche potuto fare finta di nulla e voltare le spalle a quella scena così assurda, ma ormai si sentiva come coinvolto in tutto ciò. E se la presenza di spettatori avesse innescato qualche sorta di strano processo mentale nello sconosciuto per il quale egli avrebbe messo su uno spettacolo da circo? Beh, se lo sarebbe goduto. Forse la “comparsa” del ragazzino, con tanto di cappello di lana completamente fuori luogo (tratto che non aveva notato inizialmente), avrebbe dato una svolta alla sua malinconica giornata. Forse era ciò che si augurava, ma che non avrebbe mai ammesso a se stesso.
Ad ogni modo, era proprio vero: certe persone avevano in testa strane cose. Oppure vi era un’ampia scorta di burrobirra nelle cucine e quel ragazzino aveva trovato il modo di impossessarsene. Poteva rivelarsi un’opzione allettante.


Per caso sono in ritardo? :3
 
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