Post factum nullum consilium, segue da Sogno di una notte di fine estate.

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 9/8/2015, 13:56
Avatar

Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
10,831

Status:


Roteò gli occhi. Platealmente.
Forse era lei troppo intransigente, forse era lei troppo intollerante, forse era lei troppo suscettibile, ma cristocielosantissimo, sei stato colto in flagrante, almeno taci. Sono le due di notte, taci. Ho sonno, taci. Ho il ciclo, taci.
*Non provarci. Sei così di natura.* Touché, ma certe cose le facevano letteralmente perdere la testa, non che volesse sempre avere ragione, però credeva che in certe situazioni la gente avrebbe dovuto capire quando parlare e cosa dire o al contrario cosa non dire.
Tuttavia, conscia di sé e della sua poca oggettività in quel frangente, Niahndra si chiuse in un ostinato silenzio e si limitò a scortare/seguire il ragazzo fino al quarto piano e poi dritto all'ufficio dei caposcuola; non sapeva se ci fosse ancora qualcuno alzato in quell'ora insana della notte, ma ormai c'era e tentare non sarebbe costato niente e fra l'altro non vedeva l'ora di mollare la magagna a qualcun altro: non era decisamente in vena di trattare con quel Brior ed i suoi "signorina prefetto" ancora a lungo. Era per il bene di entrambi.
*Ma ti senti? Fai spavento.* Non abbastanza, evidentemente.
Sfiorò con due dita le spalle del ragazzo per attirare la sua attenzione.
«Fai parlare prima me, va bene? Poi potrai spiegare tutto quello che vuoi al Caposcuola.» Cercò un eventuale cenno di assenso prima di bussare delicatamente alla porta dell'ufficio.

Chiedo scusa per lo shit-post, ma non volevo far attendere oltre.
Horus Sekhmeth, David J. Potter


Edited by Ârwen - 7/4/2016, 15:32
 
Top
view post Posted on 9/8/2015, 18:42
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


Flipendo. Un bell'Incanto Offensivo, qualche movimento circolare della mano, di preciso tre, una pronuncia chiara e quell'esemplare di Prefetto sarebbe stato scagliato lontano dalla sua vista: non male, vero? Oliver cominciò ad articolare quei tipi di pensiero fin dall'istante in cui la studentessa - di cui non sapeva neanche il nome o cognome, tra l'altro - gli aveva quasi ordinato di seguirla. La gentilezza di sicuro non era un tratto fondamentale della sua persona, perché dal volto nervoso non sembrava aver apprezzato né i modi fini usati dal Grifondoro poco prima né - figuriamoci - la sua spiegazione. Risentito, dalla Guferia Oliver si era incamminato in silenzio fino all'Ufficio dei Caposcuola, dove non era mai stato prima d'ora: bene, almeno quell'avventura gli avrebbe regalato una nuova visita in una zona inesplorata del castello di Hogwarts. Non tutti i mali vengono per nuocere...
Idiozie. Ripeté quella parola nella sua mente come una palla di cannone impazzita: idiozie, idiozie e ancora tante enormi idiozie. Che se ne fregava di vedere un ufficio? Al momento la sua unica preoccupazione, oltre che speranza, era quella di incontrare almeno un Caposcuola più comprensivo e, soprattutto, cordiale. La Prefetta non aveva dimostrato tanta simpatia.

"Fai parlare prima me, va bene?"
E quel tocco leggero sulla sua spalla. Lo studente frenò un attacco di rabbia improvviso: era conscio del fatto di essere nel torto più totale, del resto si trovava fuori dal suo letto a baldacchino - il suo adorato letto a baldacchino rosso e oro - nel bel pieno della notte, quindi non avrebbe fatto polemiche al riguardo; semplicemente, avrebbe esposto la sua spiegazione, niente di più e niente di meno. Ma l'avrebbe fatto con tutto il contegno insegnatogli dalla sua famiglia. Non sarebbe stato una delusione per i Brior: se la gentilezza non trovava dimora ad Hogwarts, date le circostanze, almeno lui l'avrebbe accolta come sempre come una manna, a prescindere dai comportamenti degli altri. Magari sarebbe apparso come un Lord antipatico, magari i suoi modi sembravano artefatta, quasi fittizi, e allora? Doveva cambiare la sua personalità per diventare rozzo e farsi accettare più facilmente? Ma che andassero a quel paese. Quella frase, però, non l'avrebbe ripetuta ad alta voce. Seguendo la Prefetta, non le fece alcun segno, spostando lo sguardo direttamente sulla porta dell'Ufficio. Prima risolveva la storia, meglio era: iniziava ad essere stanco di quella stupida passeggiata notturna.
 
Top
view post Posted on 10/8/2015, 10:07
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,032
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


▲ Quarto piano, ufficio | mood: Tired | Late Night ▼
Horus R. Sekhmeth

Il leggero ticchettio del suo orologio da polso era l'unica compagnia che Horus aveva per quella sera e non gli dispiaceva affatto. Scoccò una rapida occhiata al quadrante stellato, osservando la lancette argentate muoversi lentamente: la mezzanotte era passata già da un pezzo, ma, stranamente, il Caposcuola non aveva sonno. Certo era stanco, dopo una giornata come quella come poteva non esserlo? Dopo le solite lezioni e i compiti, ci si era messo pure quel dannatissimo Pix che si era divertito a lanciare topi morti addosso alle primine in corridoio e a lui era toccato cercare il Barone Sanguinario e calmare le ragazzine in preda a crisi isteriche. Per gli Dei, si era ritrovato a pensare: sono solo topi! Quelle maneggiano scarafaggi ormai da un pezzo e per un paio di sorci perdono la testa. Ma non era finita lì: per vendicarsi di lui per aver chiamato il Barone, il maledetto Poltergeist era penetrato nell'Ufficio dei Caposcuola e aveva macchiato d'inchiostro e strappato un sacco di scartoffie nell'archivio che ora Horus stava pazientemente riscrivendo, dopo averlo maledetto persino in futhark. Non era neanche sceso a cenare, si era limitato a farsi portar su qualcosa e, finalmente, dopo svariate ore poteva dire di aver quasi finito. Poggiò la piuma nel calamaio e si stiracchiò, portando le braccia verso l'alto: il corpo gli doleva per le numerose ore sveglio, così, si disse che poteva anche andare a dormire, avrebbe terminato l'indomani. Lanciò una veloce occhiata sull'ampia finestra vicino la sua scrivania: il cielo era di un nero cupo, ma una grande luna piena brillava come un gioiello. Gli sarebbe piaciuto farsi un giro per il giardino, ma, per fortuna o per sfortuna, non aveva ronde quella notte. Proprio quando si stava per alzare, tuttavia, qualcuno bussò alla porta. Horus guardò interrogativo l'uscio, osservando svelto ancora una volta l'orologio: ma chi diamine era a quell'ora?
*Oh diamine. Lo sapevo. Pix ne ha combinata un'altra. Magari ha fatto esplodere il bagno del Secondo Piano... No, argh, non ce la posso fare. Forse se rimango in silenzio se ne vanno...? * Pensò per un istante, timoroso di passare una notte in bianco che sicuramente non avrebbe retto lucidamente. Alla fine, però, la Ragione ebbe la meglio: poteva essere un'emergenza o qualsiasi altra cosa. Magari Pix non c'entrava niente ed era normale amministrazione: qualcuno fuori dalle camerate, il più classico dei classici, o qualche altra magagna —e questo non lo fece sentire meglio. Horus sospirò ed infine disse:
« Avanti. »
Si appoggiò allo schienale della poltrona e si massaggiò gli occhi con la mano libera. Sarebbe mai finita quella giornata? *Chi è che mi ha maledetto?*
Qualcuno doveva odiarlo di sicuro.


"Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la distruzione una dubbiosa gioia.".

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf
 
Top
view post Posted on 10/8/2015, 12:59
Avatar

Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
10,831

Status:


Sospirò mentre riponeva la bacchetta in tasca. Sapeva di non essersi fatta un'amico quella notte e non era certo colpa del ruolo che rivestiva, era colpa del suo caratteraccio; e la cosa peggiore molto probabilmente era che non riusciva a dispiacersene, anzi non le importava proprio, e già questo avrebbe dovuto farle scattare un campanello d'allarme in quella sua testolina bruna.
Non faceva mai niente per risultare simpatica mentre invece si impegnava di brutto per ottenere l'effetto contrario, quasi ci godesse nel suscitare una pura avversione negli altri; certo, aveva anche lei i suoi giorni buoni, mica era un mostro - anche se sembrava provare un certo piacere nel descriversi così - ma in linea di massima non restava impressa per la sua cordialità. In ogni caso nemmeno lei era il diavolo in persona, non le era sembrato di essere particolarmente maleducata (a parte forse il dettaglio del suo nome, che non riteneva poi così importante in quella situazione) e persino quando gli aveva sfiorato la spalla, l'aveva fatto col preciso intento di creare un fugace contatto, visto che in genere li rifuggiva. La tensione che percepì nel corpo di lui le fece capire quanto fossero entrambi irritati dalla faccenda e per poco Niah non si mise a ridere lì, davanti alla porta.
«Ok.» Mormorò più a sé che al ragazzo, uno sprono a terminare quella lunga giornata.
Passarono svariati secondi senza alcuna risposta o alcun rumore proveniente dall'interno dell'ufficio e il prefetto iniziò seriamente a credere alla possibilità che non ci fosse nessuno, significava che avrebbero dovuto ripassare in mattinata e che quella deviazione era stata totalmente inutile.
*Voglio piangere.*
Sei lettere. Sei lettere che riuscirono a sgravarla all'improvviso di ogni responsabilità: c'era ancora un Caposcuola lì dentro, il suo lavoro era finito.
*Quasi.*
Abbassò la maniglia e spinse per entrare cercando subito con gli occhi la figura del Tassorosso che le pareva di aver riconosciuto dalla voce, seppur soffocata dal legno della porta.
«Mi spiace disturbarti, Horus.» Anche se le spiaceva di più essere stata disturbata a sua volta, molto probabilmente. Fece un gesto con il braccio verso il ragazzo entrato insieme a lei. «Oliver Brior, secondo anno di Grifondoro.» Snocciolò ripetendo le stesse informazioni basilari di cui era entrata in possesso minuti addietro. «L'ho sorpreso in guferia durante la ronda perché ho visto del fumo uscire dalla porta.» Una casualità... era lì perché... *Oddio. La lettera* Si toccò la tasca trovandola ancora piena. *Ma porc-- Ok, ok, non è il momento. Va' avanti, bimba.* «Al di là della palese infrazione non so ancora i dettagli, volevo che fosse presente un caposcuola prima di fargli esporre la sua versione.» Che equivaleva ad un "fatemi andare a letto, gna fo più, frega'ncacchio di 'sta storia, datemi un cuscino", sì, più o meno.
Adesso sembrava sciocco trovarsi lì in ufficio per una marachella, ma purtroppo c'era un regolamento e anche lei doveva attenervisi.
 
Top
view post Posted on 10/8/2015, 18:27
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


Se fosse esistito un termometro per calcolare la rabbia di Oliver in quel momento, molto probabilmente avrebbe raggiunto il massimo dei gradi in un battibaleno. Mentre entrava nell'aula dell'Ufficio, il ragazzo si ritrovò stranamente a pensare ad un oggetto simile: come si sarebbe chiamato, termorabbia? O termonervi? No, quelli erano nomi talmente orribili da far suscitare sicuramente l'ira degli scienziati del Mondo Magico. E al momento il Grifondoro aveva abbastanza nervosismo da non voler certamente riflettere su quello di probabili altri maghi. Cercò di focalizzare la sua attenzione sul momento, osservando con una rapida occhiata la sala in cui si trovava. Carina, davvero carina. Se la situazione fosse stata più piacevole, avrebbe fatto qualche domanda su alcuni oggetti che riusciva a scorgere e, soprattutto, avrebbe voluto indagare di più sulla natura di tutte quelle carte presente sulla scrivania che aveva notato subito. Il suo sguardo, dopo quella rapida ispezione curiosa, si soffermò sul Caposcuola che la ragazza aveva chiamato Horus. Aveva un volto familiare, forse l'aveva scorto da qualche parte ad Hogwarts, probabilmente nei corridoio. Ascoltò con animo impaziente la bella presentazione della Prefetta al suo fianco.
"Fumo uscire dalla porta, che cosa ridicola, non l'ho neanche evocato io!" pensò lo studente, rimpiangendo per l'ennesima volta la sua bravata. Che poi, oggettivamente, cosa aveva fatto di male? Una passeggiata notturna, punto. Maledetto Shakequalcosa e le sue opere macabre: se non avesse letto quel testo dal titolo strano, Macbeth, non si sarebbe ritrovato con il forte e stupido desiderio di calmarsi facendo un giro fino in Guferia. Scrollò le spalle con un rapido cenno del capo in direzione del Caposcuola. Poi, con il tono gentile che tanto lo caratterizzava, sospirò e si decise a parlare.
"Buonasera, signore. Non ho alcuna versione particolare se non quella veritiera: sono andato in Guferia per spedire una lettera. Conosco il regolamento scolastico e sapevo del coprifuoco, ma non potevo aspettare un istante di più per inviare la mia civetta. Abito in Irlanda e avevo bisogno che il messaggio arrivasse presto, dato il lungo viaggio. Mio cugino non mi risponde da giorni, ero preoccupato e volevo spiegazioni. Avrei potuto aspettare domani mattina, è vero, ma non l'ho fatto"
Ovvio, altrimenti non sarebbe stato lì a dover spiegare i suoi strani pensieri. La spiegazione aveva un filo logico, perché davvero avrebbe voluto spedire una lettera, che tra l'altro era ancora riposta nella tasca. La prese e, stringendola, assunse un'espressione mortificata. Non era proprio la verità più assoluta, perché avrebbe sicuramente potuto spedire Lady, la sua civetta, il giorno dopo a Cork, ma... forse i suoi occhi leggermente tristi sarebbero venuti in suo soccorso.
"Chiedo scusa per l'inconveniente e per il mio mancato rispetto delle regole, ma non avevo alcuna intenzione negativa. Il fumo è comparso dopo aver spento una torcia accesa della Guferia"
Per quale motivo, però, non si era capito. Eppure, quel ragazzo gli ricordava qualcuno.

Horus, ho supposto che, temporalmente, questa discussione avvenga dopo il topic di Ars Arcana, altrimenti in quest'ultimo avrei dovuto dire di riconoscerti al bancone. Spero non sia un problema, altrimenti modifico: Oliver, comunque, è troppo confuso per ricordare di preciso che tu sia il commesso incontrato.
 
Top
view post Posted on 11/8/2015, 16:41
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,032
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


▲ Quarto piano, ufficio | mood: Tired | Late Night ▼
Horus R. Sekhmeth

Quando il viso familiare di Niahndra Alistine fece capolino oltre la porta, Horus non fu affatto stupito. La salutò con un sorriso intravedendo nei grandi occhi di lei la medesima stanchezza che li accomunava. Se lui stava per terminare, chissà lei se aveva appena iniziato la sua ronda e se fosse ben lungi dal finirla, non poteva certamente invidiarla. Nonostante ciò, non si sentì rincuorato: la comparsa di un secondo studente non faceva presagire nulla di buono.
« Ciao, Niahndra. Nessun disturbo, figurati. E salve anche a te. » Continuò, salutando cortesemente anche il ragazzino. Non l'aveva mai visto prima, ma il fatto che fosse sveglio a quell'ora faceva presagire il suo "reato": lo stesso, del resto, che Horus aveva ipotizzato poco prima la loro entrata e che ora prontamente gli confermava la sua Prefetta.
Il Caposcuola trattenne un sospiro, indicando con un cenno della mano le sedie davanti la sua scrivania, prima di pronunciarsi sull'accaduto e ascoltare la versione dei fatti del Grifo.

« Intanto sedetevi pure, è tardi e sarete stanchi. » Li invitò, squadrando il Grifondoro. Le dicerie volevano che i Grifondoro fossero conosciuti come tizi piuttosto refrattari al rispetto delle regole, ma quelle stesse dicerie inquadravano i Tassorosso come una banda di decerebrati buoni a nulla. Stupidaggini, così le aveva sempre reputate Horus, trovando poi conferma nei fatti. I cliché, certamente, c'erano ovunque, ma da anni che era nella Scuola aveva imparato che i pregiudizi sulle Casate erano per il novantanove percento un mucchio di fesserie. Ascoltò quindi con attenzione le parole del giovane mentre esponeva, con voce fluida e senza intoppi sospetti, la sua giustificazione. Eppure, Horus non ascoltava soltanto: osservava i suoi gesti, cercando di captare un minimo cenno di tensione o paura —segnali evidenti di una bugia. Oliver non sembrava mostrare granché, sebbene quella scrollata di spalle iniziale che lasciava presagire che egli non condividesse quanto detto dalla Alistine. Nonostante la logicità di quel racconto, ad Horus qualcosa non quadrava, quello era certo: un fumo di una torcia che arriva fin sotto la porta... o aveva dato fuoco a qualcosa, o quella torcia era di proporzioni gigantesche.
« Grazie signor Brior per la sua spiegazione. Capirà che devo appurarmi dei fatti e per questo devo porre delle domande. So che non aveva nessuna intenzione di fare qualcosa di negativo o pericoloso, tuttavia infrangere il coprifuoco potrebbe ledere la sua incolumità e quella di coloro che sono tenuti a compiere delle ronde, come la signorina Alistine. Nessuno studente deve esser fuori dalle camerate, soprattutto in tempi come questi, e questo non è tollerabile, anche per un motivo come il suo. » Horus aggrottò appena le sopracciglia, intrecciando le mani sul piano della scrivania. Già, erano tempi non propriamente felici e tranquilli, quelli: dopo tutte le voci e articoli di giornale (... a proposito... lui non lavorava per la Gazzetta? Diamine, non ci sapeva fare con i volti) su presunti seguaci del Signore Oscuro all'interno del Castello, studenti feriti da incanti oscuri e via discorrendo, non era il caso di farsi una girata in Guferia in piena notte appiccando chissà che fuochi.
« Niahndra... » Si rivolse poi alla Prefetta, voltandosi verso di lei. « Mi puoi descrivere questo fumo? Il fatto che penetri da sotto una porta fino al pianerottolo della Guferia mi fa sospettare che non fosse una semplice torcia, altrimenti sarebbe rimasto circoscritto alla zona dove lei, signor Brior, l'ha spenta. Mi chiedo inoltre come sia stata spenta, se sia stata in grado di emanare un fumo in grado di spandersi a tal maniera. Non credo sia molto ventilato stanotte. » Aggiunse, con un veloce cenno della testa verso la finestra.

Forse, seHorus avesse ceduto alla stanchezza, avrebbe liquidato il ragazzo con una punizione e salutato Niahndra, per poi andarsene direttamente a dormire e sti grandissimi cavoli del fumo in Guferia. Ma il suo senso del dovere (quel bastardo!) e gli ultimi accadimenti nella Scuola glielo impedivano e lo spingevano ad indagare per accertarsi della realtà dei fatti. Magari quell'Oliver non nascondeva niente, la storia filava liscia e se la sarebbe cavata con qualche punto in meno... oppure no. Nel corso della sua carriera ne aveva sentite di bugie e quelle del coprifuoco erano sempre le più fantasiose: d'un tratto pensò a quel pingue Corvonero, qualche tempo prima, che era stato beccato nei sotterranei. Si era inventato di avere un attacco di dissenteria particolarmente forte e che era sceso per cercare un bagno perché quelli del dormitorio tutti occupati ("E' stato un attacco di gruppo!"): era bastato un "dalla torre di Divinazione ai Sotterranei l'hai fatta da qualche parte? Perché mi chiedo come tu abbia resistito a lungo se era così urgente, nonostante i numerosi bagni tra i piani." per smascherarlo e fargli confessare che voleva solo farsi uno spuntino in cucina con qualche krapfen alla crema e qualche teglia lasagne della sera prima ("E speravo ci fosse rimasta un po' di zuppa inglese e torta alla melassa!"). Alle tre della notte: se solo l'avesse fatto, forse la scusa della dissenteria la prossima volta sarebbe stata credibile.

*Puuuh.*


"Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la distruzione una dubbiosa gioia.".

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf
 
Top
view post Posted on 12/8/2015, 11:29
Avatar

Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
10,831

Status:


Non poteva sbadigliare, non sarebbe stato granché professionale, no? Eppure come avrebbe voluto farlo! Possibile che fosse l'unica ad accusare la stanchezza in quel modo?
*Perché non la pianti di lamentarti e ti siedi invece di rimanere in piedi come un'imbecille?* Soppesò quella sedia per un paio di istanti di troppo mentre ragionava sulla possibilità di rimanere ancorata lì per sempre, chi le garantiva che una volta seduta avrebbe trovato la forza d'animo di rialzarsi? Fortunatamente ci pensava Brior a solleticare ancora un po' quel suo animo battagliero con la nota quasi stizzita nella sua voce; probabilmente se la stava solo immaginando, anche se non era così improbabile pensare che entrambi fossero irritati dal reciproco atteggiamento. Questo sì che era esilarante.
Si era seduta sulla sedia e distrattamente aveva lasciato vagare lo sguardo fuori dalla finestra che si apriva proprio vicino alla scrivania di Sekhmeth, lasciando intravedere uno scorcio di cielo. "Dovevo... ammirare le stelle", così le aveva detto quando lei gli aveva chiesto del fumo, ma si era fermato ad ammirarle prima o dopo aver inviato la lettera?
E la civetta, invece? Quella entrata nel bel mezzo del loro incantevole dibattito, era la sua? Niahndra si sforzò di ricordare, aveva tra le zampe la lettera? No. E non perché lei si ricordasse di non averla vista, ma perché Oliver l'aveva estratta proprio in quel momento dalla tasca, dunque quella parte poteva facilmente essere veritiera e se così era, allora il Grifondoro aveva mancato l'occasione di consegnare la missiva al suo volatile.
Incastrare i pezzi era difficile e lei era totalmente assorta in quel lavoro di "revisione e comparazione", sebbene non sembrasse che il ragazzo avesse cambiato versione dalle giustificazioni che le aveva rifilato a pezzi e bocconi in guferia qualcosa comunque stonava anche se lei non avrebbe saputo dire cosa finché il Caposcuola non si rivolse direttamente a lei. Riuscì ad intuire, o almeno così credeva, a cosa il Tassorosso stesse cercando velatamente di alludere.
*O magari ti fai solo troppi film.* D'altra parte lei non si era fermata troppo a pensare sulle "meccaniche di gioco".
Corrugò la fronte.
«Era un fumo scuro e in breve tempo si è espanso a tutto il pianerottolo.» Stirò le labbra in un sorriso quasi divertito. «In un primo momento ho pensato fosse un incendio, ma fortunatamente il Dilàberis ha dimostrato il contrario.» Una punta di ironia proprio all'ultimo, mentre interrompeva il contatto visivo con Horus per spostare le iridi cerulee sul Grifondoro. Fece spallucce. «Niente fiamme, solo tanto fumo.»
Non gli avrebbe chiesto se avesse eseguito un
Fumos o un altro incantesimo simile per depistarla semplicemente perché primo non poteva esserne sicura (e il Prior Incantatio lasciava comunque un margine di dubbio, perché a seconda dell'incantesimo eseguito per ultimo, Oliver avrebbe comunque potuto fornire una spiegazione più o meno plausibile) e secondo non era tipo da accanirsi inutilmente su qualcuno; non credeva che il giovane avesse avuto cattive intenzioni, la infastidiva certamente la possibilità che le avesse mentito, ma poteva accontentarsi di fargli sapere che lei "sapeva".
Tanto, presto o tardi, Oliver Brior si sarebbe impiccato con la sua stessa corda e lei sarebbe rimasta lì ad assistere.
*Ogni tanto mi turbi, bimba.*
 
Top
view post Posted on 12/8/2015, 11:46
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


"Alice Lastrange, mandami un po' di saggezza Corvonero!" fu il primo pensiero che passò nella mente di Oliver, non appena prese posto sulla sedia di fronte la cattedra del Caposcuola. Lo aveva ringraziato con un rapido cenno del capo, senza riuscire a sorridere come avrebbe previsto l'etichetta: come poteva esserne in grado, d'altronde, se accanto a lui ci fosse una ragazza pronta ad azzannarlo da un istante all'altro? Forse era un'impressione dello studente, ma la Prefetta pareva emanare ondate di rabbia, che chiaramente urtavano contro quelle evocate dallo spirito di Oliver. Rabbiometro, ecco quale sarebbe stato il nome perfetto per l'oggetto pensato precedentemente. Ascoltò le parole del ragazzo e della studentessa in silenzio, facendo appello a tutta la calma possibile. Lo sapeva che il fumo sarebbe stata una mossa azzardata, dannazione! Provò comunque a dare una spiegazione, almeno la parte veritiera di quella situazione lo avrebbe aiutato a nascondere l'imbarazzo.
"Come la signorina Prefetto ha appena sottolineato, c'era solo tanto fumo perché avevo spento la torcia accesa nella Guferia" cominciò, articolando la frase in maniera pacata: la voce era il suo punto di forza, perché non tentare qualsiasi via possibile? Eppure, la scusa non valeva molto: insomma, una torcia poteva creare una cappa scura in un secondo? Si accorse di essere fuori strada, così aumentò la sua colpa con un'altra minima auto-accusa.
"Lo ammetto, l'ho spenta quando ho sentito dei passi fuori la Guferia: non intendevo essere scoperto, ma a mia discolpa non ho fatto storie né mentito sulla mia identità non appena mi sia stato chiesto nome e Casata, questo potrà confermarlo" la mia torturatrice, avrebbe voluto aggiungere, ma si fermò con una rapida occhiata alla Prefetta.
"In più, la mia unica intenzione, ripeto, era solo quella di spedire questa lettera" - la alzò, posandola sulla cattedra come per far sì che il Caposcuola leggesse il destinatario: avrebbe anche potuto scorrere le righe che Oliver aveva scritto, poiché per davvero parlava di suo cugino e gli chiedeva spiegazioni sulla natura della sua strana assenza - "Signorina Niahndra" - Oliver pronunciò per la prima volta il nome della studentessa, dopo averlo sentito sillabare dal Caposcuola: doveva ammettere che a dispetto della persona, quel nome aveva il suo fascino - "la civetta bianca che ha scorto in Guferia si chiama Lady ed è la mia, sul serio avevo intenzione di spedire una pergamena, tutto qui"
 
Top
view post Posted on 13/8/2015, 17:18
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,032
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


▲ Quarto piano, ufficio | mood: Tired | Late Night ▼
Horus R. Sekhmeth

Ah, eccolo, l'infame sbadiglio! Sopraggiunse con l'irruenza di un tornado ed Horus fece una gran fatica per debellarlo, sentendo gli occhi farsi umidi per il suo passaggio malefico. Tenne stoicamente le labbra serrate, voltandosi ad arte verso la finestra con l'apparente intenzione di dare un'occhiata alla placida notte, celando così quello scombussolamento.
Fortunatamente la voce di Niahndra contribuì ad aiutarlo a non pensare alla stanchezza e lui tornò a concentrarsi sui due studenti. La breve, ma concisa esposizione della Prefetta, tra l'altro, gli diede anche più di una risposta alle sue —tacite— domande: l'allusione al Dilaberis gli diede una chiara immagine a che tipo di fumo la ragazza si fosse trovata davanti. Rimase, comunque, impassibile, limitandosi ad aggrottare appena le sottili sopracciglia rosse e portando poi lo sguardo su Oliver, che era intervenuto prontamente per spiegare l'avvenuto. Horus preferì ascoltarlo senza interromperlo, sebbene non fosse affatto convinto e avesse, anzi, altre domande da porre ad entrambi. Si limitò ad annuire un paio di volte, per dimostrarsi attento e poi, quando il ragazzo ebbe terminato –dopo un'ultima precisazione rivolta a Niahndra–, tacque per qualche istante, incrociando le braccia al petto e valutando la situazione. Guardò intensamente il giovane: era chiaro che fra lui e Niahndra le cose non fossero proprie idilliache, ma non poteva biasimarlo. Del resto era stato colto in flagrante in un'effrazione, in un'ora non certamente piacevole. A tal proposito, lui stesso ribadiva di esser stato, in quel caso, corretto con le procedure, antipatia o simpatia escluse: se fosse stato vero, sarebbe stato un punto a favore, segno di buone intenzioni.

« Eppure, signor Brior, non ha risposto alla mia domanda. Se addirittura a miss Alistine sembrava il fumo di un incendio, venendo poi diradato da un incanto, mi sembra strano che fosse una torcia... non solo, almeno. » Esordì, d'un tratto, ricordando al ragazzo la sua mancanza. Non era tanto importante, in fin dei conti, ma era il modo in cui lui aveva glissato (volontariamente?) tutto ciò che riguardava la torcia e come Oliver era di nuovo tornato su quanto, più o meno, avesse già spiegato prima, a insospettirlo. Magari aveva mandato a fuoco qualcosa e non aveva il coraggio di dirlo per timore di una punizione maggiore, si ritrovò a pensare Horus. La faccenda della lettera, tra l'altro, poteva benissimo esser plausibile, in quel contesto e la sua presenza nella tasca del ragazzo era veritiera.
« Ma già che lei stesso ha tirato la questione in ballo, sono curioso di sentire Niahndra. » Disse poi, volgendosi verso la fanciulla. Non le era sfuggito quel sorriso ironico che le aveva solcato le labbra quando aveva descritto la faccenda: probabilmente neanche lei credeva alla faccenda della torcia.
« Confermi le parole del signor Brior? O c'è altro che vuoi aggiungere? » Le chiese, con un'eloquente alzata di sopracciglia.


"Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la distruzione una dubbiosa gioia.".

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf
 
Top
view post Posted on 18/8/2015, 15:09
Avatar

Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
10,831

Status:


Negare, negare sempre. Era quella la filosofia del Grifondoro? O forse era lei a trovarsi fuoristrada, anche se non ne era convinta. Era evidente, tuttavia, ai loro occhi, come Brior danzasse intorno alla verità muovendosi sui fili sottili intessuti con le piccole innocenti bugie che aveva raccontato. *Sai che mente o vuoi che menta?* Forse erano un po' vere entrambe le opzioni, si trattava quasi di una soddisfazione personale, totalmente insignificante se non ai fini del semplice, evanescente ego.
Quella che gli aveva lanciato era al tempo stesso una sfida ed un'ancora di salvezza, gli aveva dato la possibilità di ritrattare la propria testimonianza anche se ciò avrebbe significato ammettere di aver omesso qualche particolare.
Al contrario il ragazzino aveva preferito attirare la sua attenzione su dettagli irrilevanti, utili soltanto a dare credito alle sue stesse parole; se non altro, pensò lei, nonostante l'evidente faccia tosta con cui negava l'evidenza, aveva l'accortezza di pilotare sagacemente il discorso. Ma perché ostinarsi? Perché non ammettere di aver utilizzato un incantesimo? Nascondeva dell'altro? Non se lo sapeva spiegare e sotto sotto se non fosse stata per quella sua assurda vena competitiva non le sarebbe neanche importato, dal momento che così facendo allungava solo i tempi; se ne sarebbe dunque rimasta buona buona, Brior sarebbe stato punito per aver gironzolato oltre il coprifuoco e sarebbero andati tutti a letto nel giro di venti minuti.
«Sono curioso di sentire Niahndra» Boombaby.*Scus--* In effetti era curiosa anche lei, per qualche lungo istante si era crogiolata nell'idea di vedere il grifondoro dibattersi con l'acqua alla gola, ma adesso?
A quanto pareva si era mostrata fin troppo soddisfatta della soluzione a cui era giunta, che fosse veritiera o meno, e Horus - accorto persino in quell'ora della notte - l'aveva notato.
*In effetti era come se lo avessi scritto a caratteri cubitali in fronte.* Dubbiosa, la Alistine seguì il movimento arcuato delle sopracciglia del Caposcuola prima di guardare nuovamente lo studente al suo fianco; aveva l'opportunità di rafforzare maggiormente la sua posizione, in un'assurda dimostrazione di potere fine a se stessa, ne avrebbe approfittato? Probabilmente sì, perché sotto alla scorza burbera che celava a sua volta uno strato di morbido affetto, si nascondeva un nocciolo di pura meschinità, benché facesse di tutto per credere il contrario. "Confermo, non ho altro da aggiungere. Buona notte." Rapido e pulito.
«Ritengo piuttosto probabile che una volta accortosi della mia presenza, Brior abbia agito d'impulso evocando del fumo per avere la possibilità di nascondersi e magari svicolare di soppiatto.» In seguito si sarebbe giustificata con la sua coscienza affermando che Horus stesso nutriva già dei seri dubbi riguardo alla torcia e che difficilmente avrebbe lasciato cadere l'argomento e dunque tanto valeva che lei si esprimesse dando sì del bugiardo (più o meno) a Oliver, ma fornendogli al contempo un debole scudo d'apparente benevolenza in modo che chissà, in futuro lui si sarebbe sentito... in debito?
*Si sarebbe sentito in debito se lo avessi lasciato andare, magari. Che discorsi fai.* Soprassedere sarebbe stato poco educativo, meglio indulgere nella pena... forse.
«Non lo biasimo, anche io al suo posto avrei fatto di tutto per evitare di far perdere punti preziosi alla mia casata; se non altro, una volta sorpreso, non si è rifiutato di rispondere delle conseguenze.» Osservò il compagno, chiedendosi se posta così la questione si sarebbe ancora intestardito nel dichiarare che il fumo non fosse frutto di un incanto.
«Hai usato un Fumos? E' per questo che non hai voluto consegnare la bacchetta?»
 
Top
view post Posted on 18/8/2015, 19:16
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


Un funambolo: non esisteva descrizione migliore, in quel momento, per rappresentare al meglio la situazione in cui versava il povero Grifondoro. Era come se fosse sospeso in bilico con un'unica asta tra le mani, metafora della sua salvezza davvero lontana. Oliver sapeva bene che tutte le frasi pronunciate fino a quell'istante avessero avuto una parvenza di verità abbastanza forte da evitare di far colorare il suo volto di rosso, dettaglio che lo avrebbe tradito. Non era bravo a mentire, non lo era mai stato: fin da bambino aveva dovuto tener fronte a situazioni poco consone all'infanzia stessa. Se in qualsiasi altro caso di normalità un ragazzino fosse stato punito per aver rotto un oggetto, per aver disubbidito al proprio genitore o per aver alzato la voce, nella sua vita tutto questo non avrebbe potuto trovare corrispondenza: era stato educato all'etichetta francese, al galateo preciso e regolare che vietava qualsiasi atto di maleducazione. Mentire non era nella sua personalità, eppure essere stato temprato per tanti anni alla raffinatezza e allo studio dei comportamenti umani permetteva, adesso, di far giocare Oliver con frammenti di verità, articolandoli come tanti tasselli spaiati di un puzzle fin troppo complesso. Fece mente locale, così, delle parole dette da quando aveva messo piede nell'Ufficio del Caposcuola. Poteva passare la questione della lettera, del resto aveva una prova di quanto citato prima proprio davanti ai suoi occhi; poteva passare anche il fatto di non aver polemizzato con la Prefetta né di aver nascosto identità, Casata di appartenenza e informazioni simili, senza le quali avrebbe avuto un modo, chissà, per sfuggire a... cosa? Oliver scosse il capo, pensando a quanti punti potesse far perdere alla sua amata Casata in quel momento. Dannazione!
Aprì bocca per confessare, per concludere tutto con un'unica e probabile soluzione: affermando di aver usato l'Incanto Fumos, la storia sarebbe finita in fretta. Ma se il Caposcuola avesse controllato la sua bacchetta magica? Oliver era solo al secondo anno di studio ad Hogwarts, ma aveva letto abbastanza in Biblioteca da essere a conoscenza di alcuni sistemi per identificare gli ultimi incantesimi compiuti. E se fosse capitato lo stesso anche a lui? Avrebbero saputo subito che l'ultima magia evocata fosse stata un Incanto Elementale, un Florikus. No, non poteva rispondere come pensato alla domanda della studentessa. Ripercorse velocemente una delle ultime frasi pronunciate prima:
"Come la signorina Prefetto ha appena sottolineato, c'era solo tanto fumo perché avevo spento la torcia accesa nella Guferia". Doveva tessere i fili di quelle parole, doveva articolarle con cura e tentare di prendersi tutta la responsabilità.
"Non ho voluto consegnare la mia bacchetta magica perché non esisteva alcun motivo valido per farlo, non avendo alcuna intenzione di attaccarla, signorina Niahndra" esclamò a denti stretti, la parvenza di gentilezza scomparsa dalla voce. "Legno di abete, i cui possessori non dovranno mai mostrare segni di debolezza o cedimenti": Oliver ricordava perfettamente la spiegazione di Madama Bennet durante una lezione di Incantesimi del primo anno. Stizzito, riprese:
"Non ho usato l'Incanto Fumos, come specificato prima affermando che il fumo presente fosse quello della torcia"
Ritornava al punto di partenza?
Troppo fumo, troppo per essere quello di una torcia spenta...

"Per spegnerla velocemente, dati i passi sentiti fuori dalla Guferia, ho evocato un soffio di vento freddo che probabilmente avrà fatto espandere il fumo per una zona maggiore" disse, deciso.
Ancora una volta, quella era una parziale verità, come dimostrava la frase successiva.

"Sono mortificato per l'accaduto, forse sono stato preso dal panico in Guferia, invece di affrontare con lucidità l'accaduto. Se vuole controllare, il Florikus è stato l'ultimo incantesimo compiuto dalla mia bacchetta magica" concluse, rivolgendosi al Caposcuola con un tono di voce nuovamente pacato.

 
Top
view post Posted on 20/8/2015, 17:26
Avatar


Group:
Dipendente Ministeriale
Posts:
12,032
Location:
Trantor - Settore Imperiale

Status:


▲ Quarto piano, ufficio | mood: Tired | Late Night ▼
Horus R. Sekhmeth

Horus non avrebbe mai creduto che quel dibattito fuori orario lo avrebbe stancato più della catalogazione di quelle dannate schede, il cui lavoro certosino e ripetitivo aveva sicuramente fatto fuori qualche neurone. Eppure il tempo gli era passato in fretta e anche se era stanco, si era sentito ancora lucido, strano ma vero. Invece ora, a sentir il racconto dell'uno e dell'altra, Horus trovava difficoltà a rimanere presente e accorto alla situazione, com'era del resto suo solito, e voleva solamente sbolognarli via da lì e andarsene a dormire, e vaffallovo a lettere, fumi e bacchette non consegnate. Fu con enorme sforzo (dovuto più al senso di dovere, che di giustizia), che ascoltò con attenzione le parole di entrambi i ragazzi, grazie alle quali Horus scoprì che Niahndra condivideva uno dei suoi sospetti: se Brior non aveva affumicato o incenerito nessun oggetto in Guferia, il Fumos era la causa più probabile di quella densa coltre che la Prefetta aveva notato. Sì, su quell'ipotesi tutto filava: un ragazzo palesemente fuori dalla camerata in un orario vietato, pronto a qualsiasi cosa pur di sfuggire: era un copione trito e ritrito. Tra l'altro, il fatto che non avesse consegnato la bacchetta, come detto dalla Alistine, e il modo in cui lui aveva ribadito, quasi ringhiando quelle parole a denti stretti, del suo diritto e della mancanza di necessità di quella richiesta, davano da pensare ad Horus ad un coinvolgimento molto più molesto del Grifondoro di quanto egli stesso avesse asserito.
Si concesse un minuto di silenzio, a braccia conserte e ad occhi chiusi, soppesando le testimonianze: il Florikus era una scelta ardita, ma apparentemente plausibile. D'altro canto, il Fumos era più che conosciuto per uno del primo anno e una torcia spenta, con la luna piena di quella notte, era pressocché inutile. Ah, che palle, che impiccio, non potevano starsene tutti a dormire? Era così bello starsene a letto!
Lasciò perdere quel pensiero —un'immagine ancora lontana— ed aprì le palpebre, puntando le pallide iridi sul ragazzo.

« L'obbligo di obbedire ad un Prefetto, che fa parte del personale scolastico, prevede anche la consegna della bacchetta. Avresti potuto attaccare Niahndra o svignartela in qualche modo e la procedura prevede la richiesta della bacchetta per evitare proprio una situazione del genere: è una precauzione momentanea, più che una punizione. » Esordì, spiegando il tutto con una punta di severità: Oliver Brior non gli sembrava un cattivo ragazzo e sebbene la sua antipatia per Niahndra fosse chiara (e a quanto pare ricambiata), quella sua verve orgogliosa e quel suo non comprendere il peso delle proprie azioni meritavano necessariamente un piccolo raddrizzamento. Meglio metter i puntini sulle i da subito, ora che era ancora nel pieno della giovinezza e del suo percorso ad Hogwarts « Non metto in dubbio le tue buone intenzioni. » Aggiunse, poi, alzando una mano come per invitare Brior a non interromperlo. « Tuttavia capirai da te che questo rende il tutto molto sospetto. Perché a Niahndra non l'hai consegnata nonostante te l'avesse chiesta, ma ora permetteresti a me di analizzarla con un Prior Incantatio se io te lo chiedessi? Non credo ti rifiuteresti, visto la tua gentile offerta. Quindi, siamo sempre lì, più o meno e questo mi perplime e mi fa pensare che la tua ostinazione nasca da una semplice ripicca. » Horus si strinse nelle spalle, quasi a voler sottolineare quanto in realtà non ci fosse niente di male a sottostare ad una richiesta simile. Credeva che gli avrebbero sequestrato la bacchetta?
« Ammetto di essere scettico sull'uso del Florikus, signor Brior. In effetti, con o senza torce, la bella luna di stanotte avrebbe comunque permesso a Niahndra di beccarti, ma può benissimo essere che in un momento di tensione e panico come quello da te vissuto, non sia stato un pensiero in grado di passarti nella mente giustamente agitata. Voglio concederti il beneficio del dubbio, anche per quanto riguarda la lettera. La tua bacchetta non merita una tacca indelebile sul legno per un motivo tanto inconsistente. » Concesse, con una nota affabile nella voce. Del resto, non poteva aprire un'inchiesta per un reato tanto futile e, alla fine, Oliver era stato più o meno propenso a raccontare (vere o false che fossero) le sue motivazioni.
« Nonostante ciò... » Continuò, dopo un breve momento di pausa « Non sono sicuro che lei abbia compreso il peso che certe regole comportano, anche quando le nostre intenzioni sono pacifiche e le giustificazioni dalla nostra parte. Se si manca di rispetto alle regole, bisogna aspettarsi una punizione che non nasce dalla persona, ma da leggi scritte per tutelare proprio l'individuo stesso. Pertanto, verranno tolti dieci punti alla Casata di Grifondoro, per ricordarle questo appunto e per invitarla, la prossima volta, a ponderare sulla sua fretta: qualche ora in più d'attesa per spedire la lettera non le avrebbe nuociuto. Sono sicuro, invero, che questo piccolo prezzo da pagare le sarà utile per il futuro e credo basterà. Una punizione sarebbe eccessiva e un insulto alla sua buona predisposizione nel volerci raccontare gli eventi e le sue motivazioni. »
Mentre terminava di parlare, Horus appuntò velocemente la faccenda su un pezzo di pergamena, utilizzando la piuma ancora nel calamaio. Finito di scrivere, rivolse al ragazzo un sorriso stanco, ma sincero.
« Sono sicuro che recupererà in fretta i punti persi. » Beh, in effetti pareva uno sfottò, ma era più che sicuro di quanto stesse dicendo. Dieci punti non erano niente, in fin dei conti, ed era più una punizione simbolica, che altro. Otto per il coprifuoco, due per quella testardaggine e quel suo esser "piccato" da quella situazione, quasi fosse un dispetto a "Oliver Brior" più che una semplice routine. Avrebbe potuto toglierne molti di più, ma perché svilirlo così?
<b>« Credo possiate andare. Niahndra, per favore, accompagnalo in Torre Grifondoro, dopodiché puoi tornare anche tu in Sala Comune, sarai stanca. E grazie. »
Un sorriso anche per lei, un'intensa occhiata che voleva dirle "vai da Morfeo, mia alleata di sonno, almeno tu".
« Buonanotte signor Brior, spero di non vederla più nel mio ufficio, non a quest'ora almeno! » Scherzò, bonario, salutandolo con un elegante cenno del capo e un sorriso più aperto.

Quando la porta si richiuse, Horus si accasciò sulla poltrona, le braccia penzoloni. Era così stanco che, per non alzarsi e dirigersi nei sotterranei, impigiamarsi e tutto, quasi quasi avrebbe dormito lì sopra. E l'idea non gli dispiaceva neanche.


"Nulla si è ottenuto, tutto è sprecato, quando il nostro desiderio è appagato senza gioia. Meglio essere ciò che distruggiamo, che inseguire con la distruzione una dubbiosa gioia.".

CODICE ROLE SCHEME © dominionpf


Potete effettuare il post di chiusura.

Come da role procederò a togliere 10 punti a Grifondoro, ma non saranno date altre punizioni. Mi sembra un buon compromesso in virtù di quanto accaduto ONGdr.
 
Top
view post Posted on 23/8/2015, 15:21
Avatar

Sometimes I can feel my bones straining under the weight of all the lives I'm not living.

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
10,831

Status:


Stesse battute, stesso copione, fine del divertimento.
Non importava cosa facessero, cosa dicessero, alla fine si ritrovavano sempre al punto di partenza con Oliver Brior a ripetere le stesse parole, neanche si fosse preparato la parte: frustrante e di scarso interesse.
Aveva creduto - sperato - di trovare in quel battibecco uno spunto stimolante, eppure infine si era rivelato un nodo tedioso in quella matassa di fili da sbrogliare.
Se davvero il grifondoro non riusciva a vedere i motivi che avevano spinto Niahndra a chiedergli di consegnare la sua bacchetta, così semplici ed elementari, allora era inutile persino continuare: non avrebbe mai capito. Come se la sua richiesta fosse stata solo un pretesto per litigare invece che il frutto di un'accurata analisi della situazione, oltre che prassi fondamentale in quelle stesse occasioni; magari, se mai avesse avuto l'onere di vedersi appuntare una spilla al petto, avrebbe anche potuto intuire il ragionamento che si trovava alla base.
*Codina di paglia.* Ribattere era inutile.
Ascoltare si rivelò più proficuo anche se in effetti i dettagli aggiunti non furono molti.
*Fumos, florikus... che differenza fa?* Il fatto stesso che avesse tirato fuori il florikus solo adesso lasciava nutrire ancora più dubbi sulle sue parole, perché non l'aveva menzionato subito? Horus aveva lasciato chiaramente intendere che la questione della torcia non lo convinceva, perché Brior non era intervenuto a quel punto?
Provava un certo fastidio nel rendersi conto che la versione non filava completamente liscia, ma ne valeva davvero la pena? Poteva dire con coscienza pulita che il suo "accanimento" fosse dovuto da un impeto di rigore e non dalla poca simpatia che nutriva per lo studente?
Non poteva, non era obbiettiva e in questi casi sapeva che era meglio mettersi da parte: non era questo dopotutto il motivo primario per cui si era recata nell'ufficio dei caposcuola?
Schioccò la lingua al palato sistemandosi con noncuranza l'orlo della divisa e poi incrociò i piedi scivolando più avanti con il sedere per far aderire meglio il dorso allo schienale.
Onestamente fu gratificante sentire che Horus la vedeva come lei circa la consegna mancata della bacchetta e in qualche modo il suo spirito battagliero venne parzialmente placato dall'ulteriore detrazione di punti, sebbene fossero solo un paio; a quell'ora della notte il compromesso le parve più che accettabile e con un cenno affermativo del mento fece per alzarsi dalla sedia. Certo, avrebbe fatto a meno di accompagnare il ragazzo fin su la torre, ma se il premio era ricongiungersi finalmente col suo letto, poteva starci.
«Sì, buonanotte.» Avrebbe aspettato Oliver prima di chiudersi la porta alle spalle e incamminarsi nei corridoi illuminati solamente dalla luce fioca della sua bacchetta.
Avrebbe trascorso quei minuti in silenzio, magari rispondendo alle eventuali domande dell'altro... forse. Poi, se il cielo avesse voluto -
*Ma anche se non vuole a questo punto.*<i> -, se ne sarebbe tornata finalmente nei sotterranei.
 
Top
view post Posted on 23/8/2015, 17:36
Avatar

Group:
Studente sotto Esame
Posts:
19,264
Location:
TARDIS

Status:


Per qualsiasi altra persona, probabilmente, a quel punto sarebbe subentrata la rabbia, magari anche una minima forma di astio nei confronti di tutti e tutto. Per Oliver Brior, al contrario, arrivò una lieve ondata di pace: certo, era pià che triste per la detrazione di punti alla sua Casata, considerando il suo orgoglio Grifondoro e il suo impegno attivo per far sì che salissero sempre più in alto nella classifica della Coppa di fine anno; eppure, dieci punti non erano il massimo dell'oltraggio, li avrebbe recuperati in fretta per placare i suoi sensi di colpa, il suo profondo rimorso. Era finalmente rilassato, però, per due motivi: il primo, perché Alice era salva, la sua labile scusa non aveva fatto tanta strada, ma almeno non aveva coinvolto, come promesso, la ragazza Corvonero - il suo spirito Grifondoro, nobile e cavalleresco, non l'avrebbe permesso; secondo, perché avrebbe finalmente abbandonato quel volto odioso della Prefetta al suo fianco. L'espressione della ragazza dava i nervi al giovane Grifone, il quale decise di annuire con un rapido cenno del capo alle parole del Caposcuola. Si alzò dopo il congedo palese, ma prima di uscire dalla porta dell'ufficio, si voltò indietro per esprimere un piccolissimo appunto.
"La mia ostinazione per la mancata consegna della bacchetta magica alla Prefetta non è nata assolutamente per ripicca, signore. Semplicemente, non lo ritenevo un gesto importante, perché non avevo, come ripetuto prima, alcuna intenzione a combattere o altro. Non avevo ragionato sul fatto che potesse servire ad altri scopi o che fosse una regola da rispettare, per questo le mie scuse" disse, rivolgendosi sempre al ragazzo dietro la cattedra. Le sue scuse andavano a lui o a Niahndra? Non fece nulla per sottolineare o specificare quanto detto. "Buonanotte, signore". Non aggiunse altro, non voleva né avrebbe avuto senso: al momento desiderava soltanto distanziarsi da quel luogo quanto più possibile. Uscì dall'Ufficio e la prima cosa che gli passò per la mente fu di dire alla ragazza al suo fianco di andarsene a quel paese, conosceva la strada. Tuttavia, e per il bon ton e per il fatto che l'altra non avesse tanta colpa dato il suo incarico, Oliver restò in silenzio fino al raggiungimento della Torre Grifondoro. Arrivato ad una svolta prima della destinazione finale, si voltò verso la Prefetta e con un tono di voce impassibile, forse stizzito, disse: "Sono arrivato"
Camminò per qualche istante in avanti, diretto alla sua Sala Comune, poi si voltò un'ultima volta.
"Notte" esclamò, prendendo un respiro come per aggiungere qualcosa. Tuttavia, non aprì più bocca, richiudendola mentre si voltava e lasciava la Tassorosso al suo lavoro. Da parte sua, Oliver sarebbe andato dritto a dormire, dopo aver rinchiuso nel baule il volume di Macbeth di un certo Shakequalcosa, che per quella notte gli aveva procurato fin troppi guai.

 
Top
13 replies since 9/8/2015, 13:56   286 views
  Share