Il The.
Un ottimo inizio.
Promettente come altre poche occasioni.
Cosa ne sarebbe derivato? Se era venuto, evidentemente c'era altro.
Cos'era quell'altro? Quanto a lungo sarebbe stato tirato in avanti? Tempo?
Tempo ed energie? Li avrebbero abbandonati presto, tardi, troppo tardi, o presto?
Sarebbe stato possibile individuare un buon compromesso? Era quasi scontato che qualunque fosse stata la strada, quella sarebbe stata l'unica soluzione percorribile. Come avrebbero potuto concordare su tutto? Avrebbe avuto senso? E quale sarebbe stata la pietra dello scandalo? Dove sarebbe iniziato tutto? L'avrebbe fatto, certo, ma quando? Sapendolo, avrebbe avuto senso iniziare? Sarebbe stato meglio invitarlo a ripassare? Cos'avrebbe portato, e conseguito? Se anche si fossero visti a distanza di qualche decina, di anni, e non giorni, cos'avrebbero risolto? Sarebbe mai stato possibile individuare un'unica soluzione condivisa, che potesse soddisfare allo stesso tempo tutti? Il problema erano i tutti? O il compromesso? Se era nell'essenza stessa del compromesso lasciare tutti insoddisfatti, avrebbe avuto un qualche senso? E se così non fosse stato? E se tutto fosse unicamente dipeso dal peso di quei tutti? Quanti erano? Quanti non erano? Più l'insieme si allargava, diventando multiforme e poliedrico, più sarebbe stato improbabilmente impossibile chiuderlo? QUal era ad un certo punto la discriminante? Ci sarebbe mai stata? Era una guerra già persa in partenza? Non sarebbe stato sempre così? O invece sì? Cosa serviva per rintracciare il consenso? Era indispensabile averlo? Muovendo da uno zoccolo duro, sarebbe stato possibile arrivare agli altri? Quanto era importante ed essenziale raggiungerli? Conquistarli? E mantenerli tali? Il gioco sarebbe infine valso la candela? E pensarla tutti alla stessa maniera, dopo una lunga guerra di conquista, cos'avrebbe lasciato? Quel deserto tacitiano? Cosa ne sarebbe derivato di buono? La convergenza all'unico era davvero la manna predicata? E l'incontrario, era così ottimale? Che il Mesotes si rivelasse ancora una volta come il punto ottimale di equilibrio? >Se quindi Ipse aveva già scoperto, e scritto tutto, che senso aveva andare continuamente avanti? La Storia era già finita, prima ancora di essere iniziata? Il resto era semplicemente cronaca e pettegolezzi? Quando si era del tutto radicato, e giunto a maturazione il pensiero dell'Ipse? Cosa ne era derivato che non fosse una semplice banale rilettura? Quali erano le implicazioni di medio, lungo, e lunghissimo termine in tutto quello? Quali le pietre miliari? E verso dove?
Ma ecco, il The.
Non era necessario fare altro.
Ora iniziavano solo le richieste.
Entrava in gioco l'ars suasoria.
Nella sua massima espressione.
Un gioco che non sarebbe mai finito.
Quando sarebbe accaduto, sarebbe stata la fine.
La fine dei giochi, del tempo, della Storia. Di tutto.
Volevano davvero conoscerlo, viverlo, esperimentarlo?
Forse no. Chi era caro agli Dei, ormai, non moriva più giovane.
Un altro risultato non troppo sconvolgente della morale, mutata?
Tale mutamento radicale e sostanziale, quali altri effetti aveva avuto?
Un sorriso increspò il volto del Vecchio.
Comprensione, condiscendenza?
Ah! Ottimo!
Semplicemente splendido!
Ora il gioco cambia, sostanzialmente.
Mi raccomando, richieste chiare, non si faccia fraintendere.
Una tazza di The, uno di zucchero, uno di limone.
Detto fatto, la tazza mansueta si offriva incontro alla Teiera, già a sua volta in movimento, forte del suo nuovo alto uffizio, sbuffante, avvolta in spirali di vapore, risvegliate dall'improvviso movimento, scapitante, quasi inaspettato, ormai impigrita, dalle lunghe ore di pace. Compiuta la delicata missione, mentre già si avviava a tornare nella sede originaria, già la spavalda e sbarazzina zuccheriera, animata da un nuovo anelito di vita, era partita, menando l'argenteo cucchiaino per l'aere, quasi volesse smuovere i destini del Mondo, diretta alla tazza, ed alla bevanda. Zuccherare, aveva una missione precisa. Un paio di pinzette, meno esuberanti, ma anche più sinistre, sembravano invece risolute nel voler consegnare la loro fetta di limone, senza timore d'esser smentite. Si erano guadagnate la loro sinistra fama? Erano forse temute, e rispettate? C'era forse dell'altro che tacitamente era conosciuto da tutti, ma ammesso da nessuno? E come avrebbe accolto il giovane la novità? L'avrebbe cantata al Servizio, ed al mondo? L'avrebbero accettato? Se ne sarebbero tutti bellamente fregati? Qual era il margine, tra il successo ed il disastro? Sarebbe esistito, in una qualche pur minima accezione? Non sarebbe stato possibile fare altrimenti? Come doveva essere avere tra le mani una zuccheriera esuberante, e ribelle? Cos'avrebbe comportato? Sarebbe anche solo stato praticabile, per più di qualche secondo? Era una guerra che potesse esser vinta? Un po' come l'altra?
Ma certo, sono assolutamente convinto anch'io del fatto.
Come le dicevo è stata sicuramente una decisione, forse avventata, ma più sicura, da parte dei miei fornitori. Il The è destinato a confermarsi The, in qualunque circostanza. Che lo si voglia, o meno. Un po' come l'Irlanda, e come anche la Musica. Temo mi abbia frainteso, non sopporto il genere di musica che negli ultimi anni è andata imponendosi, ma sono da sempre un melomane di tutto rispetto. Ho solamente gusti in linea con la mia età, vetusti, per non dire più semplicemente vecchi. Ma credo non debba sorprendersene troppo, no? Così come, allo stesso tempo, non sopporto il Quidditch, non sopporto nemmeno le scope, non siamo mai andati d'accordo, dai tempi di Hogwarts. Ma anche lì, nulla di male, si può fare a meno. Quale crede che sia il senso di infilare una palla in un buco, inseguendone un'altra, e cercando di evitarne altre due? Quando è indispensabile mi faccio piacere la faccenda, e scendo allo stadio, in tutte le altre circostanze evito, dedicando il mio poco tempo ai piaceri della vita. Mi segue?
E come previsto, il problema.
Se già dall'inizio, lo sapeva, perchè puntare alla questione?
Sarebbe stato altrettanto accettabile vivere, e lasciar vivere, no?
In fondo, quanto era probabile che cambiassero opinione, dopo un The?
La sola remota circostanza che avvenisse, sarebbe stata da considerarsi?
O più semplicemente c'era sotto altro, su tutta un'altra questione? Era un pretesto?
E se sì, quanto sarebbe stato giusto sfruttarlo, senza un pur minimo spiraglio di speranza?
La questione era tanto annosa, quanto fumosa? Il problema non era mai esistito, ed era stato semplicemente confezionato ad Arte? Da chi? Se gli Efi non lo avvertivano come un problema, lo sarebbe mai potuto diventare? Erano ambizioni sane, il cui esito sarebbe stato un successo per tutto? Tutti vi avrebbero perso? O guadagnato? E quale sarebbe stato il più probabile esito, dell'intera guerra? Le guerre, del resto, si combattevano ancora con le armi? Due eserciti che si davano appuntamento in aperta campagna, il giorno X, trascinando cannoni, stregoni, e milizie, per contendersi il possesso ed il controllo di un dato territorio? O anche il concetto stesso di guerra era improvvisamente mutato, divenendo qualcosa che con la guerra aveva solo incidentalmente qualcosa, per altro poco, a che spartire? Del resto era una questione di parità? Non pensarla allo stesso modo avrebbe conseguito una serie di assunti teorici forti, pregiudiziali nei reciproci confronti? Si poteva amichevolmente non convenire sugli stessi punti? Quanto c'entrasse il rispetto nell'intera questione, era rilevante? Quanto era mutata nel corso del tempo la situazione? Sotto lo sguardo del Vecchio, il giovane Grifondoro.
Le dita intrecciate sul piano ligneo della scrivania, tra le spirali di vapore che si levavano dal liquido della tezza. Una risposta. Gli doveva una risposta?
Vede Mr Brior, ovviamente capisco il suo punto di vista, ma semplicemente mi permetto di dissentire. Del resto, per avere una qualche stima di una persona, sono abbastanza certo non si debba concordare con lei su tutto, no? Ovviamente non le chiedo di non giudicarmi, per molti versi è implicito il farlo, come potremmo fare altrimenti? Ma allo stesso tempo è richiesta una certa accortezza, nel valutare tutto il necessario. Ciò nonostante, il rischio di fraintendersi rimane elevato. Mi segue? Secondo le leggi vigenti gli Elfi di una famiglia sono una proprietà della stessa. Gli Elfi del Castello, sono una proprietà di Hogwarts, come potrebbero esserlo letti, banchi, e bicchieri. Molti amici, e conoscenti di una vita ritengono tutt'ora che sia vero. Che sia veramente così non lo credo, ma chi siamo noi per valutare le leggi del Ministero? Le leggi possono essere discusse, ha ragione, ma vanno comunque applicate. Le ho anche detto di avere un'opinione diversa sul tema, gli Elfi e tutti i miei domestici godono della mia piena fiducia, hanno la mia stima, e godono di un trattamento più che umano, può verificarlo lei stesso. Ciò nonostante resto un Peverell, possiamo vantare origini antecedenti ai Normanni, non ritengo di essere pari ad uno qualsiasi dei miei domestici. Lei può non essere d'accordo, ne ha tutte le ragioni, ma da qui a non avere la minima stima per un vecchio nobile scozzese onesto, penso ne corra, non trova? Ritiene forse che vi debba essere univocità di visione, ed un unico punto di vista su ogni tema? Gli Irlandesi si professano da sempre democratici, mentre i Peverell da sempre monarchici, che aldilà di questioni semantiche sia il contrario? Riterrebbe deprecabile, degno di un duello, l'avere posizioni opposte sulla forma di governo che dovrebbero avere i nostri Paesi? E se lei si sbagliasse? Immagino sarà certo di avere ragione, anche sugli Elfi, ma se così non fosse? In fondo, è così certo che il concetto stesso di guerra sia unico, e impassibile a qualunque evoluzione, nel corso del tempo? Chi crede che ne gioverebbe Gli Elfi? Ne è certo? E se così non fosse?
Cos'era una spreco di tempo?
Ed invece un altrettanto spreco di energie?
Non ne valeva semplicemente la pena?
E se invece il punto fosse stato un altro? Quali erano le reali dinamiche dell'intera faccenda? Quali i suoi estremi? Quali le sue immediate, ed indirette conseguenze? Cosa sarebbe stato giusto fare? Cosa opportuno, più di altro? Era solo una questione di principio, o c'era un secondo lato della medaglia, più pragmatico da prendere in considerazione? Quali erano i veri problemi? Quali le urgenze, e le priorità? Tutto aveva una soluzione? Tutto era possibile? Quali erano i limiti? Come sarebbero stati giudicati? Era quello un vero punto fermo del dibattito? La paura di essere giudicati male, ricordati anche peggio? C'era altro?
Altro che fosse altrettanto degno del loro tempo?
Delle loro decisioni? Delle loro energie?
Era una battaglia vinta?
O persa?
Quindi il problema è essere ricordati? Non se sia giusto o sbagliato, ma solo che opinione si faranno i nostri pronipoti, del nostro operato, giusto? Allo stesso tempo, è una conseguenza, il nostro giudizio su Pericle dovrebbe essere influenzato pesantemente dalla schiavitù che imperversava ad Atene, al tempo? Che opinione dovremmo farci dell'intera Storia dell'Uomo? Perchè questo dovrebbe avere più peso di altro? E se ancora una volta ci sbagliassimo? Del resto, il punto di partenza di tutto questo, di una serie infinita di giudizi su chi ci ha preceduti, sarebbe sempre il fatto che noi abbiamo ragione, e tutti gli altri torto, no? Ma applicando un semplice criterio democratico, scopriremmo che coloro che ci hanno preceduti sono indubbiamente superiori di numeri, a coloro che hanno invece popolato il pianeta negli ultimi secoli. Quindi in realtà anche la nostra sarebbe una dittatura totalizzante storicamente revisionista, no? Il punto, però, potrebbe essere anche un altro. Se noi non ci occupassimo di questa faccenda, perchè pur essendo un problema, avessimo differenti priorità, come valuterebbe la questione? Possono gli Elfi, a patto di ritenerlo, essere una nostra priorità? Il nostro Mondo è così perfetto, il migliore dei mondi possibili, tanto da permetterci di convenire essere gli Elfi IL vero problema da risolvere entro la nostra generazione? Non è anche questa una nostra valutazione, alquanto almeno discutibile? E chiunque si trovasse a pensarla differentemente dovrebbe essere marchiato?
Qual era la Verità?
Cos'era giusto?
C'era un'unica soluzione?
Chi l'avrebbe individuata?
Come poteva essere verificata?
Il processo era certo?
Era tutta fuffa?
Il Quia?