Convocazione

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Laughing Mantis
view post Posted on 21/9/2015, 10:39




Quando aveva aperto la busta che un vecchio gufo tortora gli aveva consegnato, gli occhi straniati erano partiti dal basso; il timbro del Ministro della Magia. Inizialmente pensò che fosse successo qualcosa a sua nonna o che la lettere fosse proprio sua, per chi sa quale diamine di richiesta (ordine).
E invece Tristan fu sorpreso di vedere che innanzitutto le righe erano poche, per nulla chiare e con firma del Ministro in persona.
Non si dedicava per nulla alla politica, ma chi in quel paese non aveva sentito parlare del Ministro Pompadour? Sensualità e fermezza per riuscire ad ottenere consensi. E da quel che si diceva in giro, ce li aveva. Non aveva sentito mai di una donna più temuta -o meglio, una c'era, ed aveva anche deciso di presentarsi nel suo ufficio al S.Mungo qualche giorno prima...- ma allo stesso tempo ben voluta.
I primi dubbi cominciarono a fargli rodere lo stomaco: che fossero venuti a conoscenza di qualcosa del suo passato? Qualcosa di poco ortodosso che sarebbe stato sempre meglio tenere segreto ai più? Non era forse quello che aveva sempre fatto?
Sospirò, un lungo sospiro per gettare fuori nervosismo e perplessità. E con tanta nonchalance -forse anche un po' forzata- si presentò fuori l'ufficio del Ministro in persona, dopo essere stato controllato da Auror con la faccia più inquietante della sua.
Si sistemo il vestito e la cravatta nera dritta ed ordinata su una camicia bianca di seta. Il vestito su una più leggera gradazione di nero era spezzato da linee biancastre. Un gessato come suo solito da molti e molti galeoni.
Le mano sinistra, scoperta, presentava sul dorso il tatuaggio di un occhio con pupilla dilatata e sottoposta a sforzo, che guardava dritto dritto davanti a se.
Sulla mano opposta, all'anulare era posto un anello in oro bianco con uno smeraldo di circa due centimetri per due, incastonato sopra.
Con la sinistra, batté tre volte sulla porta con fare deciso, in modo che anche con quel frastuono, dall'interno potessero sentirlo.
 
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view post Posted on 23/9/2015, 22:23
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Alzò gli occhi dai fogli che stava leggendo e sbuffò, decisamente contrariata.
Quel progetto sulla sicurezza dello Zoo era totalmente, tristemente, incommensurabilmente e tragicamente idiota. Davvero non capiva come fosse possibile trovarsi di fronte una situazione così devastante con creature che scappavano al controllo dei domatori e recinti colabrodo che non facevano paura neanche a uno gnomo da giardino. Era stufa della situazione e delle lamentele che piovevano da ogni dove, lo Zoo doveva apparire come un luogo didattico a misura di famiglie e non una zona impervia dove si rischiava lo smembramento ad opera di un Troll ubriaco.
Stizzita, allontanò i fogli con tale veemenza che la palla di vetro tremolò facendo piovere neve. Prese la tazza immacolata e la portò alle labbra, il caffè ormai tiepido non aiutò il suo autocontrollo, la poggiò nuovamente sul tavolo, agguantò i fogli e li appallottolò lanciandoli uno per uno contro sul pavimento.
Dove diavolo era la Pride quando le serviva?
Si alzò togliendosi la giacca e la sistemò allo schienale della poltrona come fosse un manichino.
Percorse i pochi metri che la separavano dalla finestra e guardò fuori, una pioggerellina uggiosa picchiettava contro la grande vetrata. Contemplò il vetro farsi sempre più bagnato e rimase lì come un'ebete per un tempo indefinito.
Fino a quando non sentì bussare.
Si voltò cercando la vecchia pendola con lo sguardo, si era completamente dimenticata dell'infermiere.
Per i secondi successivi si dedicò alla rapidissima ricerca del rapporto che lo riguardava ma senza particolare successo, dove poteva aver ficcato il fascicolo?
Ricordava solo il cognome, Von Kraus. Ormai quello era un cognome inflazionato, pareva che tutto l'albero genealogico di quella famiglia si fosse dato appuntamento a Londra. Eppure, al di là dell'avversione personale, la nonnina le stava dando una mano enorme con i corsi di smaterializzazione.
Pace, si sarebbe fatta un'idea improvvisata del soggetto, sbagliava di rado quando non aveva informazioni preventive e non poteva farsi idee preconcette.
Ma nell'ultimo periodo il San Mungo si era dimostrato un covo di matti.


"Avanti"

Se non altro aveva bene a mente il motivo di quella convocazione, considerata la sua situazione era un gran traguardo.
Ferma, immobile nei pressi della finestra, dedicò la sua attenzione alla porta, le iridi ametista fissarono il pomello, incuranti del pavimento costellato di grandi pallottole di carta.

 
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Laughing Mantis
view post Posted on 24/9/2015, 11:58




La risposta non tardò ad arrivare, come poteva prevedere.
Sospirò nervoso e si sistemò ancora una volta i capelli pettinati all'indietro, aggiustando una ciocca che in realtà non era fuori posto; afferrò il pomello ed aprì lentamente la porta, lasciando entrare prima lo sguardo e poi il corpo. C'era una sorta di calda e piacevole atmosfera a primo impatto, se si trascurava un disordine generale di carte, fascicoli, tomi, pergamene e qualunque cosa potesse essere usato per scrivere.
Non si scompose ed una volta dentro, spalancò gli occhi e rivolse un sorriso alla figura del Ministro che lo aspettava in piedi vicino alla finestra; una donna avvenente, in perfetto ordine al contrario della stanza e con uno sguardo magnetico. Era sicuramente il genere di figura che si sarebbe potuta definire "una bella donna", sebbene Tristan fosse più interessato a quegli occhi dal colore così raro che alla figura anatomica della donna in se.
Le si avvicinò, fermandosi a qualche centimetro davanti alla scrivania, porgendo la mano in direzione della donna:
-Buongiorno Ministro! Tristan Von Kraus, al vostro servizio.-
Perché l'aveva convocato? Cosa voleva da lui? Se avesse avuto bisogno della sua consulenza medica, avrebbe tranquillamente potuto ottenere quella di Ephigenia o di qualunque altro medimago indicato dalla stessa, molto più abile -in teoria- di Tristan. O semplicemente, avrebbe ricevuto la consulenza di Tristan proprio nel suo ufficio al San Mungo.
In quel momento si aspettava di tutto, perfino essere circondato da più Auror per arrestarlo e chiuderlo ad Azkaban, dove avrebbe scontato per il resto della sua vita, gli ultimi esilaranti respiri di follia...eppure c'era qualcosa che gli stuzzicava la mente, un'idea malsana che il cervello non ebbe neppure il coraggio di trasmettere alla coscienza. Qualcosa però arrivò a destinazione e Tristan cominciò a pregare mentalmente che non avesse niente a che fare con sua nonna.
 
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view post Posted on 26/9/2015, 00:40
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Tristan Von Kraus era un soggetto particolare.
Avrebbe azzardato uno "spiccatamente inquietante".
La camicia bianca mitigava la pelle chiara del volto, il vestito elegante cozzava con il bizzarro colore di capelli ma fu lo sguardo magnetico a catturarla, due pezzi di ghiaccio cerchiati di scuro, privi di vitalità e freddi come la morte.
Indugiò sul posto una frazione di troppo prima di andargli incontro, non era mai stata una perfetta padrona di casa ma una mano tesa non poteva essere ignorata.


"Signor Von Kraus. La ringrazio di essere venuto"

La strinse con decisione senza palesare il disagio che la presenza di quell'uomo le incuteva. Bollò la sensazione come una conseguenza dei brutti ricordi che aveva rimediato al San Mungo, causati da un Direttore pazzoide che si augurava di non rivedere mai più.
Le parve che portasse un anello ma non osò abbassare lo sguardo.
Al contrario, mascherò la propria inquietudine stampandosi in faccia un finto sorriso accogliente prima di riprendersi la mano
.

"Vedo che il verde le piace"

Quella piccola constatazione sfuggì al suo controllo, da vicino gli occhi parevano meno glaciali, erano venati di un lieve azzurro. Curiosamente non notò alcuna somiglianza con nessuno dei Von Kraus che aveva avuto la fortuna (o la sfortuna) di incrociare. Sembrava più il figlio naturale del Direttore pazzoide, all'apparenza era inevitabile pensare che anche l'infermiere Von Kraus fosse affetto dalla stessa follia del padre, se non altro avrebbe potuto affibbiargli Purtridino, il carlino di Fuco. Quest'ultimo l'aveva praticamente obbligata a accudirlo prima di partire (e sperava morire) per l'Uganda e adesso non c'era nulla in quell'Ufficio che non fosse ricoperto di bava.
Con un cenno del braccio lo invitò a sedersi sull'unica sedia disponibile, posizionata di fronte alla scrivania e miracolosamente libera da fogli, ninnoli, oggetti non definiti e libri. Magari anche dalla bava. E lei fece altrettanto. Aggirò la scrivania e prese posto tirando la poltrona in avanti.


"Immagino che il suo lavoro richieda turni massacranti ... "

Le occhiaie erano un segno piuttosto evidente. A meno che Tristan non passasse le nottate a inseguire grilli salterini per i boschi. Nella migliore delle ipotesi.

" ... e mi dispiace chiederle qualche ora di straordinario. Verrà naturalmente pagato"


 
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Laughing Mantis
view post Posted on 26/9/2015, 10:02




Ci furono secondi di inevitabile studio tra Tristan e la donna prima che si stringessero la mano nel più antico e professionale segno di saluto; gli antichi romani babbani, avevano cominciato a stringersi i polsi per dimostrare a chi avevano davanti che non vi fossero armi o minacce per l'altrui individuo, nascoste all'interno dei bracciali. Col tempo avevano sostituito i polsi alle mani, seppur meno igienico e più di contatto.
Ad ogni modo, Tristan dubitava che in quel periodo così duro e di generale diffidenza, non si nascondessero armi. E probabilmente anche un'entità retta come il Ministro aveva qualcosa nella manica in grado di ferire. Oltre a quegli occhi così penetranti e....singolari, dovette ripetersi.
Tristan si sentì studiato: i capelli, gli occhi....sapeva fin troppo bene di essere fuori dall'ordinario, ma questo gli aveva dato dei vantaggi in quello che faceva: fin da piccolo, lui era pazzo e quindi giustificato in quello che faceva; lui era pazzo, quindi compatito per il modo di vestire ed apparire. Lui era pazzo, perciò sorrideva insistentemente, guardandoti fisso negli occhi.
E così faceva con la donna davanti a lui.
Le loro mani rimasero strette qualche secondo di troppo a ciò che il galateo prevedeva; tuttavia due entità opposte che si incontrato per la prima volta possono venir meno istintivamente agli impegni morali dell'educazione.
-Lo trovo estremamente distensivo...come calmerei altrimenti quei piccoli mostricciattoli con il vaiolo di drago?-
Una piccola risata per smorzare il commento della donna e le sue buone attitudini a guarire bambini che starnutiscono fuoco.
Come indicato dalla donna, si accomodò sull'unica sedia libera, sbottonando la giacca e portando la gamba destra sulla sinistra e le mani conserte all'altezza dello stomaco, sorridendo affabile.
-Il San Mungo è IL punto di riferimento per tutti colore che necessitino di aiuto. Inevitabilmente, questo ci obbliga al sacrifico e ad essere quanto più presenti possibili. Tuttavia, Ministro, quando un lavoro è fatto con passione nulla ti sembra...infattibile.-
Quando smise di parlare il sorriso scomparve per un istante, come perso nel pensiero delle parole stesse: con la sola voglia di farlo, aveva fatto tanto. Cose terribili o eccezionali che fossero, ma le aveva fatte.
Il sorriso gli ricomparve rapido comunque, sopratutto alle parole del Ministro che gli prometteva una ricompensa oraria per il suo tempo "perso" lì.
-Ministro, la prego...-
Come alzò le mani e chiuse gli occhi in segno di resa, imbronciando leggermente il muso.
-...non mi offenda. Il vil denaro per me ha solo lo scopo di permettermi sopravvivenza in un'epoca in cui per gli altri è diventato linfa. Se posso essere utile a Lei ed alla comunità magica, ciò verrà fatto in maniera assolutamente gratuita.-
Si ricompose da quella estrema serietà, cercando di alleggerire nuovamente la situazione:
-Aggiungerò questa esperienza, qualunque essa sia, nelle mie competenze se me lo permette!-
Un nuovo sorriso. Meglio mantenersi largo e fare arrivare lei al dunque, piuttosto che esporsi con troppa irrequietezza.
 
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view post Posted on 29/9/2015, 23:56
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O il caro Von Kraus era felice come un'oca giuliva, o aveva una paresi non indifferente.
Solo per un attimo le labbra smisero di tirarsi e il sorriso compiaciuto o educato o semplicemente divertito scomparve da quel volto cadaverico.
Non che la cosa la contrariasse, anzi. Il buon umore del suo ospite l'aveva fatta anche risparmiare.


"Davvero molto onorevole da parte sua. Perdoni la mia inclinazione alla venalità, non voglio certo offendere la sua ... uhm ... ammirevole dedizione"

Non aveva forse detto che la passione per il lavoro rendeva sopportabile anche il terzo turno di notte? Provò ad immaginarselo mentre camminava per i corridoi appena illuminati da pallide lampade, silenzioso e letale. Tuttavia il suo lavoro le impediva di fermarsi alle apparenze, la gente non era mai come la si reputava a pelle e anche il più bizzarro degli infermieri poteva trasformarsi in un geniale debellatore di Scrofungulus.

"Quindi deduco che ha trovato il lavoro della sua vita. E' stato fortunato"

Un'affermazione che avrebbe potuto apparire ingrata agli occhi di un Von Kraus. Ma anche la lucente medaglia del potere aveva il suo rovescio, lei lo sapeva bene. Tuttavia poteva supporre con una certa tranquillità che quella florida (numericamente parlando) famiglia non navigasse sulle onde dorate dei dobloni se uno degli attuali capostipiti lavorava - e sodo - in quell'edificio.
Accavallò le gambe appoggiandosi allo schienale della poltrona e abbassò lo sguardo, attratta da un occhio aperto quasi allo stremo disegnato sul dorso della mano del proprio interlocutore.


"Voglio essere chiara con lei Von Kraus"

Le iridi ametista incontrarono nuovamente il ghiaccio dei suoi occhi.

"Ho un problema che devo risolvere positivamente e nel più breve tempo possibile. Mi sarei volentieri affidata alla sapienza di un medimago ma attualmente il San Mungo non può permettersi di rinunciare ai pochi esponenti di spessore che ha. Quindi, dato che mi hanno parlato bene di lei, ho deciso di raccomandarmi alla sua esperienza"

Avrebbe potuto chiudere il cerchio decantando le doti dell'infermiere e inneggiando alla speranza, il verde speranza dei suoi capelli ma era già troppa la costrizione di doversi affidare a qualcuno per arrivarlo anche ad adulare.
Si limitò a sorridere.


"In quattro parole, sono nelle sue mani"

 
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Laughing Mantis
view post Posted on 30/9/2015, 15:02




Sebbene il fascino ed un certo -innaturale- magnetismo provenissero dal Ministro, ella si sforzava di avere un tono autoritario, fermo, professionale; forse fin troppo, dato che l'essere estremamente composta faceva denotare sempre di più il suo scetticismo (?) sempre più chiaro nei confronti di Tristan, per quello che era il suo aspetto fisico i suoi modi di fare.
Tuttavia, lo scetticismo non sfociò mai nella maleducazione o nella volgarità: la donna sapeva sicuramente rimanere al suo posto o quantomeno farlo valere a dovere, mettendo sempre un gradino più in basso il proprio interlocutore....o il Von Kraus doveva solo pensare che si trattasse di una certa...avversione...per le sue origini? Non sapeva quanto un Ministro potesse effettivamente sapere o meno delle origini di una famiglia di maghi da sempre devota all'oscuro, ma in ogni caso non sarebbe stata la prima a vederlo con una certa attenzione, più che paura o qualsivoglia forma di disgusto.
-Non si preoccupi, Ministro: non è il suo inconscio pensare al denaro che mi offende.-
Sorrise nuovamente, lasciando continuare la donna nell'esposizione delle motivazioni per cui Tristan si trovava lì.
Rimase calmo e per nulla infastidito alle parole della donna in riferimento al "lavoro della sua vita" e all'essere stato fortunato; sicuramente aveva preso un posto di rilievo, a maghi sicuramente più preparati -in via del tutto teorica- di lui. Ma dubitava di essere stato fortunato.
Non rispose tuttavia, limitandosi a sorridere e piegando leggermente la testa di lato.
Non aveva mai smesso di guardare il volto d quella donna ed un brivido gli percorse la schiena quando quel paio di iridi inumane osservarono le sue mani, il tatuaggio di quell'occhio strozzato che pareva unicamente focalizzato su di lei.
Il sorriso di Tristan si spense nuovamente, quando la donna alzò gli occhi e mi se in chiaro che "voleva essere chiara": aveva un problema da risolvere positivamente. Subito il medimago si chiese che tipo di problema.
E poi le avevano parlato bene di lui...chi? A stento Tristan riuscì a trattenere una risata isterica, tra il compiaciuto e lo stranito di fronte a quell'affermazione. Per ovvi motivi comunque, non le avrebbe chiesto null'altro, anzi meno parlava, più sarebbe riuscito a far uscire dalla bocca della donna tutti i dettagli su quell'incontro.
Ma quella frase così...ad effetto..che utilizzò per farlo sentire più potente di un Dio, gli fece alzare leggermente le sopracciglia e contemporaneamente, tenendo i gomiti sui braccioli della sedia su cui era seduto, alzò le braccia ed aprì le mani.
-Le mie mani sono a sua disposizione, Ministro. Mi dica pure di cosa si tratta! E' probabile che non serva nemmeno che io me ne vada per risolvere il problema...-
Sorrise di nuovo, cercando anche lui la sua frase ad effetto, giusto per non farsi mancare nulla.
 
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view post Posted on 6/10/2015, 14:13
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- Deus ex Mazza -

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L'aeroplanino di carta viola pallido si adagiò con grazia sulla scrivania del ministro dopo essere penetrato nell'ufficio dalla fessura sopra la porta, come se qualcuno l'avesse spedito utilizzando un macchinario capace di calcolarne in maneira estremamente precisa la posizione.

«Ministro,

vi scrivo appena di ritorno da Praga. Sfortunatamente, non sono riuscito a scoprire molto sui Golem, tanto meno sono riuscito ad incontrare Kiwloshi.

Forse non crederete a quello che vi sto per dire, ma penso di aver trovato qualcosa di molto prezioso: un vecchio pazzo lo stava utilizzando per un esperimento su un povero uomo che ho spedito in un ospedale magico praghese. Credo sia opportuno inviare una squadra di medimaghi e auror ad indagare. Il pazzo e la vittima sono sotto la custodia di un giovane barista di nome Hans che ho incontrato sul posto; attende nostre indicazioni nell'ospedale magico Vito Vaclava a Praga

Potete trovarmi a Hogwarts non appena avrete un attimo libero per discutere l'accaduto.

Saluti,
Patrick Swan .
»

 
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view post Posted on 11/10/2015, 00:12
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Era piacevolmente complicato comunicare con la mente di Von Kraus.
Aveva la sensazione di muoversi in mezzo ad una coltre di nebbia, la sua reticenza era piuttosto evidente ma, del resto, lei l'aveva convocato per risolvere un problema e non per chiacchierare amabilmente di soldi, mani e pensieri inconsci. A dire il vero non la allettava neanche apprendere informazioni sulla sua famiglia, sarebbe stato improduttivo covare risentimento quando, uno) lui le serviva e due) anche Ekaterina le serviva. E preferiva cooperare con il dubbio piuttosto che affogare nei casini con la consapevolezza di essere nel giusto. Non era un'immagine onorevole ma sicuramente più onorevole che finire sulla Gazzetta del Profeta sopratitolata con epiteti "affettuosi" per non essere riuscita a salvare un proprio dipendente dalla maledizione di qualche boscimane australiano con il giramento di scatole.


"Me lo auguro Von Kraus, dopotutto è appena arrivato ..."

Le sue mani erano a disposizione, perfetto. Per un attimo lo sguardo incrociò di nuovo quella pupilla dilatata, inevitabilmente si chiese se vi fosse un significato recondito o se, più semplicemente, si trattasse di un innocuo gusto dell'orrido. O ancora se, con le sue ultime parole, avesse voluto comunicargli sottilmente che si era ficcata in un problema ancora più grosso convocando lui.

"Le spiego brevemen ..."

Un aeroplanino di carta violetta le passò davanti al naso atterrando con grazia sui fogli ingialliti sparpagliati sulla scrivania. Inarcò un sopracciglio quasi infastidita da quella inedita interruzione. Lentamente lo prese fra le dita scostandone i lembi maniacalmente precisi e lesse le poche righe che conteneva.
Ottimo.
Serrò le labbra riuscendo faticosamente a trattenere l'imprecazione che le solleticava la lingua. Quel ragazzo l'avrebbe fatta impazzire prima o poi, perchè diavolo non era venuto personalmente a raccontarle i risvolti della gitarella a Praga invece di riservarle quattro criptiche righe su un cavolo di origami di carta viola?? Se Patrick la sollecitava ad intervenire con lo squadrone al gran completo significava che doveva alzare il culo e seguire il suggerimento. Il Corvonero era una delle pochissime persone equilibrate con cui aveva a che fare, l'unico studente di cui si fidava e l'unico che le ispirava un insano desiderio di omicidio. E prima o poi lo avrebbe ucciso.
Nessun problema ad organizzare una squadra di Auror ma dove trovare un medimago con così poco preavviso?
Alzò lo sguardo disorientato su Tristan e la luce rischiarò il buio nel quale stava inesorabilmente brancolando. Toh, che combinazione, stava interloquendo con un improbabile infermiere che si sarebbe trovato benissimo in mezzo a un vecchio pazzo, una cavia umana e un barista di nome Hans. Istintivamente gli sorrise, il velo di confusione scomparve immediatamente lasciando il posto alla solita risolutezza.


"I problemi arrivano sempre a ondate Von Kraus. Ma il vero problema è stabilire quale fra tutti questi mirabolanti problemi debba essere affrontato e risolto per primo"

Appallottolò il foglio ficcandoselo in tasca e si alzò.

"Devo partire per Praga, le va di accompagnarmi?"

 
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Laughing Mantis
view post Posted on 15/10/2015, 10:36




La loro disquisizione procedeva abbastanza armoniosamente; ci furono due cose però che attirarono l'attenzione di Tristan in maniera inequivocabile. La prima, fu sentirsi dire "appena arrivato". La seconda fu quell'aeroplanino di carta che si adagio dolce sulla scrivania che li divideva.
Per quanto riguarda la prima, Tristan non si era mai sentito come quello "appena arrivato", anzi: la sua famiglia bazzicava Londra ormai già da diverso tempo e talvolta anche il medimago era stato alunno ad Hogwarts. Il ministro esprimeva professionalità e fermezza, ma celava parole che non pronunciava per chi sa quale motivo.
Non era totalmente aperta, ma Tristan dovette pensare che quello non era altro che l'atteggiamento di una persona che ha delle responsabilità e si trova improvvisamente a doversi interloquire con uno sconosciuto, effettivamente appena "sbocciato" nell'organizzazione pubblica del mondo magico londinese. Non disse nulla a riguardo, ma lasciò che quello scambio di battute formali andasse avanti con naturalezza.
Mentre quell'aeroplanino turbò visibilmente l'espressione del Ministro e se Tristan aveva imparato una cosa, era che nulla accadeva per caso; non era un semplice messaggio da uno degli uffici all'interno del Ministero, non un biglietto di auguri o qualcosa a cui dare una rapida occhiata per poi mettere da parte e leggere in un momento più opportuno: quel foglio aveva una sua importanza ed il fatto che fosse arrivato PROPRIO in QUEL momento, mise Tristan in allerta.
La vide appallottolare il foglio di carta, mentre nella stanza calava il silenzio e l'uomo abbassava le mani riportandole sui braccioli della sedia; il sorriso perenne si rimpicciolì lasciando che una piccola increspatura caratterizzasse le labbra pallide; quando il Ministro gli riportò gli occhi addosso, Tristan strinse gli occhi leggermente, prestandole più attenzione di prima: una piccola prefazione sui problemi che condivise pienamente e poi un invito alquanto singola ad accompagnarLa a Praga.
Non ci era mai stato, ma supponeva che anche quell'invito fosse parte della sua convocazione; sorrise nuovamente, non aveva la sua borsa e nemmeno un soprabiti, sperava solo che non facesse troppo freddo o che non ci dovessero rimanere troppo...d'altronde aveva un lavoro da portare avanti!
-Molto volentieri.-
Nient'altro e attese istruzioni della donna per muoversi con lei.
 
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view post Posted on 22/10/2015, 00:08
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"Ottimo"

Cos'altro poteva dire se non "ottimo"?
Odiava terribilmente gli imprevisti e smaniava di fronte ad un evento che rifuggiva il suo controllo. Inoltre non credeva per nulla nelle coincidenze, il bisogno di un medimago, di un infermiere o di qualcuno che masticasse un minimo di medicina magica era stato immediatamente soddisfatto dalla mirabolante presenza di Tristan Von Kraus, planato nel suo Ufficio come un rapace proprio nel momento topico.
"Ottimo" era decisamente la parola più adeguata.
Rapidamente, senza neanche pensare a come, dove, quando e perchè si diresse verso la porta.


"Mi segua"

disse semplicemente.
Quella prima parte di viaggio fu relativamente breve, uscì nel corridoio per poi entrare nell'ufficio adiacente, dove si fermò di fronte ad un grande camino.
Sulla parte alta c'era una mensola che ne contornava il perimetro, prese un piccolo fagotto di stoffa legato all'estremità da un laccio di cuoio.


"Viaggeremo con la metropolvere fino a Dover. Immagino che l'abbia già usata"

Snodò il laccio e prese un pugnello di polvere, quindi si affiancò all'uomo e le offrì la mano libera. Per un breve attimo lo sguardo si soffermò sull'occhio spalancato, come a voler dire che era quella la mano dell'infermiere che voleva stringere. Attese che lui prendesse la sua e alzò lo sguardo osservandolo da distanza ravvicinata, poi tornò a rivolgere l'attenzione al camino.

"Andremo insieme. E' pronto?"

Sembravano due papabili suicidi pronti a buttarsi da una scogliera.

 
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view post Posted on 23/10/2015, 17:16




Rapidamente la donna si alzò dalla sua poltrona ed invitò Tristan a seguirla.
L'uomo la seguì senza fare ulteriori domande, chiedendosi mentalmente con quale metodo poco ortodosso avrebbero raggiunto la destinazione che a sentire la donna, doveva essere Dover. E sopratutto, l'avrebbero raggiunta con la metropolvere. Se c'era una cosa che odiava era doversi bruciacchiare il vestito ogni qual volta usava quel metodo o tentare di reprimere i conati di vomito della materializzazione. Non era nella posizione di potersi opporre comunque e dato che la situazione sembrava di una certa complessità, non avrebbe mai proposto un sontuoso e comodo viaggio in carrozza o in treno, sebbene lo preferisse di gran lunga.
Giunsero nella stanza adiacente a quella dove erano stati per il tempo del loro breve ma intenso colloquio, dove si trovava un enorme camino pronto ad essere utilizzato per il viaggio; la donna prese un pugno di polvere da una sacca e si soffermò per qualche attimo su di lui, invitandolo a muoversi con lei e ad afferrarle la mano, quella destra che presupponeva la sinistra del Medimago, proprio dove era tatuato il suo occhio che a più riprese aveva catturato l'attenzione di Camille.
Tristan non era mai stato un amante del contatto fisico, avrebbe giurato di aver dato la mano solo a sua madre e per l'unico motivo che non poteva rifiutarla essendo in fasce.
-Non sono nuovo a questi metodi, Ministro.-
Si sistemò il vestito prima di fare un passo e stringere saldamente la mano della donna, sentendo subito un..."normale" calore avvolgergli l'arto.
Il sorriso si era spento ed aveva lasciato il posto ad un'espressione molto seria ed attenta, di chi si guarda bene dall'accettare caramelle dagli sconosciuti, sopratutto se questi potevano chiuderlo in un antro oscuro per tanto tanto tempo.
-Sono proprio vicino a Lei.-
Più una considerazione ad alta voce che una risposta vera e propria, ma tuttavia con quella frase aveva dato il via libera alla fiammata.
 
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11 replies since 21/9/2015, 10:39   184 views
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