Drink me, Privata

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view post Posted on 4/10/2015, 15:14
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Era tardo pomeriggio quando Oliver uscì dall'aula di Pozioni: non aveva lezioni quel giorno, in realtà, ma aveva comunque scelto di fare un salto ai Sotterranei perché girava voce che l'insegnante della disciplina citata avesse organizzato una sorta di competizione riguardante l'elaborazione di un Antidoto. Per quanto gli impegni del Grifondoro fossero tanti e vari, non si sarebbe mai lasciato scappare una tale opportunità di mettersi alla prova: Pozioni era tra le sue discipline preferite in assoluto, considerando quanto sua madre amasse a sua volta quella nobile arte; fin da bambino, Oliver aveva scorto Louise Brior perdere ore e ore davanti a calderoni e vapori sempre più fitti, alla ricerca della soluzione e realizzazione perfetta di una qualsiasi fiala magica, quindi era come se quel gene fosse stato ereditato dallo stesso ragazzino. In effetti, entrato nell'aula nascosta nelle viscere di Hogwarts, lo studente aveva notato un avviso vergato in una calligrafia molto fine, probabilmente quella della stessa docente; lo aveva letto con attenzione e poi era uscito, lasciando il posto alla fila che si era creata dietro di lui. Intenzionato a parteciparvi, la sua mente aveva cominciato ad articolare diverse riflessioni e stratagemmi per creare il perfetto Antidoto alla Pozione Sanguinaria, ma doveva ammettere che la cosa non risultasse tanto facile; i corridoi dei Sotterranei erano sempre più affollati, non si poteva di certo ragionare in tutta tranquillità con un trambusto del genere. Veloce, si era diretto ai piani alti, sperando di non trovare nessuno per la strada, onde evitare di doversi automaticamente fermare per un saluto o per un minimo spunto di conversazione come il protocollo chiedeva di fare. Era stato fortunato, anche perché aveva imboccato una stradina laterale che pochi studenti conoscevano: Oliver l'aveva scovata tempo prima con un altro suo concasato nonché amico, Fred, avendo a disposizione una Mappa particolarmente utile. Tuttavia, per quanto avesse memorizzato quei passaggi principali, doveva ammettere di non essere ancora perfettamente in grado di ambientarsi, una volta comparso in qualche punto dell'immane castello: Hogwarts era così grande da potersi perdere e Oliver non riusciva a tollerare gli egocentrici che dicevano di aver conosciuto e visitato ogni angolo di quelle mura, essendo una cosa praticamente impossibile. Stanze che si aprivano su altre stanze, porte che comparivano dal nulla, scale che si muovevano da sole, tutto pullulava di magia e, si sapeva, la magia non era mai statica, dunque difficilmente si poteva afferrare e schematizzare; in poche parole? Si era perso. Spuntato da qualche parte grazie al corridoio che aveva preso poco prima, adesso non collegava quegli arazzi e quelle armature con nessuna zona della scuola. Tutto sommato, non doveva essere poi chissà quanto lontano dalla Torre Grifondoro, vedendo finestre che affacciavano sull'ampio giardino: era in alto, molto in alto, inoltre non c'era anima viva. Almeno non ancora. Con questi pensieri per la testa, si lasciò cadere a terra, appoggiando le spalle contro il muro e posando la borsa a tracolla di lato. Ma perché pesava un accidenti? Aprì la cerniera per vedere quali libri avesse con sé, sperando di aver portato quello di Pozioni per dare una rapida occhiata alla ricetta della Pozione Sanguinaria, da cui analizzare ed elaborare poi l'Antidoto, ma purtroppo nella borsa c'erano solo oggetti dall'aria stravagante, la bacchetta magica e un taccuino con una piuma d'inchiostro già ricaricata. Perfetto: se avesse avuto la chitarra, avrebbe suonato qualche brano trascritto su quelle pagine dell'inseparabile blocchetto, invece non aveva recuperato il suo strumento musicale dal dormitorio, prima di uscire. Da quando era così distratto? Scorse per bene le cose nella borsa, ricordando di averle comprate il giorno precedente dai Tiri Vispi Weasley: alcune erano nel baule, altre erano ancora in quel contenitore di cuoio, data la sua confusione dell'ultimo periodo. Estrasse una sorta di bottiglia azzurrina, quasi lucida e trasparente, non troppo lunga e con un'etichetta attaccata vicino: Oliver era ancora seduto contro il muro, le gambe distese davanti a sé, quando sollevò la fiala per scorgere il liquido rossastro, quasi mogano alla luce del sole proveniente dalle finestre di quel corridoio. Accanto al tappo pendeva una sorta di bigliettino con scritto "Sognisvegli Brevettato, sogno assicurato", illustrazione che ricordò ad Oliver di cosa si trattasse: era un altro oggetto acquistato nel negozio di scherzi a Diagon Alley. Chissà, magari davvero avrebbe incontrato e immaginato di duettare con il suo idolo indiscusso, Celestina Warbeck, se avesse bevuto quella fiala. L'effetto durava mezz'ora, sarebbe stato perfetto. Inoltre, la parte anteriore del fogliettino legato alla bottiglia recitava un comando molto diretto: Bevimi. Con un sorriso stampato sul volto allegro, Oliver stappò quella strana Pozione, contemplando il profumo con attenzione. Il corridoio era ancora vuoto, immergersi in un sogno senza spettatori non era un'idea malsana. O forse sì?

 
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view post Posted on 5/10/2015, 17:32
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L'ennesima giornata di noia, la routine ormai era diventata piuttosto monotona, fra studio, lezioni, studio, lezioni, studio, lezioni e così via, tutto il giorno, tutti i giorni, l'entusiasmo iniziale si era già placato lasciando Mitchell un unico passatempo, cioè esplorare il castello mentre era nelle rare pause.
Le scale si muovevano, beh era normale, era uno dei marchi di fabbrica della scuola, però al giovane corvo, bensì fosse cresciuto in mezzo alla magia, era un evento che gli causava ogni volta non poche emozioni. Questo era un giorno come tanti, il giovane Corvonero era come ogni giorno in esplorazione per il castello, dato che c'era sempre qualcosa di nuovo a vedere, perciò alla prima pausa Mitchell partì dalla Sala Grande al pino terra, e iniziò a salire le scale a passo svelto, scalino dopo scalino, e man mano che il ragazzino saliva, la fatica si faceva sempre sentire sempre di più, tanto che il giovane arrivò ad un pianerottolo con il fiato corto, e quando mise i piedi sui primi scalini, la scalinata iniziò a spostarsi con il ragazzino sopra di essa.
C'era un lungo corridoio ora davanti a Mitchell, un luogo ancora inesplorato da parte del corvo, il quale senza alcun indugio iniziò un'esplorazione che si sarebbe poi rivelata sicuramente particolare.
Il corridoio si snodava all'interno della scuola, in quello che doveva essere il quinto piano a giudicare dall'altezza, il "sentiero" proseguiva all'interno delle edificio con delle curve piuttosto irregolari e numerose porte che lo collegavano a numerose stanza o ad altri corridoi, e fu così che Mitchell entrò in alcune di queste porte che lo portarono in altri corridoi più interni al piano, e l'orientamento del giovane venne meno, sì, si era perso.
Vagava ormai per il quinto piano ormai da mezz'ora, e l'entusiasmo che aveva in partenza era già svanito, sostituito dalla preoccupazione di non riuscire a ritrovare la strada per giungere alla sala comune entro l'ora del coprifuoco e di farsi beccare fuori dal letto dal personale della scuola o da un prefetto, e che questi ultimi potessero metterlo in punizione e togliere dei punti alla sua casa, quando in fondo al corridoio vide un ragazzino che stava osservando qualcosa che aveva in mano. Quando Mitchell gli fu vicino vide la spilla da prefetto e la divisa di Grifondoro.

"
Ehm scusami se ti disturbo, sono Mitchell, sono del primo anno, mi sono perso mi sapresti indicare la strada per uscire dal piano e tornare alle scale che vorrei tornare in sala comune?

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adam

Un solo sorso quanto poteva fare del male? Oliver continuava a porsi questa domanda, soppesando la bottiglia tra le mani come se fosse un tesoro prezioso. Aveva già avuto brutte esperienze dovute ad alcuni manufatti magici, in particolare scrigni incantati, scatole dalle mille sorprese e, per non portarla alle lunghe, perfino con torte dagli effetti collaterali. Se solo pensava a quanto accaduto al seguito di un piccolissimo assaggio di un miscuglio delle torte magiche di Florian Fortebraccio, la sua mente avrebbe rigettato ogni altra cosa; bastava concentrarsi sulla figura del prode eroe greco studiato ad una lezione di Storia della Magia del primo anno per cambiare idea su quanto Oliver volesse fare: forse bere tutto d'un fiato quella Pozione non era consigliabile, non per una persona come lui che si era già trovata stretta tra le braccia di Ulisse, sempre per colpa di quel mix di torte. Eppure, l'etichetta della fiala che stringeva tra le mani diceva che un sogno piacevole fosse assicurato, quindi perché non tentare? Magari davvero avrebbe avuto l'occasione di duettare con la sua cantante preferita; la voce della sua coscienza gli ricordò di aver incontrato dal vivo Celestina Warbeck, non occorreva una Pozione per rendere concreto un appuntamento con la Strega, ma bastava spedire una pergamena alla redazione della Gazzetta del Profeta per la quale lavorava, invitandola ad organizzare un'altra intervista con la donna di successo. Ci sarebbero voluto giorni, forse settimane, mentre la bottiglietta traslucida di Sognisvegli Brevettato avrebbe accorciato i tempi, se tutto fosse andato come previsto dai pensieri del giovane Mago. Stava ancora ragionando sulla sua scelta quando una voce estranea lo raggiunse. Oliver sollevò lo sguardo su un ragazzo che a primo impatto pensò di non aver mai incontrato prima di quell'istante, sebbene avesse un volto familiare. Forse era quel tizio che correva con lui attorno al castello, di pomeriggio? Adorava allenarsi, così da evitare di ingrassare per tutti i dolci che mangiava ogni giorno, ma non era sicuro che lo studente di fronte fosse la persona pensata poco prima. Il nome, Mitchell, non rimandava ad alcun collegamento nella sua mente. Gli rivolse un sorriso, l'espressione leggermente imbarazzata dopo aver sentito la domanda del ragazzo: come tornare alla Sala Comune Corvonero? Eh, bella domanda: Oliver non sapeva neanche come raggiungere la propria, anche se la Torre Grifondoro non sarebbe dovuta essere poi chissà quanto lontana. Ancora seduto sul freddo pavimento di quel corridoio desolato, l'Irlandese si accorse di avere effettivamente la spilla da Prefetto ancora attaccata al petto, sul maglioncino bordeux della sua divisa scolastica autunnale: ecco spiegato il motivo per cui Mitchell si fosse rivolto a lui. Soppesò velocemente alcuni pensieri, poi aprì bocca per rispondere.
"Dunque, ammetto di non esserne sicuro, ma siamo al quinto piano e da qualche parte dovrebbe esserci il corridoio che porti alle due Torri in alto. La vostra Sala Comune è alla Torre di Divinazione, giusto? Quindi..."
"Cosa? Doveva suggerire all'altro di camminare un altro po' da solo e poi tentare la sorte? Con tutte quelle scale che si muovevano per magia non era facile avere senso dell'orientamento ad Hogwarts.
"Non dovrebbe essere lontano" concluse, dandosi dello stupido da solo. "Senti, ho un'idea. Ti accompagno io, così cerco anche la Torre Grifondoro!"
Un pensiero improvviso apparve nel suo cervello.
"Comunque, mi chiamo Oliver, piacere! Ma... se non hai fretta, ti andrebbe un tuffo in un sogno?"
L'aveva detto.
L'aveva davvero detto.
Si sorprese a sua volta, mentre un sorriso malandrino compariva sul suo volto.

"Questa è una fiala di Sognisvegli Brevettato, se la beviamo insieme potremmo vivere un'avventura misteriosa!"
Aveva parlato quasi come un bambino esaltato di fronte la torta di compleanno, ma non poteva farci nulla, era sinceramente entusiasta all'idea di condividere quella sua folle idea con qualcuno. Sperava di non sembrare uno psicopatico, non avrebbe giovato a nessuno. Sollevò la bottiglietta con il liquido rossastro, mostrandola al ragazzo di fronte con un altro sorriso.

 
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view post Posted on 25/10/2015, 12:53
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Mitchell rimase immobile ad ascotare il prefetto, quando capì che anche lui non era molto pratico di quelle tortuose aree del castello il corvetto scoppiò a ridere, sentendosi anche un po' sollevato, almeno non era l'unico capace di perdersi nel castello in cui viveva.
"Senti, ho un'idea. Ti accompagno io, così cerco anche la Torre Grifondoro!" disse il prefetto, Mitchell accettò senza nemmeno attendere la fine della frase, magari in due sarebbero riusciti a trovare l'uscita da quel corridoio e tornare nelle rispettive sale comuni.
Mitchell fece per partire quando il prefetto lo fermò, disse di chiamarsi Oliver ed offrì a Mitchell un sorso di una strana bevanda, una qualche strana pozione che doveva avere un effetto pressoché allucinogeno perchè a detta del Grifondoro doveva far sprofondare che la assume in un sogno, e si poteva vivere un'avventura all'interno di esso. L'idea stuzzicava non poco il giovane MItchell, sicuramente vivere un'avventura poteva essere davvero divertente, sperando che non fosse troppo pericoloso, però dopotutto chi non risica non rosica, e senza fare altre domande il giovane corvo accettò: "Per me va bene, speranod che non sia troppo pericoloso però".

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Sembrava aver ricevuto una risposta affermativa più in fretta di quanto lui stesso si aspettasse. Il Grifondoro rivolse un rapido sorrido al ragazzo che aveva di fronte, allungando una mano per stringere quella che l'altro sperava gli avesse offerto: da un po' di tempo aveva cominciato ad articolare comportamenti normali, simili a quelli di un giovane della sua età; il galateo non trovava tanta concretezza tra le mura di quel castello, forse era meglio riservarlo soltanto agli adulti e agli ospiti che incontrava alle cene di classe organizzate da sua nonna e dal resto della famiglia Brior. Inoltre, essere meno rigido rendeva Oliver quasi più felice, permettendogli di apprezzare la semplicità e la bellezza di nuovi incontri ed esperienze associate.
"Sul serio?" chiese, leggermente sorpreso; si aspettava una presa in giro, seguita magari da qualche imprecazione o qualche termine come "matto" o "idiota", data la sua richiesta, invece il ragazzino che aveva scovato in quello stesso corridoio gli aveva subito mostrato la sua disponibilità. Rivolse un sorriso cordiale nella sua direzione, facendo un passo a destra e sinistra come per riprendere l'equilibrio degli arti inferiori dopo essere stato troppi minuti disteso sul pavimento freddo, la schiena appoggiata contro la parete alle sue spalle. Con la mano destra cominciò a far oscillare la bottiglia che stringeva con forza, come se da quell'oggetto dipendesse il suo stesso destino; il liquido rossastro e molto invitante parve brillare nella boccetta di cristallo, mentre Oliver la stappava con un gesto netto. Un odore forte, del tutto indecifrabile, invase le narici del Grifone, che per un attimo parve di essere sul punto di respirare un profumo alla menta piperita, una di quelle erbe che trovava sulle rive del fiume Lee quando tornava a casa in Irlanda. Spinse la bottiglia verso il Corvonero, stringendola ancora tra le dita.
"Che cosa senti? Forse cambia per ognuno di noi, a me sembra menta" commentò, osservando il volto del ragazzo di fronte. Aveva un viso conosciuto, forse seguiva qualche lezione o corso con lui? Del resto, Violet era una Corvonero nonché sua cara amica che frequentava Trasfigurazione e Erbologia nella sua stessa classe, che anche quello studente ne facesse parte? "Come ti chiami?" domandò, curioso. Non era sicuro di aver sentito il nome dell'altro, così penso bene di chiederglielo di nuovo, onde evitare di continuare a definirlo "ragazzo", "studente" o chicchessia. Nel frattempo lo rassicurò, affermando che non avrebbero sperimentato altro che un sogno ad occhi aperti, nella speranza che non fosse tragico. Oliver aveva una brutta relazione con torte e pietanze magiche, Florin Fortebraccio e la sua amica Amber l'avrebbero confermato.
"Che ne dici, procediamo? Ci conviene sederci, non vorrei addormentarmi in piedi" tagliò corto, attendendo la reazione dell'altro mentre si lasciava cadere nuovamente sul pavimento di quel corridoio desolato.



Scusa a mia volta il ritardo, da adesso speriamo di procedere più velocemente.
 
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view post Posted on 14/12/2015, 14:41
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Mitchell era visibilmente eccitato per ciò che stava epr fare con Oliver, il prefetto della casata Grifondoro,in quanto stavano pr fare qualcosa che andava probabilmente contro tutte le regole della scuola, però quest idea aveva ormai tirato fuori quel poco di spirito ribelle che stava dentro il cuore di Mitchell.
Il ragazzo parlava, agitando a destra e a manca quella boccetta di liquidi che sembrava dire a Mitchell: "Bevimi!", il corvetto, non se lo fece dire due volte, e seguì immediatamente il consiglio del prefetto e si sedette a terra, e appena appoggiato a terra il fondo schiena si girò di scatto verso l'altro ragazzo e disse: "Ah basta giri di parole, dammi qua!" disse in giovane corvo mentre strappava di mano di mano la bottiglia al ragazzo e ne bevve una sorsata per poi restituirla al proprietario."A me sembra non faccia nulla, secondo me mi hai fregato amico!" disse il giovane sorridendo mentre dava una leggera botta sulla spalla all'altro da poco conosciuto, quando all'improvviso sentì le palpebre pesanti, e gli occhi che si chiudevano. "Oh ecco che fa effetto!" disse Mitchell ridendo mentre appoggiava al testa di lato e si addormentava.

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view post Posted on 17/1/2016, 13:41
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Oliver avrebbe tanto voluto scoprire qualcosa in più sia sull'identità del ragazzo al suo fianco sia sul potere di quella strana Pozione che aveva comprato dai Tiri Vispi Weasley. L'ultima volta che era stato al negozio in questione, una delle due commesse gli aveva rifilato una battuta divertente circa il fatto che le Puffole Pigmea, come quella del ragazzo, adorassero mangiare le caccole: Oliver non ne era stato convinto al cento per cento, ma Eloise - quello il nome della cara studentessa incontrata - lo aveva ripetuto anche in un altro incontro, se non errava; se la Tassorosso avesse avuto ragione su quel futile dettaglio, allora non osava immaginare cosa potesse intendere la dicitura del Sognisvegli Brevettato che stringeva ancora tra le mani. Altro che sogno ad occhi aperti, molto probabilmente avrebbe vissuto un'avventura con i fiocchi e non vedeva l'ora che prendesse vita. A pensarci bene, si sarebbe dovuto sbrigare, onde evitare di giungere alla prossima ronda in ritardo, cosa che non si sarebbe di certo facilmente perdonato. Notò che Mitchell non avesse risposto alla sua domanda riguardante il profumo sentito dal liquido della fiala scintillante, quindi si chiese se magari quell'odore non avesse portato alla mente del Corvonero ricordi di difficile condivisione. Da parte sua, comunque, il quasi piccante e dolciastro sapore della menta piperita lo esaltava come un bambino di fronte ad una torta di compleanno, in poche parole come spesso accadeva quando Oliver faceva tappa a Mielandia, il suo locale preferito. "Che l'avventura abbia inizio, Mitch!" esclamò, divertito, mentre il ragazzo gli strappava la bottiglia di mano dopo avergli dato una sorta di spintone amichevole sulla spalla. Il Grifondoro non era abituato a quei gesti tanto affettuosi, soprattutto non da perfetti sconosciuti come, purtroppo, era lo studente al suo fianco. Si erano persi entrambi in uno dei tanti corridoi del castello e tutti e due, ancora, avevano scelto di immergersi in qualcosa che forse li avrebbe legati più di quanto potessero anche solo immaginare. La fantasia aveva un potere immane, ma il mondo dei Sogni, reale o fittizio che fosse, ne rappresentava la fortissima origine, quindi le sorprese non sarebbero affatto mancate. Oliver si sentiva già vicino a quel tipetto curioso, forse perché aveva assecondato la sua folle richiesta di cadere vittima delle braccia di uno strano Morfeo. Quando la fiala passò tra le mani di Oliver, dopo che Mitchell si fu addormentato, il ragazzo impiegò un minuto per vedere la reazione del Corvonero, ma non sembrò averlo ucciso. Scrollando le spalle in un gesto poco consono al suo carattere, bevve un lungo sorso di quel liquido rossastro al gusto di menta piperita, quindi si affrettò a porre la fiala accanto a sé, a diversi centimetri di distanza, onde evitare di romperla durante l'avventura che si accingeva a sperimentare. Un istante dopo, la testa ciondolò di lato, le palpebre calarono e i colori vorticarono in tante sfumature l'una più accecante dell'altra.




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A dispetto della giovane età, Oliver aveva già vissuto esperienze particolari, a partire da una lotta assurda contro un Kappa spuntato dalle fiamme impazzite del camino della sua Sala Comune per concludere con armature viventi intenzionate ad uccidere lui e i suoi amici a colpi di ascia affilata. Ne avrebbe potuto elencare molte altre, ma a che pro? In quel momento, in effetti, la sua mente stava reagendo in qualche modo sospetto al potere del Sognisvegli Brevettato, lasciando spazio ad una realtà non autentica che fece svegliare improvvisamente il ragazzo. Per un attimo, quando aprì gli occhi, pensò di trovarsi direttamente nel suo letto a baldacchino, come se non fosse accaduto nulla e non avesse incontrato uno stravagante Corvonero in un angolo disperso di Hogwarts. Si era quasi convinto di aver fatto un sogno, se non fosse stato per la mancanza delle coperte calde di sgargianti colori rosso ed oro e per l'assenza di Mos, la pallina di pelo meglio conosciuta come la sua Puffola Pigmea che si divertiva a rotolarsi tra le lenzuola per scacciare il freddo. Lo sguardo del ragazzo, dunque, vagò intorno per abbracciare un paesaggio senza dettagli: uno sfondo viola, acceso come se fosse un tramonto singolare, rappresentava la volta di quel luogo, mentre il suolo era semplicemente terra scura, puntellata da radici, tronchi e alberi secolari a poca distanza. Non era un posto tetro, sebbene la natura non fosse popolata da fiori e sfumature allegre, al contrario assomigliava al limitare dei giardini di Hogwarts, poiché avanti si scorgeva una fitta foresta dove il buio regnava sovrano. Oliver stava per cercare Mitchell quando la sua attenzione fu rapita da un sorriso. No, non una persona né una sua reazione personale ad una cosa che lo aveva stupito con piacere: era un sorriso vero e proprio, solo un sorriso. I denti erano affilati, scintillanti e lucidi come perle bianche di un mare invisibile, per il resto non c'era altro. Quella strana forma sembrava volteggiare a pochi centimetri da un albero e quando Oliver fece un passo avanti per scorgerlo meglio, una risata spettrale si propagò nell'aria per poi far comparire un gatto in carne e, chissà, ossa? Aveva una lunga coda a righe nere e viola, come il cielo attorno, mentre il sorriso era enorme e il Grifone non riusciva a smettere di guardarlo con forza, risultando forse sgarbato. "Ehm, micio micio micio?"
La scintilla della curiosità si accese nel suo cuore, mentre il ragazzo continuava a procedere, chiamando con tono abbastanza stupido quel felino misterioso. Nel contempo, continuava a cercare il Corvonero: l'avventura era per entrambi.



Scusa il ritardo, a quanto pare proseguiamo di mese in mese :asd: speriamo di no, dai.
Ho iniziato a descrivere una prima scena, altrimenti il mio sarebbe stato un post vuoto; spero vada bene, ma libera scelta circa descrizioni, eventi e altro, del resto il Sognisvegli Brevettato è stato bevuto da entrambi. PS: Non potevo lasciarmi scappare la possibilità di incontrare lo Stregatto, scusa ahah
 
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view post Posted on 7/3/2016, 19:41
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Il sonno si fece strano, non era un sonno normale, chissà che cosa gli aveva fatto bere quel prefetto Grifondoro, Mitchell si sentiva come vorticare come se un forte vento lo portasse via ma allo stesso tempo lo spingesse lentamente verso il suolo.
Stonf, con un rumore sordo il giovane Corvonero arrivò all'impatto con il suolo e i suoi occhi si aprirono all'istante, era finalmente sveglio. "
Ma che diavolo è successo?" - pensò Mitchell mentre pian piano gli tornava in mente quello successo poco prima, l'incontro con Oliver, la pozione dei Tiri Vispi Weasley e lui che si addormentava contro il muro, ma ora dove diavolo si trovava? Perchè non era più nel castello? Il panico si fece strada nell'animo di Mitchell quando si ricordò le parole del prefetto, quello era un sogno, però era tutto così reale, talmente tanto che Mitchell pensò che il ragazzo si fosse inventato tutto e che l'avesse rapito.
Guardandosi attorno capì di essere in una foresta, il corvo continuò a guardarsi intorno vedeva una luce violacea con sfumature rosse o arancioni come se fosse il tramonto, continuando ad osservare il paesaggio notò di essere ai margini di quel enorme ammasso di alberi in quanto vedeva una specie di radura dalla terra piuttosto brulla e nuda al di là di alcune file più avanti. Di andare in direzione della foresta non se ne parla, perciò l'unica direzione possibile era andare verso quella radura, quindi passo dopo passo il Corvetto si avviò. Appena si trovò oltre l'ultimo albero notò con piacere il paesaggio, spoglio però trasmetteva come un senso di pace che Mitchell non aveva mai provato, rimase immobile per alcuni attimi quando una voce lo attirò in un'altra direzione, una voce sentita poco prima, la voce del suo compagno di avventura.
"Oliver! Eccoti finalmente" - disse il ragazzino correndo in direzione del prefetto Grifondoro fermandosi di colpo qualche passo dietro di lui: "E quello cos'è!" - esclamò il corvo indicando il gatto che stava sull'albero.

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Se c'era una cosa che Oliver Brior odiava con tutto se stesso, quella era il... caffè amaro. E forse anche le cose agrodolci, con quel sapore tanto incerto quando disgustoso. Non era sicuro del motivo per il quale i suoi pensieri stessero vorticando verso sensazioni e riflessioni non proprio pertinenti alla situazione del presente, in effetti inizialmente stava ragionando su quanto non sopportasse il silenzio, l'assenza di rumori e i gatti ciccioni con sorrisi estremamente inquietanti. Caso strano, aveva immaginato tutt'altro, rivolgendo l'attenzione al mondo del cibo. Scosse il capo non appena comprese di essere sul punto di perdere il filo del suo già precario raziocinio, quindi fece qualche passo in avanti per indirizzarsi verso l'albero sul quale era collocato quel felino tanto fuori dal comune. Il colore violetto che lo caratterizzava si sposava con un verde acqua degli occhi grandi, espressivi e fin troppo, come dire, umani. Per una manciata di secondi, Oliver si ritrovò a vivere la sensazione di essere al cospetto di un animale in carne ed ossa in grado di comprendere ogni suo movimento, ogni sua azione e ogni sua frase. Il tutto gli metteva un certo timore, non per mancanza di coraggio, figuriamoci, quanto per la patina sinistra della realtà. La sua domanda, un richiamo infantile rivolto al gatto, si perse nell'aria elettrizzata nell'esatto momento in cui una voce familiare, ma difficilmente comprensibile, raggiunse la sua persona. Il Grifondoro si volse di scatto per captare la fonte dell'origine di quel suono impossibile da decifrare e gli occhi abbracciarono il corpo di Mitchell, il povero Corvonero che aveva scelto di assecondarlo nella pazzia di quella giornata di banale routine. Aveva parlato oppure aveva mormorato qualcosa in un'altra lingua? Non aveva sentito per bene, forse era stata mera distrazione. Stava per chiedergli di ripetere, quando ad un tratto il micio fantasioso rispose alla sua stessa perplessità. "Aah mio carino, il tuo amichetto non sente un etto!" disse, ridendo in quel modo silenzioso ma al contempo assurdo come solo un... un gatto, sì, come solo un gatto avrebbe potuto fare. Forse. In effetti, tra tutte le diavolerie vissute fino a quel giorno, Oliver non aveva mai incontrato felini parlanti. "Mitchell, che cavolo...? fece, ma si accorse di aver usato un altro idioma, come se stesse comunicando al contrario. O almeno quella fu la sua prima impressione. Avrebbe voluto indagare maggiormente su quanto stesse prendendo via, se non fosse stato per uno sbuffo d'aria che fece tremare l'intero suolo. Un secondo dopo, la terra sotto i loro piedi si staccò e i due ragazzi, gatto compreso, spiccarono il volo verso l'alto. Fantastico.


Libera scelta su come proseguire.

 
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view post Posted on 9/3/2016, 16:09
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Strano, in che razza di luogo era finito? Ok Mitchell era cresciuto in una famiglia di maghi ed era abituato a vedere cose piuttosto stravaganti soprattutto animali particolari o fantastici, ma un gatto viola in grado di parlare non l'aveva mai visto. Mitchell fece qualche passo indietro alla vista di Oliver alle prese con l'animale finendo per cadere rovinosamente con il sedere al suolo, senza subire alcun danno se non un lieve spavento per l'inaspettata perdita di equilibrio e un leggerissimo dolorino al fondoschiena per l'impatto, ma nulla di grave.
Quel posto era strano di suo, il cielo aveva un colore totalmente diverso da quello che Mitchell vedeva da Hogwarts, in più mettiamoci anche il gatto parlante ed era il colmo delle stranezze, ma la cosa più strana di tutti fu l'espressione di Oliver quando si girò verso Mitchell, coem se non capisse cosa il corvetto avesse appena detto. "Oliver? Che suc...." - il Corvonero non fece in tempo a terminare la frase che si sentì come attratto verso il cielo e dopo pochi istanti il suolo era ormai un lontano ricordo. "
No questo è troppo anche per un sogno diamine!" - pensò MItchell mentre vedeva il suolo allontanarsi sempre di più dai suoi piedi.
"Ehi tu gatto! Dimmi che sta succedendo!" - disse Mitchell rivolgendosi al gatto per poi voglere il capo in direzione di Oliver: "Oliver, va tutto bene?"

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Uno, due, tre.
Uno, due, tre.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette...
La conta non smetteva mai, Oliver non riusciva a frenare i suoi pensieri, non in quel momento in cui si trovava sospeso nell'aria di un luogo tanto strano quanto impossibile. Era davvero tutto frutto di una folle fiala? Cosa c'era di così straordinario nel contenuto del Sognisvegli Brevettato? L'aveva detto al ragazzo che aveva incontrato in quel corridoio? L'idea che potesse succedere qualcosa di grave mise in agitazione il Grifondoro: se solo avesse saputo degli effetti di quel liquido, allora non lo avrebbe fatto provare a nessun altro. Lui di sicuro avrebbe tentato quel sogno, del resto il divertimento era assicurato e l'etichetta parlava in modo chiaro, precisando l'assenza di effetti fisici disastrosi, ad eccezione di bava e di occhi sbarrati durante l'avventura. Altro non era accennato e Oliver si domandò fin dove quella magia potesse spingersi. La presenza di un gatto misterioso, tigrato con colori sicuramente fuori dal comune, non faceva che confermare l'ipotesi di essere in un Mondo delle Meraviglie prettamente realistico. Provò a spostare lo sguardo alla sua destra, cercando di adocchiare Mitchell al suo fianco, ma il viaggio verso l'alto era troppo veloce. Oliver si teneva aggrappato con entrambe le mani al suolo, stringendo la terra aspra con tutto se stesso, come se avesse timore di cadere da un momento all'altro. E la cosa, in effetti, non era tanto difficile, considerando che la parte del suolo stesse sfrecciando a chilometri e chilometri di distanza dalla terra. Fantastico, no? Senza accorgersene, urlò, estasiato e preoccupato al contempo. Cosa diavolo stava accadendo? L'eccitazione aveva risvegliato il suo spirito Grifondoro, mentre il vento aumentava a dismisura e faceva drizzare il ciuffo dei suoi capelli all'indietro. Per chi lo avesse visto da lontano, soprattutto al sicuro, forse il ragazzo sarebbe apparso come un pupazzo tirato da fili invisibili. Rise con energia assoluta, le guance che tremavano per la potenza del soffio dettato dalla velocità. Si saliva, si saliva, si saliva... ma dove? Alzò lo sguardo di qualche centimetro, attento a non perdere l'equilibrio in quella zolla di terreno che fungeva da salvagente; il ciuffo di capelli castani era diventato una sorta di cresta di un gallo inferocito, mentre le guance avevano formato le fossette tanto caratteristiche dell'aspetto del giovane Mago. Rosso per lo sforzo di tenersi in equilibrio, provò ad urlare verso Mitchell, afferrando poche frasi a volo dell'altro. Stranamente adesso riusciva a capirlo, com'era possibile?

"MITCH EEEEHI MITCHELL!
Era in grado di farsi sentire su quel frastuono dettato dalla natura e dall'assenza di normale forza gravitazionale? Tentò di aumentare il tono di voce, ignaro del dolore che avrebbe causato alle corde. "COSA FACCIAAMO? CI BUTTIAMO?"
Il gatto apparve improvvisamente accanto a loro, volteggiando verso il Corvonero come se fosse un Bolide misteriosamente calmo e temibile. Sorrise in quel modo tanto umano quanto osceno, quindi parlò. Esattamente, parlò di nuovo.
"Cade, casca, capitombola
Già giù gironzola
Boom Bam Bambola"

E poi sparì. Un secondo dopo il vento cessò e la zolla di terra precipitò verso il basso.
"VULCANOOOOOOOOO!"
Oliver aveva dato un'occhiata verso il basso, incuriosito. E dove prima c'era un terreno arido e da colori innaturali, adesso un cratere di ampie dimensioni e da lamelle di fuoco scoppiettanti insieme al vapore che saliva a spirali, ecco, attendeva di fagocitare i due ragazzini. Meraviglioso.


Non lasciarmi libertà assoluta o questi sono i risultati :asd:
Scusa il ritardo!

 
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view post Posted on 27/3/2016, 15:48
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Forse l'idea di buttare giù quella fiala senza fare domande su ciò che si sarebbe dovuto aspettare era un errore, ma ormai il guaio era stato combinato e doveva assecondare gli avvenimenti, dopotutto poteva diventare un'avventura divertente. Sicuramente per ora non si poteva definire noiosa.
Il ragazzo stava volando e Oliver sembrava non capire le sue parole, quello strano gatto che continuava ad essere con loro in quello stambo viaggio che aveva culminato in quel momento con una delle esperienze più bizzare della vita di Mitchell, il terreno che si staccava dai suoi piedi e lui che si sentiva risucchiato in direzione di quel cielo dal colore così bizzarro.
Era poco distante dalla posizione di Oliver però il ragazzo comunque urlava in direzione di Mitchell che non riuscì a trattenere una risata vista la situazione, loro volavano con un gatto e Oliver nno capiva ciò che Mitchell diceva, come se stesse parlando in una lingua straniera.
Buttarsi? Buttarsi dove? Il ragazzino era immobile sospeso nell'aria, abbassò lo sguardo osservando l'enorme cratere vulcanico che si era formato sotto di loro al posto del terreno. La situazione stava raggiungendo l'apice del ridicolo, non poteva essere reale quella situazione ed era tropo anche per un sogno, nemmeno il sogno più strano poteva avere quell'ambientazione.
La situazione paradossale divertiva il Corvonero che tirò fuori tutto il suo coraggio: "DAI OLIVER! SEGUIMI!" - disse Mitchell mentre si gettava nel vuoto in direzione dell'enorme cratere che si era formato sotto di loro, dopotutto era al corrente che quello era un sogno, e nei sogni non ci si faceva del male, perciò il Corvonero fece la scelta più divertente.

narrato - parlato - pensato

 
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Sogno o non sogno, Mitchell era impazzito. E su questo, a prescindere dall'effetto magico e caotico del Sognisvegli Brevettato, non ci pioveva affatto. Oliver vide il gatto tigrato sparire nel nulla, mentre strani pensieri e ricordi sfrecciavano nella sua mente fin troppo in subbuglio. L'incontro con Dippet, l'incendio della Sala Comune, lui che si era improvvisato pompiere fra un colpo di bacchetta e un altro per evocare brocche, acqua e liquidi sufficienti per spegnere quel calore devastante, il sorriso di una creatura magica intenzionata a rendere il corpo del Grifondoro tante listarelle di carne succulenta, da cuocere al forno come... Deglutì, nel presente, cercando di prestare attenzione a quanto stesse accadendo intorno e non a quanto fosse già accaduto nel suo passato. Dippet e i suoi maledetti attacchi di nervosismo e di pazzia potevano aspettare, in quel preciso momento lo studente stava per giocare con la sua stessa vita. Per quale assurda decisione Mitchell avesse optato per un volo verso il basso, verso il punto più pericoloso di quell'ambiente, lui non lo avrebbe probabilmente compreso mai. Per una manciata di secondi, infatti, Oliver suppose che il Corvonero avesse perso il senno della ragione, cosa che avrebbe rappresentato un pizzico di vantaggio contro il mondo plasmato da magia e sogno. Si era buttato giù. Niente giri di parole, niente metafore, niente figure retoriche troppo distorte dalla realtà: Mitchell si era lanciato a capofitto, abbandonando volontariamente il contatto con la zolla di terra in volo per poi diventare uno dei tanti puntini scuri che sfrecciavano ovunque.
"MA SEI PAZZO! MITCHELL, TORNA..."
Tornare dove? Indietro? E come avrebbe potuto fare, ora che la forza di gravità sembrava essere tornata alla sua vera forma, facendo precipitare i due ragazzini dritti nel cratere di un minaccioso vulcano? Oliver provò a fare mente locale, a concentrarsi anche in quel vortice di vento e brividi. Non gli mancava il coraggio di saltare nel vuoto, del resto era un degno adepto di Godric, ma non era neanche così stolto da rischiare la vita. E se fosse tutta una finzione? Certo, sembrava reale come non mai, ma tutto era partito e cominciato dopo aver bevuto il liquido lucido della fiala magica, pertanto il senso del rischio poteva anche essere considerato senza preoccupazioni, vero? E se non fosse stato così? Non ebbe modo di riflettere ancora, perché il gatto riapparve dietro le sue spalle e lo spinse letteralmente in avanti, graffiandogli le spalle e scomparendo di nuovo, come se non fosse mai stato nei paraggi. Oliver capitombolò dalla zolla di terra, quell'atollo abbastanza rassicurante, per poi sentire il fiato del vulcano, quella nube di lapilli e cenere, che lo abbracciava come un nemico pronto a stritolarlo. Mosse le mani nell'aria, cercando di fermarsi in qualche modo. A dispetto di tutto il resto, però, era troppo felice di quella sensazione: si sentiva libero.
"AAAAAAAAAAAAAAH BECCATI STI SPICCI, MONDO!" gridò, mentre volteggiava su se stesso, certo di essere sul, punto di frantumarsi al suolo. O peggio ancora, di divenire pasto del magma bollente.


A te la scelta: cadiamo nel vulcano? :asd: Se sì, cosa succede?

 
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view post Posted on 29/3/2016, 17:06
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Il due ragazzi erano in caduta libera e vorticavano nell'aria precipitando in direzione di quel vulcano che emetteva suoni che non avevano l'aria di essere di buon auspicio, ma il Corvonero pur sentendo le urla di Oliver alle sue spalle, si mise in posizione come se si stesse tuffando di testa in una piscina, dentro le sue orecchie apparve la muscia del film di Superman, un film babbano che Mitchell personalmente adorava e più si avvicinava all'impatto più si sentiva l'eroe Cryptoniano che combatteva il male per salvare la terra.
La velocità di caduta raggiunse velocità spaventose ed il ragazzino vedeva in maniera sempre più nitida il magma rovente all'interno del cratere vulcanico. Ormai si era lasciato trasportare dall'avventura e voleva ritrovarsi in situazioni che nella realtà sarebbero state impossibili oltretutto senza conseguenze fisiche in quanto era un semplice sogno.
"Olver! Ci siamo, sei pronto a sentire un po' di caldo!" gridò Mitchell mentre si avvicinava sempre più al cratere vulcanico stracolmo di lava.
Boom! L'impatto fu rumoroso con l'enorme massa di roccia fusa che fuoriusciva da quella voragine, però non ci fu nessun dolore per Mitchell e quel calore ustionante che Mitchell si era preparato psicologicamente a subire non ci fu, anzi al contrario l'impatto con quella sostanza provocò a Mitchell una sensazione di freddo quasi come di gelo.
Il giovane Corvonero stava sprofondando nelel profondità di quella sostanza quando si decise ad aprire gli occhi e con suo enorme stupore si ritrovò in tutt'altro posto, quello non era magma, ora era una enorme porzione di mare. Il ragazzino nuotò in superficie e subito la sua attenzione fu attirata da due esseri molto gorssi piuttosto lontani da lui, sembravano due draghi marini dal colore blu.

mEtgRNy

"Oliver, guarda! Chissà cosa sono quei cosi! E soprattutto in quella direzione sembra esserci della terraferma!" - disse Mitchell con aria entusiasta mentre indicava prima i due mostri mairini e poi quello che sembrava essere un piccolo isolotto non molto lontano dalla loro posizione.

narrato - parlato - pensato


Ok, ho postato l'inizio di un delirio. Decidi dove andare se verso la terraferma o verso quei due Gyarados :asd:
 
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view post Posted on 26/5/2016, 17:21
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*Ma chi me l'ha fatto fare?*
La domanda si stagliò in maniera piuttosto netta nella mente del giovane Grifondoro. Mentre era in caduta libera come un sacco di patate privo di qualsiasi libero arbitrio, Oliver si chiese cosa ci fosse per davvero nella fiala di un Sognisvegli Brevettato. Una Pozione dei Sogni? Oppure una dose eccessiva di spore di Marzuolo, il famoso Fungo Dormiente con la capacità immediata di far comparire Morfeo con tutto il suo notturno armamento? Oppure si trattava di qualcosa di ancor più complesso? Se fosse uscito indenne da quella folle situazione, prima di tutto avrebbe abbracciato Mitchell per la disperazione e per avergli fatto correre un serio pericolo mentale, poi avrebbe denunciato i Tiri Vispi Weasley e qualsiasi altro negozio del Mondo Magico che aveva in esposizione articoli come quello appena sperimentato da Oliver sulla sua stessa pelle. Magari avrebbe potuto scrivere un articolo addirittura per la Gazzetta del Profeta! Già immaginava il titolo: "Sognisvegli Brevettati - Sistema per visitare il San Mungo". Avrebbe pensato di sicuro ad altre cose fin troppo stupide e fuori luogo, se solo non fosse precipitato nel Vulcano sottostante. Non aveva più controllo del suo corpo, si sentiva come una nuvola o anche come una libellula.
"SONO UNA LIBELLULAAAAA!"
Urlarlo non avrebbe aiutato, poco ma sicuro, eppure il livello di pazzia era aumentato notevolmente in quegli istanti e quindi la ragione dello studente era andata a farsi benedire senza ombra di dubbio. Cadde nel magma bollente, pronto a credere di essere divenuto mangime per pesci, anzi cenere per un camino, quando ad un tratto scoprì di essere ancora vivo. Era ancora in carne ed ossa e l'idea che tutto fosse frutto di un sogno ad occhi aperti non sfiorò neanche lontanamente il suo raziocinio. E pensare che non fosse uno stupido! Si ritrovò stranamente prima a sorridere, poi a ridere e infine ad esaltarsi, sguazzando in quel liquido vulcanico che assomigliava perfettamente ad un Mare. E se fosse in una distesa d'acqua? Si girò verso Mitchell, seguendo il suo sguardo fino a...
"PER TUTTE LE COPPE DI CRISTALLO (?), COSA DIAMINE E' QUELLO?!
Ah, il galateo, che roba strana! Aveva appena visto un mostro marino e al contempo inneggiava imprecazioni in onore del bon ton e delle sue norme comportamentali a tavola, soprattutto durante una cena di gala. La creatura nuotava verso i due ragazzi, sputando fuoco come raggi senza fine. Però aveva un paio di baffi carinissimi!
"MITCH, LO POSSO CHIAMARE BATUFFOLO?"
Adios, luz de la razón!

Scusa il ritardo :asd:
200_s


EDIT: E per fortuna il Filtro Sognoleggero finì, i due avventurieri si svegliarono senza più strane creature pronte a rincorrerli e tutti vissero felici e contenti. Oliver accompagnò Mitchell verso la Torre Corvonero e la giornata divenne un ricordo straordinario da custodire per sempre.



Edited by Oliver Brior - 29/3/2017, 13:09
 
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