In a coat of gold or a coat of red, a ℓισи ѕтιℓℓ нαѕ ¢ℓαωѕ.
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| Sorseggiando la sua cioccolata, pensava a cosa avrebbe comportato aiutare Horus. Fra le altre cose, non aveva ancora chiarito in che modo quella situazione potesse essere "pericolosa"; era, ecco, una cosa che le sarebbe piaciuto sapere. Non perché fosse codarda o stesse avendo un qualche ripensamento, anzi, non si rimangiava mai qualcosa dopo aver dato la sua parola, ed in ogni caso, aveva preso a cuore tutta quella storia, proprio perché le ricordava tanto la sua. Sperava, dentro di sé, che aiutare il Tassino a ritrovare suo padre, l'avrebbe aiutata anche a schiarirsi le idee riguardo al suo. Le sembrava, in un certo senso, uno scambio equo, anche se il Caposcuola non poteva saperlo. Andava bene così. Cercò di darsi un contegno e trattenere una risata, quando lui quasi si strozzò col thé. Era una scena esilarante da guardare: a volte, gli era sembrato anche lui una statua di ghiaccio (esattamente come l'irriducibile Regina degli Specchi miss Rose, con cui in effetti s'accompagnava), e adesso gli pareva invece un poco più umano. Tossì e quasi si strozzò anche lei, nel tentativo di reprimere un'altra risata, tardiva. - Tranquillo, non è nulla. - disse, rispondendogli; poi piegò la testa di lato, lievemente sorpresa. - Pensavi avrei rifiutato? Posso chiederti perché lo pensavi? - Chiese, curiosa. In realtà, non si era mai posta il problema di cosa gli altri pensassero di lei, ma già che c'era, questa era una cosa che le interessava conoscere. *Al peggio, ci risponde che mi ha già inquadrata come psicopatica, e a quel punto tutto la copertura salta.* Sempre che la copertura non fosse già saltata; insomma, anche solo il fatto che fosse una specie di visionaria contribuiva ad alimentare dei dubbi (leciti) sul suo effettivo stato di salute mentale, plus la non proprio piccola questione delle voci nella testa a cui, a volte, rispondeva ad alta voce senza accorgersene, che la costringevano a seguire un filo di pensieri tortuoso ed intricato che spesso gli altri non riuscivano a capire minimamente. Continuò ad ascoltare Horus, che le stava spiegando perché si fosse rivolto a lei, sebbene non fosse un grande fan della Divinazione; a questa affermazione, le scappò un risolino. Neppure lei lo era mai stata, eppure…ironia della sorte. Le ci mancava la sfera di cristallo e l’abbigliamento zingaresco, e poi il quadro stereotipato della veggente sarebbe stato completo. Horus la guardò, in attesa che parlasse, e lo guardò anche lei, incuriosita dal suo aspetto, che quasi non era umano, con la carnagione d’un candore innaturale e gli occhi d’argento, così diversi dai suoi. Non aveva mai visto una persona dai colori così chiari. In un certo senso, incuteva un po’ di timore, di certo soggezione, e pensò che di sicuro non le sarebbe piaciuto vederlo arrabbiato, ammesso che il ragazzo, di solito così composto ed equilibrato, si lasciasse andare a manifestazioni emotive esagerate come la rabbia. Le pareva più il tipo di persona che cova rancore, ma paziente, che può attendere anni per vendicarsi. Rabbrividì impercettibilmente, e tuttavia fece finta di nulla. - Capisco. - annuì, in sua direzione, alle parole che aveva appena udito. - Mi sembra un buon motivo per tentare l’assurdo…sì, so che è strano, per una che vede cose che ancora devono accadere, o che sono accadute ma non la riguardano, però se devo dirti la verità, inizialmente ho avuto anche io qualche riserva sulla faccenda della Divinazione. Magari era solamente frutto della mia immaginazione, chi poteva dirlo? Però non ero da sola, la prima volta, e avevo avuto uno scorcio di cose che realmente esistevano, quindi crederci è stato un po’ più facile. - Spiegò, un po’ a disagio; era stata una giornata strana, quella della sua prima visione. Era svenuta, quante volte? Tre, quattro? Comunque troppe, per una come lei che non aveva un organismo debole e che si lasciava impressionare da ben poche cose. Sorrise, quindi, e aggiunse, entrando nello specifico: - Beh, nel tecnico...non penso ci sia una reazione comune a tutti, ma nel mio caso, ad esempio, non c'è un vero e proprio evento scatenante, anche se ovviamente in qualche modo sono sempre coinvolta nella vicenda, direttamente o indirettamente. E' come un sogno, solo che beh...anziché addormentarmi, di solito svengo di punto in bianco e quando mi riprendo, ricordo tutti i dettagli. Non so esattamente come funzioni, perché per ovvi motivi l'ho sempre tenuto nascosto a tutti, ma penso che le visioni possano essere indotte. Suppongo lo scopriremo presto. - Finì la spiegazione, tornando con la mente a quel lontano giorno d'estate, a Diagon Alley; a ripensarci così, non le sembrava essere stato poi così terribile. Invece, però, quello era stato veramente troppo, e ne aveva risentito fisicamente e mentalmente per tutta la settimana successiva, trascorsa a chiedersi se fosse pazza, o se fosse tutto dannatamente reale. Beh, non che fosse cambiato molto, in questo caso. Era una domanda che si poneva ancora, almeno cento volte al giorno. - Però posso dirti, per esperienza, che se ci credi almeno un pochino, funziona meglio. Magari è suggestione, chiamala come vuoi, ma ti assicuro che la differenza c’è. - Aggiunse, convinta; sapeva quello che diceva. Da quando si era arresa al fatto che fosse una Divinatrice e aveva smesso di chiedersi il perché, il come, e aveva iniziato ad accettare la cosa, le sembrava addirittura di riuscire a controllare meglio questo “dono”. E le visioni, quando le aveva, e fortunatamente non avveniva così spesso, non erano più così tremende come invece lo erano state all’inizio. - Io mi sono aiutata molto con i culti e le leggende del mio popolo, vi ho anche trovato una spiegazione, più o meno. - Poi si fermò un attimo, non certa che Horus capisse esattamente cosa volesse dire. In fondo, erano tante le persone che negavano una fede, quasiasi fosse. - Tu, la tua famiglia, credete in qualcosa? Magari poteva sembrare una domanda fuori luogo, posta solo per curiosità, ma così non era; le era venuta in mente una cosa, qualcosa che forse avrebbe potuto aiutarli, però aveva prima bisogno di sapere di più. Stavolta si vedeva costretta ad impicciarsi.
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