Quando era salita sulla torre, quella sera, lo aveva fatto con tutte le migliori intenzioni, ricordava vagamente di averlo anche specificato, non voleva rubarle troppo tempo, ma ci teneva a vederla, anche solo per un attimo e ciò la spinse a chiederle quell’incontro invece che limitarsi a recapitarle il pacchetto con un gufo.
Non c’era un vero e proprio motivo, semplicemente, le andava così e non si era nemmeno posta troppe domande, probabilmente per evitare di doversi dare delle risposte.
Si era dunque poi ritrovata ad aspettare e, quando l’attesa finì, inesorabilmente, si era resa conto che, quell’assenza di motivazione, o presunta tale, stava rendendo la situazione abbastanza complessa, almeno fino a quel momento.
L’imbarazzo era evidente da entrambe le parti e, malgrado gli sforzi per evitarlo o eluderlo, non era sicura di esserci riuscita, ma poi qualcosa cambiò e l’inevitabile scomparve, se in un primo momento il congedarsi sembrava l’unica via percorribile, ora, restare era diventato decisamente più allettante e meno scomodo, avrebbe detto “piacevole”.
Sorrise nel sentirsi dare nuovamente ragione, non che le interessasse più di tanto, ma non poteva negare che, così, si sentiva sicuramente più a suo agio che a dover difendere una qualche affermazione detta giusto per levarsi dall’imbarazzo, senza contare che, almeno apparentemente, la corvonero, non sembrava volerle rinfacciare il suo essere completamente idiota.
Forse l’allontanamento, forse il vedere la fanciulla più rilassata, forse il suo aver preso l’iniziativa per toglierle da quel pasticcio, in ogni caso, si sentì più leggera anche lei, sentì chiaramente i suoi muscoli rilassarsi e la sua mente meno oppressa dai vari pensieri che facevano a cazzotti.
Accettando volentieri l’invito di lei a restare, seguì i suoi movimenti, accomodandosi sul bordo della vasca accanto alla compagna, ma senza distoglierla dai suoi pensieri, sembrava particolarmente assorta e le sembrò poco carino disturbarla.
Per qualche istante osservò le loro immagini riflesse sull’acqua pensando a quanto, a volte, le apparenze potessero ingannare, ma specchiandosi nei suoi stessi occhi temette di poter vedere qualcosa che preferiva evitare, così, scioccamente, smosse l’acqua, in modo da evitare quello sguardo.
Ciò che fece dopo le venne così spontaneo e naturale che quasi si stupì di se stessa, ormai, dopo tutto ciò che era successo, credeva di aver perso il suo lato più infantile, l’aspetto più bello dell’essere bambini, ma, in quella circostanza, dovette piacevolmente ricredersi.
Il sorriso innocente mutò in uno più divertito mentre le rispondeva -Mi sa la seconda anche se...ecco...- rise -...non mi stupirei di trovare acqua asciutta ad Hogwarts- *Che ho detto?* improvvisamente la fanciulla distolse lo sguardo, come se, per qualche motivo, quel contatto visivo la mettesse a disagio *Tu lo fai sempre...sì, ma io ho le mie buone ragioni...e lei avrà le sue no?*
Ma nuovamente i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di lei *Non mi dispiaccia cos...* osservò i suoi movimenti perplessa e decisamente spiazzata, il tutto contornato da una non indifferente buona dose d’imbarazzo *Non...cioè...no...voglio dire...okey che...ma...insomma...* incapace di formulare anche solo mezzo pensiero di senso compiuto, evitò di dire qualsiasi cosa *Qualsiasi cosa tu stia pensando...pensa ad altro...* in effetti, il consiglio della vocina fastidiosa poteva anche essere un ottimo suggerimento, ma, al momento, sembrava di impossibile realizzazione.
Distolse lo sguardo dalla figura della corvonero, sperando che, a dispetto di ciò che stava facendo, non fosse seriamente intenzionata a entrare nell’acqua *Beh, oddio, potrebbe anche...* scosse il capo, cercando di scacciare via quel pensiero *McLoen mi farai impazzire* e involontariamente sorrise.
A distrarla, o a riportarla alla realtà, dipende dai punti di vista, furono gli schizzi d’acqua, quasi più simili a un’onda anomala, che la travolsero, si asciugò il viso, osservando poi ciò che restava della sua ordinatissima divisa prima di rivolgere nuovamente lo sguardo verso la fanciulla che le sedeva accanto.
Probabilmente in circostanze diverse, ad un affronto simile, avrebbe reagito bruscamente, ma, incrociando gli occhi di lei e la sua espressione divertita, non riuscì a non farsi contagiare, forse proprio per quel barlume di fanciullezza e spensieratezza dietro a quel gioco.
Mandò al diavolo tutti i buoni propositi e tutte, o quasi, le formalità decidendo che, per una volta, poteva concedersi anche lei un piccolo svago *E con quella faccenda come la mettiamo? Non la mettiamo...amen...*
Senza dirle nulla si alzò in piedi, sfilando prima le scarpe e, successivamente il manglioncino, decisamente troppo scomodi nella malaugurata ipotesi di un tuffo in piscina, poi si rivolse alla compagna, fingendo di litigare con i bottoni della manica della camicia -Non è che mi darebbe una mano?- in realtà ce l’avrebbe fatta benissimo, ma le serviva una scusa per farla alzare, a spingerla in acqua da quella posizione rischiava che si facesse male, le rivolse nuovamente uno sguardo innocente, sperando che accogliesse la sua richiesta *Spero tu sappia cosa stai facendo*
Se gentilmente avesse deciso di aiutarla, non appena fosse stata sufficientemente concentrata sul bottone, avrebbe avvicinato le labbra al suo orecchio, sussurrandole poche parole -Spero non le dispiaccia- e, appoggiandole le mani sui fianchi, l’avrebbe spinta in acqua.