Gufetto ubriaco, privata.

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view post Posted on 22/12/2015, 07:40
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La conoscenza è limitata, l'immaginazione abbraccia il mondo.

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Torre di Divinazione
Sala Comune Corvonero
Dormitorio Femminile


« ...tterla di far baccano? C'è qualcuno che sta cercando di studiare! » Queste le primissime parole che Jenfier udì entrando nel dormitorio. Non aveva certo bisogno d'indagare per sapere di chi fossero le lamentele, ultimamente erano così pressanti che la prefetta le avrebbe definite quasi logorroiche. Era vero che si trovava tra corvonero ma c'era davvero bisogno di studiare anche di notte? Diversamente l'avrebbe già invitata ad accomodarsi in biblioteca ma era evidente che non era più orario: tutti gli studenti si erano ritirati nelle sale comuni e in quel momento le sue concasate stavano andando a letto. Routine. Le considerazioni che le affioravano alla mente volavano via così velocemente tanto quanto si erano presentate. Aspettò qualche minuto per controllare che tutte fossero a letto e uscì lasciando il dormitorio al buio (fatta eccezione per Violet che con il suo labile lumos continuava imperterrita a studiare dopo aver ritrovato la sua pace). In parte la capiva, anche lei aveva sempre prediletto la notte per lo studio, ma non ricordava di essere mai stata petulante con le sue compagne. D'altro canto pensandoci non avrebbe ricordato una sola volta se l'era seriamente presa con qualcuno, anche quando aveva avuto motivi, anche quando i suoi pensieri erano pesanti.. e così d'un tratto si ritrovò ad invidiare la naturalezza con cui la ragazza parlava sfogando i pensieri incurante di situazioni e pensieri altrui.
Scese la scaletta che la portò ancora nella taciturna sala comune. Si lasciò sprofondare in una poltroncina vicino al caminetto sempre acceso. Rilassò i muscoli e chiuse per un attimo gli occhi godendo di quella pace, di quel silenzio ristoratore. Gettò lo sguardo tra le fiamme scoppiettanti che le facevano compagnia, quando un frastuono colpì uno dei vetri delle tante finestre che circondavano la sala comune.
*Ma che diamin..* Il rumore improvviso l'aveva fatta sobbalzare. C'era qualcosa dietro la finestra che continuava a sbatacchiare le ali contro il vetro. Non era orario di posta ma era chiaro si trattasse di un gufo. Curiosa la ragazza si apprestò alla finestra rumorosa *prima che Violet scenda a dirne un'altra delle sue* pensò aprendo un'anta. Il gufo dallo sguardo bislacco che l'attendeva si allontanò di qualche battito forse per mirare meglio l'entrata, ma ancora una volta finì per sbattere sull'anta chiusa. Il pennuto ripeté l'acrobazia un altro paio di volte. Jenifer lo guardò scioccata, se fosse stato fermo un solo attimo sarebbe riuscita a prendere il biglietto senza troppe manfrine; in ogni caso in quel momento non poté che osservarne i fallimenti rumorosi quanto dolorosi per lui. Quando l'uccello riuscì finalmente ad entrare in modo caotico, finì per fare capolino sulla faccia della ragazza. *Sto gufo è un pericolo pubblico* pensò stizzita quando finalmente riuscì a liberarsi di lui, darsi un po' di contegno e prendere la pergamena che il pennuto custodiva ancora gelosamente.
Gliela sfilò. Era più curiosa di sapere chi avrebbe mai scelto un gufo all'apparenza ubriaco per consegnare la lettera che il messaggio in sé. Ad ogni modo, solo l'averla trovata era già una gran cosa, sempre che quella posta fosse per lei. Aprendola le poche parole che vi lesse la lasciarono interdetta. Tardi.. il coprifuoco era scattato da poco, ma aveva poca importanza dati i loro ruoli e il luogo d'incontro scelto, e lei non aveva turni di ronde che le limitassero i tempi di quella notte. Lo sguardo si soffermò sul "ci terrei molto", il quale non potè che aumentare la sua curiosità.
D'un tratto si era quasi scordata del gufo tonto, tanto che stava per uscire lasciandolo in sala comune. Stava lasciando anche l'imposta aperta ma bastava vedere in faccia l'animale per capire che probabilmente avrebbe impiegato ore per uscire di lì. Quando Jen lo notò sorpassandolo tornò indietro e lo aiutò a riprendere il suo volo balzano.
*Non ho idea di come tu abbia fatto a trovarmi, ma fortuna che ci sei riuscito* pensò vedendolo volare via e chiudendo la finestra. Si avviò all'uscita della sala comune e scese di fretta le scale a chiocciola della torre.


Bagno dei Prefetti
Tutto sommato se pensava a aver fatto la serpeverde la strada non era affatto lunga. Arrivata all'ingrasso entrò senza indugio facendo sì che I dubbi le affiorassero solo in un secondo momento. *Ma cosa ci sarà di tanto urgente e importante? e se non c'è? non dovevo venire..* Non che quei pensieri non le fossero sorti appena letto il messaggio ma era il mittente che stranamente l'aveva convinta. Senza una vera ragione aveva fede che se era stata Arya a scriverle l'avrebbe trovata lì. La collega non le aveva dato modo fino ad allora di diffidare di lei, anzi Jen aveva una certa stima nella coetanea. Quindi era quello il motivo per il quale era andata a incontrarla senza remore quando un gufo matto glielo aveva fatto sapere.

 
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Arya Von Eis
view post Posted on 27/12/2015, 15:50




Il gufo era partito e chissà se mai sarebbe arrivato a destinazione, in ogni caso, la prefetta serpeverde, non indugiò a lungo nel luogo infestato dai volatili, ritornò sui suoi passi scendendo le scale che poco prima l’avevano condotta lì.
Mentre si dirigeva verso il bagno dei prefetti non poté fare a meno, prima, di domandarsi se il messaggio sarebbe stato recapitato al giusto mittente, poi, se la cosa sarebbe avvenuta in tempi celeri, infine, se la fanciulla si sarebbe davvero presentata, scosse il capo, cercando di confidare in un po’ di fortuna, raggiungendo finalmente il quinto piano.
Pensò di attenderla all’esterno, ma l’idea di incrociare qualcuno che, casualmente, passava di lì, la dissuase, convincendola ad entrare nel bagno dei prefetti, almeno, lì, sarebbe stata tranquilla.
Estrasse dalla tasca il pacchettino, osservandolo meglio pensò che, forse, sarebbe stato quasi meglio non incartarlo, ma, ormai, il danno era fatto
*L’anno prossimo me li faccio incartare in negozio*

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Continuò a rigirarselo tra le mani, tentando di capire quale fosse il modo migliore e meno imbarazzante per consegnarlo alla ragazza *Sempre se si presenta* quella vocina fastidiosa continuava a fare capolino, insinuando ogni sorta di dubbio, anche se, l’ipotesi non era poi completamente da scartare, alla fine, non che avessero chissà quale legame che le portasse a rispondere celermente al richiamo dell’altra, magari, semplicemente, al suo ritorno in dormitorio, avrebbe trovato il solito gufo stordito e un messaggio che le diceva qualcosa del tipo “magari ci vediamo domani o in data X o anche mai”.
Erano forse passati una decina di minuti
*Ormai dovrebbe avercela fatta* per quanto rintronato, la sala comune dei corvonero si trovava a due passi dal punto di partenza, era forse il caso di darsi un tempo massimo di attesa, giusto per non passare lì tutta la notte *Mezz’ora? Magari mezz’ora può andare*.
Non si era resa conto che, mentre aspettava, aveva iniziato a camminare su e già per la stanza, per un attimo quasi si convinse a lasciar perdere tutto
*E’ una cosa stupida* ma tentò di cacciar via quel pensiero, ormai era lì, cosa poteva succedere di così tragico? *Che razza di idea, ma come ti è saltata in mente proprio non lo so* in effetti si era completamente stupita quando, dal nulla, aveva deciso di entrare nel negozio per acquistare quel regalo, ma l’aveva fatto, anche se, per l’appunto, non avevano chissà quale rapporto e chissà quali precedenti, si era comunque sentita di farlo *Eh, lo sappiamo che ultimamente ti senti di fare cose bizzarre*
La scelta dell’oggetto non era, invece, stata poi così casuale, qualcosa di semplice, nulla di poi troppo impegnativo, almeno in apparenza, almeno non per la corvonero, qualcosa giusto per dirle “Grazie”, alla fine dei conti il tempo trascorso insieme era stato piacevole, per un po’ non si era sentita in lotta con se stessa ed era, addirittura, riuscita a trovare una soluzione al suo dilemma.
*E tra tutto il regalabile proprio quello* okey, doveva ammetterlo, per quanto Jenifer non avrebbe potuto capire, una ragione c’era, quel braccialetto era il suo modo di darle fiducia, rappresentava abbastanza bene i suoi punti di forza e le sue debolezze *Eh...certo...e lei dovrebbe inventarselo o leggerti nel pensiero?* ma non era importante che sapesse, l’importate era che le stava dando fiducia.
Mentre ancora camminava su e giù per la stanza, sentì la porta aprirsi, si bloccò, restando immobile qualche istante, per poi voltarsi lentamente.
Quando vide la figura della corvonero si sentì sollevata, per ricadere poi nel panico nel giro di pochi secondi, il pacchetto ancora tra le mani, cercò goffamente di infilarlo nuovamente in tasca, facendolo però cadere.


-Buonasera Miss McLoen...vedo...vedo che il gufo è riuscito a trovarla- le sorrise mentre raccoglieva l’oggetto da terra -Spero di non averla disturbata, ma, come le ho scritto, non intendo abusare del suo tempo- rimettendosi in piedi e tornando a guardare nelle sua direzione, si avvicinò leggermente, porgendole il pacchettino, adesso ancora più disastrato -Non amo questa stupida tradizione dello scambio di regali forzato, ma...ho pensato di poter fare un’eccezione-



Contenuto del pacchetto:
Bracciale celtico:
4ogulHB
Realizzato in cuoio intrecciato, presenta alle due estremità due teste di lupo celtico in argento lavorato. Ritrovato in un paesino a circa 70 km a sud di Glasgow, 270 d.C. +3 Salute +5 Corpo +5 Mana
 
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view post Posted on 28/12/2015, 20:23
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Ancora una volta il suo sesto senso non l'aveva delusa. Entrata nel bagno dei prefetti le fu impossibile non notare la figura della prefetta di serpeverde, così i dubbi insani si volatizzarono. Tuttavia la sua attenzione fu attratta da altro: un pacchetto che la ragazza si era lasciata sfuggire e che ora coglieva da terra. *Non sarà mica..* be' era chiaro che invece era proprio quello che stava pensando: un regalo natalizio. Il suo umorismo grottesco avrebbe voluto farle credere che era un caso che la ragazza lo avesse con sé e che non era indirizzato proprio a lei, ma nel bagno non c'era nessun altro.

« Effettivamente dovrebbe scegliere con più cura i gufi ai quali affida la sua posta Von Eis. Buonasera e lei.. »

Disse seguendo le sue parole solo a metà. Era ancora un po' scioccata perché tutto si sarebbe aspettata meno che ricevere un regalo. Era Natale, forse qualcuno più ingenuamente acuto lo avrebbe anche dato per scontato, ma infondo non si conoscevano da molto.. l'aveva aiutata solo una volta nell'aula di difesa, e non credeva si sarebbe aspettata già questo. Arya riusciva ogni volta a sorprenderla piacevolmente. In ogni caso le piacevoli sorprese a volte avevano sempre un altro lato della medaglia, e in quel caso era imbarazzo puro. Come la collega stessa stava dicendo, il natale prevedeva la tradizione dello "scambio dei regali", e la prima era una parola chiave che provocava non poco scompiglio nella testa della corvonero, che inconsapevole si era presentata a mani vuote.
Arrossì lievemente quando la ragazza le porse il sacchetto azzurro.
*Proprio con me dovevi cominciare a fare eccezioni?* Si chiese mentre impacciata prendeva il regalo dalle mani di lei. Il paradosso era alquanto assurdo se pensava che essere un'eccezione generalmente la rendeva orgogliosa, ma in quel caso avrebbe preferito comunque farne a meno dato che si sentiva in una situazione spinosa. Non accettare era un ipotesi.. ma la figuraccia non sarebbe che aumentata e con essa la sfiducia nei suoi confronti, per non parlare della possibilità di un'amicizia. Guardò il sacchetto del colore della sua casata. *Non è ancora natale* Improvvisamente sapeva cosa doveva fare, ma prima di tutto sarebbe dovuta uscire viva da quella situazione. Sorrise di rimando ad Arya, forse ancora un po' imbarazzata.

« Wow non credevo che..cioè neanche io seguo molto le tradizioni.. Solo che non me lo aspettavo *un regalo? da lei? per niente.* ..Grazie del pensiero, davvero.. non doveva »

Rispose impacciata e ringraziando timidamente. *Che figura di merda. Epica Jen. Proprio da cacca di drago.*
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 6/1/2016, 00:34




Doveva ammettere che se l’era immaginata più semplice *Ma non è vero...bugiarda...hai scelto pure il gufo scemo non sapendo manco tu cosa sperare* okey, a volte negare l’evidenza non bastava e, per quanto c’avesse sperato, sapeva fin da principio che l’imbarazzo non sarebbe mancato *Beh, mo vedi almeno di inventarti qualcosa per uscirne*

-Ma via...è Natale anche per i gufi, anche il meno affidabile, in questi giorni, merita di sentirsi speciale- *Ma come c’arrampichiamo bene sugli specchi* -E poi vuole mettere, il brivido dell’ignoto, dell’incertezza, a dar tutto per scontato mi annoierei-

Le sorrise, ancora leggermente impacciata, ma cercando di darlo a vedere il meno possibile, si era accorta che la sua mossa aveva spiazzato la collega e l’ultima cosa che voleva era metterla maggiormente a disagio.
Ora, di certo, sperava che non la lasciasse lì col pacchettino in mano o seriamente non avrebbe saputo come venirne fuori, ma non aggiunse altro, insomma, doveva essere abbastanza palese che quel regalo era per lei, specificarlo ulteriormente sarebbe stato come ribadire l’ovvio.
Fortunatamente, quell’attesa, non durò troppo a lungo, la corvonero, anche se titubante, le sfilò il disastrato pacchetto dalle mani e, nella sua mente, tirò un sospiro di sollievo
*Tutto sommato sta filando tutto abbastanza liscio* in realtà, aveva forse superato solo la parte più semplice *E...quindi? Mo che si fa?*
Abbassò lo sguardo, cercando di evitare un contatto visivo troppo diretto, sperando che la cosa agevolasse entrambe *Via...via...fila via...il regalo gliel’hai dato, ora te ne puoi andare* ma decisamente quell’opzione sembrava scortese, perfino per una serpeverde.
Tornò a guardarla solo quando fu lei a parlare
*Decisamente non potevi creare situazione più imbarazzante* a quel punto glielo doveva, doveva almeno fare il possibile per evitare di cadere in un silenzio imbarazzante dal quale non sarebbero più venute fuori.

-Doveri...doveri...- disse in tono canzonatorio -Almeno per questa sera le vieto di parlare di doveri- le sorrise -le assicuro che quell’affare lì- disse indicando il pacchetto -è una sciocchezza- rise, avvicinando poi il viso all’orecchio di lei -e, non lo dica a nessuno, ma posso assicurarle anche che è stato un piacere- fece un passo indietro, ripristinando le distanze -Lo sente- pronunciò quelle parole come se il resto fosse ovvio -lo sente come la parola “piacere” suoni mille volte meglio di “dovere”-

*Buffona* si stava sforzando parecchio per fingersi a suo agio, un paio di volte sarebbe voluta sprofondare per la vergogna, ma tutto sommato riteneva di essersela cavata abbastanza bene *Buffona, illusa e...e...ma lasciamo perdere, che te lo dico a fare...*

 
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view post Posted on 23/2/2016, 03:21
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Un sorriso sghembo comparve sul volto della corvonero a quelle parole della coetanea. Tra l'importanza dei gufi a natale, considerando la carica di cinismo che questa festa portava con sé tra i pensieri di Jenifer, e l'ebbrezza dell'ignoto quasi non sapeva cosa apprezzare di più; eppure tutto sommato l'espressione del volto della fanciulla la divertiva mettendola a suo agio. Chissà quali risposte celava con l'ironia. Per quanto fuorvianti fossero quelle frasi in qualche modo le confermavano che quel gufo l'aveva scelto, e la cosa non poteva negare quanto l'incuriosisse. *Che c'è Von Eis? Speravi forse che non arrivasse a destinazione? ....eppure mi stavi aspettando* Le sorrise e concordò.

« Decisamente, l'ordinario è fin troppo scontato »

Ci credeva davvero, preferiva le cose folli alla normalità eppure la risposta in quell'occasione sembrava quasi esilarante, come se celasse il sottile filo d'ironia che in altre situazioni non ci sarebbe stato.
*Ti piacciono le cose inusuali eh? Le sorprese? ...Allora quel regalo ti cade proprio a pennello* disse a sé stessa e questa volta indubbiamente sarcastica. Certo, la collega le aveva scoccato un bel tiro del tutto inaspettato, e tutto sommato la corvonero avrebbe potuto pensare che c'erano momenti in cui si poteva evitare quel fascino dell'ignoto.
Impacciata recuperò il regalo dalle mani della ragazza. Se qualcuno a primo impatto non riusciva a immaginare perché le sorprese potevano mettere a disagio, bastava presentare quella situazione. Probabilmente ci sarebbe voluto un po' di sforzo e forza di volontà da entrambe le parti per evitare di cadere in quel silenzio tagliente e colmo d'imbarazzo che fa sembrare tutto ghiacciato. Che questo fosse in agguato era palpabile, si sentiva la minaccia della sua venuta nello stesso modo in cui si avverte uno sguardo indiscreto puntato addosso; ma fortunatamente riuscirono a non restare lì, in stallo, vittime della situazione che avevano involontariamente creato. Merito della serpeverde che rispose con tanta leggerezza. Jenifer l'aveva notato da subito, quella ragazza sembrava fiutarlo il silenzio imbarazzante e aveva l'apprezzatissima qualità di smontarlo, mettendola a proprio agio. D'altra parte che fosse una serpe speciale era un qualcosa che stava imparando dato che lei non perdeva occasione per dimostrarglielo, di volta in volta, stupendola con i suoi piccoli gesti, spontanei.
Avvicinatasi al suo orecchio per bisbigliarle qualcosa si sentì solleticare dal suo respiro. Era stranamente abituata a quella confidenza; quell'arbitraria invasione di spazi era una cosa che con molti l'avrebbe destabilizzata, ma ormai da quella ragazza se l'aspettava. L'aveva denominato "effetto Arya": parlare in modo formale e rispettoso, però avere la stessa spontaneità dei bambini; ed era una cosa che le capitava solo ed esclusivamente con lei. Sorrise alle sue parole. Era certa che fosse stato un piacere, altrimenti non vi era minima speranza che quell'incontro avvenisse. Proprio come la corvonero, non faceva regali per "dovere" o tradizione, perciò se non ne avesse avuto piacere non glielo avrebbe fatto; come d'altro canto si aspettava. Quella consapevolezza la lusingava ancor più del regalo stesso, e non le interessava cosa vi fosse all'interno, il solo pensiero le bastava per farsi sentire piacevolmente e inaspettatamente importante. Eccolo, l'aveva trovato: il piacere della sorpresa. Ce ne doveva essere sempre uno, bastava non farsi prendere troppo dalle preoccupazioni da non notarlo. Von Eis tornò ad allontanarsi per completare la frase mentre Jen la guardava divertita.


« Ancora una volta devo darle ragione, "piacere" è sicuramente più melodico.. e accattivante »

Aggiunse dubbiosa. Non era certa di sicura di riferirsi esclusivamente al suono della parola, tuttavia chiunque tra le due sarebbe rimasto più attratto da quella. Inoltre c'era un altro collegamento che quella stuzzicava nella sua mente: poter scegliere tra dovere e piacere indicava uno dei valori che apprezzava di più: la libertà, e definiva il concetto di voglia e desiderio.. tutto da una piccola parola. Forse fu a causa di tutti quei collegamenti mentali che improvvisamente la situazione si sciolse agli occhi della corvonero. Non era più imbarazzata o a disagio, anzi se la collega poteva e acconsentiva di dedicarle tempo, non averebbe avuto fretta di andar via. La notte era lunga e non aveva veri impegni. L'umidità del bagno e il rumore dell'acqua facevano da sottofondo mentre Jen abbandonava qualsiasi pensiero di riservatezza mostrandosi spontanea.

« Credo che questo posto sia il regalo migliore che Hogwarts potesse riservare ai prefetti.. »

Cominciò inaspettatamente, mirando l'ampia vasca e il pavimento in marmo.

« Probabilmente quando è stato ideato immaginavano quanto potesse diventare stressante l'incarico »

Rise avvicinandosi a uno dei bordi della vasca. Non aveva davvero intenzione di farsi il bagno, ma non le sarebbe dispiaciuto sedersi a bordo piscina a godere di quella pace. Amava l'acqua; fin da piccola, da quando il padre la portava sulle spiagge di Boston, il mare, tanti ricordi come la scorsa estate trascorsa con Alice in Italia. Osservò l'acqua azzurrina e invitante.. avrebbe resistito?

« Le andrebbe di fare compagnia alle acque di questa piscina o ha faccende più importanti che richiedono la sua attenzione? »
Chiese divertita e senza guardarla mentre si sedeva sul freddo pavimento che faceva contrasto con i vapori che provenivano dall'acqua. Era incredibile pensare di poter usufruire di un posto del genere mentre fuori sferzava la gelida aria invernale. Era la prima volta che la corvonero ci entrava e trovava fosse davvero un peccato abbandonarlo così.
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 24/2/2016, 17:59




Ogni tanto si chiedeva certe uscite come le pensava e, soprattutto, con che coraggio non solo le pensava, ma le diceva pure *Se ti prende per scema ne ha tutte le buone ragioni* si trattenne dall’alzare gli occhi al cielo e sbuffare a quel pensiero, se quella dannata vocina fosse stata un’entità tangibile l’avrebbe di certo presa a schiaffi, ma, sfortunatamente, non lo era e l’unica presente in quella stanza, oltre a lei, era la corvonero, doveva dunque evitare di palesare troppo i suoi conflitti interiori se non voleva sembrare anche completamente fuori di testa.
Mandò giù il rospo, convincendosi che, in fin dei conti, tutto quel teatrino serviva ad uno scopo ben preciso, qualche piccolo danno collaterale poteva essere sopportabile
*Sempre che il danno sia minore del beneficio* questa volta ignorò proprio il pensiero, lo aveva già fatto una volta, già una volta aveva scelto di agire senza pensare troppo, bastava chiudere la vocina in qualche angolo sperduto della mente e lasciarla lì fino a che tutto non fosse finito.
Non commentò la risposta della collega, lei per prima aveva tirato fuori la questione, ammettere che, forse, ogni tanto, un po’ di “ordinario” non le sarebbe dispiaciuto, sarebbe forse suonato un po’ come un controsenso, preferì dunque tenerselo per sé, come tutti i pensieri che l’avevano fatta giungere a quella conclusione, limitandosi a sorriderle soddisfatta.
Messi da parte i cattivi pensieri e chiusa la vocina bisbetica nello scantinato, si sentì leggermente più libera e meno in imbarazzo, cioè, certo, per quanto la situazione lo permettesse.
Ecco, la situazione, non che questa si fosse venuta a creare da sola, anzi, probabilmente, lei ne era stata la maggior artefice, involontariamente, certo, ma il risultato non cambiava, si era messa in quella situazione e stava continuando a farlo.
Nella naturalezza del suo gesto, quel suo avvicinarsi alla fanciulla per sussurrarle qualcosa che, apparentemente, doveva restare un segreto, non aveva minimamente pensato alle conseguenze.
Le aveva quasi sfiorato la guancia con la sua, poteva sentire il calore della sua pelle e i capelli di lei che le accarezzavano il viso
*Sicura di volermi tenere nello scantinato?* purtroppo aveva ragione, per quanto la odiasse, era l’unica in grado di farle mantenere un certo autocontrollo, l’unica in grado di evitare che si lasciasse troppo andare *Fallo o allontanati* un mezzo sospiro, prima di pronunciare quelle poche parole per poi allontanarsi e continuare il teatrino cercando di soffocare ciò che era appena stato.
La risposta della fanciulla non le facilitò il compito, anzi, avrebbe potuto far più danni che altro se non fosse stato per qualcosa che, quasi impercettibilmente riuscì a notare sul suo viso, d’un tratto sembrava esser più rilassata, come se, dopo tutto, quella situazione non la mettesse più particolarmente a disagio
*allora taci e assecondala*

-Devo ammette che anche sentirla darmi ragione è piacevole- rise leggermente, cercando di evitare ciò che realmente le avrebbe risposto -ma credo che, in questo caso, contraddirmi sarebbe stato impossibile-

Fu poi lei a cambiare argomento, prendendo la serpeverde alla sprovvista, fino a quel momento si era dovuta arrampicare sugli specchi nel tentativo di evitare che la situazione sprofondasse e, ora che la corvonero stava prendendo l’iniziativa, ne era rimasta, per un attimo, destabilizzata.

-E io che pensavo fosse un posto dove poter annegare impunemente gli altri studenti- *Buffona* -ma...forse...la sua ipotesi ha più senso- *Eddai, vuoi fare la persona seria per una volta?* -Vuole sapere la cosa comica?- questa volta aveva accantonato il gioco, rispondendo forse per la prima volta in modo sincero e senza secondi fini -A dir la verità non sono ancora riuscita a trovare il tempo per godermelo- le sorrise -Vista così, più che un regalo è una tortura, sapere che c’è ma non avere il tempo di sfruttarlo...forse chi l’ha ideato è stato un po’ sadico-

La fanciulla le passò accanto superandola, avvicinandosi alla vasca, seguì i suoi movimenti con lo sguardo, domandandosi quali fossero le sue intenzioni, fino a quel momento, entrambe, avevano dato l’impressione di voler lasciare la stanza nel minor tempo possibile, ora, invece, qualcosa sembrava essere cambiato.

-Io...ehm...veramente...- *Ripigliati* -...nulla che non possa aspettare domani-

Terminò la frase meno impacciata, con un tono più dolce, come a voler sottintendere che, qualsiasi cosa avesse da fare, poteva passare in secondo piano.
Lentamente si avvicinò al bordo, la collega si era già accomodata e lei fece lo stesso, osservando per un attimo la sua immagine riflessa
*Che diamine stai facendo?* accarezzò l’acqua, quasi nel tentativo di cancellare il riflesso, poi, dal nulla, come il più innocente scherzo di un bambino, accarezzò il viso della fanciulla, ancora assorta nei suoi pensieri, con la mano bagnata -Ora abbiamo la certezza che non è finta- e le sorrise con fare innocente.

 
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view post Posted on 25/3/2016, 18:27
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I pensieri della fanciulla vagavano già per altre strade, anzi forse era il caso di dire altre "acque", ma non per questo non recepì le parole della serpeverde.
« Oh si, avere ragione è altrettanto piacevole »
Affermò con un sorriso anche se era sovrappensiero. Qualcuno avrebbe potuto contraddirla reclamando una qualche sorta di proverbio che affermava che la ragione si da agli stolti, tuttavia non era quello al quale si riferiva la ragazza. Vi erano delle volte che le verità erano imprescindibili, e in quel caso il senso di appagamento dell'avere ragione era un nettare dolce e lenitivo come il miele.
*Sarebbe come dire l'acqua è bagnata, nessuno obietterebbe* Si era voltata verso la piscina osservando l'acqua e dando le spalle ad Arya. I mille pensieri che solitamente le intasavano la testa ora arrivavano quasi in sordina, offuscati dal vapore. *Non so se perché è per i prefetti ma è perfetto per me - Dare le spalle è maleducazione - Chissà quanto sarà profonda la piscina - È un vero peccato che non l'abbia mai provato prima - Arya non mi punterebbe la bacchetta alle spalle - ci vorrebbe un bel bagno rigenerante* Così con quel gomitolo aggrovigliato di pensieri nella testa parlava alla Von Eis. Si presupponeva che una parte del suo cervello stesse anche pensando a quello che stava dicendo oltre che al resto, fatto sta che non ricordava perfettamente le sue stesse parole. Si augurò di aver detto cose sensate e in modo chiaro. In tutto ciò lei si crogiolava comportandosi come il gatto della situazione con il suo gomitolo. *I gatti odiano l'acqua, non posso essere un gatto* Quasi si crucciò pensandoci, era di certo il suo elemento preferito e quello al quale si sentiva più affine. L'acqua era vita certo, ma aveva anche una potenza distruttiva non indifferente. Non la si poteva fermare, ne poterla bloccare tra le mani. Era libera e sempre diversa. Completamente opposta alla terra, seguendo il vento, più mite del fuoco ma miracolosamente in grado di fermarlo. Ovviamente c'erano anche dei lati negativi, per quanto fosse pura e limpida bastava poco per sporcarla.
Sorrise all'affermazione della coetanea.
*Credo sia sufficientemente profonda almeno per questo* Si voltò a guardare la serpeverde mentre le parlava. A quanto sembrava non era l'unica prefetta a non essere riuscita fino a quel momento a godere di quella piscina. *E no mia cara.. questa è una cosa triste, se c'è stato davvero qualcosa di comico in tutto ciò quella è lei* Sorrise di rimando a quel piccolo paradosso.
*Ma a quale animale assomiglierei?* La corvonero aveva preso a camminare ed ora era ormai vicinissima al bordo della piscina e guardandola lasciò che quella domanda ci affogasse, tornando presente alle sue parole.
« Considerato che neanche io ho mai avuto l'occasione di rilassarmi qui prima d'ora, comincio a dar credito alla sua ipotesi di crudeltà verso i prefetti »
Affermò con sguardo convinto mentre per un attimo tornava ad osservare il volto della ragazza. *Dovremmo proprio sfatare questa ingiustizia* Mentre si sedeva chiese alla collega se aveva piacere di restare. Ormai erano lì, cosa impediva loro di fermare quella tortura? *Sarà molto più semplice da ovviare rispetto agli intenti del CREPA, non dovremmo proprio permetterlo* Fortunatamente la ragazza doveva pensarla come lei, perché dopo qualche attimo d'indugio dato dall'inattesa svolta, acconsentì. Avrebbe rimandato i suoi impegni al giorno dopo, e Jen trovava che fosse una scelta buona e giusta.
Con calma andò verso di lei e imitandola si accomodò al bordo piscina. Entrambe osservavano la coltre fatta di tante microparticelle di H2O che in quel momento riflettevano le loro immagini. Arya passò una mano sulla superficie dell'acqua rovinando per un attimo il riflesso che prontamente si sarebbe ricomposto.
*Solo un bagno.. non ci perderei nulla, anzi..* Era ancora intenta a litigare con i suoi desideri quando la mano bagnata di Arya si posò sulla sua guancia. Quel contatto inaspettato la fece tornare con gli occhi verso la Von Eis, considerandolo quasi un ingenuo scherzo. La ragazza le sorrideva. Non se la sarebbe presa per così poco, anzi, nella sua testa c'era ancora qualche pensierino che le suggeriva di farsi il bagno. Eppure, c'era qualcosa di strano in tutto ciò. Nell'espressione della Von Eis. Nonostante il sorriso, non aveva l'aria di chi stesse scherzando. L'affermazione era sciocca, il gesto era sciocco, ma quella di lei non era l'espressione che si aspettava. *Da quando decido io che espressione debbano fare gli altri?* No, indubbiamente non poteva reputarla sbagliata, però non poté negare che la cosa la stranì. Dopo qualche istante d'imbarazzo ritrovò la parola.
« Aveva qualche dubbio o volevi semplicemente bagnarmi? »
Chiese ridendo, specchiandosi ancora per un attimo nei suoi occhi caldi. Le faceva uno strano effetto quello sguardo, non avrebbe saputo dirlo neanche lei il motivo, ma sentì un irrefrenabile bisogno di distoglierlo. Guardò la sua divisa. Erano certamente troppo vestite per godere anche solo per un po' dell'acqua temperata di quella piscina.
« Spero non le dispiaccia »
Affermò poi, senza troppe moine e spiegazioni. Senza indugiare alzò le maniche del maglione e della camicia, poi tolse anche le scarpe e le calze nere. Allentò il cravattino che portava i colori della sua casata e indugiò un secondo prima d'infilare i piedi nella piscina. A quanto sembrava non riusciva proprio a contrastare i suoi desideri. *Che sfacciata.. se lei non ci fosse stata sarei già immersa nell'acqua... il punto è che lei c'è... contegno... anche se, la piscina è qui per questo..* Quei pensieri la tennero lontana per un attimo dalla sua guancia ancora bagnata. Sembrava quasi del tutto assorta da quella lotta interiore mentre lasciava dondolare le gambe nell'acqua.
D'un tratto, e Jenifer non avrebbe saputo dire neanche quando ne aveva preso coscienza, fece un movimento imprevisto e con le gambe alzò dalla piscina una mole d'acqua, che in parte tornò da dovere era salita e il resto finì a mo di schizzi sulle due giovani. Immediatamente tornò a guardare Arya con una faccia scherzosa.
*Idiota le hai bagnato la divisa, non crederai davvero che la prenderà bene!* Si disse guardando come erano conciate. Gli schizzi erano arrivati un po' ovunque, certo che non pensava di restarne graziata.
« Oops »
Portò le due mani al volto nascondendo l'inevitabile sorriso. La provocazione era poi così innocente. Forse era voluta. *Ora minimo mi fa finire in piscina...*
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 4/4/2016, 02:13




Quando era salita sulla torre, quella sera, lo aveva fatto con tutte le migliori intenzioni, ricordava vagamente di averlo anche specificato, non voleva rubarle troppo tempo, ma ci teneva a vederla, anche solo per un attimo e ciò la spinse a chiederle quell’incontro invece che limitarsi a recapitarle il pacchetto con un gufo.
Non c’era un vero e proprio motivo, semplicemente, le andava così e non si era nemmeno posta troppe domande, probabilmente per evitare di doversi dare delle risposte.
Si era dunque poi ritrovata ad aspettare e, quando l’attesa finì, inesorabilmente, si era resa conto che, quell’assenza di motivazione, o presunta tale, stava rendendo la situazione abbastanza complessa, almeno fino a quel momento.
L’imbarazzo era evidente da entrambe le parti e, malgrado gli sforzi per evitarlo o eluderlo, non era sicura di esserci riuscita, ma poi qualcosa cambiò e l’inevitabile scomparve, se in un primo momento il congedarsi sembrava l’unica via percorribile, ora, restare era diventato decisamente più allettante e meno scomodo, avrebbe detto “piacevole”.
Sorrise nel sentirsi dare nuovamente ragione, non che le interessasse più di tanto, ma non poteva negare che, così, si sentiva sicuramente più a suo agio che a dover difendere una qualche affermazione detta giusto per levarsi dall’imbarazzo, senza contare che, almeno apparentemente, la corvonero, non sembrava volerle rinfacciare il suo essere completamente idiota.
Forse l’allontanamento, forse il vedere la fanciulla più rilassata, forse il suo aver preso l’iniziativa per toglierle da quel pasticcio, in ogni caso, si sentì più leggera anche lei, sentì chiaramente i suoi muscoli rilassarsi e la sua mente meno oppressa dai vari pensieri che facevano a cazzotti.
Accettando volentieri l’invito di lei a restare, seguì i suoi movimenti, accomodandosi sul bordo della vasca accanto alla compagna, ma senza distoglierla dai suoi pensieri, sembrava particolarmente assorta e le sembrò poco carino disturbarla.
Per qualche istante osservò le loro immagini riflesse sull’acqua pensando a quanto, a volte, le apparenze potessero ingannare, ma specchiandosi nei suoi stessi occhi temette di poter vedere qualcosa che preferiva evitare, così, scioccamente, smosse l’acqua, in modo da evitare quello sguardo.
Ciò che fece dopo le venne così spontaneo e naturale che quasi si stupì di se stessa, ormai, dopo tutto ciò che era successo, credeva di aver perso il suo lato più infantile, l’aspetto più bello dell’essere bambini, ma, in quella circostanza, dovette piacevolmente ricredersi.
Il sorriso innocente mutò in uno più divertito mentre le rispondeva
-Mi sa la seconda anche se...ecco...- rise -...non mi stupirei di trovare acqua asciutta ad Hogwarts- *Che ho detto?* improvvisamente la fanciulla distolse lo sguardo, come se, per qualche motivo, quel contatto visivo la mettesse a disagio *Tu lo fai sempre...sì, ma io ho le mie buone ragioni...e lei avrà le sue no?*
Ma nuovamente i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di lei *Non mi dispiaccia cos...* osservò i suoi movimenti perplessa e decisamente spiazzata, il tutto contornato da una non indifferente buona dose d’imbarazzo *Non...cioè...no...voglio dire...okey che...ma...insomma...* incapace di formulare anche solo mezzo pensiero di senso compiuto, evitò di dire qualsiasi cosa *Qualsiasi cosa tu stia pensando...pensa ad altro...* in effetti, il consiglio della vocina fastidiosa poteva anche essere un ottimo suggerimento, ma, al momento, sembrava di impossibile realizzazione.
Distolse lo sguardo dalla figura della corvonero, sperando che, a dispetto di ciò che stava facendo, non fosse seriamente intenzionata a entrare nell’acqua
*Beh, oddio, potrebbe anche...* scosse il capo, cercando di scacciare via quel pensiero *McLoen mi farai impazzire* e involontariamente sorrise.
A distrarla, o a riportarla alla realtà, dipende dai punti di vista, furono gli schizzi d’acqua, quasi più simili a un’onda anomala, che la travolsero, si asciugò il viso, osservando poi ciò che restava della sua ordinatissima divisa prima di rivolgere nuovamente lo sguardo verso la fanciulla che le sedeva accanto.
Probabilmente in circostanze diverse, ad un affronto simile, avrebbe reagito bruscamente, ma, incrociando gli occhi di lei e la sua espressione divertita, non riuscì a non farsi contagiare, forse proprio per quel barlume di fanciullezza e spensieratezza dietro a quel gioco.
Mandò al diavolo tutti i buoni propositi e tutte, o quasi, le formalità decidendo che, per una volta, poteva concedersi anche lei un piccolo svago
*E con quella faccenda come la mettiamo? Non la mettiamo...amen...*
Senza dirle nulla si alzò in piedi, sfilando prima le scarpe e, successivamente il manglioncino, decisamente troppo scomodi nella malaugurata ipotesi di un tuffo in piscina, poi si rivolse alla compagna, fingendo di litigare con i bottoni della manica della camicia -Non è che mi darebbe una mano?- in realtà ce l’avrebbe fatta benissimo, ma le serviva una scusa per farla alzare, a spingerla in acqua da quella posizione rischiava che si facesse male, le rivolse nuovamente uno sguardo innocente, sperando che accogliesse la sua richiesta *Spero tu sappia cosa stai facendo*
Se gentilmente avesse deciso di aiutarla, non appena fosse stata sufficientemente concentrata sul bottone, avrebbe avvicinato le labbra al suo orecchio, sussurrandole poche parole -Spero non le dispiaccia- e, appoggiandole le mani sui fianchi, l’avrebbe spinta in acqua.

 
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view post Posted on 30/5/2016, 11:40
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I momenti migliori nascevano così, dal nulla. Arrivavano imprevedibili:
Un attimo prima erano in piedi e, impacciate, si erano scambiate poche frasi in procinto di andarsene, mentre adesso erano lì sedute a bordo di quell'enorme vasca che ora sfumava il loro riflesso sotto il tocco della Von Eis.
L'aveva accarezzata- ma sembrò che il suo riflesso non era bastato, così le aveva posato la mano sulla sua di guancia, e ora Jenifer era con lo sguardo fisso sul suo maglioncino. Non aveva pensieri da pensare, o almeno, non ne aveva di utili e consoni per la situazione. Non aveva realizzato nulla nonostante d'inconscio sapessi che si era persa qualcosa.
*Pazienza* L'avrebbe lasciato naufragare in quelle acque tranquille. Chissà quanto tempo avevano impiegato per riempire quella piscina nonostante l'enorme quantità di rubinetti che si affacciavano su essa. -Acqua asciutta ad Hogwarts, riprese mentalmente le parole della collega che l'avevano fatta sorridere.
« Spero davvero non esista »
Aveva risposto con un espressione grottesca: rideva, divertita per l'incongruenza e aveva la fronte crucciata, quasi dispiaciuta al pensiero dell'esistenza di acqua asciutta.
Fu in quel frangente che sentì la necessità del contatto con l'acqua. Così quel preavviso fugace mentre già toglieva via le scarpe ed il resto per infilare finalmente i piedi nudi in piscina. Durante l'intera operazione non aveva degnato Arya di uno sguardo, altrimenti si sarebbe certamente accorta del suo imbarazzo e questo consequenzialmente le avrebbe fatto venire qualche dubbio sulle sue azioni. Tuttavia non un sentore di rimorso o forse di pudore la fermò.
Se quel che accadde dopo fu premedito, la forza inconscia della McLoen aveva lavorato duramente sulla distrazione del suo cervello per celarne le prove, forse un Veritaserum avrebbe potuto spiegarlo, o forse no.
Sembrava tutto così tranquillo, persino quell'attimo di silenzio non era pesante con le gambe ciondoloni nell'acqua, eppure fu un soltanto un attimo. Inaspettatamente, giocosamente, sollevò più del dovuto una delle gambe e la lasciò ricadere nell'acqua con un sonoro Spalsh. Un gesto infantile sicuramente, ma questo sollevò ugualmente una grande quantità d'acqua che finì per bagnarle. Quasi come si fosse svegliata in quel momento, grazie all'acqua che le era finita in faccia, Jenifer si voltò prontamente verso la compagna per vederne la reazione, improvvisamente consapevole di quello che aveva fatto.
La vide asciugarsi il viso e notando quanto si fosse bagnata quasi ne restò stupita, sull'orlo delle risate avrebbe voluto scusarsi ma proprio non le venivano le parole per la sorpresa. Si liberò del maglione fradicio in attesa dell'esordio quando incrociò i suoi occhi, quasi curiosa della sua reazione. Eppure dovette attendere ancora, perché la ragazza procrastinò alzandosi. Il sorriso ingenuo sul suo viso si affievolì credendo che la ragazza stesse andando via indispettita. Quella reazione le andò contro come fosse andata a sbattere contro un muro. Arya aveva voluto incontrarla per farle un regalo inaspettato e lei la ricambiava con uno stupido scherzo e bagnandola dalla testa ai piedi. Era quasi mortificata da quel gesto.
« Io non.. »
Ma subito notò che la ragazza si stava liberando dai vestiti bagnati e in quel momento stava manovrando con i bottoni della manica della camicia. Doveva essere nervosa e frettolosa per non riuscirci ma la ragazza le chiese aiuto e Jenifer si alzò prontamente.
Il pavimento era scivoloso sotto i suoi piedi bagnati, ma in realtà le bastava alzarsi. Si era avvicinata a lei per sistemare il bottone.
« Mi scusi, non volevo bagnarla »
Disse poi con tutta la serietà che riusciva, e in parte era anche vero ma non riuscì neanche a terminare la frase che la ragazza allontanò il braccio dalle sue mani dove stava sbottonando il polsino e le prese i fianchi. No, il sentore del bagno imminente non era poi sparito, solo affievolito dai movimenti dalla Von Eis. Adesso che le sussurrava le sue stesse parole anzi sapeva fosse più sicuro che mai. Avrebbe riso con quella certezza ma era troppo tardi che con un'esclamazione di sorpresa cadde in acqua.
L'acqua tiepida l'accolse piacevole. Per via delle risate mancate cadendo si ritrovò anche a bere quell'acqua profumata e disgustosa ma non riusciva a smettere. Si scosse muovendosi a disagio con la camicia appiccicata alla pelle e la gonna ingombrante.
*La bacchetta! Dovevo lasciarla prima* quella fu la sua unica preoccupazione, perciò si avvicinò impacciata al bordo della vasca e estraendola la buttò all'asciutto. Adesso era inerme, indifesa e fradicia, una persona con un po' di senno se ne sarebbe preoccupata, mentre lei era estremamente tranquilla e divertita in quella situazione. Si issò con un braccio sul bordo della vasca e con un sorriso tese la mano verso la Von Eis per chiederle aiuto a tirarsi su. Certo, la ragazza non era stupida e doveva ben sapere che afferrando la mano correva il rischio di finire anch'ella in acqua, ma tentare non costava nulla. Alla fine Jenifer quella situazione l'aveva fiutata, ma forse non stava aspettando altro che quello...
 
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Arya Von Eis
view post Posted on 27/11/2016, 03:40




Di fronte a quel più o meno innocente gioco, il resto era passato in secondo piano, le preoccupazioni, l’imbarazzo, le domande, tutto lasciato lì sul pavimento insieme al maglioncino bagnato.
Era strano, cioè, forse non in quel momento, dove tutto sembrava susseguirsi con un’inverosimile naturalezza, ma prendendo le distanze, forse, si sarebbe accorta di quanto fosse...anomalo, di nuovo e, se la prima volta poteva dar la colpa all’ansia e alla confusione del non saper cosa fare, ora, di certo, doveva ricercare le motivazioni in altro.
Fortunatamente lei nella situazione c’era e non si pose minimamente quel problema, lasciando semplicemente che gli eventi facessero il loro corso.
Il dover passare per quella che non riusciva nemmeno a slacciare due stupidi bottoni della camicia un po’ la seccava, ma così, su due piedi, non aveva trovato di meglio, fortunatamente, anche in quell’occasione, la Corvonero evitò di farle pesare più di tanto la cosa
*Grazie* lo pensò solamente, ma gliene era davvero grata, non esitò nemmeno per un istante ad andare in suo soccorso e ciò rese tutto così facile che, per un momento, quasi si sentì in colpa per ciò che stava per fare, soprattutto quando, la fanciulla, abbozzò delle scuse.
Le sorrise dolcemente prima di avvicinarsi per pronunciare quelle poche parole che, quasi senza ombra di dubbio, avrebbero già dovuto farle presagire le sue intenzioni, dopo tutto, voleva comunque lasciarle la possibilità di opporsi.

*Resta concentrata...ti prego resta concentrata* posandole le mani sui fianchi, per un attimo, esitò sul da farsi, ma, alla fine, tenne fede al suo proposito iniziale, accompagnandola delicatamente verso il bordo della vasca per poi spingercela dentro.
Sarebbe di certo scoppiata a ridere, ma cercò di darsi un contegno, a tradirla, forse, un lieve sorriso divertito, che cercò comunque di camuffare il prima possibile, sostituendolo con una finta espressione soddisfatta, quasi altezzosa, come se, finalmente, il torto subito fosse stato adeguatamente vendicato.
Ovviamente, l’idea era quella, ma la scena era fin troppo buffa per restare impassibili, la Corvonero si muoveva impacciata nell’acqua, tentando di raggiungere il bordo, impresa che risultava ostacolata dai vestiti e che rendevano il tutto ancora più comico
*Però...shhh...zitta...resta concentrata* sopprimendo quel pensiero e cercando di apparire il più seria possibile, finì ciò che aveva cominciato, slacciando finalmente i bottoni delle maniche e sollevandole ordinatamente.
Conquistato finalmente un appiglio, la vide posare la bacchetta, in effetti a quello non aveva pensato e, impassibile, si avvicinò chinandosi leggermente, sorrise sfiorando appena l’arma della collega, cercando poi il suo sguardo, cercò di darle l’impressione di avere le peggiori intenzioni, ma, specchiandosi nei suoi occhi, le fu impossibile
-Grazie-
Si stupì lei per prima per ciò che aveva appena detto e non era nemmeno sicura che la ragazza avrebbe capito a cosa si riferiva, magari era solo un’incosciente, anche se ne dubitava, ma, in ogni caso, non credeva avrebbe lasciato la sua bacchetta alla mercé di chiunque, quindi, insomma, un minimo di fiducia gliela stava dando.
Quando la fanciulla le tese la mano in quella che doveva essere una richiesta d’aiuto, non fu difficile intuire che, molto probabilmente, il favore le sarebbe presto stato restituito, doveva solo scegliere se assecondarla o rompere l’atmosfera che si era creata.
Goffamente le fece cenno di attendere un istante, prese la sua bacchetta e la sistemò accanto a quella della Corvonero
-Ora ci sono- e pronunciando quelle parole strinse delicatamente la mano di lei.
Aveva già in mente qualcosa di idiota da dire o se non proprio di idiota, era sicura di aver pensato a qualcosa, ma sembrava svanito nell’esatto istante in cui l’aveva sfiorata, fortunatamente solo pochi attimi la separavano dall’imminente incontro con l’acqua e la compagna, probabilmente, non avrebbe avuto il tempo di accorgersi di nulla.
Preparata a quel triste
*Ma perfavore...ammettilo che ci speravi* destino, si lasciò tirare giù nella vasca e, ecco, doveva ammetterlo, fu meno traumatico di quanto si aspettasse, quasi piacevole, volontariamente si lasciò sprofondare completamente, impiegando forse qualche istante di troppo a riemergere.
-Una cosa buona l’ha fatta chi ha pensato a questo luogo...- nel mentre si asciugò gli occhi con le mani -...chi ha voglia ora di tornare fuori al freddo e al gelo?-

 
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view post Posted on 9/7/2017, 18:11
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La situazione iniziale, il semplice incontro per la consegna del regalo, si era evoluta sfociando in un complesso d'insensatezza al quale la corvonero si era completamente abbandonata. Solo con il senno di poi, sempre che fosse riuscita a distaccarsi da quella sensazione del momento, si sarebbe accorta di quanta fiducia, di quanta assurda spontaneità c'era stata nei suoi gesti da quando si era avvicinata alla vasca. Non era una cosa che le veniva naturale, né tanto meno facile. Aveva vissuto poco il momento della spensieratezza già da quando era solo una bambina, perdendolo completamente con i vari lutti e i diversi eventi. Nel suo inconscio solo lei poteva sapere quanto strano fosse trovare quella leggerezza in quel momento. Forse, se in futuro avrebbe ripensato a quel momento avrebbe incolpato i fumi di vapore profumato che salivano dalla vasca e probabilmente sarebbe riuscita a convincersene, salvaguardando così i dubbi che sarebbero potuti emergere, tenendoli a bada ancora per un po'.
Il tutto alla fine l'aveva condotta lì: la prefetta che riemergeva dall'acqua come un anatroccolo bagnato. Voleva provare l'acqua invitante della vasca? Non si sarebbe neanche impegnata in un giro di scuse più o meno probabili, che comunque sarebbe stata in grado di rifilare con tale maestria in modo da impedire una qualsivoglia replica; la risposta era si. Aveva minimamente preso in considerazione le conseguenze? Ovviamente, mentre sputacchiava l'acqua insaponata e disgustosa avrebbe concluso che, oggettivamente no, da corvonero svampita qual era non lo aveva fatto. Non fu tanto l'impatto in sé a provocarle disagio, ma l'impiccio della divisa completamente fradicia e grondante di acqua schiumosa che ora le si appiccicava alla pelle rendendo i suoi movimenti più impacciati di quanto sarebbero stati. Mentre stupidamente si preoccupava della sua bacchetta a stento notò tutte le sfaccettature delle espressioni sul volto della serpeverde. Tuttavia le bastarono i pochi sguardi per comprendere che la ragazza era estremamente e indubbiamente divertita dalla situazione, o meglio, da lei. Ispirava grasse risate ma la prefetta verde-argento doveva aver avuto un minimo di perspicacia da tenere sotto controllo l'istinto di riderle in faccia.
Raggiunto il bordo posò l'asticella di zelkova sicula all'asciutto, non era il primo bagno che si faceva ma troppi "battesimi della bacchetta" diventavano superflui. La serpeverde sembrava finalmente soddisfatta, vendetta era stata fatta e le maniche della sua camicia erano finalmente state tirate su in modo ordinato. Aveva seguito con attenzione, ma soprattutto gusto, tutta la scena e i suoi movimenti e adesso si chinava pericolosamente a sfiorare la sua bacchetta. Per una frazione di secondo mentre incrociava i suoi occhi un brivido freddo la percorse. Pensare alle conseguenze in genere era una cosa che le veniva spontanea ma quella notte continuava a non farlo. Quale paura irrazionale dell'acqua aveva spinto la ragazza a sputar fuori la sua fidatissima alleata lasciandola alla mercé di una discutibile verde-argento, ma pur sempre verde-argento? Se il corvonero che era in lei in quel momento fosse stato in grado di dissociarsi le avrebbe tirato un grosso schiaffo, ma non potendolo fare fisicamente le arrivò comunque come affronto mentale. In quella frazione di secondo il sorriso quasi le morì sul volto, le guance si arrossarono e subito la ragazza si tirò su dal bordo con un braccio, uscendo a mezzo busto fuori dall'acqua tiepida, pronta a scattare verso la bacchetta per quanto quella posizione glielo consentisse. Quel Grazie rifilato le fece temere il peggio, tuttavia la sua bacchetta non venne toccata. Quella foga e la paura che per un attimo aveva spinto il cuore ad accelerare come mai svanì, lasciandole solo la parola pronunciata dalla ragazza e alla quale non aveva ancora dato il giusto senso. Quanta soddisfazione di Arya si riflesse negli occhi azzurri della ragazza mentre allungava la mano verso la serpeverde.
« Infame » Le rispose con leggerezza in un sussurro. Non voleva la prendesse seriamente ma per un attimo aveva davvero temuto il peggio. Situazioni come quelle le venivano di pancia, ma effettivamente quanto era saggio affidarsi alle sensazioni dell'istinto sulle persone? Se si fosse sbagliata adesso sarebbe già potuta essere in un mare di guai. Senza darlo troppo a vedere tirò un profondo respiro per cancellare il grosso pericolo che aveva corso e continuava a correre per la sua negligenza. Si armò piuttosto di un sorriso innocente che mai le avrebbe detto quello che sarebbe stato, anzi era pronto a giurare che tutto quello che stava chiedendo era un appiglio, un aiuto per tirarsi fuori dalla vasca, come se fossero ormai pari ed era pronta a tornare tranquilla per la sua strada. Nel suo sguardo forse avrebbe letto qualcos'altro, ma Jen non aveva dubbi che la collega avrebbe intuito lontano un miglio le sue intenzioni. Infatti quando le fece cenno di attendere, posando la sua bacchetta insieme all'altra a bordo piscina, il suo sorriso perfettino si ampliò in uno più sincero e divertito. Non appena la ragazza strinse la presa la corvonero si staccò dal bordo dandosi una spinta verso il centro vasca e tirandola giù. La ragazza cadde in acqua senza troppo sforzo, d'altra parte aveva deciso già di seguirla. Non appena Arya finì in acqua la ragazza lasciò la presa, dandole la possibilità di muoversi liberamente. Attese qualche attimo, forse fin troppo lungo perché riemergesse.
Era inutile, anche avendole riservato il suo stesso destino di anatroccolo vestito e bagnato, il suo tuffo era stato assai più carino e meno traumatico del suo. Riemerse asciugandosi gli occhi e parlando amabilmente, una mera figura la sua in confronto. Anche se non aveva torto, le era bastato issarsi qualche secondo con un braccio per sentire lo sbalzo di temperatura tra l'acqua tiepida e la notte invernale. Senza darsi troppo da pensare si avvicinò alla ragazza con fare tranquillo. Annuendo, anche se insoddisfatta, alle sue parole, celandole dietro l'espressione rilassata. Quando fu a una ventina di centimetri da lei le posò delicatamente le mani sulle spalle. La guardò negli occhi e, indugiando un attimo ancora, la spinse giù. Quanto bastava per vedere la testa immergersi completamente e sperando che questa volta l'impatto fosse almeno un po' più inaspettato.
Era incredibile l'effetto che la fanciulla sortiva su di lei, ci stava giocando come fosse ancora una bambina.
 
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