Peaceful exchange, Missione C.R.E.P.A.

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view post Posted on 3/2/2016, 13:04
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primoincontro



Sala Comune Grifondoro, 10 am
Oliver aveva riletto per la terza volta la lettera ricevuta quella mattina, certo di essersi perso qualche passaggio. Fortunatamente, non era così, perché le parole scritte in una bella e ondulata calligrafia sancivano la conferma al suo stesso invito: a quanto pareva, Madama Piediburro era libera per un incontro nel suo locale trapuntato di fiocchi e nastrini colorati. L'appuntamento era previsto per quel pomeriggio, di preciso per le sei e mezza sarebbero dovuti stare lì: fu quel plurale ad attivare un ricordo tra i meandri del cervello del ragazzo, il quale si affrettò ad alzarsi dal divanetto rosso e comodo della sua Sala Comune per recarsi in dormitorio. Era tutto pronto, a partire dalla borsa a tracolla fino al suo contenuto, rappresentato da fogli su fogli, pergamene piene di dettagli e proposte e una buona dose di oggettini magici che non avrebbero fatto male. Raggiungere il villaggio di Hogsmeade non sarebbe stato difficile, comunque, perché da Hogwarts la meta di loro interesse era davvero breve. Prima di ripercorrere mentalmente tutto il programma da attuare fra poche ore, tuttavia, Oliver aprì il cassetto di legno del suo comodino e vi pescò dal fondo, sotto dei calzini rossi come il fuoco, una spilla altrettanto fiammante, che sembrava innocua e senza alcun potere autentico. La rigirò tra le mani, prima di stringerla tra le dita con una leggera pressione, pensando a pochi dettagli che sfrecciarono velocemente nel vortice dei suoi pensieri. Un istante dopo, quando la mano si spalancò per rivelare la sua perla, la spilla con una figura stilizzata di un Elfo Domestico particolarmente carino cambiò con un'impercettibile tremolio, lasciando comparire sulla parte scura destra poche scritte: 6 pm, Ingresso.
Era giunto il momento di procedere attivamente con l'associazione del C.R.E.P.A. La Festa di Natale era stata un successo, Oliver non lo avrebbe negato, ma i fondi raccolti non erano a sufficienza per poter già concretamente pensare alla realizzazione di diversi progetti per i loro amici Elfi Domestici. Inoltre, il ragazzo si ritrovò a pensare una cosa mente indossava un maglione di lana blu come il cielo di notte: aveva fatto una promessa ad Estia e lui manteneva sempre la parola data. Sempre.



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Sala d'Ingresso, ore 5.50 pm
Oliver Brior odiava il ritardo, lo odiava più di ogni altra cosa. Le sei del pomeriggio non erano ancora state scandite, eppure lui aveva avuto l'intenzione di recarsi all'appuntamento in anticipo, come da copione. Tuttavia, aver dovuto districare la sua Puffola Pigmea dal lampadario della Sala Comune gli aveva fatto perdere diversi minuti. Perché quella palla di pelo non lo lasciava in pace? Credeva che acquistare un animaletto da compagnia, quel lontano giorno dai TiriVispi Weasley, potesse essere stata un'ottima idea, d'altronde Lady, la sua civetta delle nevi, non poteva popolare il dormitorio ogni istante della giornata e lui, che era un amante delle creature in generale, non si era dato per vinto. Le Puffole Pigmee non sarebbero dovute essere chissà quanto pericolose o fastidiose, ma Mos faceva di tutto per dimostrare il contrario: saltellare dal bracciolo del divano fino al lampadario, senza sapere poi come scendere da quell'altezza, confermava il tutto. Un Incanto di Librazione, tantissimi versi striduli e qualche risata da parte di alcuni concasati, poi finalmente la Pluffa rossiccia era tornata nella tasca del giubbotto di pelle nera di Oliver. E adesso, tanto per cambiare, era con lui, nella speranza che non venisse cacciata via. I suoi occhioni espressivi sembravano comunicare una semplice domanda: "cosa faccio da sola in Sala Comune?", questione alla quale il Grifone avrebbe tanto voluto rispondere con "dormi, come sempre!"; tessere una conversazione con una Puffola Pigmea poteva sancire un accenno di pazzia, quindi Oliver si premurò di evitare qualsiasi cosa del genere. Mentre scendeva come una furia le scale che portavano dalla Torre Grifondoro al pianoterra del castello, purtroppo la figura di Pix era apparsa prima del previsto e lui era stato costretto a fermarsi. Non avrebbe potuto perdere tempo, ma non avrebbe neanche potuto essere immerso in un secchio di acqua gelata come accaduto in passato. Un colpo di bacchetta e il poltergeist si era schiantato contro il muro. Pazienza. Prendendo una strada laterale, conosciuta grazie a diverse peripezie e fughe del passato, Oliver si era volatilizzato finalmente accanto l'ultima rampa di scale che conducevano alla Sala d'Ingresso. Scese anche quelle e si fermò, ansimando leggermente per riprendere fiato, esattamente di fronte l'aperto portone d'ingresso. Sistemò la borsa a tracolla, permettendo a Mos di accoccolarsi sulla sua spalla come un falco reale. Poi, estrasse la spilla dell'associazione e la strinse al cuore. A momenti sarebbero arrivati i pochi iscritti, nella speranza che divenissero esempio per tanti altri in futuro. Ma Oliver aveva anche una sorpresa per tutti loro, avendo invitato una sua amica a prendere parte a quella strana "missione" di cui non aveva detto nulla. Chissà quando sarebbe arrivata, era stato chiaro nel specificare l'orario. Quello era un altro piccolo passo per qualcosa di grande, almeno così si augurava. Finalmente si iniziava.

"Missione" riservata agli attuali membri del C.R.E.P.A.

 
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.Catsy.
view post Posted on 4/2/2016, 21:15




Narrato - Parlato - *Pensato* - Parlato altrui



T2vTpJu

Per gli studenti di Hogwarts quella era una giornata come tante altre. Una giornata da dedicare alle lezioni, allo studio, alle chiacchiere in sala comune in compagnia dei propri concasati, magari a un allenamento intensivo di Quidditch. Tuttavia la piccola Charlotte costituiva un'eccezione, per lei sarebbe stato un giorno diverso e speciale. Il suo caposcuola, Oliver, le aveva dato appuntamento alle 18 in punto al portone d'ingresso e poi si sarebbero diretti da Madama Piediburro per la sua presentazione come garzona. Ansia, la parola che rendeva al meglio lo stato d'animo dell'undicenne. Non sapeva cosa aspettarsi dal quel futuro lavoro e questo la terrorizzava. Credeva di essere svantaggiata essendo nata in una famiglia babbana, e sapeva per certo di esserlo vista la sua goffaggine innata. Sapete come si dice no? Ognuno ha un talento, e il suo era quello di inciampare su qualsiasi tipo di superficie. Non riusciva a dire se fosse troppo giovane o sprovveduta per iniziare a lavorare ma sinceramente non le importava: da buona Grifondoro quale era, voleva mettersi alla prova e sfidare sé stessa, per giunta qualche galeone in più le avrebbe fatto solo che piacere. Arrivate le cinque e mezza decise di iniziare a prepararsi, pur non avendo fatto granché quel pomeriggio, riusciva comunque ad essere in ritardo. Era più forte di lei: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Decise di optare per un paio di pantaloni neri a sigaretta, un maglione pesante color senape -per contrastare l'aria gelida di quei giorni invernali- e degli stivaletti neri in pelle. Poi infilò il mantello invernale e legò i capelli rossi in una treccia disordinata. I vestiti babbani, insieme al suo blocchetto da disegno erano le uniche cose a tenerla ancorata a una realtà che ormai le sembrava lontanissima: quella in cui aveva vissuto i suoi primi undici anni di vita, in una villetta a schiera in mattoni a Liverpool. Una realtà meno affascinante di quella magica, ma che, a volte, le mancava.
*Uno, due, tre, quattro, cinque, sei...*
"Se questo è il tuo modo per far capire che sai contare puoi anche smettere"

Bene, lei sarebbe la voce della coscienza di Lottie. La studentessa iscritta alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, membro della casa di Grifondoro, continuava a scendere le scale, contandole, incuriosita forse da quanti gradini ci fossero nell'intero edificio. Impresa ardua senza ombra di dubbio, soprattutto se ci mettete il fatto che le scale amavano cambiare e lo facevano spesso e volentieri, per non parlare dei gradini che scomparivano e bisognava ricordarsi di saltarli. *Questi scalini fanno parte del numero di scalini del castello, vanno contati?*
Era una domanda importante, da non trascurare. Fortuna che gli scalini scomparsi non erano poi tanti, poteva sempre aggiungere il numero al totale alla fine.
*Okay basta, mi manca il fiato e credo di aver perso il conto*
"Alleluia l'hai capito, mi ha fatto venire un mal di testa"
*Scusa mente delicata*

Vi assicuro che la rosso-oro non era fuori di testa, non aveva nemmeno una rotella fuori posto, ma a volte trovava più utile parlare con sé stessa che con altri, nonostante non fosse per nulla una bambina asociale.
Arrivata a destinazione, il massiccio portone d'ingresso, trovò ad aspettarla, il ragazzo dai capelli neri e mossi che le ricordava tanto suo fratello Malcom. Questo le aveva accennato di un'associazione chiamata C.R.E.P.A e di una qualche proposta, ma Lottie non ci aveva capito granché, quindi decise di chiedere ulteriori informazioni poi.
<<bonsoir capo>> la bambina sorrise al giovane grifondoro <<sono in ritardo?>> In teoria non avrebbe dovuto esserlo dato che non era incappata in Pix o in qualche altro imprevisto.



Edited by .Catsy. - 5/2/2016, 09:20
 
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view post Posted on 7/2/2016, 19:12
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Aula di Pozioni, ore 10:00
Pozioni era una materia che affascinava molto Helen, ma quella mattina lei era molto distratta. Più di una volta la sua compagna di banco era dovuta intervenire affinché non causasse l’esplosione dell’aula. Questa sua distrazione era una cosa strana per la Tassorosso, che di solito era sempre super attenta quando c’era rischio di far del male a sé o agli altri. Ma non quel giorno, anzi non quella settimana. Erano diverse notti che Helen non riusciva a dormire, faceva sempre il solito sogno, il solito incubo, che però non riusciva a decifrare. Di solito questo le capitava quando sognava la notte della morte della madre, ma questa volta il suo sogno riguardava qualcosa di completamente diverso, ma che le lasciava sempre un senso di inquietudine, impedendole di riprendere sonno quando si risvegliava in piena notte.
Non facendo attenzione alla lezione, gli occhi della ragazza vagavano per tutta l’aula e solo per pura casualità che il suo sguardo si posò sulla spilla del C.R.E.P.A. appuntata alla sua inseparabile borsa, che ora giaceva sul suo banco. Helen notò che qualcosa era cambiato e osservandola più da vicino poté notare che vi era comparso sopra un orario e un luogo.
*Nuova riunione del C.R.E.P.A stasera! Chissà cosa avrà in mente Oliver questa volta!* Helen sperava che dedicarsi all’associazione – oltre che a rivedere il suo Oliver – l’avrebbe aiutata a distrarsi e a non pensare più a quell’incubo. *Due ippogrifi con un furetto*

Dormitorio Tassorosso, ore 17:30
Mezz’ora di tempo, aveva solo mezz’ora di tempo per prepararsi. Aveva saltato le lezioni pomeridiane, era troppo stanca e non voleva combinare guai, era già stata fortunata la mattina a non fare esplodere la scuola durante la lezione di Pozioni . Era andata diretta nella sua stanza per riposare un po’, cosa che non avvenne per niente dato che quel sogno era tornata a tormentarla. Si era svegliata tardi, più stanca di prima, e ora aveva poco tempo per prepararsi. Si tolse rapidamente la divisa e indossò dei semplici jeans e una camicia. Aveva già preparato la borsa prima di mettersi a dormire, inserendovi la bacchetta, un quaderno per gli appunti, una matita, il piccolo calderone che Oliver le aveva regalato per Natale – non si sa mai – e tutto quello che di solito portava con sé.
Prese la giacca e si apprestò ad uscire dalla stanza quando una piccola palla nera le si mise davanti.

Sebastian non puoi venire con me! Il piccolo gatto era preoccupato per la sua padroncina, non gli era sfuggito lo stato in cui si trovava la ragazza.Non preoccuparti non sarò da sola. Ci saranno altre ragazze e Oliver.Al sentire il nome del ragazzo, il piccolo gatto emise un miagolio di disappunto; a lui non piaceva il Grifondoro dato che l’ultima volta che l’aveva visto aveva fatto sparire la sua padroncina.
Lascia stare quello zombie micetto e vieni qui. – A parlare in quel modo scortese fu lo zuccastrello posizionato sul comodino della ragazza. Al micio non piacque il commento e con un salto gli balzò sulla testa zittendolo.
Non preoccuparti tornerò presto.disse rivolta a Sebastian, il quale dovette accettare la decisione della padroncina. Poi uscì fuori dalla stanza e dal dormitorio e si diresse al luogo dell’appuntamento.

Ingresso, ore 18:00
Helen raggiunse l’ingresso in perfetto orario. Quando fu lì vide Oliver parlare con un’altra ragazza che non aveva mai visto. La Tassorosso pensò che fosse lì per chiedere consiglio al Caposcuola riguardo a qualcosa e decise di non intromettersi. Si mise in disparte aspettando che la ragazza si allontanasse, intanto cercava di riprendersi e di cacciar via la stanchezza e il senso di inquietudine che le aveva lasciato il non tanto tranquillo sonno, ma fu del tutto invano. Sperava che Oliver non facesse domande in questione.
Puntò di nuovo l’attenzione verso il ragazzo e notò che era ancora in compagnia; Helen decise di avvinarsi comunque, almeno per farsi notare da lui e fargli sapere che era arrivata. Non voleva sembrare scortese agli occhi della ragazza, ma Helen non voleva restare ferma lì a far niente.
Si avvicinò ai due, mantenendo la giusta distanza affinché la sua voce raggiungesse Oliver, ma abbastanza lontana da garantire la privacy alla ragazza e a qualunque fosse la questione di cui discuteva col Caposcuola.

Ciao Oliver!Si limitò a poche parole e a sorridere a due, o almeno ci aveva provato, in quel momento le risultava difficile anche quelloIo ti aspetto vicino al portone!e fece per allontanarsi di qualche passo.
Sarebbe stata più socievole normalmente, ma in quel momento non aveva voglia di parlare con chi non conosceva.

Parlato - *Pensieri* - Azioni


 
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view post Posted on 9/2/2016, 21:43
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Peaceful exchange
- In un super ritardo -


Ore 14.00
Dormitorio sala comune Corvonero.

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Quella mattina, mentre era a lezione e guardava pigramente la spilla del C.R.E.P.A. rigirandosela fra le mani, notò che qualcosa era comparso, lentamente: l’ora e il luogo dell’incontro. Non intendeva ritardare quindi aveva deciso che avrebbe studiato un po’ e poi, dopo una bella doccia, sarebbe andata senza alcun tipo di problema.
Era appena tornata dal pranzo in sala comune, si era fatta una bella doccia e vestita di tutto punto. Era in anticipo e aveva pure il tempo di studiare. Prese il libro di trasfigurazione e se lo appoggiò sulle gambe. Mary e Sophia erano sparite, in giro da qualche parte, probabilmente a fare qualche scherzo o una delle loro cose strane, questa era buona cosa, voleva dire che ci sarebbe stato silenzio. Sospirò inoltrandosi fra le pagine di quel libro. Stranamente anche Lucy non si era fatta sentire, ma anche quella era una cosa positiva. Come vestiario aveva optato per un vestito blu con delle decorazioni sulla parte bassa della gonna, sotto una camicia bianca esattamente come le calzamaglie e ai piedi un paio di scarpe nere; i capelli li aveva lasciati sciolti, troppo pieni di nodi per poter essere domati a suo parere.
Purtroppo era stanca, erano giorni che non si fermava per nessun motivo e, lentamente, si addormentò con il naso nel libro.


Ore 18.00
Sala d’ingresso.

Sognare era sempre stata una cosa meravigliosa a suo parere ed era proprio a quelli che si era lasciata andare in quell’attimo di finta pausa che era riuscita a ritagliarsi. Doveva studiare ma il sonno l’aveva colta di sorpresa. A risvegliarla fu Coraline, la sua gatta, che prese a leccarle il viso. La ragazzina si sveglio stropicciandosi appena gli occhi e fissando il libro e la spilla che vi aveva lasciato sopra: ci volle qualche minuto prima di rendersi conto che era in ritardo.

«Oh mo Dio, sono in ritardo! Grazie Coraline!»


Urlò saltando giù dal letto e prendendo la mantella nera con il cappuccio con le orecchie che si era precedentemente preparata. Se lo infilò in fretta e furia e prese il suo zainetto a forma di gatto nero prima di uscire di corsa.

«Addio Coraline!»


Urlò alla fine fuggendo via a tutta velocità. E proprio quel giorno le scale decisero di farle più scherzi del previsto. Una addirittura continuò a cambiare velocemente proprio mentre lei tentava di attraversarle. Le ci volle quasi un quarto d’ora prima di arrivare all’entrata tutta trafelata.

«Scusatemi, sono in tremendo ritardo….io mi sono addormentata…stavo studiando….predono!»


Bofonchiò trafelata cercando di riprendere fiato dopo quella corsa spericolata. Sapeva bene che Oliver non ammetteva ritardi, sperava solo che per lei potesse chiudere un occhio per questa volta.


code by Misato Kojima ♥ don't copy


-GdrOff-

CITAZIONE
Vi chiedo scusa per il ritardo e il post orrendo. Comunque ci sono ^^

-GdrOn-
 
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no'one
view post Posted on 11/2/2016, 14:47





6.04 p.m.


"Alle sei all'ingresso" era in ritardo di pochi minuti e incuriosita osservava la strana spilla chiedendosi se avrebbe iniziato a minacciarla avvertendola di muovere le sue chiappe e correre verso il luogo dell'incontro piuttosto che scendere le scale in tutta calma. Invece se ne stava li, immobile, con la faccia dell'elfo che la guardava con i suoi occhietti luminosi.
In tutta sincerità era stato un caso che si fosse accorta del cambio nell'immagine del piccolo oggetto dato che dopo la festa di Natale lo aveva appoggiato sul comodino e mai più controllato; almeno fino a quella mattina. Così aveva fatto finta di studiare in biblioteca - leggere libri che non le interessavano in quel momento di era rivelato un passatempo interessante ma inutile - e poi ad una certa ora era tornata in dormitorio per prepararsi con calma, come se avesse tutto il tempo del mondo.Anche le scale, come consapevoli del suo ritardo, avevano deciso di aspettare per cambiare onde evitarle altri contrattempi.
All'ingresso erano già presenti quattro persone e a meno che non ne dovessero arrivare altre a quel mini raduno, l'unica che mancava all'appello era lei.
Si fermò in un punto in cui non poteva essere notata subito, osservando i ragazzi presenti; dei quattro conosceva solo Oliver e Violet che stranamente non l'aveva avvisata di uscire
*forse gli altri non sanno che ci sono?* una delle due ragazze la conosceva di vista mentre l'altra era nuova ai suoi occhi. Tutti li assieme, uniti dagli stessi ideali e pronti a qualche "missione" di cui lei non sapeva nulla. Si sentiva un po' l'intrusa del momento visto non sposava del tutto la causa di quel piccolo sindacato a difesa dei diritti degli elfi, non per disprezzo o che altro, semplicemente non le interessava, non si sentiva presa in causa.
*Quindi che cavolo ci facciamo qua?* bella domanda.. per vedere se la cosa può rivelarsi divertente? Sicuro.
Ficcandosi un toffee alla fragola in bocca si avvicinò
"Ciao, potrei avere qualche minuto di ritardo" non potrei, li aveva.

 
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view post Posted on 13/2/2016, 19:57
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L'attesa non era snervante come avrebbe immaginato in qualsiasi circostanza, ma forse solo perché quel giorno era in programma un'iniziativa particolare, molto importante e che Oliver teneva a cuore con tutto se stesso. L'arrivo di una sua concasata lo emozionò notevolmente e il sorriso che rivolse nei confronti della sua Lotte fu sincero come non mai: aveva conosciuto quella ragazza da poco, relativamente poco per due studenti che vivevano nella stessa Sala Comune, eppure già percepiva un sentimento di puro affetto verso di lei, come se la considerasse una sorellina da prendere sotto la sua ampia ala protettiva. A pensarci bene, quando aveva precisato quella metafora al Fantasma di Casata, Nicholas gli aveva risposto di non dover dipingersi come un piccione o una chioccia con i suoi pulcini: la battuta - se così poteva essere definita - aveva fatto ridere l'adepto di Godric, ma allo stesso tempo lo aveva invitato a riflettere sulla relazione che aveva con i suoi amici Rosso e Oro. In quel preciso momento, comunque, era estremamente contento di scoprire concretamente che la studentessa avesse accettato la sua strana richiesta di qualche giorno prima. Certo, non le aveva fornito dettagli se non una serie di parole e frasi sconnesse, ma Oliver supponeva che l'aver nominato "lavoro" e "Hogsmeade" fossero state attrazioni abbastanza forti: non tutti i primini, in effetti, potevano visitare il sobborgo magico senza accompagnatore. Sorrise in direzione di Lotte, riservandole un piccolo abbraccio per poi ringraziarla di essere venuta. Stava per aggiungere qualcosa quando il cuore, prima dello sguardo e della mente, captò la presenza di Helen. Anche in un pomeriggio di inizio Febbraio, senza abiti eleganti come durante la Festa di Natale e senza acconciature particolarissime, quella ragazza era un'emozione vivente: i battiti di Oliver aumentarono e quando la vide proseguire verso il portone, rimase leggermente perplesso. Era forse successo qualcosa?
"Helen, aspetta" chiamò, ma fu interrotto qualche istante dopo dal trionfale e rumoroso arrivo di una sua cara amica. Violet non era stata puntuale, in effetti quel ritardo avrebbe sancito la rabbia del Grifondoro in qualsiasi altra circostanza, considerando la puntualità una forma di autentico rispetto, ma Violet era Violet e il C.R.E.P.A. li doveva unire come non mai. Un altro abbraccio, un sorriso per sottolineare il non bisogno di scusarsi e poi...
"KABOOM! Miss Simpatia, sei venuta!"
Si rivolse a Sophia, notando la sua figura da lontano. Era felice di vedere anche lei partecipe, non era sicuro che il messaggio le fosse stato recapitato attraverso la spilla, quella Corvonero era imprevedibile. Notò con un pizzico di invidia il dolce che la ragazza stava mangiando, accendendo la golosità di Oliver. Tuttavia, si trattenne dal strapparglielo di bocca (con gentilezza, ovvio) e sistemò la cinghia della borsa a tracolla sulla spalla. Invitò tutti ad avvicinarsi al portone, dove c'era Helen. "Bene, bene, procediamo con brevi presentazioni" esclamò, rivolgendosi soprattutto a Lotte, così da rifilarle una bella sfilza di nomi. "Sophia, Violet, Helen e... lei è Charlotte, una Grifondoro da poco arrivata e già pronta ad aiutarci"
Una pausa veloce, quindi riprese subito. "Sono felice di vedervi, davvero. Il nostro scopo è quello di convincere Madama Piediburro a sposare la causa del C.R.E.P.A., ho delle proposte che vi spiegherò strada facendo. Lotte è uno dei tasselli di queste, la presenteremo come una bella cameriera, così le daremo anche la possibilità di ottenere un posto di lavoro, se tutto va bene. Dobbiamo fare in fretta, per le sei e mezza ci aspettava e..."
Diede una rapida occhiata intorno, senza scorgere orologi nella Sala d'Ingresso. "Sbrighiamoci, dai" concluse, cominciando poi ad illustrare, preciso come sempre, tutto quello che avrebbero comunicato alla Strega del locale dove si stavano recando. Finalmente si partiva.

I cancelli furono varcati velocemente, in effetti il gruppetto fu abbastanza fortunato da non incontrare né Gazza né altri membri del personale scolastico pronti a bombardarli di domande e di permessi da mostrare per la loro gita all'esterno. Le lezioni erano concluse, perlomeno quelle dei loro corsi, quindi non avrebbero perso nulla di sostanzioso; tuttavia, Hogsmeade era un luogo con restrizioni precise sancite dal regolamento d'istituto, quindi prima concludevano quella storia, meglio sarebbe stato: la spilla da Caposcuola non era appuntata sul petto del Grifondoro, ma era in una tasca laterale, quella destra, accanto alla palla di pelo rossa che era Mos, la sua Puffola Pigmea: se ci fossero stati problemi di alcun tipo, l'avrebbe esibita, però sperava di non ritardare ancora di più. Le sue tacite richieste furono esaudite, perché poco dopo Oliver e gli altri camminavano per le strade caratteristiche che collegavano il castello di Hogwarts al villaggio magico. Non vedeva l'ora di mettervi piede per far ammirare il panorama incantato alla sua concasata: la prima visita di Hogsmeade era sempre un'emozione senza eguali, Oliver la ricordava bene quando vi era stato con tanti altri studenti, il suo primo anno di studi. "Lotte, ti prometto un giro turistico migliore appena ne avremo tempo, davvero. Dovresti ammirare Mielandia, ci sono dei dolci meravigliosi. E BiblioMagic è la culla della cultura, vero Vì? Zonko fa concorrenza al negozio dove lavora Sophia, invece. E Helen... ehi, ma è vero che lavori a Diagon Alley ora? La Signora Grassa è aggiornata su tutto!" scherzò, parlando ai suoi compagni abbastanza velocemente, senza perdere il passo. Pochi istanti dopo, il locale di Madama Piediburro apparve di fronte a loro dopo l'ennesima svolta.
"Ci siamo, siete tutte pronte? Ricordate che stiamo per entrare nel regno del Romanticismo. Miss Simpatia, trattieniti" rise, ancora una volta. Che gruppo, signori, che gruppo!

 
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view post Posted on 15/2/2016, 21:45
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Il Fato

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Non appena i giovani varcarono la soglia del locale, si trovarono dinanzi ad una distesa di tavolini rotondi.
La sala da tè più famosa del mondo magico si presentava agli occhi dei membri del C.R.E.P.A come un luogo dalle pareti color pastello intimo, romantico e del tutto semplice.
Una luce soffusa e calorosa abbracciava le persone all’interno del locale e le mura, impreziosite da pizzi e merletti sparsi un po’ ovunque.
Erano molti i ragazzi che si sentivano fieri di portare la loro donna in quello che era considerato come uno dei luoghi più sdolcinati di sempre e lo si vedeva dalle facce maschili attorno a loro annebbiate dall’amore.
Poco distante dalla schiera di tavolini rotondi, nei quali vi erano delle coppiette intente a bere Tè dai sapori molto particolari, vi era un bancone dietro il quale vi si trovava una signora dall’aria socievole e sorridente.
Non appena gli occhi della stessa si spostarono verso il gruppo di ragazzi, un caloroso sorriso affiorò sul suo volto come ad invitarli a venire.


<< Voi dovreste essere i giovani che mi hanno scritto. Prego, accomodatevi >>

Indicando i diversi sgabelli alti davanti al suo bancone dove sicuramente si sarebbero potuti sedere tutti quanti, la donna sulla quarantina, dagli occhi color blu scuro e i capelli acconciati con uno chignon, prese dallo scaffale un bollitore abbastanza grande per metterlo sulla fiamma di uno dei tanti fornelletti che aveva a disposizione.
Di certo ora l’importante era mettere a proprio agio gli ospiti, magari la loro proposta poteva essere allettante.


<< Se non vi disturba, ditemi i vostri nomi. Mi piacerebbe sapere come vi chiamate e sopratutto cosa mi vorreste proporre. Sono curiosa.>>

Sorridendo ai giovani, rimase ad osservarli uno ad uno con aria interessata. Per loro era giunto il momento di convincerla e conquistarla.


Bene ragazzi, la vostra role con Madam Puddifoot's ha inizio da ora. Accomodatevi e parlate pure (sempre se volete).
La turnazione è la seguente: Charlotte - Helen - Violet - Sophia - Oliver.

Per qualsiasi dubbio sono disponibile via Mp.
 
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view post Posted on 29/2/2016, 11:20
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*Ok! Ti presenti bene ai nuovi membri del comitato!* pensò Helen quando Oliver spiegò che la ragazza con cui l’aveva vista parlare, Charlotte, era un nuovo membro che avrebbe partecipato alla missione odierna.
PiacereDisse stringendo la mano alla Grifondoro e all’altra Corvonero, che Helen ricordava di aver visto parlare con Violet alla festa di Natale; salutò poi anche Violet con un cenno della mano. Rimase ad ascoltare il programma illustrato da Oliver e si chiedeva cosa avesse in mente di preciso, era difficile stare dietro all’iperattività del ragazzo, soprattutto per lei che era leggermente pigra, soprattutto poi in quel periodo che era continuamente stanca.

Camminò velocemente lungo la strada seguendo gli altri, la sua testa era distratta e quasi non ascoltava i discorsi degli altri. Quando Oliver pronunciò poi il suo nome, la sua mente, dispersa chissà dove, ritornò alla realtà e le ci volle un po’ affinché il cervello ricevesse le parole dette dal Grifondoro e la elaborasse e le facesse comprendere alla ragazza.
Cosa? Ehm sì, lavoro a Diagon Alley, nel negozio di vestiti del signor Elegant.rispose brevemente, avrebbe potuto aggiungere qualche frase di pubblicità, qualche ‘Venite a trovarmi quando volete’, ma era davvero di poche parole quel giorno, e ciò non dipendeva dalla sua timidezza e incapacità di comunicare con persone che non conosceva. Fino a che non raggiunsero il locale Helen, non parlò più.

Oltrepassata la soglia di quel bar così zuccheroso, Helen capì, che lei molto probabilmente non doveva essere una ragazza molto romantica; era sì un bel locale, e di certo non avrebbe rifiutato un appuntamento in quel luogo, ma le decorazioni erano un po’ troppo sdolcinate per lei.
*Forse crescendo cambierò idea*.
Era impegnata a guardare tutto intorno, quando sentì la voce della proprietaria chiamare la loro attenzione. Con gli altri si avvicinò al bancone e si sedette su uno degli alti sgabelli; fortunatamente aveva le gambe lunghe e non ebbe difficoltà ad ‘arrampicarcisi’ sopra.
Alla domanda di presentazioni, Helen che quel giorno voleva parlare poco, stranamente prese per prima la parola.
Buonasera!disse con educazioneIo mi chiamo Helen. E loro sono Oliver, Violet, Sophie e Charlottedisse indicando ognuno dei suoi compagni man mano che pronunciava i loro nomi.Noi facciamo parte del … Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbruttiti.decise che era meglio pronunciare il nome completo dell’associazione piuttosto che indicarne solo la sigla, non voleva che la donna pensasse che fossero un gruppo di ragazzini che andavano in giro a malmenare chiunque.Il suo scopo è quello di dare dignità a queste creature e il motivo per cui siamo qui …*Bella domanda!*Si voltò a guardare Oliver, era l’unico che sapeva qual era tale motivoLo spiegherà meglio il capo del comitato, il caro Oliver . – Aveva davvero detto ‘caro Oliver’ davanti a tutte quelle persone.
Subito dopo aver pronunciato quell’ultima parte, si fece rossa in viso e abbassò lo sguardo a fissare il bancone. Rimase in silenzio ad ascoltare gli altri e la proposta che Oliver voleva mettere in atto con la padrona del locale.

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view post Posted on 2/3/2016, 22:35
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Peaceful exchange - La rabbia di Lucy -
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Per sua fortuna Oliver non se la prese più di tanto anche perché c’era qualcuno più in ritardo di lei: Sophia. Effettivamente era una novità, non si era ricordata di aspettarla o chiamarla perché si era proprio dimenticata che facesse parte anche lei dell’organizzazione.
Presero a camminare e Violet aveva decisamente la testa tra le nuvole. Non sapeva cosa aspettarsi e non sapeva nemmeno come l’avrebbe presa la proprietaria del pub.

«Come…? Ah, si, Bibliomagic…certo. È un posto meraviglioso.»


Sorrise prima di riportare lo sguardo davanti a lei. Quando finalmente giunsero a destinazione vennero accolti con grande calore e venero invitati a sedere al bancone. La ragazzina non se lo fece ripetere due volte, stando attenta a sedersi accanto alla sua amica Sophì, che le dava davvero tanta sicurezza e quindi ascoltò. Helen le presentò dicendo anche qualche parole a riguardo e la cosa secco particolarmente Lucy che diede alla sua controparte un pizzicotto interiore.

"Ma come, ti fai presentare dalla Tassotonta? Insomma davvero mi cadi così in basso? Vergognati!"


”Smettila di essere così razzista! E poi non ho capito perché ne hai una per tutti! Possibile che ti piaccia solo Sophia?”


"Sophia mi deve stare simpatica per forza oppure temo che potrei avere vita difficile…mentre per il resto lo sai come la penso: quello che stai facendo è un perdita di tempo."


Violet decise di ignorarla portando la sua attenzione su Madame Piediburro.

«Esatto, io sono Violet! Penso anche io che Oliver sia il più adatto per spiegare bene!»


Concluse semplicemente con un sorriso voltandosi poi verso gli altri. Al contrario di Lucy lei non aveva niente contro di loro ma non sapeva fino a quando poteva andare avanti così, prima o poi avrebbe fatto un disastro, ne era sicura!


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no'one
view post Posted on 15/3/2016, 18:50




Le presentazione con gli altri membri del gruppo fu essenziale, quel tanto che bastava per poter associare un nome alle varie facce. La breve camminati verso Hogsmade fu altrettanto essenziale: quasi nessuno cercò di scambiare quattro chiacchiere con gli altri a parte Oliver impegnato in una conversazione con la piccola concasata. La cosa non le dispiaceva più di tanto, non aveva nulla di interessante da dire e nulla di particolari da chiedere, fece solo un breve sorriso quando si sentì chiamata in causa per comunicare agli altri che era attenta.

"Ci siamo, siete tutte pronte? Ricordate che stiamo per entrare nel regno del Romanticismo. Miss Simpatia, trattieniti"

Madama Piediburro era si una tipica sala da te inglese ma per coppie e questa caratteristica veniva sbattuta in faccia a chiunque varcasse l'entrata del locale grazie all'arredamento romantico e ai presenti che quel giorno avevano deciso di portare la loro dolce metà in libera uscita. Anche le facce da beoti erano un ottimo indizio.
*Tipo che se una persona ci viene da sola nel giro di dieci minuti è istigata al suicidio* prese un appunto mentale per il futuro mentre si guardava attorno cercando in tutti i modi di nascondere l'espressione non disgustata ma quasi: mai venire qua per un appuntamento. Mai.
Evitò qualsiasi commento per fare un piacere ad Oliver e si limitò a seguire il gruppo mentre venivano fatti accomodare al bancone dalla proprietaria; ad attenderli vi erano già pronti degli sgabelli che una volta tanto si rivelarono non essere delle trappole traballanti ma forniti di una comoda imbottitura.

“Il mio nome è Sophia” non aveva intenzione di prendere parola, non aveva nulla in più da dire rispetto a ciò che avevano appena annunciato Violet e Helen ma quando aveva sentito quest'ultima pronunciare male il suo nome non era riuscita a trattenersi “con la a e non alla francese. Penso che siamo qua perchè Oliver ha qualcosa da proporle no?” si voltò a guardare il ragazzo cercando una conferma nel suo sguardo. Il contatto visivo durò molto poco però, un tovagliolo di carta di un bel colore delicato aveva attirato la sua attenzione e non ci mise molto ad afferrarlo con l'intenzione di giocarci.

 
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view post Posted on 19/3/2016, 12:30
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Fiducia.
Se c'era una cosa che Oliver Brior amasse alla follia, quella era proprio la fiducia. Erano da poco arrivati al locale di Madama Piediburro, quando la Strega in questione si presentò loro con un sorriso cordiale, un'espressione che sicuramente avrebbe facilitato le cose. Del resto, i genitori del Grifondoro avevano precisato di quanto la donna fosse affabile, gentile e fantasiosa, caratteristiche che si sperava potessero giocare un ruolo dominante per tutta la durata del colloquio. Il fatto, poi, che gli altri collaboratori di quella strana missione avessero optato per far parlare lui per primo, ecco, non poteva che riempire il cuore di Oliver come poche altre cose al mondo. A pensarci bene, in quell'istante si sentiva così al centro dell'attenzione da essere entusiasta e leggermente imbarazzato allo stesso tempo, come se avesse vinto un premio di scorte infinite da Mielandia senza però sapere da quali caramelle iniziare. Fu la metafora in questione a fargli capire di essere sul punto di superare la linea tra ragione e follia, quindi l'ultimo strascico del suo raziocinio fu abbastanza forte da permettergli di tornare con i piedi per terra, in quella strada caratteristica di Hogsmeade e in quel locale ancora più particolare e famoso dello stesso villaggio magico. Prima di accedere, quasi senza farsi vedere, aveva estratto la bacchetta magica dalla tasca interna della giacca, l'aveva scossa in avanti in un movimento fluido ma preciso e, con l'immagine di un mazzo di gerani stampata nella mente, aveva sussurrato la formula magica di suo interesse:
Orchideus
Se fossero stati evocati correttamente, avrebbe riposto la sua arma di legno d'Abete nella solita tasca e fatto il suo ingresso, Oliver non poté che sorridere con espressione leggermente estasiata di fronte l'ambiente che si palesava alla sua attenzione. Il locale non era di certo rinomato per la sua semplicità, al contrario eleganza e fascino erano trapiantati come querce in ogni anfratto del luogo e, sinceramente, il tutto assumeva una venatura meravigliosa, soprattutto per un amante del bon ton come l'Irlandese. A differenza di molti altri suoi coetanei e non, lui avrebbe volentieri trascorso una serata, se non di più, in quel pub tanto caratteristico. Rapito dalla bellezza dell'amore di quel posto, trovò conferma nel fatto di essere sul punto di fare qualcosa di positivo. Le idee che il C.R.E.P.A. avrebbe proposto non potevano che avere spazio in quel ristoro della passione. Rivolse un sorriso alla donna appena apparsa, aspettò che i suoi colleghi nonché amici finissero di scambiare qualche chiacchiera e poi li ringraziò con un cenno del capo. Era talmente felice della fiducia che gli altri ponessero in lui da non essere nella pelle per esporre il piano alla Strega, cercando di superare la battuta di Sophia lì vicino. Che portento!
"Madama Piediburro, quale onore! A nome di tutti noi e della nostra associazione, le porgiamo questi fiori per ringraziarla fin da subito" - esclamò, il tono di voce affabile ma non adulatorio: quella era la differenza fra la finzione e l'eleganza vera e propria. Offrì il bouquet colorato alla donna, quindi riprese subito - "I gerani simboleggiano la gentilezza, ma ancor più la capacità di vincere la follia. E, in effetti, siamo qui per proporle qualcosa di folle" scherzò, aspettando un accenno da parte dell'interlocutrice. Se così fosse stato, se avesse avuto il permesso di continuare, avrebbe ripreso il discorso con energia. "Madama cara, siamo tutti membri di un'associazione da poco ripresa ad Hogwarts. Si tratta del C.R.E.P.A., di cui vi accennava la nostra Helen. Ecco, è una fondazione a favore degli Elfi Domestici, lei saprà di certo che non tutti i Maghi siano gentili, non tutti si preoccupano di trattare queste creature magiche con dignità. Spesso sono considerati schiavi, il che pone l'accento sull'iniziativa del Comitato. Stiamo lottando con qualsiasi arma a disposizione per far sì che le cose cambino, anche se non subito e non drasticamente: desideriamo che i diritti degli Elfi vengano riconosciuti, che i loro doveri siano apprezzati e, nel migliore delle ipotesi, remunerati come accade per Goblin o Folletti". Non doveva spingersi oltre, lo sapeva, quindi riprese per spostare l'attenzione su qualcosa di meno drastico. "Per avere una minima visibilità, in questo strano mondo, necessitiamo di fondi e di pubblicità. Abbiamo sentito dire che lei sia alla ricerca di nuovi camerieri e di una ventata di innovazione nel suo, mi permetta di dirlo, già splendido locale" - e via con un sorriso, gli occhi luminosi - "Noi le proponiamo questo e tanto altro. Le proponiamo un menù innovativo, prezioso e soprattutto fattibile, che sposi il concetto di Romanticismo e di eleganza. Le offriamo un design di interni vero e proprio, come se fossimo giovani Maghiarchitetti. Cambio rivoluzionario, a partire dai cibi fino alle bevande, dai piatti fino alle decorazioni. Abbiamo trascritto le nostre proposte seguendo la linea giovanile, chiedendoci cosa volessero i nostri coetanei, cosa volessimo noi durante una cena di gala con la nostra dolce metà. Madama, le offriamo la possibilità di rinnovare tutto per rendere il suo locale ancor più gettonato e straordinario di quanto già non sia. E le presentiamo una candidata come cameriera, una Grifondoro di bell'aspetto e di grande gentilezza" concluse, pensando che Charlotte fosse anche molto esuberante. Un pizzico di passione avrebbe riscaldato l'ambiente. Pescò un plico di fogli dalla borsa a tracolla e li presentò alla Strega di fronte, poggiandoli su un bancone. Erano tante pergamene, tutte vergate con calligrafia sinuosa, cosa che Oliver si augurava potesse attirare maggiormente l'attenzione della donna. Inoltre, alcuni mostravano proposte di menù innovativi, altri erano disegni coloratissimi di pareti e decorazioni varie, altre dei simboli d'amore, tutti sulle sfumature del rosa, bianco e del rosso, che il ragazzo aveva disegnato e dipinto personalmente, e via dicendo. La proposta era stata fatta, mancava però la merce di scambio. Oliver si tenne sul vago, senza accennarla ancora. Un sorriso concludeva il suo discorso, mentre il cuore palpitava come non mai.

Ho aggiunto un "se" circa l'esito dell'evocazione dei fiori, anche se si tratta di un Incanto semplice. Ricevuto il permesso da parte della Strega (se lo si riceve), Oliver espone la proposta in questo modo. I fogli esposti sono quelli del menù con i suoi piatti, quindi diverse pergamene illustranti i primi, i secondi, i dolci, i contorni e le bevande con tanto di nomi ed effetti magici, non prezzi (si suppone si lasci la scelta alla Madama). Altri fogli mostrano decorazioni di cherubini, Cupidi volanti, cuori scintillanti e tutto quanto la fantasia possa creare nel campo del Romanticismo (in poche parole, la forma "grafica" del locale, quindi sfumature di rosa e via di seguito). Infine, proponiamo Charlotte, indicata da Oliver, come cameriera. Non ho dato la pergamena del menù degli innamorati, quella è la nostra merce di scambio, ma prima ci tenevo a scoprire l'esito di queste proposte. Per gli altri membri, potete esporre anche voi senza problemi :fru:


 
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view post Posted on 24/3/2016, 23:30
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Il Fato

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Se c’era una cosa che Madama Piediburro amava erano i fiori.
Non appena finirono le presentazioni delle ragazze davanti a lei, un ragazzo, un certo Oliver, gli porse un mazzo di Gerani rossi.
Arrossendo leggermente, sorpresa dal gesto del giovane, iniziò a sentire le sue proposte pur sottolineando un piccolo dettaglio.


<< Non cerco una ventata di innovazione ragazzo mio.>>

Ovviamente la cercava eccome, ma non poteva di certo stare li con le mani in mano senza aver una leva per contrattare.
Se la proposta del giovane venditore si fosse fatta allettante certamente avrebbe dovuto portarla a se ad un prezzo non esoso.
Guardando il ragazzo mettere delle pergamene sotto i suoi occhi, rimase sbalordita dalla cura con cui era stato effettuato quel progetto.
Una splendida calligrafia indicava e suggeriva alla donna quali piatti mettere in vendita, che tipo di rinnovamento si dovesse mettere nel negozio, in altre parole, cosa si dovesse fare per rendere il suo lavoro più appetibile alla clientela.
Non appena il giovane arrivò al proporgli cosa volessero gli studenti durante una cena di gala con la loro compagna si fermò. Non era stupido, sapeva benissimo che quella era la merce di scambio più preziosa che poteva offrirgli.
Sorridendo dolcemente al ragazzo, poggiando i fiori su un bancone ben pulito dietro di se, disse con tono gentile


<< Scusami un secondo.>>

Togliendo il bollitore che fischiava perpetuamente dal fuoco, prese cinque tazze di ceramica da un pianale per posizionarle davanti ai suoi ospiti.
Una ad una queste furono riempite d’acqua fumante nella quale venne successivamente messa una bustina di un mix di erbe magiche sviluppato da lei.


<< Poi ditemi che ne pensate.>>

Il sapore della bevanda era dolce, seguito da vari aromi che potevano ricordare quello delle castagne babbane nonché di alcuni tipi di frutti di bosco.
Senza lasciare il discorso sospeso nel vuoto, rimase a fissare le carte per alcuni secondi con fare estasiato. Che quei prodi difensori di elfi fossero la sua soluzione per rendere il locale alla moda?


<< Complimenti per il lavoro ragazzi, vi siete impegnati davvero molto e tutto ciò lo si denota dal tanto materiale che mi avete messo a disposizione.
Ora vorrei domandarvi: che cosa volete ricavare da tutti questi sforzi? Volete che faccia una donazione al vostro comitato?>>


Guardando uno ad uno i ragazzi davanti a lei, la donna iniziò a sondare il terreno.
Non aveva ancora detto se la cosa gli potesse interessare o meno, ma il suo domandare era già un buon segno.
Ora attendeva di sapere cosa altro avessero da offrigli e cosa volessero in cambio di tutto quel lavoro. Che una nuova collaborazione magica stesse per nascere?



Solita turnazione.
 
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view post Posted on 14/4/2016, 16:02
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Helen Willow Mckay X

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La natura di quella missione si stava rivelando. Helen ascoltava con attenzione le parole di Oliver, mentre con gli occhi cercava di sbirciare sui fogli che il ragazzo aveva appena porto alla donna.
Vi erano una lista di piatti davvero interessanti, di certo Helen con un menù del genere avrebbe avuto più voglia di andar lì per un appuntamento col Grifondoro. Anche i disegni degli arredi erano molto … romantici.
*E bravo Oliver!*
Al fischio del bollitore sul fuoco, vide la donna allontanarsi e prendere l’acqua e le tazze. Quando la sua le fu davanti, Helen ne bevve un piccolo sorso. Era ancora un po’ caldo quindi soffiò per raffreddarlo, poi bevve di nuovo. Aveva un sapore dolce, Helen non aveva mai provato una miscela così, di solita preferiva un te dal sapore più forte, ma quel mix era piacevole.Buono questo te, non ne avevo mai bevuto uno così … dolce.Dolcezza adatta al luogo in cui si trovavano. Dopotutto quello era il regno del romanticismo e della dolcezza.
Ma non era andata lì per bersi una tazza di the, avevano una missione da compiere. Lei non sapeva bene come rispondere alla domanda della donna. Aveva capito in parte il piano di Oliver: voleva un’offerta per l’associazione, ma ancora non sapeva di che tipo, quindi la sua risposta rimase sul vago.

Come ha detto Oliver, purtroppo per mandare avanti i progetti dell’associazione ci servono i soldi, e lei ha un’ attività fantastica. Molti ragazzi porterebbero qui la loro fidanzata per un appuntamentospostò per un secondo lo sguardo su Oliver, poi tornò a fissare la donna.Molta gente di buon cuore viene qui, come lei d’altronde. Potrebbe darci una mano nella raccolta dei fondi. Ma credo che Oliver possa spiegare meglio cosa abbiamo in mente. - *Abbiamo? Tu non hai in mente niente! Ha tutto Oliver nella sua testa!* - Noi aiuteremo volentieri a migliorare il locale. Per quanto sia già bello così, le cose nuove attirano più gente. Helen sperava di aver ereditato l’arte oratoria del padre, il quale nel suo mestiere di mediatore doveva cercare sempre di mettere tutti d’accordo su determinate cose, ed era più o meno quello che dovevano fare loro durante quell’incontro.

Parlato - *Pensieri* - Azioni




Come richiesto, posto io saltando il turno di Charlotte.
 
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view post Posted on 14/4/2016, 19:53
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Peaceful exchange - Violinista offresi -
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Dimenticava sempre che la sua amica odiava sentire il suo nome storpiato ma, lo sapeva benissimo, almeno a lei era concesso questo ed altro.

«Andiamo Sophì, non essere così cupa!»


Ridacchiò, questa volta mischiando le proprie risa a quelle di Lucy, e cercando di nascondere le proprie labbra dietro la mano destra.
Non aveva grandi idee su come ingraziarsi la proprietaria del bar ma il loro leader, a quanto pareva, si. Fece comparire un meraviglioso mazzo di fiori che avrebbe fatto svenire qualsiasi ragazza…lei compresa, ma per l’allergia. Violet non era tipo da fiori e Lucy men che meno, entrambe erano d’accordo su una cosa: sfondarsi di torte e cioccolata era decisamente meglio. Oliver fu davvero molto bravo e in gamba a cercare un modo per far cedere la donna, di sicuro aveva quella bravura nella negoziazione che a lei mancava.

"Beh….una bella bacchetta appoggiata sul petto e una maledizione senza perdono sono decisamente merce di scambio ben migliore…."


Decisamente fuori luogo, quindi Violet non perse nemmeno tempo a ribattere a quella pessima uscita. Però forse anche loro potevano proporre qualcosa, cosa adoravano gli innamorati? I fiori, un pranzo romantico, le luci soffuse, una musica di atmosfera….

"Ti prego smettila di pensare a queste cose, potrei vomitare!"


”Musica….violino……dannazione potevo anche pensarci prima!”


Mentre il pensiero rimbombava nella sua testa,la ragazzina spalancò gli occhi tenendoli fissi sul posto vuoto della donna che era andata a prendere il thè. Quando tornò, annunciandosi senza troppi problemi, Violet fu presa alla sprovvista saltando sul posto spaventata. Era stata ridestata in maniera brusca e in pochi secondi l’unica immagine che riuscì a vedere fu la tazza di thè sotto il suo naso. Fissò per un lungo istante il liquido scuro al suo interno, quasi come se fosse in trans.

«Potremmo anche offrirle musica d’atmosfera. Io sono una discreta violinista e i miei amici qui presenti sono molto bravi a cantare….quale coppia non vorrebbe baciarsi o tenersi la mano dopo una romantica cenetta come preludio ad una passeggiata al chiaro di luna?»


Chiese alzando finalmente lo sguardo su Madama Piediburro mentre un sorrisetto piuttosto sarcastico misto a dolcezza si apriva sul suo volto. Gli occhi, solitamente di un verde smeraldino, si scurirono appena, per qualche istante, lasciando che l’ombra di Lucy la colpisse. Una nuvola scura che passa attraverso un cielo estivo, pochi minuti, in quel caso pochi istanti, e il sorriso tornò di nuovo dolce e gli occhi chiari come smeraldi luccicanti.
Portò quindi la tazza alle labbra, schiudendole appena e socchiudendo gli occhi disturbati dal vapore della bevanda calda.

«È davvero delizioso….forse il retrogusto di castagna disturba appena ma i frutti di bosco sono semplicemente divini!»


Sospirò con aria sognante. A casa sua l’ora del thè era sacra e nella sua breve vita aveva ingurgitato così tanti di quegli intrugli da potersi proclamarsi una vera e propria esperta. Di sicuro non era il thè migliore che avesse mai bevuto. Era buono ma enfatizzare di più la cosa poteva farli risaltare agli occhi della donna.

"Bleah…..i thè così dolci mi fanno schifo! Puoi smettere di bere questa robaccia?"


”Beh, a me piace e nessuno ha chiesto la tua opinione. Quindi zitta e mosca.”



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view post Posted on 2/5/2016, 20:26
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Il Fato

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Sophia mi ha detto via mp che è costretta a saltare questo turno.
Passa la parola ad Oliver.

 
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31 replies since 3/2/2016, 13:04   522 views
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