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|  Noia. Quella era sicuramente la parola di rito del giovane Mitchell negli ultimi giorni. Le lezioni andavano avanti come solito, lezioni compiti e a dormire, sempre così giorno dopo giorno, mese dopo mese da quando era a Hogwarts, l'uinico momento in cui non si annoiava erano quei pochi momenti tra uan lezione e l'altra o la sera in quanto poteva liberamente girare, conoscere gente oppure passare tempo con i suoi compagni di casata.
Quel giorno Mitchell si era svegliato tardi sia per la colazione ed era arrivato fuori dalla sala comune con più di venticinque minuti di ritardo per la lezione di Trasfigurazione, così il corvetto scese le scale in direzione del primo piano, scalino dopo scalino, rampa dopo rampa arrivò pian piano al pianerottolo per entrare nei corridoi del piano per dirigersi all'aula. Appena varcò la soglia del corridoio partì di corsa in direzione dell'aula senza curarsi di avere dimenticato la tracolla aperta che si svuotò per terra facendo parecchio rumore: " Cominciamo bene, se il buongiorno si vede dal mattino oggi è proprio un giorno di merda" - pensò Mitchell, mentre raccogliava i libri e tutto l'occorrente per la lezione dal centro del corridoio e si spostava di lato in modo da lasciare libero il passaggio e risistemare le sue cose.narrato - parlato - pensato |
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