| La presenza di una creatura, magica o meno che fosse, unita alla conclusione della parte più noiosa del colloquio, stavano facendo svanire quella rigidità iniziale. Osservò per qualche istante il carlino, non aveva tempo per scoprire in che modo muovesse gli occhi, se mai ci fosse stato uno schema fisso. Rialzò le iridi nere su quella che, a sua detta, non era la padrona. Forse era il compagno ad avere gusti bizarri, dubitava che un amico potesse lasciare un animale a chi aveva già abbastanza impegni. Non era difficile pensarla con qualcuno, anche se nella sua testa prendeva forma un uomo simile al proprio animale da compagnia: veste da ministeriale, alto e… con gli occhi strabici a livelli del cicciotello ai suoi piedi. Chediaminedivisioneracapricciantelavatemiilcervello. Un pensiero simile veniva urlato dalla sua mente, cercò di soffocarlo riportando lo sguardo al cane. “I cani hanno come abilità la fedeltà, anche se a volte fuggono, quando lo spavento è troppo grande o l'istinto glielo suggerisce. Resta comunque un vanto.” Parlò con fare assorto, come se stesse tirando fuori il meglio da quella fonte di bava. Non tutti potevano vantare la stessa qualità e fuggivano al primo problema, cadendo a un livello inferiore del canide più inutile. Mentre grattava leggermente il retro dell’orecchio del nuovo arrivato, ne approfittò per sistemarsi meglio sulla sedia, spostandosi verso il bordo ma non troppo, ci mancava solo di ribaltarsi da seduti. Rimaneva dritto come se fosse comodo, sebbene i muscoli delle gambe iniziavano a suggerirgli di arrendersi e lasciarsi fagocitare da quella seduta. Ricercò il contatto visivo, lasciando modo a chi aveva di fronte di esprimersi senza interruzioni. Invece di scomporsi o abbattersi, si illuminò a quel palesare disaccordo, lasciando da parte la questione comodità. Fin troppi individui non avevano voglia o coraggio di dire la propria, che per lui era la dimostrazione che l'altra persona aveva voglia di sprecarsi dicendo la sua, discorrendo semplicemente. Nella posizione della Ministro, la donna poteva farlo allontanare appena finito il discorso sulle sue abilità con un “avanti il prossimo”, invece aveva dato vita a un discorso sulle creature, da appassionato non poteva chiedere di meglio. Annuì, come se avesse compreso il suo punto di vista, sorridendo leggermente, nell’atteggiamento di chi sta parlando di qualcosa che apprezza particolarmente. “Avete ragione e non la pensiamo poi in modo tanto diverso. Devo aver sbagliato ad esprimermi. Per seguire la loro natura, non intendevo il lasciar fare come vogliono loro, ma proprio il non snaturarli. Resta comunque il bisogno di imporsi, altrimenti una figura come la mia sarebbe inutile. Quel che evito è di trattarli come fossero i figli che non ho mai avuto, con fiocchetti in testa, atteggiamenti sbagliati e pretese assurde.” Si passò la mano destra sulla guancia, con aria pensierosa, parlava con tranquillità e la risposta successiva si fece attendere soltanto per quel tanto che bastò ad elaborare un esempio chiaro. “Riprendendo il vostro dire sulle persone, se conoscete il carattere iracondo di un individuo, non lo obbligate a stare immobile, in uno spazio ristretto, pieno di elementi che potrebbero irritarlo, urlandogli di star buono con minacce, perché... lo volete rendere un perfetto spolvera vasi. Sarebbe inutile e dannoso. Meglio insegnargli ad indirizzare la sua energia in eccesso in cose ritenute dannose per nessuno.” La mano ruotò leggermente sul polso, appoggiandosi alla gamba col palmo rivolto verso l'alto, ad offrirle la sua idea in modo più pratico. “Per esempio, in Norvegia, c'era un Dorsorugoso sempre pronto a dar problemi con le barriere. Le colpiva con numerose fiammate e doveva essere continuamente sedato. Sentendosi minacciato all’estremità del suo territorio, aveva diretto la sua rabbia verso gli altri esemplari al suo interno. Alla fine son riusciti a tenerlo buono, evitando l'abbattimento, facendogli attaccare un bacino d'acqua. È diventato una specie di mascotte di un centro termale niente male.” Assunse un'aria pensosa ma serena. Le terme erano un posto davvero piacevole per rilassarsi dopo il lavoro. Si fece più serio e concentrato. “Lo zoo l’ho visitato in questi giorni, è successo qualcosa di grave?” Il fatto che non vi fossero altri domatori era rincuorante e allo stesso tempo preoccupante, poteva darsi che le condizioni di lavoro fossero pessime e tutti scappassero, oppure che non erano figure necessarie e venivano impiegate in modo saltuario. Evitò di pensarci.
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