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view post Posted on 28/5/2016, 10:32
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flaminia


Per un amante delle corrispondenze epistolari, una civetta era di sicuro un dono importante, quasi una necessità. Per una persona rispettosa del galateo e dell'educazione, imprecare era qualcosa di estremamente fuori luogo. Per Oliver Brior, al contrario, esistevano giorni durante i quali la rabbia fuoriusciva da ogni poro della sua pelle al pari della vitalità che tanto lo contraddistingueva, facendolo risultare più un Grifone che un Grifondoro in giacca e cravatta. Non bastavano una camicia bianca, pulita e ordinata con tanto di maniche stirate, e una cravatta dai colori simbolici Rosso e Oro a fare da pendant per rendere un Mago galante: erano i modi, la compostezza, la schiena dritta mentre si sedeva dietro una scrivania, il portamento regale mentre si camminava, perfino lo sguardo perennemente attento ai dettagli e mai distratto. Nessun verso stridulo, alcuno sbadiglio: ufficialità, sempre e comunque. Un pizzico di esuberanza non guastava, figuriamoci, ma l'ira funesta spezzava qualsiasi incanto appena designato. E chiaramente, come in una pièce teatrale di altri tempi, il motivo dello stato emotivo alterato del giovane Caposcuola, quella mattina, risiedeva nella mancata presenza di Lady in Guferia. Non le occorreva soltanto la notte per fare l'idiota a destra e sinistra, dato che di topi e donnole poco s'importava per saziare la sua fame, andando avanti di biscottini gufici e di biscotti al caramello. La civetta delle nevi necessitava giorni interi per riprendersi da diverse spedizioni l'una dietro l'altra, come se volare, cosa per lei assolutamente naturale, fosse uno sforzo al pari di un saggio di Pozioni da consegnare per il giorno dopo onde evitare di essere sommerso fino al collo da sensazioni negative e da sfiducia nelle proprie potenzialità. E poiché Lady si stava divertendo nel dedalo della Foresta Proibita, esaltata all'idea di essersi presa un momento fin troppo duraturo di pausa da missive e ordinazioni varie da parte di Oliver, quest'ultimo si era arrangiato con le poche alternative restanti. Aveva spedito la sua Puffola Pigmea con un Incanto di Librazione direttamente sull'ultima rampa di scale a chiocciola che conducevano al dormitorio femminile. Non poteva salirvi, purtroppo, perché essendo un ragazzo la protezione magica della Sala Comune, almeno in alcuni momenti della giornata, fungeva come barriera contro tutti coloro che non fossero di sesso femminile. Uomini da una parte, donne da un'altra: sicuramente giusto, ecco, ma poteva esservi un'eccezione! Spesso alcune fanciulle facevano visita agli amici nelle loro camerate, perché non poteva essere anche il contrario? Senza pensarci troppo, comunque, Oliver aveva fatto in modo che Mos raggiungesse la stanza di Flaminia, la numero uno, dunque la prima in ordine di apparizione nel corridoio scovato. Si augurava che l'animaletto avesse fatto cadere nella giusta posizione, in bella vista, il post-it che Oliver aveva scritto per il suo Prefetto. Necessitava incontrarla quel giorno, lui sarebbe stato l'intera mattina nell'Ufficio dei Caposcuola e lei, furba e sveglia come poche altre in Casata e non solo, avrebbe capito l'importanza del messaggio e lo avrebbe raggiunto. E se così non fosse stato, quella sera avrebbero goduto insieme di una zuppa di civetta con crostini di Puffola Pigmea. Delizioso!

 
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view post Posted on 4/6/2016, 23:16
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Il silenzio regnava sovrano nella Stana Numero 1 del Dormitorio delle Grifondoro. Non c'era civetta che starnazzasse o gatto che miagolasse. L'intero ambiente sembrava essersi addormentato in un letargo profondo, in attesa che le vacanze tornassero presto a dare pace a quei letti e a quei mobili, pazienti compagni di vita ormai da secoli di giovani studentesse. A Flaminia non piaceva quel silenzio. Anzi la irritava, la faceva imbestialire. Avrebbe voluto avere un'accetta per tagliare l'aria davanti a sè, così senza un apparente motivo. Avrebbe voluto avere tanti coriandoli o barattoli di vernice per riempire i letti delle compagne e per ravvivare l'ambiente. Desiderava ardentemente una scopa per poter sfrecciare per la camera, con le pergamene svolazzanti dalla sua borsa, pronte a spargersi nella stanza. Voleva tutto, tranne che stare seduta su quel maledetto letto, circondata dai libri scolastici. Aveva milioni di cose da fare e aveva ben deciso di sfoltire la lista delle azioni ormai in periodo di scadenza. Idea non fu mai così pessima e giusta allo stesso tempo. Gli argomenti di cui doveva trattare nei suoi compiti erano inseriti all'interno di libri che, sistemati uno sopra l'altro, riuscivano a superarla senza troppi problemi. Le pergamene su cui aveva scritto gli appunti sembravano non voler finire mai e l'inchiostro non poteva certo essere infinito. La Grifondoro avrebbe voluto piangere. I capelli rossi, rosa e biondi, erano sparati in tutte le più strane direzioni, intrecciandosi tra di loro come figli di una ragnatela scarlatta. Avrebbe voluto anche la voglia e il tempo di spettinarli ma in qualche remoto anfratto del suo cervello qualcosa le spinse a credere che non sarebbe cambiato molto. Poteva almeno rallegrarsi di quell'infelice idea. La ragazza stava sinceramente prendendo in considerazione l'idea di farsi uno shampoo mentre scribacchiava una relazione di Pozioni, quando uno strano suono la distrasse finalmente dalla troppa pressione del silenzio e della concentrazione. Alla vista della palla di pelo che ormai era diventata parte integrante del suo cuore, la Prefetta non potè fare a meno di saltare sul letto, spaventata e felice allo stesso tempo. "Mos! Che ci fai qui?" disse ridacchiando la Grifa, pensando subito ad un'eventuale fuga dell'animaletto dal suo zuccheroso padrone. Si alzò tranquilla, camminando sorridente e ancora un po' assente verso la bestiola. "Brior ti starà cercando sicuramente e tu dovresti..FLUTTUI?!" Flaminia spalancò gli occhi, fissando l'animaletto che, divertito, faceva capriole a mezz'aria, come la strana, rosa e pelosa imitazione di una palla da calcio in movimento. La Prefetta sospirò buttandosi una mano in fronte. Oliver non avrebbe mai finito di stupirla. Un piccolo pizzicore la fece rinsavire. Quando tolse la mano, si accorse sorridendo e incuriosita del post-it che il "satellite" Mos, le aveva attaccato sul naso. Ma il sorriso le morì sulle labbra appena letto il bigliettino. Quelle poche righe scritte comunicavano un'impazienza e una tensione che fecero perdere un battito al cuore di Flaminia. Oliver preoccupato, mondo incasinato. Poco ma sicuro. La strega corse, con l'adrenalina già a mille, verso la porta e fu solo un piccolo ma udibilissimo tonfo, a farla tornare indietro. Mos continuava a roteare divertita, urtando qualsiasi cosa le capitasse a tiro. La Rossa sbuffò. Non aveva tempo di fare incantesimi o forse non voleva porre fine ad un evento così stupefacente come una Puffola volante, quindi tirò fuori un laccio arcobaleno dalla sua raccolta personale e lo legò intorno alla creatura, lasciando il giusto per trainarla così. Aveva appena creato il primo palloncino vivente. Camminò veloce e furtiva tra i vari corridoi, con studenti che la guardavano increduli o incuriositi, quasi tutti interessati da una Prefetta casual con una Puffola Pigmea come palloncino. La Rossa si sistemò la larga t-shirt bianca con schizzi di colore che le aveva regalato Alexander. Per lei era un capo d'alta moda, poco importavano le occhiate delle altre ragazze. Quando raggiunse l'ufficio dell'ammirato Caposcuola la curiosità e la tensione le vietarono di presentarsi in modo educato, cosa che non avrebbe fatto comunque, portandola a spalancare la porta con un leggero fiatone a farle da compagnia insieme a Mos. "Qualunque cosa sia successa" disse interrompendosi poi per prendere aria. "Non è stata colpa mia" sorrise con quel suo fare innocente e falso che la distingueva da tutti i suoi conoscenti, schietti e solari come pochi nella nazione. Flaminia guardò il suo palloncino vivente e sospirò amaramente. Il suo sesto senso aveva captato qualcosa o forse lei stessa capiva il grado di tensione. Si disse che aveva fatto bene a smorzarla.
 
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view post Posted on 6/6/2016, 16:46
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La giornata era iniziata nel peggiore dei modi e stava per continuare su quello stesso stile. Ormai era questione di abitudine, Oliver non lo avrebbe negato, ma odiava sentirsi più vecchio di quanto effettivamente non fosse. Già in passato era stato tenuto a mostrarsi come un Lord di altri tempi: la schiena dritta, la postura perfetta, gli occhi sempre bene aperti, l'attenzione elevata ad un grado massimo, quasi impossibile da raggiungere per un bambino di soli sette o otto anni; per non parlare delle numerose pagine e pagine che aveva dovuto studiare al di fuori dei corsi di galateo con sua nonna, le molteplici conversazioni galanti che aveva dovuto svolgere con Adeline Brior per dar prova della sua classe e tanto, tanto altro ancora. Si era sentito meno giovane di quanto volesse essere, cosa che non gli era mai piaciuta e cosa che aveva cercato di smussare con l'arrivo ad Hogwarts. Vi era anche riuscito, prima che alcuni doveri di carattere fondamentale non ripristinassero quello stato quasi estremamente maturo. Non voleva essere un adulto, non ancora, ma alcune volte si chiedeva se avesse davvero soltanto quindici anni o meno. Una delle sue più grandi preoccupazioni era anche quella di risultare un vecchio bacucco, epiteto utilizzato spesso da suo cugino Elijia nei confronti del padre di lui, Albert. Neanche quel ricordo fu in grado di scalfire la strana quanto sicuramente stonante espressione di preoccupazione che aleggiava sul volto del Caposcuola. In base a questo ruolo, avrebbe dovuto prendere le dovute precauzioni per una maggiore sicurezza della sua stessa Casata: aveva ricevuto consigli, più che ordini veri e propri, dal personale docenti e da diversi ed esperti abitanti del castello di Hogwarts. Una situazione al limite del baratro come quella del presente si era già realizzata tanto tempo addietro, non era una novità, eppure per Oliver era la prima volta. La prima e sperava anche ultima, perché quel grado di tensione lo rendeva più febbricitante di quanto non fosse solitamente. Il fatto che non fosse riuscito a dormire per giorni interi, inoltre, non facilitava il suo stato d'animo. Per niente. Poggiò la copia del Profeta sulla cattedra in legno di mogano al centro dell'Ufficio nel quale era seduto, pensando a quanto ancora il Male potesse vincere, a quanto ancora potesse andare avanti, senza qualcuno pronto a fermarlo. Lui lo era, lo era e lo sarebbe sempre stato, non avrebbe mai avuto dubbi al riguardo. Ma i suoi cari? Quanto avrebbero dovuto soffrire, se fosse stato così cieco da lottare per una causa tanto pericolosa? Deglutì, la notizia del cadavere ritrovato nei giardini di Hogwarts ancora fresca nella sua visione e nella sua stessa mente. Un attimo dopo la porta dell'Ufficio, quello stesso luogo nel quale non si rintanava mai, fu spalancata con una tale forza da farlo borbottare. Alzò lo sguardo, la bacchetta stretta nella mano destra e quando vide la figura di Flaminia, trasse un sospiro di sollievo. «Miss Fiammante, hai perso il senno?» domandò, un pizzico di divertimento che riscaldava la sua vera natura solare non appena si accorse del palloncino-vivente che volteggiava sul capo della sua amatissima Prefetta. «Perlomeno ti ha recapitato il messaggio. Finite» aggiunse, la bacchetta puntata contro la Puffola Pigmea, che si ritrovò a cadere velocemente dall'alto, rotolando senza farsi male: airbag di pelo ore cinque!
«Flaminia, chiudi la porta.»
Odiava quella parte, la odiava talmente tanto da aver perso la classica postura elegante, precisa, dritta, inarcando la schiena leggermente in avanti come uno dei tanti giovani di Hogwarts. Uno dei tanti ragazzacci, avrebbe detto sua nonna. «Non hai fatto niente, figuriamoci, altrimenti ti avrei coperta» fece, ironico ovviamente, strizzando l'occhio mentre attendeva che la bella fanciulla prendesse posto sulla comoda poltrona davanti la scrivania.
«Vorrei parlarti di una cosa, ma... non mi ispira tanto questa situazione, ad essere sincero. Non sembro un professorino in questo ufficio? E' strano, no? Comunque» - si interruppe, sorridendo finalmente a dispetto dell'espressione stanca - «Vuoi qualche bignè o caramella? Non ho bevande, moriremo di sete»
E si lasciò scappare una risata. Caposcuola e Prefetto si erano riuniti nel sacro vincolo della follia. Di qualsiasi cosa si trattasse, l'incontro vero e proprio avrebbe potuto attendere una manciata di minuti aggiuntivi.

 
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view post Posted on 1/7/2016, 11:37
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Gli ambienti chiusi non le erano mai piaciuti. Cripte, uffici, ascensori babbani. Le avevano sempre causato un enorme fastidio che alle volte riusciva a sfociare addirittura in terrore. Ma peggio di quel terrore per Flaminia, c'era la tremenda sensazione dell'oppressione. Sentirsi stretti e senza di via di scampo in luoghi all'aperto e,o areati. Ed era questa l'emozione che la ragazza sentiva crescersi dentro nell'ampio Ufficio del Caposcuola, improvvisamente troppo piccolo e buio per due persone e una Puffola Pigmea. Quella stanza le stava procurando il gelo. E, in via del tutto eccezionale, la figura di Oliver non riusciva a rallegrarle l'animo. O meglio, quella particolare faccia del Concasato. Il Caposcuola serio e forse anche preoccupato, troppo preso dalle faccende scolastiche per preoccuparsi della postura e per altre cose così importanti per un ragazzo educato come lui. La intristiva infine, quell'Oliver che era tutto fuorché Oliver. Il ragazzo era adattissimo al suo ruolo, lo sapeva lei meglio di chiunque altro, ma allora perchè all'improvviso non riusciva a sentirsi felice alla vista del Grifo dietro alla scrivania? Perchè tutta quella situazione le sembrava sbagliata e soprattutto opprimente? *Sono solo dei brutti presentimenti, respira e sorridi, Brior non ha certo bisogno di ulteriori preoccupazioni.* Per la prima volta da tanto tempo, la Prefetta diede ragione alla sua coscienza. Il Primo Step per liberarsi dall'angoscia consisteva nell'ignorare il gelo e le brutte sensazioni che stavano prendendo il sopravvento sul suo piccolo corpicino ancora scosso dalla corsa e dall'allerta. Sorridere e far finta di nulla sarebbe stato molto d'aiuto. Il cupo Oliver stranamente contribuì notevolmente alla suo tranquillizzarsi. Flaminia infatti ridacchiò leggermente sentendo il commento del Caposcuola e vedendo la piccola palla di pelo rotolare giù sul pavimento. "Io perdere il senno?" domandò sorridendo con un angolo della bocca, le braccia incrociate al petto in una posizione che alle volte poteva sembrare addirittura saccente. "Mi scusi Signor "Uso le Puffole per recapitare messaggi piuttosto che i Gufi perchè sono passati di moda"" lo apostrofò con un sopracciglio alzato, trattenendosi dal sorridergli nuovamente. Vero che la situazione doveva alleggerirsi, ma il tabù del sorriso difficilmente l'avrebbe abbandonata. Ed ecco che nuovamente il gelo tornare nella stanza. Erano frasi come quelle a spaventare le persone e a preoccuparle. "Dobbiamo parlare", "Chiusi la porta", "Devo dirti delle cose". Tutti periodi della stessa matrice, usati per un solo fine. Informare l'interlocutore della gravità della situazione, aggiungendo alla curiosità e alla preoccupazione le giuste dosi di terrore e rassegnazione, per notizie sconosciute che presto avrebbero alimentato la voglia di buttarsi giù da un balcone del povero malcapitato. *Gioia e ottimismo portatemi via!* pensò la Grifondoro, annoiata più che altro dai suoi stessi pensieri. Strizzò l'occhio ad Oliver di rimando e si sedette a gambe incrociate sulla sedia difronte al Concasato. Era certo un colloquio tra Caposcuola e Prefetto, ma loro rimanevano sempre loro. Oliver e Flaminia. Il galantuomo e la ragazzina un po'pazza, simili solo per il colore delle loro divise. "Brior hai riassunto tutti i miei pensieri in una frase" disse sospirando la Rossa, con fare teatrale, scuotendo poi la testa per rifiutare tranquillamente l'offerta del ragazzo. "Sai che non mi piace molto il dolce" esclamò sorridendo e girandosi i pollici dal nervosismo. Doveva dirle qualcosa. E quel qualcosa non doveva essere nulla di buono. L'idea che le pareti si stessero piegando per accoglierla in un buco nero di disperazione, si fece spazio nella mente della Prefetta che vide in Oliver l'unico vero salvagente per il pianeta della tranquillità. "Cosa hai fatto oggi?" chiese così, cercando di smorzare la tensione. Al diavolo i discorsi e i colloqui! Futili campanellini con il suo Olly erano più che d'obbligo in quel momento.
 
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view post Posted on 1/7/2016, 12:04
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Quanto aveva ragione la sua Prefetta del cuore! Troppo serio, troppo diverso dal normale, troppo di troppo. Tentò di smorzare la sua stessa tensione con un sorriso, alzando le mani per una delle frasi più strane sentite in tutta la sua vita. Chiaramente si riferiva a quella dei dolci. «Non capirò mai come facciate a preferite... il salato o quello che è, ma pazienza.» Scrollò le spalle in un gesto inusuale, come per allontanare una brutta sensazione dal corpo, ancor più dallo spirito. La bacchetta era ancora stretta tra le mani e con un altro rapido movimento la indirizzò verso la finestra circolare alle sue spalle, dietro la cattedra. Un piccolo rintocco e le ante si spalancarono, lasciando che la brezza già quasi estiva riempisse l'Ufficio altrimenti chiuso. Al di là dei suoi studi comportamentali, della sua istruzione al galateo e alle norme associate, Oliver era stato temprato a tal punto da sviluppare un grado d'attenzione superiore alla media, lo stesso livello che gli permetteva di non addormentarsi durante le lunghe e tediose spiegazioni del professor Peverell, nel corso di Storia della Magia, nonché lo stesso livello che gli rendeva possibile comprendere il gelo nutrito da Flaminia. Notò i suoi movimenti, il suo intrecciare delle gambe, il suo stile mentre prendeva posizione sulla sedia e mentre faceva vagare lo sguardo intorno, per poi individuare il volto del Caposcuola. Che fosse claustrofobica come Oliver? Anche lui odiava gli spazi chiusi, non era in grado di restarvi per più di una manciata di minuti, ma doveva ammettere che la sua difficoltà fosse diminuita da quando Helen lo aveva aiutato a superarla con un semplice abbraccio. Seguire numerose ore di Pozioni in un'aula senza spifferi d'aria ad eccezione dei vapori dei calderoni, inoltre, favoriva il tutto. Cercò di non pensarci, lieto che il vento avesse cominciato a soffiare nell'Ufficio. Poggiò un portaspilli su un plico di pergamene sulla cattedra, così da evitare che volassero via, mentre lo sguardo si allontanava, accompagnato dall'acquolina in bocca, dal piatto di bignè al caramello che aveva portato via dalla Sala Grande, di prima mattina, per l'occasione. «Miss Fiammante, ti ho convocata per darti questa» iniziò, pensando che cominciare subito il dialogo non potesse essere affatto una cattiva idea. Prima finiva, meglio sarebbe stato: non che non avesse piacere nel stare con Flaminia, al contrario la stimava con tutto se stesso, ma la situazione verteva su sfumature spiacevoli perfino per un amante dell'allegria come il Caposcuola Grifondoro. Una pergamena, dunque, fu affidata alla ragazza, mentre Oliver poggiava la bacchetta sulla scrivania. «Come sono certo saprai, è stato ritrovato un cadavere ai confini del giardino di Hogwarts. Non sappiamo di chi sia, o forse non siamo tenuti a saperlo... il che farebbe la differenza» concluse, il tono di voce più basso, come se stesse confidando una riflessione a se stesso. Si schiarì la gola, tornando al discorso senza più fermarsi. «Comunque, siamo dell'idea che maggiori controlli rappresentino una buona alternativa, quindi le ronde notturne, ahimè, sono aumentate per tutti. Ho parlato con gli altri Caposcuola, mi auguro di incontrare presto la Preside, ma c'è poco da dire: per favorire la sicurezza di Hogwarts, dobbiamo impegnarci anche noi. Più controlli, più attenzione, meno scioltezza» annuì, come a confermare sempre al suo Io segreto di stare facendo la cosa giusta, di aver appena detto parole corrette.
«I tuoi turni sono quelli in rosso, chiaramente ho cercato di non inserirli durante le lezioni, ma come vedi, molti sono di notte. Tre turni notturni a settimana: lunedì, martedì e sabato, i piani e le varie zone da controllare sono segnati lì.»
Si portò all'indietro, le spalle nuovamente sulla sedia imbottita di quell'Ufficio che sentiva come un luogo serio, sinceramente diverso dalle sue aspettative. Aveva tentato di lasciarvi un'impronta personale, rendendolo meno asfissiante: poster, spille del C.R.E.P.A. con relativi progetti dell'associazione benefica, perfino la talea di Cespuglio Farfallino regalatagli da Aquileia era in quella stanza, poggiata sul balcone della finestra, così da bearsi dei raggi del sole e delle brezza di fine primavera. «Ma non ti ho chiamato qui solo per questo, cara» continuò. Ed ecco il vero Oliver, il suo vero Io, sorridente e con un pizzico di curiosità a dipingere positivamente il suo viso. Sorrise, aprendo un cassetto della scrivania e prelevando una scatola marrone, con un fiocco rosso sulla cima. «Aprilo, è per te»
Non avrebbe detto altro. Non ancora: quel regalo, simbolo di tetre visioni ma anche di forte spirito di amicizia, avrebbe aperto la strada al calore, scacciando una volta e per tutte l'orrido gelo calato tra quelle mura. D'altronde, il mantello che avrebbe pescato dal pacchetto non serviva proprio a riscaldare?

Nel pacco troverai un Mantello Protettivo di Terza Classe, in grado di far rimbalzare (proteggendoti) tutti gli Incanti di I, II e III Classe. Inoltre, un bigliettino reca questa frase scritta in calligrafia elegante:

Amicizia è ricevere un mantello caldo nel quale sentirsi al sicuro.
Ti voglio bene, Oliver


Ti spiego tutto non appena aprirai il pacco, esprimendo il vero potere del mantello.

 
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view post Posted on 7/7/2016, 12:57
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Evitare il discorso principale per Flaminia stava diventando un punto fisso, un'ancora in senso metaforico. Riusciva a tenerla ferma, senza procurarle troppi scombussolamenti emotivi ma contemporaneamente la portava giù, senza occasione di liberarsi dall'enorme oceano di curiosità e preoccupazione in cui era immersa. *Maledette notizie!* pensò rassegnata la Grifondoro, guardandosi i pollici immersa nei suoi pensieri. Voleva davvero sapere la ragione per la quale il Caposcuola si era scomodato a chiamarla ma, pure se poco, ne era terribilmente spaventata. Non doveva aspettarsi nulla di buono, questa era la sua unica certezza al momento. Un lieve sospiro di sollievo abbandonò le sue labbra quando la finestra fu spalancata da un colpo di bacchetta di Oliver. L'improvvisa certezza del poter respirare aria dall'immenso mondo esterno, riuscì a risollevarle l'animo in maniera considerevole. Il venticello che le accarezzò il viso poco dopo la fece quasi sorridere, tanto che era riuscita a rilassarsi. Che lo avesse fatto a caso o di proposito, il suo Concasato aveva trovato il miglior modo di calmarla al momento. Quando le fatidiche parole tanto attese giunsero alle orecchie della Rosso-Oro, un leggero cipiglio le si formò tra le sopracciglia. *Una pergamena? Stavo per avere un attacco di ansia per una pergamena?* esclamò mentalmente la ragazza, osservando il foglio di carta con il labbro inferiore in avanti incapace di trattenere tutte le sue espressioni faccia. Afferrò la pergamena, annuendo piano alle parole di Oliver. Certo che sapeva del cadavere, tutti i mattoni del castello erano a conoscenza della scoperta del corpo senza vita ad Hogwarts. Ma a quanto aveva capito, anche in seguito ai commenti fatti dal Caposcuola, nessuno ne sapeva davvero qualcosa. In conclusione, la situazione era chiara solo per gli avvenimenti e non per le cause. Staccando lo sguardo dalla pergamena, la ragazza puntò i suoi occhi violacei sul Concasato che le era difronte con un sopracciglio alzato. *Parliamo di cadaveri, pensa che davvero la prenderei così alla leggera?* pensò infastidita dalle parole del Grifondoro, mentre scuoteva leggermente la testa immersa nei suoi pensieri. Era tutto chiaro. Controllare ovviamente. Avrebbero dovuto controllare che non si verificassero altri tremendi avvenimenti. Come Prefetto, era il minimo che avrebbe dovuto fare. "Sarò sola? Durante le ronde intendo" chiese poco dopo la Rossa, con lo sguardo ora di nuovo fisso sul foglio. Non aveva paura di girare per i corridoi di notte anzi, ma la consapevolezza che avrebbe potuto sentire la presenza di qualcuno nei dintorni che non fosse pronto ad ucciderla, rendeva l'incarico più leggero e sopportabile. Quando il Caposcuola le porse la scatola, Flaminia si trattenne dal ridacchiare e dal saltargli addosso. Possibile che non riuscisse a trattenersi dal migliorarle la giornata? "Sei il solito" borbottò cercando di rimanere acida. Quel ragazzo si stava fondendo con lo zucchero, ormai ne era certa. Aprì il pacchetto cauta, appoggiando la pergamena sulla scrivania e tirandone fuori il contenuto in breve tempo. Sorrise rigirandosi il mantello tra le mani e appoggiandoselo sulle spalle, come a ricevere il giusto abbraccio di consolazione. Lesse il bigliettino con le guance leggermente gonfie, piene d'arie per impedirle di sorridere, e lo guardò poco dopo, senza trovare le parole giuste da usare. "Oliver sei troppo buono davvero e non so come, ehm..." scosse leggermente la testa e sventolò il bigliettino in aria. "Hai la calligrafia migliore della mia! esclamò fintamente sconvolta stringendosi nelle spalle, trovando già conforto in quel semplice pezzo di stoffa. Abbassò la testa e sorrise piano. "Grazie Brior" disse infine, la testa già pronta ad affrontare quei turni e quel nuovo incarico, il cuore traboccante di gioia per tutti quei piccoli grandi gesti d'affetto.
 
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view post Posted on 3/9/2016, 18:54
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Attese, paziente. Non che fosse una novità per una persona come lui, dedita al protocollo e amante delle pause come poche altre cose al mondo. Lo sguardo soppesò, diligentemente, la figura del suo Prefetto del cuore, quella ragazza dai capelli fiammeggianti, simili a bracieri ardenti della Sala Comune Grifondoro, quella fanciulla che tanto aveva conquistato la sua fiducia. Meritava, poco ma sicuro. Meritava per davvero. E quel dono, simbolico ma a quanto pareva già gradito fin dal principio, fu in grado di sorprendere con piacere anche il Caposcuola. Acquistarlo ai Tiri Vispi Weasley era stata un'ottima idea, ne fu lusingato e molto soddisfatto. «Chiaramente ho una calligrafia migliore della tua, Miss Fiammante» ammise, un sorriso malandrino che faceva capolino sul suo volto. Il leggero soffio di vento che lo raggiungeva alle spalle, dalla finestra aperta, sembrava essere una manna dal cielo in quel momento. La parte tetra del loro incontro, legato a ronde e tanto altro ancora, avrebbe potuto aspettare ancora una manciata di minuti. Era così bello vedere l'espressione contenta di Flaminia Evans, era quasi come se Oliver si sentisse un fratello maggiore nei suoi confronti. Non fece accenni al galateo, al protocollo e alle solita routine che tanto contraddistingueva il suo bagaglio culturale. La ragazza ne era a conoscenza, forse a grandi linee ma di sicuro sapeva qualcosa. La calligrafia del rampollo di famiglia Brior era elegante come la sua personalità, non bisognava essere un genio per afferrare il tutto rapidamente. «Si tratta di un Mantello Protettivo. Indossalo e qualsiasi fattura o incantesimo riceverai, il tessuto li respingerà come uno scudo. Ovviamente non vale per i malefici maggiori, ma fino alla terza classe di Adalbert Incant sei al sicuro, nessuna di quelle magie potrà nuocerti. Ma dovrai coprirti per bene.» Era tempo di rispondere alla prima domanda, quella che Oliver aveva scelto di lasciare in sospeso per poco. «Vorrei che lo avessi con te ad ogni ronda, insieme alla bacchetta magica e a qualsiasi manufatto possa esserti utile per difenderti. Vorrei anche che apprendessi più Incanti, ho concordato con il nostro Capocasa e con Sirius per aumentare gli allenamenti al GriffinClub, servirà a tutti noi. Le ronde sono segnate sulla pergamena, Flaminia, ma quando toccherà a te, sì, sarai sola. A qualche piano di distanza ci saranno altri Prefetti e di volta in volta anche noi Caposcuola nelle zone assegnate e più importanti da presiedere. Ser Nicholas...» si fermò, gli occhi leggermente socchiusi, incerto se la ragazza avesse compreso l'identità appena nominata. Riprese, utilizzando l'etichetta più comune legata al Fantasma di Casata Grifondoro. «Nick-Quasi-Senza-Testa è stato associato alle tue stesse ronde, il martedì e il giovedì notte. Sarà di dubbia utilità, ma almeno ti terrà compagnia e se succede qualcosa...». Davvero esisteva tale eventualità? Hogwarts era protetta, dannazione. Si spostò in avanti di qualche centimetro. «Se succede qualcosa, un altro attentato o un altro presunto omicidio, tu spacca il sederino a tutti, intesi?». Spaccare il sederino. Brior, che progressi. Sorrise.

 
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