DreamWizard |
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| *Snap* Un brivido di imbarazzo scosse Jack quando Bacchus, schioccando le dita, lo trasse nuovamente alla realtà. *Mi sarò mica ipnotizzato!?* - si disse sconcertato, mentre il compagno gli chiedeva dell'armatura. Eh, si, parla di me! Andavo di fretta, e mi sono impigliato addosso a lui - disse Jack. Quell'armatura ancora non aveva finito di lamentarsi: lo spiritello che la abitava doveva essere veramente stressato in questo periodo. Jack continuava a guardare, questa volta in maniera più misurata, il suo concasato. Non era certo la prima volta che lo vedeva: nonostante non si parlassero molto, erano comunque compagni di stanza, e diverse volte si erano incrociati nei locali della Sala Comune. Eppure, oggi il ragazzo aveva un'aria diversa dal solito. *Oggi sorride*. La soluzione al mistero non poteva che essere quella: Jack aveva sempre visto prevalere sul volto del ragazzo espressioni che variavano dal pensieroso, al distaccato, quando anche all'indolente. Lo stesso materializzarsi di questo pensiero nella propria mente produsse in Jack una sensazione positiva, che era una mezza novità per il ragazzo. Essa gli ricordò un sogno che aveva fatto poche notti prima, un bel sogno popolato proprio dai suoi compagni di dormitorio, in cui aveva visto Bacchus con la stessa smorfietta sorridente che gli aveva appena rivolto.
Jack stava cambiando. Era già da qualche mese che il ragazzo faceva sogni strani durante la notte, sogni popolati principalmente dai nuovi amici che stava conoscendo: aveva pensato che essi fossero un tentativo della sua mente di adattarsi allo stravolgimento in senso positivo che la sua vita stava subendo. D'altronde, le sue abitudini erano state completamente stravolte da quando si era trasferito ad Hogwarts: la privacy di cui aveva sempre goduto a casa sua, ora non esisteva quasi più; i giochi che aveva a casa sua e le distrazioni che si permetteva, qui ad Hogwarts, non c'erano: in compenso, c'erano compiti su compiti da svolgere, un sacco di tecnica magica da affinare, e ritmi di vita che, per quanto fossero perfettamente normali, erano obbligati, come il coprifuoco notturno, gli orari dei pasti e quelli delle lezioni. Insomma, tutta la sua vita era cambiata, e lui si stava adattando: stava crescendo, si può dire.
La timidezza di Jack, anche grazie all'amicizia che aveva stretto con quell'adorabile bomba umana che era Flammy, stava piano piano svanendo. *A quel paese i compiti. Adesso voglio fare quattro chiacchiere con lui - decise in un istante. Il piano era ben chiaro nella sua mente: doveva convincere Bacchus a seguirlo in Sala Comune, dove probabilmente ci sarebbero state poche altre persone a disturbarli. Bacchus - gli disse, ma il ragazzino aveva già cominciato a parlare.Che ne dici di andare alla Sala Comune? - aveva chiesto. Jack era semplicemente euforico: non aveva avuto neanche bisogno di lavorarci. Ah, neanche tu hai voglia di andare in giardino? Sai che ti dico, ci sto. Andiamo! - gli disse sorridendo con aria complice. Si voltò, non prima di aver lasciato il tempo a Bacchus di finire di guardarlo bene in faccia. *Te lo farò imparare bene, il mio nome* - pensò Jack, avviandosi verso le scale, dove l'armatura aveva finalmente smesso di lagnarsi.FINE PRIMO CAPITOLO
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