The Darkest Hour, Amber e Sophie

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view post Posted on 31/8/2016, 11:07
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Le ultime novità, al castello, erano allarmanti. Un ragazzo era stato trovato morto, ed esposto in "bella mostra" per chiunque si trovasse nei paraggi in quel tragico momento. Per fortuna lei non era tra quelli, quando aveva appreso la notizia, la situazione era già stata gestita. Quello, però, non le rendeva più facile l'assimilare la vicenda..Non poteva considerarsi più scossa di molti altri studenti, ma aveva anche lei la necessità di pensare, in un luogo il più tranquillo possibile. Era ancora in stanza, quando prese la decisione di incamminarsi verso il Bagno dei Prefetti. Difficilmente incontrava qualche collega, tutti erano più o meno impegnati, gli orari non coincidevano quasi mai, ed era per quel motivo che l'aveva scelto come meta. Metabolizzare anche solo l'idea che la sua fortezza non fosse più così sicura, richiedeva tempo. Tempo che, recentemente, Amber non aveva avuto, e che ora si stava prendendo con la forza. Camminava con l'asciugamano in tra le braccia, ed il suo costume da bagno, ripiegato al centro. Non le sembrava il caso di spogliarsi totalmente in quel posto, era privato si, ma non esclusivamente suo. Assecondò le scale, lasciò che cambiassero il percorso a loro piacimento e non protestò nemmeno, tanto era assorta ne suoi pensieri. C'era ben di peggio di un paio di scale con la voglia di sgranchirsi un po'. Quello che più la teneva sveglia le notti, era la paura di non essere pronta ad affrontare l'oscurità.. la paura di non essere in grado di difendersi. Non era tanta quanto ad 11 anni, qualcosa l'aveva imparato a scuola, ma era ancora una studentessa, cosa mai avrebbe potuto contro la stessa stirpe che aveva ucciso sua madre? Raggiunse il portone, e pronunciò la parola d'ordine, cambiata di recente. Trasse un sospiro di sollievo, notando che la vasca centrale era vuota, e non sentendo alcun rumore provenire da dentro la stanza. Tuttavia non poteva essere certa di essere totalmente sola, ma poteva sperarlo. Si cambiò con tranquillità, ripiegando con cura i vestiti..Le era difficile non pensare di essere totalmente inutile, era arrabbiata, con se stessa soprattutto, per non aver fatto abbastanza, per non essere diventato indipendente ed in grado di affrontare ogni pericolo. A tratti ricordava di aver affrontato dei draghi, di non essere una totale perdente, ma quando si parlava di Mangiamorte, lei non riusciva più nemmeno a muoversi senza temere di averli alle spalle. Per risolvere quel problema non sarebbero bastati nemmeno cinquanta Ungari Spinati. Aprì qualche rubinetto, e rimase ad osservare la vasca riempirsi, seduta sul bordo, con i piedi che lentamente sarebbero stati raggiunti dalle bolle di sapone che si stavano già formando. C'era ancora la speranza di dare un po' di pace al suo animo, e di sciogliere la tensione accumulata in quei giorni. Come Prefetto, doveva essere vigile, anche per gli altri, e come poteva farlo se temeva così tanto per se stessa? Stava arrivando un punto di svolta, forse non riusciva a vederlo, ma sicuramente poteva percepirlo.





Edited by ˜Serenitÿ - 9/3/2017, 16:41
 
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view post Posted on 26/9/2016, 20:53
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Il nuovo anno ad Hogwarts era appena iniziato, e Sophie aveva cominciato quell'anno con dei buoni propositi, anche se non li aveva ancora messi in atto. Poco male, comunque, dato che era appena cominciata ed avrebbe avuto il tempo di rimettersi al passo con le lezioni. C'era da dire che la ragazza non era mai stata un tipo studioso, ma aveva quei momenti in cui riusciva a studiare due-tre materie in una sola giornata ed altri momenti, come quello, di pura apatia, in cui non aveva voglia neppure di girovagare per il Castello in cerca di qualche vittima da punire. Ed era strana la cosa, dato che aveva sempre amato far soffrire le altre persone. C'era da dire anche che ella non era più la stessa persona di prima. Ricordava il suo primo anno ad Hogwarts, in cui non fece altro che offendere e schifarsi dei compagni diversi da lei, non solo Mezzosangue. Le bastava pensare che un Tassorosso era idiota solo per essere parte di quella Casata. Col passare del tempo, però, anche aiutata dalla maturità che aveva ormai raggiunto, riuscì a capire che nessuno andava giudicato solo per la Casa a cui apparteneva. Aveva conosciuto diversi studenti, c'erano Serpeverde che non avrebbe mai pensato che potessero finire lì, e viceversa per tutte le altre. Non era il Cappello Parlante, il problema, di questo ne era quasi certa. Non riusciva neppure lei a trovare una risposta a questo quesito, ma sicuramente ci sarebbe stata. Aveva imparato a distinguere le persone in base ad altre caratteristiche, e soprattutto in base a come si comportavano con lei.
Una cosa di cui però era certa, era la falsità che la circondava. Aveva incontrato alcune persone che si comportavano in modo sistematicamente diverso, in base a chi si trovavano di fronte, e a lei questa cosa non poteva andar bene, dato che era forse una delle poche che era riuscita a far vedere di che pasta era fatta già al primo incontro.
Raramente riusciva ad avere una conversazione tranquilla con qualcuno, ma ultimamente stava succedendo fin troppo spesso. Aveva anche imparato ad apparire calma e tranquilla di fronte alle figure a lei superiori, e non a caso essi si erano fidati così tanto di lei da averle dato una seconda possibilità ad indossare la spilla da Prefetto.
C'era solo un problema: quel Prefetto era lo stesso che aveva infranto la maggior parte delle regole della scuola, era lo stesso che odiava chiunque le ronzasse intorno, ma soprattutto lo stesso che aveva commesso un atto impuro all'interno di quelle mura: l'uccisione di un Elfo. Certo, non sapeva ancora se egli fosse sopravvissuto o meno, ma sapeva per certo che, grazie a lei, quest'ultimo aveva passato la nottata più brutta della sua vita, in un'agonia praticamente indescrivibile.

Quel giorno, dunque, la ragazza dalle iridi ghiacciate, si rese conto di aver bisogno di un po' di relax. Non che avesse sprecato molte energie, fino a quel momento, ma per lei, anche il solo respirare, rappresentava una faticaccia assurda. Uno dei pochi posti che non aveva mai visitato e che sembrava fosse una specie di isola deserta, era il Bagno dei Prefetti. Sì, strano non averlo mai visitato, per una persona che aveva ricevuto la medesima carica per ben due volte. Non era mai troppo tardi, pertanto, mentre era nel suo amato Dormitorio, preparò le sue cose: accappatoio alla mano, ed un costume da bagno intero, di colore azzurro chiaro, posato sul telo bianco. Scese le scale del Dormitorio a passo lento e silenzioso, e percorse le strada per il Quinto Piano con la medesima modalità furtiva, per evitare che qualcuno la notasse. Non che stesse facendo qualcosa di illecito, ma per lei meno persone incontrava e meglio era.
Le scale sembravano non finire mai, d'altronde stava partendo dai Sotterranei per arrivare ad uno degli ultimi piani dell'intero Castello, e la strada da fare era veramente lunga ed infinita. Finalmente, giunse alla meta designata, e pronunciò la parola d'ordine in un fil di voce. Non appena l'ingresso si aprì, la Serpeverde vi entrò, e le sue orecchie si aguzzarono e cominciarono a sentire il rumore dell'acqua che scendeva dai numerosi ed infiniti rubinetti che circondavano l'enorme vasca che si trovava nel Bagno.
Si guardò intorno, ed il suo sguardo fu subito catturato da lunghe ciocche di capelli biondi, molto simili ai suoi. Una ragazza, probabilmente sua collega, era in attesa del suo bel bagno caldo. Ed ovviamente, l'intento di Sophie di avere l'ennesimo momento solitario e rilassante, andò a farsi una lunga passeggiata senza di lei, probabilmente senza un ritorno.
Nonostante la vasca fosse enorme, e che sarebbe bastata per entrambe le Prefette, e che lei sarebbe tranquillamente potuta stare in un angolo, e l'altra ragazza in un altro opposto al suo, Sophie diede le spalle a quel finto paradiso intenta a dirigersi verso la porta che aveva appena varcato, per uscire.
Pazienza, come al solito.
Ci sarebbe tornata in un momento più opportuno.

 
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view post Posted on 29/9/2016, 08:57
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L'acqua tiepida, saliva lentamente verso di lei, lasciandole il desiderio di immergersi e rimanere in ammollo per ore ed ore in quella vasca, senza pensieri.
In fin dei conti, c'era anche un lato positivo nell'essere un Prefetto.. quel bagno era fantastico! Amber osservava le vetrate decorate di quella stanza, erano parecchio in alto, e non vi era abituata. Non che le dispiacesse "abitare" nei sotterranei, ma non le sarebbe dispiaciuto avere una finestra che dava sul parco.. o sul lago. Il costume nero che indossava, l'aveva comprato appena prima di tornare a scuola, e non si era nemmeno immaginata di poterlo davvero usare, però l'aveva messo lo stesso in valigia, ed ora non poteva che essere felice di averlo fatto. Pensava di aver scelto un orario tranquillo, in cui nessuno sarebbe passato, ma si sbagliava. La pesante porta prese a muoversi, e per un attimo le si gelò il sangue nelle vene. E se fosse stato un ragazzo? Oddio e se fosse stato .. Horus?
Probabilmente sarebbe corsa via alla velocità della luce, senza pensarci due volte. Tant'è che la sua mano aveva già afferrato l'asciugamano, posato accanto a lei, era pronta a coprirsi. Rimase però ferma, per qualche attimo, in attesa di una voce.. che però non udì mai. Chiunque fosse entrato, non sembrava intenzionato a parlare, ed ancor meno a restare. Si voltò, infine, curiosa come sempre, e scoprì con un certo sollievo, che ad entrare era stata una ragazza. Non era tutto perduto, dunque. Ora però aveva davanti una scelta: dirle che poteva restare, oppure lasciarla uscire. In altre situazioni, probabilmente, non avrebbe fatto nulla, alla fine non era lei a dover imporre niente a nessuno. Però, non le sarebbe dispiaciuta un po' di compagnia, in fondo, non conosceva nemmeno tutti i Prefetti, poteva essere una buona base di partenza. Mal che andasse, se ne sarebbe fatta una ragione molto in fretta.
Non si alzò, non era necessario, e poi l'acqua l'aveva raggiunta, ed era piacevole il tepore che scaldava un po' i suoi piedi gelati. La temperatura media di Amber era praticamente sotto zero! le bastava un accenno di autunno per congelarsi. Limitandosi a rimanere voltata verso la misteriosa Prefetta, disse:
« Se vuoi restare, non è un problema. Non mi dai fastidio.» un tono tranquillo e neutrale, niente di ché, insomma. Certo, la tassina non poteva sapere cosa passava nella testa dell'altra bionda, e nulla impediva che fosse Amber quella di troppo, però era arrivata prima, e non avrebbe ceduto il suo posto. L'altruismo non era nelle sue corde, ancor meno dopo gli ultimi avvenimenti. Doveva ammettere che, se quello non fosse stato il Bagno dei Prefetti, e quindi un posto relativamente "sotto controllo", avrebbe avuto paura a fare il bagno da sola. Quella vasca era così grande che ci sarebbero stati tutti i Prefetti in una volta sola.





Edited by ˜Serenitÿ - 9/3/2017, 16:38
 
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view post Posted on 7/3/2017, 21:45
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Sophie Armstrong [x]

Prefetto Serpeverde - III Anno

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Il tempo trascorreva inesorabile tra le mura della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, sembrava giusto ieri che Sophie andò a fare le compere degli occorrenti per il suo primo anno di studi, eppure erano già passati quasi tre anni da quel giorno. Considerando la vita passiva che aveva avuto durante i suoi primi undici anni trascorsi a Villa Armstrong, tutto ciò che successe negli anni successivi, da quando aveva cominciato a frequentare la Scuola, sembrò agli occhi della ragazza alquanto interessante ed eccitante. Certo, non poteva dire che era una ragazza abbastanza studiosa, i suoi scopi erano altri d'altronde, ma era consapevole che senza lo studio non avrebbe potuto raggiungere quell'obbiettivo che si era prefissato. Dunque con lo studio se la prendeva con comodo, e riusciva a consegnare eventuali compiti od esami tutti insieme negli ultimi giorni disponibili, e la cosa le veniva pure bene. Era da un po' che non prendeva un libro in mano, e si era convinta che i giorni successivi si sarebbe messa sotto per finire l'anno prima del previsto. Ma quel giorno di pace e relax non voleva perderselo, per nessuna ragione al mondo. D'altronde gli incarichi da Prefetto non erano certo da sottovalutare, e non a caso esisteva un'intera Sala da Bagno con tanto di vasca solo per loro. Prima di raggiungere la porta poco fa socchiusa da lei stessa, si bloccò, dopo aver sentito la candida voce della ragazza seduta sul bordo, che la invitava a restare. La prima cosa che venne in mente alla Serpina fu ovviamente quella di procedere per la sua strada e ritornarsene com'era venuta in Sala Comune, con ancora accappatoio e costume alla mano, piegati in modo impeccabile. Ma perché avrebbe dovuto? Solo per evitare una delle classiche chiacchierate tra compagne di scuola? * Al diavolo! *.
Si voltò di novanta gradi ed adocchiò un qualcosa tipo un separè, posto adatto per cambiarsi. Pertanto si recò sul retro e, dopo essersi spogliata, indossò il costume color azzurro quasi marino, per poi piegare jeans e maglietta di cotone appena tolti. Li posò su una sporgenza lì vicino, e poi si diresse verso il bordo della vasca, sedendovi. Il calore dell'acqua a contatto con i suoi piedi gelati le causarono un brivido lungo tutto il corpo e la schiena, e Sophie chiuse gli occhi per un momento. Si ricordò poi della presenza della collega, e le sue iridi ghiacciate puntarono il viso dell'altra biondina, pertanto le idee cominciarono a farsi più chiare. Aveva già avuto l'onore di essere nello stesso posto con lei durante l'organizzazione dei turni delle ronde, sapeva che era il Prefetto della Casata Tassorosso, ma non ne ricordava il nome
. - Sophie Armstrong, piacere. - Si presentò, mantenendo la sua fedele ed immancabile freddezza, ma si era resa conto che sarebbe stato indubbiamente carino farlo comunque.

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Chiedo umilmente scusa per l'estremo ritardo.
 
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view post Posted on 9/3/2017, 16:24
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Forse fantasticare su un bagno comune con tutti i Prefetti in carica non era la cosa migliore da fare. Nemmeno da giovane Amber era mai stata ingenua, ed una situazione come quella che aveva appena sfiorato la sua mente, non avrebbe portato a nulla di buono. Poteva dire di aver un po' superato il fastidio che le procuravano le folle, o meglio.. aveva trasformato la paura in fastidio ed intolleranza, in ogni caso una reunion in quel posto era da evitare. La presenza però di un'altra compagna, una sola, faceva al caso suo. Dopo i recenti avvenimenti, a scuola e fuori da scuola, l'idea di rimanere sola in un momento in cui era ancora lontana dalla sua bacchetta, non le piaceva come all'inizio. Forse avrebbe dovuto presentarsi alla ragazza che era entrata dopo di lei, ma per prima cosa volle chiarire che non era un problema se anche lei voleva restare. Se le parti fossero state invertite, a ragionarci bene, Amber sarebbe uscita comunque, quindi non nascose un certo stupore quando l'altra ancora-senza-nome, non aprì la porta per andarsene. Decisa a concederle la sua privacy, trattenne la curiosità e non si voltò per tutto il tempo che fu necessario al Prefetto per mettersi in costume. L'acqua aveva ormai raggiunto il livello adeguato, arrivando fino alla ginocchia della Tassa. Il vago riflesso dei disegni delle vetrate, si muoveva appena su quello specchio, mentre alcune bollicine di schiuma vi scivolavano sopra come abili pattinatori. Ma al contrario loro, se Amber avesse deciso di spostarsi appena più avanti, sarebbe entrata in acqua fino busto. C'erano punti in cui la vasca era più profonda, e li era bene che non andasse.. visto che non sapeva nuotare. Le sarebbe bastato rimanere anche lì, con i piedi in ammollo, per calmare un po' l'agitazione dei giorni passati. Stava riflettendo ancora sull'immagine del ragazzo trovato morto all'ingresso, quando l'altra ospite del Bagno si avvicinò al bordo ed iniziò ad immergersi anche lei. Un po' alla volte, per abituarsi al tepore dell'acqua. Amber sarebbe rimasta ore anche solo in quella posizione, sfidando le falangi fredde delle sue mani, che ora la tenevano saldamente ancorata sul bordo. Ora che l'altra bionda era finalmente visibile, la tassa la riconobbe come uno dei Prefetti di Serpeverde, l'aveva vista nelle solite riunioni organizzative ma non poteva dire di averci veramente parlato. Ogni tanto si era chiesta se fosse il caso di stringere rapporti un po' meno vaghi con i colleghi, ma aveva sempre finito col preferire le cose così come stavano. Sophie Armstrong, però, sarebbe stata l'eccezione che confermava la regola. « Amber Hydra .. sei un Prefetto di Serpeverde, giusto?» chiese semplicemente per conferma, puntando le iridi verdi in sua direzione, incuriosita da quella nuova presenza. Era intimamente lieta che la ragazza non avesse offerto alcuna mano da stringere, perché lei non lo fece e difficilmente avrebbe gradito un contatto, ancora meno trovandosi in costume da bagno. La massa di bolle di sapone colorato, iniziò ad avanzare verso di loro, e solo in quel momento Amber si rese conto che, forse, era bene chiudere i rubinetti. La sua idea iniziale era quella di provare le varie fragranze per poi trovarne una da innalzare a "preferita". «Scusami, le ho aperte tutte.. ma temo siano un po' troppe. » Con la mano raggiunse il rubinetto più vicino per chiuderne almeno uno. L'elastico, fermo sul polso come un braccialetto, le diede modo di intrecciarsi i capelli in una morbida acconciatura, almeno li avrebbe tenuti fermi una volta immersa. « Tutto ok con le ronde?» Si pentì di quella domanda nell'esatto momento in cui uscì dalle sue labbra con un tono quasi distratto. Non era affar suo, almeno non del tutto, ma non aveva trovato un modo migliore per iniziare la conversazione, perché quel che era certo era che non avrebbe costretto Sophie ad un silenzio forzato, a meno che non l'avesse gradito anche lei.
* Ed il premio per la domanda più sciocca di sempre va a...*






Edited by ˜Serenitÿ - 11/3/2017, 11:44
 
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view post Posted on 9/5/2017, 17:42
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Sophie Armstrong [x]

Prefetto Serpeverde - III Anno

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Non aveva mai avuto la fantastica idea di farsi un bagno in quella vasca, e cominciò a chiedersi per quale diamine di motivo non l'avesse ancora fatto. Non si pentì per nulla di aver preso quella decisione, né tanto meno del fatto di aver cambiato idea di non aver abbandonato quel posto soltanto a causa della presenza di un'altra persona. Un po' di relax poteva concederselo chiunque, persino lei che non era abituata alla pace e alla tranquillità. Cercava sempre di tenere i capelli sciolti anche per nascondere le cicatrici che erano ben visibili sul viso, ma senza successo. Sapeva che era inutile cercare di coprirle, erano così tante e così grandi, che probabilmente nemmeno una maschera sarebbe riuscita a coprirle tutte. Non andava fiera di quelle ferite così visibili, ma ogni volta che si guardava allo specchio, o vedeva il suo riflesso nell'acqua, la sua voglia di vendetta aumentava sempre di più, e, di conseguenza, si sentiva più motivava ad andare avanti nel percorso che aveva intrapreso da un po' di tempo a quella parte. Ad ogni modo, ci teneva troppo ai suoi capelli, per farli bagnare dall'acqua insaponata della vasca dei Prefetti, pertanto, con un movimento elegante, alzò entrambe le braccia e li legò in un morbido toupet alto. Attendeva il coraggio di far entrare l'intero corpo in quelle acque, ma non era ancora arrivato il momento giusto. Rivolse nuovamente le iridi ghiacciate verso il viso delicato della collega Tassorosso, un attimo prima di rivolgerle la prima domanda. - Sì, Prefetto Serpeverde. -Rispose con tono garbato, ma pur sempre molto freddo, purtroppo era nella sua natura, e per quanto potesse sforzarsi, la gentilezza non le riusciva mai bene. Ritornò a fissare di fronte a sé, mentre aveva ancora i palmi delle mani piantati sul bordo vasca, e gli occhi rimasero come incantanti dall'acqua che scendeva da quei numerosi rubinetti, così violenta, così decisa, che ricordava vagamente l'anima tormentata di Sophie. Avrebbe voluto essere proprio così, più violenta, e più convinta nelle decisioni da prendere, ma ci sarebbe riuscita. Prima o poi. Sapeva, ne era sicura, che la strada che aveva intrapreso l'avrebbe portata finalmente alla luce e agli albori, e, fino a quel momento, sembrava proprio fosse così. Si sentiva più potente, più sicura di sé, più convinta in tutto, e la cosa non le poteva fare altro che piacere. Nuovamente, la voce candida della ragazza accanto a lei catturò la sua attenzione. Sorrise all'affermazione della ragazza, era come se ella si fosse accorta di quanto Sophie fosse concentrata a fissare quei rubinetti, cosa molto probabile. Ad ogni modo non si scompose, e non rispose neppure. A quel punto, decise di prendere coraggio e si diede una piccola spinta in avanti, posò immediatamente i piedi sul fondo della vasca, ed abbandonò la presa dal bordo. Un brivido di piacere le percorse l'intero ed esile corpo, che la costrinse a chiudere gli occhi per un breve periodo di tempo. Assurdo quanto potesse essere bello trascorrere un po' di tempo in quel posto. Aveva il potere di far allontanare tutti i pensieri negativi da quella mente contorta della Serpeverde, ma era convinta che a breve sarebbero ritornati. Non appena la voce della Tassina arrivò nuovamente alle sue orecchie, Sophie riaprì gli occhi ed in seguito si riavvicinò al bordo, rimanendo a mollo, ma posando la schiena contro il freddo marmo che circondava la vasca e distese le braccia sui lati, cercando, invano, una posizione comoda. - Con le ronde? -Ragionò sulla domanda della ragazza, per poi ricordarsi ciò che le accadeva spesso e volentieri: aveva il vizio di non segnarsi mai da nessuna parte i turni, ed ogni giorno si chiedeva quando toccasse a lei. Un altro sorriso si dipinse sul suo volto, prima di risponderle. - In realtà ho sempre un po' di problemi con la mia stessa organizzazione. Ho problemi di memoria, più che altro, e non ricordo mai quando è il mio turno. -Parlò in un fil di voce, quel momento di relax la stava prendendo fin troppo positivamente, e, dopo aver parlato, piegò il capo all'indietro fino a posarlo sul medesimo bordo presso cui si trovava.
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Fisionomista dalla nascita, Amber non aveva troppi dubbi sull'identità dell'altra bionda, aveva sfruttato il briciolo di incertezza per cercare di tramutarlo nel modo migliore per rompere il ghiaccio. Averla vista alle riunioni non le aveva dato alcun modo di comprenderla molto, avrebbe dovuto fare di meglio per racchiudere Sophie in un quadro abbastanza definito. Lasciando che l'acqua raggiungesse solo le ginocchia, la Tassa tornò ad osservare le bollicine che si erano fermate sulle superficie, salvo poi girare una manovella per fermare l'emissione di acqua, che aveva infine raggiunto il livello ideale. Se solo non ci fosse stata tutta quella schiuma, avrebbe potuto specchiarsi sulla superficie appena increspata dai lievi movimenti dei suoi stessi piedi. Fosse rimasta da sola avrebbe avuto anche modi di perdersi in quei pensieri che l'avevano guidata istintivamente fin lassù, molto lontano dai sotterranei. Alla fine si era perfino abituata alla spilla, ed aveva smesso di considerare quel ruolo solo come un peso insostenibile, un po' perché non era sola, ed un po' per le agevolazioni che comportava... come quel bagno privato. Avrebbe potuto sorvolare sul fatto che, ogni qualvolta era intenzionata a regalarsi un immersione rilassante, si ritrovava a doversi confrontare con qualche collega. I recenti sviluppi dovevano aver richiesto l'attenzione e l'energia di molti Prefetti che, alla fine, come lei, decidevano di concedersi una pausa. Con molta più intenzione di lei di portare a termine quel bagno, Sophie lasciò il bordo al quale Amber ancora si reggeva - e che avrebbe continuato ad afferrare saldamente per molto tempo - e si immerse in quel laghetto profumato e rilassante. Lavanda, era convinto che la manovella più vicina a lei avesse liberato quel profumo, che sembrava quasi sovrastare tutti gli altri. *questa me la devo ricordare!* Quella che lei stessa aveva identificato come una domanda sciocca e banale, si rivelò comunque abbastanza efficace per avere qualche spunto. Piano piano, senza alcuna fretta, avrebbe anche potuto intavolare un dialogo. Non che ne sentisse troppo il bisogno, ma visto che erano lì entrambe, rimanere in silenzio non sembrava l'opzione migliore. I "problemi" di Sophie le fecero incurvare le labbra in un lieve sorriso, privo di qualsiasi scherno o dolcezza. Amber vantava una memoria eccezionale, eccezion fatta per i momenti in cui era davvero oppressa da una mole di pensieri non indifferente, ricordava ogni cosa, ogni dettaglio ed ogni orario. La cosa fondamentale - le ripeteva sempre Nonna Elise - era prestare attenzione, concentrarsi anche quel minimo indispensabile per imprimere un concetto, un'immagine o una tabella. Tenne per sé quei pensieri, l'ultima cosa di cui aveva bisogno era proprio spiegare qualcosa a qualcuno, ancora meno se non richiesta. Ma allora, come avrebbe dovuto rispondere per non sembrare totalmente disinteressata o saccente? Spostò le iridi verdi sul mosaico della Sirena, «Mmmh.. poi ora hanno aggiunto anche turni extra.» allontanò un commento e si spostò sul secondo piano di quello stesso argomento, nel tentativo di rimanere più neutrale possibile, per il momento. Il motivo per cui i turni erano stati intensificati, era il ritrovamento del cadavere di uno studente, davanti all'ingresso del Castello. Non era rarissimo che alcuni studenti ingaggiassero duelli fuori dal Club o finissero per ferirsi, ma quel ragazzo era stato ucciso e ritrovato in una posizione piuttosto macabra. Forse l'assassino si aggirava ancora per i confini del Castello e lei preferiva davvero quella versione rispetto all'altra, che invece vedeva l'assassino come uno di loro, uno studente. Sovrappensiero, raccolse una bolla di sapone tra le mani, e con un soffio la fece esplodere e svanire. «Spero che la faccenda si risolva in fretta, preferivo le ronde in solitudine, ma ora nemmeno le mura potrebbero essere... sicure. E' fastidioso Rassegnazione, il tono che usò fu semplice, e nei suoi occhi non apparve il timore che davvero muoveva quei passi incerti nella notte, ma solo l'apatia di chi vorrebbe che tutto tornasse presto alla normalità. In tutto ciò aveva sotteso che Sophie sapesse di cosa stava parlando, perché se così non fosse stato, Amber sarebbe stata alla stregua delle vecchine dementi che parlano a vanvera.



 
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Prefetto Serpeverde - III Anno

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Nonostante la ragazzina non si fosse mai degnata di passare del tempo in quel posto, ed inizialmente avrebbe voluto andar via a causa della presenza della collega Tassorosso, più passava il tempo e più la situazione si rivelava essere più piacevole che altro. Sophie non amava la compagnia, probabilmente neppure l'altra ragazza, ma lei non era affatto un peso, non dava fastidio e non era di troppo. Mantenendo la testa posata sul bordo della vasca, chiuse per un attimo gli occhi. Cercò di ascoltare le parole della compagna, e, già alla sua prima affermazione, ella riuscì subito a comprendere di quale discorso la biondina stesse cominciando a parlare. Non si scompose, non ancora almeno, rimase in quella posizione ad occhi chiusi, ma aveva le orecchie ben attive per captare ogni singola parola che la collega avrebbe proferito, e sapeva che avrebbe continuato a parlare. E così accadde, effettivamente. Parole da cui ella ebbe la conferma che anche Amber fosse una ragazza che preferiva la solitudine, ma non poteva averne la certezza assoluta. Ma, la seconda parte del discorso, fu proprio quella di cui Sophie aveva paura di parlare. Sapeva del ritrovamento di quel cadavere di fronte all'ingresso della scuola, e, sinceramente, non si era mai messa a riflettere di quanto fosse inquietante la cosa, anzi... Avrebbe voluto essere stata lei stessa a causare un tale scalpore, ma, purtroppo, non fu colpa sua. Ma lei sapeva, immaginava che ci fosse lo zampino di Lord Voldemort in quella vicenda, ne era quasi convinta. Lo aveva già conosciuto, sapeva di cosa fosse capace, sapeva anche cosa aveva chiesto a lei stessa. Un ghigno si dipinse sul suo viso al sol pensiero, ma girò il volto verso la parte opposta ad Amber, per non farsi vedere. Ritornata seria, tornò nella posizione originale, mantenendo le palpebre chiuse. - E' stato veramente orribile quello che è successo. -Un'affermazione detta con una palese strafottenza, ma, era risaputo, Sophie era una ragazza alquanto sadica e non si sarebbe mai scandalizzata per il ritrovamento di un ragazzo morto. - Anche io preferivo le ronde in solitaria, sai com'é... A volte mi ritrovo a dover condividere il mio tempo con chi non avrei mai voluto. E non per una mia scelta. - Sembrava più che altro che stesse dando più importanza al problema della compagnia non richiesta piuttosto che alla tragedia accaduta da poco tempo. Ed era così, effettivamente. Nonostante fosse cresciuta e maturata, la sua arroganza non accennava ad allontanarsi dalla sua natura, ma che ci poteva fare? Probabilmente Amber avrebbe pensato male di lei, e di certo non se ne sarebbe sbagliata.
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Nonostante la sensazione di aver parlato appena prima del tempo, facendo un volo pindarico non da poco, non l'avesse abbandonata, non sentirsi rivolgere domande a riguardo la tranquillizzò un poco. Non conosceva quella ragazza, ma per lei non era una novità, erano piuttosto rare le persone che poteva dire di conoscere e che a loro volta potevano dire di conoscere lei. In sostanza: non si fidava, così come non si era mai fidata di nessuno al primo impatto. Per fortuna sua - e forse anche di Sophie - i pregiudizi di casata non l'avevano mai invogliata più di tanto, aveva imparato come i Serpeverde potessero essere diversi tra loro, così come gli altri. Alcuni potevano dimostrarsi crudeli così come altri avevano la capacità di rapirla, anche se pensare al plurale sarebbe stato esagerato, era solo uno l'ex-Serpeverde che l'aveva portata a parteggiare, alcune volte, per quella casata. Continuò ad osservare a ritmo alternato la ragazza che era ormai immersa nella vasca e le vetrate colorate di quella stanza. Sarebbe mai riuscita a farsi un bagno in solitudine? Ora che in acqua c'era Sophie, Amber non si sarebbe immersa del tutto. Non sapeva quale dei tanti campanelli d'allarme che partivano in cori a random volesse metterla in guardia, ma l'idea di condividere così tanto la vasca con qualcuno non le era mai piaciuta. Non andava nelle piscine pubbliche e le poche volte che John aveva accordato qualche gita al mare, lei non si era mai immersa. La sua preferenza andava in assoluto ai laghi, soprattutto a quelli spersi in mezzo ai boschi, quelli che quasi nessuno frequentava ed in cui poteva rimanere sola. «Mm.» Si, l'omicidio di quel ragazzo era stato atroce, ma non per il modo in cui era stato compiuto, quanto piuttosto per il modo in cui era stato trovato. Amber viveva in uno strano dualismo, in bilico tra il bianco ed il nero, e più cresceva e meno sembrava voler prendere una decisione. In parte condannava quell'atto, così come avrebbe sempre condannato l'assassino di sua madre. Ma dall'altra non si sentiva in grado di emettere un giudizio definitivo perché, forse, se avesse avuto l'occasione di trovare quel Mangiamorte che le aveva rovinato la vita, anche lei avrebbe compiuto un gesto simile. Si, forse si sarebbe abbassata al livello di quelle bestie per avere la sua vendetta, ma anche per quello ci sarebbe stato tempo e luogo, o così sperava. Forse era solo la rabbia che ogni giorno reprimeva a voler dar sfogo a quel pensiero che mai si sarebbe realizzato... o forse no. In parte fu lieta di non aver scatenato una reazione di paura o simile nell'altro Prefetto, non sarebbe stata pronta a consolare qualcun altro. Sarebbe stato sciocco non temere per la propria incolumità in una situazione simile, ma un conto era il suo timore, un altro era invece quello altrui, quello non aveva mai imparato a gestirlo. La frase di Sophie portò a galla un problema che in effetti lei stessa si era trovata ad affrontare: ronde con chi non conosceva. «La sicurezza, a volte, richiede questi sacrifici, purtroppo» Non seppe con esattezza dire da dove arrivasse tutta quella saggezza, ma il tono con cui lo disse avrebbe potuto far capire a Sophie come anche Amber non amasse trovarsi in coppia con qualcuno di semisconosciuto. In compagnia di Thalia, o Eloise, probabilmente avrebbe anche trascorso una ronda piacevole, ma con chi non conosceva l'imbarazzo sarebbe stato lampante. In parte dovette ringraziare il fatto che William Black non fosse più un Prefetto, trovarsi costretta ad una ronda con lui sarebbe stato ancora peggio. Solo i corvi le erano ignoti, aveva un'enorme lacuna in quel campo. Ma probabilmente le ronde le avrebbero permesso di colmarla, pur senza che fosse così necessario. «Domani sera abbiamo una ronda assieme, la prima dopo il coprifuoco.» proferì con tono neutrale, prima di rivolgere il suo sguardo - fin ad allora ben piantato verso il mosaico - verso la collega. «Cercherò di non essere una compagnia pessima, se tu farai lo stesso.» Era seria, ma priva di qualsivoglia cattiveria, non era a rischio nessuna amicizia - quel giorno - quindi poteva permettersi di fruttare un po' quell'ironia che da poco aveva scoperto di saper usare in alcune occasioni. Non era divertente, l'ironia non doveva esserlo, ma era una maschera che le permetteva di esprimersi senza esporsi e forse non rendersi poi totalmente noiosa.






 
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view post Posted on 6/7/2017, 11:24
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Fin da quanto era bambina, colui che credeva essere suo padre, le aveva insegnato ad avere pregiudizi nei confronti dei Nati Babbani, o quanto meno di tutti coloro che non avessero il Sangue Puro. Durante la sua infanzia non aveva avuto molto contatto con il mondo esterno, i suoi genitori non glielo permettevano. Ed, in effetti, l'unica volta in cui si permise di uscire fuori, ebbe una brutta esperienza con un Mezzosangue, evento che la portò a provare ancora più odio nei confronti di quella razza e del suo stesso padre. Aveva notato però che, non appena cominciata la scuola, ogni qualvolta che si trovava a conversare con qualcuno, la domanda "Sei Purosangue?" non era certo la prima che le veniva in mente. Anzi, forse non l'aveva mai ancora chiesto a qualcuno. Ma per quale motivo? Forse non ci pensava più di tanto, forse non era fermamente convinta che il Sangue Puro fosse superiore a tutti gli altri, forse l'unico Mezzosangue che odiava era solo uno. Quanto a quella situazione creatasi, ricordò nitidamente quanto, durante il suo primo anno ad Hogwarts, odiasse la Casata di Tosca, e non perché qualcuno glielo aveva inculcato, ma aveva visto con i suoi occhi quanto quegli studenti potessero essere noiosi e fin troppo buoni. Con il passare del tempo, però, doveva ammettere di aver constatato che non bisognava fare di tutta l'erba un fascio, era una cosa completamente sbagliata. Aveva conosciuto Serpeverde non degni di far parte di quella nobile Casata, aveva conosciuto adepti di Tosca più simili a lei di quanto poteva immaginare. E anche questa credenza fu spazzata via. Aveva ormai raggiunto la maggiore età, ed a tutto ciò che accadeva attorno a lei, ella reagiva con maturità, ormai da un bel pezzo. Amber dimostrò di poter essere la conferma di ciò che aveva cominciato a credere nell'ultimo periodo, a considerarla come una persona qualsiasi, alla sua pari, e non come una studentessa di un'altra Casata che, a prescindere, doveva essere tenuta alla larga. Ad ogni modo, fu contenta di vedere che la collega cambiò immediatamente discorso, probabilmente se avessero continuato a parlare di quell'omicidio, si sarebbe creata una discussione senza fine, in cui le due discutevano su ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. Mentre ascoltava le parole della compagna, Sophie aprì gli occhi, guardò per un attimo di fronte a sé, poi posò i palmi delle mani sul bordo della vasca e, con una spinta dei piedi, fuoriuscì da quell'acqua calda, ritrovandosi seduta allo stesso punto in cui si trovava un attimo prima. Si allungò verso destra, in direzione del telo per asciugarsi, e lo afferrò, portandolo in seguito attorno al suo busto. Un sorriso si dipinse sul suo volto, dopo aver ascoltato l'ultima affermazione della Tassina, e, mentre legava l'asciugamano sul lato sinistro del petto, replicò: - Guarda, trascorrere del tempo con me è come stare all'interno di una stanza completamente vuota, per cui, per quanto mi riguarda, puoi stare davvero tranquilla. - Dopo aver terminato il da farsi con l'asciugamano, si voltò nuovamente verso le compagna, intenta a cercare il suo sguardo. - Ah, e grazie per avermi ricordato che il mio prossimo turno sarà domani.-
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Moltre volte, nel corso di quell'anno, si era posta sempre le stesse due domande quando v'era da giudicare un'azione altrui: "E' comunemente considerato sbagliato?" ; "potrei compiere lo stesso gesto"? E le risposte non sempre erano scontate. A volte riusciva perfino a spaventarsi di come la sua mente fosse in grado di agire con un certo distacco dal cuore. Aveva scoperto in quei modi che, se ce n'era bisogno, era in grado di diventare di pietra ed agire secondo un protocollo di sicurezza appositamente predisposto dal suo cervello. Nulla però di infallibile, ed era chiaro come quel procedimento avesse anche delle enormi falle, una era perfino arrivata a raggiungere la parte più sensibile di lei. E tutto ciò venne richiamato solo dall'accenno confuso all'omicidio del ragazzo del settimo anno. Deviare il discorso sui turni di ronda le sembrò la cosa più ovvia e naturale, nonché l'unica che le due potessero avere in comune. Amber non sapeva nulla di quella ragazza se non le basilari informazioni professionali, tutto il resto le era chiaramente ignoto. Non che smaniasse di conoscere i più intimi segreti dell'altra bionda, ma c'era da ammettere che - finalmente - anche la Tassa aveva trovato pane per i suoi denti, con qualcuno di poco propenso a lasciarsi andare ad affermazioni personali fin da subito. L'altro lato della medaglia era però la diretta conseguenza del rapporto di vicinanza di due caratteri simili: il silenzio. Cosa avevano da dirsi due ragazze che traevano una certa sicurezza dal silenzio? Probabilmente nulla. E fu proprio quella convinzione a suggerire ad Amber di alzarsi, ancora più convinta che non si sarebbe immersa in vasca nemmeno quel giorno. Sarebbe tornata lì più tardi, si era detta, ed avrebbe trovato un altro modo per trascorrere quel che restava della giornata, non era priva di impegni, dopotutto. Tutto ciò che fece però, inizialmente, fu sollevare i piedi dall'acqua e posarli sull'asciugamano, iniziando poi lentamente a strofinarli per asciugarli, ma senza mostrare eccessiva fretta. «Suppongo la cosa sia reciproca, il silenzio è una delle tante cose a cui non potrei mai rinunciare.» Un altro piccolo e forse poco significativo, punto in comune che avevano avuto sotto gli occhi tutto il tempo. Seguendo la sua voce, Amber incontrò nuovamente lo sguardo di Sophie e lasciò che le diverse sfumature chiare che caratterizzavano le iridi della ragazze, si unissero per il tempo necessario a darle una risposta. Il verde acqua della Tassa si scontrò a pari livello con l'azzurro ghiaccio di Sophie, senza che fosse possibile decretare un vincitore. Se c'era una cosa che Amber sapeva di essere in grado di fare, era sostenere lo sguardo altrui. Osservare era da sempre nelle sue corde più che parlare, ed eccezion fatta per le persone con cui non voleva avere a che fare - per infinite e svariate ragione - con tutte le altre era in grado di mantenere un contatto visivo solido. Forse la causa era anche la vocazione da poco scoperta, o il fatto che crescendo parte delle paure infantili si era dissolta come neve al sole, mentre l'altra era divenuta ancor più spaventosa ma ben celata alla vista. «Deformazione professionale, immagino. Non c'è di che.» Rispose, tornando poi a concentrarsi su sui piedi. Quel contatto visivo le aveva consentito di notare i solchi di due cicatrici lungo il volto della Serpeverde, delle quali però non avrebbe chiesto nulla. «Trovare questo posto vuoto è quasi un'impresa titanica.» proferì infine, dando un'altra occhiata al Bagno, indubbiamente un enorme valore aggiunto alla spilla che si appuntava al petto da quasi tre anni. Se solo fosse riuscita a trovarlo vuoto, una volta tanto.




 
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view post Posted on 25/9/2017, 15:43
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Se c'era una cosa di cui era estremamente sicura in quel momento, era il fatto che quel giorno non aveva alcun turno di ronda. E ciò fu confermato da Amber, che le aveva appena ricordato che il giorno dopo avrebbero dovuto condividere del tempo assieme. Fino a quel momento, non aveva mai avuto l'onore di dividere il turno con lei, le tante similitudini tra le due avrebbero certamente fatto in modo di ricordarsi di lei. Entrambe amavano la solitudine, il silenzio, la pace interiore, che Sophie in realtà non aveva mai raggiunto, nonostante tutto. Dentro di lei vi era una perenne guerra, era costante, non era mai andata via. Una guerra di sentimenti, emozioni, indecisioni, e tutto ciò che la turbava. Se c'era una cosa in cui era brava, era leggere negli occhi delle persone: nel momento in cui incrociò lo sguardo della collega, poté notare quanto quelle iridi fossero simili alle sue, non nel colore né nella forma, ma in quello che emanavano. Poteva leggere nei suoi occhi la stessa incertezza che aveva Sophie, le stesse sofferenze, gli stessi dolori, eppure nessuna delle due sapeva quali esperienze le due avevano passato nelle loro vite. Ma quegli occhi erano fin troppo simili. Ebbe come un déjà-vu improvviso: il ricordo della prima volta in cui incrociò gli occhi di Emily Rose si fece nitido nella sua mente, come anche quel momento di estrema debolezza che Sophie provò quel giorno. Sapeva che ci fosse qualcosa che le legava, se lo sentiva, finché non ne ebbe la conferma proprio dalla foto ritrovata dalla Caposcuola: non era una semplice somiglianza, non condividevano soltanto la purezza del Sangue o la Casata, condividevano buona parte del loro DNA. L'oro dei capelli di Amber era così simile al suo che provò quasi la stessa sensazione di quel giorno: debolezza e confusione. La differenza stava nel fatto che, con lei, divideva soltanto la spilla da Prefetto e la passione per il silenzio. Senza distogliere l'attenzione dalle parole pronunciate dalla Tassorosso, Sophie indietreggiò col bacino e si alzò in piedi, cominciando ad avvicinarsi nello stesso posto in cui inizialmente si era spogliata. I suoi indumenti erano ancora lì ad attenderla, fortunatamente. - Abbiamo la stessa sfortuna, a quanto pare. - Sentenziò, mentre si rivestiva ordinatamente. Dopo qualche secondo, uscì nuovamente allo scoperto. - Infatti credo proprio di doverti accontentare ora. Il Bagno è tutto tuo. Spero solo non sia troppo tardi. - Fece qualche passo in direzione della compagna, dopo aver preso nuovamente costume, asciugamano e bacchetta, da cui non si staccava mai. - E' stato un piacere conoscerti, Amber. - Un leggero sorriso si dipinse sul suo esile volto, mentre, con passo deciso e nello stesso tempo lento si avvicinava all'uscita.
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view post Posted on 26/9/2017, 08:36
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Non si pentì nemmeno un secondo di aver espresso il suo disappunto su un Bagno costantemente occupato. Di certo non era stato gentile esprimere quel pensiero, ma non vedeva il motivo di mentire in quel momento. Non era che la realtà, per quanto ci fossero pochi Prefetti in rapporto alla quantità di studenti, Amber sceglieva sempre il momento sbagliato per cercare un po' di sano relax. La Tassa era pronta a raccogliere quello che rimaneva delle proprie cose ed uscire da lì per l'ennesima volta, ma Sophie la precedette. Non seppe dire se fosse semplicemente una questione di rispetto per "anzianità" di ruolo o perché in effetti non sembravano così dissimili, ma tant'è che la Serpina non fece che confermare le proprie teorie. Erano state fredde, ma chiare fino alla fine. Amanti del silenzio, amanti della tranquillità indisturbata, avevano finito per ritagliarsi lo stesso momento e condividerne un po' l'una con l'altra. Nulla di esagerato, nulla di forzato, avevano semplicemente lasciato che gli eventi facessero il proprio corso e che la loro indole non venisse repressa, soprattutto considerato che non erano poi così diverse. Qualcun altro al suo posto probabilmente avrebbe fermato Sophie, le avrebbe detto che non serviva se ne andasse e sarebbe uscita al posto suo. Ma ad Amber non piaceva decidere per gli altri e tendeva sempre ad immaginare che le azioni altrui venissero ponderate almeno quanto le sue. Certo a volte sbagliava alla grande e c'erano precedenti che potevano confermarlo, ma non in quel caso. In quel caso lasciò che la ragazza sfruttasse il suo liberto arbitrio e si limitò a rivolgerle un «Grazie.» sufficientemente gentile. Si, lei credeva di meritarsi quel bagno rilassante e si, agì nel più puro egoismo, e nella speranza che nessun altro volesse farle visita dopo Sophie. Fermarla, oltretutto, non avrebbe che evidenziato un'incoerenza che non poteva appartenerle fino a quel punto. Seguì i movimenti della Serpeverde e quando alla fine questa si congedò, Amber non rispose che con un cenno di capo ed un mezzo sorriso. Era stato un piacere conoscere la Armstrong? «A domani, Sophie.» si convinse ad aggiungere, prima che la porta venisse chiusa e lei venisse finalmente lasciata sola.

Ispirò profondamente e chiuse gli occhi. Non poteva credere di aver finalmente un momento per sé. Fu tentata di sigillare la porta con il giusto incanto, ma quello probabilmente non sarebbe stato troppo corretto nei confronti di altri Prefetti. Sciolse la treccia, dolcemente, senza fretta, mentre tornava a sedersi a bordo vasca. La chioma bionda sembrò quasi respirare ad ogni suo tocco, come se ogni intreccio rappresentasse un problema ed il suo scioglimento, la soluzione. Immerse i piedi in acqua, uno alla volta. Scelse un punto vicino ai rubinetti ed aprì il terzo da destra, ora sapeva che avrebbe invaso l'acqua di lavanda. Alcuni profumi erano fin tropo pungenti ed altri era così dolci da darle la nausea. Ruotò il rubinetto con lentezza, quasi fosse un rituale che necessitava attenzione ad ogni passaggio, seppur minimo ed insignificante. Attese che la superficie si riempisse nuovamente di bollicine profumate, non impiegò molto ma in quei minuti ebbe modo di ripensare a tutto quanto di recente l'aveva spinta a ricercare il dovuto isolamento. Le iridi chiare, ora libere da sguardi indiscreti, vagarono naufraghe tra le piccole sfere di schiuma che si adagiavano in quelle placide acque, dandole quasi l'aspetto di una divinatrice in trance. Doveva svuotare la mente, ma per farlo doveva anche capire cosa andava rimosso. La confusione della Sala Comune che era stata accentuata dall'annuncio di un nuovo torneo di Quidditch, John che ancora non voleva parlare del passato di Eveline, Nonna Elise che aveva avuto qualche complicazione fisica data dall'età e, ultimo ma non ultimo, a breve avrebbe dovuto anche ritrovarsi con Killian ad Hogsmeade per fare il punto della situazione e condividere quanto finora scoperto. Ancora non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di essere stata una ladra in casa propria. E non aveva fatto altro che scalfire la superficie e nulla più, cosa sarebbe successo se fosse andata appena più a fondo di quelle questioni? Quando il profumo di lavanda invase le sue narici riportandola su un piano più reale, un sorriso lieve le incurvò le labbra: poteva farcela, poteva rinchiudere tutti quei problemi di un baule e tenerli lì almeno per il momento di un bagno. Chiuse il rubinetto e si lasciò lentamente scivolare in acqua, rimanendo in punto non troppo profondo della vasca. Con ancora gli occhi grigi dell'Auror nella mente, Amber sprofondò in quel mare di bollicine alla lavanda.

Ne sarebbe emersa quasi un ora e mezza dopo, ristorata, rilassata e forse pronta ad affrontare l'uragano in cui inconsapevolmente stava per imbattersi. Forse.



The End

 
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