| • It's Just an Interview • Due piume, qualche pergamena e due boccette di inchiostro. Aveva tutto ciò che gli serviva per il grande momento, esattamente nella borsa a tracolla marroncina che portava con sé. Era tutto il giorno che camminava avanti e indietro, consumando il pavimento della Stanza n° 2 del Dormitorio Maschile dei Grifondoro, era teso ma allo stesso tempo molto entusiasta, anche se sapeva perfettamente che non c'era alcun bisogno di essere ansioso o preoccupato, si era preparato perfettamente per quell'incontro, aveva fatto già dieci, se non di più, simulazioni di quella che sarebbe stata la sua prima intervista per la Gazzetta del Profeta. Si era preparato le domande già molto tempo prima, chiedendosi quali cose avrebbe voluto sapere lui se fosse stato uno dei tanti lettori del famoso giornale del mondo magico, cosa avrebbe voluto sapere in quel caso? E da lì preparare le domande non era stato molto complicato, poiché non gli era stato per niente difficile immedesimarsi in un lettore, d'altronde quell'argomento gli interessava, lo incuriosiva e non poco, erano cose che anche lui voleva sapere per interesse personale e quindi non solo per poter fare un buon articolo. L'intervistato di quel giorno sarebbe stato niente di meno che il Vice-Preside Ignotus Albus Edward Peverell, nonché Professore di Storia della Magia, una delle materie che il Grifondoro trovava più difficili, d'altronde era sempre stato più bravo nella pratica, ma sapeva anche che quella materia era fondamentale, la conoscenza rendeva saggi e forti e lui era abbastanza avido in questo campo, più poteva imparare e meglio era. Parte della sua ansia derivava dal senso di inquietudine che riusciva a trasmettergli il Professore, o almeno in classe era così. Ma non era il tipo che si lasciava abbattere da emozioni come la paura o l'ansia, difatti non aveva perso tempo, e appena avuto il permesso per poter svolgere l'articolo e l'intervista, aveva mandato un messaggio via Gufo al Professore in questione, chiedendogli quando sarebbe potuto passare nel suo Ufficio. Con sua grande gioia la risposta del destinatario non era tardata ad arrivare ed ora eccolo lì davanti all'Ufficio di Peverell pronto a dar via alla sua primissima intervista. Le mani quasi gli sudavano, le gambe quasi gli tremavano e le domande preparate continuavano a vorticargli nella mente senza sosta alcuna, ma doveva ammettere che a contrastare i sentimenti di insicurezza c'erano l'entusiasmo e il coraggio, che al giovane Rosso-oro non mancavano mai. Prima di allora non gli era mai capitato di dover fare un intervista, cosa ovvia visto che quello sarebbe stato il primo Articolo per la Gazzetta che avrebbe mai scritto, e sperava veramente di essere all'altezza del lavoro, voleva dimostrare a sé stesso di avere la stoffa per poter fare di tutto, ultimamente era diventata una sua sfida personale, voleva abbattere, in parte, la timidezza che in quei pochi anni della sua esistenza era cresciuta molto e gli aveva impedito di conoscere molte persone ad Hogwarts, ma ora era cresciuto, era anche maturato, anche se non moltissimo, infondo aveva solo dodici anni, ma non voleva che la timidezza gli impedisse di vivere a pieno la propria vita, voleva diventare definitivamente ciò che era davanti alle poche persone con cui aveva confidenza, ma non era semplice come a dirsi, gli sarebbe bastato diventare leggermente più sciolto, ma spettava a lui cambiarsi e pian piano forse ci sarebbe riuscito. Era per questo che aveva scelto di diventare un Giornalista, quante più cose avrebbe fatto tante più persone avrebbe potuto conoscere. Si viveva una volta sola e non poteva di certo farsi rovinare la vita dalla timidezza solo perché aveva avuto qualche problema con i suoi coetanei, per giunta babbani, quando era più piccolo; quello era il passato, ora aveva ben due case e anche più amici di quelli che si sarebbe mai aspettato. Assunse un atteggiamento leggermente più professionale, proprio come consigliatogli da sua nonna, la quale sembrava professionale anche quando dormiva. Pensare a sua nonna lo fece sorridere divertito, probabilmente faceva tutte queste cose anche per lei, per renderla orgogliosa di suo nipote, poiché era una donna davvero ambiziosa e si aspettava molto anche dai discendenti della sua famiglia, ma per lui non era mai stato un peso, anzi lo aveva sempre aiutato a dar di più in molte cose: nel Quidditch, nei compiti, come Prefetto e adesso anche in quello. Un giorno l'avrebbe ringraziata per tutto ciò che aveva fatto per lui, per avergli insegnato tante cose, a volte anche involontariamente. Ma quello non era il momento di pensare a sua nonna, era lì per altro, non poteva mica permettersi distrazioni. *Un giornalista, ancora non riesco a crederci* pensò facendo un sorriso a trentadue denti e perdendo l'atteggiamento serio che aveva assunto poco prima, non pensava che quell'intervista avrebbe potuto renderlo così euforico, ma infondo lui era così, ogni cosa sconosciuta, anche se piccola, riusciva a sorprenderlo, ma per un mago dalla giovane età come lui, forse era più che normale, o forse era lui fatto in quel modo, ma poco importava gli piaceva poter essere sorpreso da tutto, rendeva tutto più... bello, più interessante. Senza indugiare oltre bussò alla porta dell'Ufficio del Vicepreside e aspettò che la voce di quest'ultimo gli desse il permesso di entrare. Fece un bel respiro e sussurrò tra sé e sé: «Posso farcela...E' solo un'intervista»Ma non era solo un'intervista, Fred non era il tempo che prendeva certe cose alla leggera, aveva preso quell'impegno e l'avrebbe portato a termine nel migliore dei modi, o almeno così sperava.
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