Confini e Conoscenza

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view post Posted on 12/9/2016, 08:56
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Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ~ 16 Anni ~ Scheda
Mai avrebbe pensato di ritrovarsi a camminare verso l'ufficio di un Professore.
Non era stata messa in punizione, e non doveva recuperare un pessimo voto.. era guidata solo dalla sua curiosità. Storia della Magia, per quanto complessa, era una materia che l'affascinava, così come tutto ciò che faceva parte del passato, vicino o lontano che fosse. La tassina si strinse alla tracolla, mentre le enormi scale scattavano, cambiando posizione e sorprendendola nel bel mezzo dei suoi pensieri. Aveva fatto quella strada molte volte, e non era nuova agli spostamenti delle scale, era solo troppo concentrata su ..altro.
Il Professor Peverell era anche Vice Preside di Hogwarts, come se non bastasse a metterla in soggezione il suo ruolo di insegnante, ma era l'unico che poteva rispondere ad alcuni quesiti della biondina.
La lezione su Morgana, l'aveva particolarmente impressionata.. ed era difficile che qualcosa facesse così tanta presa su di lei.
Si diceva fosse stata la prima ad usare la Magia Oscura, e che fosse stata lei stessa a creare gli anatemi senza perdono.. per mezzo dei quali Eveline era morta. Ma era davvero tutta colpa di Morgana? O era stata messa in un angolo e costretta a salvare altri maghi da ingiusti roghi?
Una parte di Amber voleva odiare quella figura, perché in fondo aveva dato origine ad un vortice oscuro tremendo, ma un'altra parte, voleva saperne sempre di più, voleva quasi avere un motivo per comprenderla.
Il limite tra bene e male, molto chiaro quando era una bimba, diventava sempre più complesso da individuare via via che cresceva.
Il corridoio del primo piano non era troppo affollato, il pomeriggio era ormai inoltrato, e lei fu grata di non incappare in sguardi conosciuti, ora che aveva trovato il coraggio di muoversi in direzione del Professore, non voleva nessuno ad interromperla.
Non sapeva quanto sciocche potessero suonare le sue domande, forse il professore stesso l'avrebbe liquidata dandovi poca importanza.. ma non lo avrebbe mai saputo, se prima non avesse tentato. Lo aveva capito grazie ad un recente incontro, che valeva sempre la pena provare, buttarsi.. purché il rischio non fosse esagerato. Mal che andasse, si sarebbe trovata nuovamente a passeggiare per il corridoio, prima del previsto.
Giunse davanti al portone, e si fermò. La mani ancora strette attorno alla tracolla. La spilla da Prefetto, appuntata sulla giacca della divisa. Prese un profondo respiro, e chiuse gli occhi, il tempo necessario per calmare la spontanea accelerazione dei battiti.
L'agitazione non avrebbe giovato a nulla, era grande, anagraficamente, non aveva più undici anni, aveva affrontato pericoli maggiori che parlare con un insegnante di Storia, non aveva nulla da temere.
In verità però, lei non aveva paura di quell'uomo in sé, ma di cosa avrebbe potuto pensare durante il colloquio. Sperava anche, in cuor suo, che quella discussione potesse aiutarla a capirsi di più, a comprendere anche quella macchia nera che immaginava macchiasse la sua anima. Si era chiesta, in un recente sogno - o forse incubo?- cosa avrebbe fatto al posto di Morgana.. e si era scoperta non troppo diversa da lei, aveva quasi immaginato un'affinità con quella donna, e questo l'aveva spaventata più di tutto.
Doveva saperne di più su di lei, e sul motivo che l'aveva spinta a ribellarsi a tal punto a sul Re, ed a Merlino.
Quando si sentì sufficientemente calma, bussò alla porta, tre colpi, e poi fece un passo indietro, in attesa di un responso dall'interno. Il primo passo, lo aveva fatto, non le restava che attendere il tempo necessario.


© Giuls

 
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Un oracolo.
Evidentemente doveva esservi un errore di fondo.
Tutti si sentivano la libertà di interpellarlo con puntualità.
Sul più, e sul meno, su questo, e su quello. Su Tizio, Caio, e Sempronio.
E per inciso non aveva mai vantato pubblicamente omniscienza. Un errore?
Dove si annidasse l'errore non era ancora chiaro, ma iniziava ad essere troppo.
Lamentarsi del mancato accadimento, e farlo in maniera tanto palese aveva quel qualcosa di fin troppo arrogante, per poter soprassedere. Se volevano conoscere il Futuro, che interpellassero quel fanfarone del collega di Divinazione. Quasi sicuramente un ciarlatano, bello e buono, ma almeno era il suo campo ufficiale. Scambiare un rispettato Storico, per un Oracolo era ben peggio. Ma per quanto ci stesse ancora di volerlo interpellare, per la sua lunga esperienza di uomo di Mondo, aveva del ridicolo il seguito di quell'appello. Predire il crollo dell'azionario quanto era veramente possibile che fosse preteso? Quanto doveva sentirsi responsabile di tali consigli? Lo sarebbe davvero stato? Non era sicuramente nulla di processualmente rilevante, come avrebbe potuto? Avrebbe tranquillamente anche potuto far perdere le sue tracce. Indubbia esperienza anche in quel campo, ma perchè avrebbe dovuto? Sarebbe stato decisamente meglio non rispondere più. L'avrebbero capita alla lunga? Essenzialmente la risposta sarebbe stata non far nulla? Indubbiamente più comoda che una campagna estiva, sfiancante sotto il caldo del continente, ma decisamente più appagante. Sarebbe stato così? Sarebbe davvero finita così? Non era scontato, per quanto la prima fosse decisamente più razionale della seconda, non era scontato che andasse così. Tutto aveva un limite, e la pazienza non era infinita. Ma inutile guastarsi la cena, per postille e pinzillacchere di tal sorta. Era ridicolo.
Strofinava ormai da una buona mezz'ora, perso in una serie vorticante di elucubrazioni, uno straccio, imbevuto di un qualche solvente poco distante. Una lunga cassa di legno nero, stretta ma pesante, giaceva socchiusa innanzi al caminetto, acceso e scoppiettante come di consueto, in ogni giorno dell'anno. La finestra aperta sembrava voler invitare una solinga brezza ad entrare, in quel Settembre inusualmente caldo, o forse qualcuno ad uscire. Il Vecchio, poco distante dalla cassa, strofinava sovrappensiero la lama di un'alabarda, che galleggiava placidamente a mezz'aria. Quanto sarebbe potuta pesare? L'occupazione di almeno due individui, non troppo mingherlini, era stata facilmente soppiantata dall'intervento di un anziano Mago, con qualche cruccio di troppo per la testa. Se il lato ruvido della lama si mostrava ancora annerito, e scurito dall'inesorabile trascorrere degli anni, il lato liscio brillava già di un'intensa luce rossa, di rimando dal fuoco poco distante. In piedi, borbottante improperi, leggermente piegato in avanti sulla lama strofinava blandamente l'arma, dal lato sbagliato. Nonostante l'eventuale dedizione che vi avrebbe profuso, quel lato era già tanto brillante, ed acceso, da risultare quanto mai improbabile un ulteriore miglioramento. Eppure l'Ufficio era vuoto. Si erano volatilizzati tutti? Per prima Minerva, poi Amalia, anche Winston aveva mollato la presa con incredibile perspicacia. Di assistenti più umani nemmeno l'ombra. Era solo? Solo con un'alabarda, ed un fuoco. Un'ampia tunica verde smeraldo, cangiante e cupa allo stesso tempo, sembrava voler mettere in guardia da ulteriori nuove lamentele. Come sarebbero state ricevute? Chi avrebbe vinto? La cordialità di sempre, l'irruenza del momento, o altro ancora? Un'espressione arcigna, e pensierosa. Che in fondo la soluzione fosse veramente a portata di mano? E poi l'imprevisto. Qualcuno alla porta. Chi poteva essere? Già problemi all'inizio dell'anno? O magari non erano obbligatoriamente problemi? Lo erano? Non lo erano? Lo sarebbero diventati? In potenza non potevano ancora esserlo. Quale processo alchemico avrebbe spinto a diventarlo? E se la reazione a catena non fosse avvenuta?


Avanti.

 
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Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ~ 16 Anni ~ Scheda
In piedi, davanti alla porta. Anni prima, probabilmente sarebbe fuggita in preda all'ansia, ma con il tempo e la crescita aveva imparato a gestire i suoi impulsi. Focalizzandosi sulla curiosità più che sul timore di un giudizio, rimase lì, nell'attesa di una sola parola, in grado di aprire una porta.

« Avanti »

Era il segnale, era il momento di fare il suo ingresso. Non era mai stata il tipico Prefetto che ammaliava gli insegnanti, e meno che meno una studentessa modello, non era totalmente a suo agio in quelle vesti. Con un ultimo slancio di coraggio, spinse la porta, accedendo dunque all'ufficio del Vice Preside. Forse non era totalmente corretto, presentarsi lì senza un effettivo appuntamento, ma l'impulsività aveva avuto la meglio, ancora una volta. « Buon pomeriggio, Professore. » si affrettò a dire, mentre richiudeva l'ingresso all'ufficio. Era forse meglio appellarsi a lui come Vice Preside? Lo avrebbe preferito? Non poteva saperlo, ma lo avrebbe certamente scoperto di lì a poco. Lo sguardo della Tassina saettò per l'ufficio, che per altro non era troppo diverso da come lo aveva immaginato, forse le stonava un po' il fuoco acceso, il caldo non aveva ancora lasciato davvero quelle lande.
L'anziano Professore, era un volto già noto, nulla di nuovo da analizzare, se non forse un'espressione appena più arcigna, ma poteva anche trattarsi di autosuggestione, nulla a cui dare troppo peso, all'inizio.
Pensò bene, ad ogni modo, che scusarsi per l'improvvisata, fosse d'obbligo.
« ... mi scusi se non ho preso appuntamento, se ora è impegnato io posso tornare più tardi..» sempre se avesse in effetti voluto vederla, perché nemmeno quello era da dar per scontato! Il pesante tomo di Storia della Magia, si poteva intravedere attraverso la tracolla, leggermente aperta. Non aveva incantato la sua borsa personale, ma avrebbe dovuto farlo a breve perché l'ingombro di alcuni libri poteva davvero risultare esagerato. Ancora nei pressi dell'ingresso, in attesa di sapere se la sua presenza fosse gradita o meno, tentò un secondo approccio, con la speranza di incuriosire a sufficienza l'insegnante, e convincerlo quindi a farla restare.
« Se invece avesse tempo, mi piacerebbe approfondire la storia di Morgana.» Concluse, con voce seria e determinata. Il primo vero passo, ora era stato fatto, il turno passava al Professor Peverell, solo lui poteva davvero sapere quanto tempo avesse da dedicarle, e se avesse voglia di starla a sentire. Amber non si era limitata a studiare il capitolo sulla maga, nel libro del corso, ma aveva cercato anche altrove, senza però trovare una vera risposta. Lo Storico era, probabilmente, la fonte migliore.


© Giuls

 
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Ecco, era fatta ormai. Chiunque fosse, ormai era prossimo a palesarsi. Sempre che non perdesse l’impeto in quegli ultimi secondi residuali. Chi era? La ridda di possibili eventuali scommesse era già inesorabilmente partita. Chi poteva essere? Un collega era sempre da escludere, nonostante il madornale errore con il Collega venuto, anche se in fondo proprio Collega non poteva definirsi, risultava quasi folle ipotizzare che un ulteriore ne fosse giunto. Restava l’eterna disputa studentesca, certo, era verosimile fosse una donzella, per una semplice questione numerica, e probabilmente anche caratteriale. Quindi doveva attendersi una Studentessa del I Anno? Poteva essere, comunque dei primi Anni ancora una volta per semplici questioni statistiche, a logica era più verosimile a farsi avanti, e vincere le difficoltà iniziali fossero quelle più anziane, più avvezze ed esperte di quegli ambienti. Come quella Grifondoro, come si chiamava? Non era importante in quel momento. Sarebbe poi venuto a stretto giro la solita questione del nome. Con un po’ di fortuna si sarebbe potuto sperare si facesse avanti lei, nel qual caso il grosso sarebbe già stato fatto. Sicuramente un problema legato a qualche compito andato male? Quell’epidemia che sembrava falcidiare con regolarità le fila dei più e meno perseveranti? Era poi davvero quella la questione? O era solo un punto di scarso acume? Possibile? Erano tutti tonti, o c’era dell’altro sotto la superficie? Una generazione di tonti? Sembrava statisticamente quasi impossibile, com’era possibile in fondo, che gli individui di un’intera generazione fossero afflitti da una maledizione dei Numi? Di che peccato si erano andati macchiando nel corso dei loro pochi e brevi anni d’esistenza? Doveva esservi obbligatoriamente dell’altro, cosa fosse, era un’altra Storia.
Ma ecco schiudersi l’uscio, una giovane Tassorosso, con già alle spalle il II Anno. La conosceva, almeno di vista, era già qualcosa. Avevano anche forse un appuntamento puntualmente dimenticato? No, ma del resto non c’erano problemi al che avesse luogo. Erano lì entrambi, il The era praticamente pronto, che altro poteva servire? Un pubblico? Sarebbe potuto essere un problema, e piuttosto serio, che fine avessero fatto tutti era un mistero ma non era nulla di troppo irrinunciabile. Niente pubblico, e pace e bene. Sorrise alla Giovane, accennando con la pezza ancora in mano a farsi avanti. Avrebbe potuto tranquillamente proseguire in seguito.


Nient’affatto Mademoiselle, prego, si accomodi.
Come vede non c’è nulla che non possa attendere una mezz’ora.
Posso offrirle qualcosa? Magari un The?


Tra rotacismi, ed inusuali pause tra una parola e l’altra, ancora una volta stava cominciando. Procedeva spedito, e pacato allo stesso tempo, circumnavigando l’immensa scrivania, ingombra di questo e quello, badando a dove mettesse i piedi, e guadagnando lesto il suo posto, dalla parte opposta. Tutto era pronto? Probabilmente sì. Pezza e alabarda galleggiavano ancora placidamente innanzi il caminetto, ma la via verso la coppia di sedute indicate era sgombra. Certo, a patto di farsi coraggio, e percorrere il tappeto, calpestando quella che aveva tutta l'aria di essere di una battuta di caccia incantata, ambientata nell'antica Persia? E cos'era quella al centro? La tigre?
Del perchè poi vi fosse quella fissazione per Morgana, l'avrebbero scoperto.

 
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Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ~ 16 Anni ~ Scheda
C ontrariamente a quanto si era immaginata, il Professore non la mandò via dall'ufficio.
Anzi, le offrì un Tè, con un chiaro invito ad accomodarsi.
Sciolto, quindi, l'iniziale dubbio sull'ospite gradito o meno, si ritrovò a compiere i passi necessari per sedersi dove le era stato indicato, accorgendosi in quel momento della lama, sospesa nei pressi del camino.
Era normale che galleggiasse proprio lì? Probabilmente aveva interrotto il docente mentre se ne stava occupando.
Si voltò, dunque, di nuovo verso l'ospite, e si decide ad accomodarsi sul serio.
In realtà Amber fremeva, voleva iniziare subito a parlare di Morgana e di tutti i dubbi che le erano venuti nel corso delle sue ricerche.
Però, non sarebbe stato cortese affrettare i tempi e rifiutare l'offerta, se non aveva fretta lui, ancora meno doveva averne lei.

« Grazie, Professore.»
Rispose, con un tono di voce più rilassato, evidente segno che stava tornando a sentirsi a suo agio, o almeno, meno in imbarazzo di cinque minuti prima.
Non sapeva davvero cosa aspettarsi dal dialogo con un professore, un conto era vederli dietro la cattedra, a spiegare e solo per le ore necessarie di lezione, un'altro era parlarci al di fuori.
Erano sempre in territorio scolastico, sarebbe stato ben più strano incontrarli ad di fuori anche da quel contesto.
Un Tè, comunque, avrebbe sicuramente aiutato la tassina a trovare la completa serenità di cui aveva bisogno.
Non ne beveva molto in estate, preferiva attendere che le temperature si abbassassero ulteriormente, ma quella, come detto, era chiaramente un'occasione particolare. Poteva fare un paio di eccezioni, per soddisfare la sua curiosità.
« Un Tè andrà benissimo, grazie..» Confermò la sua scelta, sedendosi in via definitiva.
"Mademoiselle", era francese.. ed elegante, e nessuno le aveva mai dato quel titolo.
Il quesito successivo, che la mente incapace di frenarsi le pose, era: quale Tè?
Amber non era una grande esperta in materia, Ayumo sicuramente avrebbe fatto una scelta migliore, ma c'era poi una scelta da fare?
Dipendeva dal professore, avrebbe fatto comodo un listino prezzi, ma di certo non era da Florian.
Avrebbe dunque atteso di capire se ci fosse qualche alternativa nel gusto del Tè, oppure no.


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view post Posted on 15/9/2016, 22:36
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Certo, non poteva essere tacciato di aver scordato quell'ulteriore appuntamento, ed era già stato confessato il perchè fosse richiesto. O forse no? Non era tutto? Ma comunque qualcosa. Era quello un dato noto, pronto ad essere impiegato in una nuova inedita equazione, pronta a risolvere quell'eterno rompicapo intorno a quelle fiumane di visite, in quella che aveva assunto le dimensioni e le forme di una stazione ferroviaria di fine '800. Com'è che si chiamava? Quanto sarebbe stato cortese, andarsene o far cercare l'informazione? Addirittura domandarglielo direttamente? Più banalmente avrebbe vuotato lei il sacco, evitandogli l'imbarazzo? Del resto, il problema era quello di sempre, gli anni passavano, ed era sempre più difficile, quanto inutile, ostinarsi a voler ricordare tutto. Figurarsi, non vi era mai riuscito nel fior fiore degli anni, perchè avrebbe dovuto cominciare improvvisamente? Non ne aveva nemmeno mai pagato lo scotto, sarebbe capitato? O tutto quello sarebbe stato pacificamente perdonato, un giorno, quando sarebbe stato troppo tardi, per qualunque altra cosa? La tendenza a favoleggiare stava divenendo di anno in anno sempre più marcata, sembrava sempre più impossibile, quanto improbabile, distaccarsene. Per poi chiedersi Cui prodest? Il gioco era quello, e tale sarebbe rimasto. Era inutile, quasi infantile, sperare ancora una volta nella Divina Provvidenza. Eppure, Tassorosso. Poteva non ricordarla? E quella Spilla. Passata sotto silenzio, lo sguardo era passato oltre, non vista, non se l'era filata, era ancora lì, quasi a urlare la sua presenza. Gli sarebbe venuto in mente. O il dado era ormai tratto, era quello, e tale sarebbe rimasto ancora a lungo, quasi nei secoli? Ma c'era qualcos'altro di cui occuparsi in quel frangente. Un The sarebbe davvero andato benissimo!

Molto bene, allora un The.
Mi raccomando, parli chiaramente, o potrebbe essere... fraintesa!
Un The, e due di zucchero.


Il raffinato, ed insospettabile servizio blu e bianco cinese, poco distante, si animò. La teiera sbuffando prese a riempire una tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del primo grazioso cliente, inseguita a ruota dalla delicata zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di portare a compimento il suo uffizio, stanca di quella forzosa quiescienza, stanca delle chiacchiere, ma obbediente agli ordini impartiti, almeno per quella volta. Compiaciuto, il Vecchio, sorvegliava l'operazione. Più d'un grattacapo, ne era già emerso! Insopportabile d'una zuccheriera. Era quasi giunta l'ora del The, il che non era mai un male. Era la volta della Giovane. Giovani e The, un rapporto difficile? Cos'avrebbe deciso? Zucchero? Limone? Altro? Il Servizio era lì, in attesa, pronto anche a fraintenderla, come sempre.
Era già tempo di svuotare il sacco? Tanto valeva. Perchè rimandare.
Era qualcosa di tanto inedito, quanto prevedibile?
Perchè quell'ostinazione generale per Morgana?
Cosa vi si celasse, in fondo, era presumibile.
Ma andando oltre le apparenze, che restava?
Era solo un'altra Storia, come tante altre.
Quale sarebbe stato il suo contributo?
Aveva le idee sufficientemente chiare?
Probabilmente almeno non del tutto.
Altrimenti, perchè sarebbe giunta?
Discutere dell'ovvio? Tanto valeva.
Bisognava rimanere ottimisti.
Era un inguaribile ottimista.
Lo era sempre stato.
Ed ecco, infine.
L'intuizione!
Hydra.

 
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Amber Serenity Hydra
Prefetto Tassorosso ~ 16 Anni ~ Scheda
Anche nonna Cordelia aveva una teiera incantata, ma di colori differenti.
Era divertente vedere come la zuccheriera inseguisse il gruppo di elementi fino alla scrivania del professore, servendolo come da richiesta. Si domandò, inevitabilmente, quanti anni avesse quel servizio da Tè.
Quando venne il suo turno di ordinare, si raddrizzò ben bene sulla poltrona, e con un tono di voce ben chiaro..

« Un Tè, senza zucchero.» sperando di non dare una delusione all'operosa zuccheriera, era abituata a bere molti Tè senza zucchero, ma più che altro perché spesso vi affiancava una fetta di torta. Ad ogni modo un gusto troppo dolce non rientrava mai nelle sue preferenze. Attese di essere servita, bene o male, prima di racimolare il resto del suo coraggio e servirlo come dessert.
La situazione era perfetta, il rituale del Tè stava calmando il suo animo quanto bastava a non farla credere solo una sciocca studentessa con una stupida domanda.
Attendere che il professore la "interrogasse" a riguardo, non era contemplato.. le sembrava più giusto prendere la parola.
Mal che andasse, lui avrebbe sempre potuto fermarla. Prima ancora di sorseggiare la bevanda, ancora troppo calda, aprì bocca, prendendo il discorso un po' alla lontana, per arrivare via via al dunque.

« Professore, sono rimasta molto impressionata dalla figura di Morgana, come penso si sia capito.. » e con chi altri avrebbe potuto parlarne, se non lui? Gli altri studenti non l'avrebbero mai presa troppo sul serio, anche se non era detto che di serietà si trattasse. « ..stavo svolgendo i compiti, e le relative ricerche.. » allungò le dita affusolate, fino a racchiuderle attorno alla tazzina, ancora calda. «.. e mi sono fermata su un punto, particolarmente importante, della vita della maga.» Il contorno era stato detto, il piatto preparato, ora il tutto andava realmente servito. Le interessava capire di quale visione fosse il Professore, se vedesse solo bianco e nero, oppure il grigio, che a lei tanto sfuggiva.
Si affrettò, comunque, a mettere in chiaro un'altro paio di punti, prima di portare la tazzina alle labbra.

« Ho letto tutto quello che ho trovato a riguardo, e forse la mia domanda non è poi così storica..penso sia più una curiosità.» difatti lei non aveva problemi a completare quella ricerca, ma piuttosto aveva il desiderio profondo di capire Morgana in ogni sua sfumatura. Una cosa probabilmente impossibile, data la probabile morte della stessa. Inspirò, e volse lo sguardo al professore.
« Mi chiedo quale sia la vera ragione che l'abbia spinta a scegliere la via dell'oscurità. » nel libro vi era scritta una motivazione, ma le vera domanda che celava era.. « .. era davvero una scelta da condannare? » Una domanda posta da una voce innocente, che però racchiudeva tutti i dubbi della tassina. Aveva sentito un senso di appartenenza, quando aveva studiato Morgana, quasi fosse lei nella stessa situazione. Oh, non lo era, almeno non ancora, ma se si fosse trovata al suo posto?
C'erano altri fattori da mettere in conto? Fattori di cui il libro non parlava ma che lui conosceva, magari?
Sperava di aver posto quel quesito nel modo migliore, non voleva che la situazione venisse fraintesa, che lui pensasse ad un possibile percorso "oscuro" di Amber, perché così non era.
La curiosità era il motore che la spingeva a chiedere, ed a farsi domande. Era tanto sbagliato?
E se Morgana stessa non avesse davvero avuto scelta?
Amber aveva interpretato male il libro?
Tutto era possibile, stava al professore dissipare i dubbi, o aggiungerne altri.


© Giuls

 
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view post Posted on 17/9/2016, 17:42
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Ormai era fatta.
Il momento fatidico era sempre più prossimo, e mentre già la Zuccheriera si affannava intorno alla tazzina, ecco piovere dal cielo la richiesta della giovane ospite. Tutto procedeva secondo quanto preventivato, tutto secondo il programma, e tale sarebbe anche rimasto? Di cosa avrebbe voluto mai discutere? Il candidato ideale era quasi sempre Merlino, i giovani Maghi ne subivano ancora l'influsso, lo avvertivano presente, notevole, imprescindibile. C'erano poi le Streghe, più vogliose di conoscere Morgana, un approccio diverso, un'altra Storia, ma non troppo differente. Rigirando pensieroso il cucchiaino nel liquido ambrato, meditabondo proseguiva tranquillo, assorto. Quell'operazione meccanica, tanto usuale, quanto famigliare, non richiedeva più particolari meditazioni, aveva un che di automatico, un riflesso puro e semplice. Ed ecco la Zuccheriera correre dall'altro lato del tavolo, inseguendo la collega di un'esistenza, affannandosi intorno ad una nuova tazzina, mulinando il cucchiaino, poi tombali le parole della Giovane. Infischiarsene? Fare la gnorri? Non aveva visto nulla, e sentito ancor meno? Avrebbe retto il gioco? Attese la Giovane al varco, mentre la sua attenzione veniva catturata dal Vecchio, e già le prime parole erano in procinto di fluire, di sottecchi lasciò cadere anche nella seconda tazzina un primo cucchiaino di zucchero. Pronta a cogliere l'attimo per il secondo, ma presa in contropiede dalle dita della Giovane, che già si stringevano intorno alla ceramica. Battè in ritirata, mulinando l'attrezzo, meditando una terribile di molte vendette. Ed il suo tiranno non sembrava prestarci troppa attenzione, un po' come la giovane ospite, o forse no?
Morgana, era il momento di Morgana.
Nulla di eccessivamente strambo.
Tutta una questione di definizioni.
Ricominciava il gioco.
La solita Storia?
Tutto cominciava sempre alla lontana. I compiti, in una qualche maniera erano sempre quelli l'origine di ogni bene, e male. Tutto muoveva da lì. Quanto fosse credibile che visti i risultati tutti profondessero tali e tanto gravosi sforzi in quella che era una produzione oggetto potenziale dello studio di una psichiatra restava incerto, ma almeno era una versione concordata, come nelle migliori galere. E nessuno sembrava intenzionato a scaricare gli altri ammutinati. La versione reggeva ai più minuziosi controlli, eredità tramandata da quelli che erano stati forse addirittura i trisavoli di molti di loro, in saecula saeculorum? Compiti, che in qualche caso erano anche destinati a portare in dote una serie di domande. Il che non era obbligatoriamente una brutta cosa. Anzi.
La via dell'Oscurità.
Erano più i problemi che venissero sollevati da quella pessima scelta di vocaboli, di quanti non se ne risolvessero. Si annidava lì il problema. Erano nuovamente alle solite? Non c'era speranza di salvarsi? Ma chi erano i responsabili di quelle fesserie? Era piuttosto sicuro di saperlo. Quanto era responsabile lui, per loro? Di fatto, il problema era suo. Si sarebbe sacrificato di buon grado ancora una volta.


Sì, penso di aver capito il punto.
Potrei chiederle di offrirmi una definizione di 'Via dell'Oscurità'?
Prima ancora di condannarla, sarà bene intendersi sul significato di quanto vogliamo discutere, no?
Magari qualche esempio, non per forza legato a Morgana, potrebbe aiutarla.
Veda lei, ad ogni buon conto.


Vortivi di vapore, ed essenza, si levavano vorticosi dalla cheta superficie ambrata.
Tra un rotacismo, ed un improbabile vocalismo, proseguiva.
Un sorriso, un leggero accenno qua.
Un dito ammonitore là.
Business as usual.

 
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Amber Serenity Hydra
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La zuccheriera si era offesa. Sperava di non averle fatto un torto troppo grande, ed invece.. era riuscita ad inimicarsi perfino un oggetto. * andiamo bene.. faccio progressi!*.
Cercò di non fossilizzarsi su quel concetto, alla fine era lì per parlare di una questione che la incuriosiva e preoccupava molto di più. Il professore era rimasto pazientemente ad ascoltarla, e quello era stato un indubbio punto a suo favore. Al contempo però, quando parlò, le fece notare l'ovvio: non era stata chiara, non del tutto. E come poteva esserlo?
L'emozione e la tensione iniziali, avevano fatto del loro meglio per scollegare i pensieri della tassina dal filo conduttore che aveva studiato, lungo il cammino che l'aveva portata lì. La richiesta del docente era più che lecita..
Inizialmente fu anche spinta a raccontargli di quanto quel suo sogno l'avesse turbata ma, di fatto, lei non si fidava ancora abbastanza.
Era proprio un suo problema, quello del non fidarsi, difficilmente concedeva qualcosa di sé agli altri, e non poteva certo dimenticare di non avere davanti solo un Professore, ma una vera autorità.
La definizione di "via oscura", venne presto spiegata, una volta posata la tazza, già svuotata per metà.

«Per "via oscura", intendevo la scelta di Morgana di utilizzare la magia non a fin di bene, sconvolgendo l'equilibrio delle cose. Quella che l'ha portata a creare gli Anatemi senza perdono. » si pentì di aver posato la tazza, perché le dava senza dubbio molta più tranquillità, stringerla in mano. Si era chiesta molte volte, e lo stava facendo ancora, indagando lo sguardo del vecchio professore, quanto effettivamente il corpo docenti ne sapesse di ogni singolo studente.
E quanti, in quella scuola, avevano perso i genitori proprio grazie a quegli anatemi?
Amber non lo poteva sapere, ma forse lui si..?
La curiosità era sempre stata parte integrante del suo animo, aveva solo timore che la potesse portare oltre i confini del "consentito".
Le venne chiesto di portare un esempio, un qualcosa che, giustamente, spiegasse il suo dubbio allo storico.
Non lo avrebbe fatto, se non fosse stato necessario, ma sentiva di dover davvero superare quel piccolo scoglio, per poter avere una discussione utile e proficua. Prese un profondo respiro, e si decise ad essere il più chiara possibile.

« Morgana è identificata come colei che ha dato il via all'utilizzo della Magia oscura.. e questo è accaduto quando si è allontanata dai Pendragon, scoprendo che Uther non era il vero padre.» l'aveva presa troppo alla larga, quindi strinse il cerchio sul vero problema.
« Mia madre è stata uccisa da uno dei suoi anatemi, e questo mi ha fatta pensare. Se Morgana non li avesse inventati, lo avrebbe fatto qualcun'altro nel corso degli anni? » Probabilmente stava andando un po' troppo sul piano ipotetico, ed era partita in realtà con l'ultima delle domande che voleva porgli.
Aggiustò un'ultima volta il tiro.

«Quello che mi chiedo è: Morgana ha avuto una scelta?
Uther rogava i maghi, e lei voleva liberare il regno dall'ottusità babbana, avrebbe potuto farlo in altri modi?
Non la voglio giustificare, come è ovvio io non approvo l'uso della magia oscura, ma vorrei capire.. c'è una vaga possibilità che la colpa, più che di Morgana in toto, fosse anche di Uther? »

Lo aveva detto.
Logicamente non contemplava l'uso degli anatemi, sarebbe stata un'ipocrita a pensare il contrario, dopo tutto il dolore che ancora portava con sé.. ma il tarlo del dubbio aveva scavato in profondità. Dov'era il confine tra bene e male?
Forse, l'unica cosa di cui aveva bisogno era di sentirsi dire che Morgana avrebbe potuto scegliere una soluzione migliore, che non era davvero stata forzata a dare il peggio di sé in una situazione impossibile da gestire altrimenti.
Si era sentita Morgana, per una sola notte.. si era sentita sull'orlo del baratro, nella scelta tra potere e giustizia. Ma poi, il potere cos'era? E perché andava attribuito all'Oscurità? Non ce n'era abbastanza nella Luce?
Non era una sciocca, non troppo, sapeva che sotto a tutta la maschera di Morgana, c'era lei, e la sua incapacità di venire a capo del problema. Lei e l'impossibilità di rendere giustizia alla madre. Lei ed il suo sentirsi impotente contro tutto e tutti.



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Sorseggiava senza fretta il liquido ambrato, quando la Giovane riprese. Morgana era sempre lì, pronta, con tutti i suoi dubbi, e con poche certezze. Eppure, lì sarebbe rimasta. C'era una qualche soluzione all'arcano? Era davvero una domanda? Aveva davvero inventato qualcosa? La Bath raccontava fandonie? Poteva essere tutto semplificato e ricondotto a quel dato banale? Se così era, perché la Bath aveva sbagliato? L'avrebbe rifatto? Era un errore sistematico, o semplicemente casuale? Poteva essere facilmente risolto? Mentre si svelava la prima domanda, già la Giovane iniziava, diretta alla seconda. Avrebbe risposto? Era convinta della risposta? Non lo era? Lo sarebbe stata? Poteva succedere, in fondo. Nulla di troppo sconvolgente. Che non vi avesse mai pensato? Che in troppi raccontassero troppe fandonie? Perché lo facevano? Ne erano consapevoli? Sorrise alla giovane, mentre tornava a tacere, e la tazza di The tornava mansueta sul suo piattino, poi quello che sembrava un risentimento. Un muto rimprovero, più a se stessa, che non altri. Il quadro si complicava, si infittiva, tornava a distindersi, come preda del genio di un'artista incompreso, che in un mare di piccole e rapide pennellate sino all'ultimo godeva nel lasciare il quadro incomprensibile ai più, sino a quell'ultima folgorante intuizione. Era quello un caso similare? Cosa gli stava raccontando la Giovane? Come avrebbe potuto gettarsi a pesce nel discorso? Quanto avrebbe dovuto farlo riflettere la madre di lei? Avrebbe dovuto darvi peso, o non farlo? E se sì, in quale misura? Che fosse tempo di proseguire in una qualche maniera? In fondo, in un qualche modo sarebbe stato inesorabile la necessità di farlo. Poteva esserci una ragionevole soluzione all'arcano? Vi sarebbe arrivata? Vi sarebbero dovuti arrivare?
La Magia era potere, checchè ne dicessero.
Sarebbe continuata ad esserlo.
Ed era già qualcosa.


Tanto per cominciare apprezzo la sua definizione, e vorrei che continuasse a tenerla a mente, in particolare per quanto concerna il 'volere'. Spesso con molti dei suoi colleghi ci areniamo ancor prima di aver iniziato. La pregherei anche di una gentilezza, nonostante la loro diffusione, in mia presenza voglia trattenersi dallo scomodare la 'Magia Oscura', o la 'Magia Chiara', son due non definizioni che hanno l'unico vantaggio di confondere acque altrimenti cristalline, per quella che forse involontariamente ha già colto esserne la ragione. Ma dicevamo, nonostante si dica e si ritenga, e si attribuisca a Morgana questo forse triste primato, in realtà questo stesso primato potrebbe essere la sua rovina. Se la Bath non dicesse nulla in merito, e lei venisse a conoscenza da me dell'esistenza di queste maledizioni, se dovesse porsi la domanda del dove collocarne la 'creazione' cronologicamente, a cosa penserebbe? È inevitabile che siano stati creati da qualcuno, ma quando?

Veniva poi naturalmente la Magia Oscura.
Figurarsi se potesse essere dispensata per una volta, dal presentarsi.
Giammai! Piuttosto la morte! Doveva esserci, ancora, e ancora! Ed eccola.
Nemmeno il tempo di tacere, che già faceva capolino, travestita da contadinella.
Possibile che dovesse infestare qualunque ragionamento, pur ben avviato?
C'era speranza, un giorno, di purificarsi da quella credenza medievale?
Magia Oscura non ti temo, mi annoi?
Era una campagna?
Un nuovo slogan?
Sorrise.


E va bene, forse pensavo di correr troppo. Ma non c'è premura.
Se le dovessi chiedere di individuare la principale differenza tra un incantesimo oscuro, e uno chiaro, lei a cosa penserebbe? E a tutti gli altri? Per prendere invece un esempio, se in questo momento entrasse un pazzo armato di ascia dalla porta che ha da poco varcato lei, e io lo uccidessi, questo farebbe di me un pericoloso mago oscuro, secondo la sua definizione? Se invece affogassi lei in uno dei vostri calici di Trasfigurazione, questo farebbe di me un Paladino del Bene?
Evidentemente non possiamo sapere cosa sarebbe accaduto se, dipende da come vuole pensare lei personalmente al futuro, mi passi il termine, ma se uno è destinato a morire a tutti i costi, solitamente muore. Il Fato trova sempre un modo per realizzare i propri disegni. Può darsi che uccidendo il pazzo armato d'ascia, non scorga invece un dardo arrivare dal parco, e finirei comunque con lo stesso destino, capisce? Del resto, chi può dirlo, forse la via oscura di Morgana in realtà è stato un atto di Bene, rispetto a qualcosa di gran lunga di peggiore che si sarebbe potuto verificare senza di lei. Ciò nonostante, sono certo che tutti abbiano una scelta.


Ottimo, si era appena tirato la zappa sui piedi?
Ovviamente era da valutare la possibilità.
Ma rimaneva un inguaribile ottimista.
La Giovane avrebbe compreso?
Probabilmente sì.
Fortuna?
Caso?
Fato?

 
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view post Posted on 22/9/2016, 09:26
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Amber Serenity Hydra
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Superato il primo scoglio, ne venne un altro.
Il professore aveva iniziato a risponderle, sul serio, ora che sapeva quali fossero le sue domande.. e lei dovette concentrarsi il più possibile per non perdere il filo del ragionamento.
Conosceva l'oratoria di Peverell, e sapeva che era noto per essere un abile conversatore.. che poi era il motivo per cui Amber si trovava lì. La questione che occupava i suoi pensieri, andava disaminata per bene, e solo lui poteva aiutarla a farlo.
La richiesta di non etichettare la magia, le suonò strana, in principio. Non darne una netta distinzione, poteva voler dire che davvero non ce ne fosse una? Ma allora, cosa differenziava oscurità e luce?
La magia non era che lo strumento, l'utilizzo che se ne faceva, era tutt'altra cosa invece..
Già il fatto di doverci riflettere, la portò a credere che fosse davvero stata la scelta giusta, palesarsi lì.
Una risposta, comunque, l'aveva avuta.. in un certo senso.. se Morgana non avesse creato gli anatemi, in quei secoli di storia, non lo avrebbe fatto nessuno? certo che no.. qualcuno lo avrebbe comunque fatto, forse era davvero solo una questione di tempo.

«Capisco.. » disse poi, posando la tazzina, vuota, sulla superficie di legno. Non aveva compreso proprio tutto, ma il concetto le era arrivato.
Mentalmente si chiese se fosse nato prima l'Anatema o il Mago, ma la risposta era piuttosto ovvia. Il Mago crea l'anatema, quindi non c'e scampo.
Per quanto ingarbugliata potesse sembrare, quella conversazione, Amber riusciva a scorgere quanta verità vi fosse alla base delle risposte del docente.

«La magia è un mezzo, ma l'uso che se ne fa, cambia le cose.
Non la definirei un assassino, se per difendersi uccidesse il pazzo con l'ascia.. ma potrei avere dei dubbi, se mi affogasse in un calice, senza apparente motivo.
Sfumature, è una questione di sfumature?
Potrebbe anche essere che il suo affogarmi sia spinto da un "Imperius", o che le sia stato ordinato a scopo di evitare qualcosa di peggio.. in tal caso, anche da morta, non potrei davvero condannarla..
Forse, non è l'incantesimo ad essere oscuro, ma l'intenzione del mago che lo utilizza, e lo scopo per il quale lo fa.. »
e, forse, nemmeno "oscuro" era il termine giusto.. perché alla fine, cosa lo era? Stava ragionando a voce alta.

Si trovò indubbiamente spiazzata.. era certa di essere poco saggia nel non intravedere una distinzione netta tra le due cose, ma Peverell le stava dicendo che non esisteva.. quindi non era sciocca lei?
Se nessuno avesse creato l'anatema che uccide, ci sarebbero sempre stati altri modi per porre fine alla vita di qualcuno, quello era solo più rapido.
"..se uno è destinato a morire a tutti i costi, solitamente muore. "..
Per un attimo, Amber perse di vista il punto centrale del discorso, rabbuiandosi quanto bastava a dare l'idea che alcuni ingranaggi stessero vorticando nel suo cervello.
Non c'era verso di scampare al destino, così pareva.
Però tutti avevano una scelta, secondo lui. Ma poteva ragionare anche lei in quel modo?
Era sbagliato tormentarsi con centinaia di " e se.."?
«Quindi, è irrilevante il motivo che ha spinto Morgana a fare quello che ha fatto, ma più il fatto che abbia scelto di farlo.. a fronte di un'ipotetica scelta differente. Però noi non lo potremmo mai sapere, giusto? » era più una domanda retorica, perché chiaramente il professore le aveva fatto intendere che non sapesse tanto più di quanto avesse spiegato a lezione. O forse, non le era dato sapere?
«Tornare indietro nel tempo, potrebbe essere utile.. anche solo come spettatori, ma dubito esista una Giratempo così potente, no? » Un'altra domanda retorica, che, secondo Amber, avrebbe forse portato il professore a ridere di lei, o con lei.
Tornare indietro nel tempo.. se avesse potuto, sicuramente lo avrebbe fatto.
Non avrebbe mai compreso davvero Morgana.. ma non era più detto che quello fosse un male.


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view post Posted on 23/9/2016, 18:59
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Qual era il punto della questione?
Sin dove era legittimo spingersi a supporre?
Quando andare oltre sarebbe stato scandaloso?
Esisteva il moralmente sconveniente, che potesse conciliarsi con il razionalmente esatto?
Quanto le due questioni erano destinate a percorrere la stessa via, parallele? Sarebbero arrivati sicuramente a un punto di rottura, di netta divaricazione in quello che sembrava essere un ragionamento esposto ad alta voce da un nottambulo. Sin dove l'avrebbe seguito? E sin dove l'avrebbe seguita? Quanto era scontato che lui avesse ragione, e lei torto? Con che coraggio si poteva essere convinti nel sostenere tali boiate? Eppure, il fatto che tutti le professassero non avrebbe dovuto farlo riflettere? Probabilmente il fatto di essere un Peverell non aiutava la sorte, il fatto di essere vecchio nemmeno, e per giunta un professore ancor meno. Le possibilità che valutasse anche solo per un istante di starsi sbagliando erano tanto radicalmente remote, che il tutto sembrasse se non impossibile, ridicolo. Come sbagliarsi su qualcosa di così ovvio? Con che coraggio avrebbe mai potuto ammettere di essersi sbagliato per così tanto tempo, se anche fosse stato vero? Era del tutto impossibile, ma anche inutile pensarci. Non si sbagliava. Magia era potere, Energia, non poteva che essere neutra. Chi avrebbe mai pensato di sostenere che l'acqua, o il fuoco fossero oscuri? E magari la terra chiara? Era tutto un ragionamento destinato a non spingersi molto in là. Erano anni che lo urlava ai quattro venti. Eppure...
Come salvare la faccia entrambi, lasciandosi alle spalle la questione?
C'era anche una questione di apparenze da salvare?
La sincerità sì, ma sino a che punto?


In effetti sì, temo sia una questione di sfumature.
Per quanto questa non debba divenire un alibi dietro cui celare la propria ignavia.
Vede, noi non siamo quasi mai nelle condizioni ottimali per sapere tutto il necessario per prendere la migliore delle decisioni possibili, a volte sbagliamo, è inevitabile, altre volte sbagliamo nel non far nulla. Per venire al suo esempio, cosa abbia spinto Morgana nel fare determinate cose, e nel non farne altre, probabilmente non lo sapremo mai, ciò nonostante il nostro giudizio deve rimanere quanto più neutrale sino a non esserci fatti un'idea quanto più completa possibile, trattandosi di un argomento di studio. Lo studio, la teoria, è diversa dalla pratica proprio in questo: ci concede tutto il tempo di cui abbiamo bisogno. E facendo esercizio con la teoria, non sia mai che possiamo diventare anche più abili nella pratica. Mi segue? I motivi alla base dell'operato di una persona possono essere fondamentali nel decretarne un giudizio, in fin dei conti sono pur sempre i motivi a determinare le nostre scelte, giusto?


Fatta fuori Morgana, non restava che un tuffo carpiato, all'indietro.
Tutta quella Storia stava man mano assumendo un andamento ondivago.
Flussi e riflussi, un lungo indeterminato pensiero, che usciva sbocconcellato.
Quasi non avesse ancora maturato una certa sicurezza, e temesse il giudizio del mondo.
Cos'avrebbero mai potuto concludere da qualcosa del genere?
Qual era la soluzione di tutto quello?
Ce n'era una percorribile?
A quale prezzo?


Vede, se assumessimo che la Magia fosse un elemento naturale, probabilmente il discorso diverrebbe incredibilmente più semplice. A chi verrebbe in mente di bollare l'Aria come chiara o oscura? La Magia è la stessa cosa, possiamo ovviamente definirla una questione semantica, una sfumatura se vuole, ma in realtà è un punto sostanziale. Possono essere oscuri i nostri intenti, i nostri scopi, o anche i nostri mezzi, per arrivare a quelli che in fondo sarebbero obiettivi anche nobili. In quale caso saremmo dei maghi oscuri? Se per salvare un Paese, è necessario sacrificare una città, cosa sarebbe giusto fare? Del resto, ha mai pensato al termine stesso 'Avada Kedavra'? Concorderà con me essere ben diversa dal più classico 'Lumus', già a livello di fonemi. E come crede che si uccidessero i Maghi prima di questa maledizione, in qualunque epoca vogliamo collocarla? L'effettivo risultato di un Avada, lo rende in maniera assoluta un incantesimo oscuro?

Erano tante le domande.
Quante le possibili risposte?
Ce n'erano di disponibili?
Quanto poteva essere detto?
Quanto invece non era dicibile?
Era il taciuto il vero protagonista?
Come quella Giratempo, per esempio?

 
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view post Posted on 27/9/2016, 08:27
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Amber Serenity Hydra
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Per l'ennesima volta, il docente aveva detto quanto lei temeva.
Non c'era verso di uscire da quel tema con una risposta netta, semplicemente perché non ne esisteva una.
Il mondo non era bianco e nero, oh le sarebbe immensamente piaciuto che lo fosse.. da un lato, avrebbe reso il tutto più "facile". Ma nulla era facile, lo aveva imparato anni prima, e crescendo la cosa non era cambiata.
«..la seguo.» si limitò a rispondere.
Nonostante non stesse ricevendo risposte rassicuranti sul tema, non si pentì di essersi presentata dal professore, probabilmente aveva bisogno che lui le parlasse in quel modo.. perché nessuno si sarebbe mai messo a fare quei discorsi con lei.
Non c'era dunque alcun modo di sapere se Morgana avesse agito con un ampia possibilità di scelta, o solo con l'unica che aveva a disposizione. Però Peverell aveva ragione, esisteva anche la scelta del "non agire", ma tutto, comunque, non l'avrebbe portata ad una risposta. Questa situazione, però, non era del tutto negativa, alla fine le dava modo di ipotizzare ancora molto sulla maga, per conto suo.

La distinzione di cosa fosse giusto e cosa invece fosse sbagliato, confermò un'altra delle sue teorie.
D'altronde, se esistevano Wizengamot e Azkaban, un motivo c'era.. e lei non era un giudice, non poteva ritenersi in grado di comprendere davvero qualcuno, non tanto da sapere se avesse agito nel modo giusto o in quello sbagliato.
Si prese qualche minuto per riflettere su quel punto, prima di rispondere alle domande del docente.

«Penso ci si possa uccidere anche senza un'anatema, credo quello sia solo una scorciatoia. Probabilmente c'era il bisogno di agire più in fretta.. ma non posso saperlo. » la seconda parte fu un po' più difficile da interiorizzare, ma il ragionamento dell'uomo non faceva una piega, e di conseguenza, come poteva non avere ragione?
«..no, non posso ritenerlo un incanto oscuro. Certo, è un incanto pericoloso, nelle mani di chi non ha giudizio. Ma se servisse a salvare un paese.. Non vorrei mai trovarmi in una situazione simile, ma se dovesse essere, dovrei affidare tutto al mio giudizio personale, suppongo. Il nostro mondo però è regolato da leggi, quelle dovrebbero essere una buona base di partenza..no?
Però resterà sempre un po' di incognita dietro alla motivazione di ognuno, sulla quale penso il Wizengamot sia più abile di me a lavorare. »
Questo non le avrebbe fatto smettere di cercare la sua personale verità, ma era una di cui non avrebbe proprio parlato con l'Insegnante di Storia.
Era alle soglie del terzo anno accademico, e forse tutti quei concetti erano troppo "avanzati" perché lei li comprendesse a pieno, forse non aveva ancora vissuto abbastanza da trovarsi in situazioni simili. Quello, però, non le avrebbe fatto perdonare l'assassino di sua madre.

«Professore, se l'oscurità si cela nel mago e non nella magia, perché si continua a fare distinzione? Se i tre anatemi senza perdono, possono invece essere perdonati in particolari situazioni, perché chiamarli così?» ormai la curiosità aveva preso il sopravvento. Amber era in totale accordo con quanto il professore le aveva fatto comprendere, ma non capiva perché al di fuori di quell'aula tutto fosse diverso.
C'era forse il bisogno che ognuno arrivasse, in qualche modo, a quelle conclusioni.. da solo?
Se stavano sbagliando a chiamarli tali, allora perché continuavano a farlo? C'era bisogno di suggestionare il mondo perché stesse lontano da quei tre incanti? Erano pericolosi si, ma tanto quanto una "Mors Apparentis" un po' troppo carica di sonniferi, no?


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view post Posted on 2/10/2016, 23:27
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In un verso, o in un altro, si finiva sempre con l'impelagarsi in discussioni che sarebbe stato ben lieto di non tenere affatto. Quanto potesse farvi in merito era poca cosa, e probabilmente non avrebbe nemmeno potuto farlo. Se la sorte imponeva determinate scelte, e se era destino che andasse così, chi era lui per sentenziare diversamente? Quanto senso avrebbe avuto voltare le spalle a tutto, e prendere la direzione concordata prima dei giochi? Certo, avrebbe potuto barricare la porta, oltre all'idromele, e sgusciare silenziosamente sotto un mantello dell'invisibilità per comparire in Aula. Eppure, in tutta onestà, l'aveva predicato per anni: il compito di un buon Professore si spingeva ben oltre la semplice lezione, l'Aula. Era molto altro. E se quell'altro comprendeva anche quelle discussioni, come avrebbe potuto voltare le spalle a tutto quello? Certo, tornare a Glamis, a trascorrere un ultimo periodo in pace, tra libri e pergamene, prima di andare oltre era un'alternativa. Ma non era ancora giunto il momento. E come pensare di praticarlo, quando ancora aveva una serie non da poco di faccende in sospeso? C'era soluzione alcuna a quelle faccende? probabilmente no. Non ne avrebbe mai risolta alcuna, ma importava il tentativo. Era un buon modo di lavarsi la coscienza. Di presentarsi incredibilmente leggero nell'aldilà? Altro che piuma, a confronto sarebbe sembrata un monolite da mille tonnellate. Non era un dilettante, sapeva come fare. Lo sapeva davvero?
E in tutto quello? Morgana di nuovo?
Era solo un'altra scusa? Morgana cos'era davvero?
In fondo, avrebbe potuto farne una colpa alla Tassorosso essersi trovata a riflettere su ben altro, muovendo semplicemente da Morgana? Avrebbe potuto farne una colpa a qualche altro? Certo, il fatto di essere puntualmente coinvolto aveva i suoi lati spiacevoli, ma tant'era ad esser passato dal convento. Che almeno si fossero presentati a coppie. L'agenda si riempiva così in fretta, e così fitta, che aveva del magico che i diversi non si incontrassero uscendo ed entrando. Era quella la Magia del Castello? Evitare di avere più di due ospiti per volta? Era vera Magia? Due alla volta avrebbero impiegato lo stesso tempo, o la metà? Le economie di scala quanto erano potenti in quel contesto? Avrebbe avuto senso discuterne? Non ne aveva? Era un po' come l'Avada? Quante e quali fantasiose ipotesi potevano essere fatte in merito? Era un puro atto di odio? O al contrario, non lo era? Tutto era soggetto a un assoluto relativismo? Se nemmeno l'Avada era una potente Magia oscura, cosa lo era? Avevano chiarito che nulla lo fosse? Il vizio era duro a morire. Era piuttosto sicuro di non averla convinta, ma sarebbe stato inutile, se non controproducente insistere sul punto. Ed ecco che tra un cenno, e un assenso proseguivano.
Le Leggi erano una buona base di partenza? A quale condizione?
Un po' come il Wizengamot, sino a quale punto era davvero più competente?
Esisteva un margine di competenza? Si poteva individuare qualcuno che lo fosse?
Erano vittima di un sistema perennemente a caccia di semplificazioni. Di idiozia. Di sintesi, falsa.
Potevano davvero essere perdonati? Chi doveva perdonarli? E come avrebbe potuto farlo?
Se il prezzo da pagare era una città per un Paese, come avrebbero potuto perdonare?
Non era troppo alto per essere formulato, ancora prima che accettato?
Era semplicemente un problema etico?
C'era sotto altro?
Sospirò.
Non c'era mai nulla di semplice.
Per quanto lo si volesse.


Esatto, potrebbe essere nato dall'esigenza di farlo più in fretta, ma non solo nel senso che lei potrebbe pensare. Una morte veloce è spesso anche la più pietoso, inaspettatamente potrebbe essere nata proprio da una tacita e sinistra forma di rispetto nei confronti delle vittime. Ma resta la formula aramaica della maledizione, il che con tutto il dovuto rispetto per Morgana, temo mi spinga a dubitare che sia nato in Europa nel nostro Medioevo, ma molto prima, in Medio Oriente. Il che ci porta direttamente ad affidarci al nostro giudizio personale, ad agire in base a quanto riteniamo giusto, prima ancora che legale. Se le Leggi prescrivono quanto giusto non è, cosa dobbiamo fare? Se la sentirebbe di firmare ora un contratto vincolante, nel rispettare qualunque cosa accada la Legge? Io no, a volte è meglio pagar le conseguenze per averla trasgredita sì, ma avendo fatto quello che ritenevano giusto. In fondo il Wizengamot è solo un consesso di uomini, non crede? Io ne faccio parte, e le posso garantire di essere in tutto e per tutto umano.

Sorrise divertito.
Tutto lì? Era vero.
Erano tutti uomini.
Non toglieva niente a nessuno.
Ma nemmeno lo aggiungeva.
E restava anche il perdono.
Trasgredire la Legge ma perdonarsi.
Avrebbe firmato immediatamente.
E la Tassorosso?


Non ho tutte le risposte.
Ma le dirò questo, la nostra epoca vive di semplificazioni.
Eppure la realtà non è semplice, e come potrebbe esserlo?
Cerchiamo di imbrigliarla in schemi e modelli teorici, che la semplificano.
Così facendo la limitiamo, la sfrondiamo di quanto riteniamo non sia essenziale, la riduciamo ai minimi termini per studiarla, e comprenderla meglio, in realtà arriviamo a studiare e forse comprendere qualcosa che non è la nostra realtà, ma una sua timida rappresentazione rupestre. Chi crede che debba perdonare chi, dopo una delle tre maledizioni? Certo, in teoria il Ministero è chiamato a svolgere la sua azione di giustizia, ma crede sia il solo? Uccidere qualcuno non è semplice, e non è da tutti.


Era quello il punto?
Chi doveva perdonare chi?

 
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view post Posted on 7/10/2016, 11:40
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Risposte, stava ricevendo risposte, che allo stesso tempo ispiravano altre domande.
Una parte di sé, quella che metteva tutto in discussione, si era attivata, dando vita ad uno scambio proficuo, almeno per lei.
Era difficile scindere curiosità e dolore, quando l'argomento di cui stava trattando riguardava entrambe le parti.
Forse però, il Professore aveva ragione, ancora una volta! Una morte rapida poteva essere considerata un dono.
Sicuramente non avrebbe voluto vedere la madre soffrire pene atroci prima di morire, al contempo però, non avrebbe nemmeno voluto che morisse. Però, se avesse dovuto scegliere, Amber avrebbe scelto una morte rapida anche per se stessa.
Si concentrò anche sul discorso della possibile origine dell'Avada Kedavra.. si parlava di Oriente?
C'era un mondo dietro quelle informazioni, un mondo che non si poteva leggere nei libri di scuola, perché tutto andava messo in dubbio, probabilmente ogni frase ipotetica andava confermata da qualcosa di impossibile da trovare. Solo un viaggiatore del tempo, avrebbe avuto le vere risposte.
La biondina non era certa di poter accantonare quel discorso tanto in fretta. Però, già sapere di non poterci fare molto, avrebbe calmato il suo animo, in parte.
Di nuovo, dunque, erano arrivati al punto. Le leggi potevano aiutare a scegliere la giusta direzione, ma nessuno poteva davvero sapere il motivo per cui venivano infrante.
Stupidamente, aveva dimenticato che Peverell stesso facesse parte del tribunale dei Maghi.

«Probabilmente non lo firmerei nemmeno io. In effetti, non potrò mai sapere cosa spingerà qualcuno ad infrangere le leggi stesse.» *forse gli Auror..?* la domanda rimase nella sua mente. Restava da capire se lei volesse davvero scoprire i retroscena di un possibile delitto, oppure lasciare che ad occuparsene fosse chi aveva più competenza. Che poi, il professore stesso negava che vi fossero esseri in grado di avere quel genere di competenza, appunto.
Ma non era andata lì per parlare di Morgana?
"Uccidere qualcuno non è semplice, e non è da tutti."
Amber annuì, mentre l'ennesimo stormo di pensieri volteggiava nella sua mente, sempre più vorticosamente. Troppe informazioni, troppi punti saldi da mettere in dubbio. Chi puniva chi? C'era qualcuno che davvero ne aveva il diritto? Qualcuno doveva pur farlo.
Le sue falangi avevano recuperato la temperatura autunnale standard: gelida.

« Certo, il Ministero si occupa anche di far rispettare Leggi e Giustizia, però lei ha ragione. Ci sono tante variabili, penso di aver capito il concetto.»
Dopo quelle informazioni, dopo essere quasi caduta dalle nuvole, forse sarebbe riuscita a mettere un po' di ordine e placare il suo animo. Correva da sempre, forse era bene che iniziasse a camminare.
« Non so chi debba perdonare chi, forse dovrebbe essere qualcosa di reciproco? Ma davvero non saprei. Per logica, dovrei perdonare un assassino che ha agito sotto "Imperio", ma non mi sento in grado di farlo. Come ha detto lei, siamo umani, in fin dei conti. Se fossimo in grado di pensare ed agire senza influenze esterne, allora non lo saremmo più.»
La componente sentimentale non si poteva annullare, lei non poteva farlo, non ne era in grado.. e nemmeno voleva.
Non avrebbe perdonato proprio nessuno, lo avrebbe odiato con tutta se stessa, fino alla fine dei suoi giorni.


© Giuls

 
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