Un incontro necessario?

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view post Posted on 16/9/2016, 22:30
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Anche il secondo anno ad Hogwarts era terminato per Mike ed ora, non senza un pizzico di orgoglio, si accingeva ad iniziare il suo terzo anno. Nell’ultimo periodo molte cose erano cambiate in lui; non si sentiva più un primino impaurito da ogni sorta di evento magico appena più complesso dell’accensione della propria bacchetta, ma nemmeno aveva l’arroganza di considerarsi capace ed esperto tanto da riuscir a cavarsela da solo in ogni situazione.
Quei due anni di esperienze e di studi lo avevano reso più ricco dal punto di vista magico e, perché no, anche dal lato morale. Con il tempo Mike non aveva soltanto appreso nozioni più o meno importanti dai suoi libri di testo, ma era riuscito a vincere alcune delle sue paure che lo perseguitavano dalla prima giovinezza ed a comprendere maggiormente le proprie debolezze.
Da questo lungo viaggio che lo vedeva protagonista, Mike si sentiva giorno dopo giorno migliore ma anche confuso su quanto avrebbe potuto compiere in futuro.
Certo, se provava a guardare indietro verso il proprio passato, Mike si era sempre sentito stimolato dalla voglia di mettersi alla prova; aveva sempre desiderato migliorarsi e molto probabilmente avrebbe continuato su questo percorso, cercando anche di intraprendere il tortuoso cammino che portava verso la conoscenza, od almeno, al concetto che lui aveva per quel termine.

Idee e concetti piuttosto ampli muovevano i pensieri di Mike, tuttavia, con diversi dubbi sul suo passato come sul suo futuro, si convinse che una conversazione con un personaggio più esperto e saggio avrebbe potuto aiutarlo nel dissolvere quella massa informe e nebulosa presente nella sua mente.
Fu questo pensiero che lo persuase ad incamminarsi verso lo studio del Vicepreside.
Fino ad allora non aveva mai pensato di chiedere udienza ad un professore, eppure, per la carica che ricopriva e per il suo grande carisma il Professor Peverell, noto anche negli ambienti letterari per le sue numerose pubblicazioni, gli era da subito sembrata la persona giusta a cui rivolgersi per un colloquio che, nel migliore dei casi, lo avrebbe aiutato a scoprire la propria strada.
Quando giunse davanti alla porta dell’ufficio posto al primo piano, non era né troppo tardi, ne troppo presto. Sperando di trovare l’anziano docente nel suo studio, alzò la sua mano per prepararsi a bussare due volte alla porta.
Toc toc, fu l’unico rumore che si levò dal corridoio.

 
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view post Posted on 17/9/2016, 17:34
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Martedì, subito dopo cena. Un tardo pomeriggio che aveva poco da dire, che razza di giorno era il Martedì? Di Marte aveva ben poco, e quel poco che aveva avuto, sembrava averlo perduto almeno da 1500 anni! Di Marte, neanche l'ombra, quello era poco, certo, ma altrettanto sicuro. Aveva infine preso una decisione estrema, per certi versi, a pranzo l'aveva saltato, era tempo di darsi alla lettura. La Gazzetta, così come gli altri giornali, puntuale, o forse anche no, arrivava tutte le mattine, e dopo una veloce sfogliata si recava in tutta calma sino in Aula, una ventina di passi più in là, in netto anticipo, per evitare sorprese, in fondo, quanti imprevisti potevano capitare nell'arco di quei venti passi? Ne era valsa la pena, essersi fatto ridare il solito Ufficio, dopo un'accesa mercantilistica trattativa, era stato un colpo di genio, un vero colpo da Maestro. Certo, il I piano era facilmente raggiungibile, anche per ogni sorta di scocciatori, ma aveva il vantaggio di avere l'Aula praticamente in Ufficio, di risparmiare il tempo del percorso, la fatica di arrivarci, e gli imprevisti del tragitto, che da quando si era insediato anni addietro in quel Castello, sembravano braccarlo ad ogni costo. In fondo, una certa malsana e masochistica soddisfazione la provava, per quanto si ostinasse a negarselo, era così, per quanto quei problemi facessero a gara per rintracciarlo, fosse Hogwarts, Samarcanda, Glamis o Yedo, poco importava, aveva il suo piacere il tentativo fruttuoso nonchè talentuoso di risolverli, e la soddisfazione il più delle volte di riuscirvi, senza apparenti sforzi. Risolvere problemi aveva il suo innegabile fascino, a maggior ragione se erano problemi che per molti versi non arrivavano direttamente a tangerti, più di quel tanto.
Comodo finalmente in poltrona, la luce del tardo pomeriggio alle spalle, aprì il Times del giorno prima, a caccia dell'articolo giusto. Corruzione dei costumi? Ignoranza ed analfabetismo di ritorno? Sfrangiamento della società? Scollamento tra significante e significato? Fatto stava che c'era sempre meno d'attualità che riuscisse ad attirare il suo interesse, ed aveva abbandonato ormai da anni l'idea di leggersi un intero giornale, non aveva senso, non aveva tempo, e non ne aveva nemmeno voglia. Perchè ostinarsi al chiacchiericcio? Quando era giornata trovava forse tre articoli buoni, su decine di paginate di inutili ciance, un orrendo peccaminoso delitto tediare a tal punto il lettore, pagante, per sciropparsi le boiate del primo ventenne venuto dal nulla. E li chiamavano giornalisti. Interessata, ma non troppo, Minerva era lì riunita in quella sessione tardo pomeridiana del gabinetto di guerra, appollaiata come un volgare corvo sulla testa della poltrona, lasciando che la sua sinistra e molto nobile ombra si allungasse sul tappeto che copriva il pavimento della stanza. Era ancora settembre, o per altri versi, era già settembre, una passeggiata avrebbero anche potuto concedersela in fondo. Il tempo di trovare il famoso articolo, ed archiviare la pratica? Invitante la poltrona non era troppo distante dal camino, solo qualche metro più indietro, era sempre in tempo a congedare imperiosamente il Times del lunedì, il fuoco sembrava reclamarlo a gran voce. Per la verità vi sarebbe stata anche della corrispondenza arretrata, ma c'era tempo, tutta una serata, parte della notte, il tempo di una passeggiata vi sarebbe pur stato in fondo, o forse no?
*Toc toc*
L'inizio di una catastrofe?
Sospirò, abbassando il giornale.
Se la sarebbero cavata?


Avanti!

 
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view post Posted on 19/9/2016, 13:05
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Due semplici tocchi sull’uscio della porta poi, quasi d’istinto, Mike controllò l’ora come per voler la conferma di non aver importunato l’anziano docente in orari proibitivi. No, non era affatto tardi ma verosimilmente quello sarebbe stato l’orario giusto per iniziare una qualunque riflessione o, perché no, per immergersi nella lettura di un buon libro.
Quando la voce del Professore giunse dall’interno dell’ufficio, Mike fu subito soddisfatto di non aver compiuto un viaggio a vuoto, così, con rinnovata energia, abbassò la maniglia ed aprì la porta.
Per qualche istante rimase sull’uscio, pronto a captare tutto il possibile da quanto percepiva all’interno della stanza. Osservare nella sua interezza il luogo nel quale una persona trascorre parte del proprio tempo può portare a scoprire qualche dettaglio sul suo carattere e sulla sua personalità, almeno così gli ripetevano di tanto in tanto i suoi genitori. Quel pensiero gli fece tornar in mente il suo dormitorio per un brevissimo momento; il comodino era quasi sempre in ordine, ma di tanto in tanto si potevano osservare alcune tracce dei suoi ultimi “lavori”. Nell’ultimo anno si erano avvicendarti alcuni ingredienti utili per i suoi esperimenti al Club di pozioni, qualche fiala da analizzare e alcuni piccoli quanto particolari oggetti su cui era riuscito a mettere le mani; ad esempio ora trovava un considerevole spazio il suo ultimo acquisto, una lanterna tanto antica quanto pregiata, in grado di illuminare solamente chi la teneva in mano. Doveva ancora finir di osservarla nel dettaglio, di certo ne avrebbe avuto il tempo nei giorni seguenti così, se lo appuntò mentalmente prima di tornare alla realtà del momento.

A primo impatto l’ufficio sembrava molto amplio ed accogliente ma a colpire maggiormente il Serpeverde fu l’enorme libreria. Le dimensioni della stessa e la grande varietà di libri in essa contenuti, fecero sembrare quel luogo una biblioteca, per certi versi simile a BiblioMagic, il negozio di Hogsmeade a cui tanto era tanto legato.

Certo, avrebbe potuto aspettarsi che al saggio ed eccentrico insegnante piacesse circondarsi di preziosi volumi e di suppellettili di varia natura, probabilmente legati alla sua passione per la storia, ma veder davanti a sé tutta quella fila infinita e ordinata di opere e di oggetti non lo lasciò indifferente. Se ci fosse stato tempo, gli sarebbe piaciuto restare per ascoltare la storia di ogni singolo antico soprammobile, ma non era quello il tempo di indugiare o, per lo meno, non poteva restare sulla soglia dell’ufficio per chissà quanto tempo.
Tornando con lo sguardo verso la scrivania, si presentò.

Buonasera Professore, sono Mike Tors Minotaus. Cercando di ostentare una certa sicurezza avanzò di un passo, giusto per ridurre brevemente la distanza dal suo interlocutore. A quel punto notò altri due dettagli che prima gli erano sfuggiti. Il vicepreside sembrava avere in mano la copia di un qualche giornale, e, alla destra della scrivania sembrava esserci… *una fenice!?* Mike quasi non riuscì a trattenersi per la sorpresa. I suoi occhi saettavano dalla testa del volatile al viso del professore di continuo. In quel momento avrebbe voluto fare almeno un paio di domande sul volatile, ma si fermò appena in tempo; non era quello il modo di presentarsi e nemmeno il tempo per assillare il suo insegnante.
Tornando ad osservare il giornale che giaceva piegato tra le mani del docente, Mike improvvisò una frase per giustificarsi:

Mi scusi se non mi sono annunciato per tempo; spero di non averla disturbata durante la sua lettura, nel qual caso posso tornare domani od un altro giorno..
Il suo tono suonava educato e sincero; dopotutto era vero, si era presentato senza nessun avviso e l’umore del professore avrebbe potuto risentirne. Restò così nei pressi dell’ingresso in attesa della sua risposta, di certo non così scontata.

 
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view post Posted on 20/9/2016, 22:34
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Il gatto, ed il topo?
Per quanto in fin dei conti non gli dispiacesse, non si poteva certo affermare fosse una visita prevista, e nemmeno particolarmente gradita. Il pensiero fu fugace, istantanea, l'alito di vita fuoriuscì altero, e rassegnato dalle narici, uno sbuffare non troppo sonoro, bastevole e suffciente, quell'unico atto, degno di uno spettacolo, a farlo vergognare di tanta umanità. In fondo cos'era un giornale, cos'era una passeggiata, davanti ad un problema ben più grosso? Certo, di gran lunga meglio se il problema non ci fosse stato, tra il non maledirlo per il solo fatto di esistere, e l'augurarsi e benedirlo perchè esistesse, c'erano infinite possibili declinazioni, una delle quali avrebbe presto imboccato.
Scivolò all'interno della stanza una figura, esitante, quasi in punta di piedi, un giovane Serpeverde, dei primi Anni. L'aveva già visto, quanto meno si dava il tono di presentarsi a lezione, il che certo, non poteva guastare. Ne sarebbe corso a tesserne lodi sperticate, ma era comunque un buon inizio. Quanto era già trascorso dall'inizio delle lezioni? Forse una settimana? Di più? Che razza di problema poteva aver già inventato, che non potesse attendere il giorno successivo? A che anno appartenesse, poi, era pretendere troppo. Ed era Atlante a tener l'agenda, ma era sicuro che non poteva mancare più di quel tanto alla prossima lezione. Poche ore, pochi giorni. Delegare il delegabile, ai giusti delegati, era una filosofia, incredibilmente fruttuosa, ed intelligente, che dava i suoi risultati. Ormai per certi versi aveva perso di interesse per molti campi, ma non ancora tutti.
Sorrise al giovane, mentre già il giornale si appoggiava sulla superficie della scrivania. Quanto lunga sarebbe stata la faccenda? Quanto complessa? Era sufficiente una firma? Le richieste per il Reparto Proibito erano crollate, che fossero diminuiti i controlli?
Il resto era normale e prevedbile cerimoniale. Si stupiva, entrava, chiedeva perdono, proponeva di ripresentarsi, veniva invitato a rimanere. Come avrebbe potuto porre argine a tutto quello? Come rompere quella prassi consolidata? Minotaus, non era anche il Prefetto di Serpeverde? Che avesse qualche grana più grande di quanto non potesse essere abitualmente gestita? Chi si occupava di Serpeverde? Era arrivato sino a lui per quello? Cosa bolliva nei sotterranei, oltre al brodo, e alle patate?
Quanto avrebbe dovuto sentirsi interessato all'intera faccenda?
Accennò alla poltrona, con cortesia.


Nessun disturbo Mr. Minotaus, prego, si accomodi.
Posso offrirle qualcosa, magari, prima che mi racconti?


Soave, bonario, affabile.
La solita danza?

 
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view post Posted on 23/9/2016, 20:10
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Il dado era stato tratto.
In risposta alla sua domanda, Mike ricevette la cortese risposta dell’insegnante che lo invitò ad entrare ed a accomodarsi. Soddisfatto, il Serpeverde avanzò fino a coprire la distanza che lo separava dalla poltrona di fronte alla scrivania. Le formali regole della buona educazione erano state rispettate così come era giusto che fosse in quel genere di incontro.
Il professor Peverell dal canto suo, non era soltanto il suo docente di Storia della Magia, ma era anche una personalità piuttosto conosciuta nel mondo magico grazie alla punta della sua piuma, sempre pronta a raccontare gli aneddoti più curiosi e divertenti di anni e anni di esperienze. Proprio per quel motivo, Mike cercò di tributargli il giusto rispetto. Nel sedersi di fronte a lui non poté fare a meno di notare che anche in quell’occasione l’anziano docente sembrava avvolto da un’aura di saggezza e di conoscenza davvero invidiabile, motivo che l’aveva spinto a rivolgersi a proprio a lui in quella serata.

Quando si fu accomodato, accettò l’offerta dell’insegnante; dopotutto, bere qualcosa durante il loro incontro avrebbe sicuramente aiutato la conversazione e, perché no, anche la riflessione.

La ringrazio professore, rispose Mike con tono sereno e gentile. Mi farebbe molto piacere.

Il tempo di far trascorre qualche istante, ed avrebbe esposto il motivo della sua visita non prima, tuttavia, di terminare come la buona educazione avrebbe imposto quella prima parte di convenevoli.
Mi permetta inoltre di complimentarmi per la sua recente nomina a Vicepreside. Hogwarts acquisterà sicuramente un maggior prestigio durante il suo mandato. Si congratulò, sfoggiando un sorriso di cortesia.
Non era forse vero? I primi segnali sembravano già evidenti, secondo il suo pensiero. Quando le voci di quella promozione cominciarono a diffondersi anche tra i corridoi della scuola, ecco che a bussare per la cattedra di Trasfigurazione si presentò Maximilian Barrow, un docente decisamente in gamba e preparato, che Mike aveva già avuto modo di conoscere a lezione nei giorni precedenti. Di certo non una coincidenza…

Ora tutto sembrava pronto per procedere; le normali consuetudini erano terminate, qualche dubbio su cui ragionare c’era, restava da scoprire se il tempo fosse stato clemente o meno; non avrebbe voluto congedarsi a tarda ora da quell’ufficio.
Per un attimo fissò le fiammelle del caminetto danzare, mentre cercava di far luce dentro di sé e di pensare a come spiegare il motivo della sua presenza. Certo, nell’immediato futuro avrebbe parlato dei suoi punti di forza e delle sue aspirazioni, ma avrebbe dovuto spiegare anche concetti più complessi, come quel senso di insicurezza sul futuro che a volte lo accompagnava e di come affrontare quelle aspirazioni, al momento vaghe e confuse, su cui di tanto in tanto fantasticava.
Terminato quel momento, tornò lucido rivolgendo lo sguardo verso il volto, apparentemente gentile e disponibile, del vicepreside.

 
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view post Posted on 25/9/2016, 12:16
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Un Serpeverde.
Voleva sicuramente qualcosa.
Fu il primo pensiero a prenderlo, da quando era entrato l'ospite.
Era anche tipico dei Serpeverde accettare il The, che facesse parte della loro natura?
In fondo il discorso alla base non doveva essere troppo complicato nella sua essenziale semplicità. Ormai lo conoscevano anche i muri, o almeno avevano tale ardire, in quel Castello. Sapevano del ripetuto rito del The, e sapevano anche quanto ci tenesse a che il tutto andasse in porto con i dovuti crismi. Se ci si presentava a quell'uscio, con una richiesta più o meno scomoda che fosse, era evidentemente nell'interesse di tutti a che la questione venisse avviata nel migliore dei modi, e tra questi figurava proprio l'accettare il The. Qualcosa di sottile, quanto untuoso, che non sarebbe stato così semplice da spiegare ai Grifondoro, che erano invece più soliti rifiutare l'offerta, ed andare avanti. Quanto fosse decisiva tale decisione ai fini dello scopo ultimo era tutto da valutarsi, e probabilmente non avrebbe nemmeno spostato l'ago della bilancia, ma se bisognava essere audaci, tanto valeva farsi assistere anche da un po' di fortuna. Non era poi così sbagliato, come avrebbe potuto condannare l'idea? Se poi dietro tutto si celava il bere una tazza di The, avrebbe rasentato l'eresia la sola idea di opporsi.
Ottimo, dov'erano rimasti?
Ah. Complimenti. Quelli in effetti non erano previsti, in nessuna forma di conversazione. Eppure, avevano ben pensato di farsi avanti. Sì, forse erano anche ben accetti, ma in fondo c'era ben poco di che vantarsene. Anzi. Non cambiava nulla nella sostanza, se non qualche formalità in più da sbrigare, come ad esempio la selezione di un personale giovane, con il quale potesse vantare un qualche legame di parentela. Non proprio il massimo. Ma la scelta di qualche elemento scelto l'aveva spinto a gloriarsi anche di qualche decisione presa. E in fondo, un Guardacaccia quarantenne poteva anche essere non propriamente un nipotino. Era addirittura possibile pensare di aver alzato leggermente la media anagrafica. Ma era un altro discorso.
Una mano agitata in risposta agli inattesi complimenti, un cenno a quello che aveva tutta l'aria di essere un servizio da The.


La ringrazio, ma nulla più di una formalità.
Ma venendo a noi, parli chiaro, o potrebbe essere... frainteso per così dire!
Un The, e due di zucchero.


Quasi in attesa di quelle semplici parole, la calma irreale che era andata lentamente addensandosi esplose improvvisamente, frantumandosi, sottoposta ad eccessiva pressione, e giunta irrimediabilmente al suo punto di rottura. Uno schianto secco. Già sbuffante la teiera in movimento si predeva cura di una tazzina, pronta a guadagnare la sua postazione, con il piattino d'ordinanza, mentre ancora la miscela si versava, sollevando volute di vapore acqueo. La zuccheriera, colta alla sprovvista, in un raro momento di apparente abbiocco, ansimava all'inseguimento, risoluta come sempre a portare a compimento il suo alto incarico. Quasi offesa per non essere stata informata per tempo. Mentre il The faceva il suo corso, tornò il silenzio.

Una qualche ragione doveva pur esservi, del resto.
Cosa l'aveva spinto?
Perchè era lì?

 
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view post Posted on 27/9/2016, 22:29
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Il giovane Serpeverde osservò con piacere la reazione del professore di fronte ai suoi complimenti; una vago gesto con la mano, una richiesta ad esporre la ragione della sua visita ed un veloce comando a quello che doveva essere un servizio da the incantato.
Nessun secondo fine professore, se non il dare il giusto riconoscimento alla sua figura. Rispose ossequioso.
Subito si fermò dall’esporre le proprie argomentazioni, divertito nell’osservare gli affannati movimenti della teiera e della tazzina nella loro agitata corsa per arrivare alla scrivania nel minor tempo possibile. Arricciò le labbra in un gesto simile ad un sorriso, prima di compiere anche lui l’ordinazione.

Anche per me un The classico, con un solo cucchiaino di zucchero, grazie. Da inglese, Mike comprendeva la cerimonia del The anche se di certo non si poteva definire un cultore di quella prassi ormai consolidata in tutto il paese; certo, di tanto in tanto gli capitava di sorseggiare quel profumato ed aromatizzato infuso di foglie di Camellia mentre si accingeva ad una piacevole lettura, tuttavia non poteva di certo affermare che fosse la sua bevanda preferita.
L’occasione era comunque una di quelle giuste, così, attese qualche momento che la teiera e la zuccheriera concludessero il loro lavoro, per poi tornare a rivolgersi al professore. Era giunto il momento di introdurre la questione all’insegnante.

Professore, a portarmi qui da lei questa sera non è una lezione, ma una incertezza più ampia, se vogliamo dire... fece un vago gesto con la mano destra, prima di farla tornare vicino alla sinistra. Il tono voleva essere quello di una normale conversazione, pur nutrendo tutta la dovuta stima nei confronti del vicepreside.
Mi corregga se sbaglio, ma lo scopo della nostra scuola dovrebbe essere quello di formare giovani maghi, favorendone la riflessione e sviluppandone le singole inclinazioni, od almeno questo dovrebbe essere uno degli obiettivi.
Una piccola pausa per riprender fiato dopo la breve introduzione, e subito riprese nell’esposizione del suo problema.
Per certi versi, il terzo anno che mi appresto ad affrontare sarà un periodo piuttosto importante per la mia istruzione magica e, già da subito, sarò chiamato a compiere delle scelte rilevanti per il futuro.
Un punto innegabile; oltre alle materie tradizionali Mike avrebbe dovuto compiere una serie di valutazioni tra i pro ed i contro relativamente a ciascun corso facoltativo.
Intere generazioni di studenti prima di lui erano riuscite a sopravvivere a quei dubbi e, probabilmente sarebbe sopravvissuto pure Mike; il Serpeverde tuttavia avrebbe voluto scegliere con una certa sicurezza e consapevolezza il proprio percorso, ma il dubbio aleggiava su di lui visto che non era sicuro di aver trovato la propria strada e la propria propensione.

una serie di scelte che in un certo senso mi vincoleranno. Pur avendo della normali e legittime ambizioni, non vorrei prendere decisioni affrettate e sbagliate.
Abbassò per qualche istante lo sguardo come per riflettere su quanto appena detto.
Sono sicuro che comprenderà la mia incertezza si affrettò ad aggiungere. Mike sperò di aver espresso la sua preoccupazione in maniera chiara, dopotutto il concetto non era affatto semplice, almeno non per lui.

 
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view post Posted on 5/10/2016, 22:40
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Effetto di spiazzamento.
Se in determinati ambiti era tutt'altro, in quel caso non era certo la mano pubblica ad aver spiazzato il mercato del credito, drenando capitali freschi. Tutt'altro, la mano di qualche altro stava contribuendo in maniera importante nel gettare ulteriore carbone e combustile altamente reagente nella fornace, alimentando la fiamma. Tra una rassicurazione, ed un tono conciliante, il Serpeverde voleva a tutti i costi far trasparire una certa serena tranquillità, e un forte autocontrollo? Fosse poi di facciata, o meno, era un'altra Storia. Accettava il Yhe, come prevedibile, e si preparava gladio alla mano alla grande traversata della jungla. Da qualche parte sarebbero pur arrivati, a costo di perdersi. Certo, il punto era se sin dall'inizio vi fosse una meta più precisa di quanto non potesse edar adito a credere, o se invece fosse tutta una questione di improvvisazione. Sarebbe stato un problema? Forse spiacevole da scoprirsi in acque ormai mosse, ma non era morto nessuno. In fondo chiunque cercava di barcamenarsi tra mille traversie, e complicazioni.
Un certo stupore prese ad assalirlo man mano che il Giovane dispiegava il discorso.
Domande legittime si sommavano le une alle altre, intrecciandosi, e sovrapponendosi.
Ma tutte nella medesima direzione, comune, nota, prevedibile. Perchè lui? In fondo era tanti i Professori, numerosi gli amici, prodighi i parenti prossimi o lontani nel dispensare consigli, perchè lui? Non avevano potuto vantare alcun rapporto degno di nota sino a quel momento in oltre due anni, il che era anche del tutto comprensibile. Era un incontro senza eccessive pretese? Erano troppo alte? Era solamente una boutade? Un pour parlè? Certo, potevano discuterne, perchè tirarsi indietro? Ma perchè?
Annuì al Giovane, osservando la teiera infine tornare al suo posto.
La questione di fondo era chiara. Quello sì.


Sì, credo di seguirla.
Il III Anno pone già una serie di quesiti a cui sarebbe consigliabile dare una risposta, ovviamente si è sempre in tempo a correggere il tiro, ma sarebbe opportuno centrare il bersaglio sin da subito, nei limiti del possibile ovviamente. Come del resto, mi trova pienamente concorde nell'indicare le ambizioni cui dovrebbe ambire la nostra Scuola. Ciò nonostante, temo mi sfugga il perchè si sia rivolto a me, pur conscio della possibile sensazione d'incertezza. Non trova?


Un 'mi fa strano', quanto sarebbe suonato inadeguato?
Quasi maleducato nella sua brutale sincerità.
Eppure il punto era proprio quello.
Sorrise, perplesso, pensoso.
Sempre tutta fortuna?
Perchè lui?

 
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view post Posted on 16/10/2016, 18:03
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Il giovane Serpeverde sembrò inizialmente soddisfatto di come era riuscito ad introdurre l’argomento; non si era ancora addentrato nel cuore del problema, ma certamente era riuscito ad esporre il tutto con un tono calmo e preciso, almeno secondo il suo personalissimo giudizio. Quando ebbe finito, allungò una mano verso il cucchiaino vicino alla sua tazza e prese a mescolare delicatamente il suo The.
Mentre portava a termine questa operazione, osservò ed ascoltò con attenzione quanto il professore stava dicendo; sebbene confermasse in larga parte quanto precedentemente da lui accennato su quelli che erano gli obiettivi della scuola, sembrava che, al contrario suo, avesse voluto affrontare fin da subito il nocciolo della questione, o quantomeno capire il perché si fosse rivolto a lui.
Per rispondere in parte a quella faccenda si prese ancora qualche istante, giusto il tempo per finire di sciogliere lo zucchero all’interno della sua tazzina. Ora le cose si sarebbero fatte forse più complesse, da dove iniziare? Da quello che gli stava trasmettendo la materia? Dai suoi sogni? Da quello che gli suggeriva l’ambizione? Era giusto fare un po’ di ordine prima di iniziare.

Vede professore, durante i precedenti due anni di istruzioni magica vi sono stati degli argomenti che hanno catturato la mia attenzione più di altri. Nessuna novità fino ad ora, tutto normale.
Si schiarì leggermente la voce e proseguì:

Mi hanno appassionato ed incuriosito, oltre a farmi comprendere come si è evoluta la magia fino ai nostri giorni. Penso di essere stato stimolato a tal punto che mi piacerebbe approfondirne la storia e perché no, andare ad esplorare di persona i luoghi in cui si sono sviluppate…
Ed era esattamente quella l’idea che aveva iniziato a passargli per la mente in quel periodo; perché non passare gli anni immediatamente successivi al diploma a viaggiare per il mondo alla scoperta delle antiche civiltà magiche? Molto era già stato fatto, quasi tutto probabilmente, ma secondo il Serpeverde da qualche parte là fuori doveva pur essere rimasto qualche reperto, qualche manufatto o qualche gioiello intriso di magia dei tempi che furono, in attesa che un nuovo avventuriero vada a reclamarne il possesso. Non era sempre stato così? Quella poi, sarebbe potuta essere anche una grande avventura, un modo per approfondire la grandezza delle civiltà, e perché no, magari l’inizio di un qualcosa di più duraturo.
…le più grandi civiltà magiche del passato. Trovo affascinanti ad esempio i misteri dell’Antico Egitto o i segreti della società atlantidea. Lei saprebbe consigliarmi un qualcosa che possa soddisfare questo mio desiderio di ricerca?.
Completò quella frase guardando attentamente il suo interlocutore. Sapeva di trovarsi di fronte alla persona giusta, l’autore del famoso “Da Bisanzio, a Samarcanda” e di molti altri libri che trattavano di storia e di antiche civiltà; chi meglio di lui poteva dargli un parere sull’argomento? Sarebbe stato opportuno frenare facili suggestioni, od approfondire quella che poteva essere una vera e propria passione?

 
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view post Posted on 2/4/2017, 11:59
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Per molti versi la si sarebbe potuta ritenere una lunga deviazione.
Un improvviso 'lavori in corso', in grado di costringere a inerpicarsi in strambe gincane, che avevano ricondotto misteriosamente al punto di partenza? Del resto come farne una colpa di qualcuno la volontà di approfondimento? Entro certi limiti sarebbe stata addirittura da incentivare, altro che sconsigliare. Approfondire argomenti che avessero attirato maggiormente l'attenzione, era una di quelle attività tipicamente da biblioteca. Il bibliotecario stesso avrebbe approvato, sarebbe stato lieto di dare una mano, invece che menare il randello. Ingollò avidamente un primo sorso di liquido ambrato, tiepido e non troppo caldo, mentre vortici di vapore acqueo ne annebbiavano le lenti cristalline degli occhiali. Poteva essere tutto così semplice? Che senso avrebbe avuto? Esplorare, e Storia nella stessa frase, potevano essere una coincidenza? Sorrise al Giovane, mentre lentamente emergeva l'intero piano. Era stato quello l'intento sin dall'inizio? Quello l'obiettivo, non troppo celato? In fondo era un Serpeverde, erano in diversi ad aver potuto parlargliene prima del tempo, e far sì che il meccanismo si innescasse. Nulla di più semplice per molti versi. Eppure, come si sarebbe dovuto comportare? Anticipare e bruciare i tempi? Reggere il gioco a oltranza, lasciandolo fare? Gettare il sasso, e coglierne gli effetti? In fondo, non si stava liberamente candidando? E se quanto ne fosse emerso non fosse soddisfacente? Poco importava, non ne avrebbero fatto nulla. Ora della fine qualcosa andava pur deciso, in un modo o nell'altro. Evitare l'argomento, rimandarlo, non avrebbero sicuramente potuto giovare alla sua risoluzione. Un'osservazione scontata, ma di per sè già qualcosa.
Antico Egitto, Atlantide?
Quanto sarebbe stato praticabile?
Come avrebbero reagito gli Atlantidei a un'intrusione del genere?
Se ne sarebbero accorti. Quello era poco, ma sicuro. Senza grossi problemi sarebbero sicuramente stati anche in grado di comprendere, forse meglio di loro, il funzionamento stesso dell'artefatto. Quale margine avrebbero avuto? Faceva già parte del loro Passato l'essersi interessati così da vicino di qualcuno che avrebbe potuto comprenderli pienamente? Era semplicemente un esempio tra molti, cui non dover dare più di quel tanto peso? Era indubbio sarebbe comunque potuto essere problematico a modo suo. Ma non era ancora tempo di correre.
Poggiò la tazzina, prima di riprendere.
Una risposta.


Capisco, Mr. Minotaus.
Immagino che per molti versi debba anche essere comprensibile.
In primo luogo non posso che invitarla a passare più spesso in Biblioteca. Son certo il bibliotecario sarebbe più che lieto di aiutare uno studente volenteroso, non trova? Spesso prima di intraprendere qualunque altro genere di attività, è utile avere una certa 'cognizione di causa' di cosa veramente abbiamo intenzione di occuparci. Potrebbe scoprire a un esame più approfondito di trovare la Storia della società atlantidea terribilmente noiosa, scommettendo tutto invece su quella dei folletti. In secondo luogo, se ben interpreto le sue parole, effettivamente immagino qualcosa possa essere fatto. Ma come è vero per molte altre cose, anche in questo ambito tutto ha un prezzo, rischio e rendimento sono strettamente correlati. Da una semplice visita in biblioteca può già ottenere molto, una seconda visita non delle più tradizionali, e magari nemmeno alla luce del sole, potrebbe essere considerata da molti un'ulteriore forte spinta sulle ali della conoscenza. Una terza visita, non più a quella biblioteca, ma a quella di una fiorente città mediorientale di 4mila anni fa potrebbe costituire un terzo decisivo passo in avanti, capisce? Ma come intuisce, la rischiosità che connatura i tre livelli di quella che in fondo è pur sempre una 'visita' è radicamente diversa, esponenzialmente crescente. Mi segue?


Sorrise.
Una visita, tre visite.
Tre prezzi radicalmente diversi.
Quale sarebbe stato in grado di pagare?
E quale invece avrebbe voluto?
In fondo, era Serpeverde.

 
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view post Posted on 15/1/2018, 23:44
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A_STARA_STARA_STARA_STAR

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E così, terminati i primi convenevoli, il giovane Prefetto cercò di prestare estrema attenzione alle parole dell’esperto docente. Sì, doveva ammetterlo, il Professor Peverell possedeva delle invidiabili capacità dialettiche ed era in grado di portare, nel giro di qualche istante, a delle forti riflessioni logiche così come delle estreme difficoltà nell’interlocutore.
Un lieve sorriso di circostanza increspò le labbra dello studente mentre, con la mano destra, teneva dolcemente il manico della preziosa tazza di tè. Gli spunti offerti erano sicuramente interessanti, ma si trattava davvero della ricerca di qualche mera nozione teorica?
Dietro quel lungo incipit si doveva celare sicuramente ben altro. Che si trattasse di un futuro forse troppo ambizioso?


Una buona conoscenza teorica è senza dubbio fondamentale ma non so se possa essere sufficiente a saziare questo nuovo stimolo che l’approfondimento della Storia della Magia mi sta dando… dopotutto, come sempre, il professore aveva ragione; dove non arriva il manuale di testo, una visita in biblioteca o dal Ghirigoro poteva sicuramente aiutare. Non era forse lì che le numerose opere del saggio docente erano state messe in libera vendita? Leggere poteva rappresentare un importante primo passo, ma poi? Sarebbe bastato quel semplice lenitivo a placare la crescente ambizione?

Poi, quell’ultima porta forse lasciata consapevolmente aperta dal Professore diede al Prefetto un nuovo stimolo. Qualcosa poteva davvero essere fatto? Lo sguardo scintillò verso il suo interlocutore, come attratto da una calamita. E così, almeno in quel caso, la conoscenza sembrava strettamente correlata alla propensione al rischio e la pericolo.

…ma, d’altra parte, il rischio non va sottovalutato. Concluse riflessivo. Lo sguardo cadde per un istante verso il basso, come a voler sottolineare una certa analisi su quell’ultimo punto. Dopotutto, l’ambizione andava soppesata con un certo spirito di conservazione per arrivare ad avere buoni risultati.
Ma di che tipo di rischio si trattava?
Per quanto fosse giunto al terzo anno, Mike non aveva di certo la presunzione di considerarsi arrivato; la strada da seguire era ancora lunga e tanto andava fatto per raggiungere la cima. Trovarsi a dover compiere una eventuale “Precipitosa Fuga ad Honolulu” dovuta ad una scarsa preparazione non era di certo tra i suoi propositi.
La conversazione aveva tuttavia catturato ancor di più la curiosità del giovane Serpeverde, sempre più desideroso di porre al docente la propria riflessione:

Secondo lei, c’è ancora molto da esplorare là fuori? Vi saranno sempre nuovi misteri da riportare alla luce, preziosi artefatti magici da scoprire o segrete usanze da approfondire?
Se ciò è ancora possibile, penso che un’esperienza sul campo possa offrire stimoli di riflessione ben maggiori rispetto ad una scrupolosa analisi saggistica del reparto storico della biblioteca…

Sì, l’idea stessa di viaggio e di esplorazione aveva iniziato a circolare nella mente del Serpeverde e, quale miglior interlocutore del proprio Professore di Storia, noto anche per l'illustre attività di ricerca sul campo?

 
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view post Posted on 15/2/2018, 17:33
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Sin dove si sarebbero spinti?
Sin dove era lecito farlo, o aspirare?
La fortuna da un lato premiava gli audaci, ma dall'altro quanto era destinata ad essere solo una questione di fortuna, e non di altro? Quanto era statisticamente probabile riuscire a tirare innanzi a 'botte di fortuna'? Presto o tardi sarebbero pur dovute finire, e poi? Cosa si sarebbe fatto? Quali strumenti di mitigazione del rischio erano d'altra parte implementabili? Qual era una ragionevole soglia di rischio oltre la quale fermarsi? Era definibile tramite cosa? Tutto poteva essere previsto? No, dunque come poteva essere previsto il ragionevole rischio? Era tutta una questione di fede? Buttarsi, nella speranza che in fin dei conti si continuassero a verificare quelle botte di fortuna che avevano permesso di arrivare sin lì? E se qualcosa fosse anche andato storto, sperare ancora una volta che non andasse troppo male. Ciò nonostante, quanto doveva suonare disarmante da rivelare, servita su un piatto d'argento, una tale scomoda verità? La soluzione era un'altra, inventare a braccio? Quanto meno era un'alternativa, che con un minimo d'impegno sarebbe potuta addirittura suonare credibile, e con il giusto guizzo avrebbe costituito un'interessante alternativa. Il rischio zero non esisteva in nessun caso, gli sciagurati eventi di pochi mesi prima ne erano stati i primi rilevatori. Quanto sarebbe seguito era ancora profondamente incerto, non avrebbero potuto dire come sarebbe finita, e se sarebbe finita, ma qualcosa era inevitabile che accadesse. Quanto tutto ciò sarebbe significato nell'immediatezza? Per lui? Per loro? Per l'intera scuola? C'erano poi i limiti dell'aspetto teorico. Ma qual era il suo compito? Dove finiva? Cambiò posizione, lasciando scivolare un'ampia piega di seta sulla poltrona. Cosa si aspettava che dicesse? Avrebbe potuto, e/o dovuto?


Ha ragione Mr. Minotaus, non lo negherò. I limiti di un approccio squisitamente teorico, anche rispetto all'analisi storica, sono forti e insormontabili oserei dire. Ciò nonostante, viviamo in tempi difficili già di loro, e in qualità di suo Professore mi sento sempre di mettervi davanti alla realtà dei fatti, e in guardia dai loro rischi. Lei è incredibilmente giovane, e ancora inesperto, il nostro compito è fornirle almeno una parte degli strumenti perchè al termine del suo percorso di studi possa affrontare con serenità tutte le scelte che sarà chiamato a operare. Non le negherò, altresì, che senza essere stati sul campo sia del tutto impossibile raggiungere una vera comprensione delle dinamiche che muovono il mondo reale.

Quanto rapidamente si stava scavando la fossa?
Di quanti piedi era già sceso nel duro terreno invernale?
Quanto era opportuno che si spingesse ulteriormente a fondo? E quanto era opportuna l'intera questione? Affrontarla o meno, ciò nonostante, a quali rischi avrebbe potuto dar luogo? La frittata era già fatta in principio, se il giovane Serpeverde spingeva avanti la discussione, e aveva anche voluto sollevarla, evidentemente doveva essere già arrivato a una serie di conclusioni. Negarle, a cosa sarebbe equivalso? Una semplice menzogna, per coprire cosa?


Vede, la teoria e la modellistica concettuale, muove sempre da una serie di premesse che per quanto concrete si possa aspirare siano, saranno inevitabilmente anche ideali. La realtà è troppo complessa per creare modelli teorici in grado di replicarla, il farlo li esporrebbe a problemi pratici tanto insormontabili, da rivelarsi infine con l'essere inutili speculazioni irrisolvibili. Il che induce a creare modelli teorici semplificati, che sarebbero predittivi di molto se non di tutto in un mondo ideale, intorno ad essi disegnati, ma che per l'appunto sono inconcludenti se usati per spiegare il nostro. Senza cinquant'anni passati in giro per il mondo, per conto del nostro impero, temo oggi sarei un ben più modesto e risibile teorico della Magia. Cosa voglio dire? È vero, anche la Storia non è solo teoria, ma la teoria ne rimane comunque una sua parte.

Sorrise, convinto.
Una conclusione ragionevole.
Poteva essere fiero di se stesso?
Nessun trucco, nessun inganno.
Solo la verità, o quasi.

 
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