Martedì, subito dopo cena. Un tardo pomeriggio che aveva poco da dire, che razza di giorno era il Martedì? Di Marte aveva ben poco, e quel poco che aveva avuto, sembrava averlo perduto almeno da 1500 anni! Di Marte, neanche l'ombra, quello era poco, certo, ma altrettanto sicuro. Aveva infine preso una decisione estrema, per certi versi, a pranzo l'aveva saltato, era tempo di darsi alla lettura. La Gazzetta, così come gli altri giornali, puntuale, o forse anche no, arrivava tutte le mattine, e dopo una veloce sfogliata si recava in tutta calma sino in Aula, una ventina di passi più in là, in netto anticipo, per evitare sorprese, in fondo, quanti imprevisti potevano capitare nell'arco di quei venti passi? Ne era valsa la pena, essersi fatto ridare il solito Ufficio, dopo un'accesa mercantilistica trattativa, era stato un colpo di genio, un vero colpo da Maestro. Certo, il I piano era facilmente raggiungibile, anche per ogni sorta di scocciatori, ma aveva il vantaggio di avere l'Aula praticamente in Ufficio, di risparmiare il tempo del percorso, la fatica di arrivarci, e gli imprevisti del tragitto, che da quando si era insediato anni addietro in quel Castello, sembravano braccarlo ad ogni costo. In fondo, una certa malsana e masochistica soddisfazione la provava, per quanto si ostinasse a negarselo, era così, per quanto quei problemi facessero a gara per rintracciarlo, fosse Hogwarts, Samarcanda, Glamis o Yedo, poco importava, aveva il suo piacere il tentativo fruttuoso nonchè talentuoso di risolverli, e la soddisfazione il più delle volte di riuscirvi, senza apparenti sforzi. Risolvere problemi aveva il suo innegabile fascino, a maggior ragione se erano problemi che per molti versi non arrivavano direttamente a tangerti, più di quel tanto.
Comodo finalmente in poltrona, la luce del tardo pomeriggio alle spalle, aprì il Times del giorno prima, a caccia dell'articolo giusto. Corruzione dei costumi? Ignoranza ed analfabetismo di ritorno? Sfrangiamento della società? Scollamento tra significante e significato? Fatto stava che c'era sempre meno d'attualità che riuscisse ad attirare il suo interesse, ed aveva abbandonato ormai da anni l'idea di leggersi un intero giornale, non aveva senso, non aveva tempo, e non ne aveva nemmeno voglia. Perchè ostinarsi al chiacchiericcio? Quando era giornata trovava forse tre articoli buoni, su decine di paginate di inutili ciance, un orrendo peccaminoso delitto tediare a tal punto il lettore, pagante, per sciropparsi le boiate del primo ventenne venuto dal nulla. E li chiamavano giornalisti. Interessata, ma non troppo, Minerva era lì riunita in quella sessione tardo pomeridiana del gabinetto di guerra, appollaiata come un volgare corvo sulla testa della poltrona, lasciando che la sua sinistra e molto nobile ombra si allungasse sul tappeto che copriva il pavimento della stanza. Era ancora settembre, o per altri versi, era già settembre, una passeggiata avrebbero anche potuto concedersela in fondo. Il tempo di trovare il famoso articolo, ed archiviare la pratica? Invitante la poltrona non era troppo distante dal camino, solo qualche metro più indietro, era sempre in tempo a congedare imperiosamente il Times del lunedì, il fuoco sembrava reclamarlo a gran voce. Per la verità vi sarebbe stata anche della corrispondenza arretrata, ma c'era tempo, tutta una serata, parte della notte, il tempo di una passeggiata vi sarebbe pur stato in fondo, o forse no?
*Toc toc*
L'inizio di una catastrofe?
Sospirò, abbassando il giornale.
Se la sarebbero cavata?
Avanti!