L’ Archeologia ti consente di viaggiare attraverso non solo lo spazio, ma anche il tempo, Colloquio per arruolamento ne "La Scuola di Atene"

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Mary_Evans
view post Posted on 18/9/2016, 22:06





Quella di farsi accompagnare dalla zia alla festa di fine anno non era stata affatto una splendida idea per due motivi: il primo consisteva nel fatto di aver vinto la corona da reginetta cosa che di per sé alla Corvetta non interessava minimamente, ma non appena la tutrice lo scoprì ne rimase entusiasta. Non credeva che i giovani potessero apprezzare il suo elaborato tanto eccentrico e più vicino alla moda di altri tempi eppure il vestito che aveva creato appositamente per la nipote era piaciuto. Una grande vittoria per il suo ego, grande quasi quanto la sconfitta subita da Mary; la Corvetta ormai già si immaginava a dover partecipare a tutti i balli fino alla fine dei suoi giorni per mostrare al pubblico i modelli creati dalla provetta stilista. L’ altro motivo invece era rappresentato dal fatto che in quel contesto, Ashley fosse venuta a conoscenza del fatto che “l’ esimio signor Ignotus Albus Edward Peverell” fosse il suo professore di Storia della Magia. Infatti quella sera, il vicepreside sostava vestito di tutto punto in prossimità degli scivoli che portavano gli invitati sul fondale del Lago Nero, impegnato a controllare che tutto andasse secondo i piani e non vi fosse nessun genere i intoppo. Non appena lo aveva scorto, la vecchia era rimasta senza parole, completamente basita. Non poteva credere di trovarsi così vicina ad uno dei miti della sua adolescenza; vedere quel capoccione pelato dal vivo non le avevo trasmesso le stesse emozioni che aveva provato quando lo ammirava in foto, sulla terza copertina di numerosi volumi di archeologia. Ashley aveva letto una quantità immane dei suoi libri e la scoperta di tutte quelle civiltà scomparse e di tutti quei mondi nuovi ricolmi di tesori, l’ avevano affascinata a tal punto da influenzare almeno in parte la scelta della sua carriera. Aveva persino ripercorso alcune delle sue spedizioni, avventurandosi nei medesimi sentieri ed incontrando le stesse tribù di aborigeni, inoltre aveva confrontato le informazioni da lei raccolte con quelle del suo mito personale ed aveva aggiunto alcune note inerenti a come si fossero modificate le gerarchie nelle tribù e le varie deviazioni subite dai percorsi che bisognava seguire per raggiungerle. Dopo quel breve training eseguito su percorsi già noti, aveva deciso di cominciare a scoprire nuove strade non ancora battute in compagnia del marito e di pochi amici. Voleva trovare qualcosa che potesse mostrare al mondo con orgoglio, provando quanto i nostri predecessori fossero stati saggi e quanto ci fosse da imparare dalle loro scoperte. “Per migliorare il futuro, bisogna sempre guardarsi alle spalle”, era solita ripetere alla nipote. Dalla storia si poteva imparare ad evitare un gran numero di errori, sia in campo militaristico che in quello morale. Vi era sempre qualcosa da apprendere e l’ avvalersi di incantesimi antichi, scorgendo in essi un possibile utilizzo alternativo o qualche pecca da limare, rappresentava l’ unico modo che la Società Magica possedeva per ottimizzarsi nell’ hic et nunc. Di questo Ashley ne era convinta: bastava prestare orecchio a quel maestoso patrimonio a cui lei ed i suoi colleghi avevano dedicato la vita, per poter accedere ad innumerevoli mondi tutti diversi, dotati di propri usi e costumi, con le proprie regole e religioni. Così facendo si poteva riuscire non semplicemente studiare quelle diverse popolazioni, ma a viverle, poiché l’ archeologia è l’ unica scienza che ti consente di viaggiare attraverso non solo lo spazio, ma anche il tempo.
Ma tralasciamo momentaneamente queste teorie per tornare alla sera del ballo. Ashley non era riuscita a parlare con il suo idolo poiché era stata colta troppo alla sprovvista. In quel momento era stata vittima di un leggero attacco di panico che non le aveva fatto muovere nemmeno il più piccolo passo nella sua direzione e, quando si era sufficientemente calmata e preparata all’ idea dell’ incontro, il professore era sparito. Aveva persino cominciato a perlustrare le sponde del Lago Nero nella speranza di ritrovarlo, ma niente; del vicepreside non vi era più alcuna traccia. Profondamente rattristata e delusa da se stessa, si decise infine a tornare nella sua fattoria in Scozia e da allora, non era trascorso un giorno in cui la donna si fosse maledetta per la sua stupidità. Eppure aveva affrontato situazioni ben più pericolose di quella, perché non era riuscita ad avvicinarlo e parlarvi normalmente? Mistero.
Ora che erano ricominciate le lezioni, la tutrice aveva pregato la Corvetta affinché si recasse nell’ ufficio del professore di Storia e gli chiedesse se per cortesia potesse concederle un autografo e, sempre che non fosse stata una richiesta eccessiva, se fosse stato disposto a leggere la bozza del suo nuovo libro, quello che trattava della sua prima spedizione in Messico. Se poi l’ archeologo fosse stato disposto pure a concederle un appuntamento per discuterne direttamente di persona, beh quello sarebbe stata la realizzazione di un sogno. La ragazzina aveva inizialmente negato tale favore alla zia, si vergognava troppo a chiedere un autografo ad un professore ma soprattutto non voleva azzardarsi a fare la figura della lecchina di fronte al resto della classe! Tuttavia la tutrice era riuscita a convincerla adottando la tecnica dello sfinimento, sinergizzandola con quella della minaccia frammista a quella di promessa di succulente ricompense una volta che il lavoro fosse stato eseguito.
Questo era il motivo per cui la Corvetta si era ritrovata a girovagare furtiva lungo i corridoi stranamente deserti del primo piano della scuola ed ad indurla ad avvicinarsi alla massiccia porta in legno che la divideva dall’ ufficio del professore. la solita tracolla pendeva dalla sua spalla al suo interno e dentro vi erano riposti il manoscritto, un pennarello ed una foto del professore da far firmare (X). Alzò la mano destra chiusa in un pugno e timidamente bussò, poi attese. Da una parte desiderava che il professore non fosse nel suo ufficio, in modo tale da rimandare ulteriormente l’ ardua missione propinatagli, ma dall’ altra parte era conscia che un’ occasione tanto propizia non gli si sarebbe più presentata. Prima si fosse levata quell’ impiccio di mezzo, prima avrebbe potuto fingere che nulla di tutto ciò fosse successo.



Edited by Mary_Evans - 18/9/2016, 23:25
 
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view post Posted on 20/9/2016, 22:36
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Era saltata una parte della lezione, la seconda metà, per permettere a Grifondoro e Serpeverde di raggiungere una qualche stramba attività di Pozioni. Se non era una richiesta strana quella, ne sarebbe corso. Perdere un'ora di Storia, per una qualche cosa su una Pozione. Il Ministro non poteva giostrarsi le sue Pozioni, nelle sue ore? Ma avrebbero recuperato, quindi in realtà non poteva lamentarsi. Aveva semplicemente un'ora, e qualcosa di più, prima di recarsi a cena. Era decisamente qualcosa. In fondo, di tanto in tanto, un'ora libera poteva anche concedersela. Con tutti alle Pozioni, la cerchia di potenziali pretendenti si restringeva a quasi nessuno, il che era sicuramente una benedizione. La lunga veste verde smeraldo, sembrava voler incarnare quella solinga e solitaria speranza di quel pomeriggio, una tazza di The non troppo distante quasi a testimonianza del tempo libero, dedicato alla riflessione, così come l'enorme volume spalancato sulla scrivania, accanto ad un bacile antico, di pietra, dal vorticoso argenteo liquido. Pensieroso, l'Anziano Mago guardava lontano, fuori dalla finestra, il parco.
Vicino, eppure così distante.
Si avvicinava fine Settembre, quanto poteva mancare ormai? Il I era già passato. Venti giorni. Aveva un articolo da ultimare, una serie di richieste ancora da rifinire, una proposta da avanzare, un'idea bislacca, certo, ma era anche quella una carta da giocare, non poteva tirarsi indietro. Non da quella partita. Con che faccia avrebbe potuto? Con che coraggio? Il senso di colpa l'avrebbe ucciso? Eppure, non aveva colpe. Gli incompetenti erano altri, li avrebbe portati a processo, avrebbero dovuto, la pena capitale, la tortura, come avevano potuto? Era semplicemente intollerabile. Inaccettabile per un Paese civile. Eppure era successo. Avevano consentito che accadesse. Aveva chiarito la sua posizione, più immacolata di quella di un bambino. Così doveva essere, e così sarebbe rimasto.
Tornò alla scrivania, rabbuiato, un filamento di liquido setoso argenteo che pendeva filaccioso dall'estremità di una sottile asticella di legno, prima di scomparire a sua volta all'interno del bacile di pietra. Un susseguirsi rapido di immagini, confuse, indistinte, prima di tornare nuovamente alla finestra. Una macchia rossa, vivace, lesta ed agile danzava nel cielo, quasi a dar sfoggio della sua abilità, quasi a voler distrarre il Mago dalla tenebrosità di quei pensieri. Di qualcuno doveva pur essere colpa.
Ed ecco, qualcuno era già arrivato.
Un collega?



 
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Mary_Evans
view post Posted on 23/9/2016, 19:50




Aveva bussato eppure non le era giunta alcuna risposta. Che fosse il destino a desiderare ancor più ardentemente della Corvetta che quell’ incontro non avesse luogo? Indecisa sul da farsi, Mary rimase ferma sul posto, a riflettere su come agire. Che il professore non fosse in ufficio? Possibile, magari stava svolgendo qualche lezione. Tuttavia aveva saputo da alcuni Concasati del terzo anno che la loro lezione si era conclusa in anticipo, poiché i Grifondoro ed i Serpeverde dovevano recarsi immediatamente nei sotterranei per concludere una pozione di cui non ricordava già il nome. Non aveva compreso perché i componenti di solo due Casate fossero stati convocati ma era ancora piuttosto digiuna riguardo alle regole della Scuola e poi non aveva neppure fatto in tempo ad aprir bocca, che in Sala Comune aveva avuto inizio una festa per il lieto evento. Chi gridava al miracolo, chi altro brindava alla signorina Pompadour, mentre altri si limitavano a saltellare qua e là abbracciando la prima persona cadesse preda delle loro grinfie. A causa di ciò, il luogo aveva perso completamente la parvenza del rifugio sicuro che l’ aveva sempre accolta a braccia aperte ed inoltre in quel preciso momento non era nemmeno pensabile sedersi su una delle soffici poltrone a leggere un buon libro in santa pace. Anche il Dormitorio rappresentava un luogo off-limit dato che in primis avrebbe dovuto attraversare indenne la Sala Comune per raggiungerlo ed in secundis le grida e gli scoppi di risa si sentivano fin là sopra (anche con le porte sigillate). Perciò era impensabile per lei in quel momento tornare alla Torre di Divinazione. In alternativa avrebbe potuto recarsi in biblioteca, sebbene non avesse con sé nemmeno un libro da studiare dato che la sua inseparabile tracolla era stata completamente riempita dal manoscritto della zia. Ma quello non la preoccupava particolarmente, in Biblioteca avrebbe potuto trovare qualsiasi tomo di cui avesse bisogno ed altri ancora! Poteva concedersi persino il lusso di decidere con cosa dilettarsi per le prossime tre ore *Facciamo quattro dato l’ andazzo là sopra*. Eppure le dispiaceva davvero di non essere riuscita ad incontrare il professore in quel momento propizio. Nessuno in circolazione significava nessuno che l’ avrebbe interrogata riguardo il motivo di quella visita al docente, il che sarebbe stato oro per la sua privacy. La quantità di pettegolezzi che giravano, o meglio vorticavano, per quella scuola era immensa e lei stava ben attenta a non finirvi mai in mezzo, nei limiti del possibile. Ma ci sarebbe stata un’ altra occasione.
Rassegnata, stava per incamminarsi lungo il corridoio quando sentì dei passi strascicati provenire dall’ interno dell’ ufficio.
* Ma allora, qualcuno c’è!* pensò rincuorata riavvicinandosi all’ uscio. Era stato un rumore leggero, appena percettibile (di passi forse a pieni nudi, data l’ assenza del caratteristico ticchettio provocato dalle suole a contatto con il pavimento in pietra), ciononostante lei era convinta di averlo sentito con chiarezza. A questo punto le carte in tavola venivano mischiate nuovamente: come procedere? Continuare a camminare o tentare nuovamente un approccio? Eppure le sembrava così strano che il professor Peverell non l’ avesse invitata ad entrare. A meno che nell’ ufficio non vi fosse qualcun altro che non voleva essere beccato in flagrante! Decisamente no, i passi che aveva udito erano stati mossi con troppa tranquillità per appartenere a quelli di un possibile ladro, pensò cercando di porre subito un freno all’ immaginazione che aveva già iniziato a galoppare verso non meglio specificate illazioni. Che non avesse bussato abbastanza forte? Già più probabile. Perciò infine, decise di bussare di nuovo alla porta imprimendo una maggiore forza al polso destro. Attese qualche secondo prima di scandire con cura le seguenti parole : “È permesso? Buonasera professore. Sono Mary Evans del Primo anno. È possibile porle alcune domande o preferisce che ripassi in un secondo momento? ”.
 
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view post Posted on 24/9/2016, 10:34
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C'era un accordo.
Era un vincolo magico non indifferente.
Non avrebbe potuto ritirarsi così, senza far nulla.
Con che coraggio sarebbe potuto venir meno a quello?
Eppure, tra un pensiero e l'altro, evidentemente l'ormai conclamata ospite doveva aver ritenuto di aver atteso troppo. Abbastanza da poter ritentare, un tentativo che era destinato al successo? Avrebbe ottenuto quanto andava cercando? Era vecchio, e anche stanco, ormai in parte anche rimbambito? Quanto era passato tra una richiesta e l'altra? Pochi secondi aveva contato, quanti erano in realtà? Si sarebbe dovuto vergognare? Era un modo come un altro di prender tempo, sperando che la Sorte gliene mandasse una buona? C'era una qualche soluzione che non intravvedeva? Si sedette, sprofondando lentamente nell'imbottitura della seduta, tra il pensieroso, e l'assorto. Ormai le doveva una risposta. Per quanto fossero entrambi ben consci che dietro a un paio di domande in realtà potesse celarsi un mondo di problemi. E quel I Anno non era nemmeno indice che il punto in agenda fosse di facile risoluzione, anzi!
Fregato, ancor prima di iniziare.


Venga Mademoiselle Evans, si accomodi.

Era una soluzione.
Semplice, elegante, indolore.
Di cosa avesse poi bisogno, la Corvonero?
Era al I Anno, quelle domande cosa avrebbero indagato?
Il Reparto Proibito sembrava caduto in disgrazia, ed era improbabile che potesse trattarsi di altro sulla Biblioteca. Problemi con Storia? Qello era già più probabile. C'era poi tutto il resto. Una qualche intervista era improbabile. Una passeggiata nella foresta mal si addiceva a una giovane Corvonero. C'era dell'altro? Nel corso degli anni le richieste si erano fatte via via più assurde, ma era pur sempre altamente improbabile che un'altra spada magica si fosse fatta viva, a bussare al suo Ufficio. Ecco, quello sì.



Pardòn, mi son scordato l'avanti!
 
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Mary_Evans
view post Posted on 25/9/2016, 22:55




Ed infine la risposta tanto attesa arrivò. Nessun ladro, nessun fuggiasco, niente di ciò che la sua sciocca mente era riuscita a fantasticare, si era rivelato infine reale. Dietro quella massiccia porta in legno invece, si celava un’ unica persona, la più plausibile: il professor Peverell. Che avesse fatto bene ad insistere o forse avrebbe dovuto girare i tacchi ed andarsene? Chi lo sa, ormai poiché si era presentata era troppo tardi per scegliere. Avvicinò la mano destra alla maniglia e la abbassò lentamente, avendo cura che di non farle emettere il minimo cigolio; le sembrava di entrare in un luogo estremamente intimo e privato e di conseguenza voleva muoversi al suo interno con la maggior grazia che possedeva. Prima allungò il capo al suo interno e solo dopo si decise ad entrare, richiudendo la porta alle sue spalle.
Nella stanza regnava un’ atmosfera calda ed accogliente, che la mise immediatamente a suo agio inducendola ad avvicinarsi ulteriormente alla scrivania e nel mentre si concesse il lusso di spiare i vari oggetti che la circondavano. Rimase rapita dalla moltitudine di libri che ricoprivano le parti e per un breve istante credette di trovarsi in paradiso; non riusciva ad immaginarlo diversamente! Pile e pile di libri di cui non si riusciva a scorgere la fine e fra questi vi erano tutti i generi (eccetto gli horror) e formati e poi là in mezzo c’ era lei, pronta a sfogliarli tutto dal primo all’ ultimo. Tuttavia il vecchio professore non sembrava il genere di uomo dedito alle letture più variegate e perciò Mary pensò che la maggior parte dei manoscritti che avesse davanti trattassero di vecchie civiltà, di guerre tra antichi popoli magici di cui lei avrebbe imparato nel corso degli anni presso la Scuola. In ogni caso lei avrebbe letto con piacere anche quei saggi, infatti era riuscita a “sgraffignarne” alcuni dalla libreria della zia ed aveva scoperto che sebbene pesanti, non erano affatto male. Rimase quasi rapita a fissare le librerie ricolme di tomi, forse persino più del dovuto, ma ad una ragazzina come lei sarebbe sembrato un omicidio non bearsi di quel panorama. Infinita conoscenza comodamente stampata su pagine lievemente ingiallite e formato tascabile (beh, questo non proprio data la stazza di alcuni volumi), chi avrebbe potuto desiderare di meglio!? Mancavano solo una soleggiata radura tranquilla con un frondoso albero solitario ed un cavallo per raggiungerla e sarebbe stato tutto perfetto. Poi il suo sguardo indugiò alcuni secondi anche sugli arazzi dai fini dettagli e dai colori variopinti che ritraevano scene di caccia ad un animale che le sembrò essere molto simile ad un cervo. Non riuscì a capire chi potesse padroneggiare con tale maestria l’ arte della tessitura, ma in ogni caso le parvero piuttosto antichi.
Ma ciò che più la incuriosì fu lo strano oggetto che giaceva al fianco della massiccia scrivania. Non aveva mai visto nulla del genere e non riusciva nemmeno lontanamente ad immaginare cosa fosse; perciò cominciò ad osservarlo di sottecchi, nel tentativo di cogliere qualche dettaglio che le consentisse di fare almeno una minima ipotesi al riguardo. L’ oggetto sembrava essere composto da due parti entrambe in pietra: sotto vi era un pilastro di sostegno e subito sopra di esso vi era una bacinella al cui interno vorticava uno strano liquido color argento, che non sembrava affatto acqua. Così su due piedi le ricordò molto un’ acquasantiera, di quelle che si vedono all’ entrata delle chiese Cristiane. Avrebbe voluto contemplare ulteriormente quell’ eccentrico pezzo di arredamento, ma si rese conto che stava completamente tralasciando il motivo per cui era venuta: il professore.
Si fermò a fianco di una delle poltroncine color porpora che stavano dinnanzi alla massiccia scrivania e fissò l’ uomo, comodamente seduto sulla sua poltrona che indossava una lunga vestaglia di un verde intenso come quello dell’ erba fresca. Alla ragazzina sembrò di aver già visto quell’ outfit da qualche parte e subitamente un ricordo le attraversò la mente
*Oh santo cielo, è identico alla foto che mi ha dato la zia!*, trattenendo a fatica alcune risate di divertimento. Ricomponendosi e ricacciando nell’ oblio quel déjà-vu, si fece coraggio e disse fissando il pavimento, o meglio il tappeto che lo ricopriva : “Buonasera professore. Mi scusi se mi sono permessa di disturbarla in questa breve pausa dalle lezioni, ma dovrei chiederle un favore. Vede, come dire, ciò per cui mi sono recata qui nel suo ufficio esula dalle questioni meramente scolastiche è una richiesta più, più… più personale ecco.”. A quel punto alzò gli occhi, per assicurarsi di aver attirato l’ attenzione del docente. Mamma che imbarazzo, come poteva chiederglielo? “Scusi mia zia vorrebbe un suo autografo?”, no troppo diretto. “Le spiacerebbe firmare questa foto, è per mia zia Ashley. Sa, è una sua fan”, patetico. Decise di temporeggiare ancora un po’, nell’ attesa di un’ epifania inerente al come porre in maniera decente quella richiesta e perciò riprese il discorso in tal modo: “Lei per caso conosce mia zia? Si chiama Ashley Walsh e, come lei, è un’ archeologa.”. Fece una breve pausa per riprendere fiato e poi chiese : “Le spiace se mi accomodo”, indicando con un movimento del capo la poltroncina alla sua destra. Sembrava così comoda e rilassante e di relax necessitava in quel preciso istante.
 
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view post Posted on 2/10/2016, 14:38
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Da dove venisse, e dove andasse non era chiaro.
Era giovane, ed incredibilmente a disagio, quello sì.
In fondo, per molti versi, come darle torto? Cosa l'aveva condotta lì?
In un caso del genere le vie erano due soltanto, ci avrebbe girato intorno molto a lungo, avrebbe vuotato il sacco relativamente in fretta. Non c'erano vie di mezzo, ma era probabile alla fine avesse prevalso la fretta. Un certo timore di essere rispedita da dove era venuta, era concreto, reale, e per molti versi come darle torto? Era del primo Anno, era dei loro da poco, non molto, quasi pochissimo. Iniziava ad entrare nelle logiche del castello? E per giunta una Corvonero, l'isolazionalismo dell'alto delle torri. C'era soluzione a quello? Probabilmente sì, ma quanto quelle stesse fossero e rimanessero volutamente percorribili, oltre che a portata, era decisamente un'altra Storia. Era quello uno dei principali problemi, opporre a divisioni ulteriori divisioni, e non quella necessaria unità, indispensabile a far fronte momenti sempre più critici che erano stati, e sarebbero continuati ad essere. E se non erano riusciti sino a quel momento, qual era la speranza che vi fosse un improvviso compattamento? Si doveva arrivare al ciglio del burrone, perchè vi fosse quello scatto? La minaccia doveva pendere ancora più prossima e diretta, di una spada di Damocle? Cos'era necessario a cambiar paradigma, a invertire l'ormai conclamata rotta? Eppure, tornò alla Giovane, mentre già la prima ammissione si palesava. Una questione personale. Il come potesse rientrare e non rientrare lui in tale faccenda era tutto da verificarsi, ma tanto valeva stare al gioco, no? E probabilmente salvo qualche rara circostanza non avevano nemmeno mai avuto a che fare, più di quel tanto. Il come potesse essere eletto ad improvvisato, ma veritiero consulente era da dimostrarsi. Perchè era vecchio? Pregi e difetti di essere il più vecchio dell'intera baracca? Era quella la fonte di così tante, numerose, infinite grane che piovevano? Come risolvere la faccenda? Come andare oltre? Era possibile? Un restyling sarebbe stato sufficiente? Passare all'hawayano quanto avrebbe aiutato? Sci d'acqua, occhiali da sole, camicia, e bermuda erano la soluzione a tutti i problemi?
Quanto meno gli avrebbero valso la prima pagina.
Ed Ashley Walsh. E chi era questa?


Buonasera Mademoiselle Evans, prego, si accomodi.
Se posso aiutarla, immagino sia venuta nel posto giusto.
In effetti potrei anche averla sentita, per quanto no, non conosca di persona sua zia. Magari ci hanno presentati, un qualche evento dei tanti che piovono, ma temo di non ricordarla. Posso però magari offrirle qualcosa per intanto, magari un The?


Un procedere tranquillo, pacifico.
Il perchè avrebbe dovuto conoscerne la zia era un mistero.
Ma non rappresentava certo un insormontabile problema. Esisteva l'eventualità.
Mentre il bacile di pietra veniva spostato in un angolo della scrivania, pronto a prendere la via delle Indie.
Dove voleva andare a parare? L'avrebbero scoperto.

 
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Mary_Evans
view post Posted on 5/10/2016, 18:54




Dopo aver ottenuto il permesso, si accomodò sulla poltroncina. Era davvero comoda, persino più di quanto avesse immaginato ed il contatto con la superficie di velluto, la mise immediatamente a suo agio. Tuttavia le parole del professore suonarono come un ulteriore ostacolo alle sue orecchie e perciò decise di cominciare dalla questione meno spinosa: il the. : “Se non le dispiace, accetto volentieri l’ offerta di gustare un the caldo con lei.”, non c’era nulla di meglio di una bevanda fumante per aiutarla a calmarsi. : “Scelga lei l’ infuso. Sa, mi hanno riferito che il the è una delle sue più grandi passioni… Provi ad indovinare quale sia il gusto che più mi si addice .”.
Aveva guadagnato altro tempo e così fece mente locale per prepararsi mentalmente a quanto sarebbe successo in seguito. Se avesse conosciuto la zia, Mary avrebbe avuto meno da spiegare e forse l’ uomo sarebbe stato più prono a prestarsi come “editor” del il libro ed invece no, avrebbe dovuto spiegare tutto dall’ inizio.
*Accidenti*. Eppure i viaggi della zia, non erano passati completamente in sordina nel Mondo Magico, o almeno questo era quanto le aveva raccontato la tutrice, il cui parere per ovvie ragioni non poteva essere molto obbiettivo. Per certo se Peverell l’ avesse conosciuta se lo sarebbe ricordato; nessuno si dimentica di zia Ashley. : “Oh…” disse delusa, : “Data la situazione presumo che dovrò trattenermi più di quanto programmato. Cercherò comunque di non rubarle una quantità eccessiva di tempo.”, proseguì prima di fare una veloce pausa per sistemarsi meglio sulla poltroncina. Accavallò le gambe ed appoggiò la schiena alla seduta per poi riprendere le fila del discorso : “Come le ho già anticipato, mia zia è un’ archeologa. Nel corso della sua carriera ha letto numerosi dei suoi scritti e ne è rimasta talmente affascinata da intraprendere alcuni dei viaggi da lei vissuti. Uno dei suoi primi viaggi si è svolto in Amazzonia, successivamente ha compiuto alcune spedizioni in Messico e Colombia, mentre negli ultimi anni di attività si è spostata verso luoghi più freddi. Al suo attivo ha numerose scoperte, se posso citarne una che mi ha particolarmente affascinato, lei ed il marito hanno donato allo zoo di Londra le due statue viventi che sono situate sui pilastri all’ entrata. Per farla molto breve, possiamo concludere che è anche grazie a lei che mia zia è riuscita a scoprire la su grande passione per l’ archeologia ed è riuscita a trovare un lavoro in cui potesse realizzare al meglio le proprie potenzialità.”, aveva compiuto una lunga digressione e perciò si premurò che il professore avesse metabolizzato tutte le informazioni che gli aveva riferito. Aveva cercato di citare le spedizioni più note dell’ archeologa, in modo tale che l’ uomo fosse facilitato nell’ arduo compito di comprendere se conosceva la donna o meno. In tutto quel lasso di tempo non aveva mai distolto lo sguardo dall’ uomo in modo tale che se avesse avuto domande, potesse interrompersi e consentirgli di prendere parola.
: “Considerata questa premessa, giungo ora posso spiegarle il motivo della mia visita”, disse piegandosi in avanti, come a voler instaurare un clima più intimo. : “Ecco vede, mia zia mi ha accompagnato alla festa di fine anno dove ha scoperto che lei è uno dei miei professori. Tuttavia quella sera, data la confusione del momento ed i suoi numerosi impegni, non è riuscita ad avvicinarsi ed a presentarsi come l’ etichetta richiede. ”. Era una mezza verità, ma non aveva nascosto alcuna informazione fondamentale e perciò Mary non si sentì in colpa. Era convinta che anche il Vicepreside si sarebbe sentito a disagio se gli avesse riferito che la vecchia era una sua fan. : “Perciò, io sarei venuta per chiederle se sarebbe disposto a fissare un appuntamento con mia zia per discutere di una nuova missione che ha deciso di intraprendere; da pochi anni la sua carriera si è conclusa e data la quantità di tempo libero che si è ritrovata a dover fronteggiare, Ashley ha pensato di cominciare a scrivere le sue memorie e vorrebbe che fosse lei ad aiutarla, per via della sua esperienza in tale campo.”. Aveva cominciato a chiedere il favore che a parer suo poteva sembrare meno denigratorio per la sua figura. All’ autografo ci avrebbe pensato dopo, a meno che il professore non avesse deciso di accettare quell’ invito. A quel punto la tutrice avrebbe potuto chiederglielo di persona.
 
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view post Posted on 15/10/2016, 17:47
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Se sino a quel momento di argomenti inverosimili non ne erano mancati, e racconti astrusi ne aveva sentiti in quantità, probabilmente il suo solito artista fiammingo di fiducia avrebbe trovato sorprendente più di tutti gli altri quella giornata. Del resto, come avrebbe potuto prevedere qualcosa del genere? Che speranze concrete potevano esserci? Poi pian piano tutto stava evolvendo, la Giovane che si irrigidiva, e prima ancora di poter gettarsi a pesce, riprendeva. Se sul The erano d'accordo, e si confermava una prassi ampiamente prevedibile, pur dal risultato incerto, era il resto a costituire il vero scarto. Possibile? Dove diamine stava andando a parare? Non erano stati sufficienti i campanelli d'allarme sull'archeologia, non aveva colto sufficientemente in fretta, ora qualcuno aveva iniziato a suonare il Gong. E non era piacevole. La Giovane evidentemente si aspettava qualcosa, che la conoscesse? Che se ne ricordasse? Un assenso? QUanto sarebbe stato, ed era già stato elegante essere onesti, sino in fondo? Lo era stato? Diplomatico, leggero, veloce, potevano essersi incontrati, ma non ricordava. Era vecchio, era anche giustificato nella più parte dei casi. Quante persone poteva aver conosciuto? Migliaia? Decine di migliaia? Come ricordarsele tutte, senza ricorrere ad album e paginate di foto? Quanto era poi importante o anche solo rilevante farlo? Scordarne una, dieci, mille quanto poteva pesare? Quanti anni poteva avere quella zia? Era un modo come un altro per tacciarlo di vecchiaia, e consigliargli la pensione? Le prove parevano suggerire quello. Se addirittura una zia era diventata archeologa, per merito suo. Avrebbe ancora compreso uno studente, poteva essere un nonno, lo studente poteva starci. Ma una zia?
E la festa di fine anno.
Erano già insopportabili.
E si limitava a parteciparvi il minimo sindacabile.
Figurarsi pretendere altro, che incontrasse singolarmente i parenti.
Sussisteva la possibilità? L'avrebbe presa in considerazione? Eppure, come avrebbe potuto negare, in quel frangente? No guardi, sono molto impegnato? No guardi, ho una calza da fare? No guardi, non ho proprio voglia? Era scontato che dovesse esordire con un sì, non era ancora chiaro il come, e il perchè, ma quella doveva essere una risposta. In fondo, sarebbe potuta andar peggio, no? Esisteva la possibilità.


Ottimo allora, è già pronto.
Mi raccomando, sia chiara!
Un The, un goccio di latte.


Sapeva come sarebbe andata.
Anche lì, perchè tentare la sorta, se tanto lo sapeva?
Semplicemente la volontà di essere sconfitto? Di essere beffato da un mucchietto di porcellane? Il raffinato, ed insospettabile servizio, si animò. La teiera sbuffando prese a riempire una prima tazzina, già in movimento, con tanto di piattino, in direzione del primo grazioso cliente, inseguita a ruota dalla delicata e un po' rude zuccheriera, che mulinando un cucchiaino d'argento, sembrava ansiosa di contribuire anche quella volta alla missione, in barba a quale fosse, e stanca di quella forzosa quiescienza, già stanca delle chiacchiere. Un bricco di latte solenne, e altero incedeva invece lentamente, tagliando la scrivania diagonalmente, troppo lento per gettarsi all'inseguimento. Il solito zoo.
Tra l'infastidito, e il divertito il Vecchio riprese.


Capisco, immagino di non potermi sottrarre.
Non trovo sorprendente non essersi potuti incrociare in Giugno, sono estremamente allergico alle feste, e faccio del mio meglio per parteciparvi il meno possibile. Ma come avrete notato devo almeno fingere di esserci, tutta questione di apparenze. Ma aldilà di questo, se sono almeno in parte responsabile della passione di sua zia, anche in questo caso temo di non potermi esimere, giusto? Benchè tema di non avere tutto il tempo a disposizione che vorrei, il che mi mette in una posizione scomoda. Lei a cosa pensava? Penso sia scontato che non possa lasciare il Castello per buona parte dell'anno.


Effettivamente.
Un problema oggettivo?
L'avrebbe salvato quello?
Ma che razza di idea era quella?

 
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Mary_Evans
view post Posted on 21/10/2016, 23:15





Vide il volto dell’uomo contrarsi in alcune smorfie, forse persino ingrandite dalla sua fervida immaginazione, che interpretò come un tentativo di associare un volto al nome della zia. Non le sembrava che tutte le macchinazioni lo conducessero verso una soluzione dell’ intricato problema che gli aveva posto. Che avesse sottovalutato la portata del compito assegnatole dalla tutrice? Ad ogni parola che esprimeva le sembrava di infliggere un altro colpo al corpo del vecchio, come se lo stesse infilzando lentamente con uno spillo alla volta. La questione del the parve sollevarlo, in fin dei conti quello era il suo campo, il suo terreno sicuro. Non appena assentì alla proposta, vide la teiera situata sulla scrivania prendere improvvisamente vita seguita a breve dal resto del servizio da the e Mary, colta impreparata da quella visione, allontanò rapidamente il capo ed irrigidì la schiena. Rimase incredula alla vista di quanto stava avendo luogo e ne fu talmente rapita da quasi non cogliere il senso delle parole che il professore le rivolse. Continuò ad osservare la tazzina che si era avvicinata alla teiera, sollevandosi verso il suo beccuccio affinché venisse colmata dal profumato liquido ambrato senza versarne nemmeno una goccia. Poco dopo, ai due nuovi protagonisti della scena si aggiunsero la zuccheriera ed il brik del latte che sembravano quasi competere tra loro, seppur muovendosi più lentamente rispetto alla teiera ed alla tazzina, per chi avrebbe raggiunto per primo la tazzina della Corvetta. Ad un certo punto la zuccheriera sfoderò la sua arma segreta, il cucchiaino con cui ostacolò un ulteriore avvicinamento del nemico giurato. La ragazzina, estremamente divertita dalla battaglia che stava avendo luogo, sollevò la mano destra e si coprì la bocca qualche istante prima che questa si stirasse in un leggero sorriso. Poi schiarendosi la voce disse : “Per quanto mi riguarda, bastano due cucchiaini di zucchero, niente latte.” quasi dispiacendosi per la scelta fatta vedendo il povero briketto del latte allontanarsi desolato, mentre la zuccheriera provvedeva con orgoglio ad eseguire quanto richiesto. : “Interessante scelta di servizio da the. Non ne avevo mai visto uno così prima.”, disse prendendo un breve sorso della bevanda che, constatò con piacere, essere bollente. : “Mmm… vedo che le mie fonti non si sbagliavano, il suo the è eccezionale. Mi sembra di sentire un leggero sentore di gelsomino, mi sbaglio?”, chiese soffermandosi ad annusare le piacevoli folate che si levavano inebrianti dalla tazzina. Poi proseguì il discorso tanto delicato accennato in precedenza : “Tornando alla questione principale, non ha alcun obbligo a riguardo. Può sottrarsi se l’ offerta non le interessa. Mia zia sa quanto sia impegnato, comprenderà certamente le ragioni di un suo possibile diniego.”. Fece una breve pausa per assaporare un altro sorso del liquido ambrato dal gusto inizialmente deciso che poi evolveva in sfumature più delicate ed infine riappoggiò la tazzina sulla scrivania. : “ Noto con piacere che abbiamo in comune una certa avversione per gli eventi pubblici, mi spiace che per via della carica recentemente assunta sia costretto a parteciparvi.”, disse in tono calmo e comprensivo. Ancora ricordava di quanto la zia avesse dovuto faticare per convincerla a partecipare al ballo di fine anno. Ashley, maledetta Ashley, quella vecchia Corvaccia c’ entrava sempre con le sue disgrazie! : “Ho una proposta per lei.”, pronunciò leggermente divertita fissando negli occhi il vecchio uomo. Voleva attirarne l’ attenzione o forse semplicemente concedergli una via di fuga, quella che a lei non era stata concessa. Estrasse il tomo che teneva nella tracolla e lo poggiò sulla scrivania, ben lontano da teiera e simili. : “Non deve darmi una risposta ora. Questo è il libro a cui dovrebbe collaborare, lo legga. Se ritiene che il lavoro di mia zia abbia qualche potenzialità e che lei sia l’ uomo adatto per aiutarla ad iniziare una nuova carriera come scrittrice, mi convochi nel suo ufficio o mi fermi a fine lezione. I modi per rintracciarmi non le mancano. In caso di esito positivo provvederò ad informare Ashley della sua decisione e vedrà che per lei non sarà un problema incontrarla a scuola. ”,

 
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view post Posted on 7/12/2016, 17:07
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La ceramica tiepida tra le dita.
La tazza rotonda, in estasi, il candore abbacinante sporcato dai residui di polvere. Una superficie ambrata, dalla quale si esalavano spirali di vapore, che risalivano vorticose nell'aria, sfiorando la fiera punta del naso del Vecchio, la corta barba bianca, passando oltre, sempre più in alto, sino a perdersi. L'intera questione aveva quel qualcosa dell'inatteso, inaspettato. Cosa sarebbe seguito? Alla sorpresa iniziale dettata dallo stesso servizio da The, se ne sarebbe presto aggiunta una nuova, ma come prevederlo? In fondo quanto gli dispiaceva l'intera Storia? Era il tutto così intollerabile, aspramente criticabile? O più banalmente era solo un dettaglio, sufficiente farsela andar bene per quel frangente, sbarcare il lunario, e via andare? Poteva essere quello un dettaglio? Era un'altra ennesima festa, senza neanche invito, ma tutto sommato accettabile, perchè limitata nel tempo? Sarebbe andata così? Era ormai troppo tardi per riuscire a sfilarsi impunemente? Tentare il colpo gobbo? In fondo, le doveva qualcosa? Forse sì, le doveva qualcosa. In quanti altri si sarebbero fatti avanti sinceramente per una questione di tal fatta? La sfacciataggine andava premiata? Il fatto che condividessero una certa allergia per festeggiamenti e baracconate, cosa portava in dote? Era un'offerta sincera la possibilità di ritrarsi da quell'offerta? Non lo era? Come avrebbe potuto, salvando baracca e cavoli? Rifiutare la proposta non era il modo perfetto, e migliore per perdere anche la faccia? Un sorso di The, per indorare la pillola, qualche complimento gratuito, normale amministrazione. Non far nulla, prendere tempo, tergiversare, attendere l'occasione giusta, e un segnale dal cielo?


Ha ragione, ne sono entrato in possesso del tutto casualmente qualche tempo fa, in Cina. Una trattativa serrata, un ottimo risultato portato a casa. A volte può risultare un poco indisponente, ma nella più parte è un simpatico passatempo. Il The è buono, come ha avuto modo, di conseguenza non posso in realtà affatto lamentarmene. Gelsomino sì, mi faccio spedire miscele dagli angoli più remoti del mondo, le è capitato in sorte un delicato e leggero infuso giapponese. Altrettanto, mi fa piacere non essere il solo a trovare terribilmente noiosi la maggior parte degli appuntamenti mondani. A una certa età si ha preso parte, volutamente e più spesso obbligatoriamente, a tanti eventi, e tante feste che si sarebbero tranquillamente saltate, da essere quasi nauseati dal loro continuo prosperare. Capisco benissimo che in certe circostanze sia nostro dovere presenziare, ma come in molti sanni, da qui a esigere una partecipazione allegra e festosa temo ne passerà comunque molto. Non era così in gioventù, almeno non sempre, e lei è terribilmente giovane, son certo che senza un seguito potrebbe apprezzarli di più. Non crede?

E il libro.
Un tomo sbattuto con una certa grazia sul banco.
In attesa del suo turno, sino a quando non fosse giunto.
Era il precipato di tutta quella situazione? Cosa poteva contenere?
E se si fosse trovato nella situazione di dover bocciare l'intera opera?
In fondo non era concorrenza reale, lo sapeva. Attingeva da fonti che non erano le stesse, come avrebbero potuto giungere alle medesime conclusioni? O uno dei due barava, sparando nel mucchio, e con una notevolissima dose di fortuna ci prendeva anche, o c'era sotto qualcos'altro. Era quello il problema? Sempre presente, ma inconfessabile? Quali rischi avrebbe comportato, ammetterlo? Non era razionalmente accettabile, un inutile rischio. Allo stesso tempo, il problema rimaneva. Come avrebbe potuto in coscienza avallare il lavoro, sapendo che fosse sbagliato? Il più delle volte quei dubbi si risolvevano ignorando le richieste, le scuse non potevano mancare, e le avrebbe scomodate, per una buona causa. Serviva un contentino, in fondo non poteva esigere che la nipote fosse critica a sufficienza nei confronti del lavoro della zia, nè che in fondo lo conoscesse a sufficienza per poterlo essere. Qual era il giusto mezzo che non avrebbe scontentato nessuno, cavandoli dall'impiccio? Appoggiò nuovamente la tazzina sul suo piattino, tornando ad osservare la giovane. Non era semplice, ma era quasi fatta. In fondo.


Immagino che chiedere qualcosa a lei di questo libro sarebbe troppo anche per me, Mademoiselle Evans. Allo stesso tempo non posso garantirle di leggere il volume in tempi ragionevoli, e il più delle volte pur facendolo potrebbe non emergere molto, con tutto il rispetto. Da un lato, il libro potrebbe non rispecchiare l'autore, dall'altro l'autore potrebbe non rispecchiare il libro: il risultato in entrambi i casi finirebbe con l'essere al di sotto delle aspettative. Mi segue? Le propongo invece un accordo. A fine Ottobre dovrò recarmi volente o nolente a Londra, per una plenaria del Wizengamot, in tale occasione essendo già nella nostra caotica capitale potrei trovare una mezz'ora per un The con sua zia. Lei mi potrebbe presentare il suo lavoro, io potrei farle direttamente presenti alcuni particolari che avessi modo di rintracciare. In fondo, non mi stupirei, se avessimo due modi di lavoro anche molto differenti. Succede spesso.

In fondo era vero.
Possibile fare altrimenti?
Probabilmente, in onestà, no.

 
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Mary_Evans
view post Posted on 18/5/2017, 23:42





Sorseggiò con calma altre poche gocce di the, assaporando più con l’olfatto che con il gusto il delicato infuso. Lo aveva riconosciuto immediatamente, una sola voluta era bastata a rispedirla indietro nel tempo di qualche mese, a Dicembre in particolare, quando nel corso delle vacanze invernali era solita ritrovarsi con il resto della famiglia attorno ad uno scoppiettante caminetto, leggendo in compagnia o giocando a carte con i cugini. Quella bevanda era infatti la preferita di Justin, suo cugino, e ne rappresentava un’esatta rappresentanza in versione liquida: gentile, delicata e fine. Lei personalmente preferiva gusti più decisi, come quelli del the al limone che, per quanto banale, era in grado di stuzzicare sapientemente le sue papille gustative, ricaricandola di energie ad ogni boccata; ma tenne quei pensieri per sé, in fin dei conti non sapeva quanto all’interlocutore potesse interessare dei gusti alimentari dei suoi parenti più prossimi. Rimase in silenzio beandosi del calore emanato dalla tazzina, rimanendo a fissare il liquido ambrato, senza tuttavia perdere nemmeno una delle parole che il professore le stava rivolgendo. Le sembrava di averne carpito l’interesse, forse quella richiesta così stravagante aveva incuriosito l’uomo persino più di quanto la Corvetta si fosse prospettata, ma era comunque certa che non l’avrebbe dato a vedere molto facilmente. Quante altre richieste di quel genere avrebbe mai potuto ricevere? Dacché ricordasse, la zia non le aveva accennato nulla al riguardo di altri libri aventi la dicitura “con la gradita collaborazione di Ignotus Albus Edward Peverell”, stampato a chiare lettere sul frontespizio. Che la mancata cooperazione con altri storici poteva essere indice di quanto fosse difficile rapportarsi con una figura tanto severa quanto nota? Oppure che quell’aria tanto austera avesse bloccato sul nascere fiorenti collaborazioni? O ancora che semplicemente quell’ammasso di lettere non potesse entrare in una sola facciata? Sembrava piuttosto che la “vecchiaccia” avesse dato adito ad una di quelle strampalate idee che ogni tanto le balenavano per la mente, senza rifletterci poi molto. Non a caso, quella che doveva fare le sue veci era la nipote. Che credibilità poteva mai avere lei? Quali garanzie poteva fornire? E se il fatto di rifilargli una ciofeca di libro potesse riflettersi negativamente sulla sua media scolastica? Non pensava davvero che l’uomo che le stava di fronte potesse rivelarsi tanto meschino, ma nella vita vi era una sola certezza ovvero che non vi fosse alcuna certezza e perciò Mary continuò a studiare l’avversario, nascondendosi dietro lo scudo/tazzina da the. : “Decisamente un ottimo risultato”; rimarcò la Corvetta in merito all’acquisizione della teiera prima di avvicinare nuovamente le labbra alla ceramica. Sbuffò in una leggera risata non appena sentì la tag question che il professore le aveva rivolto. La risposta che avrebbe voluto dare era che no, non lo credeva affatto. Già di per sé lei non era una ragazza molto amichevole, complice l’inesperienza inerente al come intraprendere una conversazione cordiale con uno sconosciuto o quasi tale. Come evitare di spingersi troppo oltre? Non era una domanda poi così scontata per una che, come lei, era abituata a dire le cose in faccia senza farsi troppi problemi. Inoltre a quegli eventi tutti diventavano magicamente amici di tutti. Quanti “Ciao caro”, aveva sentito rivolgere a persone che care non lo erano affatto con una voce estremamente affettata ed acuta, degna del più falso “secondary baby talk”! Ma l’ipocrisia raggiungeva il proprio culmine non appena volte le spalle al “carissimo” di turno si sussurrava all’amica “Io non lo sopporto proprio”. A quelle situazioni lei non voleva prendere parte, se non strettamente obbligata ben conscia che certe libertà, come il non salutare od essere rude, potessero essere ancora accettate per via della sua giovane età, ma che con il passare degli anni il non omologarsi alla fiera delle falsità, l’avrebbe condotta a rinchiudersi in un eremo circondata da cavalli (senza nulla togliere alla compagnia ben più main stream dei gatti). Perciò si limitò a sussurrare un flautato : “Vedremo”. Prima di tornare ad analizzare una questiona forse persino più spinosa di quella inerente alla natura umana.

Il libro della zia era ancora adagiato sul bordo della scrivania e stava fissando alternativamente i due interlocutori, attendendo di scoprire quale tra i due si sarebbe rivelato il suo nuovo padrone. Mary non aveva alcuna intenzione di tornarsene a casa a mani vuote (anche se in quel caso sarebbe stato più corretto modificare il modo di dire in “ a mani piene”), a costo di nascondere il libro tra quelli riposti nella libreria del professore, di conseguenza non poteva esimersi dal giocare in attacco. Le sembrava che quel breve scambio di battute del più e del meno, avesse fatto abbassare almeno parzialmente la guardia al Vicepreside e ciò significava che quello era un buon momento per piazzare il proprio scacco. Se quello fosse solo il primo o anche l’ultimo asserragliamento al re di Peverell, lo avrebbe determinato solo la cocciutaggine dell’avversario.
: “Detto in tutta sincerità il libro io lo avrei anche letto, ma non credo di possedere sufficiente maturità ed esperienza, sia in ambito letterario che storico, per esprimere un giudizio che si elevi oltre quello di un mero gusto personale. Quindi non credo che sarei in grado di intavolare un proficuo dibattito, almeno per lei, a riguardo.”. Appoggiò la tazzina e si sistemò sulla sedia, accavallando l’altra gamba, in modo che l’altra potesse non soffrire più del peso della controlaterale e potesse liberarsi da quei fastidiossisimi formicolii che la pungevano. : “Se vuole io posso anticiparle l’oggetto del libro, potendomi avventurare in una mia personale interpretazione di quanto vi è riportato, ma non credo che sia questo il motivo per cui sia stato richiesto il mio parere. Vede mia zia vorrebbe fare ciò che lei ha fatto per lei, ovvero far sbocciare una passione per una materia spesso bistrattata. ”, poi si fermò per una breve pausa ad effetto, che avrebbe fatto in modo che le sue ultime parole acquisissero un maggiore significato. : “Ed è qui che entro in campo io. Io, in quanto esponente della nuova generazione, rappresento una sorta di tester il cui compito esclusivo è quello di dire “Sì, il concetto è scritto in maniera sufficientemente semplice in modo che persino un profano possa comprenderlo” o “No, questo capitolo è troppo borioso e complicato, va alleggerito all’inizio e vanno fornite più conoscenze di base, mentre solo successivamente sarà possibile andare ad analizzare tematiche tanto complesse ed importanti”. Possiamo dire, per quanto mi infastidisca definirmi tale, che io sia una sorta di tappa di passaggio tra lettore e scrittrice. Una lettrice con il bonus di poter chiedere chiarimenti a colei che ha dato vita al saggio.”, disse cercando di essere il più convincente possibile. Che lei potesse essere lo secchio della nuova generazione era dura da credere, ma in fin dei conti si doveva tener conto che lei era l’unica nipote in età adolescenziale con cui Ashley avesse dei rapporti stretti, insomma per quella volta la tutrice avrebbe dovuto accontentarsi! Ma il suo monologo non era ancora finito: aveva chiarito il suo ruolo, ma quello del professore invece? : “Il suo ruolo invece sarebbe quello di verificare l’attendibilità storica, di controllare che i contenuti non siano stati eccessivamente sacrificati a discapito di un linguaggio ed un look più accattivante. Avendo avuto modo di entrare a contatto con alcuni dei suoi lavori, posso immaginare quanto la mancanza di dettagli e minuzie, potrebbe turbarla, ma credo o meglio spero, che non stronchi sul nascere l’intento tanto nobile di mia zia.”. Pensava di aver concluso quando decise di mettere anch’ella i puntini sulle i, perché i pignoli in quella stanza in fin dei conti erano due : “Sia chiaro, il libro uscirà sia con che senza il suo intervento, tuttavia lei ha l’onore ed onere di poter partecipare ad un progetto educativo che potrebbe portare in auge la sua materia, con chissà quali risvolti benefici in futuro. È mia premura farglielo notare prima che lei mi liquidi con un secco no. Detto ciò, mi scuso per averla tediata così a lungo e riferirò con gioia a mia zia della possibilità dell’incontro a Londra. Io il tomo lo lascio comunque, sia mai che in qualche momento di noia le venga voglia di buttarci un occhio. Sappia comunque che se deciderà di utilizzarlo per evitare che la scrivania traballi, io non farò la spia.”, disse con tono leggermente ironico, sebbene il solo pensiero di un libro in tal modo maltrattato la facesse rabbrividire.

La palla ora andava all’avversario, se questo avesse accettato e non avesse altre domande da porle, la ragazzina si sarebbe preparata a levare le tende, ma se così non fosse stato (cosa che lei temeva ma si aspettava) lei sarebbe stata pronta a rispondere ai suoi fendenti.


Ot: Rieccomi qua. Mi scuso per la lunga attesa almeno in parte concordata, ma credo di poter riprendere la role (prima che cada nel dimenticatoio) magari mantenendo un ritmo meno serrato di quello iniziale. Per eventuali dubbi chiarimenti etc, rimango disponibile in off.

 
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view post Posted on 28/11/2017, 21:56
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Quanto era probabile che la giovane Corvonero si arrendesse e gettasse la spugna? Se avesse dovuto stimarne la probabilità, probabilmente non si sarebbe comunque fidato dello storico di esempi passati, ma si sarebbe ostinato nel quotar poco tale eventualità. Quanto quello dipendesse dall'essere una Corvonero, quanto dal fatto che si trattasse di sua zia, quanto dal tipo di persona. Sarebbe stato imprescindibile quel passaggio? Quanto sarebbe stato saggio, se non opportuno, offrirle il ben servito? In fondo si trattava pur sempre di un certo sperimentalismo in un campo che d'innovazione non voleva sentir parlare da almeno cinque secoli. O meglio, le poche che c'erano state, erano pur sempre state dell'ordine di una al secolo. Un cambiamento lento, rallentato, di un bene che nel suo significato più vero apparteneva a una Storia di molto precedente all'invenzione della stampa. Si parlava di libri già ai tempi di Omero, e si poteva affermare che ancor prima del medioevo ellenico qualcosa di simile già esistesse. Anche prima degli Egizi, cos'erano quelle grotte se non altro che una forma alternativa di libro? E dunque? Cosa avrebbe dovuto fare? Tirarsi indietro, per timore? Timore nei confronti di chi? Di che cosa? Della Storia? Del libro stesso? Era andato a impelagarsi in una brutta storia? In una qualche maniera ne sarebbe comunque uscito, certo, restava solo da scegliere il come.
Che seguito avrebbe avuto? E se fosse emerso, come in fondo era pur sempre possibile, che fosse una boiata? Per quanto avesse senso snellire l'eccessivo formalismo che era andato stratificandosi nel corso dei decenni, dall'altro quanto era davvero possibile abbracciare con un'unica opera, e una sola versione, pubblici tanto diversi? La comunità accademica avrebbe accettato con che gradimento un tale discorso? E se anche l'avesse fatto, poi cosa avrebbe pensato? L'opera di una folle, con l'aiuto e la benedizione di un secondo folle. Eppure, accettando una prima volta di fatto non andava a stringere alcuna forma di patto infrangibile, o infernale. Avrebbe potuto suffragare o meno il lavoro, e 'sganciarsi' in qualunque momento. O almeno era immaginabile che potesse andare così.
Tornò a osservare la Corvonero. Cosa stava pensando?
Chi avrebbe mollato per primo?
Perché sarebbe successo.
Accadeva sempre.


Ottimo, mi ha convinto, almeno per il momento. Non sarebbe certo opportuno per un bibliofilo del mio calibro farsi pregare per tenere un libro, e leggerlo. Di questo può andare tranquilla, l'unica questione sono e rimangono le tempistiche, ma sapremo trovare un giusto compromesso. È soddisfatta? Sarà compito mio verificarne l'attendibilità storica, 'turandomi il naso' laddove fosse necessario. In fondo sono da sempre un acceso sostenitore del fatto che 'l'abito non faccia il monaco', per quanto indubbiamente possa aiutare molto. Potremmo davvero essere in presenza di un nuovo modo di affrontare la letteratura scientifico-accademica, così come potremmo non esserlo, in fondo anche questo secondo scenario è da tener presente.

Era lì, pronto a cadere in tentazione. L'abbraccio delle volute di aromi sprigionati lentamente nell'aria. Ma c'era anche un ma, se la Giovane era il tester, tanto valeva sfruttare e cogliere al volo l'opportunità, no? Senza il rischio in fondo di bistrattare nessuno. Non avrebbe osato processare un ambasciatore, ma se era lo stesso ambasciatore a vestirsi da agnello, perché non sacrificarlo a beneficio del progresso scientifico? Se l'era cercata? Era stata anche lei incastrata in quella Storia? L'avrebbe scoperto?

Avrei però una domanda, mademoiselle Evans, se permette. Lei è indubbiamente nipote di sua zia, e temo che su questo non si possa discutere. Allo stesso tempo, però, è anche una mia studentessa. Certo, ancora immatura, e lontana dai Mago, ma non per questo non tengo in considerazione il suo giudizio. Cosa ne pensa del libro, lei? E in questo caso non mi interessa quanto pensa sua zia, che sfortunatamente non è qui presente. Lo chiedo a lei, una studentessa delle mie classi, cosa pensa di questo libro?

Domandò sorridendo, battendo il palmo sulla copertina del libro.
Ormai era lì, al centro della scrivania.
Non poteva fuggire.
L'avrebbe fatto?

 
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Mary_Evans
view post Posted on 5/12/2017, 00:02





Sentiva la scacchiera scricchiolare sotto il peso delle mosse dei due avversari; si avvicendavano, si studiavano, attaccavano e difendevano, leccando le ferite e preparandosi all’ennesima offensiva. Era una partita avvincente in cui Mary si sentiva estremamente a suo agio, siccome poteva muovere le proprie truppe comodamente crogiolata su una morbida poltroncina, sorseggiando una tazza di the, non esponendosi in prima linea. Velate frecciatine volavano nella stanza, eppure il professore non ne pareva turbato ma anzi, la Corvetta avrebbe giurato che si stesse divertendo, forse anche troppo, ma questo perché molto probabilmente non si era reso conto con chi aveva a che fare: la giovane età nascondeva un animo combattivo e testardo, esigente ed ambizioso, troppo egocentrico per accontentarsi di un diniego. Quella conversazione ormai non riguardava più solo il sogno della zia, ma piuttosto verteva sul cosa la ragazzina riuscisse ad ottenere facendo leva su una parlantina che avrebbe fatto invidia persino ad un sofista. Di sicuro non si sarebbe arresa tanto facilmente, o almeno avrebbe finto di fare ciò, attendendo in disparte il momento più adatto per rifarsi avanti. Eppure quella chiacchierata sembrava già promettere bene, il tono fintamente distaccato, l’apparente arrendevolezza condita da alcune captatio benevolentiae; che poteva pretendere Peverell di più da una semplice tredicenne? Di sicuro non molto, considerato che, secondo lei, Priscilla stessa era più che orgogliosa della sua performance. Continuò a sorseggiare la bollente bevanda con tranquillità, senza proferire alcuna parola, in modo tale che il professore avesse il tempo ed il silenzio di cui necessitava per decidere la sua contromossa e nel mentre lasciava scivolare lo sguardo lungo la stanza, studiando l’ambiente che la circondava nel tentativo di cogliere qualche altro indizio che avrebbe potuto sfruttare a suo favore. Mobili massicci regnavano nell’ufficio, denotando l’attitudine alla serietà ed all’austerità dell’uomo eppure numerosi ninnoli stravaganti, peculiari adornavano la stanza, smorzandone il tono autoritario: che forse quello il suo punto debole? L’eccentricità, il desiderio di scoprire cose nuove e sconosciute? Statisticamente parlando era altamente probabile, quell’approccio con la zia aveva sempre funzionato. In fin dei conti si poteva fare lo storico senza quest’ultimo dettaglio? Forse si, ma di sicuro si sarebbe rimasti nella mediocrità, senza spiccare dalla massa ed il professore non sembrava decisamente un tipo in grado di accontentarsi. Archiviò quella nuova informazione per usarla a tempo debito e riportò lo sguardo sull’interlocutore. Anche lui la stava studiando? Probabile, non avrebbe sottovalutato il Vicepreside nonostante sapesse che con quella richiesta l’avesse colto alla sprovvista. L’aveva considerata sfacciata? Intraprendente ? Oppure ne aveva colto l’animo più profondo che la induceva ad imporsi come leader, senza imporsi con la forza, ma piuttosto avvalendosi di leggere provocazioni al fine di capire fino a dove potesse spingersi, per continuare poi a danzare sul filo di quel rasoio? Non avrebbe saputo dirlo con certezza, eppure il fatto che Peverell la stesse trattenendo sembrava deporre a suo favore. Ne aveva attratto l’interesse, ponendosi non come suo pari ma piuttosto come un passatempo esterno alla solita routine: che la stesse paragonando ad uno dei soprammobili che aveva precedentemente adocchiato? Ovviamente quest’idea non le andava affatto a genio, eppure se l’avesse convinto ad accettare il manoscritto avrebbe potuto mascherare il fallito tentativo della sua di lui sottomissione con il successo della zia, in pratica una sorta di premio di consolazione.

Il silenzio venne interrotto dalla profonda voce dell’altro; ce l’aveva fatta! La zia aveva ottenuto quanto desiderava eppure lei non si sentiva soddisfatta, voleva dell’altro, voleva vedere brillare una scintilla di sincero stupore negli occhi del professore, voleva incuriosirlo, voleva che questi cogliesse la sua arguzia e gli conferisse il giusto valore. Non si preoccupò minimamente del breve inciso “per il momento”, poiché il rinnovo di quell’accordo sarebbe dipeso esclusivamente dalla parente. Appoggiò la tazzina ormai vuota sulla scrivania e tornò ad appoggiare la schiena completamente contro la poltrona, accavallando le gambe ed incrociando le dita prima di appoggiarvi sopra le labbra per pochi istanti. Poi alzò nuovamente il capo e rispose : “Sono soddisfatta, ma mai quanto lo sarà mia zia non appena le riferirò il suo responso. Con il rischio di ripetermi, le tempistiche non saranno in alcun modo un problema, ha già fatto anche troppo per lei. Spero che anche lei troverà giovamento da questo progetto”. Per il momento non aveva altro da aggiungere, l’esca per continuare il discorso l’aveva gettata ormai da qualche minuto e si aspettava una domanda precisa che era sicura sarebbe ben presto giunta. Che credeva Peverell, che lei, una Corva che tendeva alla fuga piuttosto all’attacco, che si trovava più a suo agio agendo dietro le quinte, si immolasse come un agnello sacrificale senza prepararsi in anticipo una risposta degna di nota? Assolutamente no, ma non voleva svelare le proprie armi così in anticipo e perciò decise di mostrarsi stupita, colta alla sprovvista. Cominciò a balbettare, pronunciando le parole con lentezza come a dare l’impressione di cercare di racimolare qualche secondo in più per fare ordine nel proprio pensiero, mentre lo sguardo si manteneva basso, fisso sulla scrivania e solo raramente si alzava verso il volto del professore per studiarne le emozioni per amplificare la sensazione di essere stata colta in fallo.: “Beh ecco, io.... io... sono molto contenta del fatto che tenga in considerazione la mia opinione, ma ecco… non sono davvero sicura che valga poi così tanto. Comunque se è ciò che desidera, glielo dirò”, prese una breve pausa per dare una maggiore rilevanza al precedente preambolo, isolandolo, attribuendogli una più lapalissiana parvenza di temporeggiamento. A questo punto avrebbe dovuto giocare le sue carte, magari approfittando dell’informazione precedentemente raccolta : “Io penso che il testo non sia affatto male, anzi nasconde delle notevoli potenzialità che necessitano di un attento labor limae. Una cosa che aggiungerei sono alcune pagine inerenti alla geografia del luogo e solo successivamente porrei l’attenzione sulla popolazione e sull’economia in modo tale da dare un’idea più completa al lettore. Non dico un’attenta analisi, solo qualche pagina in modo che il lettore si ambienti meglio nel nuovo habitat, più afoso e lussureggiante rispetto a quello a cui noi siamo abituati. Invece una cosa che mi ha piacevolmente stupito è stata l’intuizione di iniziare ogni capitolo con un aneddoto o un mito, in modo da attirare il lettore ed indurlo a proseguire la lettura, nell’ordine di scoprire il perché di alcune decisione o di alcune credenze. Per esempio, mi spiace anticiparle il contenuto del libro, ma mi vedo costretta al fine di farle comprendere al meglio la mia idea e perciò mi limiterò a citare un aneddoto particolarmente noto. Nel capitolo sulla religione si parla dei sacrifici umani; ormai grazie a numerose trasposizioni cinematografiche, gran parte delle persone sono a conoscenza di questi riti eppure non tutti sanno che questi sacrifici venivano compiuti con distinte modalità. Da una parte vi erano le immolazioni in onore del sacrificio eseguito da Tecuciztècatl e Nanàhuatl”, pronunciò con lentezza i due ultimi nomi incespicando in alcune sillabe, poiché temeva di errare nella loro pronuncia ma appena questo ostacolo fu superato, riprese a parlare tranquillamente : “I quali lanciandosi in un rogo diedero vita rispettivamente alla Luna ed al Sole, sacrificio seguito subito dopo da quello degli altri dei con lo scopo di far muovere i due astri il cui moto per cominciare richiedeva per l’appunto un dazio in sangue e morte; mentre dall’altra vi erano i sacrifici dei prigionieri di guerra, ma a differenza di quelli di prima, questi venivano fatti ubriacare con il pul… pul.. pulque? Spero che la pronuncia sia corretta, in caso errato si senta libero di riprendermi. Tornando a noi, io leggendo questo paragrafo mi sono chiesta per l’appunto perché solo i prigionieri di guerra venissero fatti ubriacare, cosa che da parte mia consideravo una benedizione dacché l’alcol inibendo i sensi fornisce una “maggiore” tolleranza al dolore. Proseguendo con la lettura ho avuto modo di scoprire la risposta a questo quesito incappando nel mito della Sacra Guerra, nel quale si racconta come il Sole diede vita a 400 figure simili agli odierni supereroi chiamati Mimixcoa i quali avrebbero dovuto vivere sulla Terra in serenità rispettando alcune regole tra cui l’esecuzione di offerte e riti prestabiliti agli dei. Tuttavia questi non rispettarono i dettami prestabiliti ubriacandosi e conducendo una vita decisamente libertina e spregiudicata e questo scatenò l’ira degli del dio Sole, il quale decise di creare altri 5 guerrieri Mimixcoa il cui compito sarebbe stato quello di andare sulla terra e uccidere i loro fratelli “infedeli”. Per farla breve, a seguito di una sanguinosa lotta quest’ultima generazione di guerrieri riuscì a prevalere ed a ristabilire la potenza degli dei sulle loro creature; infatti uccisero tutti e 400 i rappresentanti della prima generazione di Mimixcoa e buttarono le loro ossa nell’inframondo. A questo punto inizierebbe la leggenda sulla nascita dell’uomo, ma per il momento mi fermerei qua. In conclusione con questo stratagemma ho trovato la risposta alla mia domanda iniziale che può essere riassunta nel seguente concetto: gli uomini sacrificati al dio Sole ed al dio Luna dovevano essere lucidi in quanto personificavano gli dei che avevano deciso di immolarsi autonomamente e sulla base di un obbligo morale, mentre i prigionieri di guerra venivano fatti ubriacare poiché rappresentanti della prima generazione di Mimixcoa ovvero immorali, dediti al gioco d’azzardo e peccatori. Inoltre ora lei comprende anche perché prima ho detto “credevo”, infatti l’essere lucidi prima del sacrificio in realtà era meglio, proprio perché si veniva equiparati per un breve istante agli dei.” Fece una breve pausa prima di continuare ad esplicare il proprio ragionamento. : “Capisce che intendo? Questo mito nasconde credenze che non sono intuibili ad una prima lettura, ma richiedono una più attenta analisi ed è qui che interviene mia zia. Lei, con le sue conoscenze, si pone come guida e ti aiuta a trovare la giusta strada e badi bene che ho detto aiuta, per arrivare alla corretta conclusione senza invece fornire la risposta bella pronta, cosa in cui invece, per quanto mi riguarda, numerosi saggi storici peccano. Così facendo alla fine del capitolo si è compreso il racconto iniziale e soprattutto si è riusciti a cogliere il ragionamento sotteso. Inoltre con questa tecnica si è in grado di favorire il ricordo, il che lo rende un ottimo metodo di studio o d’integrazione delle lezioni. ”, concluse alzando infine alzando gli occhi e fissandoli in quelli dell’altro; : “È soddisfatto?”, disse tendendo lievemente il lato destro del labbro. Aveva deciso di porre un’ennesima provocazione, rigirando al mittente la medesima domanda che le era stata posta. Ora toccava a lui decidere come continuare la partita.

 
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view post Posted on 12/12/2017, 14:02
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Scopro Talenti, Risolvo Problemi

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Insomma, la sua parte l'aveva fatta.
Aveva concesso quanto andava concesso, si era dato disponibile, sorprendendo almeno una parte di sè, aveva detto di sì. Che il più fosse ormai alle spalle? Erano giunti al capolinea? Tutti sono pregati di scendere? Sembrava che fosse andata bene. Quanto si sarebbe sbilanciata la giovane Corvonero? Del resto, quanto era probabile che se ne uscisse con 'è una grandissima...', dopo tutto era pur sempre sua zia. Doveva pur contare qualcosa, o no? Nel caso di sua nipote quanto sarebbe andato a pesare? Quanto avrebbe temuto un suo giudizio? Ne aveva mai ricevuto uno? Anche quella era una brutta Storia, più gli anni passavano più era inconcepibile quel silenzio. Quanto sarebbe stato elegante rinfacciare l'intera colpa alla sventurata nei sotterranei? Ma del resto era pur sempre sua. Di chi altri? E peggio, l'incapacità di non aver saputo scoprire nulla in tutti quegli anni risultava ancora più deleteria. Non che il resto aiutasse, ormai era finito tutto sottotraccia, non era più nell'interesse generale rivangare quanto accaduto nel passato? Meglio non ricordare i fallimenti che erano quasi Storia, mentre il presente non sembrava destinato a essere di gran lunga migliore? Era quella la filosofia? E se non era così, cosa avrebbe dovuto oggettivamente ipotizzare di fare? Forcone alla mano non ci si vedeva proprio. Com'era fatto un forcone? Era qualcosa di simile a una forchetta, solo molto più grande, no? Quanti denti aveva? Contava qualcosa? Era già più verosimile che armasse un villaggio di popolani scozzesi perchè si presentasse a Londra in protesta. Avrebbe salvato le apparenze, non si sarebbe sporcato troppo le mani, avrebbe dato un segnale. Quanto giusto, era anche lì tutto da vedere. Ma contava davvero qualcosa? Se non interessava a nessuno, era giusto dimenticarsene? Avevano a che fare con l'etica, o con la morale? Quanto avrebbe inciso sulla Storia delle istituzioni inglesi quell'assordante silenzio? Sarebbero passati tutti per degli ignavi agli occhi della Grande Storia? Cosa avrebbero scritto di loro passati che fossero quei duecento anni? Un tratto di penna avrebbe annichilito il problema? E se non lo fosse stato? Era solo un problema di famiglia? Era l'ultimo. Il privilegio di non poter essere giudicato era quello? Ne avrebbe volentieri fatto a meno. Eppure...
E poi con una certa sorpresa, l'ondata di piena.
Aveva semplicemente ricevuto la domanda che desiderava?
Parola dopo parola, frase dopo frase, il tutto assumeva sempre più la dimensione e il gusto di un discorso in fondo già preparato. Quanto era prevedibile che facesse tale domanda? Era la verità? Non lo era? Come avrebbe dovuto o potuto determinarlo? Anche lì, era una mera questione di fidarsi. Un atto di fede. In fondo, cosa le veniva a mentire spudoratamente? Non sempre le azioni degli esseri umani erano razionali, certo, ma quanto meno miravano all'ottenimento di un qualche beneficio. Che in quel caso dunque ve ne fosse uno? Che mirasse a guadagnarsi ammirazione, a fronte di una nuova richiesta? Il Reparto Proibito stava per fare capolino anche in quel colloquio? Era quella la spiegazione al perchè fosse ancora lì? E perchè si sarebbe anche trattenuta? Oppure era semplicemente malfidente, e inguaribilmente sospettoso?
Sorrise, tra il divertito e il sorpreso mentre ancora la Corvonero proseguiva.
Era davvero tutto quello quel libro?
L'avrebbe scoperto.


Ottimo Mademoiselle Evans, non le nasconderò di essere sorpreso. Se proprio ci teneva a dirmelo, non vedo perchè abbia voluto aspettare che glielo domandassi. Lasci che le spieghi qualcosa anch'io. Per quanto possa sembrarle strano, ho un'altissima considerazione di tutti i miei studenti. Nonostante ognuno abbia i propri modi di dimostrarlo, personalmente non credo di averne mai fatto mistero, no? Quando lei avrà anche solo un terzo dei miei anni si renderà conto che una delle cose più preziose che abbiamo è il tempo, l'insegnamento è una vocazione per questo. Io ho dedicato e continuo a dedicarne gran parte a lei, e ai suoi colleghi, e giacchè con tutta la modestia che contraddistingue il nobile e illustre casato dei Peverell ho della mia persona un'altissima considerazione, questo parla da sè. Il che mi spinge a domandarle se ha anche altro di cui voglia mettermi al corrente, immagino avesse qualche idea prima di varcare quella soglia.

Apertura indiana?
Seguita da quello che aveva il gusto dell'arrocco?
Secco il rumore sulla scacchiera del re che tornava in posizione.
Torri pronte all'attacco, allineate sulla prima riga. Era un 'à la guerre'?
La partita proseguiva. C'era stata una svolta?
O era ancora tutto secondo il piano?

 
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Mary_Evans
view post Posted on 20/12/2017, 00:05





Aveva detto tutto, lasciando scrosciare un fiume in piena sulle vecchie spalle del professore evidentemente impreparate a sostenerlo: ce l’avrebbe fatta il vecchio a reggere il peso del suo ragionamento, forse espresso con una dovizia, decisamente eccessiva per una ragazzina di tredici anni? Forse era quello che l’aveva tradita, il preparare un discorso in cui erano presenti vocaboli che non competevano alla sua giovane età? Ma si poteva dire quello effettivamente un errore? In fin dei conti se si va a udienza, non è forse il minimo almeno informarsi sulle tematiche del colloquio per ben evitare una magra figura? Non era forse il caso di sapersi vendere sufficientemente bene, non dico da pari, ma almeno da poter assumere la parvenza di un piacevole intrattenimento anche se solo per pochi minuti? Mary credeva di aver agito più che bene in tal senso e perciò aveva deciso di leggere con cura il saggio della zia (che tra l’altro considerati i toni colloquiali impressi dall’autrice si poteva effettivamente chiamare tale?). Avrebbe mai potuto vendere il tomo senza sapere con sufficiente confidenza di cosa trattava? Era possibile convincere il professore ad accettare l’ingrato compito rispondendo ad una domanda che sottendeva più di quanto l’uomo volesse dichiarare con un misero “Guardi in questo momento non lo so. È carino”? Sinceramente così dicendo non avrebbe convinto nemmeno se stessa. Senza contare che quel discorso era già stato pronunciato più volte alla parente che ovviamente non si era astenuta dal farle la stessa medesima domanda, magari con un tono di voce più acuto e velato dall’emozione. Ne ricordava ancora la faccia, il suo sorriso a 32 denti che stirava le rughe che ormai decoravano con eleganza il volto e si ricordava persino il pensiero che le era sorto in quel momento *Le manca solo la coda che scodinzola*. Mentre parlava, cercava di cogliere gli stati d’animo del professore, dapprima era sembrato sorpreso *Piacevolmente spero* per poi, una volta resosi conto della bomba innescata, shiftare verso un divertito e, a detta della ragazzina, piacevolmente soddisfatto. Se avesse voluto, avrebbe potuto raccontare altri aneddoti come per esempio le diverse leggende riguardanti la nascita del mondo o il persino più famoso mito dei 5 mondi oppure degli scontri tra Quetzalcóatl e Tezcatlipoca oppure ancora delle strane creature poste in difesa della capitale dell’impero, quelle le aveva effettivamente trovate estremamente affascinanti. Eppure si morse la lingua e si limitò a reagire con onestà al professore che, a giudicare dalla risposta al suo lungo monologo, aveva colto almeno in parte le poco morali intenzioni della ragazzina. Scivolò all’indietro ridendo di gusto, mentre riservava al professore uno sguardo in cui era palese un sottinteso “Mi ha beccata”, per poi controbattere dicendo : “Mi scusi professore, effettivamente mi sono lasciata un po’ andare, ma sa com’è, questo aneddoto era l'asso nella manica che avrei scartato se l’avessi vista particolarmente titubante. Lo so di aver già avuto la sua parola, ma insomma, mi sembrava un bel discorso e non volevo proprio sprecarlo”. Portò la mano dominante alla nuca scompigliandosi i capelli, come era solita nei momenti di imbarazzo. Aveva forse osato troppo eppure il professore non ne pareva affatto turbato, anzi le era quasi sembrato che volesse tentarla a continuare a pompare il proprio ego, giusto per capre fino a dove avrebbe potuto spingersi. : “Non le nego che potrei aggiungere altro, in fin dei conti con mia zia abbiamo discusso ampiamente dei singoli capitoli, ma non le voglio rovinare la lettura con degli spiacevolissimi spoiler. Al massimo potremo riprendere il discorso quando avrà finito anche lei di leggere”, continuò ricordando volutamente l’impegno che il Vicepreside aveva deciso di assumersi. : “Non dubito che abbia a cuore l’opinione degli studenti, diciamo che più che altro non pensavo ritenesse importante nello specifico la mia…Sono una studentessa nella media e il mio approccio al mondo magico è ancora acerbo.”, proferì quasi sussurrando, imbarazzata in parte dalla sviolinata ricevuta. Per quanto fosse egocentrica ed ambiziosa, si sentiva sempre a disagio quando altre persone le facevano notare questi suoi difetti o pregi che dir si voglia; anche perché di preciso non sapeva quanto questo suo senso di superiorità fosse effettivamente fondato su stabili pilastri e quanto fosse invece frutto esclusivo della sua mente. : “In realtà avrei io una domanda per lei. Che ne pensa di questa mia analisi? Crede sia troppo superficiale o che vi siano della lacune imperdonabili? Sempre premesso che sono più che consapevole che la mia sia una deduzione molto superficiale.”, chiese riacquistando almeno in parte la sicurezza in sé. Per quanto quel colloquio si fosse posto inizialmente come una contrattazione, non poteva negare di cominciare a sentirsi a suo agio sulla comoda poltrona in velluto. Che fosse anche merito del the? O, meglio ancora, del trattamento di riguardo che il professore le stava riservando? Porle delle domande e lodarla quando rispondeva bene; era quello il modo migliore che aveva per indurla a dare il proprio massimo, non poteva negarlo. Era da sempre sensibile alle captatio benevolentiae, ma non tanto da non rendersi conto di quando venisse sfruttata questa sua debolezza. In fin de conti aveva dovuto raccogliere gran parte del suo coraggio per porre la questione al professore, non si meritava anche lei un riconoscimento?

Ora era il turno dell’uomo di parlare, che potesse insegnarle anche colto alla sprovvista qualcosa? Probabile e chissà forse per lui questa era una domanda scontata, ma al contempo intrigante. Esiste forse qualcosa di meglio del discutere con una persona che nutre sincero interesse a quanto stai per dire? Forse quella pausa dai suoi pensieri, le sarebbe bastata per trovare un altro po’ della sua temerarietà per porre un’altra domanda che già da un po’ le balenava per la mente, riguardo ad uno strano oggetto che si stagliava nettamente rispetto al resto dell’ufficio.

 
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