~» My life is yours to take., Privata.

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view post Posted on 6/12/2016, 22:32
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L'inverno a Londra era forse uno dei più freddi in Europa e forse quel giorno era il più freddo del mese, ciò nonostante Mary si era alzata, aveva indossato una camicia ed un maglione rosso scuro e aveva svegliato il suo caposcuola Brior per andare ad Hogsmeade; se fosse stata Oliver si sarebbe semplicemente odiata ma fortunatamente il giovane si era rivelato più collaborativo di come lo sarebbe stata lei e, resosi disponibile, l'aveva accompagnata di buon gusto al negozio in cui Mary volle andare. La sua compagnia si era rivelata più piacevole di quanto potesse pensare, non avevano parlato molto ma allo stesso tempo il silenzio non era stato uno di quelli imbarazzanti. Nel negozio dopo la sua ordinazione, anche il giovane chiese qualcosa prima di rivolgersi alla concasata: Oliver le aveva chiesto informazioni riguardo il suo acquisto.
Sì, penso di sì..
Mary gli rispose abbassando la testa verso il pacchetto che ora stringeva tra le mani mentre la sua mente la portò alla figura di Persefone, la Preside di Hogwarts a cui era destinato uno dei due specchi.
E' una persona a cui tengo particolarmente e vorrei... non so, vorrei darle la possibilità di trovarmi quando ha bisogno di me.
Lasciò scappare con voce bassa. Si era appena fatta trasportare dai sentimenti davanti una persona che neanche conosceva davvero, bene, bella mossa Mary.
O comunque boh, è solo uno specchio!
Cercò di sdrammatizzare ridendo leggermente alle sue stesse parole. Mentre aspettava che anche l'acquisto di Oliver gli fosse consegnato la bionda posò il suo acquisto nella borsa a tracollo rosso che aveva con se e mise le mani nelle tasche del paffuto capotto grigio che indossava quel giorno. Arrivati di fronte all'ingresso Oliver da vero e proprio gentiluomo fece uscire per prima la rosso-oro che ringraziò il concasato; lo stesso accennò ad una bevanda insieme da Piediburro o da qualche altro locale vicino.
Ehi, pensavo noi fossimo una coppia!
Scherzò la ragazza mentre iniziava a passo lento a camminare. Non c'era davvero bisogno di valutare l'offerta del caposcuola: Mary non voleva davvero tornare al castello ed inoltre la compagnia del ragazzo non era affatto malvagia anzi, Oliver si stava dimostrando meglio di quanto potesse pensare (non che ci avesse mai pensato prima, davvero, no...) quindi portando lo sguardo sul ragazzo gli rispose:
Certo, perché no! Ma a patto che dividiamo, in nessun modo potrei farti pagare da solo.
Riportando lo sguardo verso la strada ritornò a parlare:
Piediburro è la scelta giusta, è molto più vicino, non potrei camminare di più con questo freddo.
Aggiunse infine lasciandosi scappare un sospiro dovuto al freddo. Da lontano si poteva già scorgere il locale in cui erano probabilmente diretti e Mary accelerò quasi involontariamente il passo per arrivarci prima, ormai non si sentiva quasi più le gambe quindi non era neanche sicura di come si stesse effettivamente muovendo. Decise di iniziare una conversazione (d'altronde qualcuno l'avrebbe dovuto fare prima o poi) quindi si girò nuovamente verso il ragazzo studiandolo per un momento: Oliver aveva dei capelli scuri piuttosto ondulati che la bionda sentì la necessità di toccare per passare le dita tra i boccoli ricci; i suoi occhi eranscuri per ciò che Mary aveva notato ed era forse alto quanto lei il chè era positivo, odiava alzare la testa per rivolgersi a qualcuno.
Quindi, hai piani per Natale?
Ormai erano nei pressi del locale, si poteva quasi udire il leggero vociferio dei clienti e il calore che un luogo al chiuso poteva sprigionare. La ragazza già quasi ne assaporava il tepore e già l'idea del calore e possibilmente di una bevanda calda (e perché no, magari anche un dolce) le portò un sorriso felice sul volto. Dio, quella sarebbe stata decisamente una bella giornata!
 
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view post Posted on 7/12/2016, 12:40
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Molti avrebbero detto che Oliver fosse di parte e probabilmente non avrebbero neanche avuto torto, considerando che i Grifondoro fossero le persone più vicine, sia fisicamente sia spiritualmente, al Caposcuola vero e proprio. Adorava la loro presenza, la loro vivacità, la loro allegria e spesso spensieratezza; talvolta erano etichettati come orgogliosi, testardi, perfino vanitosi, il che - almeno per le prime due definizioni - non differiva poi chissà quanto dalla realtà. Ma i critici non erano sempre a conoscenza dei valori degli adepti di Godric: nobiltà d'animo, cavalleria e coraggio erano alla base di una piramide sicuramente più alta e i gradini, ogni gradino, che portavano alla vetta erano colmi di positività che non per forza si concretizzava con esuberanza, al contrario diveniva un flusso autentico di lealtà e fiducia. Non guastava il fatto che i Grifondoro fossero loquaci, perlomeno la maggioranza, né che fossero ironici e pronti al dialogo, oltre che al confronto. Era il caso di Mary, che Oliver aveva già avuto modo di apprezzare, anche se leggermente da lontano soltanto come un osservatore esterno, durante le sporadiche chiacchiere in Sala Comune o l'avventura a Londra, che avrebbe custodito nel suo cuore come uno dei ricordi più preziosi della sua giovane vita. Mary era solare, mai aggettivo avrebbe descritto meglio quella studentessa dall'identità interessante. Sapeva stare al gioco, ancor più sapeva crearne uno con naturalezza. E Oliver non avrebbe mai spesso di lodare persone simili, con le quali avrebbe potuto tessere conversazioni profonde o meno serie nel miglior modo possibile. Non considerò con imbarazzo la scelta di Madama Piediburro come locale nel quale ripararsi dal freddo dell'ormai imminente Inverno, a pensarci bene avrebbe optato a sua volta per quell'angolo così raffinato, vinto com'era dal galateo che contraddistingueva il suo portamento, il suo spirito e il suo stesso cuore. La classe non era acqua, così dicevano spesso alcuni suoi concasati e, nonostante Oliver non avesse mai afferrato pienamente quella strana espressione, qualcosa gli suggeriva che non fosse poi chissà quanto errata. Si strinse nel cappotto, mentre la sciarpa blu ondeggiava avanti e indietro a causa di un violento soffio di vento lateralmente. Socchiuse gli occhi, nella speranza di non farvi entrare polvere o rimasugli di alcun tipo di quella strada acciottolata del sobborgo incantato, mentre le parole di Mary aleggiavano intorno come se sospese, a loro volta, da quell'invisibile Bora circostante. «E' un'ottima scelta, davvero. Anche io ho regalato uno dei due Specchi Comunicanti ad una persona speciale, diciamo un amico ma anche mentore, nella definizione più affettuosa del termine» commentò, un sorriso sincero sul volto raffreddato. I ricci ribelli, di un colore simile alla sfumatura di un tronco, come diceva spesso sua zia Adele, spuntavano come ciocche ribelli dal cappuccio che ben presto fu portato all'indietro a causa di Madre Natura. Il locale non distava troppo e camminando, Oliver ebbe modo di ascoltare anche il continuo del discorso di Mary, che fu subito in grado di strappargli una risata al volo. Era un suono squillante, dolce, che suo cugino Elijia prendeva spesso in giro perché troppo musicale, per così dire. Sinonimo, senza dubbio alcuno, di verità e di allegria che mai sarebbero state spente nello spirito del Caposcuola. «Allora se siamo una finta coppia, è compito del finto fidanzato offrire. E...» fece un passo avanti più velocemente, giungendo alla porta del locale e spingendola con un altro sorriso. «Sarei io!» L'ingresso fu libero, ormai, e un tepore non indifferente, quasi invitante, raggiunse Oliver il prima possibile. Caldo, caldo e ancora caldo! Non avrebbe chiesto di meglio, in quel momento; magari una cioccolata calda e una fetta di torta di quelle speciali di Piediburro avrebbero fatto al suo caso. Attese, mantenendo ferma la porta, che Mary - di nuovo - procedesse per prima. Subito dopo l'avrebbe seguita, mentre un profumo zuccherino abbracciava il giovane Grifondoro. «Cosa ne dici di quel tavolo laggiù?» chiese, il naso ghiacciato e le labbra rosse dal freddo, mentre le mani - senza guanti, purtroppo - già cantavano taciti inni per l'atmosfera più soffice del luogo raggiunto. Un tavolino sulla destra, accanto una finestra che affacciava su un paesaggio innevato dell'esterno di Hogwarts, sembrava libera da clienti vari e mentre il cicaleccio di voci, basso e quasi placido, governava la scena, Oliver attese un cenno da parte di Mary. Qualsiasi postazione desiderasse, sarebbe stata sua, Madama Piediburro non era donna da rinnegare l'Eleganza. E proprio per questo Oliver l'adorava. In merito all'ultima cordiale domanda da parte di Mary, sorrise con piacere prima di rispondere. «Resterò di sicuro per l'Evento di Natale di Hogwarts, come da tradizione, poi torno in Irlanda dalla mia famiglia. Noi Brior seguiamo la tradizione di una cena di gala nella tenuta di mia nonna Adeline. Ameresti quel posto, ne sono sicuro, è pieno di incanto e nel giardino all'esterno ci sono Fuochi Fatui che quasi sembrano danzare mentre volano ovunque!» Avrebbe potuto aggiungere tanto altro ancora, ma temeva di annoiare Mary. Avrebbe atteso, senza dimenticare di replicare l'interesse. «Tu di dove sei? Tornerai a casa o resterai al castello?»


Edited by Oliver Brior - 8/12/2016, 20:22
 
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view post Posted on 9/12/2016, 11:38
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Tu, caro mio, sei nato in un'epoca sbagliata!
Oliver era stato così gentile da aprire la porta per lei e Mary non poté evitare di chiedersi da dove provenisse tanta galanteria; non si fraintenda, Mary aveva conosciuto tanti ragazzi gentili e dolci, attenti anche, ma in effetti non aveva mai conosciuto qualcuno che le aprisse la porta o qualcuno che insistesse tanto per offrirle da bere.
Se insisti così tanto, amore.
Rispose, alzando un sopracciglio quando arrivò a pronunciare l'ultima parola per sottolinearne lo scherzo. Quando anche il concasato entrò ed entrambi si ritrovarono all'interno del locale, la bionda si fermò e prese una boccata d'aria calda che le riscaldò i polmoni; cacciò le mani dalle tasche ed iniziò a muoverle come a sperimentare se fosse ancora capace di muovere le dita o meno, intanto con lo sguardo girò per il locale; nonostante Mary non vi andava da ormai troppo tempo, poco era effettivamente cambiato in quel locale: era abbastanza piccolo e nella sua minutezza era quasi da considerare intimo; la luce era debole ed illuminava i tavolini rotondi sparsi in giro per il locale e l'atmosfera in sé ricordava molto il periodo di San Valentino. Oliver indicò un tavolino e Mary guardandolo (non poté non notare il naso rosso del giovane come una di quelle renne di babbo natale, e si chiese se anche lei avesse questo aspetto) ne seguì lo sguardo fino ad arrivare ad un tavolo sulla destra leggermente più distante degli altri che, collocato vicino la finestra, dava una visuale perfetta su Hogwarts e la neve tutt'intorno.
Certo, è perfetto!
Iniziò a dirigersi verso quella direzione mantenendo un passo sostenuto per farsi affiancare dal ragazzo. Arrivata scostò leggermente la sedia, tolse il cappotto e lo appoggiò sulla stessa ed infine si sedette aspettando che il ragazzo facesse lo stesso; quest'ultimo intanto stava rispondendo alla domanda di Mary che rimase sorpresa nello scoprire che Oliver abitasse in Irlanda. Intenta ad ascoltare la ragazza portò i gomiti sul tavolo e appoggiò la testa tra le mani aperte, interessata a sapere di più di questo gala irlandese.
Cavolo, dev'essere proprio bello! Penso davvero di essermi appena innamorata di un luogo, quindi aspetto un invito per l'anno prossimo!
Finì la frase con una leggera risata e alzò la testa portandosi le mani tra le gambe per riscaldarle ancora un po'. Mantenne il contatto visivo con il giovane quando questo le chiese cosa avesse intenzione di fare per le feste. Bhè, domanda certamente interessante: Mary non aveva davvero un piano per le feste o meglio non sapeva dove sarebbe voluta andare; da una parte era spinta dall'idea di andare a trovare il cugino Tom, infondo si erano da poco trovati e passare un po' di tempo insieme non poteva che farle bene, d'altra parte però stare con Tom significava fare domande sulle sue origini ed infondo non era davvero pronta ad ascoltarne la risposta, avrebbe dunque preferito restare al castello per quell'anno.
Mh, penso che dopo l'evento al castello, resterò lì. Ho diverse materie da recuperare ed ho in piano di restare con qualche amico al castello e festeggiare come si deve.
Rispose infine dopo aver ponderato per qualche secondo in più sulla sua risposta: non voleva mentire ed infatti non l'aveva fatto, ma appesantire la discussione parlando dei suoi genitori morti non era certamente utile per mantenere la conversazione allegra e spensierata.
Ora però, devi assolutamente parlarmi dell'Irlanda. Non ci sono mai stata ma potrei pensarci ad una vacanza lì qualche volta!
Era da molto in effetti che Mary voleva andare in giro per il mondo, certo nei limiti del possibile (e del suo conto bancario) ed era interessata a visitare più cose possibili, senza incappare in beste sataniche, animali fantastici e dove trovarli. Inoltre, da quel poco che aveva sentito, Oliver sembrava super eccitato all'idea di tornare a casa e ciò significava magari che l'Irlanda era un bel posto in cui stare, senza dubbio diversa dall'Inghilterra e questo era già qualcosa. Si spostò i capelli dietro l'orecchio e rispose ancora ad Oliver
Io sono di Londra, quindi non molto distante da casa in effetti. Come puoi ben immaginare, ho una gran voglia di visitare altri luoghi, quindi sono tutt'orecchie!
Aggiunse infine: infondo era vero, no? Quando nasci e cresci e poi continui a vivere sempre in uno stesso luogo, questo perde la magia che pensavi avrebbe avuto per sempre e certo, Londra è piena di magia, ma per Mary allo stesso tempo è anche piena di tristezza. Mantenne comunque un sorriso sul volto aspettando con eccitazione la risposta del concasato, pronta ad assorbire ogni singola parola che sarebbe uscita dalla sua bocca.
 
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view post Posted on 14/12/2016, 01:15
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Juliet Little «

  » Studentessa ~ Scheda | Outfit

Giornata fredda quel giorno. C'era aria di neve. Anzi c'era neve, che copriva con il suo manto bianco, le strade e i tetti del paesino, qual era Hogsmeade. Quel giorno Juliet indossava i panni di una cameriera. Aveva accettato il lavoro che le avevano offerto. Grazie ad Oliver, il suo caposcuola, sarebbe riuscita a pesare di meno sui suoi genitori. Le dicevano che nulla era dovuto, ma che tutto veniva dai sacrifici. Così Juliet si era messa a cercare lavoro e in poco tempo lo trovò. Sarebbe stata una cameriera in prova. Quel giorno Juliet, nel locale di Madama Piediburro, in cui lavorava, si sentiva felice. Poteva coronare il suo sogno, anzi due: guadagnare qualcosa per poter vivere indipendente e far felici i clienti. Quel locale altro non era che il ritrovo più romantico per le coppiette. Quel locale traboccava di amore, che nasceva tra quei tavoli e tra quei dolcetti squisiti. Juliet stava sistemando i tavoli. Gli puliva con maestria. Voleva che quel luogo splendesse. Pochi clienti riempivano il locale. Juliet prese il vassoio con i piatti sporchi che qualche cliente aveva lasciato sul tavolo accanto alla finestra che dava sul castello di Hogwarts. Per qualche secondo si perse a guardare il paesaggio innevato che le si presentava dinanzi agli occhi. Dopo quel turno sarebbe stata contenta di ritrovarsi nella Sala Comune del Grifondoro a ronfare sulla poltrona davanti al caminetto. Fuori faceva freddo, ma dentro al locale vi era un tepore che scaldava l'anima. Juliet portò il vassoio in retrobottega e poi ritornò indietro. Si mise dietro al bancone e cominciò a sistemare le stoviglie. Uno scampennelio proveniente dalla porta e un'aria fredda che le veniva addosso, le fecero capire che erano appena entrati altri nuovi clienti. Si girò e vide un ragazzo che teneva la porta aperta per una ragazza. *Che galantuomo...* pensò Juliet. Vide che si sistemarono al tavolo davanti alla finestra che dava sul castello di Hogwarts. Si pulì le mani sullo straccio e si avvicinò ad essi con circospezione, timorosa di dover interrompere qualcosa di importante. Nelle mani, come da prassi, stringeva il catalogo. Mentre si avvicinava, il duo occhio non di staccava dal ragazzo. Juliet pensò che avesse un viso familiare, forse anche troppo, ma non le veniva in mente niente. Quando si trovò quasi a ridosso del loro tavolo, scoprì chi fosse quel ragazzo. Era Oliver Brior il suo caposcuola. Quante volte lo aveva visto in Sala Comune oppure in giro per il castello. Poi rivolse il suo sguardo nocciola sulla ragazza bionda. Le fece un sorriso, anzi sorrise a tutti e due: "Benvenuti miei cari. Io sono Juliet e oggi avrete me come vostra cameriera. Per qualsiasi cosa rivolgetevi a me, e io sarei molto felice di aiutarvi. Intanto vi consegno il Menù. Mmmmh con questo freddo vi consiglio di bere qualcosa di caldo come il Tea alla Fragola oppure se volete qualcosa di dolce, vi consiglio il Frappè PerMe PerTe. Intanto vado al bancone e vi lascio soli. e quando avete scelto potete farmi un fischio e io vi accontento" disse Juliet facendo l'occhiolino ai due ragazzi e come promesso si spostò per lasciarli un po' in intimità
Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”

“ CARPE DIEM ”
© Arklys ~ harrypotter.it


Edited by Juliet Little - 14/12/2016, 01:35
 
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view post Posted on 15/12/2016, 12:04
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*La adoro*
Fu abbastanza certo di aver articolato quella breve frase come pensiero personale e non ad alta voce, perlomeno si augurava che fosse stato così; non che provasse imbarazzo a dirlo per davvero alla ragazza accanto, tuttavia non avrebbe voluto fare la figura dello sciocco e forse era ancora troppo presto per esprimere il suo entusiasmo come se non ci fosse un domani. Apprezzava la Grifondoro con tutto se stesso, quello era ormai palese anche solo dallo sguardo divertito che seguiva ogni battuta di Mary. Era testarda, ma in un senso positivo, come se avesse la battuta pronta ad ogni risposta da parte di Oliver: la cosa non poteva che fargli piacere, senza dubbio alcuno. Si lasciò inebriare da un'altra gioviale risata, mentre annuiva con un leggero cenno del capo. «Ho sempre desiderato viaggiare nel Tempo, sai. Mi è capitato una sola volta, ma... lunga storia, davvero lunga storia.» Lasciò cadere il discorso velocemente, ma non bruscamente, mentre i ricordi dell'esperienza in Messico con la Scuola di Atene esplodevano nella sua mente. La Morte aveva aleggiato come un'orrida nemica sull'intera landa assolata di quel lontanissimo Passato, il solo pensiero ancora faceva riflettere Brior come poche altre cose in tutta la sua giovane vita. «Sarebbe stato bello vivere nell'Ottocento, non credi? Neanche troppo distante nel tempo, ecco, così da vivere a Corte con dame e principi di alto rango, tutti impeccabili nel loro stile, tutti eleganti, tutti...» Il giubbotto era stato poggiato sullo schienale della sedia alla quale Oliver era giunto dopo aver atteso che Mary prendesse posto prima di lui. Sollevò lo sguardo con espressione imbarazzata, un accenno di sorriso mentre le mani tamburellavano sul bordo della sedia. «Ti stavo annoiando, scusami. La mia famiglia, quella da parte paterna, è legatissima al galateo, per questo ne sono così condizionato e all'inizio ad Hogwarts non è stato facilissimo. Erano tutti più sciolti di me, tutti meno seri e riflessivi, meno rigidi, credo.» Finalmente fu in grado di sedersi a sua volta, portandosi la sciarpa blu all'indietro, ancora legata al collo, in perfetto abbinamento sul maglione azzurrino, quasi blu cobalto, che indossava quella giornata. Lo stile, come diceva, era parte integrante della sua identità. «E l'Irlanda.. Oh, Juliet!» esclamò, fermandosi improvvisamente, avendo individuato una delle sue concasate più affascinanti e gentili. Le sorrise, contento di vederla in quel posto dopo aver ottenuto tranquillamente il ruolo di cameriera da parte di Madama Piediburro. Oliver sapeva bene che la Strega in questione, proprietaria dell'omonimo locale, non accettasse qualsiasi persona nel suo staff: il fatto che Juliet fosse riuscita ad avere quel compito indicava una grande eleganza da parte sua e Oliver non poteva che apprezzarlo e apprezzarla. «Dunque, ordiniamo prima, vero» commentò, rivolto a Mary come a precisare che a breve avrebbero ripreso il discorso. «Ottimo consiglio, Juliet. Per me allora un Frappè PerMe PerTe, quattro Profiteroles di Venere e direi anche cinque Ali di Cupido, ti ringrazio» disse, senza consultare il Menù. Conosceva quegli articoli a memoria e non per un'assidua frequentazione del locale (a pensarci bene, vi era stato solo una volta con Helen), ma per un motivo molto più interessante. Ne avrebbe parlato con Mary di lì a breve, se avesse voluto. Per il momento, rivolse a lei un'ultima occhiata. «E lei, signorina?» Sorrise, divertito.

- Frappè PerMe PerTe | 10F
- Ali di Cupido x5 | 5F
- Profiteroles di Venere x4 | 8F
Totale: 23 Falci = 1 Galeone e 6 Falci

Mary, ordina quello che desideri :fru:
Juliet, poi scala tutto dal mio conto.
 
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view post Posted on 18/12/2016, 11:37
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Non c’era assolutamente nulla di meglio di passare la giornata in compagnia e, in più, a mangiare dolci. Oliver era stato così dolce da farle compagnia quel giorno e Mary non poté fare altro che apprezzare; non guastava inoltre che il caposcuola le aveva cordialmente offerto dei dolci. Juliet era arrivata e si era resa subito disponibile e Mary, appena i dolci furono appoggiati sul tavolo, ne portò subito uno alla bocca. Prima che Oliver potesse finire di avvertirla sulle possibili conseguenze, la grifondoro aveva già iniziato a masticare il suo bignè, lasciandosi scappare un gemito di piacere mentre, con gli occhi chiusi, ne assaporava il dolce sapore. Quando aprì nuovamente gli occhi e notò l’occhiolino di Juliet al caposcuola, un moto di gelosia partì in lei.
Quindi, ci provi con tutte?
Le parole uscirono dalla sua bocca con tono acido prima che questa potesse riflettere e, subito dopo, portò colpevole entrambe le mani sulla bocca.
Oh dio Oliver, perdonami! Non so cosa mi sia preso.
Pulì velocemente la bocca e si portò il tè alle labbra per sorseggiarne un po’. Fortuna voleva che questo non avesse alcun effetto e Mary poté apprezzare il sapore senza aver paura di future conseguenze. Nel mentre anche Oliver stava mangiando i suoi dolci e, improvvisamente, ali d’angelo spuntarono sulla sua schiena. La bionda rise di gusto, portando una mano davanti alla bocca per evitare di sembrare maleducata.
Decisamente un posto interessante questo, non trovi?
Aggiunse sorridendo. Sorseggiò ancora il suo tè, aspettando la domanda di Oliver che, nel frattempo, a causa della sua bevanda, si era ritrovato spinto verso il tavolo. Che situazione interessante quel giorno.
Sì. Per certo conoscerai il professor Peverell immagino. Ecco, si diverte a creare situazione…interessanti. Diciamo pure che ho visitato il Giappone senza volerlo!
I ricordi le scorrevano davanti come pagine di un libro, le amicizie strette durante quel viaggio strano ed eccitante allo stesso tempo. Intanto il tempo passava, i dolci diventavano sempre più buoni ed il tè più freddo, mentre Mary si godeva e prestava estrema attenzione alle parole di Oliver. Si vedeva che il ragazzo era molto legato al suo luogo di nascita e alla sua famiglia: gli occhi gli luccicavano e dall’eccitazione nelle sue parole si notava come questo non vedesse l’ora di tornare a casa per festeggiare il natale con la famiglia. Mary non poteva ritenersi altrettanto fortunata, l’unico parente in vita era il cugino ma, fortunatamente, era anche una persona a cui teneva particolarmente.
Dio Oliver, sembra tutto fantastico. So per certo che dovrai invitarmi un giorno di questi!
Aveva ormai finito il suo secondo bignè e aveva addentato la ciambella senza troppi problemi, quest’ultima infatti sembrava non avere alcun potere magico. Strinse le gambe e portò una mano tra di esse, quel giorno la temperatura era particolarmente bassa.
Io? Penso che andrò da mio cugino, a Londra. Aveva in mente una gita nella Londra babbana, voleva visitare qualche museo ed io non so come dirgli di no!


Penso di non aver fatto, in vita mia, un post così schifoso e ti chiederò scusa ogni giorno della mia vita ç____ç .
Perdonami Dave, prometto che alla prossima role farò del mio meglio!


Edited by »Mary« - 29/5/2017, 15:23
 
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view post Posted on 19/12/2016, 23:36
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Juliet Little ~ Studente I Anno ~

Narrato ~ "Parlato" ~ *Pensato*

Juliet stava al tavolo dei due ragazzi. Aveva loro porto il menù, ma il ragazzo, Oliver, non gli aveva dato nessuna occhiata, perché sapeva già cosa voleva prendere. Juliet ascoltò le richieste di Oliver e segnò sul foglio di pergamena quello che il ragazzo le chiedeva. Poteva usare la bacchetta per scrivere più veloce, ma le piaceva scrivere, le piaceva sentire la piuma tra le dita: "Allora ricapitolando" fece Juliet scorrendo il suo sguardo nocciola sulla pergamena e leggendo quello che aveva scritto: "Oliver te vuoi un Frappè PerMe PerTe, quattro Profiteroles di Venere, e cinque Ali di Cupido, giusto?" disse scorrendo la lista, e poi guardando il ragazzo. Dopo aver ricevuto un cenno, la cameriera si rivolse alla ragazza che era in compagnia con Oliver: "E lei signorina?" chiese Juliet alla ragazza, che forse l'aveva già vista da qual che parte, ma non riusciva a collocare il luogo. Guardò la ragazza bionda che le diceva che cosa volesse. Dopo un poco, rilesse la pergamena, per avere un'ulteriore conferma: "Allora per lei signorina...Scusa non so il tuo nome, me lo potresti dire per favore? Io sono Juliet Little del primo anno di Grifondoro, piacere. Allora ritorniamo a noi, per te: tea alla Fragola, tre bignè, un budino alla frutta e una ciambella. Bella scelta signorina. Sì non preoccuparti con noi. Io e Oliver siamo golosi di dolci, come te" fece l'occhiolino alla ragazza. Tirando la somma, la ragazza fece il conto: "Allora sono in totale 2 galeoni e 3 Falci, Oliver" disse Juliet al ragazzo, che si era offerto di pagare anche per la signorina... Alla fine portò loro i piatti: "Beh buon appetito baldi giovani..." e se ne tornò al bancone, pronta a servire altri clienti.

Draco Dormiens Nunquam Titillandus
CODE © Hoppander


-Frappè PerMe PerTe: 10 F
-Ali di Cupido x5: 5 F
-Profiteroles di Venere x4: 8 F
-Tea alla Fragola: 5 F
-Bignè x3: 3 F
-Ciambella: 2 F
-Budino alla frutta: 4 F

Totale: 2 galeoni e 3 falci.


Edited by Juliet Little - 20/12/2016, 00:03
 
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Lasciò che fosse Mary a rispondere alla domanda di Juliet, d'altronde era stata rivolta esattamente a lei e Oliver aveva imparato da tempo a non essere invadente anche nelle semplici cose. Quando l'ordinazione fu confermata e la gentile commessa fece allusione ai dolci - con tanto di occhiolino da parte del Caposcuola, che aveva preso a cuore quella concasata fin dal loro primo incontro - giunse dunque il turno anche del pagamento e con rapidi movimenti, dalla tasca interna del giubbotto poggiato sullo schienale della sedia, Oliver estrasse il suo Mokessino, un adorabile sacchetto in pelle che poteva essere aperto soltanto dal possessore e che aveva acquistato con estremo piacere da MondoMago poco tempo addietro; porse la somma necessaria alla ragazza e con un ultimo sorriso e un altro ringraziamento per l'efficienza e l'affabilità del suo operato, la salutò per permetterle di tornare ai suoi doveri in quel pub così speciale. Sollevò lo sguardo su Mary, avvicinando con la mano destra il piatto di ali di pasta di zucchero. «Ottima scelta, ma devo avvisarti anch'io, allora. Quei bignè ti faranno scattare come un Plimpi Ghiottone all'assalto della sua preda migliore. Sono preparati con una potente essenza di Filtro d'Amore, di preciso la sua variante legata alla gelosia. Quindi resisti e bevici su, andrà meglio.» Non era neanche sicuro se quei dolci scelti dalla studentessa di fronte fossero veramente incantati come descritto sul Menù di Madama Piediburro oppure se Mary avesse scelto la pietanza senza effetti magici di alcun genere. Non restava che scoprirlo di lì a poco, quel locale rendeva un semplice incontro fra amici come una vera e propria gara all'ultimo bacio su un immaginario palco d'attrazione. Oliver non fu in grado di nascondere un sorriso, mentre addentava il primo dei cinque biscotti di zucchero nel piattino. Bastò un solo morso prima che dalle scapole spuntassero un paio di candide ali angeliche, che ben presto si spalancarono con un'apertura talmente vasta da coprire la visuale alle spalle del ragazzo. Il bianco illuminò il tavolo e Oliver piantò i piedi sotto le gambe di legno della sedia per non sospendersi neanche di qualche centimetro da terra. Che strana sensazione. «Non farci caso, molte cose da Piediburro sembrano fuori dall'ordinario, ma è proprio questa la meraviglia del locale, non trovi? Le ali spariranno presto, non volo via, promesso!» E il premio Pulitzer per l'Ironia da strapazzo... non andava di certo a lui. Fu sorpreso - piacevolmente, s'intendeva - dai complimenti della studentessa e sussurrò qualcosa che suonava molto come uno dei suoi classici "touché"; a quel punto fu abbastanza libero di riprendere la conversazione da poco interrotta. «Mi hai incuriosito, prima. Hai detto di aver fatto un viaggio nel tempo. Posso chiederti dove e come? Non capita tutti i giorni, in effetti.» Che riguardasse le diavolerie di Peverell, il docente di Storia della Magia? Oliver aveva vissuto un'esperienza del genere, di sicuro eccezionale, proprio grazie ad un artefatto magico del professore; non era uso comune viaggiare nel Tempo, leggi antiche e precise ne sancivano divieti e regole ben delineate, quindi il pensiero del Caposcuola non poteva che correre alla Scuola di Atene. Avrebbe atteso la risposta, se presente, dell'altra Grifondoro per poi allacciarsi al discorso delle loro terre natie, non prima di aver bevuto un sorso del Frappè. *Oh cavolo* Si pentì immediatamente, perché non appena l'effetto magico della bevanda divenne concreto, il corpo dell'Irlandese fu letteralmente spinto verso quello di Mary e solo spingendo il torace verso il tavolino al quale era seduto, Oliver riuscì a non fare figuracce. Quando tornò alla posizione stabile, le gote erano visibilmente rosse, segno di un imbarazzo non indifferente.
«La prossima volta tè anche per me, giuro.» Allontanò il Frappè - che tra l'altro era davvero dolce, come gli piaceva - per dedicarsi ai profiteroles con un unico morso, dopo aver recuperato la forchetta dal piattino. Il sapore del cioccolato era così intenso da sembrare paradisiaco e per un attimo Oliver non si preoccupò della serie di cuori danzanti che apparvero nei dintorni; li fece sparire con rapidi cenni della mano, tornando a parlare dopo aver mangiato. «Comunque, io abito nella Contea di Cork, è un posto davvero incredibile, la cittadella di Cork ha anche una comunità magica, che è dove si trova casa mia. Il fiume Lee scorre esattamente al centro del sobborgo, in Inverno si ghiaccia e spesso viene trasformato in una pista di pattinaggio con Fuochi Fatui che escono allo scoperto dal bosco nei dintorni, in Estate le Giunchiglie Strombazzanti crescono insieme alle calendule, i miei fiori preferiti, e attirano nugoli e nugoli di Fate scintillanti, sembra un'esplosione di colori. Le acque sono così limpide da poter fare anche il bagno, devi solo fare attenzione ai Kappa e gli Avvincini, ma non sono feroci, perlomeno con me non lo sono mai stati. Al centro abbiamo anche un Museo del Tempo, ci sono orologi e artefatti magici d'eccezione, si dice che lo stesso Horus O'Clok l'abbia fondato con la prima Trasfigurazione in passato di un cuculo in un orologio a cucù.» Lo sguardo non si era staccato un attimo dal volto di Mary, era illuminato come se Oliver stesse discutendo della sua passione più grande. Adorava Cork, adorava l'Irlanda, adorava ogni cosa della sua terra natia, a partire dal suo accento fino alle bellezze del suo territorio. Ma sapeva anche di essersi allontanato dalla domanda iniziale che la Grifondoro gli aveva posto. «Io e la mia famiglia abitiamo in una casa abbastanza grande con un giardino incantato nei dintorni, perché mia mamma è amante della natura e del giardinaggio, mentre mio padre lavora all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche al Ministero, quindi fra creature e piante magiche da me si vive davvero come in un sogno. Con noi c'è anche la famiglia di mio zio Albert, che ha due figli e una moglie straordinaria! Zia Adele cucina benissimo, dovresti assaggiare le sue crostate di frutta e impazziresti. Per Natale, però, c'è la classica cena di gala organizzata da mia nonna nella sua tenuta. Ecco, è un po' strano da spiegare...» Accennò un sorriso, posando la forchetta al lato del piatto. «I Brior, la mia famiglia, sono da sempre dediti al galateo e all'eleganza, hanno diverse ricorrenze e tradizioni spesso poco usuali nel Mondo Magico. Considera l'Ottocento e quello che dicevamo prima, immagina uno stile del genere trasportato al presente, ma nel nostro mondo. Quella è la mia famiglia da parte paterna. Nella residenza di mia nonna vivono altri parenti, in generale andiamo spesso per festività e incontri vari, a Natale c'è una cena bellissima, lo chef di cucina è un mio amico ed è incredibilmente bravo. Ma non ci limitiamo a mangiare soltanto, sarebbe riduttivo e anche poco piacevole; segue un incontro di musica e canto, è tradizione che i nipoti e figli di Adeline, mia nonna, si esibiscano nelle loro espressioni artistiche. Se fosse per lei, ci sarebbe solo musica classica, ma per fortuna ad altri ospiti piace anche qualcosa di più moderno.» Fece un occhiolino, senza approfondire troppo. Già stava parlando molto, a pensarci bene. «Ci sono altre cose, ma in conclusione c'è il rituale dei Fuochi Fatui. Si va in giardino accanto la Fontana dei Desideri, è una semplice fontana incantata che però definiamo così più per una simbologia personale che altro. Alla mezzanotte del venticinque Dicembre, a Natale, mia nonna incanta la Fontana per far sì che con le sue luci attiri i Fuochi Fatui, sono degli spiriti luminosi che sembrano Fate. La leggenda narra che esprimere un desiderio alla loro presenza porti fortuna e speranza per il futuro. E' di sicuro qualcosa di suggestivo, lo attendo sempre con piacere.» Inspirò a fondo, prima di concludere. «Fiiuh, ora sì che ti ho annoiata! Tu come festeggerai?»

Mi dicono che sia Marzo, ero convinto fosse ancora Dicembre.
PerdonamiMarydemicorazon

 
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view post Posted on 29/5/2017, 14:24
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Non c’era assolutamente nulla di meglio di passare la giornata in compagnia e, in più, a mangiare dolci. Oliver era stato così dolce da farle compagnia quel giorno e Mary non poté fare altro che apprezzare; non guastava inoltre che il caposcuola le aveva cordialmente offerto dei dolci. Juliet era arrivata e si era resa subito disponibile e Mary, appena i dolci furono appoggiati sul tavolo, ne portò subito uno alla bocca. Prima che Oliver potesse finire di avvertirla sulle possibili conseguenze, la grifondoro aveva già iniziato a masticare il suo bignè, lasciandosi scappare un gemito di piacere mentre, con gli occhi chiusi, ne assaporava il dolce sapore. Quando aprì nuovamente gli occhi e notò l’occhiolino di Juliet al caposcuola, un moto di gelosia partì in lei.
Quindi, ci provi con tutte?
Le parole uscirono dalla sua bocca con tono acido prima che questa potesse riflettere e, subito dopo, portò colpevole entrambe le mani sulla bocca.
Oh dio Oliver, perdonami! Non so cosa mi sia preso.
Pulì velocemente la bocca e si portò il tè alle labbra per sorseggiarne un po’. Fortuna voleva che questo non avesse alcun effetto e Mary poté apprezzare il sapore senza aver paura di future conseguenze. Nel mentre anche Oliver stava mangiando i suoi dolci e, improvvisamente, ali d’angelo spuntarono sulla sua schiena. La bionda rise di gusto, portando una mano davanti alla bocca per evitare di sembrare maleducata.
Decisamente un posto interessante questo, non trovi?
Aggiunse sorridendo. Sorseggiò ancora il suo tè, aspettando la domanda di Oliver che, nel frattempo, a causa della sua bevanda, si era ritrovato spinto verso il tavolo. Che situazione interessante quel giorno.
Sì. Per certo conoscerai il professor Peverell immagino. Ecco, si diverte a creare situazione…interessanti. Diciamo pure che ho visitato il Giappone senza volerlo!
I ricordi le scorrevano davanti come pagine di un libro, le amicizie strette durante quel viaggio strano ed eccitante allo stesso tempo. Intanto il tempo passava, i dolci diventavano sempre più buoni ed il tè più freddo, mentre Mary si godeva e prestava estrema attenzione alle parole di Oliver. Si vedeva che il ragazzo era molto legato al suo luogo di nascita e alla sua famiglia: gli occhi gli luccicavano e dall’eccitazione nelle sue parole si notava come questo non vedesse l’ora di tornare a casa per festeggiare il natale con la famiglia. Mary non poteva ritenersi altrettanto fortunata, l’unico parente in vita era il cugino ma, fortunatamente, era anche una persona a cui teneva particolarmente.
Dio Oliver, sembra tutto fantastico. So per certo che dovrai invitarmi un giorno di questi!
Aveva ormai finito il suo secondo bignè e aveva addentato la ciambella senza troppi problemi, quest’ultima infatti sembrava non avere alcun potere magico. Strinse le gambe e portò una mano tra di esse, quel giorno la temperatura era particolarmente bassa.
Io? Penso che andrò da mio cugino, a Londra. Aveva in mente una gita nella Londra babbana, voleva visitare qualche museo ed io non so come dirgli di no!


Penso di non aver fatto, in vita mia, un post così schifoso e ti chiederò scusa ogni giorno della mia vita ç____ç .
Perdonami Dave, prometto che alla prossima role farò del mio meglio!
 
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view post Posted on 11/6/2017, 12:18
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Dato l'imbarazzo di poco prima, Oliver si era ripromesso di bere a piccolissimi sorsi il Frappè che aveva ordinato; il gusto era come sempre squisito, un intenso sapore dolce che ricordava il miele, unito al latte e ad un'essenza che, a conti fatti, richiamava in tutto e per tutto la vaniglia. A meno che non fosse tutto dipeso dall'effetto magico piuttosto romantico. Oliver aveva imparato da tempo, fin dalla prima volta che aveva messo piede in quel locale, ad evitare di porsi domande sul Menù di Madama Piediburro. Il Comitato a favore degli Elfi Domestici di cui era attivista con passione aveva favorito un impegno e un legame non indifferente nei riguardi della proprietaria di quel locale, ma da lì a dire di conoscere tutto di quel posto poteva anche innalzarsi una barriera immensa. Accennò ad un sorriso appena abbozzato, una smorfia tra il divertito e il sorpreso a fare capolino sul suo volto, quando Mary divenne improvvisamente gelosa. Oliver non impiegò molto a capire quale fosse il motivo alla base di quella reazione, bastava dare un'occhiata nel piatto dell'altra, e si dispiacque non poco nel sentire le scuse da parte della concasata. Con un rapido cenno della mano, fece intendere che tutto quello non fosse affatto necessario. «Non è colpa tua, Mary, davvero.» Sorrise, trattenendo a stento una risata. «E in ogni caso no, non ci proverei con tutte.» Si lasciò andare ad un occhiolino, prima di mandar giù un altro sorso di Frappè. Quando le mani si attaccarono al tavolo di legno per evitare che il corpo venisse legato a quello di Mary impercettibilmente, Oliver digrignò i denti e per poco non imprecò ad alta voce. Altro che bon ton ed eleganza, lì c'era da impazzire in un secondo. *Mai più. La prossima volta cioccolata calda senza cose strampalate* pensò, l'effetto che già si attenuava da sé, per fortuna. Ascoltò con piacere il resto della conversazione, le risposte di Mary e il suo apprezzamento per il programma natalizio del Caposcuola. A quel punto annuì, unendo parte del primo discorso al secondo. «Immagino che in Giappone abbiate affrontato pericoli gli uni dietro gli altri. Adoro queste avventure, in che epoca siete capitati?» Per qualsiasi ascoltatore nei dintorni, quella domanda avrebbe assunto un senso chissà quanto misterioso, oltre che fuori dall'ordinario. Ma la stravaganza del docente di Storia della Magia di Hogwarts non aveva eguali e, in realtà, ad Oliver andava più che bene così. Lo apprezzava molto. «Allora la prossima volta puoi venire da me senza problemi! Magari anche con tuo cugino, la tenuta di famiglia di mia nonna è enorme, troverete un alloggio perfetto. Anche in Estate è bellissima, si risvegliano tutte le creature più colorate, le Fate popolano il giardino e i Plimpi Ghiottoni nuotano nella fontana più grande, spesso contenendosi il cibo con i più semplici pesciolini rossi. Una vera meraviglia, è divertente!» Con la forchetta prese un pezzettino di profiterole, intingendolo nel cioccolato sciolto nel piatto. Assaporò quel dolce con piacere, ignorando i cuori evocati per magia attorno alla sua figura come una cornice estremamente svolazzante. Solo quando aprì gli occhi notò tutto, avvampando di nuovo e posando la forchetta nel piatto rapidamente. «Erano cuori volanti o sono impazzito?» domandò, resistendo solo un secondo prima di mangiare nuovamente quei profiterole. Erano davvero deliziosi. «E quindi visiterete la Londra Babbana, è una bella idea. Cenerete in qualche ristorante sempre in città oppure in qualche locale magico? Dicono si sia aperto da poco un ristorante di cucina cinese e giapponese, Amico qualcosa. No, forse Himiko. Comunque, ne ho sentito parlare in Sala Comune, si trova proprio nei dintorni di Londra. Potreste andare lì, Kevin ne parlava benissimo.» Sorrise. «Kevin, sai, il Grifondoro del quinto anno con i rasta blu. E a proposito, si è fidanzato con Jadie. Quarto anno, capelli ricci, occhi verdi. Sono davvero felice per loro!» E via di gossip di Casata.

Ma è perfetto come sempre, Mama Mary ♥
 
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9 replies since 6/12/2016, 22:32   253 views
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