Avrebbe mangiato pane e riso tutto il giorno
affinché l'Amata, la sua amata,
potesse far ritorno.
Quanto era bella, che splendido incanto!
Altro che loto, era un fior d'amaranto!
E in ogni minuto, sentendo la sua voce
il cuore sospirava, così il battito del
polso era veloce
e gli spaghetti ai gamberetti,
quei piccoli animaletti,
nei piatti gran balletti, poi bacetti
banchettavano come docili angioletti!
Prima a destra, poi a sinistra
signor Zhong, dov'è la piastra?
Maledetti loro e l'ignoranza
che del Cappellaio altro non era che mattanza
e per lui, sì giovinetto, solo clientela già ad oltranza!
«Un momento, miei signoli
o chiamelò il buttafuoli!»
Che ironia, che idiozia
quasi orrida ingiustizia
per un figlio dell'Oriente
che di Elle non capiva un accidente!
Non di certo cosa segreta, mica era analfabeta
era la lingua sì discreta, che quella lettera sempre vieta!
Ma di scherzi ne era pieno,
come un Involtino in Primavera già ripieno.
Prima tofu, poi la carne
ma di dieta con il riso approfittarne?
Non di certo, che domande
il cliente voleva farsi grande grande!
*Allora scoppia, cicciabomba
come un'anatra o una colomba!*
Via ai pensieri, signor Zhong
non le sembra di sentire un altro gong?
Corre, allora, lesto lesto
con le costole di drago arrosto
in un vassoio d'argento ben disposto.
Sfreccia verso il suo locale
cuore e mente fanno ancora male.
Sfugge il carry, poi la paprika
e il ricordo starnutisce la sua Erika!
La diletta, la più bella
come zenzero di stella!
Dov'è andata, è già arrivata
quell'attesa dalla disperazione può allora essere salvata?
*Oh, Confucio
come brucio!
Per amore, per passione...
per la lingua d'anatra a porzione!*
Posa il piatto, vola accanto
verso un tavolo soltanto!
Ma qualcuno si avvicina, sembra quasi della Cina
se non fosse per l'accento
e il suo strano abbigliamento.
Il cameriere è molto attento,
non ricorda quel portento
né di certo quanto dice,
forse è scritto in appendice?
«Pel favole, Talantino
plenda pule uno spuntino
Nel flattempo vado e vengo
celco il tavolo e lo aggiungo.
Ma...»
Il silenzio torna attivo
d'imbarazzo non è privo.
Un grugnito, non tra quelli
è il male nel vassoio e tra i coltelli.
«Chiedo scusa, chiedo scusa
è che la pietanza è olmai confusa!»
Scuote il capo, poi sorride
per un attimo il cuore ride
ma l'amore così stride.
Forse è lei, la bella geisha
pasha, gosha e anche tassha?
Boccheggiando, indietreggiando,
l'uomo ammira Niah quasi ancheggiando.
«Le mie scuse, singolina
è che lei è così calina»
Si impegnò con la sua Erre,
era stanco che fosse solo un Elle.
«Mi ricorda la mia Erika
ma fa niente, prego, avanti
scegliete le nuvole più accattivanti.
Ecco i menù, via al cinese
ma attenzione, ha gran pretese!»
Ordinate pure, miei fanciulli,
siete belli come birilli
attenzione alle sedie di drago con gli spilli!
(Non ho resistito
che bell'invito!)