Lontano dai caffè, per Juliet

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view post Posted on 19/12/2016, 16:47
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Hogsmeade, paesino a Nord-Ovest di Hogwarts, la sua fondazione risale ai tempi della scuola, più di mille anni fa da Hengist Woodcroft, la neve iniziava a farci capire che il Natale era arrivato, sempre meno gente si vedeva per le strade, persino High Street sembrava vuota, se non per alcuni gruppi di ragazzi che stavano decidendo quale sarebbe stata la loro prossima tappa. Maurizio era appena arrivato, non era completamente sicuro del motivo per cui si trovasse lì, si era semplicemente svegliato convinto di doverci andare, forse perchè era il posto più vicino ad Hogwarts che poteva raggiungere, quella Scuola per lui è sempre stata off-limits e ora più che mai, aveva deciso che mantenere un basso profilo sino al suo colloquio col Capo degli Auror, Rhaegar Wilde, non si sarebbe fatto vedere da molte persone in giro, del resto sulla sua testa pendeva ancora una taglia in Italia e conosceva troppo poco dell'Inghilterra per sapere come trattavano i criminali esteri. Criminale, quella parola accostata al suo nome e a quello del suo gruppo gli faceva ancora molta, troppa rabbia, la Comunità Nuragica accostata alla Mafia, loro che l'avevano combattuta per anni, aveva sempre voluto lasciare l'Italia, ma non fuggire da essa.
Ma almeno adesso era dove avrebbe sempre voluto essere e chissà, magari il suo futuro capo avrebbe chiuso un'occhio sul suo passato e sarebbe effettivamente diventato Auror e il suo sogno sarebbe diventato realtà.
Ma fino ad allora era ancora Maurizio, il Mafioso ricercato da tutta Italia che è scappato in Inghilterra, proprio per questo aveva deciso di evitare a tutti i costi High Street e tutti quei posti troppo frequentati, ma la Hogsmeade turistica era praticamente concentrata in una via e Maurizio stava veramente pensando di passare la serata al freddo fino a che un' insegna attirò la sua attenzione.


-Madama Piediburro, uh? Beh, sempre meglio di niente.-

Non aveva alternative, era l'unico posto che aveva trovato lontano dal centro e dall'insegna non sembrava niente male, così entrò.
Maurizio si trovò di fronte a uno spettacolo che in fondo non gli dispiaceva la luce soffusa dava al luogo un non so che di intimo, avrebbe preferito l'assenza dei merletti che ornavano ogni singolo tavolo, ma almeno adesso era al caldo, così optò per il tavolo vicino al muro che gli dava la vista verso l'ingresso, non che nessuno l'avesse mai seguito qui ad Hogsmeade, ma la prudenza non era mai troppa. Così iniziò a dare un'occhiata al menù, in cerca di qualcosa che lo potesse soddisfare.

 
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view post Posted on 20/12/2016, 01:26
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Scheda Studentessa ♦ Mezzosangue


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Juliet Little quel giorno era giù di morale. Quella mattina si era svegliata con quella sensazione di oppressione al petto, che solitamente le veniva quando si sentiva che qualcosa non andava bene. Ma quel giorno si svegliò così: ma non riuscì a capire cosa fosse. Non vi erano segnali che la potevano mettere la pulce nell'orecchio. La giornata fu monotona come al solito. Solito tram-tram: e lezioni e compiti e lezioni e lavoro. Sì Juliet lavorava a Hosgmeade. Più precisamente nel ritrovo per le coppiette. Ma come aveva appurato l'altro giorno, ci si poteva incontrare anche solo come amici. Juliet stava davanti al camino scaldandosi le mani screpolate per il troppo freddo. Mentre era immersa nei sui pensieri più cupi, dette uno sguardo oltre lafinestra, dove si stagliava il profilo del castello. Il paesaggio era ammantato di di neve. Neve. Una dolce poesia per i suoi occhi. Ammirò i fiocchi che cadevano dal cielo. Eh già, il Natale era ormai agli sgoccioli. Pensando ai regali che avrebbe ricevuto, sorrise. Era la prima volta che avrebbe passato il Natale fuori casa. Con i suoi nuovi amici. Le mancavano in quel momento, come le mancavano i suoi genitori. Sospirò e si tolse via dal calduccio creato dalle fiamme del camino. Osservò il locale. In quei giorni c'era pochissima clientela per via delle strade ghiacciate e per il troppo freddo. Sistemò con cura i tavoli e lisciò i vari merletti o pizzi, che ricoprivano i tavoli. Andò in retrobottega per prendere la scopa per spazzare, quando il suo udito fine percepì lo scampinellio della porta che si apriva. Un freddo si fece strada nel locale, portando con sé un po' di nevischio. z*Eh no... Ho appena pulito* si lamentò Juliet tra sé. Ma comunque fece buon viso a cattivo gioco. Si avvicinò al bancone e notò un ragazzo, pardon uomo, sedersi ad un tavolo in disparte, dirimpetto all'ingresso, come se dovesse vedere controllare chi entrava in quel locale. Si avvicinò tenendo in mano il menù, e sorrise all'uomo: "Buon pomeriggio signore. Sono Juliet per servirla" e la ragazza fece un inchino in direzione dell'uomo. "Qui ho, se vuole, il Menù" Juliet era curiosa nel scoprire cosa portasse quell'uomo fuori a sfidare le intemperie. Che cosa nascondeva? "Lei è un semplice turista oppure è qui per affari?" chiese alla fine la ragazza per scoprire qualcosa di più sull'uomo che le stava davanti... "Sempre se lo vuole raccontare eh.." si scusò la ragazza con un dolce sorriso. A volte era così: pronta ad attaccare bottone, e in alcuni casi farsi gli affari degli altri, purtroppo...



I'm gonna make this place your home

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Edited by Juliet Little - 20/12/2016, 07:55
 
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All'inizio era praticamente solo nel negozio ma la cosa non gli dispiacque affatto poichè in questo modo ebbe il tempo di ambientarsi nel locale che gli somigliava così poco, al punto che gli scappo uno stupido sorriso nel guardare quegli orribili merletti. Intanto un dubbio lo assaliva, che diavolo avrebbe potuto ordinare?!? Era forse la cosa che più odiava dell'Inghilterra, tutti, ma proprio tutti bevevano tè e ne avevano così tanti tipi da mandarti in pappa il cervello, vi erano più o meno intensi con odori e sapori più o meno forti, gli infusi che erano uno più diverso dell'altro, combinavano frutti e piante nei modi più disparati ma Maurizio di tutto ciò aveva capito una cosa sola, gli odori cambiavano, alcuni ti illudevano, altri meno, ma alla fine tutti sapevano d'acqua calda! Era incredibile come tutti alla fine sapessero di acqua e zucchero se proprio lo volevi. Si faceva questo discorso nella testa milioni di volte e alla fine la conclusione era sempre quella: "quanto mi manca il caffè!" Gli mancava tutto, il rumore della moka quando il caffè è pronto, l'odore, quell'odore intenso che se è fatto bene lo senti per tutta la casa e infine il sapore che ti lascia in bocca, quello che chiama la sigaretta che conclude quello che per gli Italiani era un'evento categorico.
E allora Maurizio si rese conto di essersi nuovamente perso nei propri pensieri, rinvenuto si rese conto che dal retrobottega era appena uscita una ragazza, doveva essere sicuramente di Hogwarts, probabilmente non oltre il secondo anno, si avvicinava verso di lui, probabilmente arrotondava lavorando qui ad Hogsmeade. La ragazza si presentò con un inchino che Maurizio ricambiò con un cenno della testa, le propose il menù, Maurizio gli diede una rapida occhiata e, con uno sbuffo di visibile disappunto le disse:


-Ancora una volta. Devo ammettere che è più facile trovare Tu-Sai-Chi che non un buon caffè qua in Inghilterra, è snervante! Comunque vada per il Red Devil, se non altro combatterà il freddo.-

Mentre parlava continuava a ripetersi di non guardare l'entrata del posto ma fù più forte di lui e, per un'istante, ancora una volta i suoi occhi furono innegabilmente fuori dalla portata del suo interlocutore e ovviamente destarono la curiosità della ragazza che in un lampo riversò su di lui tutto l'interesse che aveva cercato di evitare, ma un'atteggiamento chiuso avrebbe destato maggiori sospetti, tanto valeva dirle la verità, magari nascondendo le parti che al momento non poteva nemmeno spiegare.

-No, figurati, non è un problema. Innanzitutto mi presento, sono Maurizio Pisciottu.-

Da buon Italiano le porse la mano che mostrò i tatuaggi che arrivavano fino al dorso di quest'ultima, una scelta che gli aveva attirato addosso tanto cattivo interesse, ma grazie ad essi veniva considerato come una persona da evitare ed era una cosa che alla fine si rivelava utile.

-Sono qui ad Hogsmeade per...ti direi turismo ma non lo è, ti direi nostalgia ma è la prima volta che sono qua. Penso che la mia testa abbia deciso di portarmi nel posto più vicino ad Hogwarts che posso visitare. Sono in Inghilterra invece per perseguire il mio sogno di diventare Auror.-

Era soddisfatto della propria risposta, era riuscito a intavolare una mezza-discussione senza rivelare nulla su se stesso.

 
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view post Posted on 23/12/2016, 12:39
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"Beh signore siamo nella patria del thè... È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che riuscire a trovare del buon caffè italiano qui in Inghilterra. Questa patria non rinuncia alle vecchie tradizioni. Ogni giorno alle cinque si vedono persone che ritornano a casa per il rituale del della bevuta del thè. Ormai anche io ci sono abituata. Sono cambiati le mie vecchie abitudini..." disse Juliet sedendosi sulla sedia accanto all'uomo, in modo da vedere l'ingresso, nel caso fossero entrati eventuali clienti. Le piaceva conversare con le persone. Non che fosse una persona estroversa, anzi. Quando parlava o con gli sconosciuti oppure con i ragazzi che conosceva, aveva sempre un colorito rosso sulle guance. Ma le piaceva rompere il ghiaccio: a volte la si poteva vedere darsi dei piccoli schiaffetti sulle guance, ma questo non bastava. Era una persona che si buttava, ecco perché era stata smistata al Grifondoro. In lei aveva visto questo lato, da combattiva perenne con la voglia di non fare e la voglia di buttarsi nella mischia. E sempre, puntualmente, si buttava nella mischia.

La ragazza percepiva qualcosa provenire da quella persona, da quel cliente troppo misterioso. Qualcosa che avrebbe voluto conoscere, qualcosa che l'attirava, ma aveva paura. L'attirava il pericoloOgni volta lo sguardo dell'uomo sviava il suo per poi puntarlo verso l'ingresso. L'uomo presentandosi le porse la mano e lei gliela strinse. Il suo occhio attento vide vari tatuaggi. I suoi genitori le dicevano che erano persone da evitare
*Se si fanno tatuaggi significa che sono dentro una setta o qualcosa del genere* era solita sentire quella panzana provenire dalla bocca dei suoi genitori. Sì è una panzana. Alla ragazza sembrava volesse dire invece una sorta di ribellione verso l'ottusità delle persone. Anche a lei sarebbe piaciuto averne, consapevole di essere una ragazza ribelle. Le sarebbe piaciuto staccare dai pregiudizi dell persone, voleva ampliare i suoi orizzonti. Quei pensieri durarono solo il tempo di un battito di ciglia: "Wow! Belli che cosa rappresentano? Anche a me piacerebbe averne" disse la figlia di Godric. "Comunque sono Juliet e frequento il primo anno a Hogwarts, piacere mio. Mmmmh sai una cosa? Il tuo accento mi sembra familiare. Cioè anche il tuo nome... Sei per caso ehm siciliano?" buttò lì la ragazza. Le disse che voleva seguire il corso per diventare Auror. "Doppio wow. Anche a me piacerebbe diventare Auror da grande. Ma sono ancora indecisa... Cioè ho un'intera vita davanti...Diamo il tempo al tempo!".

Juliet intanto segnò l'ordinazione che il ragazzo le aveva chiesto: "Ora le preparo il Red Devil..." disse la ragazza avviandosi al bancone per preparare il drink.

~Red Devil: 10 falci


Edited by Juliet Little - 23/12/2016, 13:32
 
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view post Posted on 29/12/2016, 13:01
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La ragazza si sedette accanto a lui rivelandogli una tremenda verità, non avrebbe bevuto caffè per un bel po', il suono della moka era oramai un lontano ricordo che si perdeva nella mente di uno stupido Italiano legato alle proprie tradizioni, non che avesse torto, fuori dall'Italia il caffè era uno strano miscuglio pieno d'acqua, proprio per questo era corso ai ripari con il Whisky, forse l'alcolico che più amava. Ma una frase catturò il suo interesse, anche lei era cambiata e aveva abitudini diverse, allora non era Inglese di nascita, anche lei una sorta di "immigrata", Maurizio si chiese da quale posto potesse venire.
-Non penso che mi ci abituerò mai e ci ho provato! Più volte! Ma è più forte di me, non riesco a mandarlo giù.-
E allora l'interesse della studentessa si voltò verso i suoi tatuaggi, erano tanti, forse troppi, aveva iniziato a diciott'anni e per lui era un grande segno di ribellione, ma adesso forse solo uno aveva un vero significato, il suo nome, il suo VERO nome "Salmo" inciso sul suo petto, quello serviva a ricordargli chi era e qual'era la sua missione definitiva, a quel punto si sarebbe veramente ritenuto soddisfatto della propria vita, smascherare la verità per lui era diventata quasi un'ossessione.
-Non proprio, li adoro e gran parte sono per estetica, solo uno è un monito per andare avanti, mi ricorda perché sono qui, perché ho fatto la mia scelta di venire in Inghilterra e perché diventare Auror.-
La ragazza successivamente confermò la sua tesi, non ne era certo ma adesso lo sapeva, una studentessa del primo di anno di Hogwarts, la invidiava tantissimo, aveva ancora tantissimo da vedere e scoprire al'interno delle mura di quel castello che mai lui avrebbe visto da studente.
-Piacere Juliet, ci sei andata vicino. Niente Sicilia, ma siamo lì, vengo dalla Sardegna in un paesino vicino Olbia, anche se di quel maledetto posto ho visto poco e niente, infatti non ho nemmeno intenzione di tornarci, neanche per sogno.-
Odiava quel posto più di ogni altra cosa al mondo, avrebbe preferito essere catturato che non ritrovarsi di nuovo a casa sua. Eppure sapeva che, prima o poi, sarebbe dovuto tornare, più che altro per sua madre se non fosse stato per lei sarebbe rimasto chiuso nella campagna per tutta la vita e lui non la vedeva da ventun'anni! Ogni tanto si ripeteva che figlio ingrato era stato, mai una visita, una lettera, ma avrebbe spiegato tutto, la paura che gli instillava quel posto era tremenda, forse una volta diventato Auror avrebbe chiesto un giorno o due per tornare da lei e ringraziarla.
-Diventare Auror è stato il sogno di una vita e in parte il mio sogno si era coronato in Italia, ero membro di questa divisione a Roma che era qualcosa di molto simile ad essere Auror, però poi tutto è finito male, ecco perchè sono qui. -

 
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view post Posted on 7/1/2017, 10:05
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Juliet intanto che preparava il Red Devil ordinato dal cliente quasi misterioso, lo ascoltava attenta. "Anche io a volte, la mattina, pur per non dimenticare da dove vengo, bevo il caffè. A volte è difficile dimenticare le proprie origini. Ti entra dentro e rimane sopito. Mi piace sentire l'amaro del caffè in bocca. Oh beh, ci sono andata vicino ehehe... Ehm mi riferisco alla sua nazionalità signore. Diciamo che io non riesco a distinguere il dialetto siciliano da quello sardo. Oh, io invece sono milanese di nascita." gli disse Juliet, mentre metteva un decoro sulla bevanda, rivelandogli qualcosa in più su quella ragazza. "Beh quello che faccimao, le nostre scelte, dipendono da noi, e da noi, soltanto. Nessuno ci vieta di essere noi stessi, non credi?" chiese la ragazzina rosso-oro, quando il ragazzo davanti a lei le disse che i suoi tatuaggi rappresentano a parer suo una fuga, una voglia di trovare se stessi. "Non hai proprio voglia di tornare là, vero? Ma sai, cosa, in fondo non si dimentica da dove si viene, anche se si cerca in tutti i modi di ricostruirsi una vita. Ma le scelte, le nostre scelte, dipendono pure da quello che abbiamo fatto prima. Se non fossimo nati dove siamo nati, credi che avremo fatto queste scelte? Credi che saremo qui?" chiese Juliet, riferendosi pure a se stessa.

Portò l'ordinazione al ragazzo seduto:
"Ecco qua.... Fanno dieci Falci" disse la figlia di Godric. "Oh, mi dispiace....Qual era la divisione, se posso saperlo?" Chiese Juliet curiosa. Vogliosa di sapere di più su quel ragazzo misterioso, come la nebbia, che sembra irraggiungibile e impalpabile. Lei non era lontanamente misteriosa. Non riusciva a nascondere quello che provava, non riusciva ad essere distaccata, come una vera signorina. Cercava sempre di mettere una faccia da antipatica, o da distaccata. Ma appena si girava a vedere il suo riflesso in qualche specchio, o in qualche vetrina, non riusciva a non ridere di quella faccia.

~ Red Devil : 10 falci
 
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view post Posted on 9/1/2017, 16:49
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Mentre ascoltava sentì improvvisamente un rumore provenire dalla finestra, voltò la testa talmente rapidamente da vedere ancora il gatto mentre saltava, sorrise per la sua stupidità, agiva con troppo mistero, con troppa ansia, non poteva andare avanti in questo modo o si sarebbe attirato talmente tante persone addosso che l'avrebbero scoperto, tornò ad ascoltare la ragazza che parlava delle sue origini.
-Beh, sì un'isola vale l'altra. Ma comunque non ho mai preso il dialetto della mia isola, ho avuto poco contatto con i miei coetanei, sai vivevamo in campagna quindi il fatto che potessi "far levitare le cose col pensiero"...-
e mentre lo diceva simulava molto malamente la voce di suo padre.
-...o il semplice muovere degli oggetti era visto come una cosa da curare, poi ero anche mancino, per dieci anni mio padre ha sempre pensato fossi un figlio di Satana o qualcosa del genere. Finché non sono arrivati i ragazzi della Scuola Magica Italiana e mia madre ha capito che, dopo dieci anni chiuso in casa, era il momento di lasciarmi andare, non li ho più rivisti.-
Disse quest'ultima frase con un po' di malinconia li odiava tremendamente eppure aveva voglia di tornare e fargli vedere cosa era diventato, ma la sola idea di tornare in quella dannata campagna gli faceva venire la pelle d'oca.
La vivace ragazza stimolò la sua curiosità al punto che iniziò a sciogliersi un po', cosa che non faceva mai con le persone appena conosciute.

-Quindi sei di Hogwarts, come ti trovi lì? Ti chiederei a che casata apprtieni ma più parli più mi convinco che sei una Grifondoro, no?-
Aveva letto moltissimo su Hogwarts e sapeva che i Grifoni erano delle persone pratiche, coraggiose, dotate di un enorme intelletto anche se davano il massimo sul campo pratico. La parlantina c'era e sicuramente non avrebbe potuto sfidarla a duello per capire se fosse brava, il dubbio era tra Corvonero e Grifondoro ma aveva una simpatia per quest'ultimi e quindi decide di optare per questa.
Intanto il Red Devil arrivò, amava il Whisky e in Inghilterra erano semplicemente divini nel prepararlo, intanto mise mano alla tasca del giubbotto e tirò fuori dieci falci, ci mise un po' a contarli, si chiedeva quando i maghi avrebbero capito che l'Euro era tremendamente più semplice da utilizzare.

-Era una divisione sotto copertura ma recentemente è tutto finito in malora eravamo la...-
Per un'attimo pensò che forse stava parlando troppo ma effettivamente sui giornali era finito solo il suo nome in codice e la sua foto mascherata, non avrebbe destato sospetti, così continuò.
-...Comunità Nuragica.-
Sperò tantissimo che la ragazza avesse delle informazioni così avrebbe capito fino a che punto doveva guardarsi le spalle, si stava scoprendo un po' troppo ma del resto era solo una ragazzina, non avrebbe potuto competere con lui, anche se studente della Scuola più grande del mondo.



Hai capito? :picchiare: AHAHAHAH
conto: N2120
 
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view post Posted on 17/1/2017, 22:18
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"Oddio, sto parlando troppo?" chiese Juliet diventando rossa. Sì, lei era così, taciturna all'inizio, e poi se presa nel verso giusto aveva quella parlatina troppo veloce che un po' la caratterizzava, e non la si poteva più frenare, se non a suon di calci sugli stinchi. "Uh scusa, ma quando divento troppo curiosa, non c'è verso di fermarmi. E la curiosità uccise il gatto..." *o era topo?* pensò Juliet. "Beh, vediamo. La mia vita a Hogwarts è incentrata sullo scoperta, da parte mia, della mia natura da strega. Ho sempre creduto nell'esistenza delle streghe o dei maghi, ma non sapevo che ne potevo fare parte. Quando lo scoprii ne avevo un po' paura, ma ho intrapreso questo viaggio, alla scoperta della mia nuova me stessa. Oh, sì sono del Grifondoro messere" raccontò Juliet. "La comunità Nuragica? Ne avevo sentito parlare, cioè sentito no. Ma ho il vizio di tenermi aggiornata con i giornali italiani che i miei nonni di Milano, recapitano ai miei a Londra. E mi tengono informata. Avevo letto qualche trafiletto sull'argomento. Non sapevo che potesse esistere una scuola magica pure in Italia" disse Juliet, che solo qualche giorno fa aveva letto il giornale del Corriere della Sera, recapitatole dalla madre. "Aspetta ho qui un trafiletto, che avevo visto, e che mi aveva colpito. I miei genitori si sono documentati, dietro mia richiesta, se da qualche parte vi erano altre comunità magiche oltre a quella dell'Inghilterra, e indagando un po' scoprirono che vi era anche una in Italia" disse Juliet alzandosi e andando al bancone, aprì un casetto e rovistò al suo interno, per trovare quello che andava cercando. Trovato l'oggetto lo portò al cliente e lo lesse: "SALMO: Vivo o morto! Comunità Nuragica. Cosa nasconde questa comunità? Piccolo passo indietro: in Italia, in Sardegna più precisamente vi è una scuola un po' particolare, Magica. Ha sede a Olbia. In questa scuola piccoli maghi e streghe imparano la fine arte dell'uso della bacchetta. Molti ragazzi si sono iscritti, tra cui Salmo, un ricercato. Questo individuo, mostrato nella foto, ha fondato la Comunità Nuragica. Una setta che doveva punire la corruzione che regnava nella scuola. Questo individuo è ricercato dalla polizia magica. Anche la polizia babbana è stata avvisata della circolazione di questo individuo: ovviamente tralasciando il fatto che è un mago, se no addio Statuto Internazionale di Segretezza. Ma è scomparso. Sembra che non sia mai esistito... Dove sarà? Fuggitivo oppure si è nascosto sotto altre soglie? Su di lui pende una taglia grossa...Molti luoghi sono stati battuti alla sua caccia, ma invano. Molti indizi però ci portano a varcare i confini nazionali. Vi teniamo aggiornati. Teniamo alte le bacchette!" lesse Juliet a quel cliente sconosciuto. "Io ho trovato questo trafiletto: e devo dire che questo Salmo ne ha di fegato: devo dire che ha avuto coraggio ad andare contro la malavita che regna in Italia. Mi sa che la Mafia sa dell'esistenza dei maghi e quindi tutti sono corrotti. Io avrei fatto la stessa cosa di Salmo, non sarei stata a guardare crollare tutte le mie speranze,tutti i miei sogni" disse Juliet, esternando i suoi pensieri. "Comunque, parlami di questa scuola? Ha anche questa le casate, come ce ne sono qui a Hogwarts?", chiese Juliet rimettendo nella tasca del grembiule il foglietto.


SALMO: vivo o morto!

Comunità Nuragica. Cosa nasconde questa comunità? Piccolo passo indietro: in Italia, in Sardegna più precisamente vi è una scuola un po' particolare, Magica. Ha sede a Olbia. In questa scuola piccoli maghi e streghe imparano la fine arte dell'uso della bacchetta. Molti ragazzi si sono iscritti, tra cui Salmo, un ricercato. Questo individuo, mostrato nella foto, ha fondato la Comunità Nuragica. Una setta che doveva punire la corruzione che regnava nella scuola. Questo individuo è ricercato dalla polizia magica. Anche la polizia babbana è stata avvisata della circolazione di questo individuo: ovviamente tralasciando il fatto che è un mago, se no addio Statuto Internazionale di Segretezza. Ma è scomparso. Sembra che non sia mai esistito... Dove sarà? Fuggitivo oppure si è nascosto sotto altre soglie? Su di lui pende una taglia grossa...Molti luoghi sono stati battuti alla sua caccia, ma invano. Molti indizi però ci portano a varcare i confini nazionali. Vi teniamo aggiornati. Teniamo alte le bacchette!





Scusa la grafica: Ma faccio un po' schifetto... :cry3:


Edited by Juliet Little - 17/1/2017, 22:38
 
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Sentirle parlare di Hogwarts lo rasserenò parecchio, stava rimpiangendo di non essere arrivato ad Hogsmeade prima, era finalmente libero di parlare con qualcuno, Salmo finalmente era solo una maschera e Maurizio si sentiva di chiacchierare in libertà. Assieme a queste sensazioni si aggiunse anche una profonda serenità, si sentiva stupido per essere stato così sospettoso nei confronti di Londra.
-No, no, va bene. Parla pure, il mio destino era quello di bere questo Whisky da solo e perdermi nei miei pensieri...non è proprio il massimo-
E diceva la verità, la sua alternativa sarebbe stato bere quel Whisky da solo, e poi? Sempre più pensava a quanto sarebbe stato difficile ricominciare e meno notizie arrivavano dal ministero più lui stava impazzendo, i pensieri diventavano sempre più caotici e oscuri. Pensava che Rhaegar l'avrebbe consegnato alle autorità, ma l'arrivo della studentessa aveva rallegrato quell'unica serata che stava passando fuori casa, al punto che uscì fuori anche il suo lato comico.
-Messere? Poffarbacco, ho 30 anni non 60!-
E si mise a "imitare" la voce del modo in cui, secondo lui, parlavano i Lord Inglesi.

Il discorso tornò alla sua vita e quando la ragazza chiuse gli occhi e guardò verso il tetto dell'edificio *Maurizio, bravo! Hai fatto una cazzata!* la ragazza era anche Italiana, come aveva fatto a dimenticarlo, pareva sapesse qualcosa a riguardo. Ma non tutto era perduto, sapeva qualcosa sulla Comunità ma era impossibile che fossero risaliti a lui, non avevano prove, anche se il presidente del consiglio magico conosceva la sua identità non poteva rivelarla o sarebbe venuto tutto galla. Anzi, avrebbe avuto informazioni per quanto riguarda il suo stato.
Mentre la ragazza leggeva l'articolo sorrise ma attese la fine del discorso.

-Ci sono un paio di inesattezze in questo articolo, la comunità Nuragica non è una scuola ma una vera e propria divisione Auror, solo con un'altro nome, avevamo una specie di "delega" per cui potevamo formare alcuni studenti Italiani e farli diventare direttamente dei nostri, ma è una cosa molto rara. Per quanto riguarda Salmo la verità è celata dalla maschera stessa, mi hanno detto che quando indossava la maschera diventava...-
Suonava stupido eppure era così, doveva parlare più o meno chiaramente.
-Non più forte a livello fisico, era una semplice maschera di Halloween, si sentiva più sicuro, aveva meno paura di uccidere. Ma a quanto pare poi la cosa andò oltre, non riusciva a controllarsi e iniziò a scoprire troppo, alcuni dicono abbia scoperto qualcosa sullo stesso Presidente Italiano ma purtroppo adesso è scomparso.-
Quel giornale era datato, mancava un pezzo decisamente importante della storia, ma del resto era storia molto recente, probabilmente i giornali non arrivavano in tempo.
-Ti manca un pezzo però, la comunità è stata smantellata, tutti noi siamo stati additati come "suoi complici", non ci hanno arrestato ma trovare un nuovo lavoro era diventato impossibile, per questo sono tornato a Londra. Ecco, più o meno ho risposto a tutto.-
Soddisfatto della risposta si mise più comodo sulla sedia e diede un'altro sorso al Red Devil, lo sentì scendere in gola, oramai aveva pure smesso di bruciare, era un dolce calore che allietava le sue serate. La risposta data pensava fosse perfetta poiché era in grado di spegnere qualsiasi altro dubbio possibile della ragazza, anche se quest'ultima pareva molto sveglia.
-Come sei finita qui in questo strano posto? È lontano dalla parte "turistica" di Hogsmeade-
Non poteva far altro che sperare di aver sopito qualsiasi dubbio della ragazza cambiando l'argomento



Non potevi avere idea migliore, splendida...mi sono innamorato :wub: XD
 
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view post Posted on 1/2/2017, 23:20
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JULIET LITTLE
Scheda


Juliet sorrise al giovane "Beh si hai ragione. Sei stato fortunato a trovare questa pazza, che sfortunatamente aveva il suo turno di lavoro. Ahahha..." disse Juliet nascondendo il suo sorrisino dietro la mano. Fortunatamente lei, sentendo l'aura misteriosa che aleggiava attorno a quel ragazzo, aveva cercato di alleggerire la situazione in cui si poteva trovare. Lei aveva quel dono di poter alleggerire il fardello delle altre persone, solo ascoltandole e dando consigli dove ce ne fosse bisogno. Sorrise di gusto quando Maurizio le disse che gli stava dando del vecchio. "Poffa..che?" chiese Juliet quasi sgranando gli occhi. Non aveva mai sentito quel termine. Ma sorrise lo stesso perché suonava bene. Più un termine era strano, più le piaceva. Di solito era lei ad inventarsi le parole. Rise di gusto quando lui cercò di imitare la voce pomposa dei lord inglesi. Rise perché il risultato non era granché, aveva quell'accento sardo che si faceva sentire. Lo ascoltò mentre la correggeva. Fatto sta che non esiste solo il Macusa, o gli Auror, ma esisteva pure un'organizzazione tutta italiana, che addestrava i giovani a combattere. "Sì scusa, è un po' datato questo giornale. Mio padre sta cercando di ottenere tutte le informazioni il più fresche possibili, ma come si sa vige la Segretezza. I maghi cercano di tenere tutto il mondo babbano all'oscuro di tutto quello che accade intorno a loro. Non si fidano di mio padre, anche se ha espressamente detto che io sono una strega. E quindi gli fanno avere informazioni che fanno comodo a loro." disse Juliet. "E quindi siete stati additati come suoi complici? E se per caso tu fossi lui? Salmo intendo... Vade retro" disse Juliet facendo una x con le mani davanti al viso del giovane. Lo vide rabbuiarsi. Juliet cominciò a gorgogliare. La sua risata stava nascendo, voleva tenerla a freno ma non ci riuscì. "Uhuhuhu ci sei cascatoooo" disse Juliet con un sorriso a trentadue denti. Lo aveva preso per il naso stavolta "Si nascondeva dietro ad una maschera? Ma questo però è segno di vigliaccheria. Quindi nessuno sa che faccia abbia? Bisognerebbe sempre mostrare il proprio viso, quando si combatte per una causa giusta, secondo me" aveva risposto Juliet tormentandosi il povero nasino, segno che era turbata da quel fatto. "Tornato a Londra? Quindi c'eri già stato qui?" chiese Juliet ritornando la ragazza che era prima. Curiosa, e sì, purtroppo impicciona. "Beh io mi trovo qui perché ci lavoro. Madama Piediburro aveva chiesto al mio caposcuola di vedere chi fosse disponibile a ricoprire il turno, e io mi sono offerta volontaria. Mi piace come posto. Puoi trovare sempre le stesse persone, che raccontano i loro fatti, e mi piace ascoltarle. Ogni volta che ritorno al castello, porto a casa qualcosa, che forse un giorno o l'altro mi potrebbe servire per crescere e maturare. Oppure si possono trovare persone nuove, come te, eeee ecco non fa in tempo a sedersi che sono lì a sentire la sua storia, bella o brutta che sia" disse Juliet quando il ragazzo, o messere, come lo aveva additato poco fa, le chiese perché si trovasse lì... "Quindi questa comunità nuragica era una setta di combattimento insomma? Chi è stato ad istiturla?"

If it scares you, it might be a good idea to try
©Fred Zoungla harrypotter.it


Eeee la curiosità è mia amica... Ihihihi e non demordo :asd:


Edited by Juliet Little - 2/2/2017, 00:03
 
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La curiosità della ragazza stava iniziando a travolgerlo, non riusciva ad inventare scusa con la stessa velocità con cui lei poneva domande e non era nemmeno riuscito a farle cambiare discorso, in compenso le piaceva scherzare ed era un'altra delle cose che apprezzava di più in una persona. E subito dopo scoprì altro, aveva un'intuito dannatamente ben sviluppato, non riuscì a rispondere alla domanda finché lei stessa non lo canzonò. E allora Maurizio alzò le mani.
-Non fa una piega, mi hai beccato!-
E si accodò nella successiva risata, in quel momento si chiese quand'era l'ultima volta che aveva riso così tanto, in effetti era passato molto tempo, ma del resto è una di quelle cose che non scordi mai. Ascoltò le successive riflessioni con attenzione, finalmente una domanda alla quale poteva rispondere senza inventare, si sentì sollevato.
-No,no, niente vigliaccheria ma questioni di praticità, molto spesso dovevamo infiltrarci tra i nemici quindi non potevamo compromettere i nostri volti.-
Non ci aveva pensato, in effetti non era mai stato a Londra ma aveva letto talmente tanto su di essa che era come esserci stato.
-In effetti no, ma da quando avevo undici anni ho iniziato a leggere di Hogwarts e dell'Inghilterra e che dire, mi sono innamorato.-
In quello stesso momento diede l'ennesimo sorso al suo Red Devil.
-Tranne per questa storia del tè, lo odio a morte, non esiste bevanda peggiore, preferirei bere il peggior veleno o l'acqua del Lago Nero.-
Ancora domande su domande, in quel momento stava letteralmente pregando che qualche auror venisse per arrestarlo, avrebbero fatto sicuramente meno domande. Ma pensando alla persona che aveva di fronte scoppiò nell'ennesima risata.
-Sei sicura di non essere un'Agente Segreto? Con tutte queste domande mi stai facendo impazzire! È stata istituita da alcuni ragazzi Sardi, da questo il nome Nuragica, che hanno avuto il coraggio di andare a parlare col Presidente Magico in persona, poi col tempo, hanno iniziato a reclutare persone anche fuori dalla Sardegna, ma eravamo sempre pochi, non siamo mai stati più di venti.-
Diede l'ennesimo sorso al Red Devil, la sua gola stava diventando sempre più asciutta e le continue domande non lo aiutavano, ma in realtà la ragazza stava cominciando a piacergli.

 
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E la curiosità uccise il topo...



Il ragazzo non lo poteva sapere, ma Juliet dentro di sé stava combattendo una battaglia. Il conflitto era tra la Juliet timida e la Juliet impicciona. In questo confronto ora prevaleva l'una e poi l'altra. Ma poteva capitare che vincessero in equal misura ambo le parti. Quindi era curiosa e si poteva vedere, allo stesso tempo, le sue guance farsi cremisi perché si vergognava un poco della sua curiosità. Ma lei era così, era nel suo carattere essere timida e impicciona, un mix che poteva travolgere positivamente o negativamente chi le stava attorno. E quel giorno fu il turno di Maurizio, come aveva detto di chiamarsi il vecchietto ragazzo italiano, colui che aveva la sua stessa provenienza. Forse, visto che tutti e due provenivano dallo stesso paese, doveva essere clemente, ma non faceva eccezioni per nessuno. Dentro di sé, a quelle considerazioni, sentì nascere una risata che poi proruppe fuori e le fece fare l'ultima cosa che aveva intenzione di fare: una figuraccia. Rise così tanto che cadde dalla sedia su cui era seduta poco fa. *Ahi!*. Prima di toccare terra con il fondoschiena riuscì ad attutire la caduta con le mani. E poi nascondendo la sua faccia rossa, quasi congestionata, dietro il vassoio con cui aveva portato la bevanda scelta dal forestiero. "Ehehehe scusa, ma spesso non perdo l'equilibrio tanto facilmente e non so come mai oggi sia successo" cercò di inventarsi una scusa plausibile. In fondo lo sapeva perché lo aveva perso, ma non voleva svelargli niente. Non doveva sapere che fino ad un attimo fa aveva pensato a lui come ad una vittima di quella Juliet un po' pazza. Si risedette al posto, cercando di non fare altre figuracce e si sistemò il grembiule un po' sgualcito dopo quella caduta non prevista. L'unico modo plausibile per conoscerlo meglio, non poteva di certo seguirlo di nascosto, era fargli domande su domande, alcune anche scomode. "Quindi sei lui, o mi stai prendendo in giro?" era sempre meglio prendere le cose che sentiva con le pinze, soprattutto se erano pronunciate da sconosciuti e da quelli che si sedevano da soli e da quelli che si sedevano vicino al muro per poter avere una visuale migliore del locale, per vedere chi entrava dalla porta d'ingresso. Juliet sorrise quando sentì la risata del ragazzo, cristallina e che le trasmetteva la voglia di stuzzicarlo per sentirlo ridere ancora, da quanto fosse gioviale e autentica. A quelle considerazioni le sue orecchie, i suoi punti deboli divennero infuocate, ma per fortuna non erano visibili ad occhio umano, poiché erano nascoste dai lunghi capelli castano scuro. Il suo silenzio imbarazzato venne distolto per fortuna dall'arrivo di un nuovo cliente. Si alzò e da brava ragazza, cameriera che era si avviò verso il nuovo arrivato. "Archibald cosa le porto oggi? Il solito oppure diamo una ventata d'aria fresca?" disse Juliet al giovane che si era seduto ad un tavolo, non poco distante da quello in cui si era accomodato il nostro vecchietto. "No, oggi portami il solito. Ho avuto una giornataccia perché ho litigato con il capo Auror e ho dovuto compilare mille scartoffie per far dimenticare ad un babbano di aver visto una macchina volare in cielo. Viviamo in tempi pazzi" disse il ragazzo guardando la ragazza che gli aveva portato il solito drink. "Ora non mi resta altri che aspettare la mia dolce metà, almeno lei sa come farmi dimenticare questa giornataccia" e Juliet sempre sorridendo se ne andò al bancone per poterlo un po' pulire e poi si diresse ancora una volta, finito di sistemare, verso il tavolo dello straniero. "Scusa l'attesa. Dove eravamo rimasti? Ah sì, e perché non sei venuto qui a Londra, a Hogwarts a studiare?", Dio, se era curiosa la ragazzina. "Ah quindi capisco la questione della maschera. Beh è vero, anche in Italia alcuni poliziotti italiani, la DIA mi pare, sono costretti a mettere i passamontagna per nascondere i propri tratti del viso, per la loro incolumità" disse Juliet riferendosi a quelli che catturavano i mafiosi. "Agente segreto? Ma dai ti ho fatto solo alcune domande" forse un po' troppe, dovette ammetterlo la rosso-oro. "Sono semplicemente una ragazzina undicenne che frequenta il primo anno di scuola. Vedi come sono dolce e carina?" disse facendogli il broncio e gli occhioni dolci dolci. ops, questa poteva risparmiarsela!. Le piaceva stuzzicarlo. "Io mi ero trasferita a Londra per il lavoro di mio padre, a nove anni mi pare. E mi sono ambientata bene. Forse perché qui avrei trovato il perché di tutte le stranezze che capitavano attorno a me" disse Juliet rivelandogli quella parte un po' meno felice che aveva caratterizzato la sua esistenza, fino a quando non aveva ricevuto la lettera che l'ammetteva alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lo disse con un tono un po' meno gioviale che l'aveva caratterizzata fino a quel momento. "Tornando a te...Hai trovato un posto dove stare?" gli chiese la ragazza. Forse, se lo avesse saputo, gli avrebbe fatto una sorpresa e gli avrebbe, ovviamente, fatto uno scherzetto. Ma non sarebbe stata un poco invadente, no? Forse sì...

Scusa il ritardo madornale :help!: e per farmi perdonare ecco un avatar per toi, spero che sia gradito :abbraccio: .... Scusa ma sono ancora alle prime armi. .. :*-*:

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view post Posted on 10/7/2017, 23:06
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Non pensava che una serata così tranquilla sarebbe potuta diventare qualcosa di così strano, il grifone aveva appena spiccato il volo...verso il pavimento, l'Italiano non ebbe nemmeno il tempo di darle una mano che la ragazza era di nuovo sulla sedia così il suo movimento risultò un semplice alzarsi per poi tornare a sedersi. La motivazione che diede, però, fece ridere lui, era evidentemente una scusa, ma probabilmente era una cosa che avrebbe saputo più avanti.
-Ovviamente no! Però ho qualche idea su dove possa essere finito, nulla di concreto ovviamente, altrimenti non me ne starei qui così tranquillo.-
Evidentemente la ragazza non capiva il sottile ma manco tanto sarcasmo del quasi trent'enne. E in effetit ancora una volta non mentiva, non al cento per cento almeno, aveva più volte pensato di andare in Tennessee, ma alla fine aveva scelto l'Inghilterra per motivi logistici, arrivare in America sarebbe stato troppo dispendioso.
Pochi istanti dopo un'uomo interruppe il loro discorso, e in quel momento tirò fuori il pacchetto di Davidoff, in effetti non vedeva nessun cartello con scritto vietato fumare, ma era un posto visitato anche da ragazzini e lasciare aria di morte in quel locale non sarebbe stato carino, così tornò indietro con la mente e le ripose nuovamente in tasca tenendosi però un clipper in mano per giocherellarci un po', questa volta aveva preso quello nuovo con i panda, li perdeva sempre e proprio in quel momento mentre lo fissava si chiedeva quanto tempo sarebbe durato questo.
Il flusso di pensieri fu interrotto dal ritorno della ragazza che, ancora una volta, si mise a stuzzicarlo, rise ancora, ma questa volta stava pensando a come quell'incontro gli avesse cambiato la giornata, tornare a parlare con qualcuno, tornare a ridere ma sopratutto a vedere qualcun'altro ridere assieme a lui.
Arrivò l'ennesima domanda, ma finalmente era un argomento su cui poteva essere completamente sincero con la ragazza.

-Per ora più che altro diciamo che ho un letto con quattro mura attorno, credo sia la descrizione perfetta di quella che per ora posso chiamare casa...però appena avrò i galeoni che mi servono vedrai la mia faccia più spesso qui ad Hogsmeade, ho visto una piccola baita alla fine del bosco dietro queste montagne-
Disse indicando vagamente verso le sue spalle come se il muro non fosse presente.
-...Non sarà una villa, ma devo dire che la vista non è per niente male.-
"E poi lì potrò comprare Otto!" Ma questo lo disse nella sua mente, non era ancora sicuro che il suo sogno si sarebbe avverato,
quindi evitava di spifferarlo ai quattro venti.



Ma non si preoccupi, è bellissimo <3 e scusami se non è bellissimo (il post) ma devo grattare un po' di ruggine
 
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view post Posted on 13/4/2018, 09:00
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Era ancora rossa in viso, poteva sentirlo bruciare all'altezza degli zigomi. Però non sapeva se fosse per la vergogna per essere caduta oppure per altro, a cui ora il nome, visto che aveva undici anni, le pareva tanto sconosciuto quanto lontano. Avrebbe sorriso per sviare l'attenzione dell'uomo davanti a lei, non doveva e non poteva diventare lei ora la "vittima". No, non era in incognito, ma la curiosità, si sa, era insita nel carattere, fin dalla nascita, della piccoletta. E non sempre ciò che scopriva poteva far gioire una persona. Molte volte, spesso, incappava in verità che potevano non far piacere e far credere, alla stessa, di essere maledetta. Un piccolo pensiero fece capolino nella testa di Juliet: quelle carte che aveva trovato prima di partire e quella collana, che ora tormentava con la mano, erano avvolti da un mistero. Chissà se un giorno avrebbe trovato il senso di tutto ciò. Avrebbe gioito o sarebbe stata presa da un sentimento come la paura? Sarebbe ritornata, con un battito di ciglia, al locale e alla persona che le stava di fronte. Se avesse fatto domande non avrebbe risposto perché non sapeva cosa rispondere. Torturò, ancora con la mancina, quella collana, che il suo ragazzo -se lo poteva ancora definire tale, visto la sua scomparsa- le aveva raccontato una storia, forse una leggenda, che girava attorno alla stessa.

"Beh ogni luogo, quale esso fosse, potrà essere definito come casa, basta che ci si trovi a proprio agio. Per esempio Hogwarts la considero una casa, molto di più di quella in cui ho vissuto fino a poco tempo fa

Si era esposta troppo ormai e per ritornare imperscrutabile avrebbe fatto domande all'uomo.

"Hai una famiglia?"

La sua testa ormai era partita per una sua tangente. Si sarebbe chiestache tipo di padre possa esserlo qull'uomo. Poteva anche essere suo padre, ma lo stava stuzzicando perché si sentiva a suo agio con lui. Si sarebbe guardata indietro per vedere se qualcuno aveva bisogno di lei, ma a quanto pare, per via del maltempo, Nessuno, tranne lo sconosciuto, osava mettere la testa fuori. Avrebbe aspettato la risposta del giovane mentre le manine giocavano con le briciole sparse per il tavolo, però il suo sguardo scuro non di sarebbe allontanato da quello del giovane

//Scusami per il ritardo madornale... Mi farò perdonare :secret:
 
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view post Posted on 21/4/2018, 14:33
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Stava osservando la ragazzina con attenzione rinnovata, notava come il suo discorso apriva numerosi questioni di cui evidentemente non voleva parlare, eppure era strana questa situazione. Lui così comico nei modi di fare che odiava i bambini, eppure gli ronzavano continuamente intorno, come se il suo atteggiamento gli permettesse id trovare una chiave di volta verso di essi.
Era una cosa che di solito lo irritava parecchio, eppure questa aveva avuto il giusto modo di prenderlo, aveva quella spensieratezza dalla quale Maurizio era stato sottratto quando ancora non capiva, quel legame con l'Italia che un po' gli faceva ricordare di non essere poi così solo in Inghilterra.
E poi non parlava come una della sua età, non completamente almeno, era una di quelle ragazzine curiose, che fanno domande e che mostrano interesse una di quelle caratteristiche perdute col tempo.
Eppure anche lei aveva qualche ombra, erano in molti ad iniziare ad amare Hogwarts come fosse casa, eppure in lei il tono era diverso, il suo modo di intrecciare quella strana collana smaniosamente come se non riuscisse a parlare senza compiere quel gesto e infine il virare sulla difensiva tornando sulla curiosità che la caratterizzava. L'Italiano sorrise guardandola, non avrebbe più fatto domande, a vent'anni aveva capito che le cose non le puoi tirare fuori con le pinze, specialmente agli adolescenti, quindi si limitò ad esporsi senza troppi problemi.

"Dipende cosa intendi, ho avuto tre famiglie diverse. La prima, quella di sangue, sono stato costretto ad abbandonarla da piccolo, li ho visti pochissime volte da quel giorno, ma non siamo in cattivi rapporti, mia madre credo tenga a me più di qualsiasi altra cosa al mondo, è impressionante. Poi ho avuto un rapporto bellissimo con i miei colleghi in Italia, era un lavoro per cui dovevamo stare spesso insieme e dopo anni sono diventati la mia vera famiglia."
...e anche loro erano andati, pensò Maurizio, gravava forse una maledizione sull'Italiano?
Aveva la quasi certezza che prima o poi avrebbe virato la questione sull'amore, così decise di rispondere prima ancora che lei domandasse ancora

"In generale però non ho mai avuto una MIA famiglia, non che ci sia mai stato il tempo per conoscere qualcuno al di fuori del lavoro e, credimi, lì non ti potevi fare una famiglia."
O sarebbe morta il giorno dopo. Concludendo il discorso alzò le sopracciglia come per cercare di capire se la ragazzina era soddisfatta o meno dalla risposta e, come premio, diede un altro sorso alla bevanda.




 
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15 replies since 19/12/2016, 16:47   380 views
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