What a sunshine!

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view post Posted on 2/3/2017, 20:02
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LA MANGIAMORTE

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Primule e asfodeli facevano capolino nelle aiuole pubbliche, gli alberi che fino a poco meno di un mese prima erano completamente spogli si preparavano a gettare le prime gemme, che timidamente si affacciavano a un sole incredibilmente caldo per la stagione. La stella del mattino sfoggiava i suoi raggi oltre i tetti in paglia e mattoni delle case di diagon alley e gli avventurieri della via, avevano dismesso i caldi mantelli invernali per cappe più fini e più colorate, eppure tra tutte loro, vi era una figura dai capelli corvini, le labbra contratte in una smorfia di fastidio, che con insistenza, continuava ad indossare la sua mantella nera. Era visibilmente provata dalla situazione, sbuffava e continuava con gesti di stizza a scostarsi i capelli dal viso e dalla nuca, raccogliendoli in improvvisati chignon che non reggevano nemmeno il tempo di dieci passi.
-ouff che caldo…-
si lamentava tra se e se, fermandosi sotto l’ombra rada di un albero ancora troppo spoglio per darle ristoro con il solo scopo di armeggiare con gli alamari del mantello per allentarli e fare entrare più aria sul petto e rinfrescare il collo.
-un po’ meglio…-
si disse, socchiudendo gli occhi, chinando il capo all’indietro in cerca di uno sbuffo di vento che la ristorasse.
Eppure tutto questo non le bastava, aveva bisogno di sedersi da qualche parte e rinfrescarsi in qualche modo, così gli occhi nocciola si illuminarono quando vide la bottega di florian e incredibilmente, ancora un tavolino libero all’ombra del pergolato.
Trotterello verso di esso, con passi veloci, guardandosi a destra e sinistra per poter fulminare qualcuno che tentasse di rubarle il posto, fu per questo che allungò con ferocia la mano sulla sedia metallica, trascinandola verso il fondoschiena e finalmente sedersi.
-ahhhh.-
si lasciò andare mollemente e con fare scomposto, incurante dei presenti che forse le potevano gettare occhiate curiose, per poi, dopo una manciata di interminabili secondi, raddrizzare il busto e finalmente liberarsi del mantello, che cade sullo schienale e con i lembi che ora toccavano il suolo, mostrando la veste lunga fino alle caviglie di colore verde e la bacchetta salda in una fondina attorno alla vita. Il marchio, nemmeno a dirlo, era sia incantato che coperto da un polsino in pelle, giusto per essere sicuri che non spuntasse dalla manica lunga della veste.
Si stava maledicendo di essere stata così sprovveduta e dimentica di quanto bizzarro fosse il tempo Londinese, mentre con lo sguardo, osservava la fine della via, dove un muro, delimitava il suo mondo da quello dei babbani.
Le aveva sempre dato fastidio il fatto che esistesse quel muro e che la maggior parte del mondo fosse in mano ai babbani, questo era uno dei tanti motivi che l’aveva spinta tra le file dell’oscuro e la ragione principale per cui non metteva piede a Diagon alley da molto tempo, infatti, nonostante non fosse una licantropa la loro puzza sembrava arrivare fino a li e la disgustava il fatto che dall’altra parte del muro si moltiplicavano come formichine dentro un bel nido grasso e florido, mentre loro, ancora dovevano nascondersi. Quest'idea, l'aveva oramai portata alla decisione di materializzarsi direttamente a Nocturn alley o davanti all’ingresso del negozio che l’interessava, per rendere quelle visite sempre più brevi, ma quel giorno, forse per il solo gusto di godere un po’ dei raggi di sole, aveva optato per una camminata. Scosse il capo, odiando il fatto di aver ascoltato le membra e non la mente, lasciando che lo sguardo che si era fatto corrucciato, si spostasse dal muro al menu del locale, che afferrò e nel quale immerse la testa, allontanando quei pensieri di omicidi di massa che per un nanosecondo le avevano sfiorato il cervello.
 
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view post Posted on 2/3/2017, 22:01
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Per diversi giorni il tempo della capitale era stato così incerto da rendere complicato organizzare qualsiasi allenamento. Se di esercitazioni voleva riempire la lezione del giorno il tempo si ribellava regalando pioggia. Viceversa quando l’orario non prevedeva altro che lezioni al castello tra incantesimi o preparazione di pozioni il sole risplendeva alto nel cielo. Pareva una congiura tanto ben architettata da sembrare allo stesso tempo paradossale quanto ridicola.
Che cosa gli aveva preso a quel tempo? Aveva forse deciso di farlo impazzire?
* Se non esco da questa scuola perderò il senno. Ho proprio bisogno di una pausa *
Quel giorno di lezioni non ne aveva, i suoi studenti erano occupati al castello con gli incantesimi. La giornata era così bella che sarebbe stato un peccato non approfittarne. Una passeggiata poteva essere una manna dal cielo, una valvola di sfogo in un momento in cui si sentiva particolarmente sotto pressione.
Un salvavita ecco.
Doveva concedersi un po’ di tempo per se stesso. Doveva imparare a farlo, a volersi più bene, a prendersi meno sul serio. Era giovane anche se un docente. Anche lui meritava di divertirsi! Come era tutto da decidere.
Una bevuta fuori? Un gelato forse?
Ma che importava!
L’unica cosa di cui Sirius aveva bisogno era di sollievo e di tranquillità.
Aveva allora superato i confini di Hogwarts e operato una materializzazione che lo aveva portato nella via principale di Diagon Alley, destinazione ancora incerta ma con una gran voglia di svagarsi. Qualunque intrattenimento gli avrebbe fatto bene. Sapeva adattarsi.
Entrando nella via principale del paese il primo dei negozi che il suo sguardo aveva incontrato era stato Florian. La variopinta gelateria ospitava per quel giorno una clientela tanto vasta da sorprenderlo. Probabilmente in una così bella giornata la prospettiva di un gelato non poteva che essere accattivante per la maggior parte di maghi e di streghe che affollavano quelle strade. E lui? Lui aveva forse voglia di un gelato? Non si sentiva più un bambino, non lo era più da tempo. Ormai era cresciuto. L’oscurità che albergava nel suo cuore ultimamente era riuscita a spazzare via anche il più piccolo desiderio infantile. Il suo fanciullo interiore era forse morto? Sirius e Re convivevano da così poco tempo che ancora era arduo dove finisse il primo e iniziasse l’altro. Quelle due facce di una stessa medaglia per il momento coesistevano prendendo ora l’uno ora l’altro il sopravvento. Quel giorno si sentiva decisamente più Sirius. Aveva voglia di sentirti libero, libero da pensieri e patemi, libero dagli impegni e dal peso delle sue scelte.
Fermo nei pressi del locale era ormai sul punto di entrare quando il lamento liberatorio di una donna e il suo fare scomposto attirarono la sua attenzione. Quel modo di fare lo faceva sorridere. E di sorrisi e di ilarità solo Merlino poteva dire quanto ne avesse bisogno.
<< Bella giornata vero? >>
S’era intromesso rivolgendo la parola alla donna senza neanche pensarci. Di solito non si comportava in quel modo ma aveva sentito come l’istinto di farlo. Dopotutto che importava? Se fosse stato sgarbato o inopportuno la strega lo avrebbe probabilmente mandato al diavolo. Si sarebbe scusato e congedato qualche attimo dopo e senza aggiungere altro. La vita alla fin fine era anche fatta di imprevisti e di istinti. Doveva imparare a godersela tutta no?
 
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view post Posted on 5/3/2017, 18:40
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LA MANGIAMORTE

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La schiena era adagiata alla sedia, reggeva il menu con la mano destra, mentre le dita della sinistra, giocavano con le labbra della strega. In quel frangente di scelta, ascoltava le conversazioni dei presenti, pizzicando un po’ di qui e un po’ di la i loro discorsi, intromettendo il proprio pensiero alle domande che gli interlocutori si facevano tra di loro. Erano risposte ciniche, cattive e sorrideva dei propri pensieri, occupata forse di più a farsi i fatti degli altri che a scegliere veramente cosa mangiare o bere quella giornata di sole. Forse per questo non si accorse della presenza di Sirius quando le venne vicino, intento a intavolare una conversazione.
Quando lui le rivolse parola, Rowena abbassò con uno scatto il menu, volse il viso in sua direzione e incurante del fatto di essere inopportuna, lo osservò dalla testa ai piedi, per tornare poi sugli occhi verdi brillanti dell’uomo e infine emettere verso.

-sarebbe una giornata ancora migliore se qualcuno mi offrisse un dolce milkshake…-

nel dire ciò portò il busto in avanti, le mani una sull’altra erano ferme sul menu che ora giaceva sulla superficie in vetro del tavolino, mentre, sfarfallati gli occhi nocciola, un sorriso cortese e invitante veniva donato al docente. Sembrava in vena di conversazione, o forse, aveva solo voglia di farsi offrire un dolcetto, come una ragazzina bisognosa d’attenzioni.

-se si vuole accomodare non mi disturba affatto…anche perché non ha molta scelta…-

allungò lo sguardo verso gli altri tavolini, colmi di persone che approfittavano della bella giornata.
 
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view post Posted on 5/3/2017, 19:40
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Si sentì letteralmente studiato dalla testa ai piedi. Se in principio aveva temuto di essere inopportuno rivolgendo la parola a una strega che se ne stava per i fatti suoi, Sirius ebbe rapidamente modo di ricredersene. Non solo la donna aveva benevolmente accolto la sua intromissione ma ne approfittava senza battere ciglio approfittandolo a sedere a offrirle un milkshake. Sirius White non aveva mai avuto a che fare con donne tanto spigliate. Aveva decisamente impegnato tutto il suo tempo con lo studio concedendosi nel tempo libero solo le missione per l’esercito degli studenti e l’ordine della fenice. Non si poteva certo dire un mago che avesse vissuto chissà quale avventure sebbene le sue cicatrice urlassero il contrario.
<< Stando così le cose approfitterò allora della sua compagnia e per sdebitarmene le offrirò volentieri quel dolce milkshake che tanto desidera. Presumo non ci sia niente di meglio in una giornata calda come questa. >>
S’era messo a sedere senza perdere altro tempo e così togliendosi dalla strada che via via continuava ad affollarsi. Faceva così caldo che Florian era stato decisamente preso d’assalto, una fortuna per Florian certo ma un fastidio per i suoi avventori che difficilmente avrebbero potuto godersi la compagnia di un gelato in santo pace. I camerieri correvano da un tavolo all’altro raccogliendo le ordinazioni e servendo i tavoli. Probabilmente avrebbero atteso un bel po’ di tempo prima di essere serviti a dovere.
<< Mi presento. Il mio nome è Sirius White….>>
disse allungando la mano nel tentativo di presentarsi. S’era appena seduto al tavolo in compagnia di una sconosciuta per cui il minimo che potesse fare era presentarsi.
Una volta fatte le presentazioni si sarebbe guardato intorno cercando di attirare l’attenzione del personale.
<<sono venuto fin qui per dimenticare un po’ le noie da docente…la sua scusa quale è? >>
 
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view post Posted on 7/3/2017, 20:59
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Rowena era una bestia rara e lo sapeva, era suo diletto soggiogare gli uomini al proprio fascino, si dilettava a svuotare i loro animi e ancora di più si divertiva della loro compagnia. Ovviamente non tutti potevano essere considerati prede nobili, alcuni li ripugnava per il mero aspetto fisico, altri per le idee troppo diverse dalle sue altri ancora per il puro godimento di vedere i loro volti infastiditi da un banale rifiuto. Nemmeno a dirlo l’uomo che le si era palesato davanti era affascinante, nonostante il fatto che non fosse molto alto, e gli occhi verdi erano due smeraldi nel quale rispecchiare le sue voglie.

-Oh troppo gentile…-

piegò il viso di lato, verso la spalla destra concedendo al suo interlocutore un sorriso mellifluo per poi risollevare il menu e allungata la mano destra, indicare con il dito quello che voleva.

-Questo qui al cioccolato è troppo invitante…chissà se lo servono davvero con la ciliegina in cima…-

disse più tra se e se che in sua direzione

-Quindi anche lei per un milkshake? Penso che sia un ottima scelta…effettivamente fa incredibilmente caldo, questo tempo si fa sempre più bizzarro, non trova?-

dichiarò infine, chiudendo il menu e rimettendo al suo posto, in un ferma carte che fungeva anche da vaso, dove qualche fiore di campo, si preparava alla sua fine.

-Piacere, Rowena Abyss…-

allungò la mano verso di lui e quando lui la strinse, lei non la lasciò andare per un po’. Era una presa salda e decisa, forse fin troppo mascolina per una donna, ma che dava indizio su come fosse Rowena. In quel breve frangente, la donna scrutò a lungo il di lui volto. Le sembrava di averlo già visto da qualche parte, ma l’unica cosa che le solleticava il cervello erano le mura di Hogwarts.
Quando mollò la presa, le mani si congiunsero sul tavolo, distanziate dal bordo tanto quanto bastava perché si potesse appoggiare anche con i gomiti.

-Docente? di Hogwarts? Se ê cosí pochi mesi fa ho incontrato un suo collega…-

una pausa, per poi fare spallucce

-Niente di che, ho fatto qualche commissione all’ufficio postale e ora cercavo un po’ di refrigerio…-

disse infine.
 
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view post Posted on 10/3/2017, 19:06
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Solo pochi istanti e in breve battute il carattere della strega s’era come rivelato. Non che Sirius fosse mai stato un esperto conoscitore dell’animo e del carattere femmine ma a certe cose ci arrivava anche lui. C’era infatti un non so che di singolare e civettuolo in tutte quelle moine. Non v’era abituato. Probabilmente non lo sarebbe mai stato. La ascoltò scegliere il proprio milkshake, apprese della sua preferenza del cioccolato peraltro non senza domandarsi come si faceva a far del latte una bevanda estiva da piazzare al di fuori di una colazione o di un pausa pomeridiana. A ben pensarci Sirius White neanche amava i milkshake. Solo la domanda della strega lo aveva spinto effettivamente a pensarci.
* Mi sono messo in un bel guaio ma tempo sia troppo tardi *
Non era mai stato un amante della bevanda. Probabilmente lo aveva bevuto solo una volta in tutta la sua vita senza peraltro trovarlo eccezionale. Da Florian sarebbe forse stato diverso? Se lo augurava. Dopotutto doveva pur esserci un motivo per il quale Florian si reputava la gelateria più famosa della mondo magico.
<< Milkshake al cioccolato sia. Seguirò il suo consiglio. La vedo ferrata sull’argomento per cui mi fido >>
Non aveva neanche sfogliato in menu decidendo di assecondare la scelta della strega che gli era seduta di fronte. Che importava? Per lui una bevanda valeva l’altra e avrebbe avuto ancora minore importanza non appena strettale la mano il docente di volo apprendeva come si chiamava.
* Rowena….*
Fu difficile non trasalire a quel nome ma sopratutto non mostrare alcun ombra di incertezza nel viso o negli occhi. La stretta al cuore era stata fin troppo forte di quella della mano di lei che frattanto s’era serrata intorno alla sua. Aveva imparato a memoria la lista di Do per sbagliargli. Non poteva che trattarsi di lei, non poteva che essere un membro di quella cerchia ristretta che apparteneva a Voldemord e che affollava la oscura villa.
* Che culo! *
In effetti quante probabilità c’erano di trovare in una gelateria affollata proprio una degli accoliti più potenti di Lord Voldemort??!! Pochissime ma lui c’era andato fin troppo bene a sbatterci contro sedendosi perfino allo stesso tavolo. E ora? Sebbene Do lo avesse abituato a reagire diversamente quella sensazione di pericolo che gli nasceva dentro di fronte a un mangiamorte non riusciva ancora a dominarla. Per fortuna almeno non sarebbe schizzato in piedi brandendo la bacchetta e urlando come aveva fatto altre volte. Restava allora impassibile assorbendo la stretta di mano e facendo in modo che la sua forza nella stretta eguagliasse ma non superasse quella della controparte. Non voleva stritolagliela né farle immaginare che desiderava farle sentire la sua forza. Un pareggio. Democratico.
<< Piacere, Rowena >>
Si sarebbe limitato a dire semplicemente questo prima di sciogliere la stretta e di rimettersi comodamente a sedere sulla sedia. Doveva agire con intelligenza senza dare cattive impressioni. Non era mai stato così vicino a un mangiamorte che non avesse voluto ucciderlo. Il fatto che fosse all’oscuro dei fatti era un vantaggio che poteva sfruttare. Do avrebbe apprezzato il modo in cui si era dominato.
<< Esattamente. Un umile docente di volo della scuola di magia e Stregoneria di Hogwarts >>
Quanto al riferimento al college appena incontrato la faccenda ebbe la capacità di incuriosirlo.
<< Un collega dice? Di chi parla? Se posso chiedere naturalmente….>>
Si conoscevano da appena due secondi. Non pretendeva mica di parlare come amiconi??
 
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view post Posted on 10/3/2017, 20:02
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LA MANGIAMORTE

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Quel mi fido, nonostante si parlasse di una banalissima scelta di bevanda, era musica per le sue orecchie. Come una piovra, allungava in maniera sottile i suoi tentacoli verso di lui, erano tentacoli certamente più piacenti, privi di appiccicose ventose ma letali quanto essi, si trattava dopotutto di moine e vezzi tipiche di donne che sapevano il fatto loro. Ascoltò tutto quello che lui ebbe da dire, appoggiando nel mentre il gomito sul tavolino e lasciando che il viso cadesse con aria annoiata nell’incavo della mano, spostando il peso del busto in avanti, dando libertà all’altro, sempre se avesse voluto, infilare lo sguardo nella scollatura dell’abito.

-Volo? Interessante, fa dunque anche da arbitro per le partite?-

Quidditch, quell’unico amore che nonostante gli anni e i cambi dell’animo era rimasto come punto fisso. Adorava i Montrose, il suo capitano la conturbava e all’interno dell’anta del suo armadio a casa, conservava con gelosia il calendario che quest’ultimo aveva fatto anni prima. Era l’uomo con la mazza più grande che avesse mai visto in vita sua, ovviamente si parla di quella da battitore.

-Oh come si chiamava…-

Inizio a scrutare un punto fisso, accavallo le gambe e picchiettio indice e medio della destrorsa, una volta uniti insieme, ad altezza della tempia, come se quel tamburellare le potesse agevolare la memoria.

-Berr…no bu…uhm nemmeno…ba…ma certo!-

batte la mani una sull’altra, in un gesto plateale per poi voltarsi in sua direzione

-Barrow! insegante di trasfigurazione se mi ricordo bene! Una persona pacata…posso dire lo stesso di lei Signor White?-

una frecciatina fatta cosí, solo per il puro divertimento di farla, in attesa di una sua reazione. Distolse per un momento lo sguardo da lui, un momento di distrazione che poteva dargli il tempo materiale per fare quello che voleva, dopotutto Rowena non aveva nulla per dubitare di lui, nessun segno, che lui conoscesse la sua vera identità. Se solo fosse stata una legilimes, avrebbe scoperto chi era questo Do e probabilmente avrebbe fatto il possibile per ucciderlo, visto che aveva mandato anni e anni di ben celato mascheramento in bocca ad un drago.
Ma Rowena tutto questo non lo poteva sapere, si guardava attorno in cerca di una cameriera, tranquilla e rilassata, sollevando la mano in un vano tentativo di attirare la di lei attenzione.
 
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view post Posted on 10/3/2017, 22:34
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Si rivelò progressivamente sempre più difficile interagire con Rowena. Non si trattava della sua vera identità, quella non lo spaventava quanto del suo modo di fare, del suo modo di porsi e di atteggiare. Sirius non vi era avvezzo più di quanto non lo fosse mai stato con il suo contrastato modo di essere. Nel suo animo bene e male si contorcevano in una lotta senza fine da diverso tempo ormai ma era nulla in confronto al disagio - opportunamente celato - che stava provando nei confronti della strega. La vedeva assumere atteggiamenti provocanti, stuzzicarlo e adottare queste e altre espressioni che con il linguaggio del corpo erano fin troppo eloquente. Probabilmente era fatta così, Sirius non era mai stato un esperto conoscitore del genere umano, ma si sforzò di restare impassibile ignorando qualsiasi cosa avrebbe rischiato di metterlo in imbarazzo. Egli era un grifondoro o quanto meno lo era stato fino al suo ultimo anno, un mago che della cavalleria aveva fatto il suo punto di forza, che nel rispetto e nella gentilezza senza secondi fini aveva costruito tutta la sua personalità e il suo modello di vita. Non poteva e non sarebbe mai riuscito ad assecondare quell’atteggiamento mostrandosi meno signore di quanto non lo fosse in realtà. Aveva problemi già molto grandi relativamente alla definizione della sua identità, completamente distrutta da Do. Non avrebbe retto a un collasso totale dei paradigmi che lo definivano. Alcuni necessitava restassero intatti e privi di cedimenti o per lui sarebbe stata la fine. Il loro discorrere sul volo poteva aiutare a rendere più lieve tutta quella situazione terribilmente complicata. Vi si sarebbe gettato come un naufrago al suo giubbotto di salvataggio.
<< Per il momento no ma conto di farlo molto presto. Sono stato assunto pochi mesi fa, ai principi di settembre per la precisione. Con l’inizio del campionato spero di poter fare la mia parte >>
Il suo sguardo era posato su quello di lei, la sua postura granitica. Era una fortuna che a separarli ci fosse stato un tavolo di locale. Sarebbe apparso fin troppo rigido? La spigliatezza probabilmente era una dote sopravvalutata. A Sirius piaceva esattamente così: composto, semplice, pulito senza cedere a istinti che rischiavano di rovinare tutto quanto. Un diverso paradigma, uno schema di comportamento disinibito non gli apparteneva. Era un figlio di Godric, in tutto e per tutto o per meglio dire, almeno in quello anche se Do era giunto a contaminare tutto il resto con putride acque di palude. Sirius era corrotto, aveva accettato quella oscurità ma non le avrebbe mai permesso di impossessarsi completamente del suo spirito spegnendo tutte le fonti di luce. Per questo aveva lottato con Do, per questo aveva preteso una clausola di autonomia nel patto infrangibile. Non lo avrebbe trascinato in nessuna missione che andasse contro la sua morale. A lui interessava fare giustizia. A lui interessava essere il braccio armato di una legge che aveva attaccato la bacchetta al chiodo lasciando i cittadini in pericolo. Questo era Sirius, questa era la promessa che aveva fatta in quella desolata radura insieme all’ex docente di volo.
<< Se mi si da la possibilità posso dare prova di grande utilità sa? Mi riterrebbe presuntuoso se mi autodefinissi un mago versatile e dal talento poliedrico? >>
* E certamente…vorrei ben dirlo Sirius *
<< Barrow…eh? Non ho avuto modo di conoscerlo di persona ancora ma l’ho visto alle riunioni dei docenti. Sembra un mago che sa il fatto suo... >>
Da mesi a Hogwarts e sapeva solo questo? I nomi dei suoi colleghi? Purtroppo sì. Sirius non era mai stato abile nel farsi nuove amicizie. Pochi ma buoni diceva sempre suo padre. E così era stato.
<< pacato….sì…proprio così. Dunque è assai più abile di me nell’interpretare l’animo umano! Eccezionale! >>
Lo pensava per davvero. Da parte sua Sirius poteva vantare solo la capacità di fidarsi della sua prima impressione. Gli risultava molto facile capire di chi fidarsi o no. Seguiva un istinto che raramente lo traeva in inganno.
<< Io? Pacato?! Non saprei. Lascio a lei giudicarlo. Mi creda quando le dico che non sono persona giusta per definirmi. Sono un giudice fin troppo severo. E lei? Lei è pacata signorina Abyss? >>
Era come chiedere a un tornado se era calda giornata d’estate. Ma lo incuriosiva il modo in cui si sarebbe definita una persona che apparteneva all’oscuro, che probabilmente aveva morti sulla coscienza più di qualunque altro. Se lui era un giudice così tanto severo altrettanto poteva dirsi degli altri? E se per lui risultava così difficile convivere con le scelte fatte come poteva esserlo per gli altri? Come poteva riuscirci Rowena? La faccenda gli stava davvero a cuore, al momento anche più della volontà di sfoderare la bacchetta e tentare di catturarla. Sirius dal canto suo voleva solo capire.
 
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view post Posted on 13/3/2017, 20:01
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Quante volte aveva ceduto alla lussuria, quanti uomini aveva fatto cadere nelle sue spire e ora, che si trovava davanti quello che si poteva chiamare un osso duro, forse dovuto all’imbarazzo della spigliatezza di Rowena o perché non interessato a lei, un meccanismo infimo e malevolo si era acceso dentro lei. Voleva vederlo arrossire, avvampare fino in cima alle orecchie, sudare freddo, distogliere lo sguardo e infine cedere, come un bambino davanti ad una ciotola piena di caramelle che non dovrebbe mangiare, ma che alla fine, dopo aver lungo indugiato, ingurgita in una veramente poco sana scorpacciata.

-Mi piacerebbe venire a vedere qualche partita ogni tanto…-

al momento non lo stava molto ascoltando, Sembrava essere riuscita ad attirare l'attenzione della garzona. Voleva quel milkshake in maniera disperata, aveva veramente bisogno di ordinare prima di sciogliersi su quella sedia,

-porco di un gramo ma quanto è lento il servizio qui....-

borbotto tra lei e lei, incrociò le braccia sotto al petto in attesa, un broncio come quello di una fanciulla si stampò sul volto e con sguardo accigliato, tornò verso il suo interlocutore in attesa. In quel frangente aveva poco ascoltato l’uomo, riuscì a carpire solo il proprio auto elegioarsi, una vampata di ego che si chiese da dove venisse fuori, ma lei non ci pensò due volte, lo adulò, come una brava serpe che cerca di attirare a se la preda, anche perché gli ego molto grandi le piacevano in maniera particolare. Cambiò quindi la sua espressione, scosse il capo e si impose di aspettare, senza dimostrare cenni di nervosismo per l'attesa. Un sorriso melifuo stampato sul volto

-Presuntuoso? Noi siamo i migliori critici di noi stessi e reputo che una persona che ha stima di se lo ha a ragion veduta…-

era il suo reale pensiero, aveva sempre odiato quei maghi che si piangevano addosso, che maledicevano le mutande di Merlino per questo e quell’altro avvenimento, che reputavano la divinazione una vera e propria religione. Sciocchi e stupidi erano agli occhi di Rowena, ogni mago aveva le capacità per raggiungere il potere, per mettersi sul gradino più alto del podio e dimostrare che bastava volerle le cose per riuscirci. Che poi i mezzi per raggiungere quel gradino cosi alto fossero più o meno leciti questo era a descrizione dell’individuo.

-Pacata?-

le labbra si allargarono in un sorriso di gusto, una risata argentina scaturì dalla sua bocca e distese il busto in avanti, incrociando le braccia sulla superficie vitrea e appoggiandovi sopra il petto. Quando smise di ridire, continuò il suo discorso

-Sono pacata quanto il sole in una giornata d’estate…-

il tono si fece divertito e malizioso nello stesso tempo, mentre il piede da sotto la tavola, si sollevava per andare a toccare il suo polpaccio. Non vi erano tovaglie che coprivano i suoi movimenti e potevano essere visti da chiunque passasse di li, anche se al momento, non vi era motivo per nessuno di osservare i loro gesti.

-Vuole mettermi alla prova Mr White?-


Edited by Rowena Abyss - 16/3/2017, 20:31
 
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view post Posted on 15/3/2017, 22:54
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Non gli era chiaro se Rowena agisse assecondando appetiti che natura gentilmente le avevano donato o godesse nel generare imbarazzo nel sesso opposto ma una sola cosa era evidente: tutta quella situazione lo stava mettendo in difficoltà e neanche poco. Per lei era forse un gioco?
<< Certo, sarebbe la benvenuta. Il Quidditch tornerà presto ad animare la vita degli studenti di Hogwarts. Sarebbe ospite gradita se avesse voglia di venirci a trovare ogni tanto >>
Era pura cortesia naturalmente ma quel fare gentile rischiava di ritorciglisi contro. Sarebbe stato così se si fosse mostrato al contrario rude e distaccato? Come sempre a rimuginare su questo e quello Sirius perdeva facilmente il controllo della situazione aprendo fin troppi scenari. La verità era che si trattava di un abile masochista capace solo di infliggersi punizioni e autocriticarsi. In questo egli era un campione.
<< E’ giusto >>
* Due mikshake e una compagna improbabile e fin troppo spigliata per i miei gusti *
Nel tentativo vano di attirare l'attenzione di una commessa Rowena aveva decisamente preso in mano la situazione. Le parti sembravano essersi invertite. Decisamente. In altre circostanze Sirius vi avrebbe fatto caso ma fin troppo impegnato, come era, a far fronte al modo di fare di Rowena il resto perdeva decisamente di importanza. Aveva bisogno di far appello a tutte le sue forze per non cedere ad atteggiamenti che morale e formazione gli avevano sempre negato. Per un giovane anche se uomo ormai, cresciuto tra nobili virtù cavalleresche e galateo, dovresti confrontare quella moderna spigliatezza non era affatto facile.
Saltavano da un argomento all’altro stuzzicandosi. Che cosa era quella una schermaglia o una danza di corteggiamento? E pensare che per Sirius quella passeggiata costituiva solo una fuga dagli impegni di giornata!
<< Sono d’accordo miss…>>
aggiunse in riferimento al natura critica di ogni individuo.
<< ma il problema sta nell’essere coerenti e opportunamente obiettivi. Una persona può aver stima di se stessa e averne ragione se ci sono basi coerenti che avallino il suo giudizio. Similmente può essere vero il contrario. Ciononostante mi permetto di sollevare un legittimo dubbio sulla faccenda. Spesso manchiamo di obiettività e rischiamo di sopravvalutare o sottostimare le nostre capacità >>
Un po’ contorno ma sperava che il messaggio fosse chiaro. Quel che Sirius aveva appreso da quel discorso era che Rowena chiaramente s’amava oltre misura. Come avrebbe mai potuto essere diversamente quando tutto il suo porsi, il suo essere, ogni fibra del suo corpo annunciavano al mondo la sua iperstima. Mi amo e so di essere meravigliosa. Ecco cosa sembrava voler dire. Dal canto suo Sirius White aveva sempre avuto una visione completamente opposta. Incapace di credere in se stesso aveva sempre rincorso un ideale fuori di se stesso nel tentativo di essere tanto bravo, tanto abile quanto tizio o caio a secondo delle circostanze. Era forse per questo che aveva stretto alleanza con Do e assecondato la volontà di un patto infrangibile? Per qualche attimo si perse in quelle elucubrazioni senza accorgersi del breve silenzio che era calato nella conversazione. Nessuno sembrava esserci accorto della faccenda men che meno Rowena avendo progettato di sfruttare le pause di pensiero per tirargli strani giochetti. Che cosa era quel che percepiva al polpaccio sotto il tavolo??? Con quel gesto trattenersi dal trasalire leggermente era stato impossibile. Sirius non arrossiva, mai. La sua carnagione ambrata, merito della runa che aveva assorbito, non poteva concedere il privilegio di veder tingere le sue gote di rosa. I suoi occhi tuttavia erano più che espressivi. Ci si poteva leggere l’imbarazzo. Se questo era sempre stato il proposito e il fine ultimo di Rowena, beh, c’era riuscita.
<< Capisco cosa intente…>>
Pacata no. Rowena era a tutti in effetti una bomba a orologeria, un concentrato di energie pronto ad esplodere da un momento all’altro. Se solo fosse stato possibile incanalarle in altre attività sarebbe stato decisamente meglio.
* Se voglio metterti alla prova?*
<< Probabilmente… >>
Non si era sottratto al piedino ma il modo in cui si era irrigidito era chiaro segno delle sue intenzioni. Se aveva una minima pietà per lui, per il suo imbarazzo si sarebbe fermata o lo avrebbe fatto lui.
<< Come potrei farlo tuttavia e trarne un utile? Vuole essere messa alla prova? Se questi Milkshake non arrivano nel giro di due minuti la sfiderei a duello. Non c’è modo migliore di comprendere un mago e la sua natura se non quello di provare la sua abilità con la bacchetta. Che ne dice? Le piace l’idea? >>
Un duello gli avrebbe dato modo di scoprire la strega evitando piedini e chissà che altro. Peraltro quale miglior rimedio povera esserci alla calura se non darsi all’esercizio delle armi? Con uno slancio di inventiva e di coraggio avrebbe potuto anche scommetterci su.


Edited by Sirius White - 16/3/2017, 21:39
 
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view post Posted on 16/3/2017, 21:16
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Quando esattamente l'Inverno aveva deciso di trasformarsi in Estate senza passare per la Primavera? Amber non si spiegava come il tempo fosse volato tanto in fretta e benché la Primavera avesse appena iniziato a far sbocciare qualche germoglio, la calura non aveva tardato ad arrivare, portandosi appresso un numero di clienti spropositato. Oltretutto, quel giorno ad occuparsi della marea di gente che s'era riversata in Pasticceria, c'era solo lei.
Elhena doveva ancora arrivare, e la Tassa non se l'era sentita di invocarla prima del tempo, dunque si era rimboccata le maniche ad aveva cercato di fare del suo meglio. Anni di lavoro lì le avevano garantito una mobilità eccellente, così come uno splendido equilibrio nel destreggiarsi tra i tavoli con i vassoi pieni, ma non le avevano dato ancora il dono dell'ubiquità. Quando si accorse della mano alzata in attesa di attirare la sua attenzione, aveva ancora un vassoio di tazzine vuote da portare al bancone. Augurandosi che i clienti non avessero realmente aspettato un'eternità, si mosse svelta riportando ai lavelli le tazze sporche e rassettandosi appena la divisa per poi raggiungere finalmente i due clienti al tavolo. Con i capelli biondi sciolti, tra una coda alta e l'altra, le scarpe comode ai piedi ed il taccuino con la penna per le ordinazioni, Amber si rivolse ai due.
«Benvenuti da Florian Fortebraccio» Esordì cercando di nascondere la fatica dietro la solita espressione impostata, sulla quale si era esercitata molto tempo prima di riuscire a perfezionarla per fruttarla nelle ore di turno in pasticceria. I nuovi menù erano già sui tavoli, ed in aggiunta c'erano anche quelli speciali, che riportavano prelibatezze esclusive solo di particolari stagioni. Ancora ricordava la positività con cui Florian stesso aveva accettato quelle loro proposte. «Cosa posso portarvi?» Chiese infine, abbassando lo sguardo sul taccuino, pronta a scrivere la comanda ed accogliere le eventuali richieste.



 
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view post Posted on 19/3/2017, 17:46
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LA MANGIAMORTE

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Rimettere piede al castello voleva dire tanto, avrebbe visto probabilmente molti volti conosciuti come tanti volti nuovi e tornare di nuovo al castello, poteva essere un modo come un altro di spiare il nemico, sondare se quelle mura erano ancora impenetrabili come lo erano un tempo. Già Barrows le aveva dichiarato che Hogwarts aveva malevole figure che si aggiravano, lei voleva capire chi fossero. Era una pedina dell’oscuro che lavorava nell’ombra, i suoi accoliti sembravano aver tagliato la corda e non le interessava, almeno al momento, intrecciare rapporti con quelli nuovi.

-È un invito che accetterò volentieri…Ovviamente le dovrò chiedere di venirmi a prendere dal cancello di Hogwarts, presumo che l’ingresso sia ancora vietato agli estranei…-

disse in sua direzione. Poi lo ascoltò, sopravvalutarsi era una sua specialità e molte volte aveva sbagliato a valutare sia se stessa che il nemico che aveva davanti. Eppure quel giorno, alle di lui parole si limitò a fare spallucce, senza aggiungere altro al suo dire, anche perché aveva altro a cui pensare. Il corpo era proteso in avanti, lo sguardo vivo, particolarmente malizioso e il piede, avvolto nello stivale, tentava una salita pericolosa verso il di lui ginocchio. Lo aveva sentito irrigidirsi, gli occhi che mostravano tutto l’imbarazzo in cui l’aveva messo e si, se avesse avuto pietà della sua vittima forse avrebbe smesso, eppure quel “probabilmente” che aveva udito, sembrava un permesso a continuare. Probabilmente, se lui non avesse accennato ad un duello, lei non avrebbe mai smesso e alla fine, forse sarebbe riuscita ad avere quel che voleva.

-un duello, che cosa interessante…accetto molto volentieri.-

ritirò il piede, si lascio andare sulla sedia, un gomito appoggiato allo schienale, con la mano che già era pronta ad afferrare la mantella che aveva adagiato poc’anzi.

-se perdo io, farò qualcosa per lei, se perde lei vuol dire che farà lei qualcosa per me…le piace l’offerta?-

Fu in quel momento che la garzona arrivò. Rowena la osservò con superbia dalla testa ai piedi per poi dire con fare acido

-presumo che io e il mio amico-

nel dire ciò levò una mano in direzione di Sirius

-abbiamo cambiato idea sul progetto di questo pomeriggio, dopotutto abbiamo aspettato troppo a lungo per uno stupido milkshake…vero Mr White?-

se lui avesse annuito alle sue parole, avrebbe raccolto le sue cose per poi avvicinarsi a lui con l’intenzione di seguirlo quell’ora avesse eseguito una materializzazione in un luogo più tranquillo, magari una assolata spiaggia del Kent.
 
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view post Posted on 21/3/2017, 20:55
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Che fosse stato l’invito a seguire una partita di Quiddicht al castello o la prospettiva di un duello a distogliere la signorina Abyss dai suoi intenti poco serie, Sirius non fu mai in grado di dirlo. Il sollievo di essersi sottratto a quella situazione tanto imbarazzante infatti bastava a cancellare il disagio e a migliorargli oltremodo la giornata. Non ci era abituato e poco poteva farci.
Una tale sfrontatezza era troppo.
<< Sarà un piacere accompagnarla. Gli estranei non posso entrare senza permesso ma in qualità di mia gradita ospite nessuno avrà di che lamentarsi, glielo assicuro >>
Gentile come sempre, forse anche troppo. Era stato il suo modo di fare e di presentarsi a rendere leciti alcuni atteggiamenti della controparte? Probabile ma non importava. La decisione di congedarsi da Florian e dall’imbarazzo era giunta come manna dal cielo fin troppo efficace nel togliere entrambi dall’impaccio.
* Grazie al cielo sono salvo…*
Recuperata la dignità sarebbe stato molto più facile interloquire e abbandonarsi al duello magico programmato. Era necessario sopratutto se la competizione prometteva avrebbe al vincitore un utile tutto da sfruttare, una sorta di pagherò da riscattare nel momento più appropriato. La signorina Abyss, era evidente, restava in grado di aggiungere del pepe a qualsiasi circostanza anche la più semplice.
* Una scommessa dunque… *
<< E’ un offerta singolare, niente da ridire. Accetto ma a patto di esplicitarla chiaramente se questi sono i piani. >>
Non aveva certo paura di perdere ma non amava lanciarsi nel vuoto senza avere un paracadute e come uomo d’onore una volta data la sua parola non se ne sarebbe mai tirato indietro. Un uomo valeva quanto la parola data. Non c’era niente che fosse più importante. Stava per aggiungere altro prima di venire interrotto dalla garzona in arriva. Un po’ gli dispiaceva il modo in cui Rowena l’aveva trattata. In fondo non s’era mai trattato del tempo di attesa quanto della necessità di alzarsi da un tavolo al di sotto del quale stavano accadendo cose decisamente inappropriate. Un po’ era anche colpa sua.
<< Vero ma non disperare. La signorina qui presente potrebbe avere ancora voglia del suo milkshake tra un’ora o due >> E così dicendo si sarebbe levato nel tentativo di allontanarsi dal tavolo. Aveva già in mente il posto giusto per l’occasione. Una spiaggia, la frescura del mare ad allietarli avrebbe reso la calura sicuramente più sopportabile.
<< Pronta? >>
La mano tesa come invito cortese a fidarsi di lui. La materializzazione congiunta li avrebbe portati nei pressi di un vecchio peschereccio distrutto che aveva visto e visitato nel Dungeness, un promontorio sulla costa del Kent e in gran parte formata da spiaggia in ciottoli. L’immagine del peschereccio e del faro in lontana avrebbe guidato la materializzazione portando entrambi a destinazione. Destinazione, determinazione…..decisione. Nessun rumore, solo un piccolo pop perso nella confusione delle vie gremite di Diagon Alley. Il Kent li attendeva.


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view post Posted on 23/3/2017, 08:28
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Si era aspettata che i clienti non fossero propriamente di buon umore, e lo sguardo della donna dai capelli castani le confermò quella sensazione. "Uno stupido Milkshake".. quelle poche parole scatenarono un piccolo fremito nella mano che stringeva la penna. Lentamente Amber alzò lo sguardo dal foglio per fronteggiare quello della donna dai modi poco gentili. Non c'era sfida nelle iridi verdi, e se fosse stata ancora la bambina di tredici anni che era quando aveva indossato quella divisa la prima volta, avrebbe fatto dietrofront all'istante. Non era più quella bambina, e con la professionalità che quel ruolo richiedeva, forse anche troppa, la Tassa spense ogni possibile emozione, e spostò lo sguardo sull'uomo, riconoscendo in lui l'Insegnante di Volo di Hogwarts. Il fato era beffardo ed in quel momento sicuramente si stava divertendo alle sue spalle. Volo non era la sua materia preferita, l'aveva detestata dal primo giorno, e l'insegnante precedente non le aveva per niente ispirato fiducia, soprattutto quando se l'era ritrovato da Florian. E così sembrò che anche per il Signor White, il destino non avesse in serbo nulla di meglio. Non attese molto, l'uomo confermò le intenzioni della donna di andarsene da lì senza consumare. Che la Tassa accettasse o meno quella conferma, non era importante, il concetto l'aveva recepito perfettamente. «Buona giornata, signori.» Proferì cercando di non far trasparire quanto quel comportamento l'avesse infastidita. Le dispiaceva non aver portato a termine il servizio, ma non sarebbe stato quello "stupido Milkshake" a far andare il Florian in bancarotta. Abbassando il capo in segno di saluto, voltò loro le spalle, lasciando modo ad entrambi di spostarsi e liberare un posto per i prossimi clienti. Non amava essere tratta in quel modo, ma non era nelle sue corde implorare i clienti di ripensarci, magari con la possibilità di ricevere una serie fin troppo lunga di insulti. Non volevano ordinare? Bene, allora non avrebbero ordinato... semplice. Doveva tenere la sua poker-face perché il turno non sarebbe finito tanto presto e nemmeno l'affluenza del giorno sarebbe diminuita, ma sotto la maschera una piccola scheggia si era infiltrata, colpendo lì, dove nessuno avrebbe visto esserci già una crepa.



 
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view post Posted on 23/3/2017, 17:21
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Discutere dei termini di una scommessa la rendeva troppo pulita e a lei piaceva giocare sporco, fare qualche sotterfugio per raggiungere l’obbiettivo, dopotutto era sicura di uscirne vincitrice, anche perché nel passato erano stati pochi i maghi che avevano una conoscenza tale di incantesimi e maledizioni da metterla in soggezione. Se solo il fato fosse stato più amico della donna, probabilmente l’avrebbe avvertita del pericolo, del fatto di non sottovalutare il mago che aveva davanti, ma probabilmente non l’avrebbe comunque ascoltato.

-ne discuteremo poi…-

disse infine, per allungare lo sguardo sulla giovane che dopo le parole di Sirius, si limito a salutarl. Le parole di Rowena sembravano non averla scalfita forse fu anche per questo che si lascio andare in un sibilato

-patetico…-

diretto forse sia un po’ all’uomo che alla giovane, per poi annullare le distanze con Sirius e afferrare la sua mano. Diagon alley, i tavolini di Florian, il vociare dei presenti e la figura della garzona sparirono davanti ai suoi occhi, mentre Rowena, seguiva l’estraneo in un vortice che li porto su una spiaggia del Kent.
Quando arrivo, poggiando i piedi sui ciottoli ispirò profondamente, facendo due passi per distanziassi da lui: l’odore del mare le dava un senso di libertà e vigore e il fruscio delle onde che si infrangevano senza fretta sulla battigia, le donavano un senso di calma e tranquillità.

-anche a lei piace il mare…-

disse, sottolineando il fatto che per lei fosse lo stesso, chinandosi sulla spiaggia e afferrando nella mano un ciottolo che inizio a rigirarsi tra le mani, ponendo gli occhi nocciola su di esso

-devo dire che se vincerò io non saprò ancora che fare di lei, probabilmente la potrei invitare a cena o forse a casa mia per qualcosa di più intimo…-

disse, con tono di voce pacato, come se stesse discorrendo del tempo atmosferico

-ma discutere di cosa uno farebbe con l’altro trovo renda questa scommessa un po’ più noiosa non trova?-

borbotto con un sorriso laconico sulle labbra. Lanciò verso di lui la pietra che teneva in mano, era un lancio semplice e privo di forza bruta, come se fossero due bambini che si passavano la palla.

-possiamo però mettere una regola, facciamo che non possiamo superare incantesimi di quinta classe che ne dice? Insomma io non so niente di lei come lei non sa niente di me e non vorrei che presi dall’agonismo ci facessimo troppo male, dopotutto non posso mica portarmi a cena un moribondo no?-

disse infine con un sorriso.
 
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14 replies since 2/3/2017, 20:02   265 views
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