| Primule e asfodeli facevano capolino nelle aiuole pubbliche, gli alberi che fino a poco meno di un mese prima erano completamente spogli si preparavano a gettare le prime gemme, che timidamente si affacciavano a un sole incredibilmente caldo per la stagione. La stella del mattino sfoggiava i suoi raggi oltre i tetti in paglia e mattoni delle case di diagon alley e gli avventurieri della via, avevano dismesso i caldi mantelli invernali per cappe più fini e più colorate, eppure tra tutte loro, vi era una figura dai capelli corvini, le labbra contratte in una smorfia di fastidio, che con insistenza, continuava ad indossare la sua mantella nera. Era visibilmente provata dalla situazione, sbuffava e continuava con gesti di stizza a scostarsi i capelli dal viso e dalla nuca, raccogliendoli in improvvisati chignon che non reggevano nemmeno il tempo di dieci passi. -ouff che caldo…- si lamentava tra se e se, fermandosi sotto l’ombra rada di un albero ancora troppo spoglio per darle ristoro con il solo scopo di armeggiare con gli alamari del mantello per allentarli e fare entrare più aria sul petto e rinfrescare il collo. -un po’ meglio…- si disse, socchiudendo gli occhi, chinando il capo all’indietro in cerca di uno sbuffo di vento che la ristorasse. Eppure tutto questo non le bastava, aveva bisogno di sedersi da qualche parte e rinfrescarsi in qualche modo, così gli occhi nocciola si illuminarono quando vide la bottega di florian e incredibilmente, ancora un tavolino libero all’ombra del pergolato. Trotterello verso di esso, con passi veloci, guardandosi a destra e sinistra per poter fulminare qualcuno che tentasse di rubarle il posto, fu per questo che allungò con ferocia la mano sulla sedia metallica, trascinandola verso il fondoschiena e finalmente sedersi. -ahhhh.- si lasciò andare mollemente e con fare scomposto, incurante dei presenti che forse le potevano gettare occhiate curiose, per poi, dopo una manciata di interminabili secondi, raddrizzare il busto e finalmente liberarsi del mantello, che cade sullo schienale e con i lembi che ora toccavano il suolo, mostrando la veste lunga fino alle caviglie di colore verde e la bacchetta salda in una fondina attorno alla vita. Il marchio, nemmeno a dirlo, era sia incantato che coperto da un polsino in pelle, giusto per essere sicuri che non spuntasse dalla manica lunga della veste. Si stava maledicendo di essere stata così sprovveduta e dimentica di quanto bizzarro fosse il tempo Londinese, mentre con lo sguardo, osservava la fine della via, dove un muro, delimitava il suo mondo da quello dei babbani. Le aveva sempre dato fastidio il fatto che esistesse quel muro e che la maggior parte del mondo fosse in mano ai babbani, questo era uno dei tanti motivi che l’aveva spinta tra le file dell’oscuro e la ragione principale per cui non metteva piede a Diagon alley da molto tempo, infatti, nonostante non fosse una licantropa la loro puzza sembrava arrivare fino a li e la disgustava il fatto che dall’altra parte del muro si moltiplicavano come formichine dentro un bel nido grasso e florido, mentre loro, ancora dovevano nascondersi. Quest'idea, l'aveva oramai portata alla decisione di materializzarsi direttamente a Nocturn alley o davanti all’ingresso del negozio che l’interessava, per rendere quelle visite sempre più brevi, ma quel giorno, forse per il solo gusto di godere un po’ dei raggi di sole, aveva optato per una camminata. Scosse il capo, odiando il fatto di aver ascoltato le membra e non la mente, lasciando che lo sguardo che si era fatto corrucciato, si spostasse dal muro al menu del locale, che afferrò e nel quale immerse la testa, allontanando quei pensieri di omicidi di massa che per un nanosecondo le avevano sfiorato il cervello.
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