Emma Woodhouse |
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| Recententemente sono dovuta andare a Roma (e starci) per un periodo che supera la permanenza media di un turista. Il punto è che non si trattava di un viaggio di piacere e che mi sarei volentieri amputata anche un braccio pur di non andare e restare a casa mia. Ho passato giorni a cercare info, a leggere sul web quegli pseudo-articoli dallo stampo "Come non perdersi a Roma" o ancora "Come far passare il tempo velocemente", che Wikihow accompagnava solo. Avevo sentito parlare così male dei trasporti pubblici nella capitale che mi davo per spacciata, complice un pessimo senso dell'orientamento (SPOILER: infatti mi sono persa una quantità sproporzionata di volte). Ma io mi perdo anche a casa mia (e ci sono nata), figuriamoci resistere lì, senza conoscere anima viva. Fatto sta che appena sono arrivata a Fiumicino ho detto subito "Prendo il prossimo aereo per Venezia, io qui non ci resto neanche morta". La prima sera sono scoppiata a piangere come una dodicenne, pensando che città eterna un ciufolo, di eterno qui c'era solo la mia sfiga. Poi sono scesa a mangiarmi una carbonara e insomma, mi so' sentita un poco meglio.
Nonostante ci sia rimasta per un po', io Roma non la conosco proprio. E penso che l'unico modo per conoscerla davvero è esserci nato, o viverci fino a quando muori. Però qualcosina l'ho imparata: - È una città piena di gatti. E non sto scherzando. Tralasciamo il fatto che io sia animalofobica. - Per fare 10 km ci stai una vita, il traffico che ho trovato lì da nessun'altra parte. - La gente si ostina a chiamare gli autobus secondo una regola che non ha testa nè coda e che mi fa morire dal ridere. - Si mangia benissimo. Nel senso che io, se sento parlare di coda alla vaccinara, coratella, straccetti, sbavo ancora.
I romani meriterebbero un post a parte. Quelli che ho conosciuto io continuavamo a dire tre parole in romanesco e poi solo una in italiano e v'assicuro che capirlo non è così semplice quanto sembra (mezze piotte e mezzi sacchi, ma che?????). Poi hanno sempre e solo ragione loro. E Roma c'ha tutti i difetti del mondo, ma guai a toccaglierla. I primi giorni li trovavo odiosi, quando sono andata via quasi invidiavo la loro capacità comunicativa. E menzione d'onore al mio padrone di casa, che "'A Cla, vedrai che alla fine ti innamorerai di questa città". E aveva ragione.
Un posto più bello dello Zodiaco devo trovarlo. Per forza di cose io ci sono andata da sola, che quasi mi vergognavo, però mi sono ripromessa che se mai dovessi incontrare l'amore della mia vita, lo porterei lì, a bere una birra insieme.
Ho fatto un percorso un po' atipico. Tutt'ora preferivo non aver fatto quest'esperienza, ma nonostante tutto, quando stasera ho rivisto tutte le foto che ho scattato in quel periodo, la lacrimuccia mi è scesa. Che alla fine, così male non è stato.
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