Una questione di sangue

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view post Posted on 9/4/2017, 12:02
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Una questione di sangue - La facilità con cui ci si mette nei guai -
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Tra compiti e preparazione agli esami ogni tanto ci voleva davvero una bella pausa da tutta l’attività frenetica che si viveva all’interno del castello, proprio per questo motivo Violet sentiva il bisogno di prendersi una boccata d’aria. Era in sala grande e stava tranquillamente approfittando di una giornata senza lezioni per potersi portare avanti con la mole di lavoro ma le cose sembravano voler prendere una piega diversa. Proprio mentre stava girando una pagina del libro di storia della magia, al suo fianco, si materializzò letteralmente una delle sue concasate, pronta di tutto punto e con anche borsa e giacca e la fissava con insistenza. Era una giovane del suo stesso anno e la trovava molto simpatica, Cherry sembrava davvero la classica ochetta a prima vista, tutto trucco, profumi e vestiti eleganti, ma dentro al suo cervellino si nascondeva un vero computer e una curiosità davvero fuori dal normale, se c’era qualcosa di strano o qualcosa che agli insegnanti non era permesso insegnare lei lo voleva assolutamente sapere, non perché le piacesse andare in giro a mostrare le sue conoscenze ma perché non le piaceva ignorare determinati argomenti; con gli altri però si comportava in maniera del tutto contraria, spesso sembrava una ragazza con la testa vuota e con in mente solo cose frivole…diciamo che le piaceva vivere con leggerezza tutta la sua “sapienza”. Sotto certi punti di vista Violet si sentiva molto simile a lei e per questo le piaceva, avevano subito stretto amicizia anche se non tra le più profonde che la corvetta aveva incontrato in quella scuola, ma bella.
La giovane fissava la prefetta e, alla fine, fece spallucce.

«Dai V, smettila di studiare tanto sai tutto…perché non andiamo fare un giro ad Hogsmeade? Sai…c’è un giro un certo ragazzo oggi che avrei tanto voglia di incontrare…»


Esordì Cherry con gli occhi che si illuminavano. Violet non aveva molta voglia di abbandonare il castello proprio quando poteva concentrarsi sullo studio ma sapeva bene che la sua compagna non avrebbe mollato la presa tanto facilmente così, dopo averla fissata per un lungo istante, sorrise e annuì.

«Porto su i miei libri e prendo la giacca…vorrà dire che mi offrirai una burrobirra!»


***


Un’altra cosa che le piaceva motlo di Cherry era che non la guardava dall’alto in basso e non provava nei suoi confronti una sorta di reverenza per l’importanza dei Blackligh o per il fatto che lei fosse una schifosa mezzosangue in una famiglia di alto lignaggio…come avrebbe potuto dal momento che lei era proprio una nata babbana? In sua compagnia Violet si sentiva semplicemente una ragazza in compagnia della sua amica, nient’altro.
Le due erano quindi andate ad Hogsmeade che quel giorno sembrava piena di studenti dal momento che era giorno di vacanza e, senza battere ciglio, si diressero verso “I tre manici di scopa”, entrambe si attaccarono alle finestre per cercare di guardare dentro ed assicurarsi che ci fosse quel giovane che tanto piaceva a Cherry ma non si riusciva a vedere granchè perché il locale era pieno.

«Insomma, non possiamo entrare e basta?»


«Sei matta? E se poi non c’è? Dobbiamo assolutamente trovarlo ed incrociarlo per sbaglio così poi potrò chiedergli di fare un giro e potremmo passare un meraviglioso pomeriggio insieme…»


Cherry alzò al cielo il suo sguardo trasognante quando, alle loro spalle, sentirono un tono che non piaceva per niente a nessuna delle due e che sapevano bene a chi appartenesse. Davanti a loro si trovava un giovane Corvonero con due scagnozzi di Serpeverde: Bolton. Il giovane faceva parte di una casata molto antica e quando era arrivato ad Hogwarts tutti avevano pensato che sarebbe finito in Serpeverde con i suoi amichetti e invece se lo erano beccati proprio loro, era chiaro che le mele marce si potevano trovare ovunque. Lui era proprio il classico tipo che se ne andava in giro tutto tronfio per il fatto che avesse il sangue puro, che il suo albero genealogico era formato soltanto da maghi e boiate del genere…Violet non lo sopportava e nemmeno il suo alter ego.

«In questo locale hanno finalmente vietato l’ingresso agli schifosi mezzosangue come voi? Signorina Blacklight vai ancora in giro a fare finta di essere una strega altolocata? Quanta pena mi fa quella santa donna di tuta nonna a dover sopportare la puzza del tuo sangue…»


Violet stava già saltando su per rispondergli per le rime quando Cherry la bloccò per un braccio scuotendo lentamente la testa.

«No V, non ne vale la pena, lascialo perdere…»


Cherry non fece nemmeno in tempo a finire la frase quando il giovane si voltò verso di lei digrignando i denti schifato.

«Zitta figlia di babbani…tu non hai diritto di parlare davanti ad uno come me.»


Odioso, davvero odioso. Violet non potè più sopportarlo e lo fissò con odio puro dipinto negli occhi.

«Io sono Wilson, Violet Wilson, non ho niente da spartire con quelli come te e mia nonna. Senti un po’ fichetto da quattro soldi, ti credi tanto superiore a me? Allora andiamo, facciamo un duello come si deve e ti mostrerò quanto il nostro sangue sporco può farti il culo.»


"Cos’è questo linguaggio? Signorina, un po’ di contegn."


Urlò Lucy nella sua mente, udibile solo e saltanto dalla corvetta. In effetti Violet non era tipo da usare quel genere di linguaggio ma non riusciva a sopportare la gente come lui, la gente con cui aveva avuto a che fare da tutta una vita e dalla quale doveva difendersi dimostrando quanto conoscesse il mondo magico meglio di tutti loro…adesso intendeva dimostrargli che il sangue non aveva alcun significato davanti ad un incantesimo ben castato.
Tra le urla di Cherry e le risate dei due scagnozzi di Bolton, i due giovani presero a correre a tutta birra fino ad arrivare proprio nei pressi della stamberga strillante dove si fermarono, ai piedi dell’enorme edificio in decadenza ed estrassero le bacchette fissandosi per un lungo istante negli occhi.


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-GdrOff-

CITAZIONE
Scusa il ritardo ^^ l’esame di ieri mi ha distrutta! Ad ogni modo introduciti pure come vuoi e nel punto in cui vuoi ^^ noi siamo arrivati proprio nei pressi della stamberga, vicini all’entrata dell’edificio ^^ e siamo solo io e Bolton.

-GdrOn-
 
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Nickness
view post Posted on 9/4/2017, 15:29




Narrazione | *Pensieri* | «Dialoghi» | "Citazioni"

Le file di locali e negozi che costeggiavano la strada lastricata gli passavano di fianco come un nastro trasportatore, senza che Rowan li adocchiasse o gli lanciasse una benchè minima occhiata di interessamento. Trasognante, camminava strascicando gli stivali per terra e trascinandosi verso una meta sconosciuta. Era reduce da una notte insonne, il cui incubo era ormai diventato ricorrente: era come sperimentare di nuovo il coltello che gli perforava la schiena, che gli graffiava e dilaniava la carne, come se fosse una forbice che tagliava un sottile velo cartaceo. Il dolore cominciava ad irradiarsi per tutto il corpo, riportando alla memoria la sensazione di puro dolore, di ingiustizia e umiliazione che aveva subito. Lacrime amare scorrevano dai suoi occhi quando si risvegliava dal tormentato sonno per non aver potuto ribellarsi, fare qualcosa per impedire un simile trattamento. Il marchio non era nient'altro che un simbolo: una maledizione che si insinuava nei suoi pensieri, come a ricordargli che il passato non fosse mai del tutto archiviato e che potesse sempre tornare a chiedere il conto. Ma non era il momento di rinvangare ricordi passati: non lo era mai per Rowan. Una folata di vento attraversò la via, come a voler scacciare i cattivi pensieri e trascinando con sè urla e grida giovanili. Il giovane sbattè le palpebre, mentre si precipitava dalla parte opposta del vento, con i capelli e il cappotto slacciato che si agitavano per il vento. Svoltò un angolo e vide due figure nere, che si confondevano tra le persone, sfrecciare a tutta velocità e dileguarsi dietro una via. Qualche metro prima una ragazza, da cui provenivano i lamenti, stava ritta sul posto con lo sguardo perso nella direzione in cui erano fuggite le due figure. A Rowan bastò un'occhiata per capire che avrebbe dovuto correre all'inseguimento. Non sapeva cosa fosse successo, ma gli occhi della ragazzina erano abbastanza esplicativi: imploravano aiuto. In men che non si dica, dunque, si ritrovò alla rincorsa dei due ragazzi, tra le intricate vie di Hogsmeade. L'aria pungente lo colpiva in pieno viso, come ad intimargli di muoversi, mentre gli occhi si seccavano e si riempivano di lacrime. Non fece in tempo a sfregarsi gli occhi con il braccio che si ritrovò sulla strada per la Stamberga strillante. *Eh? Proprio qua dovevano venire?* Il rumore di scalpiccii decisi non lasciò scampo ad altri dubbi: le figure che aveva a malapena visto prima stavano correndo proprio su quel sentiero. Si decise a muoversi ed imboccò la via che conduceva alla casa più infestata di sempre. Si maledisse per aver deciso di giocare alla parte dell'eroe. Non lo era mai stato d'altronde. Ovvio, rispettava i decreti e le leggi magiche, ma non aveva mai anelato a diventare un Auror o un difensore della pace. Lui era una vittima dell'ideologia purosangue, non certo il salvatore della situazione. *Che ci vorrà mai a lanciare qualche incantesimo offensivo? Non deve essere così difficile, dai.*Si convinse. Non appena raggiunse a passi veloci l'abitazione riconobbe subito due ragazzini che - a giudicare dagli abiti - erano di Hogwarts. La vista di tale evento non potè che far riafforare alla memoria i tempi in cui il giovane ingaggiava lotte magiche con chiunque lo prendesse in giro per il suo sangue. E se fosse la stessa situazione? I due ragazzi, probabilmente sui tredici anni, si lanciavano degli sguardi provocatori che lasciavano trapelare tutta l'ira che provavano nei confronti dell'altro, nonchè parole che dei ragazzini non avrebbero dovuto conoscere. A Rowan non fu difficile comprendere la situazione ed intervenne prontamente. «Che cosa abbiamo qua? Due ragazzini che si vogliono sfidare?». L'espressione di Rowan da che turbata che fosse, mutò in un sorriso sardonico. «Che cosa succede?» domandò con tono divertito, per nulla perentorio, ma che lasciava intendere il suo interessamento. Non sapeva ancora il motivo dello scontro, per fortuna, altrimenti sarebbe presto intervenuto contro il ragazzo con ben altri metodi che semplici parole.
 
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view post Posted on 10/4/2017, 11:42
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Una questione di sangue - BabbaWilson -
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I primi colpi stavano per partire, Violet e Bolton erano pronti, quando, improvvisamente, una voce sembrò quasi fermarli. Era un uomo, adulto e, probabilmente, un mago oppure un magonò…comunque qualcuno molto vicino al mondo della magia, era difficile trovare babbani ignari in un posto come Hogsmeade. La giovane Corvonero fissò per un lungo istante quel giovanotto dai capelli scuri e quasi abbassò la bacchetta senza nemmeno ricordarsi dove si trovava e cosa stesse facendo.

”Sono loro? Sono venuti a prenderci?”


"Non credo…io non sento niente."


Nessuno però avrebbe potuto vedere le labbra di Violet schiudersi perché lei e il suo alter ego parlavano mentalmente, parlavano toccandosi con le loro anime.

«Questo ragazzino vuole sentire cosa si prova essere sconfitto da un mezzosangue.»


<blockquote>Digrignò i denti la Corvonero minacciando nuovamente il suo avversario con la propria bacchetta, indicandolo ripetutamente con la punta.

«Sono più grande di te babbaWilson, porta un pochino di rispetto…»


Ribattè Bolton fissando entrambi, prima la sua concasata e poi il giovane che li aveva interrotti, voleva forse capire da che parte stesse? Se la pensasse come lui o meno? Probabile, per un giovanotto come Bolton avere manforte sarebbe stato utile ma Violet? A lei sinceramente non gliene fregava niente, per quanto fosse convinta di poter battere il fagiolo che aveva davanti sicuramente non si sentiva così poco umile da ritenere di poter battere un mago adulto…era però brava a trovare vie di fuga come aveva dimostrato più di una volta.


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Nickness
view post Posted on 12/4/2017, 18:41




Narrazione | *Pensieri* | «Dialoghi» | "Citazioni"

Gli sguardi che entrambi i ragazzi si scambiavano, le loro posizioni con la bacchetta sguainata non lasciavano spazio a fraintendimenti: presto si sarebbe verificato uno scontro a suon di magia. Le parole della ragazza non poterono che confermare l'ipotesi che Rowan aveva elaborato. «Così ora anche i mezzosangue sono presi di mira?» Da che si ricordasse i mezzonsangue erano i bulli e non i bullizzati. Considerato che anche tu-sai-chi fosse mezzonsague che senso aveva prendere di mira anche i figli di maghi e babbani? Non che il bullismo contro i nati babbani fosse giusto - anzi, a breve il ragazzino si sarebbe preso una bella strigliata o qualcos'altro -, ma quello contro i mezzosangue andava contro ogni logica. *Le nuove generazioni mi stupiscono sempre*. Pensò il mago, mentre si avvicinava al duo. «In ogni caso, il duello termina qui» - sentenziò Rowan, puntando uno sguardo gelido contro il ragazzo che probabilmente aveva istigato Violet. Rowan era deciso per infilare la mano nella tasca del giubbotto per afferrare le bacchetta e lanciare un bell'incantesimo contro Bolton, ma realizzò all'ultimo che scontrarsi con un bambinetto di più o meno 12 anni non facesse molto bene alla sua reputazione. Era ovvio che uno studente dei primi anni di corsi ad Hogwarts non poteva certo competere con un adulto che aveva conseguito perlopiù dei M.A.G.O.: sarebbe stato come rubare una cioccorana ad un marmocchio e, no, non era affatto il caso di fare a suo volta il bulletto. Sbuffò e distese di nuovo le mani contro i fianchi. «Per stavolta puoi andare» - cominciò Rowan, incrociando le braccia al petto, con un tono che aveva tutta l'aria di essere una critica, quanto un ordine - «Ma la prossima volta che prenderai di mira un tuo compagno solo per questi futili motivi, non ci andrò così leggero. Mi hai capito, sbruffoncello purosangue?» Accompagnando con la mano un gesto tanto esplicativo, Rowan mimò con la bocca la parola "Sciò". Si sarebbe aspettato che Bolton sparisse dalla sua vista con la rapidità con la quale era apparso.
 
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view post Posted on 20/4/2017, 18:04
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Una questione di sangue - La risposta del silenzio -
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Piuttosto sleale una sfida due contro uno ma in fondo erano metodi che spesso Bolton aveva messo in atto con i suoi compagni di disavventure. Per un attimo il giovane guardò entrambi prima di digrignare i denti e ridacchiare con aria cattiva.

«BabbaWilson chissà come sarà contento il caposcuola quando dirò a mio padre cos’è successo…un povero studente minacciato da un prefetto e da uno sconosciuto…è proprio da te farti aiutare dai primi che passano…»


Ridacchiò ancora voltandosi e, improvvisamente, mettendosi a correre verso l’entrata della stamberga. Velocemente, fin troppo velocemente per poter essere fermato da un incantesimo, la stessa Violet non aveva fatto nemmeno in tempo a puntare la bacchetta prima di vederlo sparire all’interno.

«Bolton…fermati…non ci puoi andare lì…»


Urlò correndogli dietro per cercare di recuperarlo e finendo anche lei dentro l’edificio.

"Hai visto come sono brava? Non è uno di loro quello sconosciuto…"


”Bravissima Lù…ma in questo momento sarebbe l’ultimo dei miei pensieri, dobbiamo portare quel povero cretino in pasto a Daddy…lui saprà cosa farsene, dubito che veda di buon occhio che se la prenda con gente del secondo anno a caso.”


Per lei era soprattutto una questione di orgoglio, non le piaceva che nella casata ci fossero simili prese di mira e, soprattutto, non le piaceva il fatto che fosse invidioso della mente della sua giovane amica, Cherry era intelligente, dotata e curiosa, non riusciva a capire perché, dopo tutto quel tempo, la questione del sangue fosse ancora così importante.
Quando si ritrovò dentro alzò appena la bacchetta davanti al suo naso, c’era abbastanza luce per vedere dove si mettevano i piedi ma era comunque molto fioca e un attacco improvviso da parte di quel giovane poteva arrivare da qualsiasi parte. Sapeva bene che ce l’aveva con lei solo perché gli aveva soffiato il distintivo di prefetto e il posto nella squadra di Quidditch.

«Maledizione Bolton, dove ti sei cacciato?»


Urlò sentendo appena la sua voce rieccheggiare in quelle stanze vuote ma non avendo niente in risposta, solo silenzio.


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4 replies since 9/4/2017, 12:02   105 views
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