Erano trascorsi molti mesi dal loro primissimo incontro, tanti quanto sufficienti a far pensare a Ama che Memory se ne fosse dimenticata. Che ne era stato di lui ? Del dono che le aveva fatto? Non l’aveva più vista, le lezioni erano trascorse nella solita routine del castello, alcuna novità, alcun indizio era giunto a lasciar supporre il ritorno ai progetti concepiti in quella strana notte. Dopotutto non erano frequenti i maghi in grado di accettare le numerose potenzialità dell’arte di far pozioni. Il biofilm era in effetti una novità che poteva appariva tale a pochi eletti, forse a Memory non interessava. Sembrava che tutto fosse finito nel dimenticatoio. Strano, stranissimo secondo alcuni punti vista, ragionevole oltre che lecito secondo altri ma probabilmente si stava arrovellando il cervello per niente. Che cosa gliene importava quando a ben ponderare l’aver ceduto la propria conoscenza del biofilm era vana senza la pentola del caro Perkin? Fintanto che avesse conservato il privilegio di poter preparazione infusi e distillati la sua vita sarebbe trascorsa tranquilla e senza rammarichi. Quanto all’incontro di quella notte in lui restava solo la tristezza di una conoscenza sprecata, un talento non tramandato alla futura generazioni di maghi. Ma se da un lato il loro incontro era rimasto per Ama l’imprevisto di una serata, dall’altro aveva in realtà suscitato nella mente della piccola tassorosso il più vivo degli interessi. Ella aveva progettato il piano più accurato, atteso con pazienza che i primi giorni di luglio di luglio giungessero maturi nel proposito di risolvere una questione in sospeso. Din sù la torre di un castello che poteva credersi abbandonato, l’infrangersi di un guscio giunse a orecchie note rinfrancando l’animo sopito del pozionista di Hogwarts. No. Memory non si era affatto dimenticata di lui. Con il mantello cinese a occultare la proprietaria in quell’angolino appartato della via principale, la magia del biofilm s’attivava ancora una volta. Rapida, efficace. Il più grande desiderio di Memory stava nel trovare la pentola. Il confetto di pozione l’avrebbe accontentata. Sarebbe stato allora come un istinto a spingere la studentessa a spogliarsi del mantello e a tornare lungo la via principale. Qualcuno o qualcosa le suggeriva non fosse il momento adatto. Per trovare ciò che voleva trovare doveva esplorare, chiedere. Quel giovanotto che indugiava dinanzi alla vetrina di Ars Arcana poteva forse aiutarla?
Inizia qui la tua avventura. Come sempre, per qualunque dubbio o richiesta di chiarimento resto a disposizione. Buon divertimento!
Non appena il guscio della capsula si infranse spandendone il contenuto nell’epidermide, la delusione di Memory, l’insicurezza e la sfiducia la assalirono. Che cosa mai era andato storto? Perché si trovava ancora a Diagon Alley e non in presenza del famoso Perkin nella via più malfamata della Londra Magica? Era forse stata ingannata da Ama che, furbo, s’era preso allegramente gioco di lei? La delusione e lo sconcerto erano ragionevoli in un primo momento ma la verità era una sola: Memory correva un po’ troppo. In effetti Ama non le aveva chiarito l’effetto della sua pozioncina, in alcun momento lei aveva prospettato la possibilità di uno spostamento tanto repentino da condurla a Nocturn Alley senza sforzo alcuno. Raggiungere il contrabbandiere non era mai stata una questione di meriti ma di semplice desiderio. Spesso il primo passo per riuscire in una impresa era crederci. Non lo aveva forse appreso da Ama in quella insolita serata passata tra calderoni e intrugli magici? Nessun mezzo di fortuna, alcuna magia o pozione miracolosa, l’avrebbe condotta alla sua meta se non avesse prima accettato le sue capacità e i propri meriti. Essere scelta da Senks Ama era un privilegio destinato a divenire vano se la studentessa non avesse iniziato a lavorare sodo su se stessa ma avrebbe avuto modo di capirlo a tempo debito giacché anche se parzialmente la pozione di Ama aveva iniziato a lavorare per lei. Era l’istinto o forse un principio di pazzia a spingere la giovane a disfarsi del mantello cinese che l’aveva poc’anzi occultata? La sconfitta o la perdita di interesse a spingerla a preoccuparsi di un ragazzo invece che della tanto desiderata pentola di Perkin? L’estate, si sa, era sempre stata la stagione degli amori, l’avvenenza del ragazzo dinanzi alla vetrina era evidente, ma ne valeva davvero la pena? Lo fissava, si fissarono vicendevolmente attraverso la vetrina, l’immagine interrotta solo dal via vai generale lungo la via. Qualcosa stava accadendo ma capire donde e perché avvenisse non era affatto facile da capire. Dal canto suo in effetti Memory sapeva solo di non poter staccarsi da lui. Importunarlo, studiarlo, sembrava essere divenuta l’unica ragione di quella sua fuga. << Cosa hai da guardare? Non ti hanno insegnato che è scortese stare a fissare la gente? >> Bello e s*****. Un classico. Neanche il mondo magico sembrava immune ad alcuni stereotipi. Apparentemente poteva sembrare strano a capire ma in quella domanda stava tutto il senso di un destino che aveva appena iniziato a dipanarsi. Quali erano davvero i più reconditi desideri di Memory? Che cosa voleva? A cosa avrebbe rinunciato per raggiungere i suoi propositi? L’avventura era ai suoi inizi. Non restava altro che iniziare a dipanare ogni suo dubbio.
Per quelli che sembrarono interminabili seppur brevissimi attimi lo sguardo dei due giovani indugiò l’uno sull’altro come nel tentativo di studiarsi. Era strano definire il come e il perché di un atteggiamento che stando ai canoni comportamenti di Memory poteva apparire come aberrante ma una singolare sensazione, una sorte di voce interiore le sembrava sussurrarle di farlo. I segreti che si celavano dietro i miracoli di Ama non erano poi così tanto facili da svelare. << Io? >> Era assurdo per quel giovane sentirsi rigirare la propria domanda a quel modo. Sfrontato quale era, non era affatto abituato ai confronti alla pari. La maggior parte delle persone con le quali aveva a che fare semplicemente chinavano il capo e incassavano il colpo senza reagire. Probabilmente le sue speranza risiedevano nel fatto che un rossore spontaneo accompagnato da naturale imbarazzo avrebbe spinto la giovane a tornare su i propri propositi. Era una ragazza dopotutto no? << In verità sei stata tu ad iniziare. Io me ne stavo qui per i fatti miei a studiare la vetrina di questo negozio quando mi sono accorto di essere fissato. Ti sembro forse bello? >> Iniziava come un gioco ma la reazione di Memory aveva suscitato in lui un interesse ben più vivo di quello di una anonima vetrina. Se anche ci fosse stato qualche precedente interesse oltre il vetro di ars arcana dinanzi alla prospettiva di una fanciulla interessante qualunque oggetto magico avrebbe potuto solo accompagnare. << Mi fai quasi sentire in diritto di invitarti a passeggiare in mia compagnia. Sai, conosco queste strade come le mie tasche. Che ne dici? >> La proposta cadeva stranamente a fagiolo. Quali singolarità sapeva talora generare le trame del fato! Sembrava come una promessa, un offerta di pace, probabilmente una occasione che non si sarebbe ripresentata. C’era forse qualche possibilità che quel giovane conoscesse la via dove si celava la bancarella di Perkin? Che la risposta fosse negativa o affermativa non era dato sapersi ma in entrambi i casi sarebbero stato sufficiente chiedere.
il gioco di sguardi tra i due giovani continuò imperterrito nei secondi che seguirono. Non si conoscevano eppure si punzecchiavano come amici di vecchia data, quasi rivelando un lato del carattere, quello di Memory, che nemmeno lei aveva ancora capito di possedere. C’era del magico, certo, in tutte quelle coincidenze ma attribuirle agli effetti della pozione di Ama era un tantino azzardato. Memory desiderava davvero trovare la pentola e per essa sembrava pronta a gettarsi anche nelle più insolite delle avventure. << Sono Richard, a proposito...>> In circostanze diverse la reazione divertita della fanciulla lo avrebbe offeso ma sentirsi piccato in qualche modo aveva contribuito ad attizzare il suo interesse per lei. Non era forse dal caso che nascevano le migliori esperienze della vita? << e sarò la tua guida per oggi. Non te ne pentirai. Anzi se hai qualche desiderio da appagare non hai che da chiedere. Desiderare ardentemente qualcosa è solo il primo passo per ottenerla ma bando alla ciance, meglio se andiamo. Ho tanto da farti vedere! >> e facendole segno di seguirlo si sarebbe staccato dalla vetrina iniziando a muovere i primi passi lungo la via principale di Diagon Alley. Se Memory gli fosse andato dietro avrebbero percorso parte della strada principale costeggiando le maggiori attività della Londra magica. Richard gliene indicava ora questa ora quella perdendosi in brevi racconti su alcune deviando invece l’interesse da altre. Dopotutto finanche il mago più ottuso era a conoscenza di quelle attività che fornivano materiale scolastico a tutti i primini dell’hinterland. << E questa è la banca dei maghi…la Gringott. Poco più avanti si trova la gelateria più famosa di tutta Londra. Che ne dici se ti offre un gelato? >> L’invito le sarebbe apparso assai succulento sopratutto considerata la stagione calda in cui si trovavano ma guardandosi intorno la giovane Mempry avrebbe potuto individuare un vicoletto piuttosto stretto, proprio di fronte alla banca, tra le due file di negozi adiacenti. << Quella è Nocturn Alley. A parte Sinister e le bancherelle di qualche contrabbandiere non c’è altro che possa interessante una giovane nonchè bella ragazza quale sei tu. >> Ma rivolgendo nuovamente l’attenzione lungo la via Richard sarebbe tornato sull’argomento gelato. << Dunque cosa stavo dicendo? Ecco. Florian e i suoi gelati. Che facciamo? Ci andiamo? >>
Il giovanotto si muoveva tra i vicoli di Diagon Alley con la sicurezza di Teseo nel labirinto del Minotauro, forte del filo di Arianna. Aveva il passo veloce, pur non correndo, e Memory avrebbe dovuto prestare attenzione onde non perderlo nella calca di gente che riempiva la via, ciascuna presa dai suoi impegni. Alcuni avevano le braccia già cariche di acquisti, altri dovevano ancora spendere i propri soldi.
Giunti davanti al Fortebraccio Richard quasi si spiaccicò contro il vetro, le mani che lasciarono due segni sudaticci contro la superficie. “Lampone!” esclamò, indicando una torta in bella vista, bianca e rossa. “è il mio frutto preferito” aggiunse rivolto a Memory a mo’ di spiegazione. Comprensibile allora la sua espressione delusa quando la ragazza parve esitare nell’entrare nella gelateria. Al contrario rimase ferma sulla soglia. Non sembrava nemmeno prestargli attenzione. “Ehi, terra chiama Memory” disse Richard in tono scherzoso. Più che ai gelati Memory sembrava interessata alla via semi nascosta che rappresentava il passaggio a Nocturn Alley. “D’accordo!” disse in tono sicuro – ormai conosceva la viuzza come le sue tasche – “ma in cambio mi dovrai comprare una fetta di torta!” esclamò, come se l’idea del premio gli fosse venuta lì sul momento.
“Rilassati!” Così il ragazzo rassicurò Memory, che non pareva ancora convinta della sua buona fede e la cosa lo offendeva particolarmente, sissignore. “Ho detto che ti ci avrei portato. E ti ci porterò, ora, subito, subitissimo. Più veloce che con la Smaterializzazione!” andò avanti con la sua parlantina entusiasta. Poi senza preavviso afferrò il polso della ragazza, senza farle male però, e si mise a camminare di buona lena, tirandosela dietro. Zigzagarono tra i vari passanti carichi dei loro acquisti e impegnati ciascuno nei propri affari. Ma mano che si allontanavano da Fortebraccio la strada si faceva più stretta e meno affollata. Anche la temperatura parve calare, così come mutarono gli odori. Nonostante non fossero ancora proprio a Nocturn Alley, già i familiari profumi dei dolci di Florian o dei libri del Ghirigoro venivano confusi e coperti da altri, meno piacevoli e più misteriosi. Odore di pericolo. Di cose segrete, cattive, morte. Fango e capelli unti e pelle incartapecorita da secoli. "Stammi vicino, non perdere il passo” il ragazzo si voltò ad avvisare Memory. Ma per il momento non aveva ancora lasciato andare la sua mano.
Per sfortuna di Memory, Richard la colse in fallo, ma per suo beneficio non parve prendersela a male. Le labbra si curvarono in un ghigno, magari con una scintilla di cattiveria in eccesso. Dopotutto Nocturn Alley non era il posto più indicato in cui mettersi a fare le boccacce. Non fosse mai che qualcun altro la vedesse e prendesse il gesto come un’offesa personale. Per sua esperienza Richard sapeva bene quanto le persone in quella via potessero essere permalose e veloci a saltare alle conclusioni. Per lo più conclusioni sbagliate.
"Sei proprio buffa, sai!”disse comunque a Memory, gli angoli della bocca ancora sollevati. Memory gli stava simpatica, gli sembrava una ragazza abbastanza sveglia da stargli dietro, ma allo stesso tempo il fatto che non conoscesse quei luoghi gli dava qualche margine di manovra. Non che avesse intenzione di venire meno alla parola data. Cielo! Era un uomo d’onore lui. Tuttavia c’erano un paio di commissioni che doveva portare a termine – quel talismano presso la bancarella della strega guercia aspettava solo di essere sgraffignato.
Stava ancora riflettendo su cosa avrebbe fatto col talismano una volta nelle sue mani, anzi cosa avrebbe fatto con i soldi della vendita del talismano al doppio del prezzo originale, quando un uomo con un brutto sfregio in faccia gli si piazzò davanti. Richard inchiodò sul posto.