Patronus, Arruolamento ES

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view post Posted on 20/5/2017, 11:42
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Il Fato

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tom5j1c

Hogwarts scintillava nel suo mantello trapunto di torce, bagliori e un vasto silenzio. Da lontano, in ogni punto del castello, qualche rumore solitario attirava ancora l'attenzione degli abitanti della Scuola; un colpo secco, un borbottio sommesso, un cicaleccio basso e incessante da parte delle figure vivaci dei quadri incantati, un gorgoglio di Pozioni già pronte per l'indomani, qualche formula appena pronunciata per sistemare il necessario dei corsi di più di un docente e tanto, tanto altro ancora. Alla luce del caldo sole, la dimora magica si sarebbe riempita di suoni molto più forti e squillanti, ma la notte era calata da un pezzo e tra i corridoi neanche l'orma dei Fantasmi era più visibile. Che fossero tornati ai rispettivi angoli di riposo eterno? Probabile. Gli studenti erano nei propri dormitori, chi in cima, sempre più in alto, verso le due Torri maggiori; chi in basso, nei Sotterranei, in attesa di un nuovo giorno. Come da regolamento, il coprifuoco vietava agli alunni di Hogwarts di gironzolare senza palese motivo nel bel mezzo della notte: episodi spiacevoli, in passato, avevano spinto Preside e Docenti a porre maggiore controllo in quel caso e da tempo, ormai, non si scorgeva nessun avventuriero nei dintorni. Un incontro ravvicinato con il proprio Caposcuola - o peggio ancora con qualcuno non appartenente alla propria Casata - non favoriva idee del genere, senza considerare che la stanchezza a fine giornata scolastica si trasformava in un unico e agognato invito a gettarsi a capofitto sotto le morbide lenzuola di un letto ristoratore. Anche alle undici di sera, qualcuno tuttavia era sveglio per portare a termine compiti, saggi e ricerche per l'indomani. Quel ritardo risultava essere giustificato, poiché preciso contrasto verso punizioni o sottrazioni punti da parte di insegnanti severi. Per fortuna, però, le Sale Comuni erano luoghi perfetti, migliori tra tutti, per guadagnare pace, tranquillità e sicurezza senza troppi problemi. Stesso discorso non poteva essere fatto per il Quinto Piano del castello.

Non un'anima - viva o morta che fosse stata - avrebbe dovuto gironzolare in solitudine, a quell'ora, tra i corridoi di Hogwarts. Un Caposcuola era stato spedito ai piani superiori, altri Prefetti ai piani inferiori: il personale scolastico era stato mobilitato, come ogni notte, alla supervisione della Scuola nel più attento dei modi. La Preside non avrebbe permesso altre negligenze, non dopo quanto accaduto nell'ultimo periodo. Hogwarts era e doveva restare sempre sicura: in mancanza di quella certezza tanto sperata da genitori e famiglie, le fondamenta stesse della dimora di numerosi alunni sarebbero state distrutte in un attimo fugace. Eppure, al principio di una svolta che conduceva alle scale verso i piani sottostanti, un bagliore improvviso chiamò a sé, in quella direzione, lo sguardo di un Prefetto della Casata di Godric Grifondoro. Fred era di ronda quella notte, il quinto piano era nelle sue mani. A breve sarebbe tornato in Sala Comune, concedendosi a sua volta un meritato riposo. Non era ancora giunto il momento, però, e qualcosa di misterioso si erse nel suo presente in un repentino bagliore. Una luce fioca, un accenno argenteo. Proveniva dalle scale, il gradino più basso delle stesse. Occorreva scendere? Di notte, al buio, solo le torce di quel piano potevano offrire una parziale visione. Ma le ombre erano in agguato e si formavano a loro vota, risvegliandosi da un antico torpore. Un bagliore: riflesso della luna, delle stelle? Non c'erano finestre nelle vicinanze. Un attimo dopo la luce sparì, voltando verso destra sempre sulla rampa di gradini inferiori.
Posta le tue statistiche e il tuo inventario attivo, plausibile con l'ambientazione in questione. Siamo di notte, il coprifuoco è scattato (sono le undici di sera), siamo al V Piano e tu sei impegnato in una ronda da Prefetto (quindi la tua presenza è giustificata). Buona fortuna!
 
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view post Posted on 21/5/2017, 22:51
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Un'altra giornata era finita, passata tra lezioni, compiti, allenamenti e chiacchiere varie in Sala Comune, ed era finalmente giunta la sera accompagnata come al solito dalla celestiale figura della Luna e delle stelle. Ma se per un giovane mago, o giovane strega, qualsiasi era giunto il momento di andare a letto per Fred Zoungla, Prefetto di Grifondoro, iniziava una nuova ronda notturna, in compagnia dei ritratti dormienti, delle fiaccole accese e del silenzio. Quel giorno avrebbe dovuto dare un occhiata al quinto piano e assicurarsi che non ci fosse nessun studente ancora in piedi. Quindi, non appena fu scattato il Coprifuoco, il Grifodoro uscì dalla sua amata Sala Comune, salutò velocemente il ritratto della Signora Grassa e si diresse al Quinto Piano. Addosso aveva una felpa verde acqua che lo proteggeva dal clima freddo di cui si vestiva la notte, il pantalone del pigiama a tema scozzese e un paio di adidas bianche che impedivano ai suoi piedi di aver un contatto diretto col suolo. Il Quinto Piano, come il resto del castello a quell'ora, era illuminato solo dalla fievole luce emanata dalle varie torce, ma per fortuna era abbastanza da permettergli una vista decente. Solitamente decideva di farsi aiutare dal Lumos, ma quel piano era leggermente più illuminato di altri quindi non ne sentì il bisogno e cominciò la sua ronda mettendo le mani nell'unica tasca centrale della felpa, stringendo leggermente la bacchetta nella mano sinistra, quella dominante. Con sé, oltre al legnetto di Frassino, portava anche il ciondolo di sua madre al collo e l'anello con rubino al terzo dito della mano sinistra. Aveva invece lasciato i due bracciali che solitamente portava ai polsi sul comodino del letto e ora sentiva i due arti più leggeri, più esposti e più vulnerabili. La ronda cominciò nel migliore dei modi e Fred era sicuro che non avrebbe trovato nessuno studente gironzolare per il castello quel giorno, come succedeva sempre negli ultimi periodi. La Preside ne sarebbe stata sicuramente felice. Negli ultimi periodi aveva infatti incrementato il numero di ronde notturne, assicurandosi che tutto il personale scolastico eseguisse quel lavoro nel migliore dei modi ed era da un bel po' che Fred, e molti altri supervisori notturni, non vedeva un alunno infrangere il rigido Coprifuoco. Mentre camminava la sua mente cominciò a viaggiare, probabilmente per cercare di non pensare al silenzio e alla solitudine che regnavano in quel punto del castello. Il Prefetto cominciò quindi a pensare ai pomeriggi sul divano di casa sua, insieme a sua madre, a suo padre, a suo fratello e a tanti cartoni animati. Esser cresciuto con un padre babbano lo aveva portato a conoscere molte cose, cose che purtroppo non poteva più avere lì ad Hogwarts. Ogni tanto sentiva la nostalgia di certe cose, ma era il prezzo da pagare per poter vivere in quella meravigliosa Scuola. Proprio mentre quei pensieri animavano la sua testa l'attenzione di Fred fu catturata da qualcosa, qualcosa di estremamente incantevole. Era appena giunto ad una svolta che conduceva alle scale che conducevano a loro volta ai piani inferiori quando le sue iridi furono catturate da un bagliore lucente. Il bagliore si trovava in fondo alla scalinata che si divideva poi in due formando un bivio e non diede nemmeno il tempo al Grifo di contemplarla che sparì dalla sua vista svoltando adestra. Cos'era? Non poteva assolutamente essere un riflesso degli astri celesti poiché non vi era alcuna finestra in quella parte del castello. Fred non aveva mai visto una luce tanto attraente o affascinante e la sua curiosità fu subito messa alla prova. Il suo turno era quasi finito e ci significava che se ne sarebbe potuto tornare a letto per esplorare il mondo dei sogni, ma ancor prima di prendere una decisione sapeva che ciò non sarebbe accaduto, non ancora almeno. Scese velocemente le scale e una volta giunto al bivio svoltò a destra e si fermò per individuare nuovamente il guizzo argenteo, pronto a scendere i prossimi gradini qualora ce ne fosse stato bisogno. Una parte di sé era consapevole che quel bagliore poteva essere il frutto di una qualche magia e se era veramente così allora qualcuno doveva averlo evocato e quel qualcuno non doveva esser poi molto lontano. Proprio per questo quando si aveva tolto le mani dalla tasca per percorrere le scalinate aveva fuoriuscito anche la bacchetta che ora era stretta nella mano destra. Fred era sicuramente una persona che non sapeva resistere alla curiosità, ma ciò non voleva dire che fosse imprudente o sciocco, anzi la sua curiosità lo obbligava ad esser sempre attento a ciò che decideva di fare per essa.


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♢ Statistiche:
PS: 155/155
PC: 70/70
PM: 80/80
EXP: 12
♢ Inventario Attivo:
Bacchetta: Legno di Frassino, Piuma di Ippogrifo, 8 pollici e mezzo, elastica.
Ciondolo: un ciondolo a forma della stella di David con un ovale infuocato al centro, uguale alla cicatrice che ha sul polso sinistro. Legato alla sua Abbilità Innata.
Anello con Rubino: L'Anello è incantato affinché, indossato, possa illuminarsi quando si prova una forte emozione, di qualsiasi genere essa sia.
 
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view post Posted on 22/5/2017, 11:03
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tom5j1c

E così il bagliore aveva attirato l'attenzione del Prefetto. Di cosa si trattava e dove fosse effettivamente fuggito, tuttavia, restavano per il momento un frizzante mistero. In assenza di finestre, circolari o rettangolari che fossero come nei piani inferiori, le supposizioni aumentavano di netto al pari delle stesse domande. Era stata una luce per davvero? Oppure un riflesso di un'armatura, che di tanto in tanto pullulavano i corridoi con clangori metallici dovuti al loro placido stiracchiarsi? E se fosse stata quella rappresentazione di calici e coppe d'argento in un dipinto laterale? O ancora, qualche strano gioco luminoso delle poche torce accese a tarda notte? Troppi quesiti, nessuna verità, non ancora perlomeno. Il bagliore tornò a stagliarsi sulle retine del giovane Grifondoro, dopo che quest'ultimo si ritrovò a percorrere verso il basso gli ultimi stretti gradini della scala sulla quale si era gettato apparentemente a capofitto. Sete di curiosità oppure diligenza assoluta? Agiva per dovere, per il ruolo da Prefetto che aveva guadagnato con costanza e dedizione, o al contrario era spronato da uno stato emotivo del tutto personale? Non era facile dirlo né sarebbe stato utile, a conti fatti. Procedendo verso destra, altri gradini di legno attendevano di essere superati rapidamente, passo dopo passo; quasi apparivano sinistri quei diversi scricchiolii che il percorso del ragazzo evocavano ad ogni istante, come se ad un tratto le scale si stessero risvegliando. Né sarebbe stata una follia o autentica eccezione, poiché era risaputo che alle scale - quelle di Hogwarts, in particolar modo - piacesse muoversi senza un ordine preciso. Fu con uno scatto secco, un movimento universale, dunque, che la rampa sulla quale si trovava l'aitante Zoungla si spostò lateralmente, spezzando l'ordine del bivio creatosi quella notte, lo stesso percorso di due rampe che descriveva la struttura delle scale di quel piano fino ad un attimo prima. Fred avrebbe facilmente perso l'equilibrio, se non avesse prontamente afferrato un qualsiasi corrimano di uno dei due lati. Continuando a muoversi, senza ancora stagliarsi in una nuova disposizione, le scale distrassero il ragazzo dal suo percorso. Di fronte, un'altra rampa era ferma, ma per arrivarci l'unica soluzione era un salto di tre metri, salendo dal parapetto. Sarebbe stato così folle da seguire quell'idea? Oppure esisteva una soluzione migliore, come aspettare che i gradini sotto i suoi piedi finalmente si bloccassero definitivamente? Nel frattempo, il bagliore tornò ad illuminare il buio sempre più fitto in assenza di torce: questa volta si trovava sulla stessa scala di fronte quella sulla quale si notava il Prefetto, la stessa che difficilmente sarebbe stata raggiunta con pazienza; quello strano scintillio somigliava ad una forma delineata, ma non fu abbastanza fisso né vivido poiché così come intravisto, nuovamente il fascio di luce sparì. L'inseguimento ripartiva o già era alla sua iniziale battuta d'arresto?
Fred Zoungla
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view post Posted on 28/5/2017, 10:35
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Per un attimo il Grifondoro fu quasi convinto di essersi immaginato quel bagliore che tanto lo aveva incuriosito. Forse la sua mente era così annoiata dai soliti pensieri che aveva decise di fargli immaginare qualcosa che lo facesse tornare sull'attenti. Eppure gli era sembrato così reale. Possibile che la stanchezza gli stesse giocando un brutto tiro? La risposta era no, perchè in un attimo le iridi verde smeraldo del Prefetto incontrarono nuovamente quel bagliore argenteo. Ne era stregato, quello sfolgorio di luce lo aveva praticamente catturato, era come se non potesse fare a meno di seguirlo. Inoltre c'era da considerare che se quel bagliore non era originato da una causa naturale allora qualcuno o qualcosa doveva averlo evocato in qualche modo e ciò poteva anche significare che uno studente non si trovasse nelle proprie stanze. Il Rosso-oro però non riuscì a proseguire il suo inseguimento poiché proprio quando decise di scendere la nuova rampa di scale questa cominciò a prender vita.*Alle scale piace cambiare* Quante volte aveva sentito quella frase e quante volte aveva assistito a quei cambiamenti improvvisi di percorso? E pensare che i primi giorni Fred aveva rischiato di far tardi praticamente a tutte le lezioni e tutto per colpa di quelle stupide scale che si muovevano come e quando ne avevano voglia. Il Grifo fu costretto ad aggrapparsi ad un dei due corrimani, quello sinistro, come se fosse un salvagente e tutto per evitare di cadere col sedere al suolo peggio ancora giù dalle scale, esperienza che sicuramente non voleva fare, eppure non sapeva ancora che presto quella possibilità sarebbe diventata un rischio concreto, un fiamma con la quale il giovane si sarebbe potuto scottare. Guardandosi intorno Fred notò un'altra rampa di scale a più o meno tre metri di distanza. Presto le scale sulle quali si trovava, che non avevano ancora smesso di muoversi, si sarebbero ritrovate difronte a quelle notate dal Grifondoro. L'unico problema era appunto la distanza che le separava, non poteva di certo mettere a rischio la sua vita. La soluzione migliore sarebbe stata quella di aspettare che le scale di fermassero e poi cercare nuovamente un guizzo luminoso che giocava a nascondino. Ma la via più semplice risultava essere sempre quella meno indicata, almeno per lui. Infatti il baglio comparì nuovamente ai suoi occhi e inutile dire dove si trovasse. Sembrava che volesse metterlo alla prova, vedere fin dove si sarebbe spinto per raggiungerlo. Una trappola? Forse sì, forse no. Eppure Fred aveva preso una decisione nel preciso istante in cui quella piccola luce era tornata a farsi viva nel suo campo visivo e nella sua mente. Il Grifondoro era consapevole di non esser sotto l'effetto di un incantesimo e che tutto ciò che stava facendo e che avrebbe fatto era dettato solamente dalle proprie emozioni e dai propri stati d'animo. Fu così che, spronato dalla curiosità e dal coraggio, che il Prefetto salì sul parapetto, ovvero sul corrimano sinistro, tenendosi piegato per non perdere l'equilibro. Non appena le due rampe di sclae si fossero trovate l'una di fronte all'altra Fred si sarebbe piegato sulle ginocchia e poi si sarebbe dato una spinta con le gambe, concentrando tutta la sua forza in quegli arti. E si, il Grifondoro avrebbe saltato da una rampa di scale all'altra, sifdando la gravità e le leggi fisiche, prendendo il volo come solo un vero Grifone avrebbe potuto fare. Stupido? No, decisamente non era quello l'aggettivo con cui lo si doveva descrivere, ma Coraggioso. Una caratteristica tipica di Godric e dei suoi adepti. Ovviamente c'erano dei rischi e molte cose sarebbero potute andare male ma Fred aveva fiducia e si era lanciato sapendo che le stelle e la luna sarebbero state dalla sua parte. Per un solo attimo Fred si sarebbe sentito libero, probabilmente anche il suo anello avrebbe percepito quello stato d'animo, e poi le sue gambe avrebbero nuovamente toccato il suolo, possibilmente quello della rampa di scale che tanto voleva raggiungere. Per evitare di farsi male, al momento dell'atterraggio le avrebbe ovviamente piegate usandole come ammortizzatori. Per fortuna l'agilità era sempre stata in buoni rapporti con lui e sicuramente non lo avrebbe lasciato nel momento del bisogno. Una parte di lui avrebbe dovuto chiedersi se era normale fare tutto ciò per una stupida luce argentea, ma la verità era così ovvia che quella domanda non lo aveva minimamente sfiorato. E pure se lo avesse fatto la risposta sarebbe stata: "No, non è normale, ma ne sento il bisogno". Ed era veramente così. D'altronde tutti desiderano quello che non hanno o non conoscono, è un bisogno umano e pur di perseguirlo gli uomini sono capaci anche di distruggersi. E Fred? Ne sarebbe stato capace?


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tom5j1c

Istinto, forza, determinazione.
O forse un pizzico di curiosità che accendeva idee poco ordinarie? L'adepto del Grifone risolse la sua azione sulla scia del consiglio del cuore, quello stesso cuore dai tratti impavidi e spesso in netto contrasto con la ragione. Un movimento rapido, calcolato e delineato nel più limpido dei modi. Un movimento soltanto prima che invisibili ali stracciassero i limiti del reale, attirando a sé l'impossibile per via di un coraggio che nessuno, dal primo all'ultimo conoscente del Prefetto, avrebbe potuto dire vano ed assente in quel folle studente rosso ed oro. I colori della sua Casata brillarono per concreta simbologia in un anfratto governato dalle ombre, fin quando le scale si sfiorarono le une verso le altre, permettendo al salto di dirsi completo. Fred atterrò su entrambi i piedi in modo netto, il cornicione dal quale aveva spiccato il balzo parve improvvisamente un ricordo lontano, mentre l'impatto scaricava energia su verso gli arti inferiori. Avrebbe potuto digrignare i denti, avrebbe potuto socchiudere gli occhi, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa per l'improvvisa scossa sofferente provata in quell'attimo, ma fu poco duratura ed indice di riuscita. Per fortuna, il Prefetto non si era spezzato nulla, avrebbe potuto continuare la sua ronda nel migliore dei modi, nonostante già da un po' quel ritrovo notturno fosse stato interrotto dal bagliore adocchiato con interesse. Da una distanza leggermente più ravvicinata, finalmente Fred poté notare che il punto luminoso di piccole dimensioni aveva le fattezze di un topolino. Forse era troppo giovane, data la sua esperienza scolastica, per comprendere quale Incanto potesse favorire un'espressione del genere; oppure ne aveva sentito parlare, ne aveva visto l'articolazione proprio dai suoi genitori o da qualche docente, alunno, concasato che fosse? L'Incanto Patronus era emblema della Luce e per uno studente così appassionato come Fred, così legato alla lotta contro il buio anche se al momento solo per un sopito ideale, forse una spiegazione ci sarebbe stata. Il topolino guizzò la coda e zampettò via, di nuovo, procedendo verso il corridoio di fronte che lo stesso Fred aveva raggiunto. Avrebbe potuto inseguirlo per quella strada, correndo, voltando poi a destra e infine sinistra, fin quando avrebbe visto il topolino fermarsi dietro un'armatura. Poco distante, dei singhiozzi crescenti. Qualcuno piangeva? Era il caso di indagare? Ma tutto era buio in quel punto del castello, non una finestra sembrava essere nei dintorni. Il topolino luminoso attese dietro un'armatura, mostrandone i contorni con il suo bagliore; poco avanti, quello che appariva essere un pianto.


Fred Zoungla
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P.S.: I miei complimenti per il tuo ultimo post, davvero intenso. Continua così.
 
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La fortuna sembrava essere dalla sua parte, ma Fred era ben consapevole che quella forza mistica chiamata fortuna voltava le spalle una volta si e l'altra pure, quindi preferiva pensare che era stato lui a riuscire a farcela, la fortuna non c'entrava proprio niente, erano la sua volontà, il suo coraggio e la sua determinazione a determinare la sua "fortuna". Non appena i suoi piedi toccarono nuovamente il suolo una scossa di dolore lo pervase per una solo istante facendogli comparire una piccola smorfia sofferente sul volto, ma come già detto fu un solo istante e subito dopo Fred si mise ritto in piedi e sorrise, soddisfatto di esser riuscito a fare quel salto senza rompersi niente. Da quel punto Fred poté finalmente vedere più nitidamente il bagliore che aveva attirato la sua curiosità. La luce argentea aveva la forma di un topolino e fu in quel momento che un ricordo solleticò la mente dell'adepto di Godric. Una volta aveva visto uno studente in Sala Comune esercitarsi con un incanto che Fred non conosceva e che aveva solleticato molto la sua curiosità. Ogni qual volta lo studente pronunciava la formula dalla sua bacchetta cominciava a scaturire una sorta di luce argentea che però scompariva quasi subito, solo una volta quella luce sembrò assumere le sembianze di un gufo prima di scomparire nuovamente e poi lo studente, probabilmente esausto, si era recato alle proprie stanze. Quell'incanto era stato oggetto della sua curiosità per tutta la notte rendendogli impossibile dormire, infatti ogni qual volta provava a chiudere gli occhi quella formula gli si insinuava in testa come una litania: Expecto Patronum. Il giorno dopo però Fred era stato così impegnato con lezioni, allenamenti, compiti e ronde da dimenticarsi completamente di quella faccenda, almeno fino ad ora. Purtroppo non aveva la più pallida idea di cosa facesse tale incanto e non poteva nemmeno sapere se quel bagliore a forma di topolino potesse veramente corrispondere a quell'incanto, ma qualcosa gli diceva che doveva esser così. Prima di poter rimuginare ancora su quei pensieri il Prefetto fu obbligato a mettersi nuovamente all'inseguimento del topo. Infatti quest'ultimo cominciò a correr lungo il corridoio che si allungava davanti al Rosso-oro e quest'ultimo non poteva farselo scappare dopo quella che aveva fatto per raggiungerlo. Si sentiva veramente vicino dal scoprire cosa fosse quel bagliore e chi lo avesse evocato e non poteva e ovviamente non voleva perderlo di vista. Cominciò quindi a correre lungo il corridoio, con gli occhi fissi sulla sua preda che svoltò prima a destra e poi a sinistra come se conoscesse il castello alla perfezione, come se stesse andando in un posto preciso. Possibile che non stesse scappando ma che lo stesse conducendo da qualcosa o da qualcuno? Probabilmente era proprio così e infatti dopo aver svoltato a sinistra il topo si nasconde dietro un'armatura, arrestando la sua corsa, e fu in quel preciso istante che Fred sentì dei singhiozzi. Qualcuno piangeva, ma Fred non vedeva nessuno. Il topo lo aveva condotto in una parte del castello che scarseggiava di luminosità e infatti l'unica cosa che riusciva a vedere con molta chiarezza era l'armatura illuminata dal bagliore stesso, il resto era scuro, buio e quindi ignoto. I singhiozzi però non erano lontani, anzi e ciò significava che Fred e il topolino non erano soli. Nella mente del giovane vorticavano una marea di domande: Chi piangeva? Il topo lo aveva condotto dal mago o dalla strega che lo aveva evocato? Era una trappola? E molte altre. Una cosa era certa, chiunque stesse piangendo non doveva trovarsi lì a quell'ora. «Chi c'è?» Fred non pensava che la sua domanda avrebbe ricevuto risposta quindi alzò la bacchetta, che continuava ad esser stretta nella sua mano dominante, puntandola davanti a sè, verso i singhiozzi. Tese il braccio e pronunciò la formula, deciso a mettere un punto a quel mistero. «Lumos Solem!» Il bagliore non aveva di certo lasciato la sua mente ma in quel momento Fred doveva scoprire chi si celava nel buio, era un suo dovere in quanto Prefetto ma anche in qualità di essere umano, e poi era certo che la persona che piangeva doveva essere per forza collegata al topolino luminoso; dopotutto era stato proprio lui a portarlo lì. Il Prefetto avrebbe trovato le risposte alle sue domande oppure ciò che avrebbe trovato ne avrebbe create di nuove? Lo avrebbe scoperto tra poco.


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La riflessione del giovane studente non poté dirsi del tutto sbagliata; il Patronus era un guardiano, la simbologia che governava la sua natura e la sua realizzazione era tra le più intense, oltre che tra le più strettamente personali. Forse il concasato, che Fred aveva scorto con palese curiosità in Sala Comune in un passato non troppo lontano, si era impegnato affinché l'Incanto potesse dirsi valido, funzionante, sicuramente utile. Un Gufo era stato il premio che aveva visto quella sconosciuta identità, quale invece sarebbe stato, in futuro, quello di Fred? Un animale, senza dubbio, ma quale? Constatare che si trattasse di quello stesso bagliore già adocchiato addietro nel tempo, comunque, fu abbastanza scontato; nessuna luce sarebbe stata così vivida come quella di un Incanto del genere, era un frutto concesso dal cuore e dai suoi profondi recessi, e per quanto Fred potesse dirsi uno studente modello, nessuna magia si avvicinava a qualcosa del genere nel suo bagaglio culturale. Forse una Trasfigurazione, perché no? Non capitava di rado notare qualche astuccio pieno di pastelli tramutarsi in un roditore variopinto, così come non era un'eccezione adocchiare un porcospino con spille al posto degli occhi, bottoni in scarafaggi e viceversa, in un continuo senza capo né coda. Più o meno.
Un ultimo guizzo e il topolino - non del tutto in carne ed ossa, vinto da un bagliore che a tratti spariva, a tratti ricompariva, a tratti continuava ad essere confusionario - si fermò di botto. Era arrivato da qualche parte, poco ma sicuro, ma il dove non era più evidente né per il piccoletto né per il Prefetto. Le scale si erano spostate a loro piacimento, tanto per cambiare, mentre i corridoi erano stati superati in fretta e furia in una corsa piuttosto frenetica. Quale la meta dell'aitante Fred? Quale il traguardo, sempre se di traguardo si fosse trattato? Il topolino si nascose prima dietro un'armatura nei paraggi, illuminandola maggiormente con il suo riflesso, poi zampettò via, attratto a sua volta da chiunque stesse piangendo. Non appena Fred pose la sua unica domanda, il singhiozzo udito fino a quel momento si interruppe bruscamente, un'ultima nota sonora ad infrangere quella triste armonia. Il silenzio divenne incessante, ma fu solo questione di secondi prima che la consapevolezza attivasse l'istinto del Prefetto. Il Lumos, nella sua variante quasi estrema, esplose dalla punta della bacchetta e illuminò improvvisamente a giorno l'intero corridoio. Tre statue erano poste sulla parete sinistra, di fronte una porta che Fred avrebbe riconosciuto come quella di un'aula scolastica. Forse non ne era a conoscenza o forse sì - per sentito dire, per uso comune, chi poteva dirlo - ma quella era l'Aula di Rune Antiche. Poco distante, dove l'armatura centrale era perfettamente immobile, Fred avrebbe potuto notare un paio di gambe che uscivano allo scoperto. Qualcuno era seduto proprio in quel punto, lo stesso dove il topolino si era fermato, accanto ad una scarpa. La luce si spense poco dopo, lasciando spazio ai raggi lunari già più chiari. «Julian?»
Una voce femminile, rotta dal pianto. Proveniva da vicino l'armatura.
«S-sei tu?»


Fred Zoungla
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Il Mistero aveva sempre affascinato il giovane Prefetto, ma essendo tale non sempre riservava cose piacevoli e quindi un piccola parte di lui, quella probabilmente più saggia, lo temeva, consapevole di quanto esso potesse essere pericoloso. Quando l'incanto del giovane illuminò il corridoio Fred riusci a fare un po' di chiarezza anche nella sua mente. Sulla parete di sinistra erano disposte tre statue, difronte ad una porta che Fred sapeva bene conducesse nell'aula di Rune Antiche. Non era solito frequentare quell'aula, anzi non vi era mai entrato, ma come Prefetto conosceva abbastanza bene il castello, grazie soprattutto alle numerose ronde notturne che il suo ruolo gli imponeva di svolgere. Però c'era qualcosa che stonava in quel ambiente. Dietro all'armatura centrale vi erano due gambe e non distante da esse si trovava lo stesso topolino che stava rincorrendo da un po'. Chiunque si stesse nascondendo dietro l'armatura stava violando il coprifuoco ma la mente di Fred sembrò quasi deviare quel pensiero preoccupata dal fatto che la fanciulla, perché si trattava chiaramente di un fanciulla, aveva pianto. Cosa le era successo? Perché si trovava li a quell'ora? Ma soprattutto, chi era Julian? Il Prefetto abbassò leggermente la bacchetta, cominciando a fare qualche passo verso il luccichio e la ragazza.«No, non sono Julian, sono Fred» continuava a camminare lentamente verso l'armatura centrale, come se avesse paura di spaventare la ragazza. Come aveva temuto nella sua testa si erano formulare solo altre domande mentre le risposte non sembravano arrivare. Era forse il caso di chiamare un superiore? Magari un Caposcuola o un Professore. Anche se fosse stato così il Grifo non l'avrebbe fatto, non prima di aver scoperto cosa stava accadendo. E poi non era il tipo che correva dagli altri quando non sapeva cosa fare o quando si trovava in difficoltà e per giunta non voleva che la sconosciuta figura si sentisse più male per una possibile punizione che sicuramente i Professori o gli altri suoi colleghi le avrebbero inferto. Quindi non gli restava che fare l'ultimo passo per arrivare faccia a faccia - più o meno - con la persona che al momento rappresentava gran parte del mistero che il Grifone voleva risolvere. Nello stesso momento in cui compì quel passo pronunciò un'altra frase: «Perché piangi?» la gentilezza e la preoccupazione erano evidenti sul suo volto e nei suoi occhi. Voleva che la sconosciuta si fidasse di lui perché era sinceramente intenzionato ad aiutarla. Ma stava prendendo veramente le giuste decisioni?


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Bacchetta: Legno di Frassino, Piuma di Ippogrifo, 8 pollici e mezzo, elastica.
Ciondolo: un ciondolo a forma della stella di David con un ovale infuocato al centro, uguale alla cicatrice che ha sul polso sinistro. Legato alla sua Abbilità Innata.
Anello con Rubino: L'Anello è incantato affinché, indossato, possa illuminarsi quando si prova una forte emozione, di qualsiasi genere essa sia.
 
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view post Posted on 12/10/2017, 15:23
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«Ju-Julian»
Il nome fu ripetuto di nuovo, leggermente meno forte rispetto a poco prima. Chiunque avesse parlato, a quanto pareva, non era al massimo della felicità. Il tono di voce continuamente spezzato, un tremolio a divenire campanello d'allarme nei riguardi del nuovo arrivato, tutto quello riempiva la descrizione del momento con tinte non propriamente colorate. Era quasi scontato immaginare che lì nelle vicinanze dell'armatura fiocamente illuminata, in uno dei tanti corridoi bagnati dal buio in quella notte anonima ad Hogwarts, sostasse una figura umana, di sicuro femminile per quanto appreso fino a quel punto. Il pensiero di avvisare qualcuno sfiorò la mente del giovane Grifondoro e attecchì facilmente, perché non mancava la consapevolezza di essere in una situazione non propriamente comune. A prescindere da quanto fosse o non fosse accaduto, infatti, Fred rivestiva il ruolo di Prefetto e avrebbe dovuto prendere provvedimenti nei confronti dell'interlocutrice diffidente: il coprifuoco era scattato da tempo, una delle regole più antiche della Scuola era stata violata e se per l'adepto di Godric quella Spilla appuntata al petto fosse valsa almeno un pizzico, allora la scelta di come agire poteva dirsi compiuta in partenza. Non sarebbe stato difficile trovare tra l'altro il rispettivo Caposcuola Rosso ed Oro, non per Fred. Camminando a passi lenti e leggeri, mentre il silenzio sospendeva ancora una volta il mistero che presto sarebbe stato svelato per davvero, l'alunno scelse la diplomazia prima ancora dell'azione. Punto a suo favore, senza dubbio, perché solo in quel modo avrebbe ottenuto una qualche forma di risposta plausibile. E senza spiegazioni, per la triste sconosciuta non ci sarebbe stata alcuna possibilità di discolpa.
«Julian. Cerco Julian. Aiutami a cercarlo, per favore!»
La voce più nitida e distinta, che accentuava una desolazione tramutata prontamente in ansia; quale messaggio voleva effettivamente comunicare la ragazza, di quale condivisione voleva rendere partecipe il gentile studente che le aveva rivolto attenzione? Le domande di Fred non furono così importanti, non per la fuorilegge lì presente, da ottenere risposta, perché c'era tensione assoluta nel comportamento della figura ancora in ombra. Il piccolo topolino luminoso zampettò nei dintorni, apparve di nuovo come un simbolo familiare per tutti, aumentando la luce evocata dal Prefetto, la cui bacchetta rimase ancora pari ad una torcia vera e propria. Accanto l'armatura, finalmente si notavano le gambe della figura che aveva parlato. I piedi scalzi, una lunga gonna apparentemente rossa tutta spiegazzata a coprire gli arti inferiori, infine - spostando il bagliore verso l'alto - una camicia bianca con una cravatta dai colori Blu e Bronzo, indice dell'appartenenza della ragazza alla Casata Corvonero. Capelli lunghi e ondulati che scendevano sulle spalle, il corpo in sé magrolino, la studentessa aveva lo sguardo fisso davanti a sé, come a catturare impaurita il fascio di luce che le cadeva. Ma per Fred qualcosa non quadrava, avrebbe potuto sentire il proprio cuore combattere improvvisamente con la ragione, perché il mistero diveniva strano e da lì a poco fin troppo chiaro.
«Sono qui, perché non mi guardi?»
Alla sua destra, la voce.
Alla sua destra il topolino luminoso.
Voltando lo sguardo verso quella direzione, il Fantasma della ragazza era sospeso a pochi centimetri da terra, il volto una maschera di terrore, gli occhi spalancati, non più vivi. Fred si sarebbe accorto del pavimento bagnato, della gonna non veramente rossa ma bianca a sua volta, macchiata irrimediabilmente dall'onta della morte. Ovunque il sangue regnava sovrano.
Fred Zoungla
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view post Posted on 25/10/2017, 18:58
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Fred aveva molti ricordi felici lì ad Hogwarts che con il tempo non facevano che aumentare. Però ne aveva anche molti non altrettanto belli, alcuni peggiori di altri e la maggior parte erano anche troppo brutti per un ragazzino della sua età, mago o meno. Quella notte un altro frammento di memoria si sarebbe aggiunto alla lista dei momenti peggiori vissuti in quel castello. La misteriosa fanciulla piangente non aveva risposto alle sue domande, ma aveva pronunciato ancora una volta quel nome maschile che il prefetto non riusciva a collocare a nessun volto conosciuto. Quando finalmente la vista del grifone non fu più ostacolata dall'armatura e quindi quando si trovò la figura piangente davanti a sé, seduta a terra, capì che c'era qualcosa di strano. La identificò come una studentessa della Casata di Priscilla, non perché la conoscesse ma perché al collo portava una cravatta della propria casata, mentre addosso aveva una camicia bianca e una lunga gonna rossa. Considerato l'orario si aspettava di trovarla in pigiama, ma non era quella la cosa strana. Sul volto aveva un'espressione a dir poco terrorizzata, gli occhi fissi davanti a sé. Il Prefetto piegò le gambe per arrivare alla sua altezza e prima che potè effettivamente dire o pensare qualcosa una voce lo interruppe. Era la voce della ragazzina, ma quest'ultima non aveva mosso le labbra neanche per un secondo. La voce proveniva dalla sua destra e quando si girò non poté credere a ciò che le sue iridi gli stavano mostrando. Al suo fianco, vicino al topolino luminoso, c'era un fantasma dal volto familiare, lo stesso volto che aveva visto poco prima. Quello era il fantasma della ragazza. Inevitabilmente il suo sguardo tornò a scrutare quello che era ormai solo un guscio vuoto sena vita. In quel momento si accorse di alcuni dettagli che prima gli erano completamente sfuggiti: gli occhi spenti, senza vita, le palpebre che non andavano a far riposare quegli stessi occhi neanche per una fraziona di secondo, la carnagione ormai pallida e la gonna bianca quasi completamente intrisa di un liquido scarlatto. Il Rosso-oro cadde all'indietro battendo il didietro contro il pavimento di pietra freddo e duro. Gli occhi si spalancarono terrorizzati e cominciarono ad annebbiarsi, la mano in cui si trovava la sua bacchetta cominciò a tremare leggermente. *Non può essere* Il pavimento era bagnato ma Fred non volle controllare cosa fosse quel liquido, troppo spaventato dalla possibile risposta. Serrò gli occhi sperando si trattasse solo di un incubo. Doveva essere un incubo, per forza. Eppure quando tornò ad aprirli il cadavere era ancora lì davanti a lui, con quello stesso sguardo, quella stessa paura che ora era presente anche sul volto del giovane studente. Ma la paura non avrebbe mai potuto bloccare Fred Zoungla, non dopo tutto ciò che aveva affrontato. «C-cosa ti è successo?» la voce era quasi rotta, un sussurro, ma perfettamente udibile per il fantasma, perché anche se lo sguardo era ancora rivolto verso il cadavere, le sue parole erano dirette allo spettro. Qualcosa gli fece capire che quel volto sarebbe stato il protagonista dei suoi incubi per un bel po' di tempo. Alla fine però si voltò verso il fantasma non avendo più il coraggio di continuare a fissare quel corpo così giovane. Nella sua mente si erano formulate troppe domande e gli sembrava che potesse esplodere da un momento all'altro. Chi era stato a fare una cosa del genere? Chi avrebbe potuto uccidere una ragazza così giovane, con tutta la vita davanti a sé. Cosa avrebbe dovuto fare adesso? Cosa avrebbero pensato i genitori della ragazza? E così via. C'era stata solo un'altra volta in cui era stato tanto sconvolto. Quella volta in cui aveva quasi causato la morte di suo fratello. Ormai pensava di averla superata, eppure il sangue della ragazza e la scena in generale avevano riportato tutto a galla. Ci erano voluti anni per superare quell'incidente ed ora una sola immagine era riuscita a farlo tornare sui suoi passi. Se fosse arrivato prima magari avrebbe potuto fare qualcosa. Magari quel topolino era una richiesta di aiuto ma lui era stato troppo lento e ora non c'era più niente da fare. La povera vittima non avrebbe più potuto sorridere, crescere, piangere, fare scemenze con gli amici, trovare l'amore, avere una famiglia... non avrebbe potuto più vivere. E quella consapevolezza stava uccidendo anche lui.


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Mi scuso per il post un po' schifoso, ma non ho potuto fare di meglio, purtroppo :(
 
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Dare tempo al tempo, si diceva.
In attesa infinita, con pazienza, di ritrovare il giusto equilibrio perso in precedenza. Per Fred Zoungla, quella notte, il tempo non sembrava essere stato clemente; poteva succedere di tutto durante una ronda voluta e programmata da Hogwarts: Prefetti, Caposcuola e di tanto in tanto anche Docenti erano da lungo andare protagonisti di una commedia che andava in scena di continuo, giorno dopo giorno, senza prevedere una pièce finale. Era prestabilito, era concordato, era giusto; per la protezione non solo degli studenti, ma di tutti gli abitanti del castello, lo staff di ogni Casata doveva essere a disposizione dei controlli e dell'ordine, tutto quello rientrava per l'appunto nei compiti di uno dei pochi possessori delle spille sancite dalla Preside e non solo. Per merito, per onore, soprattutto per impegno, Fred era divenuto da anni Prefetto Grifondoro: avrebbe potuto incontrare un semplice concasato fuori dal letto, uno qualsiasi tra i fuorilegge lontano dal dormitorio di propria appartenenza. Non capitava di rado qualcosa del genere e la soluzione poteva dirsi più facile e veloce del previsto. Per lui, tuttavia, altro era stato considerato per quella ronda notturna. E se da un lato la situazione del presente poteva dirsi incontrollabile, dall'altro una decisione era attesa con forza ed importanza: restare fermi, impassibili, preda di memorie ed emozioni più grandi di sé, non era la cosa giusta da fare, non in quel drastico momento. Era arrivato per davvero il tempo di contattare il proprio Caposcuola, un Docente, perfino la Preside? Persefone non doveva effettivamente ed immediatamente essere avvisata di un omicidio perpetrato tra le mura della sua Scuola? Non era più scontata la presenza di soli membri dello staff di ciascuna Casata, quei vecchi e fastidiosi discorsi circa la presenza di una pattuglia di Auror ad Hogwarts, chissà, dovevano essere ripristinati per una maggiore sicurezza. Oppure no?

«Cosa mi è successo?»
La ragazza parve del tutto confusa e ripeté la domanda ricevuta; si guardò attorno, sospesa in aria di pochi centimetri dal suolo, mentre lo sguardo quasi si allontanava inconsciamente dal corpo poco distante, riverso sul pavimento e in una pozza di sangue, le spalle contro il muro freddo di quell'anonimo corridoio. Era davvero all'oscuro di tutto? Come se intenzionato a prestare soccorso e rinnovata determinazione al giovane Prefetto, il luminoso topolino zampettò verso la sua direzione, raggiungendo Fred caduto a terra e saltellando tra le gambe in un fascio di luce di chiarezza. *Fatti forza*, sembrava suggerire; era il caso di aggirare il problema, di prendere provvedimenti, di fare qualsiasi cosa affinché quella situazione perdesse il dramma di cui era rivestita? Esisteva un modo per rimediare? Impossibile, la Morte aleggiava sul corridoio come un velo del tutto tangibile. Lo spettro riprese parola, questa volta confusa e poi concitata, di nuovo. Non era interessata a quanto stesse accadendo: sangue, cadavere e buio del momento non erano nulla per lei a dispetto della preoccupazione che traspariva dalla sua voce. «Non capisco, ma ti prego - ti prego! - devi aiutare Julian. Lui-lui è in pericolo, è inseguito... ti prego, aiutami a cercarlo!»
Poco distante, un rumore improvviso, come quello di un tonfo. Proveniva da una stanza alle spalle del Fantasma, ancora impaurita. Quasi a conferma della sua richiesta e senza attendere risposta, la ragazza spettrale volò verso quella direzione; un attimo dopo, il topolino abbandonò Fred per inseguire l'amica. Per il Mago non c'era tempo: agire o ignorare la situazione, la scelta era molto semplice.


Fred Zoungla
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Una vita era stata strappata al mondo quel giorno e per quanto potesse sembrare banale (dopotutto prima o poi tutti devono morire no?) il Prefetto Grifondoro era traumatizzato. La ragazza non sembrava ancora aver capito che la vita le era stata tolta. Era stata derubata di tutto ciò che aveva e niente avrebbe potuto restituirgliela, persino nel mondo magico sfuggire alla morte era praticamente impossibile, figurarsi tornare a respirare. Era il caso di dirle cose le era successo? Era il caso di farle aprire gli occhi e farle capire ciò che probabilmente la sua mente non voleva ammettere? Sinceramente Fred non voleva, non se la sentiva. Tutto era diventato troppo per lui, il mondo al momento gli sembrava così freddo e buio, quel castello che tanto sapeva di casa aveva assunto un nuovo odore, un odore che somigliava tanto alla morte, al dolore, alla tristezza e all'ingiustizia. Ma per quanto quella situazione potesse essere terribile come al solito Fred si sarebbe fatto coraggio e avrebbe fatto ciò che andava fatto. «Ti aiuterò a trovare Julian, tranquilla. Puoi contare su di me» Ed era vero. Non aveva più tempo per crogiolarsi nei dispiacere della vita. Se c'era una frase che poteva identificafre la breve esistenza di tutti gli esseri viventi era sicuramente "La vita non è giusta, fattene una ragione". Non poteva perdere altro tempo, se un altro ragazzo rischiava di fare la stessa fine della fanciulla allora doveva intervenire, non avrebbe permesso che qualcun altro morisse, non quella notte. Per fortuna il topolino luminoso lo aveva destato dal suo stato di schock e gli aveva trasmesso un po' di coraggio. «Dov'è Julian?» stava per chiedere, ma le sue parole furono stroncate sul nascere da un tonfo non indifferente che risuonò nel corridoio. La sua domanda aveva ricevuto una risposta. Il fantasma della ragazza non perse tempo, voleva salvare il suo amico e il Prefetto, dopo aver individuato l'origine del suono le corse dietro. Un ultimo sguardo al corpo senza vita e ricpoerto di sangue, un ultimo brivido di freddo e le seu gambe cominciarono a muoversi da sole. Non sapeva a cosa andava incontro, non sapeva chi inseguiva il ragazzo ma era abbastanza sicuro che si trattasse degli stessi artefici dell'omicidio. Il pericolo si avvicinava ma in quel momento a Fred non interessava. Era accecato dalla rabbia e per qualche strano motivo dalla vendetta. Chiunque avesse fatto ciò l'avrebbe pagata. Ormai non era la ragione a spingere il Grifone ma erano i suoi sentimwenti avversi e il suo coraggio. Niente di nuovo, dopotutto aveva sempre seguito l'istinto. Era sciocco ad avventurarsi da solo su un sentiero simile? Sicuramente, ma certe domande non lo sfiorarono nemmeno. Non c'era mai stata una scelta da fare. Chiunque conoscesse il Prefetto sapeva che mai e poi mai si sarebbe tirato indietro, mai e poi mai si sarebbe nascosto e sopraattutto non avrebbe mai voltato le spalle a qualcuno in pericolo. Una volta raggiunta l'aula dalla quale si sentì il tonfo, l'avrebbe spalancata e la sua bacchetta sarebbe stata puntata dritto davanti a sé, pronta ad attaccare o a difendere. Era arrivato il momento di cacciare gli artigli, spalancare le fauci e svolgere quello che ormai sentiva essere il suo dovere. Erano lui, un fantasma e un topolino contro qualcosa o qualcuno di sconosciuto, ma non aveva paura per sé, era pronto a rischiare la sua stessa vita per salvarne un'altra. Un'altra caratteristica da Rosso-oro che probabilmente lo avrebbe portato faccia a faccia con la morte. Ma non sis arebbe fatto prendere tanto facilmente.


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view post Posted on 3/2/2018, 21:50
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La Morte aleggiava come mai prima di allora. Una presenza incessante, che gironzolava ovunque con quel tanfo di paura, disperazione, perfino tremore, spazzando via ogni barlume di razionalità a favore del buio, sempre più buio. Non c'era via di fuga: là dove giungeva, là vi si nutriva di vita, ponendo un punto d'arresto che potesse dirsi definitivamente tale. Tra le dita ancora la bacchetta magica, lo sguardo vorace di nuovi dettagli, la mente affamata di informazioni di grande valore, il Prefetto Grifondoro stava affrontando con ogni probabilità la ronda notturna più difficile della sua vita. La situazione era altamente critica e nonostante ogni pensiero potesse invitare il giovane studente a chiamare i rincorsi, il cuore più di ogni altro, nel corpo in estremo subbuglio, sapeva che il tempo stesse stringendo, che stesse per mancare, che stesse per finire. Non c'era altra possibilità: agire o indietreggiare, consapevole del fatto che la prima azione fosse l'esatto opposto della seconda. Attorcigliatosi nel coraggio che soltanto un adepto di Godric poteva vantare e dimostrare in contesti del genere, Fred Zoungla scelse dunque di proseguire nella frenetica ricerca di chissà cosa, di chissà chi. Un nome pendeva dalle labbra della ragazza assassinata, divenuta spettro con l'unica certezza di voler ritrovare Julian, quel Julian di cui a lungo aveva parlato, di cui per sempre avrebbe ricordato. Volteggiò avanti, senza fermarsi, e ad ogni movimento sembrava quasi meno luminosa, un riflesso che si perdeva nel buio della notte calata su tutto il castello. Poche torce ancora accese aiutavano i presenti ad inoltrarsi maggiormente, con minor difficoltà, verso i corridoi anonimi di un altrettanto indefinito piano della Scuola di Hogwarts. Passo dopo passo, la velocità aumentava e per evitare di perdere di vista il Fantasma, lo stesso Prefetto Grifondoro fu costretto ad accelerare la sua andatura, il fiato che d'improvviso si spezzava, difficoltoso per la stressante energia che stava consumando istante dopo istante. Lo spettro, d'altra parte, non avrebbe risentito più neanche di quel piccolo cambiamento fisico. Improvvisamente, il topolino rivestito di luce arrestò la sua corsa a sua volta, zampettando verso un'ampia porta in legno che Fred non avrebbe potuto riconoscere in alcun modo. Poco distante, se avesse messo a fuoco, avrebbe notato l'aula d'ingresso per le lezioni del Club di Musica, lui che ne era membro ed iscritto ne avrebbe riconosciuto il corridoio così come la posizione. Allo stesso tempo, se la memoria non lo traeva in inganno, in quel momento più che in altri, Fred avrebbe potuto affermare senza dubbio alcuno che accanto l'aula insonorizzata de The Wizard Voice non ci fosse altro che un quadro, che in quel'attimo risultava inesistente. Un dipinto, non una stanza, il che avrebbe potuto far riflettere oppure far capire a Fred che una certa cura ai particolari non fosse poi cosa di cattiva idea. Un ennesimo rumore, ancor più forte, giunse dall'interno della singolare, forse nuova, aula. Il suono pari ad un tonfo, ad un oggetto pesante che cadeva. Infine, un tavolo che striava al suolo, strisciando con quel stridulo rumore di legno contro legno. Il Fantasma della ragazza, sospeso ad un metro d'altezza dal pavimento, si portò le mani alla bocca. «Julian, mio Julian! Fai qualcosa, apri la porta!» Sarebbe stato indiscreto ricordarle che da morta, ormai, aveva guadagnato un unico vantaggio, quello di oltrepassare porte e pareti in modo facile? I rumori divennero sempre più ripetuti.


Fred Zoungla
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view post Posted on 30/3/2018, 12:59
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Sia il topolino che la ragazza-fantasma arrestarono la loro corsa difronte ad una porta che Fred non sapeva identificare, anzi era sicuro di non averla mai vista prima di allora eppure quel piano lo conosceva abbastanza bene, non solo per le sue ronde notturne ma anche perché poco più avanti si trovava l'aula del Club di Musica di Hogwarts al quale si era iscritto da tempo. Il Prefetto avrebbe giurato che nel preciso punto in cui ora si trovava la porta che probabilmente lo separava da Julian ci dovesse essere un quadro, ma decise di lasciar perdere quella piccola incongruenza per il momento. La sua priorità ora era salvare Julian, salvarlo da qualcuno o qualcosa che aveva ucciso la ragazza che ora fluttuava vicino a lui. Nessun altro poteva morire quella notte altrimenti non se lo sarebbe mai perdonato. Non conoscendo quella porta il Grifondoro decise di usare la bacchetta. «Alohomora» La bacchetta era puntata con precisione sulla serratura della porta e la formula fu pronunciata con la h muta, proprio come gli era stato insegnato. Non sapeva se la porta fosse chiusa a chiave, ma per non perdere tempo aveva preferito usare comunque l'incantesimo di apertura. Doveva solo sperare che non fosse chiusa magicamente perché in quel caso non gli sarebbe bastato un semplice incanto come l'alohomora. Il Prefetto stava iniziando a sudare; una volta varcata quella soglia avrebbe dovuto dare il meglio di sé poiché in ballo c'era non solo la sua vita ma anche la vita di un altro studente. Il fatto che fosse solo non lo preoccupava, dopotutto aveva affrontato varie avversità durante la sua permanenza nel castello ma quella volta c'era qualcosa di diverso, quella volta la situazione sembrava troppo grande per il piccolo Prefetto ma questo lui non poteva saperlo e anche se lo avesse saputo non lo avrebbe fermato dal varcare quella porta. «Appena entriamo voglio che ti butti addosso a chiunque dei due non sia Julian, pensi di poterlo fare?» Essendo un fantasma non potevano farle del male e in quel modo Fred avrebbe potuto dirigersi da Julian senza essere fermato visto che la ragazza avrebbe distratto l'assassino (se era lui) anche se solo per un momento. A quel punto il Prefetto avrebbe improvvisato visto che era la cosa che sapeva fare meglio. Per qualche strana ragione aveva dedotto che a fare fuori la ragazza era stata una sola persona, la stessa persona che ora minacciava la vita dell'altro studente, ma poteva anche sbagliarsi: magari non era un chi ma un cosa, o magari due. Ma non poteva saperlo, l'unica cosa di cui era quasi sicuro era che dietro quella porta c'era Julian ed era suo dovere, non da Prefetto ma da essere umano, salvarlo.


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«B-buttarsi contro, ri-ricevuto.»
La ragazza parlava a monosillabi, gli uni incastonati con gli altri senza un preciso equilibrio. Aveva paura, tremava da capo a piedi, ma era così temeraria per la ricerca del suo amato da poter straziare un cuore duro come la pietra; d'altro canto, lo stesso Grifondoro non si sottraeva al compito così misterioso cui era stato involontariamente chiamato a prendere parte: una ronda notturna non tra le più comuni, un pericolo di gran lunga crescente, d'eccezione nel suo genere, mentre l'onta della Morte non abbandonava le mura del castello. Da quando Hogwarts mutava il suo aspetto in uno scenario dell'orrore? E da quando la consapevolezza fra Vita e Non-Vita, libertà e prigionia del corpo, diveniva tanto complessa da constatare e constatarsi? Davvero la studentessa non si era accorta di essere... semplicemente, irrimediabilmente e irreversibilmente morta? Il Prefetto era stato sì gentile da non farne ancora parola, ma fino a quando avrebbe potuto mantenere attivo quel segreto? Fino a dove si sarebbe spinto, prima che il Caos - ancor più di quanto non avesse già fatto - si fosse deciso ad abbattersi su di lui, sulla ragazza, su ogni cosa? Mentre già l'Incantesimo di Apertura seguiva il suo iter, prassi tra le più banali nello studio magico, lo Spettro si piegava sulle ginocchia, leggermente sospesa di qualche centimetro dal suolo, pronta a spiccare il balzo in avanti, sempre più avanti, verso qualsiasi nemico. Ma quando la porta si spalancò, il silenzio tornò ancora una volta a plasmarsi. Non più rumore, non più scatti, nessuno stridio di mobili né sedie trascinate: era la stanza giusta oppure Fred e la Corvonero assassinata erano stati tratti in inganno? Nel frattempo, come suggeritole, la ragazza sfrecciò con tutta l'energia della spinta che aveva preparato, eppure fu vano ogni suo tentativo. Quando entrò a sua volta in aula, altro non vide - come Fred - che sedie accanto ennesime sedie, poi banchi, infine una cattedra e niente di più. Una stanza qualsiasi per fare lezione, un luogo tanto comune quanto facile da riconoscere per qualsiasi studente.
«J-Julian?» chiamò a quel punto la ragazza; c'era speranza nel suo tono di voce, c'era fiducia: e di pari passo a quelle sensazioni, c'era una lieve nota di preoccupazione. Un suono simile ad un mormorio giunse in prossimità delle cattedra: allora c'era qualcuno, non era stato uno sbaglio vero e proprio. Quando Fred e la ragazza ancora senza identità giunsero in quel punto, la scena che si presentò loro davanti fu unica e straziante, fu senza valore né riconoscenza razionale. Fu sorpresa e allo stesso modo fu terrore.

«Julian!»
La ragazza urlò con tutto il fiato in gola. Si spostò avanti, le mani che già tentavano - senza riuscirci - di toccare il corpo del ragazzo; alto, moro, aitante, la bellezza che caratterizzava quella figura era stata compromessa da un rivolo di sangue. Calava dalle labbra, macchiava la bocca, infine scendeva alla giugulare, al collo, dove un taglio netto sgorgava altro sangue. Era morente, pronto a nuova vita. Un altro assassinio, un altro omicidio. C'era ancora speranza, ancora salvezza? Prima che potesse dire o fare qualcosa, Fred subì lo sguardo della ragazza. Le mani sfioravano il corpo di Julian, ma lo oltrepassavano, lo superavano, non lo afferravano in nessun caso. Stravolta dall'ira, osservò lo studente al suo fianco e fu con disperazione, totale e profonda, che pose la domanda che da tempo danzava intorno.
«Cosa mi succede?»


Fred Zoungla
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18 replies since 20/5/2017, 11:42   755 views
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