|
|
|
Nonostante si trovasse in Inghilterra da mesi, ormai, non aveva avuto la possibilità di visitare molti posti, che fosse a causa del tempo o per altri impegni, ma Florian non era tra questi. Era sempre stata un'amante dei dolci, e per lei era stato un problema fin da piccola, i suoi genitori erano sempre stati terrorizzati dalla possibilità che si ammalasse di diabete, dicevano che i maghi avevano trovato la cura per quella malattia così inutile ma che era una rogna comunque. Ma Daphne aveva sempre avuto dalla sua il metabolismo veloce e una buona dose di fortuna (non voleva ammettere che fosse tutto grazie al Quidditch), era sempre rimasta in forma e aveva potuto mangiare ciò che voleva, 'soprattutto cioccolato' avrebbe risposto a chiunque le avesse chiesto cosa preferisse. Aveva sentito da due ragazze che passeggiavano davanti a casa sua che a Londra si trovava una gelateria che offriva riparo dal caldo, Florian Fortebraccio, e da quando lo aveva scoperto qualche settimana prima quel luogo era ciò che costituiva 'gli altri impegni'. Passava pomeriggi interi a studiare vecchi libri che la vicina del piano di sotto le aveva regalato e a mangiare dolcetti. Quando era arrivata a Londra era appena stata in Ungheria e la sua bacchetta era stata distrutta, non aveva molto con sé, un nome falso, qualche vestito e pochissimi soldi. Le era stato concesso di occupare quel monolocale che ormai cadeva a pezzi a patto che aiutasse la vecchia signora Griffiths a occuparsi di alcune faccende come la pulizia della casa e il buttare fuori la spazzatura, data l'avanzata età della donnina. In una delle tante giornate in cui stavano ripulendo la casa dai vecchi scatoloni che il marito dell'anziana aveva lasciato con la sua morte aveva trovato dei rovinatissimi libri sulle creature magiche, vederli aveva riportato a galla terribili ricordi nella vedova perciò aveva concesso alla più giovane di tenerli, non immaginando nemmeno il grandissimo dono che le aveva fatto. Perciò si trovava anche quel giorno da Florian, in completa solitudine, per poter leggere uno dei tanti libri, per l'ennesima volta, seduta a uno dei soliti tavolini, aspettando che qualche cameriera fosse più libera per poter ordinare, sapeva che c'era un sacco di gente impaziente, e di sicuro le non voleva essere un peso.
|
|
| |