Il rumore di un becco che bussava sul vetro della finestra svegliò l’Auror quella mattina.
La testa rossa e gonfia dallo sfregamento delle coperte fece capolino da sotto di esse e l’occhio andò verso la finestra della sua camera. Merlino era tornato con una plausibile risposta, sebbene decisamente contrariato nel rimanere al freddo così a lungo. Sebbene fosse una civetta bianca, quel volatile era decisamente viziato e pigro, preferendo starsene al caldo piuttosto che svolgere la sua presunta routine lavorativa.
Uscì dalle coperte completamente svestito, se non per dei semplici boxer, per poi sbadigliare mentre apriva la finestra. Un’ondata di freddo lo fece tremare e con una mano indusse Merlino a non indugiare oltre sul davanzale ed entrare, così che potesse richiudere il prima possibile. La Scozia aveva già iniziato a ricoprirsi di neve al contrario di Londra, lì era ancora ventilato e piovoso.
Merlino si era posato sulla testiera del letto e si gonfiò, nel tentativo di levarsi di dosso la neve rimasta sulle piume. «
Dispettoso!» grugnì il rosso, guardando il pennuto sporcare il letto, per poi afferrargli il becco e strapazzarlo un poco. «
Cattivo Merlino!»
Prese il biglietto legato nella zampa della civetta, ma non senza prima aver ricevuto una poderosa beccata sulla nocca. Benché la voglia di tirare il collo a Merlino per quella sua suscettibilità, si limitò a succhiarsi la nocca e la leggere il bigliettino.
«
Ah...» esclamò, inarcando un sopracciglio. «
Almeno non mi ha chuig an diabhal*!» Scoppiò in una risatina.
Nonostante avesse molte cose lavorative che poteva svolgere tranquillamente a casa, Aiden si fece in quattro per ultimarle tutte entro l’orario stabilito.
Quando fu il momento di avviarsi verso il villaggio, Aiden si vestì abbastanza pesante, con tanto di mantello attorno alle spalle. Diede una rapida occhiata alla sua chitarra appoggiata contro il muro e sorrise. Da troppe settimane non suonava e quello strumento Babbano lo adorava e aveva imparato a suonarlo durante i periodi estivi mentre lavorava con sua zia al negozio. Decise quindi che avrebbe suonato un po’ durante il tragitto fino ad Hogsmeade, per non perdere l’abitudine e anche per tenersi occupato.
Uscì subito dopo averla accordato e si godette la mezz’ora di cammino suonando accordi qua e là, poi - quando fu in vista delle prime case - Aiden prese addirittura a cantare il testa di una vecchia ballata. In un certo senso rispecchiava la situazione di quel momento e sperò che nell’udirla Nieve sarebbe stata più propensa a non tempestarlo di palle di neve.
«A bear there was,
A bear, A BEAR!
All black and brown,
And covered in hair!
Oh come they said,
Come to the fair!
The fair? said he,
But I'm a bear!
All black and brown,
And covered in hair!
And down the road,
From here to there,
Three boys, a goat,
And a dancing bear!
They danced and spun,
All the way to the fair!
Oh! sweet she was,
And pure and fair,
The maid with honey,
In her hair!
The maid with honey,
in her hair!
The bear smelled the scent,
On the summer air!
The Bear! The Bear!
All black and brown,
And covered with hair!
He smelled the scent,
On the summer air,
He sniffed and roared,
And smelled it there!
Honey on the summer air!
Oh I'm a maid,
I'm pure and fair,
I'll never dance,
With a hairy bear,
I'll never dance,
With a hairy bear!
The bear,the bear!
Lifted her high,
into the air!
The bear, the bear, the bear!
I called for a knight!
But you're a bear!
A bear! A bear,
All black and brown,
And covered in hair!
She kicked and wailed,
The maid so fair,
But he licked the honey,
From her hair!
He licked the honey,
From her hair!
Then she sighed and squealed,
And kicked the air,
She sang: My bear so fair,
And off they went,
The bear! The bear!
And the maiden fair!»
(Song)
Era quindi Aiden l’orso e Nieve la fanciulla? Sicuramente, almeno fino a quando Nieve non avrebbe visto un bravo Cavaliere dietro la pelliccia d’orso.
L’accento irlandese, ovviamente, quando cantava era più marcato ma rendeva la voce di Aiden - in un certo senso - melodiosa. O comunque aveva una bella voce.
Arrivò nella piazza a metà canto, la gente che lo fissava affascinata, ma gli occhi di Aiden erano alla ricerca della
fanciulla e quando la vide su una panchina si avvicinò senza rompere il ritmo, aggiungendo qualche passo dei tipici balli irlandesi.
A prima vista poteva sembrare un qualunque cretino, ma nessuno poteva di certo negare che mancava di stile o che non fosse simpatico. Infatti alcuni che osservavano o battevano le mani a ritmo o ridevano di divertimento per quel piccolo spettacolo di strada.
Quando terminò, non esibì alcun inchino, ma si limitò a salutare in giro e a ringraziare. «
Non era nulla di che… Era per svago.» borbottò a chi si era complimentato con lui.
Infine, guardò Nieve e le sorrise calorosamente. «
Miss Rigos, buon pomeriggio!» salutò, educatamente. «
Sono stato colpito dal bigliettino...» ammise, prendendo posto accanto a lei, la chitarra sulle ginocchia. «
Come stai?» chiese.