| Era arrivata una nuova lettera dal Ministero, l'ormai familiare busta viola con impresso il simbolo Ministeriale che già una volta aveva fatto la sua comparsa, assieme ad un gufo. Vath aprì la lettera e, con sua somma gioia, il ministero aveva approvato la richiesta per la nuova casa. Aveva promesso una cosa a Sybella e, quel qualcosa, alla fine si stava realizzando. Anche se era legato sentimentalmente al quelle quattro mura che comprendevano le stanze in cui, fino a quel momento, aveva vissuto era ora di dirsi addio. Se c'era una cosa di cui Vath Remar era convinto era il fatto che il cambiamento era sempre per il meglio. Adorava eccellere e, una casa di quel tipo, sarebbe stato un bel biglietto da visita. Lavorava al reparto che desiderava, Cooperazione Magica Internazionale, aveva una casa degna di un ambizioso Purosangue e una famiglia esemplare. Distolse l'attenzione da quei pensieri e si smaterializzò direttamente sul luogo della casa, eccolo li di fronte, il futuro Maniero Remar. Un elfo domestico attendeva di fronte alle scale dell'abitazione, seduto contro i gradini, che non appena lo vide si alzò in piedi, avvicinandosi a lui, mettendosi sull'attenti e facendo un inchino fino a far toccare la punta del proprio nasco contro il terreno. «Benvenuto Padrone, sono Dairon, per servirvi.» Le parole dell'elfo erano corrette, Vath era a casa. Già dall'esterno aveva compreso che quella casa era fatta appositamente per lui e la sua famiglia, vedere poi il giardino esterno era la riprova del fatto che non poteva non cogliere quell'occasione al volo. La casa, oltretutto era fornita di una splendida cantina sotterranea che l'uomo avrebbe riempito con ottimo vino ed idromele. L'ingresso, ovviamente al piano terra si affacciava sul lato a sud, si trattava di un ampio salone decorato con pregiati tappeti ed arazzi a parete. Il pavimento, in marmo bianco Italiano, lucidato a specchio che consentiva di vedere il soffitto affrescato riflesso su di esso. Le pareti di pietra a vista, che donano all'ingresso quell'aspetto di antica bellezza dei manieri d'epoca. Dietro ad uno degli arazzi si nasconde un bassorilievo in marmo raffigurante un serpente che lotta contro una Fenice, esso con un tocco di bacchetta si anima azzannando al collo l'uccello ed attivando il passaggio segreto che conduce alle segrete tramite una scala a chiocciola in pietra. Vath provò il meccanismo, andando a vedere le segrete sotterranee. Erano state designate per eventuali ospiti, composte da almeno un paio di celle e stanza torture. Il tutto era stato reso insonorizzato. Il suo piccolo gioiello però era la sfarzosa biblioteca, situato al piano terra nell'ala a nord, colma di libri, babbani e magici, comprendenti anche i propri testi scolastici, con tutti gli incantesimi da lui appresi. Ritornando nell'ala ad est si trovava la sala da pranzo. Aveva visto molti castelli e su una cosa era d'accordo, amava avere delle armature come i vecchi Lord. La cucina con dispensa piano terra si trovava nell'ala est attigua alla sala da pranzo, era fornita di tutto per piatti gustosissimi, essendo per metà italiano conosce bene la buona cucina. Il Salone al piano terra si trova nell'ala ovest. Arredato con alcune librerie a muro, un ampia finestra che da sul giardino fiorito con fontana, ha un camino in marmo bianco, quattro divani che formano un quadrato ed un tavolino al centro di essi. Su un tavolo era posata la teca per contenere Nehushtan, il Marasso non velenoso che gli faceva da compagno dall'età di vent'anni, vicino all'angolo a nord ovest è sistemato un pianoforte a coda di color nero laccato, una seduta in pelle permette a chi lo suona di farlo comodamente. Uno Studio si trovava nell'ala est del secondo piano, le librerie, riempite di trattati storici, convenzioni e documenti riguardanti il proprio lavoro. A lato, si trovava un finto mappamondo, in realtà si tratta di un mobile bar. Le camere da letto con bagno interno annesso si trovavano al secondo piano, tutte quante erano tenute calde da magnifici camini in marmo bianco. Tutti i corridoi che univano le varie stanze erano stati decorati con svariati dipinti ed armature, il pavimento, coperto da un lungo tappeto per tutta la loro lunghezza. Si, dopo quel primo giro, Vath si sentì decisamente era a casa. Narrato ~ «Parlato» ~ “Pensato”
“ La conoscenza è potere. ” | |
© Arklys ~ harrypotter.it Edited by Vath Remar - 18/9/2019, 17:17
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